Looking for happiness
Era nella sua stanza.
Dalla grande finestra dietro la
scrivania vedeva sorgere il sole....era arrivata l’alba.
Che spettacolo magnifico.
A volte pensava che la magia
più grandiosa che esistesse fosse la natura.
Nessuno era ancora riuscito a
scoprire il mistero della natura di tutte le cose.
Era davvero una materia
misteriosa e affascinante.
La giornata sarebbe stata
limpida, a giudicare dal sorgere del sole.
Non ci sarebbe stata nessuna
nuvola capricciosa che avrebbe oscurato il sole.
L’alba le dava un grande
senso di tranquillità.
Era sdraiata sul suo lettone e
la contemplava accarezzando il piccolo ranocchio che le aveva regalato.
Che lui le aveva regalato...
-E’
per te- le aveva detto Ron la sera prima, avviandosi verso le scale.
–Notte, Herm-
Hermione aveva guardato il
peluche di Ron stretto tra le sue mani ed era riuscita a dire solamente –Notte Ron- anche se lui era
probabilmente già salito nella sua stanza e non l’aveva sentita.
Aveva sorriso alla Sala Comune
deserta. Quel ragazzo riusciva ad essere sempre così dolce….
Le aveva regalato il peluche che
aveva vinto alle giostre!!
Non poteva negare che quel dono
l’aveva resa felice….le aveva fatto davvero tanto piacere.
Era salita di corsa nella sua
stanza per poter sfogare le sue emozioni tranquillamente.
Aveva chiuso la porta alle sue
spalle e si era appoggiata su di essa, sospirando.
Da quanto attendeva un momento
del genere?
Non lo sapeva neanche
lei….dal Ballo di Halloween,
probabilmente….
Già, perché se quella
sera tutto fosse andato secondo i piani ora tutto sarebbe stato notevolmente
diverso….a partire da lei ….e da Ron.
Ma tanto era inutile
pensarci….non si piange sul latte versato, diceva un vecchio proverbio babbano che le ripeteva sempre sua madre.
Quello a cui doveva pensare era
che nonostante tutto quello che aveva sperato fosse andato in fumo, ora
qualcosa si stava risistemando.
Non soltanto perché Ron
le aveva regalato un peluche, ma anche per come lui la guardava, e le
parlava….
Quando erano saliti sulla Torre
c’era stato un momento di profonda vicinanza in cui aveva creduto che
entrambi avrebbero fatto qualcosa di troppo affrettato, che non erano pronti a
fare…..ma poi Ron aveva interrotto quel contatto…..e lei non sapeva
se fosse stato una bene o un male.
E poi la sera prima in Sala
Comune, quando gli aveva dato il bacio della buona notte, si era sentita come
se il suo corpo agisse di testa propria.
Tu stai diventando pazza, Hermione…
Non poteva fare a meno di
pensarlo.
Era assurdo….se non fosse
rinsavita in tempo sarebbe saltata addosso a quel povero ragazzo!
Tutta colpa dei suoi ormoni
impazziti!!
Fortunatamente per lei, e anche
per lui, alla fine aveva camuffato quell’orribile
atto con un bacetto sulla guancia ed era scappata via
maledicendo il suo corpo e il suo istinto per averle fatto fare quella pessima
figura.
Comunque lui non sembrava averla
presa male, visto che poi le aveva regalato il ranocchio.
Lo aveva preso e lo aveva
guardato.
In un primo momento era rimasta
talmente sorpresa di quel gesto che neanche aveva guardato bene ciò che
lui le aveva donato...o per meglio dire lanciato.
Era molto carino per essere un
ranocchio.
E poi, guardandolo sempre
meglio, si era accorta che i regali erano due..
Quando capì cos’era
l’oggettino che era legato al collo dell’animaletto le salì
il cuore in gola.
Lo sciolse dal peluche e lo
prese in mano....
Questo non se lo sarebbe mai
aspettato.
Non ora almeno….magari in
seguito forse le avrebbe anche potuto fare piacere un dono simile, ma per
ora….
Non sapeva proprio cosa doveva
fare….
Per questo motivo Hermione era
rimasta sveglia tutta la notte a pensare a come avrebbe dovuto comportarsi il
giorno successivo.
E ora il giorno successivo era
arrivato….
E anche se di solito
l’alba la rilassava molto....questa volta non aveva sortito
l’effetto desiderato visto come i suoi sentimenti erano in subbuglio. Si
sentiva le budella come se stessero facendo una lezione di tip
tap nel suo ventre.
Poi si ricordò che quella
mattina sarebbero andati a parlare con Silente per quel sogno che aveva fatto
Harry e che se non si fosse andata a preparare subito sarebbe arrivata
certamente in ritardo all’appuntamento.
Ci mancava solo quello...
Così si alzò dal
letto, sul quale stava sdraiata e sistemò il ranocchio sul suo comodino,
accanto alla foto di lei, Ron e Harry scattata un paio di anni prima.
Poi diede un ultimo sguardo
all’altro regalo e se lo mise nella tasca dei pantaloni.
Ci avrebbe pensato dopo...per
adesso c’erano cose più urgenti ed importanti a cui pensare.
E con la testa piena di dubbi e
domande iniziò a prepararsi.
~
Anche Ron stava guardando
l’alba.
Dopo aver lasciato Hermione
nella Sala Comune la sera prima non era riuscito ad addormentarsi e così
era rimasto sveglio tutta la notte a pensare.
All’inizio era sicuro al
cento per cento di aver fatto la cosa giusta.
Dopo quel momento in cui era
stato quasi certo che lei stesse per baciarlo, si era delineata chiara e
limpida quell’idea nella sua mente.
Si era ripreso in fretta dalla
semidelusione che lei gli avesse dato un innocente bacio sulla guancia e niente
di più e il suo istinto aveva prevalso sulla ragione, aveva preso il
peluche che aveva vinto alle giostre, aveva legato velocemente il braccialetto
che lei gli aveva regalato al collo del ranocchio e glielo aveva lanciato.
Era sicuro di volere che fosse
lei ad averlo….ed era altrettanto sicuro che lei potesse esserne felice.
Fin dal momento in cui lei gli
aveva spiegato in che modo erano magici, gli era sembrato quasi un segno del
destino...quei braccialetti erano loro...non
avrebbe potuto condividerli con nessun altro.
Per questo glielo aveva regalato
e all’inizio non aveva nessun dubbio di aver fatto la cosa giusta....poi,
però, i dubbi erano venuti....e con loro era venuta anche la paura di
aver fatto la cosa sbagliata....e poi il terrore che in questo modo
l’avrebbe persa di nuovo, anche come amica...
Ma che diavolo aveva fatto?
Non riusciva a smettere di porsi
quella domanda.
Si sentiva una stupido, come una
falena che non riesce a resistere al fascino irresistibile della luce della
fiamma e, sapendo che resterà bruciata, si avvicina lo stesso.
Era così anche per lui,
per quanto cercasse di allontanarsi da lei, alla fine veniva sempre attirato
dal suo fascino.
Sapeva che anche lui, come la
povera falena, sarebbe rimasto scottato da quell’avvicinamento...si
era bruciato già una volta...ma che ci poteva fare, era più forte
di lui.
