male bacii
Pov Lady Isabel.
Le mie mani cominciarono a tremare. L'ispettore seduto di fronte a me mi bisbigliò: - Bastardo. -
Non era lo stesso Edward Cullen che
io avevo conosciuto, ma... un momento, forse era lo stesso.
Quell'Edward Cullen che avevo quasi sedotto dentro la carrozza la sera
del ballo. Un uomo che poteva accendere e spegnere il proprio ardore in
un batter d'occhio. Da quella sera pensavo di essere arrivata a
conoscerlo meglio. La notte prima mi aveva consolata. Mi aveva stretto
tra le braccia e si era arrabbiato per le mie pene. Aveva proposto una
soluzione per i miei problemi. Ora me ne offriva un'altra.
Ma, a differenza dell'altra
soluzione, questa prevedeva una condizione. Lui non mi amava.
Forse dovevo semplicemente considerarlo onesto per avermelo confessato
subito. Non mi avrebbe mai amata. Che cosa crudele. Ma in fin dei
conti, l'amore era già sembrato una speranza inconciliabile con
il matrimonio quando Cam aveva avuto in mano il mio futuro. Almeno
Edward non mi avrebbe picchiata e non sarebbe stato in
silenzio a guardare un altro che mi faceva del male. Almeno io mi
sentivo attratta da lui.
Controllai il tremore mentre
scrivevo la deposizione nella quale affermavo che Edward era innocente
del crimine di omicidio e che aveva passato tutta la notte con
me. La suggellai giurando sul buon nome di mio padre. Quando ebbi
finito, posai la penna e mi alzai.
- Potete andare, Lord Cullen -
disse l'ispettore. - Ma sappiate che vi terremo d'occhio, e pregate che
non vengano trovate altre donne morte nella vostra proprietà. -
Edward si alzò e andò verso la porta. Io lo seguii.
- E adesso dove andiamo? - chiesi ad Edward mentre ci avvicinavamo alla sua carrozza.
- Dall'arcivescovo Canterbury - rispose lui. - Ci darà una licenza speciale e oggi saremo marito e moglie. -
- Oggi? - farfugliai.
Lui mi guardò. - Non
penserete che il vostro fratellastro ci permetterà di mandare le
partecipazioni o di organizzare le nozze, vero? -
- No - ammisi io, e il pensiero
della collera di Cam quando avesse scoperto che io mi ero sposata con
Lord Cullen mandando a monte tutti i suoi piani mi faceva mancare il
terreno sotto i piedi. Anzi, mi spaventò a morte.
- L'arcivescovo dà le
licenze speciali solo a sua discrezione - dissi ad Edward. -
Siete certo che ce ne concederà una? -
- La sua discrezione, a quanto ho
sentito, può essere largamente influenzata da quanto uno
è pronto a pagare per la licenza. farò in modo che
accetti. - Edward aprì la carrozza e mi aiutò a salire.
Poi mi raggiunse, dopo aver dato istruzioni al cocchiere. Ed eccomi
lì, di nuovo nella sua carrozza. Solo che questa volta non
pensavo che lui avrebbe tentato di sedurmi.
- Non siete tenuto a fare tutto
ciò, Edward - dissi, non appena la carrozza fu partita. - Non
sono venuta per costringervi a sposarmi. Sono venuta per
aiutarvi, come voi avete aiutato me la scorsa notte, ve lo ricordate? -
Lui si passò una mano
tra i capelli dorati, che sembravano soffici e delicati al
tatto, che tanto piaceva a me toccare. - Non sto cercando di
essere crudele con voi, Isabel. Avevo fatto voto di non sposarmi.
Avevo intenzione di non trasgredire. C'è una ragione per cui ho
preso quell'impegno con me stesso. -
Credevo di sapere il perchè. - È per via della maledizione? -
- Sì - rispose lui.
Poi mi colse di sorpresa e
scoppiò a ridere. Era lo stesso tipo di risata che avevo
sentito da lui la sera del ballo. Una risata fragorosa.
