Capitolo
dedicato a tutti i miei amici
Erano
tutti insieme alla riunione straordinaria dell'Ordine della Fenice.
C'era più caos del solito, tutti confabulavano tra loro.
L'arrivo
di Silente fece, come al solito, zittire tutti quanti.
“Silente,
ma che diavolo sta succedendo?” chiese Ted Tonks agitato.
Il
vecchio preside si sedette sul suo scranno emettendo un sospiro
profondo.
Non
ci stava capendo più niente, era nella confusione più
totale. Il pacco che gli era arrivato quella mattina non faceva
altro che confondergli le idee perchè era
tutto così impossibile...
“Per
prima cosa io, James, Sirius e Severus abbiamo distrutto un Horcrux
la notte scorsa” esordì il preside.
Alcuni
trattennero il respiro, altri si raddrizzarono meglio per prestare
una maggiore attenzione.
Il
suo sguardo celeste vagò sui visi di tutti cercando
un'espressione strana, fermandosi una frazione di secondo in più
su Ted Evans.
L'unica
cosa che Severus era riuscito a scoprire era che Evans indagava sulla
morte di Regulus Black, nulla di più. Eppure sentiva di essere
vicino alla risposta di quell'enigma, ma più si avvicinava più
essa si allontanava.
“Cos'era?”
chiese Kingsley curioso.
“Un
anello...l'anello di Orvoloson Gaunt, il nonno materno di Voldemort”
spiegò brevemente James.
Kingsley
annuì senza dire una parola.
Hermione
si schiarì piuttosto nervosamente la voce. “Preside, a
questo proposito vorrei dirle una cosa molto importante successa
sempre ieri sera”.
Silente
la guardò con attenzione, così come pure tutti gli
altri. “Parla Hermione”.
La
ragazza deglutì. “Un altro Horcrux è stato
distrutto”.
Alcuni
sgranarono gli occhi. Silente invece sembrò imperturbabile.
“E
come fai a saperlo?” chiese Bill.
“Perchè
l'ho distrutto io personalmente” rispose Hermione.
Ron
le stringeva forte la mano per tranquillizzarla.
“Cosa?!”
esclamò la signora Weasley sorpresa.
“Hermione,
perchè non ci racconti tutto dall'inizio?” propose
Silente con un sorriso incoraggiante.
Sorriso
che la ragazza ricambiò prima di cominciare a parlare. “Harry
Potter mi ha contattato”.
James
sgranò gli occhi. Cosa poteva volere suo figlio da Hermione
Granger? E soprattutto come poteva conoscerla?
“Come?”
chiese la McGranitt.
“Via
gufo” rispose semplicemente Hermione. “Voleva che io,
Ron, Neville, Luna e Ginny lo aiutassimo”.
“Cosa
centrano Luna e Ginny? Loro non fanno parte dell'Ordine...”
iniziò la signora Weasley preoccupata e arrabbiata insieme per
non aver saputo prima una cosa del genere.
“Neville,
tu hai partecipato?” Alice era incredula.
Il
giovane Paciock annuì. “Certo, ti pare che mi tiri
indietro ad una richiesta di aiuto di Harry Potter?”
“Beh...nella
lettera c'era scritto tutto quello che dovevamo sapere...dove e che
cos'era l'Horcrux” riprese Hermione.
“Potter
sapeva che cos'era?” Severus era stupefatto.
Ron
annuì. “E indovinate un po' dov'era?”
Gli
veniva quasi da ridere. “Qui a Hogwarts”.
“Questo
non è possibile” scattò subito la McGranitt.
“Proprio
in questa stanza. Sembra che Potter conosca tutte le sue funzioni,
come
se lui fosse stato qui, come se avesse frequentato questa scuola.
Insomma nemmeno io sapevo l'esatto funzionamento della Stanza delle
Necessità...” aggiunse Ron.
“Non
capisco...” esordì Gideon Prewett confuso.
“La
stanza si trasforma in qualsiasi luogo tu chiedi. Ginny sapeva come
funzionava, ha pensato a una stanza dove nascondere qualcosa e ci
siamo ritrovati in una specie di enorme ripostiglio. E in mezzo a
quelle cianfrusaglie l'abbiamo trovato” spiegò Hermione
con tono professionale.
“Il
Diadema di Corvonero” aggiunse Ron.
“Impossibile!
È stato perduto mille anni fa...” ribatté Andrea
shockata.
“Beh,
era per questo che ci serviva Luna, lei essendo una Corvonero sapeva
esattamente com'era fatto. Hermione l'ha poi distrutto” replicò
Neville.
“Ma
perchè l'ha chiesto a voi?” chiese Arthur Weasley ancora
scosso.
Ron
alzò le spalle. “Non lo so papà, ha scritto solo
che si fidava di noi, che era sicuro che ce l'avremmo fatta...”
“Strano
che sapesse già esattamente cosa e dove fosse...insomma lui
non ha mai messo piede a Hogwarts...come poteva anche solo sapere
dell'esistenza di questa stanza? Sono in pochi quelli che la
conoscono...” disse Severus.
“Beh...siamo
a meno tre allora...” disse Percy.
Silente
scosse il capo.
“Che
vuoi dire Albus?” chiese la McGranitt ora con una leggera punta
di paura nella voce.
“Draco
entra per favore” disse Silente.
Draco
Malfoy fece il suo ingresso con passo sicuro. In mano reggeva un
pacco, lo stesso ricevuto dal preside quella mattina. Si fermò
di fianco a Severus che gli mise una mano sulla spalla. Tuttavia pure
Piton era sorpreso di trovarlo lì.
Il
giovane Malfoy porse il pacco al preside.
“Questo
mi è arrivato stamattina” iniziò Silente
aprendolo ed estraendo quello che sembrava un semplice quadernetto
nero. L'unica cosa che poteva sembrare strana era l'enorme buco al
centro.
“Questo
era il diario di Voldemort, sono quasi sicuro che fosse un Horcrux”
Silente rispose così ai numerosi sguardi perplessi.
“Chi
l'ha distrutto?” chiese Moody.
“Potter”
rispose Draco tranquillo.
“Harry?”
Sirius era stupito.
“Ieri
sera io, Potter e i miei amici abbiamo fatto una gita a Villa Malfoy.
Lui mi avrebbe aiutato a liberare mia madre e io l'avrei aiutato a
recuperare quel quaderno dallo studio di mio padre. Lui sapeva
esattamente cosa fosse e dove fosse” spiegò Draco.
“Come
sta Narcissa?” chiese Andromeda preoccupata.