Per schiarirsi un po’ le
idee era andato a farsi una nuotata nella sua ‘vasca da bagno’ olimpionica e doveva ammettere che aveva
sortito l’effetto desiderato.
Si era schiarito le idee ed ora
era più convinto che mai di aver fatto un’enorme, gigantesca
cavolata.
Tu la ami e lo sai.
Ma come puoi pensare che lei
provi lo stesso per te, male interpretando quello che lei un giorno ti ha
detto?!
Se ti avesse amato non ti
avrebbe fatto soffrire…se ti avesse amato non ti avrebbe dato solo un bacetto sulla guancia…se ti avesse amato avrebbe
indossato subito il braccialetto….
Ma non ha fatto niente di
tutto questo…
…e tu sei un perfetto
idiota, Ronald Weasley.
Aveva imparato ormai ad
accettare che Hermione non sarebbe mai potuta essere per lui più che
un’amica….ma togliergli anche questo voleva dire togliergli tutto.
Vivere senza lei sarebbe come
vivere in un mondo senza sole e senza aria….praticamente impossibile.
Si stiracchiò cercando di scacciare quel senso di spossatezza
che si ha quando si ha passato una notte insonne e si concesse qualche attimo
di pace guardando l’alba.
Quante albe aveva guardato con
Hermione?
Non lo sapeva con esattezza, ma
dalla loro torre ne avevano viste davvero parecchie.
A lei piaceva l’alba...la
rilassava talmente tanto che di solito si addormentava e lui era costretto a
portarla in braccio fino al loro dormitorio....
Era così buffa quando
dormiva...la sua faccia si gonfiava leggermente tanto da farla sembrare una
patata....una bellissima patata, ovviamente.
L’idea di Hermione come
una patata lo fece sorridere.
E l’idea di lei che gli
tornava il braccialetto invece lo fece rabbuiare.
Che doveva aspettarsi quella
mattina?
Una sfuriata?
Totale indifferenza?
Oppure lei che gli sorrideva
radiosa, con al polso il suo braccialetto....il loro braccialetto?
In ogni caso, se non si fosse
preparato, non l’avrebbe saputo mai. Avrebbe saputo presto la decisione di
Hermione….se lei avesse indossato il braccialetto allora voleva dire che,
come amici o amanti, non si sarebbero persi mai….se lei non lo avesse
indossato voleva dire che tutto era perduto e non c’era più niente
da fare se non ritrattare.
Con questa terribile prospettiva
Ron si preparò a scendere dagli altri.
~
Neanche Harry quella notte aveva
dormito.
Era stato a rigirarsi nel suo
letto, sentendo il russare dei suoi compagni di stanza, senza riuscire a
prendere sonno.
Aveva mille pensieri per la
testa.
Come poteva dormire ripensando
che se tutto quello che sospettava era vero, presto ci sarebbe stato un attacco
al ministero?
Era una sensazione di
impotenza...sapere quello che sarebbe successo ma non sapere cosa fare per
impedirlo....
Per questo aveva acconsentito a
parlare con Silente, perché lui sapeva sempre cosa fare....era davvero
stupefacente....come faceva, poi?
Parlare con i ragazzi era stata
la cosa giusta da fare, lo avevano consigliato al meglio ed era sicuro di stare
facendo la cosa più giusta per tutti.
Certo, quando li aveva visti
entrare insieme nella sala comune alle 5 del mattino, con l’idea in testa
che erano stati chissà dove a fare chissà cosa insieme
non era stato per niente piacevole.
Aveva compreso i sentimenti di
quello spirito libero che era Hermione, e le aveva detto che le voleva bene e
che per questo lo accettava , quindi di che si stupiva vedendola fare le sue
scelte e rendendosi conto che lui, Harry, in quelle scelte non era contemplato,
o almeno non come avrebbe sperato?
Non era una linea di pensiero
molto coerente. Ma, del resto, i sentimenti umani, non sono quasi mai coerenti,
anzi...
Ma doveva
accettarlo….glielo aveva promesso.
-Amici come prima?- gli aveva
chiesto Hermione.
-Ci proverò- aveva
risposto Harry.
E Harry Potter
mantiene sempre le sue promesse, anche se mantenerle risulta più
difficile di quanto sembri.
L’ultima cosa che voleva
era deludere Hermione…e per questo aveva deciso che la cosa migliore per
tutti loro sarebbe stata dimenticarla.
Ed ecco spiegato il motivo per
cui l’altra sera ad Hogsmeade li aveva lasciati
volontariamente da soli per andare a giocare a biliardo con degli amici.
Tra loro c’era una ragazza
del settimo di Corvonero che gli faceva il filo
almeno dall’inizio dell’anno. Lui non l’aveva mai notata, per
via di ciò che provava per Hermione, ma alla luce della nuova
situazione, aveva deciso che magari poteva conoscerla meglio prima di
rifiutarla.
E così aveva fatto ed ora
non poteva negare di essere piacevolmente stupito dalle sensazioni che quella ragazza
gli aveva dato.
Non era una di quelle bellezze
travolgenti che fanno distrarre tutti i maschi nel raggio di un kilometro dal loro passaggio, era
semplicemente….carina.
E poi quello che lo aveva
colpito era la sua simpatia, lo aveva fatto ridere tutta la serata con la sua
schiettezza e ingenua sincerità….ed era una cosa difficile dato
che si sentiva un perfetto imbecille ad aver lasciato consapevolmente quei due
da soli.
Ma lei era riuscita a farglielo
dimenticare….doveva pur significare qualcosa, no?
E con questo pensiero che lo
tirava su di morale si preparò ad affrontare il discorso con il preside.
~
I ragazzi si incontrarono nella
Sala Comune alle 8 del mattino.
In conclusione si poteva dire che
nessuno dei tre quella notte aveva dormito. E questo era evidente, date le
occhiaie che avevano.
Hermione aveva cercato di
coprirle con il fondotinta, ma non aveva avuto molto successo.
-Ragazzi, avete una faccia!-
disse, arrivando come sempre in ritardo.
-Neanche tu sei messa molto
meglio, vedo- le rispose Harry prendendola in giro.
-Antipatico- gli disse Hermione
dandogli un piccolo colpetto sul petto.
Ron , che fino a quel momento
era stato in disparte, si decise a parlare.
-Allora che facciamo? Andiamo?-
disse, evitando accuratamente di guardala.
-Si- disse Harry e uscì
dal ritratto per primo.
Poi fu il turno di Hermione. Lei
lo guardò, doveva parlargli riguardo quello che era successo
l’altra sera, ma lui stava evitando il suo sguardo, così
uscì dal ritratto anche lei.
E poi Ron la seguì. Si
era accorto che lei lo aveva guardato, cercando il suo sguardo, ma se lo avesse
visto avrebbe trovato in lui solo tristezza.
Perché Hermione quella
mattina non aveva indossato il bracciale. E probabilmente non lo avrebbe fatto
mai...
Questo per lui era più
che sufficiente, aveva capito.
Non si sarebbe arrabbiato con
lei per le sue decisioni, ma per il momento non si sentiva nemmeno di parlarle,
o guardarla.
Quando giunsero davanti al gargouile che portava all’ufficio di Silente, Harry
si rese conto che, come al solito, non conosceva la parola d’ordine.