Un attimo dopo, Edward tornò
serio. - Tutta la società pensa che io sono maledetto. Ma
nessuno sa di cosa si tratta. -
Ero confusa dal suo comportamento:
prima rideva a chissà quale battuta e poi all'improvviso
cambiava umore e diventava serio. I suoi sbalzi di umore mi
facevano venire un gran mal di testa. - E qual è la vostra
maledizione, esattamente? -
Lui distolse lo sguardo. - Pregate di non aver mai occasione di scoprirlo. -
***
Stava calando la sera quando la
carrozza di Edward si fermò di fronte alla sua residenza. Io mi
svegliai di soprassalto. la giornata era stata a dir poco
densa di avvenimenti, e io mi ero addormentata non appena avevo
lasciato la chiesetta a meno di due ore di viaggio da Londra. Lì
eravamo stati congiunti in matrimonio da un parroco, con un
fabbro e il suo giovane figlio come testimoni. Ora il mio stomaco
cominciava a brontolare. E se Cam fosse stato lì ad attenderci?
Che cosa sarebbe successo? Ed Edward cosa si aspettava da me di preciso
ora che ero diventata sua moglie?
Quasi non ricordavo nemmeno la
cerimonia che aveva legato per sempre la mia vita a quella di Edward
Cullen. Capii di essere sotto shock. Troppo sconvolta per far altro che
rispondere a sì a tutte le domande che aveva fatto di me la
moglie di uno sconosciuto. Perchè lui era uno sconosciuto. Mi
accorsi che conoscevo mio marito da meno di una settimana.
Edward mi aiutò a scendere
dalla carrozza. Mi tenne la mano mentre ci avvicinavamo alla porta, che
si spalancò all'istante sull'impassibile Tom.
- Prepara la stanza da letto vicino alla mia per Lady... Lady Cullen - disse Edward a Tom.
L'espressione annoiata di
quell'uomo non fece una piega. - Molto bene, mio signore. Avevo
lasciato in una tavola una zuppa fredda nel caso foste di ritorno per
stasera. Ho pensato che potevate avere fame. -
- Bravo Tom - rispose Edward, poi mi guidò nella casa in penombra.
La sala da pranzo era illuminata da
candelabri posti al centro del tavolo. Era apparecchiato per una sola
persona, osservai. Edward mi condusse al mio posto vicino a
quello di lui a capo della lunga tavola.
- Faremo a metà, dal momento che Tom non vi aspettava - disse. - Avete fame, Isabel? -
Io avevo una fame da lupi. - Sì - risposi.
- Ci sono alcune questioni che dovremmo discutere - mi disse Edward.
Senza dubbio, pensai io. Per
esempio, che cosa si aspettava lui da me, che cosa intendeva fare
riguardo a Cam, e poi c'era la questione della sua matrigna.
Avevo quasi dimenticato i miei doveri verso quella donna.
- Devo continuare ad occuparmi
della mia matrigna - dissi. - devo farle visita regolarmente. Non credo
che vivrà molto a lungo. -
Edward mangiò un boccone di
prosciutto e afferrò un calice di vino, facendo una smorfia. Ma
se il vino non gli piaceva o il prosciutto perchè si ostinava a
ingurgitarlo?
- Non tornerete più in
visita alla casa qui accanto se non siete con me o non sapete per certo
che il vostro fratellastro non è in casa. -
- D'accordo - dissi. - Non voglio più trovarmi da sola con lui. Mai più. -
- Allo stesso modo, quando avete
voglia di uscire, o partecipare a un'occasione mondana, cosa che
purtroppo ora che siete diventata mia moglie accadrà di rado, se
mai accadrà, vi accompagnerò io, oppure vi
accompagnerà Tom quando andrete a fare compere. Non voglio che
adesso vi sentiate come se foste mia prigioniera, Isabel. Voglio solo
proteggervi, come ho giurato di fare. -
Aveva un tono più
formale di quello che aveva usato con me finora. Formale ma galante. -
E il nostro matrimonio? - chiesi con audacia. - Che genere di
matrimonio sarà? -
I suoi occhi riflettevano la luce
delle candele quando lui alzò le lunga ciglia per guardarmi. -
Volete sapere se mi aspetto che condividiate il mio letto? -
Il calore che mi affluii nel volto
mi fece capire che stava arrossendo. ecco, esatto, era proprio quello
che volevo sapere. - Sì - risposi.
