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Autore: Hermia_and_Izumi    27/07/2005    4 recensioni
Eccoci qui con una storia scritta a 4 mani ambientata nel 7° anno ad Hogwarts...tra triangoli amorosi che coinvolgeranno e stravolgeranno il magico trio, cotte adolescenziali non corrisposte, amori nati dall'odio e antichi obblighi di famiglia a complicare il tutto. Vedremo come se la caveranno i nostri amati protagonisti...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Looking for happiness

Looking for happiness

 

Era nella sua stanza.

Dalla grande finestra dietro la scrivania vedeva sorgere il sole....era arrivata l’alba.

Che spettacolo magnifico.

A volte pensava che la magia più grandiosa che esistesse fosse la natura.

Nessuno era ancora riuscito a scoprire il mistero della natura di tutte le cose.

Era davvero una materia misteriosa e affascinante.

La giornata sarebbe stata limpida, a giudicare dal sorgere del sole.

Non ci sarebbe stata nessuna nuvola capricciosa che avrebbe oscurato il sole.

L’alba le dava un grande senso di tranquillità.

Era sdraiata sul suo lettone e la contemplava accarezzando il piccolo ranocchio che le aveva regalato.

Che lui le aveva regalato...

 

-E’ per te- le aveva detto Ron la sera prima, avviandosi verso le scale. –Notte, Herm-

Hermione aveva guardato il peluche di Ron stretto tra le sue mani ed era riuscita a dire solamente  –Notte Ron- anche se lui era probabilmente già salito nella sua stanza e non l’aveva sentita.

Aveva sorriso alla Sala Comune deserta. Quel ragazzo riusciva ad essere sempre così dolce….

Le aveva regalato il peluche che aveva vinto alle giostre!!

Non poteva negare che quel dono l’aveva resa felice….le aveva fatto davvero tanto piacere.

Era salita di corsa nella sua stanza per poter sfogare le sue emozioni tranquillamente.

Aveva chiuso la porta alle sue spalle e si era appoggiata su di essa, sospirando.

Da quanto attendeva un momento del genere?

Non lo sapeva neanche lei….dal Ballo di Halloween, probabilmente….

Già, perché se quella sera tutto fosse andato secondo i piani ora tutto sarebbe stato notevolmente diverso….a partire da lei ….e da Ron.

Ma tanto era inutile pensarci….non si piange sul latte versato, diceva un vecchio proverbio babbano che le ripeteva sempre sua madre.

Quello a cui doveva pensare era che nonostante tutto quello che aveva sperato fosse andato in fumo, ora qualcosa si stava risistemando.

Non soltanto perché Ron le aveva regalato un peluche, ma anche per come lui la guardava, e le parlava….

Quando erano saliti sulla Torre c’era stato un momento di profonda vicinanza in cui aveva creduto che entrambi avrebbero fatto qualcosa di troppo affrettato, che non erano pronti a fare…..ma poi Ron aveva interrotto quel contatto…..e lei non sapeva se fosse stato una bene o un  male.

E poi la sera prima in Sala Comune, quando gli aveva dato il bacio della buona notte, si era sentita come se il suo corpo agisse di testa propria.

Tu stai diventando pazza, Hermione…

Non poteva fare a meno di pensarlo.

Era assurdo….se non fosse rinsavita in tempo sarebbe saltata addosso a quel povero ragazzo!

Tutta colpa dei suoi ormoni impazziti!!

Fortunatamente per lei, e anche per lui, alla fine aveva camuffato quell’orribile atto con un bacetto sulla guancia ed era scappata via maledicendo il suo corpo e il suo istinto per averle fatto fare quella pessima figura.

Comunque lui non sembrava averla presa male, visto che poi le aveva regalato il ranocchio.

Lo aveva preso e lo aveva guardato.

In un primo momento era rimasta talmente sorpresa di quel gesto che neanche aveva guardato bene ciò che lui le aveva donato...o per meglio dire lanciato.

Era molto carino per essere un ranocchio.

E poi, guardandolo sempre meglio, si era accorta che i regali erano due..

Quando capì cos’era l’oggettino che era legato al collo dell’animaletto le salì il cuore in gola.

Lo sciolse dal peluche e lo prese in mano....

Questo non se lo sarebbe mai aspettato.

Non ora almeno….magari in seguito forse le avrebbe anche potuto fare piacere un dono simile, ma per ora….

Non sapeva proprio cosa doveva fare….

Per questo motivo Hermione era rimasta sveglia tutta la notte a pensare a come avrebbe dovuto comportarsi il giorno successivo.

E ora il giorno successivo era arrivato….

E anche se di solito l’alba la rilassava molto....questa volta non aveva sortito l’effetto desiderato visto come i suoi sentimenti erano in subbuglio. Si sentiva le budella come se stessero facendo una lezione di tip tap nel suo ventre.

Poi si ricordò che quella mattina sarebbero andati a parlare con Silente per quel sogno che aveva fatto Harry e che se non si fosse andata a preparare subito sarebbe arrivata certamente in ritardo all’appuntamento.

Ci mancava solo quello...

Così si alzò dal letto, sul quale stava sdraiata e sistemò il ranocchio sul suo comodino, accanto alla foto di lei, Ron e Harry scattata un paio di anni prima.

Poi diede un ultimo sguardo all’altro regalo e se lo mise nella tasca dei pantaloni.

Ci avrebbe pensato dopo...per adesso c’erano cose più urgenti ed importanti a cui pensare.

E con la testa piena di dubbi e domande iniziò a prepararsi.

 

~

 

Anche Ron stava guardando l’alba.

Dopo aver lasciato Hermione nella Sala Comune la sera prima non era riuscito ad addormentarsi e così era rimasto sveglio tutta la notte a pensare.

All’inizio era sicuro al cento per cento di aver fatto la cosa giusta.

Dopo quel momento in cui era stato quasi certo che lei stesse per baciarlo, si era delineata chiara e limpida quell’idea nella sua mente.

Si era ripreso in fretta dalla semidelusione che lei gli avesse dato un innocente bacio sulla guancia e niente di più e il suo istinto aveva prevalso sulla ragione, aveva preso il peluche che aveva vinto alle giostre, aveva legato velocemente il braccialetto che lei gli aveva regalato al collo del ranocchio e glielo aveva lanciato.

Era sicuro di volere che fosse lei ad averlo….ed era altrettanto sicuro che lei potesse esserne felice.

Fin dal momento in cui lei gli aveva spiegato in che modo erano magici, gli era sembrato quasi un segno del destino...quei braccialetti erano loro...non avrebbe potuto condividerli con nessun altro.

Per questo glielo aveva regalato e all’inizio non aveva nessun dubbio di aver fatto la cosa giusta....poi, però, i dubbi erano venuti....e con loro era venuta anche la paura di aver fatto la cosa sbagliata....e poi il terrore che in questo modo l’avrebbe persa di nuovo, anche come amica...

Ma che diavolo aveva fatto?

Non riusciva a smettere di porsi quella domanda.

Si sentiva una stupido, come una falena che non riesce a resistere al fascino irresistibile della luce della fiamma e, sapendo che resterà bruciata, si avvicina lo stesso.

