Perdono, perdono, perdono.
Chiedo umilmente perdono per il ritardo, per non aver avvertito e per
avervi abbandonato per un pò ma tranquilli sono tornata!! E
ci terrei a ribadire con forza che non ho alcuna intenzione di lasciare
in sospeso questa storia...il problema è che quest'anno sono
di maturità e non è per niente facile tenere
tutto sotto controllo! Per quanto riguarda il chap...beh...breve ma
intenso! godetevelo fino al prossimo aggiornamento. Mi raccomando
recensiteeee!! Baci, Ile.
Grimmauld Place n. 12
– Novembre 1995
Sirius Black
“Scacco
matto”gongolai soddisfatto,mettendo KO il re di Aryana, per
l’ennesima volta.
Si
lasciò
andare sul divano accavallando le gambe e mettendosi a braccia
conserte.
“Sono
stufa
di giocare”sbuffò, guardando distratta fuori dalla
finestra del salone cupo di
Grimmauld Place.
“Forse
sei
stufa di perdere..”ghignai,lanciandole un sorriso malizioso.
Non lo notò
neanche.
“Cosa
c’è
che non và?” chiesi paziente.
“Quello
che
non andava esattamente cinque minuti fa quando me lo hai
chiesto:niente”dichiarò annoiata.
“Ah
si? E da
quando ti lasci battere per tre volte di fila a scacchi? E soprattutto
da
quando non ti infuri quando perdi? Dovresti saperlo che la finzione con
me non
funziona..”.
Mi
lanciò
un’occhiata scocciata e chiese come se nulla fosse:
“Dov’è James?”.
Risi
di
gusto. “Aspetta,
fammi indovinare…tuo
padre…”esclamai sarcastico.
“Sono
già
due settimane di silenzio..”mormorò preoccupata.
“Forse
non
ha niente da dirti riguardo quella
faccenda…”.
“O
magari è
successo qualcosa che non vuole dirmi…qualcosa che ha a che
fare con un certo
Severus Piton..”disse con una chiara espressione di disgusto
stampata in viso.
“Non
sono
certo un grande fan di Mocciosus ma forse non è con lui che
devi prendertela…”borbottai,
mettendo da parte gli scacchi.
“Ah
già,
secondo la tua prospettiva dovrei litigare ancora
con mio padre, giusto? Guarda cosa è successo
l’ultima volta..”.
“Allora
non
lamentarti se ti tiene nascoste le cose! Sei tu che hai un problema di
fiducia
con lui o è il contrario? ”.
“Io
comunque
non lo cercherò per prima..”ribatté
testarda.
“È
incredibile…” ridacchiai mentre mi accoccolavo
accanto a lei.
“Cosa?”.
“Quando
si
tratta di tuo padre diventi una bambina capricciosa e
testarda…”.
“Tu
invece
lo sei sempre testardo e orgoglioso..”.
“La
smetteremo mai di punzecchiarci io e te?”chiesi mentre le
davo un leggero
pizzicotto sul braccio per la battuta precedente.
“Non
credo..è troppo divertente vincere contro di
te”disse dopo avermi restituito il
pizzicotto. Sfrecciò via prima che potessi aggiungere altro.
Il suo profumo
rimase nell’aria per un po’. Odorava
di felicità.
Una
leggera
inquietudine smuoveva il mio animo.
Aryana Silente
“Lunastorta,
perché non ti fermi a cena?Resta anche
Ninfa..ehm..Tonks..”rettificai notando
l’occhiataccia che mi stava lanciando.
“Si,
dai,
sarebbe inutile aver fatto un viaggio a vuoto..”insistette
Sirius.
Remus
e
Ninfadora erano venuti per parlare con mio padre ma
all’ultimo momento
quest’ultimo aveva mandato un gufo per disdire. E non era
raro di quei tempi.
Sirius
mi
lanciò uno sguardo eloquente. Sapeva che ero preoccupata per
la delicata
situazione con mio padre ma quello che non sapeva era che la mia
maggior
preoccupazione era lui.
Era
strano,
molto strano, troppo strano.
E
io facevo
finta che andasse tutto bene nonostante dentro di me sapessi che dentro
Sirius
stava cambiando qualcosa, irreparabilmente.