Lui fece correre lentamente il dito sul bordo del calice, senza smettere di guardarmi. - No. -
Incantata dal modo seducente in cui maneggiava il calice, lo guardai negli occhi. - No? -
Lui fece un mezzo sorriso e capii che la mia voce suonava pressoché delusa.
- No, cioè non stasera o mai? - chiesi.
- Immagino che questo dipenda da
voi - rispose lui. - Pretenderò di esercitare i miei
diritti coniugali anche se voi mi considerate ancora uno
sconosciuto?
No. Cercherò di estorcerveli giocando sporco? È molto probabile. -
- E per quanto riguarda i figli? -
chiesi io, innervosita dalla sua ultima osservazione. Avevo la
sensazione che lui potesse giocare molto sporco, se lo desiderava.
- Fuori questione - rispose lui. Edward allontanò lo sguardo.
Poi tornò a posare lo
sguardo su di me. Bevve un altro sorso di vino e di conseguenza una
piccola smorfia si disegnò sul suo viso scolpito da un abile
artista. - Pensate che Cam sia capace di uccidere? -
Rischiai di essere soffocata dal boccone di pollo che mi ero infliata in bocca, La ingoiai d'un colpo. - Uccidere? -
Edward mi porse del vino. - Penso
che abbia ucciso Bess O'Conner, o almeno che abbia inflitto le ferite
che l'hanno portata alla morte. E penso che abbia messo qui la donna
trovata stamane nella mia proprietà per vendicarsi di me, forse
per togliermi di mezzo.
- Ma che cosa potrebbe avere contro di voi per indurlo a fare una cosa così orribile? -
Lui scosse le spalle. - Voi. Forse
pensava che a un certo punto avreste potuto rivolgermi a me in
cerca di aiuto. Forse sono semplicemente un bersaglio facile per il
gioco che sta giocando. L'unico modo plausibile in cui Bess
O'Conner avrebbe potuto finire nella mia stalla è se avesse
cercato di fuggire dalla villa al fianco. -
Bevendo un altro sorso di vino, io
valutai i suoi sospetti. Suonavano verosimili. Cam era crudele,
violento, ma possibile che fosse un assassino? Il pensiero mi fece
rabbrividire. - Non lo so - risposi. - Certo, io avevo paura di lui. E
ha un carattere ch in alcune occasioni non riesce a controllare. Eppure
mi sembra assurdo pensarlo capace di... di uccidere una donna. -
- Potrei sbagliarmi - disse Edward.
- Ma non penso. Se dimostrassi che il vostro fratellastro è
responsabile degli omicidi nei quali sono stato implicato, come vi
sentireste? -
Non sapevo rispondere. Mi sarebbe
dispiaciuto per la mia matrigna, ma in realtà la signora
sembrava quasi non capire ciò che accadeva attorno a lei.
Immaginavo che in qualche modo la cosa avrebbe danneggiato la mia
reputazione. Come una specie di colpa familiare, ma poi ricordai
che la mia reputaziove non era più un problema. Ero
stupito che questo non mi turbasse più di tanto.
Immaginavo che una come Lady Alice Brandon sarebbe stata distrutta se
la società l'avesse scansata, per quanto audace fingesse
di essere la giovane donna,
- Come avete intenzione di
dimostrare la colpevolezza di Cam? - volli sapere io. - E quando lo
affronteremo per dargli la notizia del nostro matrimonio ?
