Pirati dei Caraibi
– Gli eredi del mare
Occhio alla scimmia
Non fu
facile per Morgan restare in silenzio e immobile nonostante tutti gli
sballottamenti a cui fu sottoposta la scialuppa durante il ritorno alla
Perla. Ebbe meno difficoltà a calarsi giù dalla
finestra, lungo il fianco della poppa, e a nascondersi sotto un telo in
coda alla barcaccia, facilitata dal fatto che i due marinai lasciati da
Barbossa a guardia tutto facevano, meno che guardare.
"Quindi, secondo te, è impossibile che questa Persefone sia
la stessa che commercia con l'Inghilterra per il solo fatto che non ha
lo stesso capitano" stava dicendo il più robusto dei due al
compagno, visibilmente interdetto, il quale dovette riflettere qualche
secondo prima di rispondere con un semi-risoluto "No", mentre Morgan
scivolava silenziosamente sotto il telo.
I due andarono avanti con le loro assurde congetture fino a quando
Barbossa non tornò sulla scialuppa e li zittì con
un perentorio ordine. Dopo un iniziale trambusto la barca
iniziò a muoversi e in breve raggiunsero la Perla Nera. Il
capitano risalì a bordo arrampicandosi lungo una scaletta
sul fianco della nave, mentre i due marinai armeggiarono con delle
carrucole per issare la scialuppa. Non fu una risalita tranquilla e
Morgan prese colpi a destra e a manca, ma dovette mordersi
più volte la lingua per evitare di lamentarsi ed essere
quindi scoperta.
A quel punto Morgan restò in paziente attesa nel suo
nascondiglio, mentre la nave riprese la navigazione e la ciurma si
impegnò nelle sue normali attività. Gli ordini
venivano, però, impartiti da una voce diversa da quella di
Barbossa, cosa che fece supporre alla ragazza che il capitano si fosse
ritirato nella sua cabina.
Le ore sembrarono non passare mai, dopo poco i muscoli iniziarono
dolerle e gli arti ad addormentarsi. Accolse con gioia il silenzioche
calò con l'arrivo della sera. Quando anche l'eco degli
ultimi passi cessò, Morgan si azzardò a sbirciare
fuori dal telo. Il ponte era apparentemente deserto, il vecchio uomo al
timone sonnecchiava appoggiato alla ruota, così come il
pappagallo azzurro sulla sua spalla.
Sempre guardinga, Morgan si scostò il telo di dosso e
passò dalla scialuppa al ponte della nave, aiutata dai
numerosi cigolii prodotti dalla nave stessa che coprirono quelli
causati dai suoi movimenti. Rimise a posto il telo e iniziò
ad esplorare con lo sguardo la nave, in parte aiutata dalle sporadiche
lampade a olio appese qua e là.
Pochi uomini si trovavano in quel momento sul ponte, tutti ubriachi o
quasi e senza alcun valido motivo per accorgersi di lei, tanto meno
riconoscere il suo volto. In mezzo al ponte si apriva una grossa grata
che permetteva l'accesso alla stiva. Morgan suppose che, qualche ponte
più in basso, ci fossero le prigioni, il primo posto in cui
le era venuto in mente di cercare suo fratello. A giudicare da
ciò che le aveva raccontato Gibbs, però, Barbossa
era tipo da trattare in modo privilegiato chiunque gli venisse utile, a
meno che questi non si fosse rivelato poco disponibile a stare alle sue
condizioni. Non avrebbe saputo dire quale delle due situazioni fosse
migliore.
Morgan buttò un'ultima occhiata al timoniere, ora
profondamente addormentato, quindi andò verso la grata e la
sollevò, poggiandola poi a terra il più
silenziosamente possibile. Prima che qualcuno potesse accorgersi di
lei, la ragazza discese velocemente la breve scala di legno,
nascondendosi poi all'ombra dietro di essa. Il puzzo di quell'ambiente
la colpì con una porta in faccia e fece salire a Morgan un
conato di vomito che difficilmente riuscì a reprimere.
Scoprì con disappunto che l'odore sgradevole proveniva dai
membri dell'equipaggio, profondamente addormentati sulle numerose
amache che arredavano il primo ponte sottocoperta.