-Non sappiamo la parola
d’ordine –disse –ma di solito è un nome di un dolce
per cui possiamo tirare a caso-
-Noi la sappiamo la parola
d’ordine- disse Ron e Harry lo guardò con sguardo incuriosito,
così aggiunse alzando le spalle –Siamo Caposcuola-
-Ah...- Harry comprese.
-Ape fr...-
stava dicendo Ron, ma Hermione lo interruppe.
-Aspettate un attimo- disse
ansiosa –Che dobbiamo dire a Silente?-
Harry ci pensò un
po’ su.
-Gli racconterò del sogno
che ho fatto e poi del libro....- disse.
-E non gli vuoi dire che pensi
che ci sarà un attacco al ministero?- gli chiese Ron.
-Penso che lo capirà da
solo- disse Harry deciso –Se poi ce lo chiede allora glielo
diremo....siete pronti?-
Si scambiarono tutti una sguardo
d’intesa e poi Ron disse la parola d’ordine ed entrarono.
La sala dei professori, la scala
a chiocciola magica erano proprio come se li ricordavano...perfino
l’ufficio di Silente.
I ragazzi erano stati accolti calorosamente
dal loro amato preside ad accomodarsi ed ora sedevano su un divanetto accanto
al trespolo della fenice Funny, che cantava in tutto
il suo splendore.
-Allora....-disse il professor
Silente pensieroso –Ho ragione di credere che non siate qui per una
semplice visita di cortesia, dico bene?- e detto questo iniziò a fissare
Harry con quel suo sguardo penetrante da sopra gli occhialetti a mezza luna.
-Si, ecco....professore vede,
durante le vacanze di Natale ho fatto un sogno strano...- e proseguì raccontando
tutto quello che era successo nel sogno -...e poi ieri notte ho rifatto questo
stesso sogno e quando mi sono svegliato mi bruciava la cicatrice- concluse
riprendendo fiato.
Il professor Silente era assorto
nei suoi pensieri riguardo tutto quello che aveva appena sentito tanto da non
accorgersi che tutti lo stavano fissando apprensivamente in attesa di un suo
giudizio.
Quando alla fine sentì i
loro sguardi premere su di lui, disse –Scusatemi, stavo rielaborando
tutto ciò che mi avete riferito...- e si alzò dalla poltrona
dietro la scrivania per mettersi a passeggiare davanti a loro.
-Dunque, non vi negherò
che temevo che una cosa del genere potesse accadere, le forze Oscure sono in
subbuglio ultimamente, Lord Voldemort chiama a
sé nuovi fedeli....Considerando quanto voi due- e indicò Harry
con lo sguardo –siate emotivamente legati, ho creduto che avresti
ricevuto qualche segnale che sarebbe servito da spia d’allarme....E
questo è il motivo per cui ho convinto la professoressa Cooman a donarti il suo prezioso libro sulla
interpretazione dei sogni-
Alla muta domanda di Harry il
professore rispose –Si, te l’ho mandato io, anche se
indirettamente, perché tu ti rendessi conto del pericolo-
Detto questo tutti e quattro
rimasero in silenzio, ognuno elaborando le proprie congetture, e domandandosi
se quindi il significato recondito di tutto questo era che...
-Allora professore, questo
significa che ci sarà un attacco al ministero?- chiese Ron ad un certo
punto. La sua preoccupazione era enorme vista la quantità di suoi
familiari che lavoravano lì.
L’anziano preside si
fermò dal suo tanto estenuante quanto irritante passeggiare e rivolse
un’occhiata penetrante a tutti loro.
-Avevo già il sentore che
qualcosa del genere sarebbe accaduto, le nostre fonti si sono rivelate molto
affidabili....la vostra storia adesso mi dà la conferma di ciò
che da tempo pensavo, il Signore Oscuro vuole prendere il controllo
dell’intero mondo magico impossessandosi del ministero. Ma grazie a voi
adesso, noi abbiamo la possibilità di sconfiggerlo- e detto questo
tornò a sedersi dietro la sua scrivania ed iniziò a scrivere una lettera.
-Devo avvertire il Ministro
della Magia e tutti gli auror disponibili
immediatamente, Ronald non preoccuparti per la tua
famiglia, tra non molto andrò io stesso per informare direttamente
l’Ordine di ciò che sappiamo.- le sue ultime parole erano state
dette con quel solito tono che stava a significare che il colloquio era
terminato.
-Buon giorno, professore- disse
in coro i ragazzi e si avviarono verso la porta, ma appena aperta la maniglia
il preside li richiamò.
- Per adesso non preoccupatevi
di questa storia e pensate solo a studiare. Buona fortuna per gli esami!- disse
loro sorridendo....dava molta sicurezza il suo incoraggiamento. -Sono sicuro
che sarete degli ottimi auror ragazzi miei-.
-Grazie, preside- dissero e poi
uscirono dal suo ufficio.
~
I tre ragazzi ora si trovavano
esattamente nello stesso luogo in cui erano 25 minuti prima.
Prima i loro cuori erano
oppressi dalla preoccupazione di ciò che sarebbe successo, ma poi
avevano ricevuto le rassicurazioni del loro preside, e quelle erano bastate per
alleggerire i loro cuori da quella preoccupazione.
Nonostante questo, l’aria
tra loro era lo stesso pesante; infatti si sentivano tutt’altro
che leggeri, erano afflitti da altre preoccupazioni.
Ron era turbato per la
situazione con Hermione...
Hermione era preoccupata per la
situazione con Ron....
E Harry, bè
non aveva nulla di cui preoccuparsi al momento, ma lo era per spirito di
compagnia.
E con questa preoccupazione
generale andarono a fare colazione. Dopo poco che si erano seduti al tavolo dei
Grifondoro, videro entrare dalla porta della Sala
Grande una Ginny insolitamente felice che,
altrettanto insolitamente si sedette accanto ad Hermione, lasciandola di
stucco.
-Buongiorno!- urlò con
voce allegra.
I due ragazzi e la ragazza la
guardarono decisamente stupiti da quel comportamento.
-Harry, mi passeresti la
marmellata, per favore?- disse Ginny con noncuranza.
Ron la guardò come se non
la conoscesse mentre Harry le passava alquanto intontito un barattolo.
A tutti lampeggiava nella testa
una scritta al neon a caratteri cubitali che diceva: MA CHE DIAVOLO STA
SUCCEDENDO???
-Si può sapere che avete
da guardare?- disse Ginny ad un certo punto sentendosi
osservata.
-Sei ubriaca per caso?- le aveva
chiesto Ron.
-Ti senti male Ginny?- le aveva chiesto Hermione.
-Da quando in qua ti piace la
marmellata?- le aveva chiesto Harry.
Il risultato era stato che
avevano parlato tutti e tre contemporaneamente e probabilmente la ragazza non
aveva capito una sola parola di quello che avevano detto.
Aveva continuato a mangiare
tranquillamente con il sorriso stampato sulle labbra e sospirando di tanto in
tanto.
Comportamento davvero anomalo,
considerando che solo il giorno prima non poteva fare a meno di sbuffare ogni
30 secondi solo per il fatto di essere in loro compagnia, e ora?
Ron si preoccupò che la
sorella fosse entrata in qualche strano traffico di sostanze stupefacenti che
circolavano tra gli studenti del quarto anno.