Riuscii
a
scrollarmi quei pensieri dalla testa solo quando fummo seduti tutti a
tavola di
fronte ad un piatto di roast beef,accompagnato da pane elfico,
l’ultima
specialità di James. In mancanza di Harry&co. una
delle poche cose che lo
rallegrava era dilettarsi in cucina, oltre che provare incantesimi su
incantesimi in compagnia di suo padre.
Lo
guardai
per un attimo.
A
volte mi
chiedevo se non fosse il caso di rimandarlo a Shantaram ma lui non
voleva.
Voleva
rimanere con noi nonostante tutto.
“Prigione
per prigione..almeno sono con la mia famiglia”.
Erano
queste
le parole che aveva usato.
Sapevo
che
voleva essere un’ affermazione carina detta in tono
sinceramente affettuoso ma
mi dilaniava in due sapere di aver messo in una situazione del genere
mio
figlio.
Ricordo
che
in quel periodo pensavo che mi odiasse nonostante lui non facesse
assolutamente
nulla che desse adito a quella mia fissazione. Mi sorrise
interrogativo,
notando la mia espressione assorta. Scrollai la testa per
tranquillizzarlo e mi
intromisi nella discussione tra gli altri commensali.
“Qualcuno
deve pur fermarla…sta mettendo le mani su tutta
Hogwarts..”disse accalorato
Sirius.
“Di
chi
parlate?”esordii, dopo aver fatto l’occhiolino a
James.
“Della
Umbridge, mamma. In che pianeta eri?”mi rispose a mo di
rimprovero mentre
portava alla bocca il bicchiere.
Nello
stesso
momento Sirius fece la stessa identica cosa.
Nello
stesso
identico modo.
Una
strana
inquietudine attanagliò il mio stomaco.
Perché
non
riuscivo a sorridere di fronte ad una scena simile? Perché
invece sentivo che
c’era qualcosa di incredibilmente malinconico e allo stesso
tempo fatalistico
in tutto quello?
“Oh,
mi sono
dimenticata di dirvi una cosa
importantissima!”esclamò quasi affocandosi Tonks.
“Ho incontrato Mundugus prima di arrivare qui, alla testa di
porco. Ha detto
che poco prima Harry, Ron, Hermione e altri ragazzi del suo corso
stavano
organizzando una specie di esercito..”.
“Esercito?”chiese
sorpreso James.
“No,
non
proprio un esercito. Quello era solo il nome…più
che altro una specie di Club
segreto. Dato che la Umbridge ha bandito ogni genere di iniziativa di
questo
tipo, hanno pensato bene di infrangere le regole”.
Sul
volto di
Sirius apparve un sorriso malandrino.
“L’
intento
è quello di creare un gruppo di
difesa…”.
“AH!
È tutto
suo padre!”esclamò entusiasta Sirius.
“Già,
peccato che i ragazzi manchino di un po’ di furbizia.
Insomma, la testa di
porco…andiamo…”proruppe Remus.
“Noi
sapevamo aggirare meglio questo genere di ostacoli, eh vecchio
lupo?!”.
Forse
le mie
paranoie su Sirius non erano poi così
fondate…sembrava essersi rianimato.
“Ad
ogni
modo, qualcuno dovrebbe fargli sapere di essere più
prudenti…”.
“Ci
penserò
io..”rispose Sirius.
Mi
voltai
verso di lui sorpresa.
“Tanto
era
da un po’ che non sentivo Harry, per cui, quale migliore
occasione di questa,
no?”.
“Ah
si? E
sentiamo come vorresti fare con la Umbridge che controlla la posta a
scuola?”gli
chiesi a metà tra l’infuriato e il sarcastico.
Sirius
non
aveva ancora capito che doveva starsene buono.
“Tu
non ti
preoccupare. Ho i miei metodi…e non uscirò da
qui, stai tranquilla”mi
precedette, scoccando un’occhiata d’intesa a James.
Decisi
di
lasciar correre. Qualsiasi cosa che rendesse James un po’
più coinvolto era un
bene per lui.
************
Sirius
Black
“Si,
papà,per l’ennesima volta, ho capito: devo stare
fermo immobile qui a fare la
guardia prima che la mamma sappia cosa stiamo
combinando”sbuffò impaziente il
mio James.