Ormai saprà di certo che sono scomparsa. -
Edward sgranocchiò un pezzo
di pane. - Andremo da lui domani mattina. Mi sorprende che non fosse
già qui ad aspettarci. Per quel che concerne dimostrare la sua
colpevolezza, ho in mente di seguirlo e di coglierlo sul fatto. -
Il cuore mi balzò on petto.
Odiavo la prospettiva di affrontare Cam, ma sapevo che dovevo farlo. Mi
preoccupava anche il piano di Edward di seguire il mio fratellastro. -
Seguire Cam potrebbe essere pericoloso - disse. - Se il mio
fratellastro può arrivare a uccidere una donna,non credo proprio
che si farebbe scrupoli a uccidere un uomo. -
- Lo so -mi assicurò lui. – Ma, nonostante la vostra prima opinione di me, non sono un codardo. -
Al ricordo della loro prima serata
insieme, mi sentii avvampare. Pensavo di averlo giudicato male, tutto
sommato. - Ora capisco che avete agito in modo ragionevole, al
contrario di me - ammisi.
Lui si allungò per
seguire con il pollice i contorni delle mie labbra bagnate di
vino. -Non avrei voluto farlo - ammise, poi si portò il
pollice alle labbra e se lo infilò in bocca.
Capii subito che lui stava giocando
sporco. La sua seduzione era cominciata... Era cominciata la sera prima
che ci eravamo incontrati. Lui mi attraeva fisicamente, inutile
negarlo, ma io avevo bisogno di altro. Volevo altro. Meritavo altro, e
lo stessa valeva per lui. Ma come potevo farglielo capire?
- Chiedo scusa, Lord Cullen, ma è appena arrivato Lord Witlock. -
Stupita, spostai lo sguardo da Edward a Tom, che era entrato senza che io lo udissi.
- Jasper? - anche Edward sembrava sorpreso, notai. - Che ci fa qui? -
- Mi sono preso la libertà
di mandare a chiamarlo questa mattina quando vi hanno portato via -
rispose Tom. - Pensavo che poteste avere bisogno di loro. -
Dalla sua espressione, mi accorsi che Edward non la pensava così. Sospirò. - Fatelo entrare. -
Edward prese il calice e bevve. Io
continuavo a fissare la soglia. Udii i passi leggeri degli stivali; poi
un uomo leonino, un po’ più alto di Edward ma
con una corporatura più esile entrò nella stanza.
Non potei evitare di fissarlo.
Jasper Witlock mi diede l'impressione di essere meno raffinato di
Edward, ma ciò che gli mancava in eleganza era più che
compensato dal suo rude, vistoso fascino.
Aveva una barba di qualche giorno
che ricoprivano i suoi zigomi pronunciati, che sembravano scolpiti nel
granito. Aveva i capelli più chiari di Edward, erano talmente
biondi da sembrare quasi bianco al lune delle candele. Quasi mi
toglieva il fiato con la pura forza della sua presenza, che trasudava
carisma, capacità con un solo sguardo di costringerti a
fare ciò che lui voleva.
- Che diavolo è successo stamattina e come... -
Jasper si interruppe a metà frase quando mi vide.
- Jasper - lo accolse secco Edward.
- Questa è Lady Isabel, mia moglie. Isabel vi presento Lord
Jasper Witlock, il mio unico e caro amico. -
- Moglie? -- chiese l'altro, senza quasi degnarmi di un'occhiata. - Per tutti i diavoli, sei diventato pazzo? -
- Aspettami nel mio studio - lo istruì Edward. - Ti raggiungo fra un minuto. -
- Ma quando hai sposato questa donna? E perchè mai ha fatto una cosa del genere? Avevi detto che... -
- Jasper - lo rimproverò Edward. - Saluta mia moglie come si deve e sparisci.-
Allora lui raddrizzò la
schiena e avanzò di qualche passo nella stanza. -Lady Cullen...