“Bene
zia, vuole che tu vada da lei dopo” rispose Draco con un
sorriso.
“Non
mi avevi detto che Potter era coinvolto...” disse Severus.
Draco
alzò le spalle. “È stato lui a dirmi di non dire
nulla fino alla riunione dell'Ordine”.
“Vi
ha visto qualcuno?” chiese ancora Severus preoccupato.
“Solo
la carissima
zia Bellatrix” rispose Draco con disprezzo. “Ma Potter
era incappucciato, non l'ha riconosciuto, anche perchè lei era
piuttosto arrabbiata visto che la sua Imperius su di lui non ha avuto
il benchè minimo effetto”.
James
strinse le mani a pugno. Quella stronza aveva colpito suo figlio con
una maledizione senza perdono...l'avrebbe pagata cara quanto era vero
che faceva di cognome Potter.
“Poi
è stato così veloce a stendere quei due
Mangiamorte...nessuno
di noi lo ha nemmeno visto...”
raccontò Draco.
Sirius
annuì compiaciuto. Quello era il suo figlioccio.
“Da
quello che ho capito Potter la odia da morire...” aggiunse
Draco.
“Per
forza, quella è una stronza e per di più è
pazza!” commentò Sirius glaciale.
Andromeda
non ci pensò nemmeno a contraddirlo, aveva smesso di essere
sua sorella molto tempo prima e poi non poteva perdonarla per aver
cercato di uccidere Dora poco più di due anni prima.
“Bene
Draco, puoi andare” Silente lo congedò.
Draco
annuì e si alzò. Attraversò la stanza e uscì
in silenzio.
“Silente,
perchè sei così turbato?” chiese Vitious.
“Nel
pacco c'era anche questa”. Silente prese quella che sembrava
una foto, con la bacchetta l'attaccò al muro e la ingigantì
a dimensioni di poster.
“È
impossibile!” esclamò Lily alzandosi in piedi.
Tutto
ciò non aveva il benchè minimo senso. Eppure lì
c'era raffigurato un Harry di circa undici/dodici anni, con la divisa
di Grifondoro.
“Cos'è
uno scherzo?” disse James.
Silente
scosse il capo. “Nemmeno io so cosa pensare James, te lo
assicuro”.
“Insomma
è...impossibile!” esclamò James nervoso.
“C'è
anche questa” Silente estrasse un'ampollina contenente un gas
azzurrino.
Stappò
la bottiglia e non si vide nulla, si sentirono solo delle voci.
Hagrid.
“Nel giorno di Halloween spuntò nel villaggio dove
abitavate voi. Tu avevi appena un anno. Lui entrò in casa e
Tu-Sai-Chi li uccise...cercò di uccidere anche te ma non ci
riuscì. Ti sei mai chiesto come mai hai quella cicatrice sulla
fronte? Non è un taglio qualsiasi. Quello è il segno
che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non
ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà e neanche la casa ma
su di te non ha funzionato...qualcosa di te Harry lo ha fermato. È
successo qualcosa quella notte che lui non aveva considerato...io non
so cosa sia e nessuno lo sa...ma c'è qualcosa in te che lo ha
sconfitto”.
Poi
la voce pacata di Silente. “Harry tu parli il Serpentese
perchè Voldemort, che è l'ultimo discendente rimasto di
Salazar Serpeverde, parla il Serpentese. A meno che io non mi sbagli
di grosso, la notte in cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha
trasmesso alcuni dei suoi poteri...Voldemort ha messo un pezzetto di
sé dentro di te”.
Remus.
“I Dissennatori tormentano te più degli altri perchè
nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno
vissuto”.
Poi
la voce di un ragazzo simile a quella di James. “Quando mi
si avvicinano sento Voldemort che uccide mia madre”.
La
voce roca di Sirius. “Harry...è come se li avessi
uccisi. Io ho convinto Lily e James a scegliere Peter al mio posto
all'ultimo momento, li ho convinti a scegliere lui come Custode
Segreto invece di me...È colpa mia lo so...quando ho visto la
loro casa distrutta e i loro corpi...ho capito quello che doveva aver
fatto Peter. Quello che io avevo fatto.....Sei davvero il figlio di
tuo padre Harry”.
Silente.
“Tuo padre è vivo in te Harry e si mostra soprattutto
quando hai bisogno di lui. Altrimenti come avresti fatto a evocare
proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre la notte
scorsa”.
Poi
una voce che sembrava un sibilo. Alcuni tremarono, altri
sussultarono, altri si irrigidirono. “Sua madre morì
nel tentativo di salvarlo e senza volerlo gli fornì una
protezione...non riuscii a toccare il bambino...ma non importa, ora
posso toccarlo. Il mio malefico fu deviato dall'insensato sacrificio
di quella donna e mi rimbalzò contro. Fui strappato via dal
mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile
fantasma...eppure ero vivo”.
La
voce di Harry. “È tornato. È tornato.
Voldemort”.
Poi
la voce di Severus. “La maledizione che non ti ha ucciso
sembra aver creato una sorta di connessione tra te e l'Oscuro
Signore...quando la tua mente è più rilassata e
vulnerabile tu condividi i suoi pensieri e le sue emozioni...potrebbe
cercare di farti fare delle cose”.
“Harry?
HARRY! Cos'è successo?”
Ron Weasley.
“Io
non lo so. È felice, molto felice”.
Poi ancora la voce di Harry. “Voldemort
è
morto
arrabbiato. Ero Tu-Sai-Chi, ero nella sua testa...”
“È
colpa mia se Sirius è morto!”
nella voce di Harry si sentiva chiaramente puro dolore.
“Harry
soffrire così dimostra che sei un uomo”
Silente sembrava stanco.
“NE
HO ABBASTANZA, HO VISTO ABBASTANZA, VOGLIO USCIRNE, VOGLIO CHE
FINISCA, NON M'IMPORTA PIÙ...”
“Sì
che t'importa, al punto che ti sembra di dissanguarti dal
dolore...hai perso tua madre, tuo padre e anche la persona più
vicina a un genitore che tu abbia mai conosciuto. Certo che
t'importa”.
“LEI
NON SA QUELLO CHE PROVO!”
Ancora
Silente. “Harry non dimenticare mai che la profezia ha
valore solo perchè Voldemort ha fatto in modo che l'avesse.
Voldemort ha scelto te come la persona più pericolosa per
lui...e così facendo ti ha reso la persona più
pericolosa per lui...Voldemort stesso ha creato il suo peggior
nemico. Eppure Harry, nonostante il tuo privilegiato accesso al mondo
di Voldemort, non sei mai stato sedotto dalle Arti Oscure. Mai,
nemmeno per un istante...tu sei protetto dalla tua capacità di
amare...”
