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Autore: Martyx1988    16/03/2010    4 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
Occhio alla scimmia

Non fu facile per Morgan restare in silenzio e immobile nonostante tutti gli sballottamenti a cui fu sottoposta la scialuppa durante il ritorno alla Perla. Ebbe meno difficoltà a calarsi giù dalla finestra, lungo il fianco della poppa, e a nascondersi sotto un telo in coda alla barcaccia, facilitata dal fatto che i due marinai lasciati da Barbossa a guardia tutto facevano, meno che guardare.
"Quindi, secondo te, è impossibile che questa Persefone sia la stessa che commercia con l'Inghilterra per il solo fatto che non ha lo stesso capitano" stava dicendo il più robusto dei due al compagno, visibilmente interdetto, il quale dovette riflettere qualche secondo prima di rispondere con un semi-risoluto "No", mentre Morgan scivolava silenziosamente sotto il telo.
I due andarono avanti con le loro assurde congetture fino a quando Barbossa non tornò sulla scialuppa e li zittì con un perentorio ordine. Dopo un iniziale trambusto la barca iniziò a muoversi e in breve raggiunsero la Perla Nera. Il capitano risalì a bordo arrampicandosi lungo una scaletta sul fianco della nave, mentre i due marinai armeggiarono con delle carrucole per issare la scialuppa. Non fu una risalita tranquilla e Morgan prese colpi a destra e a manca, ma dovette mordersi più volte la lingua per evitare di lamentarsi ed essere quindi scoperta.
A quel punto Morgan restò in paziente attesa nel suo nascondiglio, mentre la nave riprese la navigazione e la ciurma si impegnò nelle sue normali attività. Gli ordini venivano, però, impartiti da una voce diversa da quella di Barbossa, cosa che fece supporre alla ragazza che il capitano si fosse ritirato nella sua cabina.
Le ore sembrarono non passare mai, dopo poco i muscoli iniziarono dolerle e gli arti ad addormentarsi. Accolse con gioia il silenzioche calò con l'arrivo della sera. Quando anche l'eco degli ultimi passi cessò, Morgan si azzardò a sbirciare fuori dal telo. Il ponte era apparentemente deserto, il vecchio uomo al timone sonnecchiava appoggiato alla ruota, così come il pappagallo azzurro sulla sua spalla.
Sempre guardinga, Morgan si scostò il telo di dosso e passò dalla scialuppa al ponte della nave, aiutata dai numerosi cigolii prodotti dalla nave stessa che coprirono quelli causati dai suoi movimenti. Rimise a posto il telo e iniziò ad esplorare con lo sguardo la nave, in parte aiutata dalle sporadiche lampade a olio appese qua e là.
Pochi uomini si trovavano in quel momento sul ponte, tutti ubriachi o quasi e senza alcun valido motivo per accorgersi di lei, tanto meno riconoscere il suo volto. In mezzo al ponte si apriva una grossa grata che permetteva l'accesso alla stiva. Morgan suppose che, qualche ponte più in basso, ci fossero le prigioni, il primo posto in cui le era venuto in mente di cercare suo fratello. A giudicare da ciò che le aveva raccontato Gibbs, però, Barbossa era tipo da trattare in modo privilegiato chiunque gli venisse utile, a meno che questi non si fosse rivelato poco disponibile a stare alle sue condizioni. Non avrebbe saputo dire quale delle due situazioni fosse migliore.
Morgan buttò un'ultima occhiata al timoniere, ora profondamente addormentato, quindi andò verso la grata e la sollevò, poggiandola poi a terra il più silenziosamente possibile. Prima che qualcuno potesse accorgersi di lei, la ragazza discese velocemente la breve scala di legno, nascondendosi poi all'ombra dietro di essa. Il puzzo di quell'ambiente la colpì con una porta in faccia e fece salire a Morgan un conato di vomito che difficilmente riuscì a reprimere. Scoprì con disappunto che l'odore sgradevole proveniva dai membri dell'equipaggio, profondamente addormentati sulle numerose amache che arredavano il primo ponte sottocoperta.
