100)
Perché insieme devono trovare una fidanzata per Choji.
«Lo
sai, Neji e Tenten si sono messi assieme.»
Shikamaru
ci provò sinceramente a capire cosa, secondo Ino, gliene
dovesse mai
importare. Optò per un diplomatico:
«Ah.» detto con educato
interesse.
Ino
si sedette nel letto accanto a lui, con aria pensierosa.
«Tu
che ne pensi di Choji? Voglio dire, a livello di fidanzato.»
precisò, meditabonda.
Shikamaru
sgranò gli occhi, portandosi lentamente a sedere.
«Puoi
ripetere la domanda?» accennò, cercando di dare un
senso non
ambiguo e quindi orribile a tutto quello che stava chiedendo.
«Choji
non è interessato a nessuna?» spiegò
meglio Ino, innocente.
«Ahh...»
comprese Shikamaru, sospirando di sollievo. «No. Boh. Che ne
so. Non
è che tra ragazzi si parli di queste cose più di
tanto, se non sei
Lee o Naruto.»
«Che
avevi capito, temevi lo volessi rifilare a te?» rise Ino.
«Ti
prego...» mugolò Shikamaru, schifato.
«Bella
coppia.» ridacchiò ancora lei, «Ma
pensavo più a
qualcun'altra...»
Shikamaru
aggrottò la fronte, impensierito per l'amico:
«Ovvero?»
«Non
lo so. Ma Choji sembrava un po'... malinconico quando ha visto che
anche Sasuke e Sakura si sono messi assieme. Oddio, visto...
Sono spariti, sicuramente in camera di uno dei due, e nessuno li
vedrà per mesi, di sicuro. Credo gli piacerebbe avere una
ragazza.»
«A
chi?» domandò Shikamaru, confuso dalla parlantina
veloce
dell'altra.
«A
Choji, idiota!» squittì lei, «Mi stai
ascoltando?»
«Io
ci provo...» si difese, alzando le mani in segno di resa.
«Quindi
vuoi cominciare a cercargli una fidanzata? Povero Cho...»
«Non
voglio cominciare a cercargliene una, io.» ribatté
lei, risentita.
Shikamaru
inarcò le sopracciglia: «Ah, no?»
«Cominceremo
a cercargliene una noi.»
«Non
posso credere che tu mi abbia convinto.» brontolò
Shikamaru, aria
abbattuta più del solito e camminata stanca. Ino gli si era
aggrappata a un braccio come neanche un polipo per non farlo fuggire.
«È
che sono troppo bella e non puoi dirmi di no.»
cinguettò lei, con
un sorriso malizioso.
«Davvero?
Pensavo fosse la minaccia dei pugni e dei piagnistei per un mese che
hai tirato fuori dopo avermi quasi soffocato col cuscino.»
«Dettagli.
Allora, che ne dici di Temari?» propose, falsamente casuale,
mentre
i due passeggiavano ora per una via non asfaltata circondata da
alberi e cespugli.
«Temari
cosa?»
«Con
Choji!»
Shikamaru
si bloccò, a bocca aperta: «Sabaku no Temari? Col
nostro Choji? Ma
sei impazzita?» non poté trattenersi dallo
sbottare. Ino lo guardò
con ostilità.
«Perché?»
«Lo
massacrerebbe.» spiegò con un brivido. Voleva bene
a Temari, per
quanto fosse irrimediabilmente una seccatura, ma non poteva
nascondere quanto gli mettesse paura, e c'erano anche le enormi
differenze tra loro, a partire da ciò che consideravano
importante
nella vita, da come esprimevano sentimenti e da come erano stati
educati. Il dolce e gentile Choji...
«Choji
è così innocente che finirebbe col piangere tutto
il tempo.»
profetizzò, tetro.
Ino,
sebbene Temari non fosse esattamente la sua migliore amica, in quanto
donna si sentì in dovere di contraddirlo: «Ma se
Temari conoscesse
una persona così buona non potrebbe che ricambiare la
gentilezza.»
«In
effetti una donna mostra la parte migliore di sé all'uomo
che ama...
Mio padre dice qualcosa del genere.» si ritrovò a
ricordare
Shikamaru.
«E
tu non lo noteresti comunque.» borbottò Ino.
«Come?»
«Niente.»
Un
risolino attirò la loro attenzione, ed ecco Sakura e Sasuke
arrivare, evidentemente convinti di essere soli per strada, con lei
che lo teneva a braccetto e giocherellava con i suoi vestiti, e lui
che la stava semplicemente fissando mentre lei ciarlava, con una tale
intensità che persino Ino da lontano poté
accorgersene e pensare
che fosse un miracolo che avessero ancora i vestiti addosso.
«Appunto,
c'è da stupirsi che non si siano ancora lanciati tra i
cespugli...»
commentò la ragazza, memore delle proprie parole su quei due
a casa
di Shikamaru. Poi sollevò un braccio: «Ehi!
Sakura! Sasuke-kun!»