“Devo
cercare di ucciderlo o...”
la voce di Harry era un tantino polemica.
“Devi?
Certo che devi! Ma non a causa della profezia! Perchè tu, tu
stesso, non sarai mai in pace finché non avrai tentato! Lo
sappiamo entrambi! Immagina solo per un istante di non aver mai
ascoltato quella profezia! Che cosa proveresti per Voldemort ora?
Rifletti!”
Le parole di Silente scombussolarono un po' tutti.
Ci
fu un momento di silenzio poi arrivò la risposta sicura di
Harry. “Vorrei che morisse. E vorrei ucciderlo io”.
James
spalancò gli occhi. Quelle parole lo avevano colpito
profondamente.
“Io
stesso ero un Horcrux...la parte della sua anima che c'era in me è
morta...ma se Voldemort ha usato l'Anatema che Uccide come posso
essere ancora vivo?”
La
voce concitata di Silente. “Ha preso il tuo sangue per far
rinascere il suo corpo! Il tuo sangue nelle sue vene Harry, la
protezione di Lily dentro di te e di lui! Ti ha legato alla vita
finchè lui vive...tu sei il degno possessore dei Doni della
Morte”.
Poi
la voce spezzata e roca di Harry. “Non mi è rimasto
più nessuno. Sono di nuovo solo”.
Una
voce melodiosa, simile per certi versi a quella di Silente. “Se
prenderai una mia piuma potrai andare in una dimensione parallela a
questa, dove tu però non esisti, sei morto, ma Voldemort è
ancora vivo e la comunità magica vive nel terrore. Potresti
rincontrare le persone che hai perso”.
“Accetto”.
Poi
silenzio. La sala delle riunioni era nel sconcerto più totale.
Lo stesso Silente era senza parole, ma i più colpiti erano
senza dubbio James, Lily e Sirius.
“Potter
viene da una dimensione parallela...questo spiegherebbe tutto”
disse Moody, uno dei primi a riprendersi.
Lily
scoppiò a piangere. James l'abbracciò cercando di
consolarla.
“Quanto
hai dovuto soffrire figlio mio” sussurrò Lily disperata.
Harry
la sentì e sentì l'impulso di andare ad abbracciarla
forte, ma si trattenne a stento.
“Adesso
è tutto chiaro, Harry Potter ha già distrutto gli
Horcurx una volta, quindi sa dove sono...” concluse Severus.
Silente
annuì. Non poteva non essere dispiaciuto per tutto quello che
quel ragazzo era stato costretto a sopportare.
*
“Sirius?”
Harry si sedette sul divano del salotto.
Era
notte fonda, ma non riusciva a dormire, a quanto sembrava non era
l'unico.
Sirius
non si era voltato verso di lui, guardava fisso il fuoco nel camino
che si stava a mano a mano spegnendo.
Poi
chiese all'improvviso, senza staccare lo sguardo dalle fiamme.
“Secondo te sono stato un buon padrino per Harry?”
Harry
lo guardò stupito della domanda.
“Non
posso fare a meno di chiedermelo dopo quello che ho sentito questa
sera...” finalmente gli occhi grigi di Sirius si posarono sul
suo volto.
Harry
sorrise. “Sono convinto che sei stato il miglior padrino del
mondo con Harry. Questo si è capito da come ha sofferto dopo
che tu...”
Si
bloccò. Ancora non riusciva a dirlo dopo più di due
anni. Sirius gli era mancato tanto, troppo, era stato la sua famiglia
per quei pochi anni in cui l'aveva conosciuto.
“Ne
sei sicuro?” Sirius aveva gli occhi leggermente lucidi.
Harry
annuì con decisione e lo abbracciò.
Sirius,
inizialmente spiazzato, ricambiò l'abbraccio con la stessa
intensità e lo stesso affetto. Ricambiò l'abbraccio
senza sapere che tra le sue braccia c'era il suo figlioccio, il
ragazzo che in quel momento riempiva i suoi pensieri. Ricambiò
senza sapere che Harry aveva gli occhi lucidi e si stava trattenendo
a forza dal piangere, perchè altrimenti si sarebbe tradito.
E
Sirius con quell'abbraccio si sentì sereno e tranquillo,
perchè Teddy gli stava vicino e lo comprendeva come pochi
erano riusciti a fare.
*
“Lily?”
James
vide sua moglie stringere qualcosa in mano. Con un tuffo al cuore
capì che era il pupazzo preferito di loro figlio quando aveva
un anno: un Ramoso in miniatura.
Si
sedette di fianco a lei sul letto e l'abbracciò.
Lily
nascose il viso sulla spalla del marito. “Lo voglio con me
James...”
James
sospirò. “Anch'io tesoro. Almeno sappiamo che sta
bene...”
“Voglio
stringerlo forte, voglio vederlo al sicuro e felice” aggiunse
Lily.
“Tutto
questo succederà. Sono sicuro che il prossimo compleanno di
Harry lo passeremo tutti insieme, tutti i Potter saranno riuniti”
James guardò Lily negli occhi.
La
vide sorridere leggermente e annuire leggermente più
rasserenata.
“Harry
ce l'ha promesso”.
James
annuì con un sorriso. “Già, e dovresti sapere che
tutti i Potter mantengono le promesse”.
*
Erano
passate quasi due settimane senza nessun avvenimento importante.
Ormai era arrivato dicembre, anche se la neve non aveva ancora
cominciato a cadere.
Il
9 dicembre sembrava una normale giornata come le altre. Il freddo era
pungente e in pochi uscivano i casa. Tra questi c'erano Ninfadora
Tonks e Andrea Davis. Durante la loro pausa lavorativa avevano deciso
di fare una passeggiata e di parlare un po', cosa che era da alcune
settimane che non facevano per via dei loro impegni.
“Allora
Dora, di cosa volevi parlarmi?” chiese Andrea.
Stavano
camminando in una via della Londra babbana.
Dora
si torturò le mani, sembrava estremamente agitata. Prese un
respiro profondo, era una confessione difficile.
“Credo
di essermi innamorata di Remus Lupin”.
Andrea
fece un piccolo sorriso. “Credi o sei sicura?”
“Non
lo so...insomma quando si avvicina troppo a me comincia a battermi
forte il cuore e sento una strana sensazione allo stomaco...”
rispose Dora guardando il marciapiede.