In ogni caso le loro riflessioni
dovevano essere messe da parte perché tra poco avrebbero dovuto patire
le torture peggiori del mondo intero......DUE ORE DI POZIONI!!!
~
Tra lezioni e studio era volta
al termine un’altra giornata fredda di marzo.
Hermione era seduta in Sala
Comune a studiare Storia della Magia e stava per tagliarsi le vene.
Come era possibile che i goblin nella loro esistenza non facessero altro che fare
rivolte?!
Il suo cervello stava per
fondersi!
Da più di un’ora
stava cercando di studiare, ma era sempre distratta dal braccialetto che Ron le
aveva regalato.
Non poteva fare a meno di
controllare ogni minuto se era ancora al sicuro nella sua tasca.
Aveva il pensiero fisso di cosa
dire a Ron.... se mai lui si fosse fatto vivo, visto che era tutta la giornata
che la evitava.
Che se la fosse presa
perché non aveva indossato il bracciale? Boh!
Fu presa dalla tentazione di
scagliare il libro nel camino per la frustrazione....ma poi decise che era senza dubbio meglio lanciarlo sul muro.
Ron aveva passato tutta la
giornata in isolamento.
Non aveva avuto voglia di vedere
Hermione e neanche di sentirne parlare, per cui aveva deciso di evitare
accuratamente sia lei che Harry per tutta la giornata. Per quanto fosse stato
possibile, dato che la maggior parte dei corsi li seguivano insieme.
Dopo aver evitato il pranzo e
studiato nella sua stanza, aveva pensato che poteva evitare anche la cena, ma
il suo stomaco non era dello stesso avviso. Così era sgattaiolato in
cucina, perché in Sala Grande ci sarebbe stata sicuramente lei, ed aveva
cenato lì, tutto solo.
Quando poi era tornato in Sala
Comune, si era visto piombare in testa un gigantesco tomo di Storia della
Magia.
-Ahi!! Ma che cazzo...?- imprecò Ron, toccandosi la testa, dove presto
sarebbe spuntato un bernoccolo.
-O mio Dio!! Scusa Ron!!- disse
Hermione mettendosi le mani sulla bocca. Era tentata di ridere ma non era
sicuramente la cosa più giusta da fare. Aveva una mira pessima!!
Quando Ron si rese conto che era
stata Hermione, la guardò e non potè
fare a meno di sembrare arrabbiato....perchè in realtà lo era!
-Ma sei diventata scema?- la
aggredì – Ti rendi conto che potevi fare male a qualcuno?? E se al
posto mio ci fosse stato un altro? Non ti facevo così sconsiderata.- Ok, forse aveva un po’ esagerato ma tutto quello che
si era tenuto dentro come al solito premeva per venire fuori.
Hermione lo guardò un
po’ stupita di una reazione così spropositata, ma come si
permetteva di rimproverarla a quel modo?
-Non ti sembra di stare
esagerando?! Ho solo tirato un libro, non mi sembra la fine del mondo! E poi
non ti sei fatto niente- disse rispondendogli a tono.
-Certo, quando le cose le fanno
gli altri è una catastrofe, ma se le fai tu non succede mai niente!-
disse Ron continuando ad inveire, senza rendersi conto che in quel modo non
stava facendo altro che peggiorare le cose.
-Mi stai forse accusando di non
essere imparziale?!- lo accuso lei.
-Sto solo dicendo la
verità! –
-A me non sembra!-
-Perché pensi sempre che
il tuo giudizio sia superiore a quello degli altri? Tu non sei superiore a me,
Hermione!!- stavano volando parole infuocate. Hermione si sentì ferita
da quelle parole.
-Allora se è questo che
pensi di me te lo puoi anche riprendere!- disse lei e gli scagliò contro
il braccialetto che le aveva regalato.
Allora lo aveva tenuto in
tasca....lo aveva tenuto con sé!
Ron lo prese al volo e al suo
cuore mancò un colpo. Ma che stava succedendo? Lui non voleva niente di
tutto questo!
Salì di corsa su per il
dormitorio femminile e bussò leggermente alla porta della stanza di
Hermione, nella quale lei si era rinchiusa.
Lei non rispose.
Bussò di nuovo.
Niente.
Allora aprì piano la
porta e si accorse che lei era seduta sul letto e lo stava guardando furente.
Entrò piano chiudendosi
la porta alle spalle e si sedette accanto a lei sul letto.
Nessuno dei due disse nulla per
un po’....non sapevano cosa dirsi.
Ron giocherellava con il
braccialetto che le aveva dato, l’altro uguale lo teneva al polso.
Perché l’aveva
messo in tasca invece di metterselo al polso?
Perché non era sicura di
volerlo? Perché aspettava il momento buono per restituirglielo??
Hermione l’aveva capito
che alla fine il motivo per cui se l’era presa tanto con lei era
perché non aveva messo il suo regalo.
Per lui era una cosa
importante....ma lo era anche per lei! Ecco perché voleva pensarci un
po’ su!
Ma lui aveva interpretato male e
da impulsivo qual’era se l’era presa con
lei.
-Sei uno stupido, Ron- disse con
voce bassa.
Lui la guardò per un attimo
che parve una vita, poi disse –Lo so-
Era già qualcosa.
Poi le prese il mento con due
dita e le girò il volto verso di lui per guardarla negli occhi.
-Mi dispiace per quello che ho
detto, lo sai che non lo penso...ero solo arrabbiato- disse con voce profonda.
–Puoi perdonarmi?- le chiese. E poi fece le occhioni
da cucciolo!!
Ditemi, come era possibile
resistergli??
Hermione non ci riuscì e
si sciolse in un dolce sorriso.
-Lo devo prendere come un si?-
le chiese lui.
-Si- disse lei e poi, non
resistendo al suo istinto, gli mise le braccia attorno al collo e
l’abbracciò.
‘Hermione, datti una
calmata santo cielo!!’ pensò lei.
Ron sentì che stava per
uscirgli il fumo dalle orecchie. Quella ragazza lo voleva fare morire, allora?
Naturalmente rispose
all’abbraccio, tenendo stretto al suo quel corpo esile e delicato e
stupendo...respirando l’odore della sua pelle e dei suoi capelli....era
inebriante e....
Quando si rese conto che il suo
corpo reagiva alla vicinanza della ragazza, si sciolse dall’abbraccio prima
che lei se ne accorgesse.
Le prese una mano e
poggiò il braccialetto sul suo palmo.
-Io voglio che lo abbia tu,
qualunque cosa deciderai di farne!- le disse mentre le chiudeva la mano intorno
alla sottile striscia di cuoio e dai suoi occhi Hermione capì che era
sincero e che sperava che lei prendesse quel bracciale e se lo mettesse seduta
stante.
Ma lei non lo poteva fare...non
ancora perlomeno.
Mettersi quel bracciale voleva
dire prendere un impegno serio nei confronti di Ron, e per quanto quel ragazzo le
piacesse ( e le piaceva eccome!!) non era una scelta che si poteva fare
così, su due piedi.
-Grazie! Ci penserò su-
disse lei in cerca di comprensione.
E Ron non era il tipo che
gliel’avrebbe negata, così si alzò lasciandole la mano e se
ne andò facendole l’occhiolino, in segno di complicità.