“La
parte
più importante…”chiesi impaziente.
“E
soprattutto non devo mettere per nessun motivo la testa dentro il
caminetto con
te. Posso soltanto stare a guardare..”.
“Bene,
possiamo incominciare..”dichiarai estatico.
Non
era solo
il fatto che di lì a poco avrei parlato con Harry.
Stavo
facendo qualcosa con James, solo io e lui.
Nonostante
da quando eravamo arrivati a Grimmauld Place non avessimo fatto altro
che stare
insieme, non mi ero ancora abituato al nostro rapporto.
Ero
ancora
troppo scosso per capire che ero diventato padre.
Cullato
da
questi pensieri, mi accucciai accanto al fuoco scoppiettante, pronto
per
ricongiungermi seppur limitatamente al mio figlioccio. Non avevo idea
di che
rischio stessi per correre…
*********
James
Albus
Black
Fissavo
insistentemente la porta socchiusa del salone da un quarto
d’ora.
Come
se lo
smalto del ciliegio scrostato fosse riuscito a convincermi.
Cosa
stavo
facendo? Avevo fatto una mezza promessa a mio padre..lui si fidava di
me.
E adesso ero ad un passo dal tradirlo.
Ma
in fondo
era per lui che lo facevo..anzi..per noi.
Sbirciai
per
l’ennesima volta dentro la stanza cupa. La scena non era
cambiata: mia madre
era sempre accovacciata sul divano, con un grosso tomo impolverato
sulle gambe
e l’aria concentrata.
Immobile da più di un
quarto d’ora.
Io
invece mi
dondolavo nervosamente sui piedi, torcendomi le mani, in attesa di
qualche
segno.
Che
non
arrivava.
Mi
feci
coraggio.
In
fondo non
c’era molto da pensare: o sarebbe andata male o molto male.
Sarei
caduto
in entrambi i casi.
L’
unica
cosa che avrei potuto controllare era l’atterraggio.
Presi
un
respiro profondo e entrai.
“Ah,
finalmente ti sei deciso..”esclamò mia madre,
cogliendomi di sorpresa.
“Dovevo
immaginarlo…”sussurrai in elfico.
“Allora,
che
cosa hai combinato stavolta?”disse in tono irritantemente
paziente,mentre
riponeva il volume nell’imponente libreria.
“Perché
avrei dovuto combinare per forza qualcosa per venirti a
parlare?”tergiversai
malamente.
“James…”cantilenò,venendo
più vicina.
Maledizione.
Sapeva che non avrei mai potuto resistere al suo sguardo…
“Senti,
non
so se posso dirtela questa cosa…”esclamai,
voltandole le spalle.
“Ah,
provo
ad indovinare: si tratta di tuo padre..”dichiarò
in tono sarcastico.
“Questa
cosa
è diversa..”mi giustificai.
“Gliel’ho promesso..”.
“Se
sei
venuto fin qui a dirmela, rompendo la sacra coalizione padre/figlio
contro la
mamma cattiva, significa che è qualcosa di
importante,no?”.
“Prometti
che non ti arrabbi?”supplicai tentennante.
“James,
andiamo, non sei più un bambino..”.
“D’accordo..beh..hai
presente che papà cercava un modo per contattare
Harry?”.
Annui,
perplessa.
“Beh,
l’ha
trovato..e prima di oggi..l’aveva già
fatto…e tutto era filato liscio…solo che
questa volta è sopraggiunto un problema..e lui non voleva
che te ne
parlassi..perché pensa che sia una stupidaggine ma io credo
che finga e che sia
preoccupato anche lui solo che non può dirtelo
perché ha paura che tu o il
nonno vi infuriate e gli leviate anche quel minimo di autonomia che gli
resta..e..”.
“Ehi,
aspetta…rallenta un attimo. Innanzi tutto quale sarebbe
questo metodo di
comunicazione? E soprattutto che problema sarebbe sorto?”mi
interruppe subito
allerta.
“Non
so cosa
sia di preciso…so solo che avviene attraverso il camino, un
po’ come la
Metropolvere. Lui ha detto che ad Hogwarts lo faceva
spesso..”.
“Si,
si ho
capito..vai avanti”disse più cupa che mai.