Andrea
sospirò “Sì, sei innamorata”.
“A
te è mai successo?” Dora la guardò con curiosità.
“Sì,
con una sola persona” rispose Andrea abbassando lo sguardo.
Anche
lei aveva tutte le stesse sensazioni di Dora quando lui si avvicinava
troppo o le sorrideva. Lui...Sirius.
“Lui
lo ha mai saputo?” chiese Dora.
Andrea
scosse il capo. “Credo di non essere il suo tipo...”
“Perchè
tu ce lo vedi uno ordinato come Remus con una come me?” replicò
Dora seria.
“Penso
che sareste una coppia perfetta. I poli opposti di due calamite”
disse Andrea sincera.
Dora
sorrise felice. “Sul serio?”
Andrea
annuì. “Secondo me anche tu gli piaci, devi solo trovare
il modo di farglielo capire...”
“Ma
come? È così testardo...”
Andrea
annuì. “Già, in questo è peggio di...”
Si
bloccò. Aveva sentito uno strano rumore.
“Andie?”
“Shh!”
Andrea
prese la bacchetta e Dora la imitò. Anche lei si era accorta
che c'era qualcosa di strano.
Perchè
in quella via di Londra non passava nessuno da più di cinque
minuti? Erano solo le cinque di pomeriggio e c'era solo un leggero
buio.
CRAC!
“GIÙ!”
Andrea spinse Dora dietro una macchina parcheggiata.
I
vetri dei finestrini saltarono, le schegge volarono ovunque.
C'era
un gruppo di Mangiamorte che a quanto sembrava stava aspettando
proprio loro.
Andrea
con un incantesimo non verbale ne schiantò uno.
“Quanti
sono?” chiese Dora in un sussurro.
“Senza
quello che ho steso io sette” rispose Andrea.
“Merda!”
“Davis,
Tonks, perchè non venite a giocare un po' con noi?”
domandò uno dalla voce dura e spietata. Amycus Carrow.
“Avete
paura?” disse una voce folle di donna prima di scoppiare a
ridere. Doveva essere totalmente pazza. Bellatrix Lestrange.
Andrea
ne riconobbe un altro per la stazza e gli occhi ambrati. Fenrir
Greyback. Quella più bassa doveva essere Alecto, lei e il
fratello andavano sempre in giro in coppia. Il più alto era
Mulciber. Gli altri due non li conosceva. Erano nella merda più
totale.
Dora
schiantò quello più a sinistra, uno dei due
sconosciuti.
“Tonks,
tua zia Bellatrix mi ha promesso che stasera il tuo cadavere sarà
la mia cena...” disse Greyback con un ghigno sadico.
“Venite
fuori, tanto non riuscirete a sfuggirci” Amycus.
Aveva
ragione, ma nessuna delle due si sarebbe arresa senza combattere.
Andrea schiantò anche l'altro sconosciuto. Ora erano cinque.
Andrea
e Dora si guardarono negli occhi annuendo e poi uscirono allo
scoperto con le bacchette alzate. Iniziarono a combattere, Andrea
contro Bellatrix e Mulciber e Dora con i due Carrow mentre Greyback
assisteva allo spettacolo.
Dora
dopo un paio di minuti riuscì a schiantare Alecto.
Amycus
la guardò arrabbiato “Avada...”
Andrea
reagì d'istinto e lanciò su Dora un incantesimo
smaterializzante con destinazione Ministero.
“No!
Piccola puttana!” esclamò Bellatrix furente.
Andrea
la guardò con un ghigno. Ora era rimasta solo lei, ma almeno
era sicura che Dora fosse salva.
“Avada
Kedavra!” disse Andrea puntando la bacchetta addosso a
Bellatrix.
Quella
si spostò appena in tempo.
“Repello!”
Mulciber la colpì in pieno.
Fu
spinta all'indietro da una forza invisibile e cadde a terra di
schiena perdendo la bacchetta.
Mulciber
si avvicinò e si chinò di fianco a lei con un ghigno
trionfante. “Te l'avevo detto che avresti fatto una brutta fine
Davis, che ti avrei messo in ginocchio, schiacciata come un verme...”
Andrea
gli sputò in faccia.
Mulciber
la guardò irato e la schiaffeggiò forte sul viso
spaccandole il labbro.
Bellatrix
raggiunse il compare “Adesso ci dirai dove si trova la casa di
Sirius Black...”
Andrea
le rivolse uno sguardo sprezzante. Se speravano di cavarle qualcosa
si sbagliavano di grosso.
“Dovrai
uccidermi”.
Non
avrebbe mai tradito nessuno, men che meno Sirius.
Bellatrix
la guardò con un ghigno. “Sta tranquilla che lo farò.
Avanti parla!”
Andrea
la guardò con sguardo di sfida.
Bellatrix
alzò la bacchetta “Crucio!”
Andrea
iniziò a urlare e contorcersi.
“Bella,
dobbiamo andarcene, l'incantesimo di isolamento è saltato”
disse Amycus che intanto aveva svegliato gli altri.
Bellatrix
interruppe l'incantesimo.
Andrea
respirò affannosamente. “Mio zio ti farà il culo
a strisce”.
Bellatrix
rise.
Mulciber
prese Andrea per le braccia rimettendola in piedi.
“Andiamocene”
disse Amycus.
Andrea
guardò un punto in alto a destra e fece uno strano segno con
le mani. Poi sparirono tutti con dei crac.
*
Dora
si ritrovò catapultata nell'Atrium del Ministero.
“No!
Cazzo!”
Andie...si
infilò alla velocità della luce in uno degli ascensori
e premette in modo spasmodico il tasto due. Doveva avvisare gli
altri, non c'era tempo da perdere.
Arrivata
al secondo livello uscì della porte metalliche e corse il più
velocemente possibile verso il Quartier Generale degli Auror.
La
porta era aperta ed entrò senza bussare.
“Dora!”
esclamò James.
Dora
respirò profondamente per riprendere fiato.
“Che
ti è successo?” Sirius si alzò in piedi
preoccupato.
Frank,
Alice, Remus, Kingsley e Moody lo imitarono.
Dora
aveva i vestiti sporchi di polvere, del sangue che colava da una
ferita sulla fronte e un taglio al braccio.
“Un
gruppo di Mangiamorte ha attaccato me e Andrea a Mansfield Street”
rispose Dora tutto d'un fiato.
“E
dov'è Andrea?” chiese Moody.
“Mi
ha tirato addosso un incantesimo smaterializzante...stava combattendo
con Bellatrix e...Mulciber” rispose Dora.
