Ciao a tutti! ^^ Allora, sinceramente
non so con precisione
se gli angeli e i diavoli vanno a scuola prima dello stage sulla terra.
Anche
perché da quel che ho capito non tutti decidono di diventare
Angeli Custodi e
Diavoli Confidenti. Quindi ho immaginato che ci fosse una sottospecie
di
sistema scolastico anche da loro, spero solo di non aver fatto una cosa
troppo
assurda xD Ah, durante il capitolo cito il fatto che "un angelo non dovrebbe mai piangere", il fatto è che lo hanno ripetuto talmente tante volte in tutti i fumetti che ho voluto inserirlo. Fra l'altro, i Riviventi sono nati dalle lacrime di Raf e dalle risate di Sulfus - per chi non lo sapesse -.
[Ah, già: POV sta per Point of View,
cioè Punto di Vista.]
CAPITOLO 15
Raf POV
Mi gira la testa. Davanti a me, solo
immagini sfalsate.
Migliaia di immagini sfalsate che vedo apparire e scomparire
velocemente,
appena riesco a focalizzarle.
Ma forse, dire che le immagini sono
davanti a me non è del
tutto corretto. Davanti a me non c’è niente. Le
immagini sono dentro di me.
Sono perlopiù immagini di
Angie Town, e di mia mamma. E poi,
poi cominciano le voci. Sono due.
La prima, la riconosco
immediatamente: è mia madre. L’altra
è una voce infantile, debole, incredibilmente familiare.
Provo una sensazione
calda, e sento l’odore di casa mia entrarmi nelle narici.
Vedo una bambina, un piccolo angelo.
Accucciata, con il viso
nascosto nel grembo di mia madre, piange. E lei le canta una
ninnananna. La nostra ninnananna.
“Raf…”
La sua voce
è così dolce…così
meravigliosamente rassicurante…
La bambina alza leggermente il viso,
come a voler
rispondere. Tira su col naso, dai grandi occhi blu scendono enormi
lacrimoni.
Il piccolo visetto paffuto è corrucciato, tiene
evidentemente il broncio.
Ma ero davvero così buffa,
da piccola…?!
“Raf,
ascolta la tua
mamma…un angelo non dovrebbe mai
piangere…Quindi ora sorridi…! Il
sorriso di un angelo illumina i cuori…”
Già…mi ricordo
di quella volta…Mia mamma aveva ragione. Gli
angeli non dovrebbero piangere. Mai.
In effetti, tutta questa storia dei
riviventi è stata colpa
delle mie lacrime. Se non avessi pianto, Malachia non avrebbe mai
potuto…quei
mostri non sarebbero mai…
La scena cambia, veloce, davanti a
me. Ora vedo tutti i miei
amici, i miei compagni, i professori, Angie Town, la
scuola…mi passa davanti
tutta la mia vita.
Le voci si ammucchiano nella mia
testa, sovrastandosi l’una
con l’altra, diventando sempre più assordanti.
Un istante dopo, tutto si ferma.
Sono sempre io, ad Angie Town, nella
mia stanza. Avrò avuto
6, massimo 7 anni. Sembro pensierosa. Sono stesa sul mio letto, gambe
accavallate, diario appoggiato sul cuscino e penna in mano. Sulla
scrivania
della camera, un libro aperto.
Qualcuno bussa alla porta, e senza
aspettare una mia
risposta, entra. È mia madre. Si siede vicino a me, mi
accarezza la fronte, e
mi sorride.
“Raf,
piccola, c’è
qualcosa che non va?”
“Mamma,
perché
dobbiamo studiare le materie dei Terreni? Noi siamo angeli!”
Sorride.
“Ma
Raf, se vuoi
diventare un vero Angelo Custode, allora devi conoscere i terreni! Ti
aiuterà
sapere cose su di loro, non credi?”
Io – la mia io del passato
– sbuffo. Ad essere sincera, non
mi ricordo di quest’episodio.
“Ma
mamma, geometria
non mi piace! È…ingiusta…!”
