Nami corse subito
sottocoperta, procurando preoccupazione
negli altri membri della ciurma, che la seguirono allarmati.
“Zoro!”
urlò aprendo tutte le porte in cui si imbatteva,
senza ricevere alcuna risposta.
La sensazione di malessere
che la giovane avvertiva si
faceva sempre più forte.
Cambiò
corridoio e sentì l’urlo del compagno provenire
dal
fondo di esso, mentre dietro di lei altre voci chiamavano il suo nome.
“Zoro!”
esclamò aprendo di scatto l’ultima porta che li
separava.
Ciò a cui
assistette la fece cadere a terra terrorizzata.
Un immenso buco nero stava
risucchiando ogni cosa si trovasse
in quella stanza.
Zoro aveva due delle sue spade puntate a terra e
cercava di
resistere alla corrente centrifuga.
La voce della navigatrice
lo distrasse, facendogli perdere
qualche centimetro.
“stupida,
vattene via!” gridò non appena si accorse che se
fosse rimasta nella camera presto sarebbe stata in pericolo.
“ma
cos’è quell’affare?!” rispose
lei ignorando l’ordine
dello spadaccino.
Dopo poco il suo corpo
abbandonato sul pavimento per lo
shock prese a muoversi, attirato da quella forza oscura.
Zoro in un lampo si
parò davanti a lei.
“mocciosa,
perché sei venuta a cercarmi?” sbraitò
lui.
“ma dobbiamo
discutere anche in momenti come questo razza di
idiota?”
rispose prontamente la
rossa, che tutto gli avrebbe detto tranne che
era preoccupata per lui.
“gli altri
saranno qui a momenti! Cosa facciamo?” chiese
ancora lei, aggrappata alla schiena dello spadaccino.
“tieniti
forte” fu l’unica cosa che lei capì
chiaramente in
tutto quel trambusto, e non se lo fece ripetere due volte.
Artigliò
più
saldamente le sue spalle possenti e si strinse a lui con tutte le forze
che
aveva in corpo.
“fidati di
me” furono le ultime parole che Nami percepì
prima che il buio li avvolgesse entrambi.
“Nami,
Zoro!” urlò Rufy vedendoli scomparire sotto i suoi
occhi.
Robin tentò di
afferrarli usando il suo potere ma la massa
buia si volatilizzò non appena la sua mano si strinse per
afferrare i compagni.
Tutti restarono allibiti a
fissare il punto dove gli amici erano
scomparsi.
Pochi istanti dopo una
piccola scintilla luminosa li
costrinse a pararsi gli occhi finché non assunse un
trascendente aspetto incorporeo.
“t-t-tu c-chi
s-s-sei?!” urlò Usop dietro alla schiena di
Franky.
Un vero e proprio fantasma
si stagliava davanti a loro, però
non sembrava avere cattive intenzioni.
Era una giovane donna, che
indossava abiti d’epoca
principeschi e lunghi capelli color dell’oro. Sanji le
volteggiò subito
intorno.
“cosa hai fatto
ai nostri amici! Rispondi!” la accusò il
mutandaro.
“Rufy cosa
facciamo?” chiese Chopper alzando lo sguardo
verso il loro capitano.
“fantasma
femmina” cominciò lui tirandosi il cappello sul
viso “ dimmi subito dove sono i miei amici” poi
aggiunse “vorresti far parte
della mia ciurma??!!” con gli occhi luminescenti.
Tutti caddero a gambe
all’aria, tranne il cuoco, che per una
volta era d’accordo con le pazzie del loro capitano data la
incontestabile
bellezza della fanciulla.
“m-mi dispiace
molto” disse soavemente lo spirito della
giovane osservando i ragazzi, prima di svenire.
“i fantasmi
possono svenire?” domandò Franky incerto prima
che tutti cambiassero stanza.
“ahahhah ma
certo! Sono stato io con la mia strabiliante
abilità! Non vi ho mai raccontato di quando da solo
sconfissi schiere e schiere
di fantasmi??
Con il solo potere dello sguardo ero in grado di farli svenire! Ah
ah ah!”
esordì Usopp davanti a due sognanti Brook e Chopper, che
ovviamente si
erano bevuti tutta la sua frottola, adorandolo.
Dopo qualche ora, durante
la quale Robin cercava di mettersi
in contatto con il lumacofonino di Nami, il fantasma si riprese sotto
gli occhi
curiosi di tutti.
“ciao
bellissima, come ti chiami?” domandò galantemente
Sanji porgendole uno snack, se poteva svenire, magari poteva anche
mangiare.