Era così anche per lui, per quanto cercasse di allontanarsi da lei, alla fine veniva sempre attirato dal suo fascino.

Sapeva che anche lui, come la povera falena, sarebbe rimasto scottato da quell’avvicinamento...si era bruciato già una volta...ma che ci poteva fare, era più forte di lui.

Per schiarirsi un po’ le idee era andato a farsi una nuotata nella sua ‘vasca da bagno’ olimpionica e doveva ammettere che aveva sortito l’effetto desiderato.

Si era schiarito le idee ed ora era più convinto che mai di aver fatto un’enorme, gigantesca cavolata.

Tu la ami e lo sai.

Ma come puoi pensare che lei provi lo stesso per te, male interpretando quello che lei un giorno ti ha detto?!

Se ti avesse amato non ti avrebbe fatto soffrire…se ti avesse amato non ti avrebbe dato solo un bacetto sulla guancia…se ti avesse amato avrebbe indossato subito il braccialetto….

Ma non ha fatto niente di tutto questo…

…e tu sei un perfetto idiota, Ronald Weasley.

Aveva imparato ormai ad accettare che Hermione non sarebbe mai potuta essere per lui più che un’amica….ma togliergli anche questo voleva dire togliergli tutto.

Vivere senza lei sarebbe come vivere in un mondo senza sole e senza aria….praticamente impossibile.

Si stiracchiò cercando di scacciare quel senso di spossatezza che si ha quando si ha passato una notte insonne e si concesse qualche attimo di pace guardando l’alba.

Quante albe aveva guardato con Hermione?

Non lo sapeva con esattezza, ma dalla loro torre ne avevano viste davvero parecchie.

A lei piaceva l’alba...la rilassava talmente tanto che di solito si addormentava e lui era costretto a portarla in braccio fino al loro dormitorio....

Era così buffa quando dormiva...la sua faccia si gonfiava leggermente tanto da farla sembrare una patata....una bellissima patata, ovviamente.

L’idea di Hermione come una patata lo fece sorridere.

E l’idea di lei che gli tornava il braccialetto invece lo fece rabbuiare.

Che doveva aspettarsi quella mattina?

Una sfuriata?

Totale indifferenza?

Oppure lei che gli sorrideva radiosa, con al polso il suo braccialetto....il loro braccialetto?

In ogni caso, se non si fosse preparato, non l’avrebbe saputo mai. Avrebbe saputo presto la decisione di Hermione….se lei avesse indossato il braccialetto allora voleva dire che, come amici o amanti, non si sarebbero persi mai….se lei non lo avesse indossato voleva dire che tutto era perduto e non c’era più niente da fare se non ritrattare.

Con questa terribile prospettiva Ron si preparò a scendere dagli altri.

 

~

 

Neanche Harry quella notte aveva dormito.

Era stato a rigirarsi nel suo letto, sentendo il russare dei suoi compagni di stanza, senza riuscire a prendere sonno.

Aveva mille pensieri per la testa.

Come poteva dormire ripensando che se tutto quello che sospettava era vero, presto ci sarebbe stato un attacco al ministero?

Era una sensazione di impotenza...sapere quello che sarebbe successo ma non sapere cosa fare per impedirlo....

Per questo aveva acconsentito a parlare con Silente, perché lui sapeva sempre cosa fare....era davvero stupefacente....come faceva, poi?

Parlare con i ragazzi era stata la cosa giusta da fare, lo avevano consigliato al meglio ed era sicuro di stare facendo la cosa più giusta per tutti.

Certo, quando li aveva visti entrare insieme nella sala comune alle 5 del mattino, con l’idea in testa che erano stati chissà dove a fare chissà cosa  insieme non era stato per niente piacevole.

Aveva compreso i sentimenti di quello spirito libero che era Hermione, e le aveva detto che le voleva bene e che per questo lo accettava , quindi di che si stupiva vedendola fare le sue scelte e rendendosi conto che lui, Harry, in quelle scelte non era contemplato, o almeno non come avrebbe sperato?

Non era una linea di pensiero molto coerente. Ma, del resto, i sentimenti umani, non sono quasi mai coerenti, anzi...

Ma doveva accettarlo….glielo aveva promesso.

-Amici come prima?- gli aveva chiesto Hermione.

-Ci proverò- aveva risposto Harry.

E Harry Potter mantiene sempre le sue promesse, anche se mantenerle risulta più difficile di quanto sembri.

L’ultima cosa che voleva era deludere Hermione…e per questo aveva deciso che la cosa migliore per tutti loro sarebbe stata dimenticarla.

Ed ecco spiegato il motivo per cui l’altra sera ad Hogsmeade li aveva lasciati volontariamente da soli per andare a giocare a biliardo con degli amici.

Tra loro c’era una ragazza del settimo di Corvonero che gli faceva il filo almeno dall’inizio dell’anno. Lui non l’aveva mai notata, per via di ciò che provava per Hermione, ma alla luce della nuova situazione, aveva deciso che magari poteva conoscerla meglio prima di rifiutarla.

E così aveva fatto ed ora non poteva negare di essere piacevolmente stupito dalle sensazioni che quella ragazza gli aveva dato.

Non era una di quelle bellezze travolgenti che fanno distrarre tutti i maschi nel raggio di un kilometro dal loro passaggio, era semplicemente….carina.

E poi quello che lo aveva colpito era la sua simpatia, lo aveva fatto ridere tutta la serata con la sua schiettezza e ingenua sincerità….ed era una cosa difficile dato che si sentiva un perfetto imbecille ad aver lasciato consapevolmente quei due da soli.

Ma lei era riuscita a farglielo dimenticare….doveva pur significare qualcosa, no?

E con questo pensiero che lo tirava su di morale si preparò ad affrontare il discorso con il preside.

 

~

 

I ragazzi si incontrarono nella Sala Comune alle 8 del mattino.

In conclusione si poteva dire che nessuno dei tre quella notte aveva dormito. E questo era evidente, date le occhiaie che avevano.

Hermione aveva cercato di coprirle con il fondotinta, ma non aveva avuto molto successo.

-Ragazzi, avete una faccia!- disse, arrivando come sempre in ritardo.

-Neanche tu sei messa molto meglio, vedo- le rispose Harry prendendola in giro.

-Antipatico- gli disse Hermione dandogli un piccolo colpetto sul petto.

Ron , che fino a quel momento era stato in disparte, si decise a parlare.

-Allora che facciamo? Andiamo?- disse, evitando accuratamente di guardala.

-Si- disse Harry e uscì dal ritratto per primo.

Poi fu il turno di Hermione. Lei lo guardò, doveva parlargli riguardo quello che era successo l’altra sera, ma lui stava evitando il suo sguardo, così uscì dal ritratto anche lei.

E poi Ron la seguì. Si era accorto che lei lo aveva guardato, cercando il suo sguardo, ma se lo avesse visto avrebbe trovato in lui solo tristezza.

Perché Hermione quella mattina non aveva indossato il bracciale. E probabilmente non lo avrebbe fatto mai...

Questo per lui era più che sufficiente, aveva capito.