“Quanti
ne sono rimasti in piedi?” chiese James.
“Quattro”
rispose Dora.
“Remus
tu resta qui con Ninfadora e sistemala, noi andiamo!” disse
Moody.
Tutti
si smaterializzarono.
Quando
comparvero non c'era più nessuno, solo un silenzio tombale.
Lo
sguardo di Sirius si posò su una macchina completamente
distrutta. Dov'era Andrea?
“Guardate
qua!” esclamò Kingsley chinandosi.
Sirius
e Moody lo raggiunsero. Lì per terra c'era una bacchetta.
“È
quella di Andrea” disse Moody asciutto.
“Ma
lei dov'è?” chiese Sirius con una nota di panico nella
voce.
“Non
lo so ragazzo” rispose Moody.
Quelle
parole fecero tremare Sirius. Lei era come sparita. Era viva o morta?
Non
poteva pensare che non l'avrebbe più vista gironzolare in casa
sua in ciabatte...
*
Harry
si svegliò di colpo dal sonno in cui era caduto subito dopo
pranzo.
Era
di nuovo entrato nella testa di Voldemort. La cicatrice bruciava
ancora come testimonianza.
Aveva
sentito da Bellatrix che Andrea era stata catturata e portata a
Carrow Manor. Senza perdere tempo evocò il suo Patronus e lo
mandò da Sirius e James. Di sicuro sapevano già della
sua scomparsa e non avrebbero esitato a trovarla. Soprattutto Sirius.
*
“James!”
esclamò Frank indicando all'amico qualcosa di luminoso che li
stava raggiungendo.
James
lo riconobbe subito, era il Patronus di Harry. Che ci faceva lì?
Aveva bisogno di aiuto.
Poi
una voce, la voce di Harry. “Andrea è stata portata a
Carrow Manor. Sbrigatevi!”
Il
Patronus scomparve come un guizzo. Né James né Sirius
si chiesero come poteva saperlo, si fidavano totalmente di Harry e
delle sue parole.
Moody
si avvicinò. “Andiamo al Ministero a prendere delle
mappe, facciamo un piano e andiamo a riprendercela”.
Sirius
annuì con decisione e tutti sparirono con dei crac.
*
Andrea
aprì piano gli occhi. Le facevano male tutte le ossa. Doveva
essere svenuta dopo la dose di Cruciatus di Bellatrix. Quella
stronza...
C'era
buio ma capì di essere chiusa in una cella dei sotterranei del
castello. Era seduta per terra, nell'angolo più buio e lontano
dalla porta della cella.
Con
la lingua toccò il labbro, le faceva male e sanguinava ancora.
Lentamente si alzò in piedi, le facevano male tutte le ossa e
barcollava leggermente. Si appoggiò al muro facendo dei
respiri profondi.
“Ti
sei svegliata finalmente” Mulciber si avvicinò alla sua
cella.
Andrea
non rispose. Mulciber entrò chiudendo la porta. Lei non si
mosse, non voleva dargli la soddisfazione di pensare che aveva paura
di lui.
Il
Mangiamorte la raggiunse e le prese il viso con una mano sola
facendole male.
“Che
peccato! Un così bel faccino sprecato per quel traditore di
Black...”
Andrea
gli rivolse uno sguardo di puro odio. Mulciber la spinse di più
contro il muro.
“Ho
capito qual è la cosa per te più importante Davis, la
dignità. E io ho tutta l'intenzione di togliertela...e per
farlo conosco un metodo molto piacevole per me...” Mulciber le
rivolse un ghigno sadico.
Andrea
vide Mulciber avvicinarsi pericolosamente al suo viso...senza
pensarci tirò una potente ginocchiata in mezzo alle gambe di
quel viscido che si staccò da lei con un urlo di dolore.
Rapida
gli rubò la bacchetta che aveva in mano ma lui la prese per i
capelli.
“Dove
pensi di andare...” sbraitò Mulciber incazzato.
Andrea
tirò una gomitata in faccia al mangiamorte spaccandogli
probabilmente il setto nasale.
“Puttana!”
gridò Mulciber tenendosi una mano sul naso che sanguinava.
Lo
vide correre verso di lui con un chiaro intento: ucciderla.
Sentì
le sue mani circondarle il collo.
Senza
pensarci due volte. “Avada Kedavra!”
Le
mani di Mulciber, che prima le stringevano il collo nel tentativo di
soffocarla, la lasciarono all'istante. Il mangiamorte crollò a
terra dove rimase immobile. Respirò profondamente cercando di
essere lucida. Non poteva restare lì. Se qualcuno fosse
tornato e avesse trovato Mulciber lei sarebbe stata nei guai. Si
voltò verso la parete di mattoni davanti a lei.
“Bombarda!”
Nel
muro, con un grosso boato, si formò un buco abbastanza grande
per consentirle di uscire. Senza aspettare un secondo di più
uscì dalla sua prigione per ritrovarsi in un bosco. Era già
calata la sera. Cos'erano le sette o le otto di sera?
Sentì
dei passi all'interno del Manor farsi più vicini. Senza
perdere tempo iniziò a correre nel bosco, bacchetta in mano.
Riuscì a sentire una risata malefica.
Bellatrix
Lestrange la stava inseguendo.
*
Erano
riusciti ad entrare. Si stavano dirigendo verso la stanza da cui
provenivano delle voci.
“Quella
non parla” disse Alecto.
“Non
c'è problema, eliminiamola” replicò Amycus.
Sirius
strinse forte la bacchetta. Moody fece un cenno e James spalancò
la porta con un piede.
Entrarono
tutti cominciando a duellare.
Sirius
si scagliò contro Amycus.
“Non
sai quanto urla la tua amica Black” commentò il
Mangiamorte con un ghigno.
“Crucio!”
Amycus
si spostò. “Avada Kedavra!”
Sirius
si chinò appena in tempo. Poi sorprese Amycus avventandosi su
di lui e spingendolo contro il muro afferrandolo per la gola.
Il
Mangiamorte nella colluttazione perse la bacchetta. Sirius puntò
la sua in mezzo alla fronte di Amycus.
“Dov'è
Andrea?! Dimmelo bastardo!”
Amycus
non rispose. Sirius gli strinse di più la gola.
“Nei...sotterranei...”
rispose Amycus con fatica.
“Stupeficium!”
Sirius lo schiantò e si precipitò fuori dalla stanza.
Fece
un paio di metri poi si fermò.
“Bombarda!”
disse Sirius puntando la bacchetta sul pavimento davanti a lui.
