terzo capitolo different twins
Different Twins
Diantha e Artemisia avevano appena finito
di fare colazione, e in quel momento erano in camera per vestirsi.
Diantha prese degli short neri, una
maglia senza spalline argentata e dei sandali neri e argento, mentre la sorella
optò per una minigonna di jeans, una maglietta con spalline sottili dorata e
rossa a le sue amate All Stars rosse.
Entrambe si misero degli orecchini e
il loro profumo alla vaniglia, infine scesero di filata al piano di sotto dove i
genitori le aspettavano davanti alla porta.
Appena il padre guardò le figlie si
girò scandalizzato verso la moglie che stava cercando di non ridergli in
faccia.
William aprì diverse volte la bocca,
per poi richiuderla senza saper cosa dire.
-Devi dirci qualcosa papà? Perché
altrimenti iniziamo a salire in macchina.- disse con vocina angelica
Artemisia.
Notando che il padre non diceva nulla
disse con un sorrisino bastardo stampato in faccia Diantha:
-Evidentemente no
sorellina...vogliamo andare?- detto questo le due gemelle andarono verso la
macchina con dietro la madre e il padre, ancora allibito per l'abbigliamento
delle sue figlie.
-E dai! Accelera!- ripeté per
l'ennesima volta Artemisia.
-Non posso mica far volare la
macchina tesoro!- risponde William.
-Ha ragione tuo padre Artemisia.
Lascialo guidare in santa pace.- aggiunse Jane.
-Che palle..- sbuffa la gemella dagli
occhi dorati.
-State tranquille, giriamo a
quest'incrocio e saremo arrivati.- disse dolcemente la madre.
Le due sorelle sorrisero eccitate.
Poco dopo l'auto accostò, e tutta la famiglia scese.
-Dai, dai, dai!- dissero in coro le
due.
Infatti davanti a loro c'era una
piccola porta in legno, con su scritto con una scrittura elegante e sinuosa “Il
Paiolo Magico”, le persone ci passavano davanti senza vederlo, infatti era così,
perché il Paiolo era protetto da uno scudo che proibiva la vista ai babbani, o
non-magici.
Visto che nessuno si decideva a
muoversi, Diantha fece il primo passo, avanzando con aria sicura verso la
porta.
La aprì e...iniziarono a brillarle
gli occhi.
Davanti a lei c'erano decine di maghi
e di streghe che per un motivo o per l'altro usavano la magia facendo svolazzare
gli oggetti ecc.
Quando l'allegra famigliola (?) entrò
del tutto rimase stupita, anche se si poteva notare che lo stupore non era del
tutto vero.
I genitori si fecero avanti e
chiesero di poter andare a Diagon Alley, e il barista sorridendo cortese fece
loro cenno di seguirlo.
E così fecero.
Ben presto si trovarono davanti a un
muro di mattoni.
Il barista toccò alcuni di
quest'ultimi e piano piano il muro iniziò a ritirarsi, lasciando le due gemelle
senza fiato.
Quello era uno spettacolo che non
avrebbero dimenticato MAI.
Davanti a loro c'erano migliaia di
persone vestite in modo particolare (cappelli a punta, mantelli ecc.)
che passava davanti a loro senza
degnarli di uno sguardo.
-Mamma...questi sono tutti come noi?-
chiese Artemisia.
-Si tesoro.- rispose lei
dolce.
Diantha dopo quell'attimo di
insicurezza si riscosse e ritornò quella di sempre, così avanzò all'apparenza
sicura e oltrepassò il muro.
Poi si girò verso i genitori e la
sorella.
-Vogliamo andare?- chiese.
La sorella dagli occhi dorati
sorrise raggiante e seguì Diantha, con dietro i genitori sorridenti.
Jane prese dalla borsa un foglio, e
disse:
-Per prima cosa dovremo andare alla
Gringott, per cambiare i soldi, poi inizieremo a fare acquisti.-
-Evvai!- dissero in coro le
gemelle.
William teneva in mano un corposo
sacchetto contenti zellini, falci e galeoni, i soldi per l'appunto cambiati poco
prima.
Diantha e Artemisia si guardarono
intorno tutte contente, fermandosi ogni secondo per vedere qualcosa nelle
vetrine.