Quando Ron uscì dalla sua
stanza contò fino a dieci, il probabile tempo che lui avrebbe impiegato
per scendere le scale, e poi balzò in piedi sul suo letto ed
iniziò a saltellare dalla felicità.
Ron era fantastico, bello da
mozzare il fiato, dolce come quei pasticcini ripieni di calda nutella che le piacevano tanto....e poi la stava
praticamente corteggiando!! Cosa ci poteva essere di più bello nella
vita?
Eppure non era ancora convinta
che indossare quel bracciale fosse la scelta giusta per lei....era uno spirito
libero, amava la sua libertà ed indipendenza. E quel bracciale
rappresentava una specie di vincolo a tutto questo....
Lei non sapeva come fosse Ron
come fidanzato, non aveva mai provato purtroppo, ma aveva la strana sensazione
che nonostante tutto sarebbe stato davvero fantastico...
Quella ragazza gli faceva
perdere la testa!
Se voleva prendere tempo, lui
glielo avrebbe dato....nella speranza che un giorno sarebbero stati uniti da
quel vincolo magico.
E così, con aria
sognante, si diresse verso la torre del loro dormitorio per studiare Astronomia
e calmare i suoi bollenti spiriti con l’aria fredda della notte.
Non appena ebbe terminato di
salire le scale però si rese conto che c’era già qualcuno
lassù, e che non era proprio impegnato a studiare.
Aveva già fatto dietro
front quando una voce lo costrinse a prestare attenzione a quei due.
-Potrebbe
vederci qualcuno, lo sai?- aveva bisbigliato una voce femminile.
-E allora? Ti vergogni di me?- le
aveva risposto una voce maschile strascicata molto da....Malfoy.
Aveva beccato Malfoy con una delle sue puttanelle....valeva
la pena di restare ad origliare!
-No…ma se ci scoprissero
non sarebbe più tanto divertente.- aveva sussurrato la ragazza in maniera
eccitante.
-Cosa?-
-Sai…vederci di nascosto
rende la cosa più…provocante!- ‘Hai capito che
intraprendente la ragazza di Malfoy?’
pensò Ron sghignazzando sotto i baffi....se solo avesse potuto
riconoscerla....
-Attenta a ciò che dici,
piccola Weasley…potrebbe rivoltatisi contro!-
Piccola Weasley?
Aveva detto ‘piccola Weasley’?? Quindi
voleva dire che quella era sua sorella? Sua sorella???? SUA SORELLA????
SUA SORELLA ED UN
MALFOY????????????????????????????????????????????????????????
Ron balzò allo scoperto e
guardò quei due che si stavano orrendamente baciando.....che schifo!!
-Ginny?-
la chiamò furente.
I due si staccarono e sulla
faccia della sorella si dipinse un’espressione di terrore mista a odio.
-Ron!?- disse lei strabuzzando
gli occhi.
-Ma che diavolo stai facendo con
quello???- la aggredì lui.
-Che domande…giochiamo a
briscola!-
-Ma ti sei bevuta il cervello
Gin?! E’ un Malfoy!!-
-Sei un genio, fratellino!-
disse lei fintamente tranquilla. Gli voleva fare perdere le staffe.
Ron capì che sua sorella
era andata, forse era ubriaca o drogata, non lo sapeva, ma non sarebbe riuscito
a farla ragionare, così decise di parlare con quel cretino platinato.
-Ora te la fai con quelli come
noi, Malfoy? Cos’è una ripicca
personale??-
-Quello che faccio non ti
riguarda, Lenticchia-
-Fai quello che ti pare ma fallo
alla larga da mia sorella, siamo intesi?- disse tirando fuori la sua bacchetta
minacciosamente.
-Come se tu fossi capace di
lanciare una maledizione!- disse quello, beffardo
-Solo i Mangiamorte
come te possono cadere tanto in basso, Malfoy! Io non
mi abbasserò mai al tuo livello.-
-Tranquillo Weasley,
non puoi cadere più in basso di così!-
Dopo queste parole Ron
afferrò Ginny per un braccio e se la
portò senza tante storie nella loro Sala Comune.
-Non provare a fare un altro
passo, Weasley- gli intimò Malfoy
mettendosi tra Ron e le scale.
-Lascia
stare, Draco!- sussurrò Ginny,
mentre Ron passava oltre il ragazzo biondo, lanciandogli solo occhiate di puro
disgusto.
~
Da quel giorno la situazione era
nuovamente peggiorata.
Ginny
era talmente tanto arrabbiata con il fratello che gli aveva lanciato un
incantesimo che gli aveva fatto crescere una coda e delle corna da diavolo, e
lui era stato costretto ad andare in giro in quel modo fino a quando non erano
riusciti a trovare un contro incantesimo.
Ron da parte sua l’aveva
abbondantemente punita proibendole di uscire dalla Sala Comune, tranne che per
andare a lezione ed aveva minacciato che se l’avesse beccata
un’altra volta con quello l’avrebbe
detto alla madre, e allora la vita della sorella sarebbe definitivamente finita
per sempre dentro un monastero.
In sostanza tra i due non
correva affatto buon sangue.
Inoltre mancavano solo due mesi
ai M.A.G.O. e nessuno aveva più tempo per
andare a fare spese, giocare a Quiddich , a scacchi
magici, a gobbiglie, o fare qualsiasi altra cosa che
non fosse studiare.
Da quegli esami dipendeva il
loro futuro. E tutti avevano una fifa nera!
Un giorno alla fine di Aprile,
durante il pranzo, mentre tutti i ragazzi stavano facendo il resoconto di tutto
ciò che avevano ancora da studiare per gli esami, il preside
richiamò la loro attenzione.
-Vorrei chiedervi un momento di
silenzio- disse alzandosi in piedi, mettendo in mostra la sua veste blu notte
con delle stelle ricamate. Quando su tutta la sala scese il silenzio,
proseguì.
-E’
mio dovere informarvi che ieri le forze del Signore Oscuro hanno attaccato il
Ministero della Magia- fece una pausa sentendo il sussulto di molti allievi.
Harry, Ron e Hermione si
guardarono, stavano aspettando già da un po’ una notizia del
genere, e con loro sollievo era finalmente arrivata.
- I nostri auror
e tutti i maghi del nostro ministero hanno combattuto con grande valore
sconfiggendo i Mangiamorte, ed è per questo
che ora vi chiedo di brindare a queste persone che hanno salvato il nostro
mondo. Alziamo i calici e brindiamo- disse, alzando il suo calice e tutti lo
imitarono.
-Ai nostri maghi- dissero tutti
gli studenti in coro.
-E’
inoltre giusto e doveroso- continuò Silente facendo nuovamente calare il
silenzio –che voi sappiate grazie a chi le nostre forze magiche sono
state avvertite dell’attacco.....alziamo i nostri calici e brindiamo a
Harry Potter!- disse Silente alzando nuovamente il
suo calice.
-A Harry Potter-
dissero tutti in coro.
Harry, che non si sarebbe mai
aspettato che il preside facesse una cosa del genere; non potè
fare a meno di guardare la sala intera che alzava i calici e brindava in suo
onore. Naturalmente del tavolo di Serpeverde non lo
fece nessuno, molto probabilmente lo avrebbero strangolato piuttosto che
ringraziarlo per aver sventato i piani del loro signore.