Si
formò un grosso buco. Sotto c'era un altro corridoio. Senza
perdere tempo saltò giù. Aveva fatto centro, quelli
erano i sotterranei, sporchi e pieni di celle.
“Andrea!”
urlò Sirius per farsi sentire.
Corse
come un pazzo tra le celle. Erano tutte maledettamente vuote.
“ANDREA!”
gridò di nuovo.
Nessuna
risposta.
Si
fermò davanti all'ultima cella, la porta era socchiusa, entrò.
A terra c'era un Mangiamorte morto e una parete era praticamente
distrutta. Lo sguardo cadde su una giacca nera abbandonata in un
angolo. La prese, faceva parte dell'uniforme Auror. Il profumo
floreale che emanava era quello di Andrea, non aveva dubbi.
Doveva
essere riuscita a liberarsi e aveva distrutto la parete per scappare.
Istintivamente guardò fuori. C'era un fitto bosco e pioveva a
dirotto. Lo sguardo cadde sulle orme impresse nel fango. Erano di due
persone, questo voleva dire che un Mangiamorte la stava inseguendo.
Doveva
trovarla prima di lui a tutti i costi.
*
Li
vedeva. James e Sirius, bacchetta in mano, nella radura illuminata
dalla luna lì davanti a lei. Loro non potevano ancora vederla,
era troppo immersa nel buio, troppo distante.
Era
esausta, non sapeva se stava correndo da ore o minuti, sapeva solo
che non ce la faceva più. E sapeva che Bellatrix la stava
inseguendo come una pazza scatenata.
Le
sembrava quasi di sentirla.
“Qui
non c'è, spostiamoci” vide James voltarsi e iniziare a
dirigersi dalla parte opposta a dove si trovava lei.
Fissò
Sirius negli occhi, ma lui non la vedeva ancora. Anche lui si voltò.
“Sirius”
proruppe a voce bassa, non riusciva più a urlare per la
mancanza di fiato.
E
lui, la sua salvezza, se ne stava andando. “Sirius”.
Sirius
si fermò.
“Che
c'è?” James lo guardò interrogativo.
“Mi
era sembrato...non importa” Sirius fece ancora un paio di
passi.
“Sirius”.
No,
aveva sentito qualcosa, l'aveva sentita.
Anche
James si fermò.
“È
qui vicino Jamie, ne sono sicuro, io...” proruppe Sirius.
“Sirius...Sirius
aiutami” disse Andrea avvicinandosi sempre di più a
loro.
“Io
la sento” disse Sirius facendo un paio di passi nella direzione
di Andrea.
James
lo guardò confuso, lui non aveva sentito nulla.
L'aveva
quasi raggiunto, ancora pochi metri...doveva resistere.
Sirius
si spinse fino quasi al limitare della radura. Era sicuro che fosse
lì, gli sembrava di sentire quasi il suo profumo mischiato con
l'odore della pioggia.
Lei
corse e spiccò un salto finendo dritta tra le sue braccia che
subito la strinsero forte.
“Andrea...”
proruppe Sirius con sollievo.
“Andiamo
via, c'è Bellatrix armata che mi sta inseguendo” mormorò
lei con voce affannata.
Sirius
annuì. Intanto James aveva sparato delle scintille rosse e
tutti gli Auror si stavano smaterializzando. Sirius la strinse forte
e si smaterializzò con lei.
“NO!”
urlò Bellatrix.
A
Sirius sembrò quasi di vederla mentre lui e Andrea
scomparivano.
Si
materializzarono nel salotto di casa sua. Non l'aveva ancora vista in
faccia, lei l'aveva subito abbracciato. La staccò quel tanto
per poterle guardare il viso. Gli occhi erano socchiusi, era pallida
e le labbra stavano diventando blu. Era fradicia e gelata, la sentiva
tremare contro di lui.
“Tu
sei ghiacciata...” proruppe Sirius.
Lei
si strinse ancora di più a lui, non riusciva quasi più
a stare in piedi.
Sirius
la prese in braccio e salì velocemente le scale entrando nel
bagno. Fece sedere Andrea sulla tazza chiusa del water e accese
l'acqua calda. Poi ritornò da lei, tremava sempre di più.
“Non
ti addormentare, chiaro?” disse con tono serio e preoccupato.
Lei
fece un piccolo cenno. Sirius le tolse le scarpe e le calze poi
incominciò a sfregarle forte le mani e le braccia tentando di
scaldarla.
“Resta
sveglia, non ti addormentare” disse quando la vide lottare per
tenere gli occhi aperti.
Le
prese il viso con entrambe le mani. “Guardami. Resta sveglia”.
Andrea
puntò lo sguardo sui suoi occhi grigi. Non interruppe il
contatto neanche un attimo, altrimenti sapeva che avrebbe ceduto.
Quando
la vasca fu abbastanza piena Sirius la prese nuovamente in braccio e
la mise dentro.
Andrea
al contatto con l'acqua calda sospirò di piacere.
“SIRIUS!
ANDREA! DOVE SIETE?” Lily.
“Siamo
in bagno, vieni!” rispose Sirius ad alta voce.
Sentì
i passi di Lily poi la porta si aprì e lei entrò come
un razzo.
“Che
è successo?” chiese Lily perplessa nel vedere Andrea
nella vasca con addosso tutti i vestiti.
“Era
gelata, non sapevo cosa fare...” iniziò Sirius.
“Hai
fatto benissimo. Ora ci penso io, va a cambiarti, sei tutto
bagnato...” notò Lily.
“Colpevole”
mormorò Andrea alzando la mano.
Già,
si era bagnato quando l'aveva abbracciata. Istintivamente Sirius
sorrise.
“Su,
fuori!” Lily lo spinse in modo non tanto delicato fuori dal
bagno.
Andò
in camera, si tolse i vestiti e indossò una maglia di cotone
nera a maniche lunghe e un paio di pantaloni da ginnastica grigi.
Infilò le ciabatte dei Puddlemore United e scese in salotto.
Si
coricò sul divano e sospirò. Era stanco morto.
“Troppe
emozioni...cominci a essere vecchio Sirius” disse a se stesso
in un sussurro.
Sentì
le palpebre farsi più pesanti e senza nemmeno accorgersene
scivolò nel sonno.
*
Lily
si era appena smaterializzata. C'era voluta quasi un'ora per
convincerla che stava bene.
Era
a letto e aveva un sonno tremendo, tuttavia sentiva di dover fare una
cosa: ringraziare Sirius.
Era
solo merito suo se era ancora viva.