Muovendosi con circospezione, Morgan tornò alla scala e scese al livello sottostante, usato come magazzino per cibo, polvere da sparo e pezzi di ricambio per la nave. La ragazza proseguì fino all'ultimo livello, dove finalmente trovò le celle. L'ambiente, umido per la vicinanza al livello del mare e le frequenti infiltrazioni, era impregnato di un odore di cadavere di gran lunga peggiore rispetto a quello emanato dalla ciurma e che la obbligò a portarsi una mano al volto per coprirsi il naso.
Aguzzando la vista nel tentativo di vedere nonostante il buio, Morgan iniziò a procedere lungo le due file di celle mezze allagate e ammuffite, nonchè apparentemente vuote, finchè non andò letteralmente a sbattere contro l'ultima cella in fondo, completamente inghiottita dall'oscurità e impossibile da individuare. Istintivamente Morgan trattenne il respiro e si mise in ascolto, ma, non appena l'eco del clangore metallico cessò, tornò il silenzio. La ragazza allora si rilassò, nel frattempo i suoi occhi si erano abituati al buio e riuscirono a distinguere una forma all'interno della cella davanti a lei, che in più le sembrò si fosse mossa. Che fosse Jack? Morgan avvicinò il viso alle sbarre di ferro per vedere meglio, ma subito qualcosa le balzò contro da dentro la cella gridando e facendo scappare un urlo anche alla ragazza, che istintivamente indietreggiò per allontanarsi dalla scimmia aggrappata alla grata. Con la schiena andò però ad urtare contro qualcosa, o meglio, qualcuno, che immediatamente la prese per una spalla e la voltò. Subito fu faccia a faccia con Barbossa.
"Cercavate qualcosa, marinaio?" le domandò il capitano arcigno, puntando i suoi occhi giallognoli sulla ragazza.
Sotto quello sguardo maligno e indagatore, a Morgan morirono le parole in bocca. Barbossa contorse il volto in un'espressione impaziente.
"Allora?" incalzò poi, mentre la mano libera scivolava sul calcio della pistola.
"Io...io" iniziò titubante Morgan, impossibilitata a staccare gli occhi da quelli del capitano "...cercavo proprio voi" disse infine, tentando di ostentare la maggior sicurezza possibile.
"Ma davvero? Qui nelle prigioni?" indagò ulteriormente Barbossa, a metà fra lo sorpreso e il furibondo.
"Sì, ecco...ho esplorato ad uno ad uno gli altri ponti, ma non vi ho trovato, capitano" si giustificò Morgan.
"E non avete pensato a cercarmi nei miei alloggi?"
"Veramente...no, signore"
"E nemmeno a chiedere a qualcuno della ciurma, quindi"
"No, signore"
"Beh, in questo caso, le opzioni sono due: o la vostra stupidaggine raggiunge limiti inimmaginabili, oppure mi avete raccontato un sacco di frottole e i motivi della vostra presenza qui sono ben altri. E, chissà perchè, propendo per la seconda"
"Ma, se la prima fosse quella vera, allora la seconda la si potrebbe escludere con assoluta certezza, non trovate?" ribatt Morgan con forse troppa risolutezza. Barbossa la squadrò con occhi socchiusi per qualche istante, prima di domandarle "Come vi chiamate, ragazzo?"
Ragazzo? Quindi nemmeno lui si era accorto che fosse una ragazza, probabilmente anche a causa del buio, pensò Morgan. La ragazza fu presa, comunque, alla sprovvista. Sulla Persefone non aveva mai avuto bisogno di inventarsi un nome, per tutti era sempre stata il Pivello. Cercò di elaborarne uno il più velocemente possibile.
"Ben...Parker" disse alla fine di pochi ma estenuanti secondi di attesa.
"E, di grazia, perchè mi stavate cercando, mastro Parhker?" chiese ancora il capitano.
"Per presentarmi ed evitare spiacevoli inconvenienti, come appunto questo"
"Ma, di preciso, quando siete salito sulla mia nave?"