Non si sarebbe arrabbiato con lei per le sue decisioni, ma per il momento non si sentiva nemmeno di parlarle, o guardarla.

Quando giunsero davanti al gargouile che portava all’ufficio di Silente, Harry si rese conto che, come al solito, non conosceva la parola d’ordine.

-Non sappiamo la parola d’ordine –disse –ma di solito è un nome di un dolce per cui possiamo tirare a caso-

-Noi la sappiamo la parola d’ordine- disse Ron e Harry lo guardò con sguardo incuriosito, così aggiunse alzando le spalle –Siamo Caposcuola-

-Ah...- Harry comprese.

-Ape fr...- stava dicendo Ron, ma Hermione lo interruppe.

-Aspettate un attimo- disse ansiosa –Che dobbiamo dire a Silente?-

Harry ci pensò un po’ su.

-Gli racconterò del sogno che ho fatto e poi del libro....- disse.

-E non gli vuoi dire che pensi che ci sarà un attacco al ministero?- gli chiese Ron.

-Penso che lo capirà da solo- disse Harry deciso –Se poi ce lo chiede allora glielo diremo....siete pronti?-

Si scambiarono tutti una sguardo d’intesa e poi Ron disse la parola d’ordine ed entrarono.

La sala dei professori, la scala a chiocciola magica erano proprio come se li ricordavano...perfino l’ufficio di Silente.

I ragazzi erano stati accolti calorosamente dal loro amato preside ad accomodarsi ed ora sedevano su un divanetto accanto al trespolo della fenice Funny, che cantava in tutto il suo splendore.

-Allora....-disse il professor Silente pensieroso –Ho ragione di credere che non siate qui per una semplice visita di cortesia, dico bene?- e detto questo iniziò a fissare Harry con quel suo sguardo penetrante da sopra gli occhialetti a mezza luna.

-Si, ecco....professore vede, durante le vacanze di Natale ho fatto un sogno strano...- e proseguì raccontando tutto quello che era successo nel sogno -...e poi ieri notte ho rifatto questo stesso sogno e quando mi sono svegliato mi bruciava la cicatrice- concluse riprendendo fiato.

Il professor Silente era assorto nei suoi pensieri riguardo tutto quello che aveva appena sentito tanto da non accorgersi che tutti lo stavano fissando apprensivamente in attesa di un suo giudizio.

Quando alla fine sentì i loro sguardi premere su di lui, disse –Scusatemi, stavo rielaborando tutto ciò che mi avete riferito...- e si alzò dalla poltrona dietro la scrivania per mettersi a passeggiare davanti a loro.

-Dunque, non vi negherò che temevo che una cosa del genere potesse accadere, le forze Oscure sono in subbuglio ultimamente, Lord Voldemort chiama a sé nuovi fedeli....Considerando quanto voi due- e indicò Harry con lo sguardo –siate emotivamente legati, ho creduto che avresti ricevuto qualche segnale che sarebbe servito da spia d’allarme....E questo è il motivo per cui ho convinto la professoressa Cooman a donarti il suo prezioso libro sulla interpretazione dei sogni-

Alla muta domanda di Harry il professore rispose –Si, te l’ho mandato io, anche se indirettamente, perché tu ti rendessi conto del pericolo-

Detto questo tutti e quattro rimasero in silenzio, ognuno elaborando le proprie congetture, e domandandosi se quindi il significato recondito di tutto questo era che...

-Allora professore, questo significa che ci sarà un attacco al ministero?- chiese Ron ad un certo punto. La sua preoccupazione era enorme vista la quantità di suoi familiari che lavoravano lì.

L’anziano preside si fermò dal suo tanto estenuante quanto irritante passeggiare e rivolse un’occhiata penetrante a tutti loro.

-Avevo già il sentore che qualcosa del genere sarebbe accaduto, le nostre fonti si sono rivelate molto affidabili....la vostra storia adesso mi dà la conferma di ciò che da tempo pensavo, il Signore Oscuro vuole prendere il controllo dell’intero mondo magico impossessandosi del ministero. Ma grazie a voi adesso, noi abbiamo la possibilità di sconfiggerlo- e detto questo tornò a sedersi dietro la sua scrivania  ed iniziò a scrivere una lettera.

-Devo avvertire il Ministro della Magia e tutti gli auror disponibili immediatamente, Ronald non preoccuparti per la tua famiglia, tra non molto andrò io stesso per informare direttamente l’Ordine di ciò che sappiamo.- le sue ultime parole erano state dette con quel solito tono che stava a significare che il colloquio era terminato.

-Buon giorno, professore- disse in coro i ragazzi e si avviarono verso la porta, ma appena aperta la maniglia il preside li richiamò.

- Per adesso non preoccupatevi di questa storia e pensate solo a studiare. Buona fortuna per gli esami!- disse loro sorridendo....dava molta sicurezza il suo incoraggiamento. -Sono sicuro che sarete degli ottimi auror ragazzi miei-.

-Grazie, preside- dissero e poi uscirono dal suo ufficio.

 

~

 

I tre ragazzi ora si trovavano esattamente nello stesso luogo in cui erano 25 minuti prima.

Prima i loro cuori erano oppressi dalla preoccupazione di ciò che sarebbe successo, ma poi avevano ricevuto le rassicurazioni del loro preside, e quelle erano bastate per alleggerire i loro cuori da quella preoccupazione.

Nonostante questo, l’aria tra loro era lo stesso pesante; infatti si sentivano tutt’altro che leggeri, erano afflitti da altre preoccupazioni.

Ron era turbato per la situazione con Hermione...

Hermione era preoccupata per la situazione con Ron....

E Harry, non aveva nulla di cui preoccuparsi al momento, ma lo era per spirito di compagnia.

E con questa preoccupazione generale andarono a fare colazione. Dopo poco che si erano seduti al tavolo dei Grifondoro, videro entrare dalla porta della Sala Grande una Ginny insolitamente felice che, altrettanto insolitamente si sedette accanto ad Hermione, lasciandola di stucco.

-Buongiorno!- urlò con voce allegra.

I due ragazzi e la ragazza la guardarono decisamente stupiti da quel comportamento.

-Harry, mi passeresti la marmellata, per favore?- disse Ginny con noncuranza.

Ron la guardò come se non la conoscesse mentre Harry le passava alquanto intontito un barattolo.

A tutti lampeggiava nella testa una scritta al neon a caratteri cubitali che diceva: MA CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO???

-Si può sapere che avete da guardare?- disse Ginny ad un certo punto sentendosi osservata.

-Sei ubriaca per caso?- le aveva chiesto Ron.

-Ti senti male Ginny?- le aveva chiesto Hermione.

-Da quando in qua ti piace la marmellata?- le aveva chiesto Harry.

Il risultato era stato che avevano parlato tutti e tre contemporaneamente e probabilmente la ragazza non aveva capito una sola parola di quello che avevano detto.

Aveva continuato a mangiare tranquillamente con il sorriso stampato sulle labbra e sospirando di tanto in tanto.

Comportamento davvero anomalo, considerando che solo il giorno prima non poteva fare a meno di sbuffare ogni 30 secondi solo per il fatto di essere in loro compagnia, e ora?