Muovendosi con circospezione, Morgan tornò alla scala e
scese al livello sottostante, usato come magazzino per cibo, polvere da
sparo e pezzi di ricambio per la nave. La ragazza proseguì
fino all'ultimo livello, dove finalmente trovò le celle.
L'ambiente, umido per la vicinanza al livello del mare e le frequenti
infiltrazioni, era impregnato di un odore di cadavere di gran lunga
peggiore rispetto a quello emanato dalla ciurma e che la
obbligò a portarsi una mano al volto per coprirsi il naso.
Aguzzando la vista nel tentativo di vedere nonostante il buio, Morgan
iniziò a procedere lungo le due file di celle mezze allagate
e ammuffite, nonchè apparentemente vuote, finchè
non andò letteralmente a sbattere contro l'ultima cella in
fondo, completamente inghiottita dall'oscurità e impossibile
da individuare. Istintivamente Morgan trattenne il respiro e si mise in
ascolto, ma, non appena l'eco del clangore metallico cessò,
tornò il silenzio. La ragazza allora si rilassò,
nel frattempo i suoi occhi si erano abituati al buio e riuscirono a
distinguere una forma all'interno della cella davanti a lei, che in
più le sembrò si fosse mossa. Che fosse Jack?
Morgan avvicinò il viso alle sbarre di ferro per vedere
meglio, ma subito qualcosa le balzò contro da dentro la
cella gridando e facendo scappare un urlo anche alla ragazza, che
istintivamente indietreggiò per allontanarsi dalla scimmia
aggrappata alla grata. Con la schiena andò però
ad urtare contro qualcosa, o meglio, qualcuno, che immediatamente la
prese per una spalla e la voltò. Subito fu faccia a faccia
con Barbossa.
"Cercavate qualcosa, marinaio?" le domandò il capitano
arcigno, puntando i suoi occhi giallognoli sulla ragazza.
Sotto quello sguardo maligno e indagatore, a Morgan morirono le parole
in bocca. Barbossa contorse il volto in un'espressione impaziente.
"Allora?" incalzò poi, mentre la mano libera scivolava sul
calcio della pistola.
"Io...io" iniziò titubante Morgan, impossibilitata a
staccare gli occhi da quelli del capitano "...cercavo proprio voi"
disse infine, tentando di ostentare la maggior sicurezza possibile.
"Ma davvero? Qui nelle prigioni?" indagò ulteriormente
Barbossa, a metà fra lo sorpreso e il furibondo.
"Sì, ecco...ho esplorato ad uno ad uno gli altri ponti, ma
non vi ho trovato, capitano" si giustificò Morgan.
"E non avete pensato a cercarmi nei miei alloggi?"
"Veramente...no, signore"
"E nemmeno a chiedere a qualcuno della ciurma, quindi"
"No, signore"
"Beh, in questo caso, le opzioni sono due: o la vostra stupidaggine
raggiunge limiti inimmaginabili, oppure mi avete raccontato un sacco di
frottole e i motivi della vostra presenza qui sono ben altri. E,
chissà perchè, propendo per la seconda"
"Ma, se la prima fosse quella vera, allora la seconda la si potrebbe
escludere con assoluta certezza, non trovate?" ribatt Morgan con forse
troppa risolutezza. Barbossa la squadrò con occhi socchiusi
per qualche istante, prima di domandarle "Come vi chiamate, ragazzo?"
Ragazzo? Quindi nemmeno lui si era accorto che fosse una ragazza,
probabilmente anche a causa del buio, pensò Morgan. La
ragazza fu presa, comunque, alla sprovvista. Sulla Persefone non aveva
mai avuto bisogno di inventarsi un nome, per tutti era sempre stata il
Pivello. Cercò di elaborarne uno il più
velocemente possibile.
"Ben...Parker" disse alla fine di pochi ma estenuanti secondi di attesa.
"E, di grazia, perchè mi stavate cercando, mastro Parhker?"
chiese ancora il capitano.
"Per presentarmi ed evitare spiacevoli inconvenienti, come appunto
questo"
"Ma, di preciso, quando siete salito sulla mia nave?"