Se Harry, prima di allora, era
stato considerato semplicemente famoso, adesso era diventato una specie di
idolo per tutta la scuola; la sua Casa aveva organizzato una festa in suo onore
e la gente non faceva altro che chiamarlo, chiedere il suo parere ed invitarlo
ad uscire.
Quella storia per lui era
davvero seccante....era destinato ad avere vicino solo persone a cui importava
solo stare in compagnia di una star e niente di più.
L’unica, a parte Ron e
Hermione ovviamente, che gli era rimasta accanto senza fargli pesare il suo
merito in tutta quella storia, era stata Sarah (la ragazza di Corvonero con la quale era ‘uscito’
l’ultima gita ad Hogsmeade).
Per questo ultimamente si erano
avvicinati molto.... si erano addirittura promessi che dopo gli esami avrebbero
provato a frequentarsi.
Non era ancora riuscito a
dimenticare Hermione, ma per una buona volta nella sua vita stava cercando di
essere felice.
Per quanto riguardava Ron e
Hermione, lei aveva deciso che per adesso era meglio pensare unicamente agli
esami e che una volta questi fossero terminati, allora ne avrebbero parlato.
E così le settimane
trascorsero andando avanti solo grazie al pensiero che quando gli esami
sarebbero finiti, forse, tutti loro avrebbero potuto raggiungere la meritata
felicità.
Per la gioia di tutti, il 20
maggio arrivò veloce come un soffio di vento e con lui arrivarono anche
i M.A.G.O.
Hermione entrò nel suo
solito panico pre esame ed iniziò ridursi uno
straccio perché non dormiva, non mangiava, non parlava con nessuno....se
avesse potuto avrebbe anche smesso di respirare perché le toglieva tempo
da poter dedicare allo studio, e poi beveva litri di
pozione rinvigorante a non finire.
Erano gli esami più
importanti della sua vita, Ron la capiva, ma non poteva mica togliersi la
salute a quel modo!!
Inoltre si sapeva che la cosa
più brutta degli esami non era tanto la loro difficoltà ma tutta
la paura che ti prendevi prima.
E infatti, così come erano
iniziati, gli esami erano anche finiti....velocemente e tragicamente.
Non appena Hermione aveva
scritto l’ultima parola sulla sua pergamena infatti, era entrata in crisi
post esame, convinta di avere sbagliato tutto e aveva pianto per un’ora
intera, fino a quando la McGranitt non l’aveva
rassicurata di aver fatto 200 risposte esatte su 160 quesiti.
Davvero strabiliante!
Quando gli esami furono
finalmente terminati, e anche la crisi di Hermione, i tre ragazzi si fiondarono nel parco della scuola e si buttarono nel lago
completamente vestiti, seguiti a ruota da tutti gli studenti del settimo anno.
Ron e Hermione si erano
già tuffati in acqua mentre Harry andava a prendere Sarah, che aveva
sostenuto dei M.A.G.O. diversi per diventare
un’Indicibile del Ministero della Magia al reparto Misteri, ed erano
andati insieme al lago.
Era la fine di maggio per cui
faceva un terribile caldo afoso e l’acqua del lago era un piacevole
sollievo per quei poveri ragazzi che avevano sostenuto gli esami fino a qualche
ora prima.
Ron aveva tolto la giacca e la
camicia della divisa, mettendo in mostra dei pettorali da far paura,
osservò Hermione.
Hermione invece indossava una
camicetta bianca che al contatto con l’acqua era diventata
trasparentissima ed aderiva perfettamente ad ogni curva del suo corpo,
osservò Ron.
Non appena si erano tuffati,
avevano iniziato a schizzarsi acqua, dando il via a quel gioco che aveva preso
tutti gli studenti presenti nel lago tirando fuori la parte infantile di ognuno
di loro, che ogni tanto si faceva viva.
Quando tutti furono bagnati e
stanchi a sufficienza il sole stava già tramontando, così la
maggior parte degli studenti stavano tornando nella propria Sala Comune
totalmente fradicia.
Harry, Ron e Hermione erano
seduti sotto un albero a pensare che quello era uno degli ultimi ricordi che
avrebbero portato per sempre nel cuore della scuola che per sette lunghi anni
era stata la loro casa, mentre gli altri tornavano al castello.
-Che facciamo, torniamo anche
noi?- chiese Ron ad un certo punto, alzandosi per strizzare la sua maglietta.
-Si, io sto letteralmente
morendo di fame- disse Hermione alzandosi anche lei.
I due guardarono Harry, che
stava fissando un punto indeterminato del lago. Si girarono a guardare e videro
che seguendo il suo sguardo si arrivava ad una ragazzetta di Corvonero che loro non conoscevano che stava venendo verso
Harry sorridendogli.
-Io penso che resterò qui
ancora un po’- disse Harry, che evidentemente la conosceva, sorridendo ai
due amici, che ricambiarono con un sorriso malizioso e si avviarono verso il
castello, lasciandoli soli.
-E bravo il nostro Harry- disse
Ron mentre attraversavano il parco.
-Già! A quanto pare ha
una nuova fiamma....la conosci?-
-Non l’ho mai vista prima,
comunque buon per lui, no?-
-Si, forse lei lo farà
felice- disse Hermione, sentendosi prendere un po’ dal senso di colpa per
non essere riuscita a fare lo stesso né con Harry né con Ron.
-Forse...-disse Ron pensoso.
Oramai erano arrivati nella Sala d’Ingresso e Hermione si stava
già dirigendo nella Sala Grande dicendo che non ci vedeva più
dalla fame, quando gli venne in mente un’idea.
Afferrò Hermione per una
mano e la trascinò su per le scale; non appena ebbero svoltato in un
corridoio buio le disse –Chiudi gli occhi!-
-Cosa?? Ron, ma che stai facendo?-
chiese lei ridendo mentre Ron, che si trovava alle sue spalle, le metteva le
mani sugli occhi e la guidava lungo il corridoio. Non vedeva niente ma sentiva
il fiato di lui vicino al suo collo e le fece venire la pelle d’oca.
-Ti copro gli occhi, così
non bari!-
-Io non baro mai!!- disse
Hermione fintamente indignata –Ma dove mi porti?-
-E’
una sorpresa- disse Ron fermandosi di botto.
Rimasero davanti ad un muro per
un po’, in silenzio....in quel momento Ron ne approfittò per
guardare la ragazza al suo fianco. Indossava ancora la divisa scolastica che
ora però era tutta spiegazzata per aver fatto il bagno nel lago, e i
capelli, che già di per sé erano ribelli, ora la facevano
sembrare un leoncino con la criniera al vento. Nonostante tutto era sempre bellissima.
Quando sentì che era il
momento tolse la mano dagli occhi di Hermione, permettendole di vedere quello
che c’era di fronte a lei.
Una porta....
Hermione si guardò
intorno ma non riuscì a capire in quale corridoio fossero.
-Ron, dove siamo?- gli chiese
girando la testa per guardarlo in viso.
Lui la guardò con uno
splendido sorriso che le mozzò il fiato e poi si abbassò su di
lei per aprire la porta e per un istante rimasero così....vicini, e lo
sguardo immerso l’uno negli occhi dell’altra.
Hermione era come incantata dal
suo sguardo magnetico e dal suo magnifico sorriso....e poi averlo così
vicino la faceva impazzire. Come al solito i suoi ormoni impazziti!!