Ron si preoccupò che la sorella fosse entrata in qualche strano traffico di sostanze stupefacenti che circolavano tra gli studenti del quarto anno.

In ogni caso le loro riflessioni dovevano essere messe da parte perché tra poco avrebbero dovuto patire le torture peggiori del mondo intero......DUE ORE DI POZIONI!!!

 

~

 

Tra lezioni e studio era volta al termine un’altra giornata fredda di marzo.

Hermione era seduta in Sala Comune a studiare Storia della Magia e stava per tagliarsi le vene.

Come era possibile che i goblin nella loro esistenza non facessero altro che fare rivolte?!

Il suo cervello stava per fondersi!

Da più di un’ora stava cercando di studiare, ma era sempre distratta dal braccialetto che Ron le aveva regalato.

Non poteva fare a meno di controllare ogni minuto se era ancora al sicuro nella sua tasca.

Aveva il pensiero fisso di cosa dire a Ron.... se mai lui si fosse fatto vivo, visto che era tutta la giornata che la evitava.

Che se la fosse presa perché non aveva indossato il bracciale? Boh! 

Fu presa dalla tentazione di scagliare il libro nel camino per la frustrazione....ma poi decise che era  senza dubbio meglio lanciarlo sul muro.

 

Ron aveva passato tutta la giornata in isolamento.

Non aveva avuto voglia di vedere Hermione e neanche di sentirne parlare, per cui aveva deciso di evitare accuratamente sia lei che Harry per tutta la giornata. Per quanto fosse stato possibile, dato che la maggior parte dei corsi li seguivano insieme.

Dopo aver evitato il pranzo e studiato nella sua stanza, aveva pensato che poteva evitare anche la cena, ma il suo stomaco non era dello stesso avviso. Così era sgattaiolato in cucina, perché in Sala Grande ci sarebbe stata sicuramente lei, ed aveva cenato lì, tutto solo.

Quando poi era tornato in Sala Comune, si era visto piombare in testa un gigantesco tomo di Storia della Magia.

 

-Ahi!! Ma che cazzo...?- imprecò Ron, toccandosi la testa, dove presto sarebbe spuntato un bernoccolo.

-O mio Dio!! Scusa Ron!!- disse Hermione mettendosi le mani sulla bocca. Era tentata di ridere ma non era sicuramente la cosa più giusta da fare. Aveva una mira pessima!!

Quando Ron si rese conto che era stata Hermione, la guardò e non potè fare a meno di sembrare arrabbiato....perchè in realtà lo era!

-Ma sei diventata scema?- la aggredì – Ti rendi conto che potevi fare male a qualcuno?? E se al posto mio ci fosse stato un altro? Non ti facevo così sconsiderata.- Ok, forse aveva un po’ esagerato ma tutto quello che si era tenuto dentro come al solito premeva per venire fuori.

Hermione lo guardò un po’ stupita di una reazione così spropositata, ma come si permetteva di rimproverarla a quel modo?

-Non ti sembra di stare esagerando?! Ho solo tirato un libro, non mi sembra la fine del mondo! E poi non ti sei fatto niente- disse rispondendogli a tono.

-Certo, quando le cose le fanno gli altri è una catastrofe, ma se le fai tu non succede mai niente!- disse Ron continuando ad inveire, senza rendersi conto che in quel modo non stava facendo altro che peggiorare le cose.

-Mi stai forse accusando di non essere imparziale?!- lo accuso lei.

-Sto solo dicendo la verità! –

-A me non sembra!-

-Perché pensi sempre che il tuo giudizio sia superiore a quello degli altri? Tu non sei superiore a me, Hermione!!- stavano volando parole infuocate. Hermione si sentì ferita da quelle parole.

-Allora se è questo che pensi di me te lo puoi anche riprendere!- disse lei e gli scagliò contro il braccialetto che le aveva regalato.

Allora lo aveva tenuto in tasca....lo aveva tenuto con sé!

Ron lo prese al volo e al suo cuore mancò un colpo. Ma che stava succedendo? Lui non voleva niente di tutto questo!

Salì di corsa su per il dormitorio femminile e bussò leggermente alla porta della stanza di Hermione, nella quale lei si era rinchiusa.

Lei non rispose.

Bussò di nuovo.

Niente.

Allora aprì piano la porta e si accorse che lei era seduta sul letto e lo stava guardando furente.

Entrò piano chiudendosi la porta alle spalle e si sedette accanto a lei sul letto.

Nessuno dei due disse nulla per un po’....non sapevano cosa dirsi.

 

Ron giocherellava con il braccialetto che le aveva dato, l’altro uguale lo teneva al polso.

Perché l’aveva messo in tasca invece di metterselo al polso?

Perché non era sicura di volerlo? Perché aspettava il momento buono per restituirglielo??

 

Hermione l’aveva capito che alla fine il motivo per cui se l’era presa tanto con lei era perché non aveva messo il suo regalo.

Per lui era una cosa importante....ma lo era anche per lei! Ecco perché voleva pensarci un po’ su!

Ma lui aveva interpretato male e da impulsivo qual’era se l’era presa con lei.

 

-Sei uno stupido, Ron- disse con voce bassa.

Lui la guardò per un attimo che parve una vita, poi disse –Lo so-

Era già qualcosa.

Poi le prese il mento con due dita e le girò il volto verso di lui per guardarla negli occhi.

-Mi dispiace per quello che ho detto, lo sai che non lo penso...ero solo arrabbiato- disse con voce profonda. –Puoi perdonarmi?- le chiese. E poi fece le occhioni da cucciolo!!

Ditemi, come era possibile resistergli??

Hermione non ci riuscì e si sciolse in un dolce sorriso.

-Lo devo prendere come un si?- le chiese lui.

-Si- disse lei e poi, non resistendo al suo istinto, gli mise le braccia attorno al collo e l’abbracciò.

‘Hermione, datti una calmata santo cielo!!’ pensò lei.

Ron sentì che stava per uscirgli il fumo dalle orecchie. Quella ragazza lo voleva fare morire, allora?

Naturalmente rispose all’abbraccio, tenendo stretto al suo quel corpo esile e delicato e stupendo...respirando l’odore della sua pelle e dei suoi capelli....era inebriante e....

Quando si rese conto che il suo corpo reagiva alla vicinanza della ragazza, si sciolse dall’abbraccio prima che lei se ne accorgesse.

Le prese una mano e poggiò il braccialetto sul suo palmo.

-Io voglio che lo abbia tu, qualunque cosa deciderai di farne!- le disse mentre le chiudeva la mano intorno alla sottile striscia di cuoio e dai suoi occhi Hermione capì che era sincero e che sperava che lei prendesse quel bracciale e se lo mettesse seduta stante.

Ma lei non lo poteva fare...non ancora perlomeno.

Mettersi quel bracciale voleva dire prendere un impegno serio nei confronti di Ron, e per quanto quel ragazzo le piacesse ( e le piaceva eccome!!) non era una scelta che si poteva fare così, su due piedi.

-Grazie! Ci penserò su- disse lei in cerca di comprensione.