Si
alzò, prese un panno rosso e se lo mise sulle spalle come
mantello. Poi uscì silenziosamente dalla sua stanza andando
davanti alla porta della camera di Sirius, esattamente di fronte alla
sua.
Probabilmente
stava già dormendo...aprì piano la porta e sbirciò
dentro. Il letto era vuoto, perfettamente intatto. Richiuse la porta
e scese le scale, di sicuro era in salotto.
Fece
piano tutti i gradini arrivando in corridoio. Prese la prima porta a
sinistra ed entrò in salotto con cautela. Non si era
sbagliata. Sirius era lì, sul divano, che dormiva beatamente.
In punta di piedi lo raggiunse. Si sedette sul limite del divano e
osservò il suo viso. Era maledettamente bello anche quando
dormiva. Si chinò per accarezzargli una guancia, facendo
aderire senza nemmeno accorgersene i loro corpi. La coperta le
scivolò dalle spalle andando a coprire le gambe di Sirius.
Gli
sfiorò la guancia con la punta delle dita.
Inaspettatamente
Sirius le circondò la vita con un braccio facendole perdere
l'equilibrio. Si ritrovò coricata su di lui, la testa sul suo
torace, esattamente sopra il suo cuore.
Sentì
l'altro braccio di Sirius circondarle le spalle. Era completamente
bloccata.
Improvvisamente
realizzò pienamente: era tra le braccia di Sirius.
Provò
a liberarsi, ma Sirius la strinse più forte. E poi si sentiva
così stanca...e quel profumo di muschio non l'aiutava affatto.
Si
addormentò cullata dal rumore del battito regolare del cuore
di Sirius.
*
“Stai
bene?”
Era
la millesima volta che Remus le faceva quella domanda. Poverino,
doveva essere preoccupato a morte. Eppure il fatto che lui ci tenesse
a lei, alla sua salute, le scaldava il cuore e faceva aumentare la
stretta che sentiva allo stomaco tutte le volte che lo guardava.
“Sto
bene, smettila di preoccuparti” rispose Dora con un mezzo
sorriso.
Silenzio.
Eppure lei conosceva Remus, sapeva che aveva delle cose da chiederle.
“Avanti,
spara...che vuoi sapere?”
Remus
la guardò sorpreso, come aveva fatto a capire? Fece un
respiro.
“Chi
c'era?”
Dora
sospirò. “I Carrow, tre tipi non identificati, la cara
zia Bellatrix...Greyback e Mulciber”.
Remus
trattenne il respiro abbassando lo sguardo. Una mano strinse forte le
lenzuola del letto per cercare di contenere la rabbia per le due
persone che odiava più al mondo.
La
mano di Dora strinse forte la sua. “Sta calmo, io sto bene”.
Quanto
era piccola la mano di Dora in confronto alla sua...
Alzò
lo sguardo e incontrò gli occhi grigi della ragazza. Erano
proprio uguali a quelli di Sirius.
“So
che lo sai...di Mulciber intendo. Andie mi ha detto di averlo
riferito a voi Malandrini” disse Dora.
“Perchè
non l'hai mai detto a nessuno? A Sirius o a me?”
Dora
abbassò lo sguardo. “Ti sembrerà assurdo ma non
volevo che altre persone oltre a me soffrissero per quello che mi era
successo. Non posso negare che quella notte ha condizionato la mia
vita...per anni non ho avuto nessun tipo di contatto con i ragazzi,
né baci o abbracci. Gli unici a cui permettevo di abbracciarmi
erano papà e Sirius. Poi un giorno c'è stata una
svolta...o meglio tu sei stato la svolta”.
“Io?”
Remus era sorpreso.
Dora
annuì con un sorriso dolce sulle labbra. “È stata
la prima volta che ti ho incontrato. Erano le vacanze di Natale del
mio settimo anno ed ero a casa di mamma e papà. Tu e Sirius
eravate venuti a farci gli auguri il giorno della Vigilia...”
“Sì,
mi ricordo, tu avevi i capelli rossi e lunghi per l'occasione se non
sbaglio...” disse Remus sorridendo.
“È
vero, come fai a ricordartelo dopo tutto questo tempo?”
“Ho
una memoria infallibile...” rispose Remus con una strana
espressione.
“Beh...quella
giornata non la dimenticherò mai...”
FLASHBACK
Era
seduta sul tappeto dietro al tavolino del salotto. Stava scrivendo un
tema per la McGranitt e sinceramente era già stufa, ma doveva
finire.
“Non
ci posso credere, la mia cuginetta sta facendo i compiti?”
“SIRIUS!”
si alzò e saltò addosso a Sirius così forte che
persero l'equilibrio e caddero all'indietro.
Entrambi
scoppiarono a ridere come matti.
“Buon
Natale cagnaccio!”
“Ehi!”
“Dai
lo sai che ti voglio bene...”
“Alziamoci,
altrimenti tua madre pensa male...siamo in una posizione un po'
equivoca...” disse Sirius con un mezzo ghigno.
“Posso
sempre dire che sei stato tu a provarci...mamma direbbe che ho
ragione viste tutte le tipe che frequenti...” ribatté
Dora facendo la linguaccia.
Sirius
ghignò. “Hai preso questo lato bastardo da tua madre e
da me”.
“Lo
so” disse Dora fiera alzandosi in piedi.
Solo
allora notò un'altra presenza dietro a Sirius che si era
alzato spazzolandosi i vestiti. Era un uomo giovane, con capelli
biondo scuri e gli occhi ambrati. Chi era?
Sentì
la paura attanagliarle lo stomaco.
“Ah
Dora, lui è uno dei miei migliori amici, Remus Lupin. Rem, lei
è mia cugina, Ninfadora Tonks” presentò Sirius.
“Dora
o Tonks” corresse lei in modo automatico.
“Ah
già, odia il suo nome” riferì Sirius a Remus.
“Ciao”
la salutò Remus con un sorriso.
“Ciao”
rispose lei non proprio tranquilla.
Era
amico di suo cugino, di sicuro era a posto però...in lei c'era
sempre quel dubbio. Eppure quella faccia le sembrava così
buona, le trasmetteva uno strano senso di fiducia mai provato prima
per nessun altro.
“Che
stavi facendo?” chiese Sirius sbirciando alle sue spalle.
“Un
tema per la McGranitt, l'ho quasi finito” rispose Dora.
“Beh,
Remus può darti una mano, lui sì che era secchione a
scuola. Io vado con tua madre al supermercato, ci vediamo fra un po'”
Sirius uscì lasciandoli soli.