- farfugliò, con un rigido inchino.
- Potete chiamarmi Isabel - dissi io, sorridendo all'amico di Edward.
Lui non ricambiò il sorriso.
- Se è questo è il vostro desiderio - disse, il tono
ancora privo di calore. Lanciò un'occhiata storta ad Edward e
uscì dalla stanza.
- Jasper ha delle pessime maniere .
mi spiegò Edward. - Passa troppo tempo in campagna. La
proprietà è il suo unico vero amore. -
Non mi sembrava che il
matrimonio fosse partito con il piede giusto. - Vorrei ritirarmi -
dissi, e ora che il vino aveva avuto il tempo di penetrarmi nelle ossa,
scoprii di essere esausta,.
- Tom vi mostrerà la vostra
camera. - Edward si alzà e mi spostò la sedia, mi prese
la mano e mi aiutò ad alzarmi. - Buonanotte, Isabel -
Aveva piegato un po’ la
testa, sfiorandomi quasi le labbra nel parlare. Abbassai le palpebre e
mi protesi verso di lui, un po’ stupita quando mi accorsi di aver
appena incoraggiato un bacio. Fui ancora più sorpresa quando
aprii le labbra sotto le sue come un invito. Il vino, pensai,
insieme alla stanchezza, aveva abbassato le mie difese.
Le labbra di Edward mordicchiarono
e stuzzicarono le mie per un attimo prima che si decidesse finalmente a
baciarmi. Il vino non era nulla in confronto alla potenza della bocca
di lui contro la mia, della fredda intrusione della sua lingua,
della sensazioni di quelle mani che scendevano lungo la mia
schiena per premermi i fianchi contro i suoi.
Sapevo che era eccitato,
perchè lo sentivo duro contro di me. Invece di spaventarmi,
scoprii che la mia capacità di farlo eccitare eccitava me di
rimando. Il mio corpo si fuse con quello di Edward, le mie mani
risalirono il petto per cingergli il collo e intrecciare le dita
ai suoi capelli.
- Ricordo - mi disse sulle labbra. - Ricordo che sensazione date, che sapore avete. Voi avete infestato i miei sogni. -
Un sonoro schiarirsi la gola ci
fece separare bruscamente. Tom era sulla soglia. - Lord Jasper è
impaziente e mi ha chiesto di verificare il motivo per cui non lo avete
ancora raggiunto. Ho fatto preparare la stanza della signora e mi
chiedevo se devo scortarla al piano di sopra. -
Cielo, dovevo essere proprio
ubriaca per aver istigato quella intimità con Edward. Non
dovevo fare altro che stare nella stessa stanza con lui, baciarmi, e io
mi dimenticavo persino me stessa.
- Penso che sia meglio se salgo con
voi, Tom - dissi, andando incontro al maggiordomo. - Buona notte,
Edward - aggiunsi, ma non mi voltai a guardare mio marito.
Angolo Autore
Salveeeeeeeeeeeee! Spero che anche questo cap sia
stato di vostro gradimento....
Avevo promesso che avrei postato prima, ma ahimè l'università
e la vita sociale mi reclamano e io devo rispondere!
Avevo deciso di non scrivere la nota. Poi qualcuno, senza fare nomi,
mi ha convinto che almeno dovevo salutare ed eccomi qui ad annoiarvi...ihih
Mi sembrava , dato la particolarità del cap, che era meglio nn aggiungere nulla.
Tutto è semplicemente rimandato( ringraziamenti, risp alle recensioni, ...) al prox cap.
Quindi questo nn vuol dire che nn m'interessi cosa ne pensiate, anzi!
Se non fosse per il vostro appoggio, la mia storia nn esisterebbe.
Ma ritengo che questo cap parli da solo! Nn preoccupatevi nn dimentico i miei "obblighi" verso di voi!
Come sempre grazie a voi tutti!
Ci risentiamo nel prox cap ( spero presto...ihih)
see you soon!
by corallina87
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