E Ron non era il tipo che gliel’avrebbe negata, così si alzò lasciandole la mano e se ne andò facendole l’occhiolino, in segno di complicità.

 

Quando Ron uscì dalla sua stanza contò fino a dieci, il probabile tempo che lui avrebbe impiegato per scendere le scale, e poi balzò in piedi sul suo letto ed iniziò a saltellare dalla felicità.

Ron era fantastico, bello da mozzare il fiato, dolce come quei pasticcini ripieni di calda nutella che le piacevano tanto....e poi la stava praticamente corteggiando!! Cosa ci poteva essere di più bello nella vita?

Eppure non era ancora convinta che indossare quel bracciale fosse la scelta giusta per lei....era uno spirito libero, amava la sua libertà ed indipendenza. E quel bracciale rappresentava una specie di vincolo a tutto questo....

Lei non sapeva come fosse Ron come fidanzato, non aveva mai provato purtroppo, ma aveva la strana sensazione che nonostante tutto sarebbe stato davvero fantastico...

 

Quella ragazza gli faceva perdere la testa!

Se voleva prendere tempo, lui glielo avrebbe dato....nella speranza che un giorno sarebbero stati uniti da quel vincolo magico.

E così, con aria sognante, si diresse verso la torre del loro dormitorio per studiare Astronomia e calmare i suoi bollenti spiriti con l’aria fredda della notte.

Non appena ebbe terminato di salire le scale però si rese conto che c’era già qualcuno lassù, e che non era proprio impegnato a studiare.

Aveva già fatto dietro front quando una voce lo costrinse a prestare attenzione a quei due.

-Potrebbe vederci qualcuno, lo sai?- aveva bisbigliato una voce femminile.

-E allora? Ti vergogni di me?- le aveva risposto una voce maschile strascicata molto da....Malfoy.

Aveva beccato Malfoy con una delle sue puttanelle....valeva la pena di restare ad origliare!

-No…ma se ci scoprissero non sarebbe più tanto divertente.- aveva sussurrato la ragazza in maniera eccitante.

-Cosa?-

-Sai…vederci di nascosto rende la cosa più…provocante!- ‘Hai capito che intraprendente la ragazza di Malfoy?’ pensò Ron sghignazzando sotto i baffi....se solo avesse potuto riconoscerla....

-Attenta a ciò che dici, piccola Weasley…potrebbe rivoltatisi contro!-

Piccola Weasley? Aveva detto ‘piccola Weasley’?? Quindi voleva dire che quella era sua sorella? Sua sorella???? SUA SORELLA????

SUA SORELLA ED UN MALFOY????????????????????????????????????????????????????????

Ron balzò allo scoperto e guardò quei due che si stavano orrendamente baciando.....che schifo!!

-Ginny?- la chiamò furente.

I due si staccarono e sulla faccia della sorella si dipinse un’espressione di terrore mista a odio.

-Ron!?- disse lei strabuzzando gli occhi.

-Ma che diavolo stai facendo con quello???- la aggredì lui.

-Che domande…giochiamo a briscola!-

-Ma ti sei bevuta il cervello Gin?! E’ un Malfoy!!-

-Sei un genio, fratellino!- disse lei fintamente tranquilla. Gli voleva fare perdere le staffe.

Ron capì che sua sorella era andata, forse era ubriaca o drogata, non lo sapeva, ma non sarebbe riuscito a farla ragionare, così decise di parlare con quel cretino platinato.

-Ora te la fai con quelli come noi, Malfoy? Cos’è una ripicca personale??-

-Quello che faccio non ti riguarda, Lenticchia-

-Fai quello che ti pare ma fallo alla larga da mia sorella, siamo intesi?- disse tirando fuori la sua bacchetta minacciosamente.

-Come se tu fossi capace di lanciare una maledizione!- disse quello, beffardo

-Solo i Mangiamorte come te possono cadere tanto in basso, Malfoy! Io non mi abbasserò mai al tuo livello.-

-Tranquillo Weasley, non puoi cadere più in basso di così!-

Dopo queste parole Ron afferrò Ginny per un braccio e se la portò senza tante storie nella loro Sala Comune.

-Non provare a fare un altro passo, Weasley- gli intimò Malfoy mettendosi tra Ron e le scale.

-Lascia stare, Draco!- sussurrò Ginny, mentre Ron passava oltre il ragazzo biondo, lanciandogli solo occhiate di puro disgusto.

 

~

 

Da quel giorno la situazione era nuovamente peggiorata.

Ginny era talmente tanto arrabbiata con il fratello che gli aveva lanciato un incantesimo che gli aveva fatto crescere una coda e delle corna da diavolo, e lui era stato costretto ad andare in giro in quel modo fino a quando non erano riusciti a trovare un contro incantesimo.

Ron da parte sua l’aveva abbondantemente punita proibendole di uscire dalla Sala Comune, tranne che per andare a lezione ed aveva minacciato che se l’avesse beccata un’altra volta con quello  l’avrebbe detto alla madre, e allora la vita della sorella sarebbe definitivamente finita per sempre dentro un monastero.

In sostanza tra i due non correva affatto buon sangue.

Inoltre mancavano solo due mesi ai M.A.G.O. e nessuno aveva più tempo per andare a fare spese, giocare a Quiddich , a scacchi magici, a gobbiglie, o fare qualsiasi altra cosa che non fosse studiare.

Da quegli esami dipendeva il loro futuro. E tutti avevano una fifa nera!

Un giorno alla fine di Aprile, durante il pranzo, mentre tutti i ragazzi stavano facendo il resoconto di tutto ciò che avevano ancora da studiare per gli esami, il preside richiamò la loro attenzione.

-Vorrei chiedervi un momento di silenzio- disse alzandosi in piedi, mettendo in mostra la sua veste blu notte con delle stelle ricamate. Quando su tutta la sala scese il silenzio, proseguì.

-E’ mio dovere informarvi che ieri le forze del Signore Oscuro hanno attaccato il Ministero della Magia- fece una pausa sentendo il sussulto di molti allievi.

Harry, Ron e Hermione si guardarono, stavano aspettando già da un po’ una notizia del genere, e con loro sollievo era finalmente arrivata.

- I nostri auror e tutti i maghi del nostro ministero hanno combattuto con grande valore sconfiggendo i Mangiamorte, ed è per questo che ora vi chiedo di brindare a queste persone che hanno salvato il nostro mondo. Alziamo i calici e brindiamo- disse, alzando il suo calice e tutti lo imitarono.

-Ai nostri maghi- dissero tutti gli studenti in coro.

-E’ inoltre giusto e doveroso- continuò Silente facendo nuovamente calare il silenzio –che voi sappiate grazie a chi le nostre forze magiche sono state avvertite dell’attacco.....alziamo i nostri calici e brindiamo a Harry Potter!- disse Silente alzando nuovamente il suo calice.

-A Harry Potter- dissero tutti in coro.

Harry, che non si sarebbe mai aspettato che il preside facesse una cosa del genere; non potè fare a meno di guardare la sala intera che alzava i calici e brindava in suo onore. Naturalmente del tavolo di Serpeverde non lo fece nessuno, molto probabilmente lo avrebbero strangolato piuttosto che ringraziarlo per aver sventato i piani del loro signore.