Mia mamma ridacchia lievemente, e
anche io. Chissà cosa
volevo dire con quella frase…
Poi la Raf
del mio passato continua:
“Oggi
abbiamo studiato
le rette parallele. Lo sai, mamma, che percorrono sempre la stessa
strada senza
mai potersi incontrare?”
Pausa. Poi continua.
“È…triste,
no?”
Mia mamma esita un attimo, prima di
sorridere dolcemente e
ricominciare ad accarezzare la fronte della me stessa del passato.
“Piccola
mia, ti
sbagli. Le rette parallele si incontrano. Si incontrano
all’infinito.”
Rimango colpita da quelle parole. Non
ricordavo di averle
mai sentite. La scena cambia di nuovo, e nuove centinaia di immagini mi
si
parano davanti. Le voci si alzano di nuovo, ancor più di
prima.
Mi viene la nausea, mi sento male.
Una in
particolare, cerca di farsi strada
fra le altre. È la stessa di prima…è
fredda, e metallica, e tagliente, ma
ugualmente familiare. Mi mette i brividi.
“R…f,
t…pr…o!
D…i…sv…a…rti! O
s…à…tr…ta…i!”
Non capisco, non capisco, non
capisco! Non capisco cosa sta
cercando di dire! Sento una tale ansia…ho come la sensazione
di dover assolutamente capire cosa
sta cercando
di dirmi questa voce, ma non ci riesco!
La testa comincia a girarmi di nuovo,
sto perdendo ancora
coscienza del mio corpo, un fischio potente si fa strada nella mia
mente, sto
per svenire,…sto…per…
Sulfus POV
Dannazione, dannazione, dannazione!
Perché
non si sveglia? È fredda, troppo
fredda, e continua ad agitarsi. Forse sta avendo un incubo…?
Non lo so, non ci
capisco più niente!
È crollata
all’improvviso, come un sacco di patate, e si è
accasciata a terra. Sembra svenuta…non lo saprei dire con
certezza. Cavoli,
proprio ora doveva succedere? Presto quella stramaledettissima nebbia
si
prenderà anche la scuola, e ogni cosa al suo
interno…compresi noi, se
non ci muoviamo.
Non posso nemmeno caricarmela ancora
sulle spalle e portarla
via. Ho perso troppe energie, il mio corpo non sosterrebbe mai il peso
di
entrambi. Tanto più se si tratta di correre…!
Ok, devo calmarmi. Devo assolutamente
trovare una soluzione. Ehm…vediamo…potrei
riuscire a portarla fino alla mia
camera, credo. È vero che dovremmo andarcene, ma con Raf in
queste condizioni
sarebbe totalmente inutile. Magari se la stendo sul mio letto per un
po’ si
riprende, e potremo uscire da questa sottospecie di copia della nostra
scuola –
venuta male, fra l’altro- .
Sospiro, e l’afferro piano
per le braccia per tirarla su.
Passo il braccio destro intorno le mie spalle, e cerco di camminare
sorreggendo
anche lei. Diamine. Se avessi abbastanza energie per portarla in
spalla,
sarebbe tutto più semplice.
Arriviamo davanti alla porta della
mia stanza, e l’apro con
un calcio. D'altronde ho entrambe le mani occupate, come facevo
altrimenti ad
entrare?
La corico sul mio letto il
più delicatamente possibile, e
aspetto qualche attimo. Ora non si muove più; forse ha
smesso di sognare. Le
passo una mano sulla fronte, cercando di capire se ha la febbre. No,
impossibile: è totalmente gelata. Beh, se ne va sempre in
giro con quello
straccetto verde senza maniche, ovvio che abbia freddo. Resto a
guardarla
ancora un po’, cercando di decidere se è il caso
di provare a svegliarla o no.
Non mi intendo molto di queste cose. Vedo il suo corpo rabbrividire
debolmente,
comincia a venirle la pelle d’oca. E quasi istintivamente mi
levo la giacca, e
sorreggendo Raf con un braccio gliel’appoggio sulle spalle.