"Ero imbarcato come mozzo sulla Persefone, ma il mio più
grande sogno era far parte della vostra ciurma, capitano"
spiegò ossequiosa Morgan "Così mi sono nascosto
sulla vostra scialuppa e ho atteso che la nave ripartisse. Solo che mi
sono addormentato e al mio risveglio era già sera e i
marinai disponibili...beh, non erano proprio disponibili. Allora sono
venuto a cercare direttamente voi"
"Quindi volete entrare a far parte della mia ciurma"
"Esatto, signore"
Barbossa emise un suono gutturale a tratti simile ad una risata.
"Sì, devo ammettere che avete ragione, mastro Parker, siete
molto stupido"
Morgan sorrise mestamente, poi il pirata coninuò.
"Fortunatamente per voi, oggi sono molto più misericordioso
del solito. Vi prenderò nel mio equipaggio, ma non avrete
favoritismi. Inizierete come mozzo e solo se e quando vi sarete
distinto passerete di grado. Vi auguro una buona e il più
possibile duratura permanenza a bordo della Perla Nera, mastro Parker"
Detto questo, Barbossa girò sui tacchi e tornò
verso le scale che portavano in coperta, seguito a ruota dalla sua
fedele scimmia, che fece nuovamente sobbalzare Morgan. Le venne
spontaneo pensare con malinconia al suo mese di soggiorno sulla
Persefone. Si immaginò Gibbs che la rimproverava per la sua
avventatezza, cosa che stava facendo anche lei in quel preciso momento.
Ma il bisogno di salvare Jack era stato troppo impellente per poterlo
ignorare e l'occasione troppo ghiotta e a portata di mano. Ripensando a
suo fratello, le tornò in mente la figura che aveva
intravisto nella cella, ma non fece in tempo a voltarsi che il
perentorio richiamo del capitano la obbligò a ritornare sui
suoi passi.
"Sul ponte, mozzo! Solo perchè sei un poppante non ti
è permesso oziare!"
"Jack, mi devi un enorme favore" mormorò fra sè
mentre ritornava in coperta, dove un basso pirata dai radi capelli
lunghi le porse con ironica gentilezza secchio e spazzolone.
"Il capitano ha detto che ci si vuole specchiare" precisò
poi.
Morgan lo riconobbe come l'uomo che aveva preso il comando una volta
che la nave era risalpata.
La ragazza si mise subito al lavoro, doveva finire prima dell'alba, in
modo da non avere nessuno tra i piedi.
"Olio di gomito" gracchiò il pappagallo del timoniere, che
la osservava appollaiato, stavolta, sulla balaustra di tribordo. Morgan
sbuffò.
"Ci manca solo che anche la scimmia mi dia ordini"
In tutta risposta, l'animale raggiunse prontamente il pappagallo e le
gridò contro, quasi a prenderla in giro. Morgan rivolse ai
due animali un sorriso amaramente divertito, quindi riprese il suo
lavoro, accompagnata dal leggero sciabordio del mare contro i fianchi
della nave, sotto l'occhio vigile delle due bestiole.
Il giorno dopo la visita di Barbossa, la Persefone giunse in vista di
un'isoletta non lontana dalla costa della Florida. La zona raramente
veniva battuta dalle rotte commerciali a causa del basso fondale
attorno al pezzo di terra, ma per la nave di Gibbs era tappa obbligata.
Il capitano, riprese le vesti di primo ufficiale una volta entrati nel
Mar dei Caraibi, ordinò di mollare gli ormeggi e preparare
la scialuppa con i migliori rematori a bordo. Lui stesso li raggiunse
poco dopo e, sotto la calura del tardo mattino, iniziarono a vogare
verso terra. Pian piano i contorni dell'atollo si fecero sempre
più nitidi, i folti palmeti si delinearono all'orizzonte,
infine una figura più scura della sabbia e in movimento
venne avvistata da Gibbs, il quale non potè non riconoscere
la traballante camminata del suo capitano.
Appena ebbe avvistato la barca in avvicinamento, Jack Sparrow si
portò una mano alla fronte per schermarsi dal sole e insieme
socchiuse gli occhi per vedere meglio chi vi fosse a bordo.
"Ah, era ora!" si lamentò dopo aver riconosciuto il suo
primo ufficiale, quindi bevve una generosa golata di rhum e
andò a recuperare i suoi effetti, abbandonati ordinatamente
su una foglia di palma per evitare che si imbrattassero di sabbia. Nel
mentre che si preparò, la scialuppa raggiunse la riva e
Gibbs lo salutò cordialmente.
"Ben ritrovato, capitano!"