Se Harry, prima di allora, era stato considerato semplicemente famoso, adesso era diventato una specie di idolo per tutta la scuola; la sua Casa aveva organizzato una festa in suo onore e la gente non faceva altro che chiamarlo, chiedere il suo parere ed invitarlo ad uscire.

Quella storia per lui era davvero seccante....era destinato ad avere vicino solo persone a cui importava solo stare in compagnia di una star e niente di più.

L’unica, a parte Ron e Hermione ovviamente, che gli era rimasta accanto senza fargli pesare il suo merito in tutta quella storia, era stata Sarah (la ragazza di Corvonero con la quale era ‘uscito’ l’ultima gita ad Hogsmeade).

Per questo ultimamente si erano avvicinati molto.... si erano addirittura promessi che dopo gli esami avrebbero provato a frequentarsi.

Non era ancora riuscito a dimenticare Hermione, ma per una buona volta nella sua vita stava cercando di essere felice.

Per quanto riguardava Ron e Hermione, lei aveva deciso che per adesso era meglio pensare unicamente agli esami e che una volta questi fossero terminati, allora ne avrebbero parlato.

E così le settimane trascorsero andando avanti solo grazie al pensiero che quando gli esami sarebbero finiti, forse, tutti loro avrebbero potuto raggiungere la meritata felicità.

 

Per la gioia di tutti, il 20 maggio arrivò veloce come un soffio di vento e con lui arrivarono anche i M.A.G.O.

Hermione entrò nel suo solito panico pre esame ed iniziò ridursi uno straccio perché non dormiva, non mangiava, non parlava con nessuno....se avesse potuto avrebbe anche smesso di respirare perché le toglieva tempo da poter dedicare allo studio, e poi beveva litri di pozione rinvigorante a non finire.

Erano gli esami più importanti della sua vita, Ron la capiva, ma non poteva mica togliersi la salute a quel modo!!

Inoltre si sapeva che la cosa più brutta degli esami non era tanto la loro difficoltà ma tutta la paura che ti prendevi prima.

E infatti, così come erano iniziati, gli esami erano anche finiti....velocemente e tragicamente.

Non appena Hermione aveva scritto l’ultima parola sulla sua pergamena infatti, era entrata in crisi post esame, convinta di avere sbagliato tutto e aveva pianto per un’ora intera, fino a quando la McGranitt non l’aveva rassicurata di aver fatto 200 risposte esatte su 160 quesiti.

Davvero strabiliante!

Quando gli esami furono finalmente terminati, e anche la crisi di Hermione, i tre ragazzi si fiondarono nel parco della scuola e si buttarono nel lago completamente vestiti, seguiti a ruota da tutti gli studenti del settimo anno.

Ron e Hermione si erano già tuffati in acqua mentre Harry andava a prendere Sarah, che aveva sostenuto dei M.A.G.O. diversi per diventare un’Indicibile del Ministero della Magia al reparto Misteri, ed erano andati insieme al lago.

Era la fine di maggio per cui faceva un terribile caldo afoso e l’acqua del lago era un piacevole sollievo per quei poveri ragazzi che avevano sostenuto gli esami fino a qualche ora prima.

Ron aveva tolto la giacca e la camicia della divisa, mettendo in mostra dei pettorali da far paura, osservò Hermione.

Hermione invece indossava una camicetta bianca che al contatto con l’acqua era diventata trasparentissima ed aderiva perfettamente ad ogni curva del suo corpo, osservò Ron.

Non appena si erano tuffati, avevano iniziato a schizzarsi acqua, dando il via a quel gioco che aveva preso tutti gli studenti presenti nel lago tirando fuori la parte infantile di ognuno di loro, che ogni tanto si faceva viva.

Quando tutti furono bagnati e stanchi a sufficienza il sole stava già tramontando, così la maggior parte degli studenti stavano tornando nella propria Sala Comune totalmente fradicia.

Harry, Ron e Hermione erano seduti sotto un albero a pensare che quello era uno degli ultimi ricordi che avrebbero portato per sempre nel cuore della scuola che per sette lunghi anni era stata la loro casa, mentre gli altri tornavano al castello.

-Che facciamo, torniamo anche noi?- chiese Ron ad un certo punto, alzandosi per strizzare la sua maglietta.

-Si, io sto letteralmente morendo di fame- disse Hermione alzandosi anche lei.

I due guardarono Harry, che stava fissando un punto indeterminato del lago. Si girarono a guardare e videro che seguendo il suo sguardo si arrivava ad una ragazzetta di Corvonero che loro non conoscevano che stava venendo verso Harry sorridendogli.

-Io penso che resterò qui ancora un po’- disse Harry, che evidentemente la conosceva, sorridendo ai due amici, che ricambiarono con un sorriso malizioso e si avviarono verso il castello, lasciandoli soli.

-E bravo il nostro Harry- disse Ron mentre attraversavano il parco.

-Già! A quanto pare ha una nuova fiamma....la conosci?-

-Non l’ho mai vista prima, comunque buon per lui, no?-

-Si, forse lei lo farà felice- disse Hermione, sentendosi prendere un po’ dal senso di colpa per non essere riuscita a fare lo stesso né con Harry né con Ron.

-Forse...-disse Ron pensoso. Oramai erano arrivati nella Sala d’Ingresso e Hermione si stava già dirigendo nella Sala Grande dicendo che non ci vedeva più dalla fame, quando gli venne in mente un’idea.

Afferrò Hermione per una mano e la trascinò su per le scale; non appena ebbero svoltato in un corridoio buio le disse –Chiudi gli occhi!-

-Cosa?? Ron, ma che stai facendo?- chiese lei ridendo mentre Ron, che si trovava alle sue spalle, le metteva le mani sugli occhi e la guidava lungo il corridoio. Non vedeva niente ma sentiva il fiato di lui vicino al suo collo e le fece venire la pelle d’oca.

-Ti copro gli occhi, così non bari!-

-Io non baro mai!!- disse Hermione fintamente indignata –Ma dove mi porti?-

-E’ una sorpresa- disse Ron fermandosi di botto.

Rimasero davanti ad un muro per un po’, in silenzio....in quel momento Ron ne approfittò per guardare la ragazza al suo fianco. Indossava ancora la divisa scolastica che ora però era tutta spiegazzata per aver fatto il bagno nel lago, e i capelli, che già di per sé erano ribelli, ora la facevano sembrare un leoncino con la criniera al vento. Nonostante tutto era sempre bellissima.

Quando sentì che era il momento tolse la mano dagli occhi di Hermione, permettendole di vedere quello che c’era di fronte a lei.

Una porta....

Hermione si guardò intorno ma non riuscì a capire in quale corridoio fossero.

-Ron, dove siamo?- gli chiese girando la testa per guardarlo in viso.

Lui la guardò con uno splendido sorriso che le mozzò il fiato e poi si abbassò su di lei per aprire la porta e per un istante rimasero così....vicini, e lo sguardo immerso l’uno negli occhi dell’altra.