Jane aveva ancora il foglietto in
mano, e dopo avergli dato una rapida occhiata disse alle figlie:
-Per prima cosa passeremo per le
divise, successivamente i libri, accessori vari, poi a comprare gli animali e
infine andremo per la bacchetta.-
Le due ragazzine sorrisero eccitate e
costrinsero i genitori ad accelerare il passo.
Si ritrovarono davanti a un negozio
di abiti (dove vendevano anche le divise per Hogwarts) “Madama McClan: abiti per
tutte le occasioni” recitava la scritta.
Artemisia fece il primo passo aprendo
la porta e mettendo il naso dentro.
Entrò del tutto e notò che c'erano
altre persone e ragazzini come lei.
-Buongiorno tesoro! Io sono Madama
McClan, ti serve qualcosa?- chiese una donna abbastanza grande.
Era vestita in modo alquanto
particolare, una strana veste color viola scuro e lilla, un cappello a punta
nero e delle scarpe somiglianti a stivaletti color vinaccia. Un insieme di viola
assurda.
Artemisia non sapeva cosa dire,
allora rispose la madre:
-Buongiorno anche a lei! Dovremo
acquistare delle divise per Hogwarts...-
-Ma certo!-la interruppe lei-Servono
a queste due belle bambine?-
-Si.-poi la mamma si rivolse alle
figlie-Bene, adesso io e papà andiamo a comprare i libri e le altre cose, poi
quando avete finito andiamo a prendere l'animale e la bacchetta, ok?-
Le due gemelle annuirono.
-Bene, allora a dopo, ciao!- e
salutandole i genitori uscirono dal negozio.
-Benissimo! Allora, adesso dovete
salire su uno sgabello che devo prendere le misure, state immobili, mi
raccomando!- esclamò.
Diantha e Artemisia salirono sui due
sgabelli apparsi davanti a loro.
Spille, fermagli, aghi e altre cose
spuntarono magicamente per misurare le due streghette.
Diantha rimase ferma per tutto il
tempo che serviva per misurarla, a differenza della sorella che non stava ferma
un attimo, subendo i continui rimproveri di Madama McClan.
Dopo un ora di supplizio (almeno per
la gemella col potere del fuoco), i vestiti erano finalmente pronti, e i
genitori tornarono nel preciso istante in cui le due sorelle prendevano il
pacco, carichi di buste, sacchetti e roba varia.
Dopo aver ringraziato la proprietaria
l'intera famiglia si diresse verso l'Emporio del Gufo.
Le due ragazzine erano esaltate, e si
precipitarono dentro senza neanche aspettare i loro genitori.
L'interno del negozio era pieno di
gabbie contenenti gli animali più vari.
-Ricordatevi ragazze! Si può
scegliere un gufo o un gatto o un rospo! Chiaro?- ricordò William.
-Certo papà...- risposero loro due,
anche se stavano già pensando a che animale scegliere.
Detto questo sparirono, cercando un
animale adatto.
Diantha stava girovagando da 10
minuti senza successo.
Accidenti...è possibile che non ne
trovi uno che attiri la mia attenzione?
Neanche finito di pensarlo che girandosi incontrò due grandi occhi viola
a fissarla, erano quelli di un magnifico gatto nero, rinchiuso in una
gabbietta.
-Ciao piccolo...come ti chiami?- chiese a vuoto Diantha.
Ma la risposta arrivò inaspettata.
Mi chiamo
Saphira, tu?. La ragazza si allontanò di
scatto spaventata.
-Co-cosa...come dai a parlare?-
Non sto
parlando, sto proiettando i miei pensieri su di te.
-Come fai?-
Semplice,
sono un gatto magico. Disse Saphira come
che fosse la cosa più ovvia del mondo.
Perché non mi
prendi con te? Potrei proteggerti e aiutarti...
-Si! Prendo te!-
A proposito,
non c'è bisogno di parlare, basta che pensi una cosa e il la
sentirò.
Ok.
Dopo questa breve conversazione, Diantha prese la gabbia dove stava
Saphira e ritornò dai genitori.
Nello stesso momento Artemisia stava curiosando tra le tante gabbie del
negozio.