Cavoli, io vengo da
Zolfanello City, che per antonomasia è il posto
più vicino all’inferno in
assoluto; la mia giacca deve per forza
riuscire a riscaldarla.
Comunque, non è affatto
prudente rimanere qui fermi.
Rischiamo grosso, questa volta. Sinceramente, non ci tengo proprio ad
andare a
far parte della nuova collezione di statue della città come
l’impiastro alato.
Proprio mentre sto riflettendo sul da
farsi, Raf ricomincia
ad agitarsi. Tenendo sempre gli occhi chiusi, aggrotta
impercettibilmente le
sopracciglia e inclina lievemente la testa verso di me.
Sembra come infastidita da qualcosa,
o roba del genere. Un
piccolo gemito sfugge dalle sue labbra, anche se assomiglia di
più a un
sussurro che ad altro. Sbatte lievemente le palpebre, credo si stia
svegliando.
Apre piano gli occhi, si guarda intorno, nota la mia giacca sulle sue
spalle.
Mi guarda interrogativa, senza dire
niente. Io alzo le
spalle, e rispondo con un “Tremavi, credevo avessi
freddo”, sperando di
sembrare indifferente.
Arrossisce impercettibilmente, e
abbassa lo sguardo. Ok, non
abbiamo tempo da perdere. Ora che la bella addormentata si è
svegliata, ci
conviene andarcene.
“Muoviamoci, o la nebbia ci
raggiungerà.”
Annuisce piano, e con voce debole mi
fa “Ma…dove andiamo?
Non sappiamo dove siano gli altri, e nemmeno a scuola abbiamo trovato
niente…!”
“Beh, qui non possiamo
rimanere. Intanto avviamoci, poi si
vedrà.”
Senza aggiungere altro, si alza dal
letto e fa cenno di
restituirmi la giacca.
“Fa niente, puoi tenerla.
Serve più a te che a me.” Dico, ma
solo dopo essermi voltato. Figuriamoci se uno come me si comporta da
cavaliere
con un angelo guardandolo pure negli occhi, fra l’altro!
Sempre restando girato, allungo una
mano verso di lei.
“Meglio essere sicuri di non separarci, o
perderci.” La afferra, e cominciamo
ad avanzare verso la porta.
La apro, e mi blocco un istante. La
nebbia è aumentata in
maniera esponenziale. È decisamente troppa. E ci blocca la
strada. Sbatto un
pugno contro il muro, frustrato.
“Diamine…!”
Un istante
dopo, sento la mano di Raf sopra la mia. “Non agitarti.
Peggiori solo la
situazione. Cerchiamo…con calma un modo…per
uscire di qui.” Cerca di ostentare
sicurezza, ma la sua voce trema, e anche la sua mano sulla mia.
Poi, sento un odore dolciastro.
Dolciastro e sgradevole.
Sembra caramello bruciato. Mi giro a guardare il muro dove sono
appoggiate le
mani mia e di Raf. E proprio lì, c’è
una piccola voragine, come un buco nero in
miniatura.
Io e lei ci guardiamo a vicenda,
interdetti. “C-cosa…?”
La vedo spostare la mano incerta in
un’altra parte di muro,
incerta. Ma niente. Il muro resta lo stesso. Tocco anch’io
quella piccola
porzione di parete dove è ancora appoggiata la mano di Raf.
E, di nuovo, me la
vedo sparire da davanti.
“Cosa…credi che
significhi…?” Chiede Raf, con una punta di
paura nella voce.
“Io…non lo so,
ma credo che…funzioni come con i Riviventi,
ricordi? Bastava toccarli entrambi, e svanivano. Credo…sia
una cosa del
genere.”
“…Pensi che
questo posto, l’abbiano creato loro?”
Scuoto la testa, non troppo convinto.
“Non
esattamente…credo che…l’abbiamo
creato noi.”
“…Che?”
“Beh, i Riviventi li
abbiamo creati noi. Credo che valga lo
stesso anche per questo posto.”
“Scusami tanto, sai
Sulfus…non è per non darti fiducia o
roba simile ma…penso che me lo ricorderei se avessi plasmato
un mondo, ti
pare?”