Hermione era come incantata dal suo sguardo magnetico e dal suo magnifico sorriso....e poi averlo così vicino la faceva impazzire. Come al solito i suoi ormoni impazziti!!

E poi, ad arricchire quel momento già di per sé magico, si sentì una musica di sottofondo che partiva proprio dall’interno della stanza appena aperta.

Era una canzone dalla melodia dolcissima, che aveva fatto tornare in mente un bellissimo ricordo....

Quella era stata la prima canzone che avevano ballato insieme, abbracciati stretti stretti nella Sala Grande, il giorno del Ballo di Halloween.

My love, delle Sorelle Stravagarie....

E allora Hermione si riscosse e spostò il suo sguardo all’interno della stanza misteriosa....Ron, che stava ancora dietro di lei, le mise un braccio intorno alle spalle e la invitò ad entrare.

Dopo qualche passo, Hermione si ritrovò immersa nel buio.

Quando i suoi occhi si abituarono all’oscurità però Hermione osservò l’interno di quella camera con espressione sbalordita.

-Ron, ma è magnifico!- disse muovendo qualche altro passo in avanti.

La stanza era lievemente illuminata dalla luce tremolante di un’unica candela, che era posta su un tavolo al centro della stanza. Quest’ultimo era apparecchiato per due persone ed era pieno di piatti da portata davvero eleganti.

Inoltre, il tavolino dava su un elegante balconcino dal quale si godeva di una splendida vista su tutto il parco ed anche sulle splendide montagne che circondavano quel luogo incantato.

Una stanza del genere non esisteva ad Hogwarts, per cui non c’era alcun dubbio, quella doveva essere...

-La stanza delle necessità- sussurrò Hermione avvicinandosi al tavolo meravigliata.

-Esatto- disse Ron, mettendosi di fronte a lei e porgendole la mano per invitarla a ballare.

Hermione non se lo fece ripetere due volte, si accoccolò sulla sua spalla, lasciandosi cullare da quella dolce canzone e dai movimenti fluidi di Ron.

A Ron sembrava di sognare...stava tenendo tra le braccia le creatura che amava e la sentiva così vicina a sé, non solo fisicamente....era la cosa più bella del mondo.

Se fosse stato possibile sarebbero rimasti così per sempre.

Quando la canzone terminò i due ragazzi rimasero abbracciati ancora un po’...chi l’ha detto che per ballare ci sia bisogno della musica?

A loro bastava il suono dei loro cuori che in quel momento battevano all’unisono....

Poi Hermione spostò la testa dalla sua spalla per guardarlo dritto negli occhi....e in quegli splendidi zaffiri lesse che tutto l’amore del mondo non era abbastanza per poterlo paragonare al sentimento che quel ragazzo provava per lei.

Mai come in quel momento si era resa conto di quanto lei fosse importante per quel ragazzo, ma lui era lo stesso per lei?

Questo fu il motivo che la portò a staccarsi da lui e dirigersi verso il tavolo.

Ron, come al solito, non era riuscito a penetrare quei misteriosi occhi d’ambra, ma quando lei interruppe quel contatto capì che c’era qualcosa che non andava.

Le andò accanto e spostò una sedia dal tavolo in modo da farla accomodare.

Hermione non l’aveva mai visto così galante. Si accomodò sulla sedia ed attese che anche lui si sedesse di fronte a lei.

-Come mai siamo qui?- non riuscì a trattenersi dal porgli quella domanda che le frullava in testa fin da quando era entrata in quel posto magnifico.

-Hai detto che stavi morendo di fame, no?- disse lui come se fosse la cosa più naturale del mondo far apparire un banchetto ogni volta che aveva fame.

-Si, ma...-

-Niente ma, se non mangiamo subito si raffredda tutto- e detto questo iniziò a scoprire i piatti da portata.

La cena fu molto romantica....faceva uno strano effetto mangiare a lume di candela.

Quella sera mangiarono un sacco di pietanze deliziose preparate dalle magiche manine degli elfi domestici della scuola. Quando arrivarono ai dessert Ron era pieno come un uovo.

-Mamma mia quanta roba! Sto scoppiando- disse massaggiandosi la pancia.

-Ma come? Proprio ora che ci sono i dolci?!- disse Hermione mentre lanciava un’occhiata desiderosa ad una torta alla panna davvero molto invitante.

-Sei un pozzo senza fondo Herm!- la prese in giro Ron mentre lei si riempiva la bocca di torta.

E poi lui scoppiò a ridere.

-Che c’è? Perché ridi?- chiese lei guardandolo interrogativa.

Mentre si abbuffava si era sporcata il naso di panna. Era davvero buffa.

-Niente, niente- disse lui cercando di smettere di ridere. Sapeva quanto Hermione fosse altezzosa e che se avesse continuato a ridere si sarebbe offesa. Ed era un peccato rovinare una serata così fantastica per un motivo tanto stupido...

Per cui Ron le prese la mano che era poggiata sul tavolo e la strinse fra le sue....era così piccola e morbida.

Sembrava quella di una bambina dolce e indifesa...

-Noi due dobbiamo parlare, ricordi?-le disse con voce profonda.

Già...dovevano parlare.

Si alzò dalla sua sedia e le porse la mano per fare altrettanto.

-Ma Ron!! Non ho ancora finito il dolce!- si lamentò lei.

-Lo finisci dopo, abbiamo tutto il tempo che vuoi!-

Così Hermione afferrò la sua mano e si alzò, lasciandosi guidare da Ron sul balconcino.

Lui le mise un dito sul naso, dove era sporca, e quando lei si accorse che c’era della panna arrossì leggermente e poi gli leccò il dito per pulirlo.

Era un giochetto molto eccitante, osservò Ron.

Poi Hermione gli diede le spalle e si mise ad ammirare la vista di cui si godeva in quell’angolo di paradiso.

La luna quella sera aveva un colore molto simile all’arancio....era perfetta per quella serata tanto speciale.

Hermione sapeva che dovevano parlare, che lui lo stava attendendo.

‘Per adesso pensiamo a studiare. Quando finiscono i M.A.G.O. ne parleremo....è meglio per tutti e due, credimi’ gli aveva detto tempo fa.

E così il tempo era passato, gli esami terminati e lei aveva avuto tutto il tempo per pensare, ma non aveva ancora preso una decisione.

Mentre lei guardava la luna, Ron guardava lei, che a suo parere era mille volte più incantevole.

Hermione, sentendo il suo sguardo su di lei, non potè fare a meno di sorridere compiaciuta. E abbassando lo sguardo si accorse di una cosa che la fece ritornare alla realtà.

Si stavano ancora tenendo per mano.

Lui la teneva stretta e non aveva la minima intenzione di lasciarla andare.

Poi Ron le mise un braccio intorno ai fianchi e la girò verso di lui in modo che si potessero guardare negli occhi.

Quella di prima non era stata solo un’impressione, nello sguardo di Hermione c’era qualcosa che non andava.

Le prese il viso tra le mani e le disse dolcemente:

-Ehy, c’è qualcosa che non va?-

Hermione non sapeva come dirglielo...qualcosa che non andava c’era!