La giovane
entità si guardò intorno, più
incredula di loro.
“i-io sono
Miriam, la principessa di Isperia” disse timida.
Al nome
“Isperia” Brook, Usopp e Chopper si abbracciarono
terrificati.
“ma allora
è proprio il fantasma maledetto! Siamo spacciati,
moriremo tutti!” urlò Usopp tra le lacrime.
“ma non eri tu
che facevi svenire orde di fantasmi con lo
sguardo?” domandò Franky perplesso.
“si beh,
cioè, io…” tentò di
articolare il cecchino, tradito
in pieno dalla sua paura.
“io non ho
intenzione di farvi del male, vi prego non vi
spaventate!” disse piangendo la piccola principessa.
Rufy la fissò
per qualche istante “Miriam, io sono Rufy, e
questa è la mia ciurma. Sai dove hanno portato i nostri
amici?
Per noi è molto
importante ritrovarli, sono nostri compagni, capisci?” le
chiese infine
sorridendo.
“io.. io credo
di si!” affermò lei contenta di poter essere
d’aiuto “quello era un vortice
temporale… credo siano capitati nella mia epoca!
O perlomeno agli altri è successo
così…”
le facce perplesse dei
giovani intorno
a lei la spinsero ad essere più chiara.
“gli altri
chi?” domandò Robin con la sua solita calma.
Qualcosa
non quadrava, voleva saperne di più.
“vi
racconterò la mia storia, se volete, magari potrà
esservi utile per ritrovare i vostri amici” aggiunse la
giovane infine.
Rufy annuì e la
principessa spettro cominciò il suo
racconto.
Nel
frattempo, in un
altro universo.
“ahiahiahiahai”
mugugnò
Nami massaggiandosi il sedere prima di accorgersi di essere
spaparanzata sulla
schiena dello spadaccino, ancora svenuto.
“Zoro,
Zoro svegliati!”
fece lei scrollandolo appena, cominciando a preoccuparsi.
“mmmmmh”
fu il mugolio
che ricevette in risposta.
Nami
chiuse gli occhi piegando
un angolo della bocca in un sorriso isterico.
Una
grande vena cominciò
a pulsare sulla sua fronte.
Tre
cazzotti si
piantarono sulla nuca del ragazzo.
“era
proprio necessario
strega?”
“no,
se tu non fossi un
pigrone!”
“no,
se tu non fossi la
solita arpia, altroché strega”
“ripetilo
fannullone?!”
“come
mi hai chiamato?”
“fannullone!”
“va
bene piccola psicopatica,
allora sai che ti dico?
La prossima volta che appare un buco nero
ti ci caccio
dentro da sola,
così non potrai più disturbare i miei
sonni!”
le
urlò contro lo
spadaccino.
Nami
non seppe come
contraddirlo.
Aprì
la bocca e la
richiuse dopo un istante, senza far fuoriuscire alcun suono.
La
rossa si voltò.
Vederla
piangere
era l’ultima cosa che un’orgogliosa come lei gli
avrebbe concesso di fare.
Zoro
aprì un occhio e
vide la schiena bianca della giovane tremolare.
Si
maledì per ciò che
aveva appena detto.
Lei
sapeva che non era
vero, ma non potè far a meno di prendersela.
Lui
sapeva che non era
vero, cercò di allungare un braccio per scusarsi, per
consolarla, per rendersi
più umano, ma il suo orgoglio glielo impediva.
Tuttavia
lui odiava
vederla piangere.
E
tuttavia lei odiava
quando le loro liti finivano così.
Entrambi
deglutirono e
alzarono il capo cercando un coraggio chissà dove nascosto
per abbattere quel
maledetto muro d’orgoglio, ma il paesaggio su cui il loro
sguardo si posò, per
la prima volta in quel giorno, li distolse dal loro obiettivo.
“che
diamine di posto è
questo?!”
Note:
forse
è
ancora troppo presto per esprimere qualche giudizio, me ne rendo
contro, ma
sapere cosa ne pensate potrebbe fungermi da ispirazione futura!!
Spero
di
riuscire ad aggiornare presto, è
ovvio
che ci sono ancora un sacco di interrogativi da colmare e se ve li
svelassi
ora, non avrebbe senso fare il prossimo capitolo ^^ vi
lascerò con i dubbi –
non che creda che non abbiate altro da fare eh- ^^’
grazie
a Martysquit e a giusy91
per aver lasciato una recensione,spero di non deludervi, e
a tutti quelli che seguiranno!
alla
prossima
baci
marti
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