"Ero imbarcato come mozzo sulla Persefone, ma il mio più grande sogno era far parte della vostra ciurma, capitano" spiegò ossequiosa Morgan "Così mi sono nascosto sulla vostra scialuppa e ho atteso che la nave ripartisse. Solo che mi sono addormentato e al mio risveglio era già sera e i marinai disponibili...beh, non erano proprio disponibili. Allora sono venuto a cercare direttamente voi"
"Quindi volete entrare a far parte della mia ciurma"
"Esatto, signore"
Barbossa emise un suono gutturale a tratti simile ad una risata.
"Sì, devo ammettere che avete ragione, mastro Parker, siete molto stupido"
Morgan sorrise mestamente, poi il pirata coninuò.
"Fortunatamente per voi, oggi sono molto più misericordioso del solito. Vi prenderò nel mio equipaggio, ma non avrete favoritismi. Inizierete come mozzo e solo se e quando vi sarete distinto passerete di grado. Vi auguro una buona e il più possibile duratura permanenza a bordo della Perla Nera, mastro Parker"
Detto questo, Barbossa girò sui tacchi e tornò verso le scale che portavano in coperta, seguito a ruota dalla sua fedele scimmia, che fece nuovamente sobbalzare Morgan. Le venne spontaneo pensare con malinconia al suo mese di soggiorno sulla Persefone. Si immaginò Gibbs che la rimproverava per la sua avventatezza, cosa che stava facendo anche lei in quel preciso momento. Ma il bisogno di salvare Jack era stato troppo impellente per poterlo ignorare e l'occasione troppo ghiotta e a portata di mano. Ripensando a suo fratello, le tornò in mente la figura che aveva intravisto nella cella, ma non fece in tempo a voltarsi che il perentorio richiamo del capitano la obbligò a ritornare sui suoi passi.
"Sul ponte, mozzo! Solo perchè sei un poppante non ti è permesso oziare!"
"Jack, mi devi un enorme favore" mormorò fra sè mentre ritornava in coperta, dove un basso pirata dai radi capelli lunghi le porse con ironica gentilezza secchio e spazzolone.
"Il capitano ha detto che ci si vuole specchiare" precisò poi.
Morgan lo riconobbe come l'uomo che aveva preso il comando una volta che la nave era risalpata.
La ragazza si mise subito al lavoro, doveva finire prima dell'alba, in modo da non avere nessuno tra i piedi.
"Olio di gomito" gracchiò il pappagallo del timoniere, che la osservava appollaiato, stavolta, sulla balaustra di tribordo. Morgan sbuffò.
"Ci manca solo che anche la scimmia mi dia ordini"
In tutta risposta, l'animale raggiunse prontamente il pappagallo e le gridò contro, quasi a prenderla in giro. Morgan rivolse ai due animali un sorriso amaramente divertito, quindi riprese il suo lavoro, accompagnata dal leggero sciabordio del mare contro i fianchi della nave, sotto l'occhio vigile delle due bestiole.

Il giorno dopo la visita di Barbossa, la Persefone giunse in vista di un'isoletta non lontana dalla costa della Florida. La zona raramente veniva battuta dalle rotte commerciali a causa del basso fondale attorno al pezzo di terra, ma per la nave di Gibbs era tappa obbligata. Il capitano, riprese le vesti di primo ufficiale una volta entrati nel Mar dei Caraibi, ordinò di mollare gli ormeggi e preparare la scialuppa con i migliori rematori a bordo. Lui stesso li raggiunse poco dopo e, sotto la calura del tardo mattino, iniziarono a vogare verso terra. Pian piano i contorni dell'atollo si fecero sempre più nitidi, i folti palmeti si delinearono all'orizzonte, infine una figura più scura della sabbia e in movimento venne avvistata da Gibbs, il quale non potè non riconoscere la traballante camminata del suo capitano.
Appena ebbe avvistato la barca in avvicinamento, Jack Sparrow si portò una mano alla fronte per schermarsi dal sole e insieme socchiuse gli occhi per vedere meglio chi vi fosse a bordo.
"Ah, era ora!" si lamentò dopo aver riconosciuto il suo primo ufficiale, quindi bevve una generosa golata di rhum e andò a recuperare i suoi effetti, abbandonati ordinatamente su una foglia di palma per evitare che si imbrattassero di sabbia. Nel mentre che si preparò, la scialuppa raggiunse la riva e Gibbs lo salutò cordialmente.
"Ben ritrovato, capitano!"