Si, lo so. Non voleva essere
sarcastica. In effetti, in una
situazione come questa…credo che venga spontaneo porsi
qualche dubbio, no?
“Ah, e
poi…c’è una cosa che dovresti
sapere…è da prima
che…sento una voce, una voce che mi chiama. Ma non riesco a
capire bene cosa
cerca di dirmi, le parole mi arrivano a spezzoni.”
Ecco, e ti pareva! Nuovo problema in
arrivo. Evvai.
Resto in silenzio, pensando a cosa
fare.
“Per il momento, cerchiamo
il modo di uscire di qui. Al
resto penseremo dopo.”
Alzo lo sguardo sul corridoio davanti
a me. La nebbia è
vicina. Troppo vicina. Raf emette come uno squittio, come se stesse
cercando di
reprimere un urlo.
Guardo i suoi piedi, e i miei piedi.
O quello che sono
diventati. Sono grigi. Sento che stanno diventando freddi. E non riesco
più a
muoverli.
Raf è terrorizzata, cerca
di respirare e mantenere il
controllo. Sta per piangere. Alza lo sguardo su di me.
“Scusami, so che non
dovrei piangere ma…” Silenzio. Sinceramente, non
mi capacito di come possiamo
rimanere immobili in un momento come questo. Piedi a parte, per ora il
resto
dei nostri corpi è più o meno funzionante. Piano,
vedo il grigio dei piedi
estendersi fino alle gambe.
“Sulfus…”
la sua voce è debole, e inferma. La guardo,
cercando di rimanere calmo. Ma in realtà, anche io sono
terrorizzato.
“…Senti...a te piace la geometria?” La
guardo alzando un sopracciglio. Che
c’entra ora? Non mi sembra il momento più adatto
per fare conversazione. Ormai
siamo di pietra fino a metà busto. Non mi sento
più le dita.
Scuote lievemente la testa,
terrorizzata. “…Niente, non
farci caso. Solo…” Fa una piccola pausa, incerta.
Ci guardiamo negli occhi, entrambi
terrorizzati. Anche le
spalle si colorano di quell’inquietante grigio spento.
La vedo diventare completamente
pietra, con il suo ultimo
sussurro. E sento che fra qualche millesimo di secondo
toccherà anche a me.
Dannazione. Anche uno come me può avere paura, allora. Anche
se più che
impaurito, sono letteralmente atterrito, terrorizzato.
I miei occhi diventano ciechi, smetto
di percepire una
qualsiasi cosa. Solo il mio cervello, mi ripete per l’ultima
volta le parole
confuse e incerte di Raf.
“…Incontriamoci
all’infinito, vuoi?”
FINE! Dio, che depressione xD Ma io
non ho niente di meglio
da fare che scrivere ‘sta roba…?!? (La domanda
è ovviamente retorica, con più
che ovvia risposta: ‘no’)
Sapete, sono in crisi…come
cappero vado avanti ora?? Non ho
la più pallida idea di quali torture dovrò far
subire ai poveri personaggi
della mia storia – sono aperta a tutti i suggerimenti, sono
davvero disperata!
–
Comunque, spero che il capitolo vi
piaccia, commentate per
favore! ^^
Ringraziamenti:
X Akire97: grazie mille, sono
lusingata ^///^ Che ne pensi
di questo capitolo? Spero proprio di non averti delusa!
X Lione94:
ti prego
no, non minacciarmi! xD Giuro che mi impegnerò a non
interrompermi sempre sul
più bello – dal prossimo capitolo in poi - . Che
dici di questo? Lo so che è
corto, ma sono stanca questi giorni -.-“
X solandia: carissima! Le tue
recensioni sono sempre bellissime
e ultra – gradite, anche se mi scuso: in questo capitolo ho
dovuto mettere un
po’ da parte il sarcasmo e concentrarmi sulla
drammaticità xD vedrò di rifarmi
nei prossimi capitoli…ancora infinitamente grazie per il tuo
appoggio! ^^
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