"Non si avverte la propria catena quando
si segue
spontaneamente colui che trascina; ma quando si comincia a resistere e
a camminare allontanandosi, allora si soffre molto."
André Gide - la porta stretta
Regali
- Sessanta
secondi
-
«Se dirai una parola soltanto... io starò con te
per sempre.»
Sasuke
alzò a fatica la testa, scrutandola con occhi di ghiaccio
che
riconoscevano a malapena i suoi capelli intorno a una macchia che era
poi il suo viso, e si limitò a stringere le labbra. Non era
sicuro del
fatto che lei stesse piangendo, forse per una volta nella loro vita
sarebbe stato appropriato che lo facesse, ma la vide reggersi al muro
al suo fianco come se stesse per accasciarsi a terra.
«Vuoi dirmi che non mi ami e non mi amerai mai, non
è vero?» lo incalzò lei, e la sua voce
suonò disperata.
Sasuke non rispose.
«Allora
che senso ha avuto rischiare la tua vita per me? Che senso ha tutto
questo? Perché non mi lasci semplicemente restare con te?
È una mia
scelta e a te non cambia nulla! Non ti disturberò!»
Sasuke non rispose ancora.
«Naruto
non sarebbe felice di te.» lo rimproverò quasi,
«Neanche tu sei felice
così, te lo leggo in faccia, ed è questo che mi
ha bloccata qui fino ad
ora. Non vogliamo che tu soffra, quindi... chiedimi di restare e non me
ne andrò più. Non sarai più
solo.» lo supplicò.
«Non posso.» disse lui, e faticò a
riconoscere la propria voce roca.
«Pensi
ancora di non avere nulla da offrirmi perché sei stato un
mukenin? A me
non importa dei tuoi sbagli, non importa di essere libera, ora meno che
mai. Come potrei esserlo senza di te?»
«E dopo cosa faremo?» la interruppe lui rabbioso,
«Dopo,
Sakura. Non ti voglio incastrare qui, né portarti via con
me... Senti,
lascia perdere, va bene? Sono stanco ormai e mi sta bene che tu te ne
vada con lui, è meglio per tutti.» ammise, e gli
costò un enorme sforzo.
«Non mi ami?» chiese nuovamente la ragazza, ed era
chiaro che quella fosse l'ultima volta.
«Non
ti amo.» ribadì lui, «Non ti voglio.
Voglio che tu te ne vada. Vai da
Naruto o sarai tu quella che non verrà mai
perdonata.»
«Sì, è esattamente quello che
farò.» ribatté lei, e anche il suo tono
era diventato furioso, «Addio, Sasuke. Ti amo.»
ripeté con sfida.
Sasuke
attese che sparisse, poi prese un respiro profondo e si
lasciò crollare
contro il muro, strisciando la schiena fino a terra e chiudendo gli
occhi. Si portò le mani al viso premendole contro le
palpebre chiuse e
si morse le labbra, perché non sarebbe stato degno di lui
piangere.
Eppure il dolore era terribile, molto peggio di quello che avrebbe mai
potuto immaginare. Soprattutto per lei, per Sakura.
Era
l'ultima persona che si sarebbe aspettato di perdere, anzi, l'ultima di
cui si sarebbe aspettato che gli importasse qualcosa.
E invece, quando l'aveva vista nella traiettoria del Kyubi, si era
sentito morire.
Era
corso a salvarla per puro istinto, verso non soltanto la ragazzina che
si era lasciato indietro a Konoha anni prima, ma anche la kunoichi
caparbia e violenta che aveva spazzato via uno stuolo di nemici per
raggiungerlo e curarlo nella battaglia contro Madara.
Avevano parlato poco eppure si era sentito a casa, come se non avesse
mai lasciato il villaggio.
E non era riuscito a raggiungerla quando aveva contato davvero.
Né lei né Naruto.
Lasciò
cadere la braccia che restarono sospese accanto alla sua testa,
bloccate dalle catene che lo trattenevano contro il muro, con la testa
che ciondolava appesantita dalle droghe che gli avevano dato.
Una
volta esaurito il desiderio di vendetta, morti tutti quelli che lo
meritavano, non gli era rimasto nulla e non aveva mentito dicendo di
non voler più lottare: aveva accettato pazientemente di
farsi sedare e
chiudere in prigione per poter ottenere finalmente la morte e la pace.
La
porta della cella si aprì, lasciando entrare l'Hokage
Kakashi, più
vecchio e ingrigito ogni giorno che passava, schiacciato dal peso di
aver perso tutte le persone che amava ancora una volta.
Si sedette
davanti a lui come faceva sempre, e non mostrò di essere
stupito dai
segni delle lacrime sulle guance di Sasuke. O almeno lui non
riuscì a
vederlo tale, coi suoi occhi quasi ciechi.
«La tua decisione non è cambiata?»
domandò a bassa voce Kakashi.
«No.» rispose subito lui.
«Hai
venti giorni prima che giunga il momento della tua esecuzione
pubblica.» gli ricordò con voce atona, spingendo
discretamente una
piccola sfera che rotolò sino a lui. Abbassò la
voce: «Sembrerà un
attacco di cuore e non peggiorerà l'immagine del tuo
clan.»
«Grazie.» disse sinceramente, per la seconda volta
nella sua vita. «È ciò che
voglio.»
«Sasuke...» cominciò l'uomo.
Lui fece un brusco cenno col capo, «So già tutto e
sono sicuro. Volevo scegliere, non merito di più.»
Kakashi lo fissò per un interminabile minuto, poi si
alzò in piedi e uscì, senza riuscire a salutarlo.
