I
HAVE A DREAM
Ero
lì, ad un passo
dal mio obiettivo finale. Stavo aspettando che mi chiamassero per
andarmi a sedere nella sedia davanti al blocco della corsia numero 5
per fare la 200 delfino. Una gara che, se ce la mettevo tutta, mi
avrebbe cambiato la vita. Dovevo scendere almeno 3 secondi per poter
andare alle nazionali. E quando capii che erano troppi era
già troppo
tardi. Mi ero illusa. Ma, la speranza è l’ultima a
morire giusto?
-Alissa
Hope in
corsia 5- diceva una voce profonda al microfono.
Feci
un grande
respiro e mi andai a sedere, passando sotto gli occhi indagatori del
pubblico.
Era
il mio momento.
Potevo fare vedere alle persone che non credevano in me, cosa ero
capace di fare.
Diego
era lì, a
guardarmi, ad aspettare che facessi il miracolo. Anche Alice e Leda
erano lì, anche loro in attesa, con gli occhi che brillavano
dall’emozione. Mia mamma…stava già
sognando ad occhi aperti, era già in
un altro mondo, in un mondo in cui io avevo già vinto. Peppe
invece era
dietro di me, le mani congiunte, e il volto teso. Aveva più
rughe del
solito a causa dello stress e, quando capì che tutto quello
era per me,
per poco non mi sentì male.
Avevo
molta
pressione addosso, ne ero consapevole, ma per me era un bene. Vuol dire
che c’erano persone che credevano in me e questo non faceva
altro che
aumentare la mia determinazione, ma allo stesso tempo mi faceva paura.
L’arbitro
fischiò
due volte, segno che dovevamo avvicinarci ai blocchi.
Accanto
a me la mia
più grande rivale, Dalia Calabri. Mi ha sempre preso in giro
per i
tempi che facevo, ma sta volta era diverso!
Un
altro fischio.
Segno che dovevamo salire sul blocco.
Fissai
l’acqua.
“Non
devi pensare al
durante della gare, ma alla fine, alle emozioni che proverai quando
avrai realizzato il tuo sogno” questo aveva detto Diego
durante uno dei
nostri allenamenti.
Aveva
ragione, così
mi immaginai attaccata al blocco con il fiatone ma con un grande
sorriso che mi illuminava il viso e con la grande consapevolezza che
avevo realizzato il mio sogno!
Il
cuore mi batteva
a mille ma avevo imparato, grazie a Peppe, che il 5 per cento di quella
sensazione era paura ma il 95 per cento era amore, puro amore per un
qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita!
-Apposto-
disse la
voce profonda.
“Tocca
a me. Tocca a
me” mi ripetei. “I
have a dream”
Biiii.
E
mi tuffai in
quell’immensa distesa di acqua cristallina che aspettava solo
me.
******
Questa
è la
prefazione della mia seconda storia. Spero che vi piaccia.
Per
chi non lo
sapesse, ho scritto un'atra storia e la potete trovare qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=455788&i=1
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