"Ritrovato, sì, ma ci avete messo più del solito
a trovarmi" fece notare Jack con disappunto "Sapete spiegarmente il
motivo, signor Gibbs?"
"Naturalmente, Jack" rispose risoluto il primo ufficiale.
Il capitano restò in attesa, incalzando con lo sguardo Gibbs
ad andare avanti.
"Oh, vuoi saperlo ora ora"
"Come siete perspicace. Sì, appunto, perciò
parla, e sii sintetico"
"Barbossa è salito a bordo, voleva parlare con voi e,
poichè non c'eravate, ha riferito a me cosicchè
potessi riferire a voi"
"Riferite, allora"
"Vuole che soccorriate i Pirati Nobili presi in ostaggio da Charles,
come comanda il Codice"
"E meno male che era il primo a dire che era solo una traccia"
commentò amaramente Jack, per poi riattaccarsi brevemente
alla bottiglia prima di continuare "In ogni caso, come ben sapete, ho
un'altra impellente urgenza che sono, ahimè, costretto a
risolvere e anche velocemente, e nonostante i miei debiti con la
fratellanza siano stati ripagati anni orsono, non posso onorare la
chiamata"
"L'avevo avvertito di questo, ma sembrava anch'egli di gran fretta,
anche se ciò non gli ha impedito di ritardare noi"
"Di gran fretta, dici?" indagò Jack, interessato.
"A quanto diceva era evaso da poco da Port Royal, grazie ad un aiuto
propizio, e la Marina era alle sue calcagna. Inoltre aveva intenzione
di trovare l'Olandese Volante"
"C'è un solo modo per trovare l'Olandese e l'ha
già sperimentato, se ben ricordo" constatò il
capitano, facendo un rapido segno della croce con due dita.
"Già, ma a quanto pare ultimamente capitan Turner fa qualche
capatina tra i vivi" spiegò allora Gibbs.
"Tipico di Turner fare cose stupide"
"Tipico dei
Turner" precisò il vecchio pirata, incuriosendo
ulteriormente Jack.
"I Turner?"
Gibbs annuì mestamente "La piccola Morgan era imbarcata
sulla Persefone fino a ieri. Deve aver sentito tutta la conversazione
tra me e Barbossa e in base ad essa ha deciso di imbarcarsi come
clandestina sulla Perla Nera"
"Morgan è qui ai Caraibi? Dopo tutta la fatica che abbiamo
fatto per metterla al sicuro?" domandò Jack con disappunto.
"E' venuta a conoscenza di tutto quanto, specie del fatto che il padre
e il fratello fossero in pericolo"
"Ho inquadrato il soggetto e ho compreso le vostre allusioni, mastro
Gibbs, ma uno senza l'altro fanno ben poco" fece notare il capitano,
soddisfatto della sua arguzia nonostante le grandi dosi di alcol
ingerite, ma il volto poco entusiasta del primo ufficiale lo fecero
rabbuiare.
"Ho ragione di temere, capitano" iniziò Gibbs soppesando le
parole "che anche il giovane Jack sia prigioniero a bordo della Perla"
"Ergo avete un disperato bisogno di me, nevvero?" ghignò
Jack Sparrow, già diretto alla scialuppa con la sua fedele
bussola in mano. L'ago puntò dritto verso sud-ovest.
"Verso Tortuga" mormorò fra sè soddisfatto "Verso
le scorte di rhum"
Stavolta
non vi ho fatto aspettare tanto, sono stata brava, vero?? ^^
Ecco che entra in scena il nostro Jack, spero di averlo reso al meglio
delle mie possiblità, è un personaggio talmente
unico che solo chi l'ha creato sarebbe in grado di riprodurlo
fedelmente. Sappiate, comunque, che ho fatto del mio meglio :)
Passando ai ringraziamenti:
-stellysisley: già, tutta sua madre e suo padre la nostra
Morgan, ed ecco a te Jack! Ti auguro una buona lettura, grazie e a
presto!
-Rebecca Lupin: diciamo che non ci hanno messo molto, soprattutto
grazie alla scimmia ;) grazie del commento, spero che il nuovo cap ti
piaccia!
Grazie anche, ovviamente, ha chi ha solo letto, a chi segue la storia e
a chi l'ha messa tra le preferite :)
A presto!
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