Ma come poteva dirgli che ancora non sapeva se voleva stare con lui oppure no?!

Semplice, non poteva!

Per questo gli fece segno di no con la testa sperando che lui le credesse.

Sollevato dalla sua risposta, anche se non del tutto, la strinse forte a sé per darle sicurezza e in qualche modo tranquillizzarla e poi iniziò piano a baciarle l’orecchio, soffiandovi dentro e accarezzandolo con la lingua...

Hermione fu scossa da un brivido mentre si abbandonava all’emozione di averlo così vicino...

Poi Ron scese, baciandole il collo e facendole il solletico sentendola sospirare di piacere, e continuò su per la mandibola e la guancia paffuta, fino ad arrivare alla meta.

Le sue labbra ero calde e morbide...

Hermione per un attimo fu sorpresa dall’intraprendenza del ragazzo, ma poi si lasciò prendere dal suo istinto e assaporò a lungo quel bacio, approfondendolo in un sensuale ed eccitante gioco di lingue.

Gustava il suo sapore e respirava il suo odore e non poteva fare a meno di pensare che quel ragazzo sapeva di buono, e che avrebbe potuto continuare a baciarlo per tutta la vita.

Ron la strinse ancora più forte a sé, sentendo le sue curve abbondanti premere sul suo corpo e non potè evitare la naturale reazione del suo corpo a tutto quello... la desiderava come non aveva mai desiderato nessun’altra prima.

-Quando ero bambino, con i miei abitavo nel Queen. Nella casa di fianco abitava un altro ragazzino. Ovviamente, giocavamo spesso insieme. Un giorno i suoi genitori gli regalarono una piccola automobile elettrica. Io sapevo che non potevo averne una e restavo a guardarlo con il desiderio di farci almeno un giro, cosa che non è mai successa.-

-Il tuo amico non era un bambino generoso.-

-Penso di no. Ma non è questo il punto- Jordan fissò gli occhi in quelli di Lysa –L’ho desiderata disperatamente, con tutta la mia fantasia. L’ho desiderata con la forza e l’intensità e la malinconia che solo un bambino può avere-

-Penso che per un bambino sia stato un grosso problema-

-No. Quello era un piccolo problema. Il grosso problema è che adesso io desidero te molto più di quell’automobile.-

(Niente di vero tranne gli occhi- Giorgio Faletti)

La cosa fu così evidente che anche Hermione se ne accorse.

Mentre si lasciavano travolgere da quella passione, erano rientrati nella stanza e si stavano via via avvicinando ad un divanetto dall’aria molto allettante. Quel ragazzo ci sapeva fare eccome, pensò Hermione, sentendo che presto avrebbe perso qualsiasi tipo di freno.

Stavano quasi per sedersi, quando Hermione sentì il contatto della stoffa sulle sue gambe, e questo sembrò interrompere quel sogno riportandola bruscamente alla realtà.

Si staccò dal ragazzo e scattò in piedi mettendo più distanza possibile tra lei e lui e quel divano.

Ron la guardò con sguardo interrogativo.

Un attimo prima si stavano baciando appassionatamente e l’attimo dopo lei si ritraeva bruscamente. Forse non le piaceva come baciava...

-Che succede?- chiese preoccupato.

-Oh, Ron, mi dispiace!- disse Hermione indietreggiando, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi - Mi dispiace tanto, ma non posso!!- e detto questo attraversò la stanza di corsa, facendo cadere parte dei bicchieri che erano sul tavolo e uscì, lasciando la bocca di Ron esattamente come la porta di quella stanza, spalancata , e il suo cuore come i bicchieri per terra, a pezzi.

 

*****

Eccoci qui con un altro capitolo...ormai siamo quasi alla fine dei giochi, mancano solo un paio di capitoli! Un po’ mi dispiace, mi sono affezionata a questa storia!!

Cmq...sono pienamente consapevole che questo capitolo non sia un gran che, a me non piace molto, eccetto l’ultima parte, che è un po’ più movimentata! In questo periodo mi manca l’ispirazione L!!

Apprezzerò i vostri commenti, ma vi prego non siate troppo cattive!!

Hermia

Grazie per le recensioni a:

Kristel: Ciao!!! Ti ringrazio per la tua recensione allo scorso capitolo! Sono molto ma molto felice che ti sia piaciuto! Il rapporto tra Ron e Gin andava chiarito in effetti…non si capiva molto perché lei fosse tanto ostile!! Beh…ci ha pensato Draco a consolarla!!! E comunque credo che da adesso in poi Gin avrà un motivo più che valido per odiare il fratello…! Tu che ne dici? Grazie tantissime….a presto! Izumi

 

Claccly92: A quanto vedo lo scorso capitolo ti è piaciuto! Mi fa molto piacere!! ^_^ Hai visto chi è stato ad interrompere i nostri poveri Romeo e Giulietta?! Mi sa che ne vedranno delle belle da adesso in poi…!! Spero di risentirti presto…Izumi

 

Ginevra89: Ciao! Sei una nuova lettrice, vero?! Non mi sei sembrata molto entusiasta della storia…o forse non ti sei voluta sbilanciare molto! In ogni caso…sono felice che ti sia piaciuta abbastanza…se hai qualche consiglio da dare, sarà ben accetto!!! Mi raccomando continua a seguirci!! Izumi

 

Shanìka: Draco ti ha fatto restare senza parole, a quanto vedo…per Merlino!!! ^_^ Per quanto riguarda Ginny, sono d’accordo con te, finalmente inizia a venir fuori per quella che è…diciamo che sta imparando a prendere la vita per il giusto verso (forse è meglio non ritirare fuori la storia della rosa…^_^)!! E’ più decisa…e, d’altronde, con uno come Draco davanti…come si potrebbe reagire?! Hai avuto un’altra premonizione, vero!? Mi sa che non posso dire niente in merito al finale…presto saprai, ormai non manca molto!! Ti do appuntamento al prox chappy!!! Grazie x i complimenti!! Izumi                                                                                                                            Ciao, sono Hermia! Mi sa che il tuo desiderio che in questo capitolo ci fosse quel qualcosa di più di cui parlavi non è stato esaudito...spero di non averti delusa troppo!!

 

Ranze: Ciao! Purtroppo non posso risponderti via mail…credo dovrai accontentarti di questo espediente! Sorry…^_^’! Per quanto riguarda la tua recensione al prologo ti ho già inviato un messaggio tramite Hermia visto che mi trovavo fuori…credo di essermi espressa male quanto ti ho risposto, sembravo un po’ sulla difensiva! Il fatto è che, appunto, andavo di fretta…scusami!! Ho apprezzato molto i tuoi consigli e tenterò di rimediare…in futuro! Ormai questa storia è iniziata così e non credo riuscirò a cambiare, anche perché manca davvero poco alla fine! Colgo l’occasione per ringraziarti anche per le recensioni ai capitoli successivi…soprattutto per la scena della rosa che, a quanto ho capito, ti è piaciuta…^_^!! A presto… Izumi

Un grazie inoltre a Dada Baggins per la stupenda recensione al prologo, siamo contente che la nostra storia ti abbia suscitato queste sensazioni!!

  
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