“Beh,
come
ti dicevo, l’altra volta era andato tutto bene..Io
l’ho ammonito lo
stesso,però. Gli ho spiegato che è rischioso e
tutto quanto. Poi però lui era
così entusiasta…e anche io..insomma ci siamo un
po’ lasciati prendere e allora
abbiamo ritentato ieri sera. Solo che..”.
“Solo
che,
cosa?”chiese incalzante.
“Ecco,
dopo
un po’…è successa una cosa
strana…si sono sentiti dei rumori esterni, come
un’interferenza e una mano è apparsa dal
nulla..nel fuoco…ed è stato come se
volesse afferrare la testa di papà..”.
“Cosa?”esclamò
turbata.
“Si,
esatto.
Era una mano di donna..tozza e aveva molti anelli..Poi, ovviamente,
abbiamo chiuso
subito il collegamento con Hogwarts e lui mi ha fatto promettere di non
dirti
niente e che non c’era di che preoccuparsi, che poteva
capitare…”.
Prese
a
passeggiare perplessa per tutta la stanza. Sembrava infuriata ma il suo
cervello stava elaborando i dati…e prima di fare una
sfuriata contro mio padre,
voleva scoprire cosa era successo davvero. Sembrava davvero
preoccupata…
Subito
mi
sentii meglio per aver svelato il segreto. C’era qualcosa di
terribilmente
pericoloso in quella faccenda..non potevo mettere in gioco la mia nuova
vita
per l’orgoglio di mio padre.
All’improvviso
la porta del salone si aprì e fece il suo ingresso un
raggiante Sirius Black.
Aryana
Silente
“Remus
è
appena andato via, ha detto che Hagrid e Madame Maxime hanno appena
dato loro
notizie e..”.
La
voce gli
morì in gola, non appena vide il mio sguardo furioso.
“No
io
vorrei solo sapere come ti è venuto in mente!”gli
inveii contro.
Parve
rendersi conto tutto d’un tratto di essere finito nelle
sabbie mobili.
“James!”esclamò
irritato. Per tutta
risposta quello si
defilò in camera sua, cosa che aveva imparato a fare da
tempo ormai durante le
nostre liti.
“Non
provare
a dare la colpa a lui! Sei tu
l’irresponsabile…”
“L’incosciente,
l’impulsivo, che non pensa, che non capisce, che non si rende
conto…”mi fece il
verso prima che potessi completare la frase. “Tutte queste
cose me le sento
dire da un’eternità. Non ne posso più.
Tu non sai, non c’eri…non era
pericoloso, era incredibilmente geniale!”.
“Così
geniale che ti sei fatto beccare da Dolores Umbridge. Dì un
po’, ti è mai
passato per la testa che controlli la posta di Harry, o semplicemente i
camini
di Hogwarts?”.
“Oh,
e anche
se fosse? Valeva la pena provare”.
“No,
invece.
Quando lo capirai? Quando capirai che la nostra sicurezza non
è qualcosa che
può essere messa in gioco?”.
“E
tu quando
capirai che non me ne frega niente della sicurezza? Non me ne frega
niente di
morire. Perché io sto già morendo! Non mi rimane
niente, non ho altro se non
quel briciolo che posso rischiare”sbraitò
esasperato.
Le
sue
parole mi arrivarono dritte al cuore come lame.
“Non
hai
niente? Io e James saremmo niente?”chiesi sconvolta.
“Oh,
andiamo, hai capito che cosa volevo dire..”ringhiò
brusco.
Almeno
aveva
abbassato la voce.
Forse
aveva
capito che aveva sbagliato. Ma non sapeva ancora quanto.
“Te
lo
giuro, Sirius. Un’altra serata come questa, e ti accorgerai
davvero che cosa
significa non avere niente”sibilai
minacciosa mentre il portacarte di cristallo dietro di noi andava in
frantumi
magicamente.
Uscii
dalla
stanza furibonda.
Quanto
ancora avrei dovuto sopportare i suoi malumori e i suoi sbalzi
d’umore?
Per
quanto
ancora avrei dovuto far finta che tutto stesse andando bene?
La
mia mente
conosceva già la risposta: quando sarebbe finita quella
maledetta guerra.
Già,
ma se
fosse successa qualcosa prima?
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