Dora
guardò Remus per qualche secondo prima di tornare a finire il
tema. Dopo un paio di minuti alzò lo sguardo e lo vide
guardare i titoli di alcuni libri disposti negli scaffali della
libreria. Ne prese uno dalla copertina azzurra.
“Quello
è il mio preferito” disse Dora.
Lui
si voltò col libro ancora in mano e lesse il titolo. “Romeo
e Giulietta”.
“Non
l'hai mai letto?” chiese Dora.
Remus
scosse il capo rimettendolo al suo posto. Dora scrisse le ultime
parole del suo tema e poi posò la piuma e stiracchiò le
braccia leggermente indolenzite.
“Guarda
che se vuoi puoi sederti”.
Poverino,
quel ragazzo le sembrava a disagio. Non sembrava proprio un tipo
senza scrupoli, le faceva più che altro tenerezza.
Remus
si sedette davanti a lei. “Vuoi un pezzo di cioccolata?”
Tirò
fuori dalla giacca una tavoletta di cioccolato al latte.
Dora
annuì. “Adoro il cioccolato”.
Remmie
la divise a metà e ne diede un pezzo a lei.
“Hai
la stessa età di mio cugino?” chiese Dora staccando un
quadretto di cioccolato.
Remus
annuì. “Ero anch'io un Grifondoro”.
“Io
invece sono a Tassorosso, come papà” rispose Dora tutta
orgogliosa.
Ci
fu qualche secondo di silenzio.
“Io
sono diversa dagli altri” rivelò Dora.
Remus
la guardò comprensivo, anche lui si riconosceva perfettamente
in quelle parole.
“Questo
non è il mio vero aspetto, sono una metamorfomagus”
spiegò lei.
“Non
ne ho mai incontrato uno” disse Remus spiazzandola.
Si
era aspettata che dicesse qualcosa tipo -Sul serio?- oppure -Ma
davvero?-.
Davvero
strano quel Remus...sotto certi aspetti lo incuriosiva.
“Di
solito sono così” Dora strizzò gli occhi e i
capelli diventarono corti e rosa shocking.
“Belli,
stai molto bene” rispose Remus con un sorriso.
“Davvero?
Sei il primo che me lo dice, Sirius dice che sono troppo da
femmina...”
“Sirius
è un idiota” replicò Remus con ovvietà.
Dora
rise e presto Remus la imitò. Stava bene con lui, sentiva di
potersi fidare...era una sensazione nuova per lei...
“Ehi,
stavate per caso parlando di me?” chiese Sirius entrando nella
stanza.
“Sì,
avevamo appena concordato che sei un idiota” rispose Dora
tranquilla.
“Ehi
mocciosetta, porta più rispetto per chi è più
grande di te” replicò Sirius facendole la linguaccia.
Dora
si tolse la sua ciabatta viola e la tirò mirando la sua
faccia.
Sirius
si chinò per non essere colpito in pieno.
“Però...mira
niente male...” commentò Remus.
“Cugino,
preparati che fra meno di un anno mi vedrai tutti i giorni”
disse Dora con un ghigno diabolico.
“Sempre
decisa a diventare Auror?” chiese Sirius.
Dora
annuì convinta alzandosi in piedi imitata da Remus.
“Nonostante
il tuo equilibrio precario?” la prese in giro Sirius.
“Stavolta
ti distruggo” Dora si avvicinò a lui minacciosa ma mise
male il piede e Remus l'afferrò prima che cadesse,
circondandole la vita con le braccia, abbracciandola quasi.
“Tutto
bene?”
Dora
arrossì leggermente. Era la prima volta che un uomo che non
era Sirius o suo padre la toccava così da quella notte e
scoprì di non avere paura, non di Remus almeno.
“Sì...grazie”
disse imbarazzata.
“Su
Rem, dobbiamo andare, James e Lily ci aspettano” disse Sirius.
Remus
annuì e lasciò andare Dora. I due si diressero verso la
porta.
“Rem!”
lo chiamò Dora.
Lui
si voltò verso di lei. Gli ficcò in mano un libro.
“Tienilo
come regalo di Natale da parte mia”.
Remus
guardò il titolo. “Ma è il tuo preferito”.
Dora
annuì. “E devi assolutamente leggerlo. Buon Natale
ragazzi”.
“Buon
Natale” rispose Sirius sparendo con un pop.
“Tu
allora tieni questo” Remus si tolse un braccialetto di cuoio
marrone e lo diede a Dora.
“Ok”
Dora lo indossò sorridendo. “Buon Natale Remus”.
“Buon
Natale Dora” Remus le sorrise e sparì con un crac.
FINE
FLASHBACK
“Quel
giorno sono riuscita a fidarmi per la prima volta di un uomo che non
conoscevo” ricordò Dora sorridendo.
Remus
ricambiò il sorriso.
“Guarda”
Dora alzò la manica del maglione.
“Non
ci credo, lo porti ancora” Remus era senza parole.
Aveva
ancora il suo braccialetto, dopo quasi nove anni.
“Non
l'ho mai tolto” rispose Dora con un sorriso.
In
quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti”
disse Dora.
James
entrò. “Abbiamo trovato Andrea, sta bene”.
Sia
Remus che Dora tirarono un sospiro di sollievo. Grazie al cielo erano
tutti salvi.
Remus
quella notte, vegliando sul sonno di Dora, osservandola dormire e le
sue facce buffe, finalmente capì perchè il suo cuore
aumentava i battiti solo guardandola, solo incrociando i suoi occhi.
Capì e ne fu sia felice sia spaventato, perchè lei era
la prima donna ad avergli scatenato delle emozioni così
profonde, emozioni e sentimenti che pensava di non provare mai.
Ma,
come diceva spesso Sirius, anche lui, nonostante tutto, era un uomo.
Angolo
Autrice:
Ecco
il tanto atteso capitolo 18! Che ne pensate? Si arriva sempre più
vicini alla verità...anche questo è bello lungo...
Aspetto
le vostre recensioni.
Ringrazio
di cuore: brando, Shin_86,
Manda, Finleyna 4
Ever, Kiro_Best, Vale
Lovegood (presto saprai perchè Severus ha cambiato idea),
kokylinda2, Mirwen,
Pecky, isabella 5
(certo che prima o poi Harry si rivelerà! Tranquilla....),
SATANABAAN, Deidara,
kia88oc, Evans91,
era87, kiry95,
kury.
Ringrazio
i 219 che hanno messo questa ff nei preferiti e i 64 nelle seguite.
Al
prossimo capitolo
Nikki
Potter
|