E poi, ad arricchire quel
momento già di per sé magico, si sentì una musica di
sottofondo che partiva proprio dall’interno della stanza appena aperta.
Era una canzone dalla melodia
dolcissima, che aveva fatto tornare in mente un bellissimo ricordo....
Quella era stata la prima
canzone che avevano ballato insieme, abbracciati stretti stretti
nella Sala Grande, il giorno del Ballo di Halloween.
My
love, delle Sorelle Stravagarie....
E allora Hermione si riscosse e
spostò il suo sguardo all’interno della stanza misteriosa....Ron,
che stava ancora dietro di lei, le mise un braccio intorno alle spalle e la
invitò ad entrare.
Dopo qualche passo, Hermione si
ritrovò immersa nel buio.
Quando i suoi occhi si
abituarono all’oscurità però Hermione osservò
l’interno di quella camera con espressione sbalordita.
-Ron, ma è magnifico!- disse
muovendo qualche altro passo in avanti.
La stanza era lievemente
illuminata dalla luce tremolante di un’unica candela, che era posta su un
tavolo al centro della stanza. Quest’ultimo era
apparecchiato per due persone ed era pieno di piatti da portata davvero
eleganti.
Inoltre, il tavolino dava su un
elegante balconcino dal quale si godeva di una splendida vista su tutto il
parco ed anche sulle splendide montagne che circondavano quel luogo incantato.
Una stanza del genere non
esisteva ad Hogwarts, per cui non c’era alcun
dubbio, quella doveva essere...
-La stanza delle
necessità- sussurrò Hermione avvicinandosi al tavolo
meravigliata.
-Esatto- disse Ron, mettendosi
di fronte a lei e porgendole la mano per invitarla a ballare.
Hermione non se lo fece ripetere
due volte, si accoccolò sulla sua spalla, lasciandosi cullare da quella
dolce canzone e dai movimenti fluidi di Ron.
A Ron sembrava di
sognare...stava tenendo tra le braccia le creatura che amava e la sentiva
così vicina a sé, non solo fisicamente....era la cosa più
bella del mondo.
Se fosse stato possibile
sarebbero rimasti così per sempre.
Quando la canzone terminò
i due ragazzi rimasero abbracciati ancora un po’...chi l’ha detto
che per ballare ci sia bisogno della musica?
A loro bastava il suono dei loro
cuori che in quel momento battevano all’unisono....
Poi Hermione spostò la
testa dalla sua spalla per guardarlo dritto negli occhi....e in quegli
splendidi zaffiri lesse che tutto l’amore del mondo non era abbastanza
per poterlo paragonare al sentimento che quel ragazzo provava per lei.
Mai come in quel momento si era
resa conto di quanto lei fosse importante per quel ragazzo, ma lui era lo
stesso per lei?
Questo fu il motivo che la
portò a staccarsi da lui e dirigersi verso il tavolo.
Ron, come al solito, non era
riuscito a penetrare quei misteriosi occhi d’ambra, ma quando lei
interruppe quel contatto capì che c’era qualcosa che non andava.
Le andò accanto e
spostò una sedia dal tavolo in modo da farla accomodare.
Hermione non l’aveva mai
visto così galante. Si accomodò sulla sedia ed attese che anche
lui si sedesse di fronte a lei.
-Come mai siamo qui?- non
riuscì a trattenersi dal porgli quella domanda che le frullava in testa
fin da quando era entrata in quel posto magnifico.
-Hai detto che stavi morendo di
fame, no?- disse lui come se fosse la cosa più naturale del mondo far
apparire un banchetto ogni volta che aveva fame.
-Si, ma...-
-Niente ma, se non mangiamo
subito si raffredda tutto- e detto questo iniziò a scoprire i piatti da
portata.
La cena fu molto
romantica....faceva uno strano effetto mangiare a lume di candela.
Quella sera mangiarono un sacco
di pietanze deliziose preparate dalle magiche manine degli elfi domestici della
scuola. Quando arrivarono ai dessert Ron era pieno come un uovo.
-Mamma mia quanta roba! Sto
scoppiando- disse massaggiandosi la pancia.
-Ma come? Proprio ora che ci
sono i dolci?!- disse Hermione mentre lanciava un’occhiata desiderosa ad
una torta alla panna davvero molto invitante.
-Sei un pozzo senza fondo Herm!- la prese in giro Ron mentre lei si riempiva la bocca
di torta.
E poi lui scoppiò a
ridere.
-Che c’è?
Perché ridi?- chiese lei guardandolo
interrogativa.
Mentre si abbuffava si era
sporcata il naso di panna. Era davvero buffa.
-Niente, niente- disse lui cercando
di smettere di ridere. Sapeva quanto Hermione fosse altezzosa e che se avesse
continuato a ridere si sarebbe offesa. Ed era un peccato rovinare una serata
così fantastica per un motivo tanto stupido...
Per cui Ron le prese la mano che
era poggiata sul tavolo e la strinse fra le sue....era così piccola e
morbida.
Sembrava quella di una bambina
dolce e indifesa...
-Noi due dobbiamo parlare,
ricordi?-le disse con voce profonda.
Già...dovevano parlare.
Si alzò dalla sua sedia e
le porse la mano per fare altrettanto.
-Ma Ron!! Non ho ancora finito
il dolce!- si lamentò lei.
-Lo finisci dopo, abbiamo tutto
il tempo che vuoi!-
Così Hermione
afferrò la sua mano e si alzò, lasciandosi guidare da Ron sul
balconcino.
Lui le mise un dito sul naso,
dove era sporca, e quando lei si accorse che c’era della panna
arrossì leggermente e poi gli leccò il dito per pulirlo.
Era un giochetto molto
eccitante, osservò Ron.
Poi Hermione gli diede le spalle
e si mise ad ammirare la vista di cui si godeva in quell’angolo
di paradiso.
La luna quella sera aveva un
colore molto simile all’arancio....era perfetta per quella serata tanto
speciale.
Hermione sapeva che dovevano
parlare, che lui lo stava attendendo.
‘Per adesso pensiamo a studiare. Quando finiscono i M.A.G.O. ne parleremo....è meglio per tutti e due, credimi’ gli aveva detto tempo fa.
E così il tempo era
passato, gli esami terminati e lei aveva avuto tutto il tempo per pensare, ma
non aveva ancora preso una decisione.
Mentre lei guardava la luna, Ron
guardava lei, che a suo parere era mille volte più incantevole.
Hermione, sentendo il suo
sguardo su di lei, non potè fare a meno di
sorridere compiaciuta. E abbassando lo sguardo si accorse di una cosa che la
fece ritornare alla realtà.
Si stavano ancora tenendo per
mano.
Lui la teneva stretta e non
aveva la minima intenzione di lasciarla andare.
Poi Ron le mise un braccio
intorno ai fianchi e la girò verso di lui in modo che si potessero
guardare negli occhi.
Quella di prima non era stata
solo un’impressione, nello sguardo di Hermione c’era qualcosa che
non andava.
Le prese il viso tra le mani e
le disse dolcemente:
-Ehy,
c’è qualcosa che non va?-
Hermione non sapeva come
dirglielo...qualcosa che non andava c’era!
Ma come poteva dirgli che ancora
non sapeva se voleva stare con lui oppure no?!