"Ritrovato, sì, ma ci avete messo più del solito a trovarmi" fece notare Jack con disappunto "Sapete spiegarmente il motivo, signor Gibbs?"
"Naturalmente, Jack" rispose risoluto il primo ufficiale.
Il capitano restò in attesa, incalzando con lo sguardo Gibbs ad andare avanti.
"Oh, vuoi saperlo ora ora"
"Come siete perspicace. Sì, appunto, perciò parla, e sii sintetico"
"Barbossa è salito a bordo, voleva parlare con voi e, poichè non c'eravate, ha riferito a me cosicchè potessi riferire a voi"
"Riferite, allora"
"Vuole che soccorriate i Pirati Nobili presi in ostaggio da Charles, come comanda il Codice"
"E meno male che era il primo a dire che era solo una traccia" commentò amaramente Jack, per poi riattaccarsi brevemente alla bottiglia prima di continuare "In ogni caso, come ben sapete, ho un'altra impellente urgenza che sono, ahimè, costretto a risolvere e anche velocemente, e nonostante i miei debiti con la fratellanza siano stati ripagati anni orsono, non posso onorare la chiamata"
"L'avevo avvertito di questo, ma sembrava anch'egli di gran fretta, anche se ciò non gli ha impedito di ritardare noi"
"Di gran fretta, dici?" indagò Jack, interessato.
"A quanto diceva era evaso da poco da Port Royal, grazie ad un aiuto propizio, e la Marina era alle sue calcagna. Inoltre aveva intenzione di trovare l'Olandese Volante"
"C'è un solo modo per trovare l'Olandese e l'ha già sperimentato, se ben ricordo" constatò il capitano, facendo un rapido segno della croce con due dita.
"Già, ma a quanto pare ultimamente capitan Turner fa qualche capatina tra i vivi" spiegò allora Gibbs.
"Tipico di Turner fare cose stupide"
"Tipico dei Turner" precisò il vecchio pirata, incuriosendo ulteriormente Jack.
"I Turner?"
Gibbs annuì mestamente "La piccola Morgan era imbarcata sulla Persefone fino a ieri. Deve aver sentito tutta la conversazione tra me e Barbossa e in base ad essa ha deciso di imbarcarsi come clandestina sulla Perla Nera"
"Morgan è qui ai Caraibi? Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per metterla al sicuro?" domandò Jack con disappunto.
"E' venuta a conoscenza di tutto quanto, specie del fatto che il padre e il fratello fossero in pericolo"
"Ho inquadrato il soggetto e ho compreso le vostre allusioni, mastro Gibbs, ma uno senza l'altro fanno ben poco" fece notare il capitano, soddisfatto della sua arguzia nonostante le grandi dosi di alcol ingerite, ma il volto poco entusiasta del primo ufficiale lo fecero rabbuiare.
"Ho ragione di temere, capitano" iniziò Gibbs soppesando le parole "che anche il giovane Jack sia prigioniero a bordo della Perla"
"Ergo avete un disperato bisogno di me, nevvero?" ghignò Jack Sparrow, già diretto alla scialuppa con la sua fedele bussola in mano. L'ago puntò dritto verso sud-ovest.
"Verso Tortuga" mormorò fra sè soddisfatto "Verso le scorte di rhum"








Stavolta non vi ho fatto aspettare tanto, sono stata brava, vero?? ^^
Ecco che entra in scena il nostro Jack, spero di averlo reso al meglio delle mie possiblità, è un personaggio talmente unico che solo chi l'ha creato sarebbe in grado di riprodurlo fedelmente. Sappiate, comunque, che ho fatto del mio meglio :)
Passando ai ringraziamenti:
-stellysisley: già, tutta sua madre e suo padre la nostra Morgan, ed ecco a te Jack! Ti auguro una buona lettura, grazie e a presto!
-Rebecca Lupin: diciamo che non ci hanno messo molto, soprattutto grazie alla scimmia ;) grazie del commento, spero che il nuovo cap ti piaccia!
Grazie anche, ovviamente, ha chi ha solo letto, a chi segue la storia e a chi l'ha messa tra le preferite :)
A presto!
   
 
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