Dopo
il bastone, ecco la carota.
Ma
allora ci siete! E io che pensavo che leggessero i fantasmi!
A
questo punto non posso che ringraziarvi per il sostegno datemi =)
Colore, colore, colore
Pov
Bella
Per
tre giorni ho avuto la
febbre, oggi finalmente sto meglio, togliendo il mal di testa e il
raffreddore. Dopo giovedì, giorno in cui ha nevicato, non ho
più
visto Edward, solo una volta mi ha mandato un messaggio a cui ho
risposto con un -ho ancora la febbre.- poi mi ha lasciata riposare.
Essendo
domenica mio padre
è andato a pescare con un suo amico della riserva.
Aveva
insistito per
rimanere, considerando le mie condizioni, ma io ho insistito
perché
andasse.
Prendo
il cellulare e
seleziono il numero di Edward nella rubrica.
-Pronto.-
-Ciao,
Edward. Sono
Bella.-
-Ciao
Bella.-
-Che
fai?-
-Sono
con una mia quasi
parente.-
-Ah,
ti richiamo.-
-No,
posso parlare.-
Edward
insomma chi è?
Non sarà mica la tua ragazza?
-No.
Ti richiamo.-
Non so
perché ma mi sono alquanto infastidita dal sentire la voce
stridula
di quella quasi parente, che ci scommetterei non è affatto
una
parente, ma piuttosto la ragazza o l'amante, il che non sarebbe
neanche tanto strano dato che non ne ha una, e io non ho nessun
diritto di considerarlo più di un amico, né di
esserne gelosa.
Mi
butto sul cuscino e fisso il soffitto. Dovrei ritingere questa
camera, magari di violetto e bianco, sarebbe carina.
Pov
Edward
Domani
arriverà il clan di Denali.
Stamattina
ho già mandato un messaggio a Bella, ha ancora la febbre.
Ne
approfitto per aiutare Alice ed Esme nei preparativi, mentre Rosalie
ed Emmett preparano le valigie per l'imminente partenza per il nord
Africa. Faranno la decima luna di miele.
-Buongiorno!-
In un
attimo Tanya mi è addosso. Ha sempre avuto un debole per me,
nonostante i miei continui rifiuti. Lei ha sempre tentato di farmi
capire che avrei dovuto avere una ragazza prima o poi, e che lei era
disponibile, fin troppo.
-Tanya,
che piacere rivederti.-
Non me
la riesco a staccare di dosso, è forte!
Mi
squilla il cellulare, subito lo afferro sperando che sia lei. Si,
è
lei. Sul mio volto compare un sorriso ebete e Tanya se ne accorge
iniziando a fissarmi con occhio omicida.
-Pronto.-
-Ciao,
Edward. Sono
Bella.-
-Ciao
Bella.-
-Che
fai?-
Questa
domanda mi coglie
impreparato. Cosa posso dirle che sono con una ninfomane che se non
gliela do è probabile che mi stupra?
-Sono
con una mia quasi
parente.-
-Ah,
ti richiamo.-
-No,
posso parlare.- O almeno spero che Tanya me ne dia la
possibilità, e
ad una rapida occhiata non mi sembra.
-Edward
insomma chi è? Non sarà mica la tua ragazza?-
L'ha detto ad alta
voce, in modo che anche lei sentisse...
-No.
Ti richiamo.-
...ed
ha sentito.
-No...-Troppo
tardi ha già chiuso la telefonata...
-Grazie
Tanya, grazie mille!-
-Chi
era?-
-Non
sono affari tuoi!-
-Certo
che lo sono! Hai una ragazza e non me l'hai detto?-
-Non è
la mia ragazza-anche se lo desidero-e in ogni caso non devo dare
conto e ragione a te di ciò che faccio!-
-Ehi
Tanya!- Emmett mi libera dalla scomoda situazione.
-Ciao
Em! Allora fratello orso che si fa?-
-Caccia?-
-Si!-
Urla il folletto. -Purtroppo Edward non potrà venire...ma
noi
andiamo subito! Torneremo stasera. Ciao Ed!-
Esce
come un uragano, trascinandosi dietro i miei fratelli e il clan di
Denali. Devo ammettere che a volte mi fa paura, non so mai bene cosa
ha in mente e questo per uno che legge nel pensiero è grave,
molto!
Nonostante
le mie incertezze sull'innocenza delle sue idee, le sono grato per
avermi lasciato da solo, cosicchè io possa andare da Bella.
Abbiamo
chiuso la telefonata in modo brusco e, pensandoci, non conosco le sue
attuali condizioni di salute.
Vado a
casa sua, ma non c'è nessuno. Decido di aspettare.
Dopo
una buona mezz'ora sento il rumore del suo pick-up. Scende dal
superato veicolo e sembra non vedermi, ma quanto è distratta
la mia
Bella?
-Ehi
Bella!-
Sussulta,
l'ho colta di sorpresa. Strizza gli occhi, e finalmente mette a
fuoco.
-Ciao.-
La sua
voce però è acida.
-Devi
tinteggiare casa?- Le chiedo vedendo i barattoli di vernice e
sperando di capire il perché del suo cipiglio.
-Mmm
mmm.-
E'
buffa: ha in mano le borse contenenti i barattoli e i pennelli, la
borsa tenuta precariamente in bilico sul ginocchio e le chiavi del
pick-up in bocca nella disperata ricerca di quelle di casa.
Con la
velocità tipica di quelli della mia specie prendo le chiavi
da sotto
il tappetino e nel contempo afferro le borse con le vernici,
provocando di fatto la sua perdita di equilibrio. Poso le chiavi, e
afferro lei. I suoi occhi sono spalancati, è evidentemente
confusa.