Semplice, non poteva!
Per questo gli fece segno di no
con la testa sperando che lui le credesse.
Sollevato dalla sua risposta,
anche se non del tutto, la strinse forte a sé per darle sicurezza e in
qualche modo tranquillizzarla e poi iniziò piano a baciarle
l’orecchio, soffiandovi dentro e accarezzandolo con la lingua...
Hermione fu scossa da un brivido
mentre si abbandonava all’emozione di averlo così vicino...
Poi Ron scese, baciandole il
collo e facendole il solletico sentendola sospirare di piacere, e
continuò su per la mandibola e la guancia paffuta, fino ad arrivare alla
meta.
Le sue labbra ero calde e
morbide...
Hermione per un attimo fu
sorpresa dall’intraprendenza del ragazzo, ma poi si lasciò
prendere dal suo istinto e assaporò a lungo quel bacio, approfondendolo
in un sensuale ed eccitante gioco di lingue.
Gustava il suo sapore e
respirava il suo odore e non poteva fare a meno di pensare che quel ragazzo
sapeva di buono, e che avrebbe potuto continuare a baciarlo per tutta la vita.
Ron la strinse ancora più
forte a sé, sentendo le sue curve abbondanti premere sul suo corpo e non
potè evitare la naturale reazione del suo
corpo a tutto quello... la desiderava come non aveva mai desiderato nessun’altra prima.
-Quando ero bambino, con i miei abitavo
nel Queen. Nella casa di fianco abitava un altro
ragazzino. Ovviamente, giocavamo spesso insieme. Un giorno i suoi genitori gli
regalarono una piccola automobile elettrica. Io sapevo che non potevo averne
una e restavo a guardarlo con il desiderio di farci almeno un giro, cosa che
non è mai successa.-
-Il tuo amico non era un bambino
generoso.-
-Penso di no.
Ma non è questo il punto- Jordan fissò
gli occhi in quelli di Lysa –L’ho
desiderata disperatamente, con tutta la mia fantasia. L’ho desiderata con
la forza e l’intensità e la malinconia che solo un bambino
può avere-
-Penso che per un bambino sia stato un
grosso problema-
-No. Quello era un
piccolo problema. Il grosso problema è che adesso io desidero te molto
più di quell’automobile.-
(Niente di
vero tranne gli occhi- Giorgio Faletti)
La cosa fu così evidente
che anche Hermione se ne accorse.
Mentre si lasciavano travolgere
da quella passione, erano rientrati nella stanza e si stavano via via avvicinando ad un divanetto dall’aria molto allettante.
Quel ragazzo ci sapeva fare eccome, pensò Hermione, sentendo che presto
avrebbe perso qualsiasi tipo di freno.
Stavano quasi per sedersi,
quando Hermione sentì il contatto della stoffa sulle sue gambe, e questo
sembrò interrompere quel sogno riportandola bruscamente alla
realtà.
Si staccò dal ragazzo e
scattò in piedi mettendo più distanza possibile tra lei e lui e
quel divano.
Ron la guardò con sguardo
interrogativo.
Un attimo prima si stavano
baciando appassionatamente e l’attimo dopo lei si ritraeva bruscamente.
Forse non le piaceva come baciava...
-Che succede?- chiese
preoccupato.
-Oh, Ron, mi dispiace!- disse
Hermione indietreggiando, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi - Mi
dispiace tanto, ma non posso!!- e detto questo attraversò la stanza di
corsa, facendo cadere parte dei bicchieri che erano sul tavolo e uscì,
lasciando la bocca di Ron esattamente come la porta di quella stanza, spalancata , e il suo cuore come i
bicchieri per terra, a pezzi.
*****
Eccoci qui con un
altro capitolo...ormai siamo quasi alla fine dei giochi, mancano solo un paio
di capitoli! Un po’ mi dispiace, mi sono affezionata a questa storia!!
Cmq...sono
pienamente consapevole che questo capitolo non sia un gran che, a me non piace
molto, eccetto l’ultima parte, che è un po’ più
movimentata! In questo periodo mi manca l’ispirazione L!!
Apprezzerò
i vostri commenti, ma vi prego non siate troppo cattive!!
Hermia
Grazie
per le recensioni a:
Kristel: Ciao!!! Ti ringrazio per la tua recensione allo scorso
capitolo! Sono molto ma molto felice che ti sia piaciuto! Il rapporto tra Ron e
Gin andava chiarito in effetti…non si capiva molto perché lei
fosse tanto ostile!! Beh…ci ha pensato Draco a
consolarla!!! E comunque credo che da adesso in poi Gin avrà un motivo
più che valido per odiare il fratello…! Tu che ne dici? Grazie
tantissime….a presto! Izumi
Claccly92:
A quanto vedo lo scorso capitolo ti è piaciuto! Mi fa molto piacere!!
^_^ Hai visto chi è stato ad interrompere i nostri poveri Romeo e
Giulietta?! Mi sa che ne vedranno delle belle da adesso in poi…!! Spero
di risentirti presto…Izumi
Ginevra89:
Ciao! Sei una nuova lettrice, vero?! Non mi sei sembrata molto entusiasta della
storia…o forse non ti sei voluta sbilanciare molto! In ogni
caso…sono felice che ti sia piaciuta abbastanza…se hai qualche
consiglio da dare, sarà ben accetto!!! Mi raccomando continua a
seguirci!! Izumi
Shanìka: Draco ti ha fatto restare senza
parole, a quanto vedo…per Merlino!!! ^_^ Per quanto riguarda Ginny, sono d’accordo con te, finalmente inizia a
venir fuori per quella che è…diciamo che sta imparando a prendere
la vita per il giusto verso (forse è meglio non ritirare fuori la storia
della rosa…^_^)!! E’ più decisa…e, d’altronde, con
uno come Draco davanti…come si potrebbe
reagire?! Hai avuto un’altra premonizione, vero!? Mi sa che non posso
dire niente in merito al finale…presto saprai, ormai non manca molto!! Ti
do appuntamento al prox chappy!!!
Grazie x i complimenti!! Izumi Ciao,
sono Hermia! Mi sa che il tuo desiderio che in questo
capitolo ci fosse quel qualcosa di più di cui parlavi non è stato
esaudito...spero di non averti delusa troppo!!
Ranze: Ciao! Purtroppo non posso risponderti via
mail…credo dovrai accontentarti di questo espediente! Sorry…^_^’!
Per quanto riguarda la tua recensione al prologo ti ho già inviato un
messaggio tramite Hermia visto che mi trovavo
fuori…credo di essermi espressa male quanto ti ho risposto, sembravo un
po’ sulla difensiva! Il fatto è che, appunto, andavo di
fretta…scusami!! Ho apprezzato molto i tuoi consigli e tenterò di
rimediare…in futuro! Ormai questa storia è iniziata così e
non credo riuscirò a cambiare, anche perché manca davvero poco
alla fine! Colgo l’occasione per ringraziarti anche per le recensioni ai
capitoli successivi…soprattutto per la scena della rosa che, a quanto ho
capito, ti è piaciuta…^_^!! A presto… Izumi
Un grazie inoltre a Dada Baggins
per la stupenda recensione al prologo, siamo contente che la nostra storia ti
abbia suscitato queste sensazioni!!