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6. Un compito sgradito
Mi ritrovai di nuovo nella sala
grande del palazzo reale per la seconda volta in due giorni, era passato
talmente poco tempo che gli addobbi di ghiaccio alle pareti erano ancora quelli
del matrimonio e mio fratello era di nuovo davanti al re. Ma questa volta era da
solo.
- Con quest’acqua benedetta io ti
accolgo nella Cerchia, Zacary di Rocciazzurra, Conduttore di correnti. Guiderai
il nostro popolo e sarai la voce di coloro che non ne hanno, questo non è un
onore, è un dovere.
Sollevò il pugnale d’argento e
tagliò il palmo della mano che Zack gli porgeva.
- Il dolore per ricordarti il tuo
dovere. – fece cadere qualche goccia di sangue nella coppa lavorata – il tuo
sangue nell’acqua sacra per l’onore e per il popolo. Si è inchinato un ragazzo,
si alzi un Lord della Cerchia.
Mio fratello si alzò e il re gli
strinse una mano sulla spalla con espressione triste, Malakias era scomparso nel
nulla prima che qualcuno potesse accusarlo dando prova della sua colpevolezza,
il re aveva perso un figlio e con quel gesto adottava mio fratello.
- Ho una missione speciale per te
Sabine – il re mi aveva trattenuta mentre mio fratello tornava al fronte – dato
che solo io, tu e Zacary e pochi altri siamo a conoscenza della realtà su
Malakias non posso affidarla a nessun altro.
- Sapete bene mio re che sarei
disposta a tutto per il mio popolo.
- Desidero che mi riporti mio
figlio.
- Mi scusi?!
- Probabilmente Malakias non ha
ancora avuto modo di attraversare il confine, devo sapere perche ha agito in
questo modo e soprattutto come ha fatto, Sabine. Non solo perché è mio figlio ma
anche per prevenire altre fughe d’informazioni vitali.
- Capisco mio sire.
Non era vero, non capivo, l’unica
cosa a cui riuscivo a pensare erano i corpi dei miei genitori, a cosa avrei
fatto al principino se mi fosse capitato tra le mani.
- Ti accompagnerà Lucas, è mio
nipote ed è un mistico potente ma è abbastanza giovane da evitare che la sua
assenza venga notata.
- D’accordo mio re.
Mi aggrappai a quelle parole di
cortesia per evitare di dirgli quello che pensavo veramente: era ridicolo!
Dovevo inseguire un traditore solo perché il re era accecato dai sentimenti e
insisteva a credere nella sua innocenza.
- Vai pure, troverai Lucas in
giardino, è già stato preparato tutto per il viaggio.
Avevo già la mano sulla porta
quando il re mi richiamò indietro.
- Un'altra cosa, giurami che lo
riporterai qui sano e salvo.
Ora stava chiedendo un po’
troppo.
- Sire, potrebbe essere stato la
causa della morte dei miei genitori.
- E io ti giuro che quando lo
riporterai qui sarà processato per questo. Sabine, ti chiedo solo di proteggerlo
fino a che non sarà dichiarato colpevole.
La sua espressione era ancora
quella impassibile della cerimonia ma i suoi occhi erano pieni di dolore, non
potevo neanche immaginare quanto dovesse essere straziante pensare che suo
figlio avesse tradito lui e tutto il suo popolo.
- Lo giuri?
- Lo giuro.
In fondo avevo giurato solo che
l'avrei riportato a corte sano e salvo... nulla mi impediva di fargli fare
la strada a calci.
-Vi prego di seguirmi vostra
altezza.
- Capitano, la prego… dopo quasi
venticinque anni tra gli umani ho qualche difficoltà con le abitudini di
corte.
Un sorriso sottile e ironico gli
attraversò il viso come un’ombra.
- Significa che non mi farete
giustiziare per non essermi inchinato al vostro cospetto?
Risi di gusto nonostante la
situazione assurda.
- Lo farò se non la smettete di
darmi del voi capitano… Redshadow? Un momento, mio padre mi ha parlato spesso di
voi… eravate uno dei sostenitori della pace.
- E questo mi ha impedito di
diventare generale. Ma non sono qui per parlare di questo… Vladimir? – annuii
per confermare che mi desse del tu – voglio sapere perché sei tornato. Molti non
desiderano tuo zio sul trono, lo sai, vero?
- Mi stai chiedendo se sono qui
per occupare il posto di mio zio?
- Ti sto chiedendo questo.
- E me lo stai chiedendo per
accusarmi o per offrirmi quel posto?