Sasuke
prese un respiro profondo, e a porgergli la sfera non seppe se fu
davvero lui stesso con un movimento della gamba o la mano di Sakura.
Ormai non distingueva più tra allucinazioni e
realtà, se allucinazioni
erano.
«Sei rimasta.» constatò freddamente.
«Ho deciso che non mi
importa se non mi ami, non voglio più restare separata da
te. Né ora
che tu sei ancora vivo né dopo, quando dovrai scegliere se
restare in
questa terra o andare da un'altra parte. Io ti seguirò
comunque, e
anche Naruto.»
«Dov'è lui?» domandò Sasuke.
«Mi ha lasciata sola
qui con te. Non sai che oggi è il giorno degli innamorati?
È il giorno
in cui si regala qualcosa alla persona che si ama.»
sottolineò con
malizia, ma la sua voce suonò sempre più triste,
«E io voglio regalarti
me. Perdonami, ma non ci riesco proprio a...»
«Io non voglio che tu
resti con me. Voglio che tu vada dove vanno le persone come
te.» la
bloccò, chiudendo gli occhi, «Io ho tradito,
ucciso, non so neppure se
ho ancora un'anima e sono terribilmente stanco. Voglio andare via
subito da questo posto, all'inferno o qualunque sia il luogo per me. Tu
non devi seguirmi. Non potrai se non te lo permetterò, me
l'ha detto
Naruto.»
Lei spalancò gli occhi, e lui fu certo di aver indovinato
dal sussulto che la scosse.
«Perché l'ha fatto?»
«Non
l'ha fatto.» la corresse, «Sospettavo fosse questo
il motivo della tua
insistenza nel volermi convincere, invece che unirti semplicemente a
me. E io non ti darò il permesso, Sakura.»
«Ma io ti amo!» protestò lei,
«Sarà l'inferno anche per me se non ci sarai
tu!»
Sasuke
improvvisamente riuscì a metterla a fuoco. Il cuore gli
batteva sempre
più veloce per via della medicina presa, e i suoi occhi gli
avevano
permesso di avere un breve sprazzo di vista prima del buio completo.
Sakura
non piangeva, teneva le mani congiunte in segno di preghiera e aveva
ancora addosso i vestiti dell'ultima volta in cui l'aveva vista viva,
solo senza le macchie di sangue.
«È perché non ti odio che non ti
voglio con me. Starete bene tu e il dobe, mi dimenticherete appena non
sarò più qui.» disse lui, mentre tutto
il suo campo visivo veniva
inghiottito dal buio. Gli ultimi a sparire furono gli occhi di Sakura,
e poi una fitta al braccio sinistro e una peggiore al petto gli
comunicarono che aveva quasi finito il tempo. Eppure sentiva il dolore
lontano come se non gli appartenesse, probabilmente per merito di lei.
«È
la giornata giusta perché io ti faccia un regalo, l'hai
detto anche tu
e non si ripeterà, quindi accettalo e lasciami.»
sussurrò Sasuke.
Sentì le mani fredde di Sakura sfiorargli il viso e qualcosa
di ancor più freddo poggiarsi sulle sue labbra.
«Non hai mai accettato i miei regali, permettimi di non
accettare il tuo.» lo pregò lei.
Sasuke
sentì la propria testa cascare avanti, e nello stesso
momento si
ritrovò a vedere Sakura di nuovo, che gli porgeva una mano.
«Permettimelo.» ripeté con dolcezza.
Sasuke seppe esattamente come fare, pur non avendolo mai provato prima.
Le
si avvicinò e ricambiò il leggero bacio che aveva
ricevuto poco prima,
poggiando due dita di una mano sulla sua tempia. Si separò
da lei quel
tanto che bastava per poterne ancora vedere gli occhi verdi socchiusi,
e sussurro: «Dimenticami.»
Lei inorridì, ma era troppo tardi: un secondo dopo non
rimase altro che nebbia.
Sasuke
sentì altre catene bloccarlo, e stavolta non era nulla che
avesse già
conosciuto. Alzò gli occhi al cielo che poteva vedere oltre
il
soffitto, azzurro come gli occhi di Naruto che sicuramente lo stava
guardando con tutta la disapprovazione che poteva sentire in quello
stato di estrema pace e completezza, e poi pensò di nuovo a
Sakura.
Ancora
una volta non aveva accettato il regalo di lei, e si pentì
di averli
rifiutati anche in passato quando erano così innocui.
Però, perlomeno, stavolta aveva potuto ricambiare con uno
suo.
Le catene cominciarono a tirare.
Note:
Sessanta secondi di amore ricambiato in modo dichiarato,
perché prima
lui non lo ammetteva e poi lei non lo ricorderà
più, per potersi godere
la sua vita eterna in pace. Non so neanche se ci credo a inferno e
paradiso e non ha senso, però mi piaceva un sacco l'idea,
compreso il
giocare inizialmente sul fatto che sembrasse parlassero di lei che se
ne andava con un altro.
Se lui avesse detto di sì comunque sarebbero
potuti restare come spettri, ma non voleva condannarla anche a questo
dopo ciò che le ha fatto passare, e ancor meno all'inferno.
Non che
io creda che sia il suo destino, è sempre stato solo un
burattino
innocente nelle mani del consiglio, del fratello, dell'antenato. Ma
vabbé.
Non ho una beta e mi ero dimenticata di questa storia,
perdonate eventuali errori XD Non so neanche chi è ooc e
quanto,
presumo Sasuke. Se qualcosa non è chiaro chiedete, io mi
arrendo.
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