Anche lei aveva lo stesso problema della sorella, non riusciva a trovare
un animale che l'attirasse particolarmente, ma anche lei fece un incontro
inaspettato.
Infatti appena si girò e si ritrovò davanti un paio di occhi
arancioni.
Appartenevano a un bellissimo falco dal piumaggio rosso-dorato che la
guardavano con occhi attenti.
Anche lei, come la sorella, si avvicinò e disse:
-Che bel falco...come
ti chiami?-
Mi chiamo
Fire.
-Ahhhhhh!- urlò Artemisia cadendo all'indietro.
Non c'è
bisogno di urlare...
Oddio! Un
falco che parla! Pensò
lei.
Bhe...non è
che parlo proprio...piuttosto parlo mentalmente.
E mi legge
anche nella mente!
Certo, c'è un
legame tra noi due...
E
sarebbe?
Te lo
spiegherò più avanti...
Uffa...
Sbuffò Artemisia.
-Come sei bello...mi sa che scelgo proprio
te!-
Ne sarei
onorato!
Benissimo!
E detto (o meglio pensato) questo,
Artemisia prese la gabbia e si diresse anche lei dai genitori.
Jane e William videro arrivare contemporaneamente le
loro due figlie, una (Artemisia) con un bellissimo falco rosso-dorato e degli
occhi arancioni, l'altra (in questo caso Diantha) con un elegante gatto nero
come la pece e due unici occhi viola.
Dopo aver pagato le due ragazzine uscirono
soddisfatte dal negozio, dirigendosi a quello delle bacchette.
Si fermarono davanti a un negozio all'apparenza
vecchiotto. Le due sorelle si guardarono stupite m entrarono con i loro
genitori.
Un campanello avvisò il proprietario che c'erano
clienti, così spuntò da sotto il bancone e sorrise alle due
ragazzine.
-Siete qui per la vostra prima bacchetta, giusto?-
chiese, rivolgendosi alle due.
Loro per risposta annuirono.
-Bene, allora incominceremo da te.- e indicò
Artemisia.
Prese una delle tante scatolette e le porse la
bacchetta. Lei la prese e timida la agitò piano, quella per risposta le volò via
dalla mano, allora il proprietario la prese e la rimise al suo posto, sorridendo
misterioso.
La stessa cosa si ripeté più volte.
-Uff...allora, prova questa: 11 pollici, legno di
mogano, flessibile con fibra di cuore di drago, ottima per Trasfigurazione e
Incantesimi.-
Lei la prese e appena toccò la bacchetta, questa
sprigionò scintille rosse, dorate e bianche e una luce avvolse la mano di
Artemisia.
-Benissimo! Adesso tocca a te
signorina!-
Successe la stessa identica cosa anche per Diantha
che già cominciava a stancarsi.
-Allora, prova questa: 11 pollici come la tua
gemella, legno di ebano, abbastanza flessibile con fibra di crine di unicorno,
perfetta per Difesa Contro le Arti Oscure e Trasfigurazione.-
Successe come per Artemisia, appena lei toccò la
bacchetta quest'ultima sprigionò scintille blu, argentate e nere, e una luce
avvolse la sua mano.
-Perfetto! Avete trovato delle bacchette bellissime!-
disse il proprietario eccitato per non si sa cosa.
Dopo aver pagato l'allegra famigliola uscì dal
negozio, e a un certo punto Jane disse:
-Oddio! Mi stavo per dimenticare le provette per
pozioni! Facciamo così, io e papà andiamo a comprarle, voi invece vi prendete
qualcosa da mangiare, ok?-
Le due gemelle annuirono, in fondo un po' di fame c'è
l'avevano, e William non poteva fare altro che arrendersi. Così diede alcuni
soldi a Diantha e sparirono tra la folla, dicendo di stare
attente.
-Benissimo! Allora sorellina, andiamo a prenderci
qualcosa da mangiare?- chiese Artemisia iniziando già a dirigersi verso il
banco.
-Ok.- e con la solita flemma, Diantha la
seguì.
Artemisia però, come al solito non guardava dove
camminava,e come al solito finì addosso a qualcuno.