I suoi sensi non le hanno permesso di percepire tutti i miei
movimenti, e probabilmente questo l'ha anche spaventata. Le sorrido.
Lei mi fissa, biascica un grazie impercettibile per le orecchie
umane. Allargo il sorriso e la invito a precedermi.
Non
devo più fare cose del genere, non vorrei traumatizzarla
ulteriormente.
-Allora
cosa dobbiamo tinteggiare?-
-Dobbiamo?-
-Non
ti serve il mio aiuto?- Faccio la faccia da cucciolo bastonato,
sperando che la convinca a stare con me.
-Se
vuoi, ma ci sporcheremo.-
-No
problem.-
-La
mia stanza. Non mi piace più quel colore.-
-Il
bianco non ti piace?-
-No,
la voglio colorata.-
-Ok,
mettiamoci all'opera.-
Passiamo
il pomeriggio a portare fuori i mobili, operazione per la quale la
mia super forza si rivela utile. Poi copriamo con giornali e teloni
in plastica quelli che non siamo riusciti a togliere, per esempio le
mensole.
Quando
finiamo le operazioni di imballaggio ci rendiamo conto che è
tardi,
e che Bella dormirà nel corridoio, dato che è
lì che si trova il
suo letto.
Per
tutto il pomeriggio è rimasta non dico acida, ma prevenuta,
infastidita ecco.
-Allora
abbiamo fatto un bel lavoro!-
-Sisi.
Domani potremo tinteggiare!-
-Ah
finalmente includi me. Ammettilo siamo una coppia perfetta.- Mi pento
immediatamente di ciò che ho detto, lei abbassa lo sguardo e
arrossisce. Mi do dello stupido, anche perché non so come
rimediare.
-Chi
c'era oggi con te?-
-Come?-
-Quando
ti ho chiamato. C'era una ragazza...-
-Tanya.
Una specie di cugina di Denali.- Quindi è sempre stato
questo il
problema? La telefonata?
-Cugina.-
Non è
una domanda, più che altro una sconsolata affermazione.
Pensa che le
stia mentendo? Pensa che tra me e Tanya potrebbe mai esserci
qualcosa? Odio non poter ancora leggere nella sua mente!
-Si,
solo una cugina.-
-Capisco.-
-Bella?-
-Cosa?-
-Veramente
è solo mia cugina.-
-Certo.
In ogni caso sono affari tuoi. Saresti libero di avere una ragazza,
ovviamente.-
-Qualsiasi?-
-Si.-
-Anche
umana?- Non so neanche io dove voglia andare a parare. So che il mio
cervello si è momentaneamente scollegato, la ragione mi ha
del tutto
abbandonato.
-Tanya
è umana?-
-No.-
-Non
capisco.-
-Tu
sei umana.- Edward Cullen sei ufficialmente un coglione patentato!
-Si,
io sono umana. E questo cosa c'entra?-
-Hai
detto tu che potrei avere una ragazza, anche umana.-
Ha lo
sguardo basso. Ho sbagliato.
-Anche
tu.-
Sbagliare
è umano, perseverare è diabolico; ed io da bravo
essere del male
persevero, affondo la lama ancora più in
profondità,
masochisticamente finirò per lacerarmi l'ultima parte di
cuore che
mi è rimasta e tutto per un semplice
“no”, il no che mi aspetto
che dirà di qui a poco.
Non
risponde e l'attesa mi lacera dentro.
-Anche
io?-
E' un
sussurro. Un'impercettibile sussurro. Non sembra arrabbiata, neppure
felice.
-Scusa.-
Edward
Cullen hai appena rovinato tutto, ti faccio i miei più
sinceri
complimenti.
Faccio
l'ultima cosa che mi rimane da fare, andarmene, zitto e con la coda
tra le gambe, dandomi dello stupido e pregando che mi perdoni.
Qualcosa
di caldo mi afferra il braccio: la sua mano. Mi fermo, ma non mi
giro, non voglio vedere il suo viso. Mi spaventa ciò che
potrei
leggervi.
-Edward.-
La sua
voce è calma, ma allo stesso tempo trema. Ha paura? Paura di
me? Se
mi girassi leggerei questo nei suoi occhi?
-Edward.-
Mi
chiama di nuovo. Questa volta è più decisa.
Mi
gira attorno e si piazza di fronte a me. E' un attimo e mi bacia. Un
bacio a fior di labbra, appena accennato, timido, insicuro,
pericoloso. Il mostro si risveglia, lo metto a tacere, o almeno ci
provo. Non voglio rovinare questo momento. Ha detto sì.
Questo è un
sì.
Quando
ci stacchiamo è rossa in viso, abbassa gli occhi
imbarazzata.
Piccola la mia Bella.
La
stringo a me, e di nuovo, sprezzante del pericolo, appoggio la testa
sull'incavo del suo collo. Dovrò ricordarmi di non
prendermela più
con mia sorella se propone un'attività innocua come una
lotta con le
palle di neve.
Restiamo
così, io lei e il mostro, fino a quando non sento la
macchina di
Charlie avvicinarsi.
-Bella,
sta arrivando tuo padre.-
Lei mi
guarda con gli occhi da cerbiatto -Si, dovrò anche
spiegargli il
manicomio che abbiamo fatto.-
-Non
lo sapeva?-
-No-
Alla mia sorpresa corrisponde la sua risata. -Per fortuna che non
abbiamo ancora tinteggiato!-
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