Mi ricordavo di Alaric dai
racconti di mio padre, erano stati amici e come lui non approvava la guerra
senza fine ma a differenza di lui era un soldato ed eseguiva gli ordini. Almeno
finché non andavano troppo contro le sue idee. Il comandante non rispose alla
mia domanda e continuò a guidarmi nei corridoi bui sino alla porta delle stanze
che mio zio aveva scelto per me.
- Ricordati quello che ti ho
detto, Vladimir, molti non desiderano tuo zio sul trono.
Il comandante mi abbandonò con
quelle parole e io entrai nell’appartamento: un piccolo salotto dava accesso a
due camere collegate tra loro da un bagno. Mi svestii in fretta e m’immersi in
una vasca di sabbia bollente, gli infuocati non usano l’acqua per lavarsi quando
possono.
Ero a corte da meno di mezz'ora e
già erano iniziati i complotti. Dovevo trovare una buona scusa per giustificare
la mia presenza, anzi due, una per mio zio e una per il comandante Alaric. Mio
zio doveva credere che ero lì solo perché sentivo la mancanza di casa e che me
ne sarei rimasto cento anni ad aspettare che lui morisse di vecchiaia, sempre
che non avesse un erede prima. Ma nel frattempo non potevo rifiutare l’aiuto che
Alaric mi stava offrendo visto il mio disperato bisogno di alleati. E in tutto
ciò dovevo anche scoprire chi avesse tradito nella corte di Samir, la cosa
implicava andare a ficcare il naso in giro e veniva normalmente mal visto da chi
ti crede artefice di un complotto ai suoi danni. Ero ancora nella vasca a
riflettere sulle mie possibilità quando sentii bussare alla porta.
- Un attimo!
Mentre ero occupato nel bagno
qualcuno aveva portato via i miei jeans e la camicia e li aveva sostituiti con
una veste nera ricamata di rosso e oro, la indossai e mi diressi nell'altra
stanza, seduto su una poltrona del mio nuovo salotto mi aspettava
Alaric.
- Allora, Vladimir? Hai
riflettuto sulle mie parole?
- Si, Alaric. E devo ammettere
che mi hanno lasciato sorpreso. – cercai di mantenere un’espressione neutra. –
un comandante di sua maestà, uno dei più famosi, abbastanza conosciuto da
guadagnarsi un posto nella leggenda, mi sta proponendo di tradirlo a meno di
un’ora dal mio arrivo a Zagra. Come faccio a sapere che non ti manda mio zio a
indagare sulle mie intenzioni?
- Credi che il re manderebbe me
per un compito simile?
- Eri amico di mio padre.
- E lo sono ancora.
- Come è morto?
- Chi?
- Mio padre.
- Alexei è morto?!
- Non è mai tornato dal funerale
di mio nonno, ne lui ne mia madre. Visto quanto erano preoccupati all’idea di
rivedere Egon ho dato per scontato che li avesse fatti assassinare, mi avevano
addirittura preparato a quest’evenienza. Per questo non mi hanno portato con
loro.
- Da qui sono partiti…
- Ma non sono mai arrivati, il re
deve averli bloccati lungo la strada.
- Dovevo immaginarlo! – Alaric si
era alzato di scatto – sappi Vladimir che da tre anni raccogliamo uomini per
venirti a prendere e darti il trono che ti spetta! Tu sei il re legittimo! Tu
come tuo padre sai che questa guerra è insensata ma a differenza di lui sei
pronto a difendere le tue posizioni!
Mi faceva quasi sorridere che
quell’uomo che avevo incontrato solo poche ore prima pensasse di conoscermi così
bene, somigliavo davvero al principe rivoluzionario la cui immagine si era
costruito nella testa e intorno alla quale aveva raccolto le truppe?
- E tu come lo sai Alaric?
- Perché ti hai cresciuto Alexei
ma sei tornato per combattere!
Presi una decisione
d’impulso.
- Non sono qui per
combattere.
La sua espressione si sgretolò in
un istante mentre la paura di essersi tradito troppo presto gli attraversava il
volto.
- Dunque sei fedele all’uomo che
ha assassinato i tuoi genitori e schiaccia Zagra sotto il suo tacco di ferro
piegando giorno per giorno il tuo popolo e mandandolo al massacro?
- Non era questo che intendevo.
Sono qui per aiutare un’amica, non so se questa strada mi porterà a lottare per
il trono infuocato o di nuovo tra gli umani.
- Di cosa stai parlando?
- Nella zona franca ho conosciuto
un’elementale dell’acqua. I suoi genitori sono stati uccisi li e questo
significa che qualcuno della loro famiglia reale ha tradito. Per ora sono qui
solo per scoprire chi.
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