-E stai più attenta dove cammini ragazzina!- a
esclamare questo era stato un ragazzo più grande di lei all'incirca di un anno.
Aveva dei capelli biondissimi, color platino, e occhi color
tempesta.
-Scusami! Non ti avevo visto!- rispose Artemisia, che
era arrossita all'improvviso.
-Scusami un corno!- disse lui per
risposta.
A salvare (per modo di dire) la situazione, ci pensò
Diantha, incavolata con il ragazzino per come si era rivolto a sua
sorella.
-Ehi biondino! Riprova a dire quelle cosa a mia
sorella e ti affogo!-
-Ah ah! Che paura! Stai lontana da me,
mocciosa!-
-Senti chi parla, almeno io non ho i capelli bianchi
prima del previsto!-
Continuarono così per un po', ma a ri-salvare la
situazione ci pensarono due fratelli, attratti dalla ragazzina dagli occhi
d'argento.
-Ehi Malfoy! Datti una calmata!- disse quello più
grande, con i capelli neri e gli occhi castani.
-Ehilà Potter! Da quanto non ci si vede! Ma guarda,
c'è anche il fratellino!-
-Vaffanculo.- disse il “fratellino”. Si chiamava
Albus Severus Potter, aveva dei capelli corvini perennemente scompigliati, un
paio d'occhi verde smeraldo e la stessa età della delle gemelle. Il fratello
invece aveva un anno in più, e i chiamava James Sirius Potter.
Infine il biondino aveva la stessa età di James, e si
chiamava Scorpius Hyperion Malfoy.
Scorpius sorrise.
-Scusa tanto ma mi è venuta
addosso!-
-Lei ti ha chiesto scusa!- esclamò
Diantha.
-Tsk, zitta tu.-
-No, zitto tu!- esclamò Artemisia, dopo essersi
ripresa improvvisamente.
-E finitela!- dissero in coro James e
Albus.
-Allora, molto piacere, James Potter!- disse il
moro.
-Io sono Albus Potter.- disse l'altro e dicendolo
lanciò un occhiata al biondino, che disse annoiato:
-Io sono Scorpius Malfoy.-
Le due gemelle si guardarono e
dissero:
-Io mi chiamo Artemisia!- -Io
Diantha.-
Fatte le presentazioni iniziarono a chiacchierare, chi
più chi meno.
Alla fine si scoprì che Scorpius era di Serpeverde,
James di Grifondoro, e entrambi spiegarono alle due gemelle come funzionava
Hogwarts.
Finirono per comprarsi tutti e cinque qualcosa da
mangiare, ma alla fine i genitori chiamarono i loro figli, e tutti si dovettero
separare.
Le due sorelle tornarono a casa, allegre e stanche
della giornata sfiancante, ma sapevano che quel giorno era nata un'amicizia, ma
non sapevano che per altri, anche qualcosa di più.
Spazio
Autrici
Ciao a
tutti!^____^
Lo sappiamo che
siamo in ritardo mostruoso, ma cercate di capirci, tra scuola, impegni vari e la
voglia con l'ispirazione che sono volate via! >.<
Vabbè, adesso
cambiamo pure argomento!
Uffi.. Solo 2
seguiti... Delle recensioni ci accontentiamo (Se! Certo!
NdVocedellaVertità)!
Comunqueeeeeeeeeee!
Speriamo che
questo capitolo più lungo degli altri 2 vi piaccia
almeno!
Adesso
risponderemo alle recensioni...
_ki_ :
grazie mille per la recensione! Ne siamo entrambe
contente!^^
A proposito dei genitori comunque...i loro genitori
sapevano che erano delle streghe, ma loro non sono maghi! Si scoprirà più avanti
la verità sui genitori! XP Continua a recensire per favore! Ciao
ciao!!!^-^
ryry
:
ci dispiace un sacco non averla potuta aggiornare prima, ma come avrai letto
sopra, eravamo super impegnate e avevamo terminato entrambe l'ispirazione!^^''''
Sorry! Come abbiamo detto a _ki_, speriamo che anche tu continuerai a recensire!
Ciao ciao!^-^
Ringraziamo a
chi l'ha aggiunta sui seguiti:
Adesso ci
eclissiamo!
CIAO A
TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!^-^
|