Sasuke
si voltò di scatto, lo sguardo già torvo, e
Sakura si lasciò
andare a un'altra risatina per chissà quale motivo, mentre
Shikamaru
si trincerava dietro la solita aria indifferente.
«Che
hai da ridere?» scherzò Ino, in falso tono di
rimprovero.
«Due
coppie.» rispose Sakura, indicando prima se stessa e il
fidanzato, e
poi i due amici. Il parallelismo delle posizioni era evidente. Ino
mollò Shikamaru come se fosse stata scottata, e si
schiarì la voce
con un colpetto di tosse, scoccandole uno sguardo di rimprovero.
Il
Nara sospirò.
«Cazzate.»
la liquidò lei infine, «Senti un po', sei libera
uno di questi
giorni? Mi serve una mano.»
«Ospedale?»
domandò Sakura, confusa.
«No,
roba da donne. Shikamaru non vuole collaborare.»
«Oh!»
Sakura esitò, spostando inconsciamente gli occhi alla sua
destra,
dove si trovava Sasuke.
«Sì,
lo so che non puoi stare senza mettergli le mani addosso più
di
cinque-»
«Ino!»
la interruppe con voce stridula l'amica, mentre Sasuke assumeva una
curiosa espressione soddisfatta.
«...
Minuti.» concluse lei, con faccia da schiaffi.
«Te
la do io una mano, giuro, basta che andiamo via...» si
lamentò a
bassa voce Shikamaru.
«Dì,
Hinata mica è libera?» proseguì Ino.
«Per
aiutarti in cose da donne?» si sorprese Sakura.
«Non
fare quella faccia, è una ragazza anche lei! Comunque
intendevo per
farla uscire con Choji.»
«Chi?»
non poté trattenersi dal chiedere persino Sasuke.
«Sciroccata.»
sbottò Sakura, sconvolta.
«Hinata?
Quella che conosciamo noi?» domandò scettico
Shikamaru. Hinata
sarebbe svenuta solo all'idea.
«Quanto
siete disfattisti.» terminò Ino per tutti,
incrociando le braccia.
«Ino...»
cominciò Sakura, tentando di non ridere, «Hinata
sta uscendo con
Naruto.»
Tre
paia di occhi spalancati la fissarono.
«Non
lo sapevate? Naruto vuole conoscerla meglio, dopo la Grande
Dichiarazione.»
«Magari
è per questo che il cretino ti ha rifiutato quella
volta...»
suggerì Ino, sovrappensiero.
«Ma
sicuro. E noi che pensavamo a chissà quale
sensibilità o che
volesse me e Sasuke insieme...» commentò l'Haruno,
scuotendo la
testa. Si rese conto con un secondo di ritardo che il braccio di
Sasuke era scivolato fuori dalla sua presa, e quando si
voltò a
guardarlo l'altro era la maschera del sospetto e gli occhi bruciavano
di minaccia.
«Puoi
spiegare meglio quest'ultima frase?»
«Ah.»
Ino
acciuffò Shikamaru per la giacca, allarmatissima,
trascinandolo
avanti: «Ti farò sapere come va!»
Shikamaru
accelerò il passo, poggiandole una mano sulla schiena per
spingerla.
«Ora
esplode tutto.» .
«Nah,
magari si danno al sesso selvaggio.» cinguettò lei.
«Odio
parlare con te di queste cose.» sospirò,
«Ma cos'è la storia
della dichiarazione tra Sakura e Naruto?»
«Non
ricordi? Dopo che sei andato a parlare con Sakura, quando abbiamo
scoperto che Sasuke-kun era nell'Akatsuki, lei aveva deciso di
convincere Naruto a fermarsi dicendogli che era innamorata di lui.
Colpa tua, anche.» lui la fissò sconcertato,
«Le hai detto di
fermarlo a tutti i costi. Per fortuna lui l'aveva scoperta subito e
l'ha sgridata per la bugia. Oh beh, probabilmente stava già
facendo
i conti con Hinata per la testa.»
«Colpa
mia adesso...» si lamentò Shikamaru.
«Sempre
colpa tua. E siamo ancora senza fidanzata per Cho.» gli
ricordò
Ino, «Senza neanche una collaborazione entusiasta-»
«Come
se potessi essere felice di giocare al “fidanziamo gli
amici” con
te...» la interruppe lui.
«Non
sei felice di passare del tempo con me?» squittì
Ino, guardandolo
con gli occhi chiari spalancati.
Shikamaru
si impose di distogliere lo sguardo. «Certo che
sì...»
«Un
po' più di convinzione, grazie.» disse lei,
tagliente.
«Shiho?»
improvvisò Shikamaru.
«Eh?»
fece Ino, stupita.
«Con
Shiho? Sembra una brava ragazza...»
Ino
cercò con tutte le sue forze di non aggiungere insulti
contro di lui
alla risposta: «Peccato che sia già innamorata
cotta...»
«Davvero?»
domandò lui, sorpreso.
«Di
te, Shikamaru. Di te.» riprese lei, alzando gli occhi al
cielo.
Shikamaru
si bloccò per la seconda volta, a bocca aperta.
«Ma-»
«Zitto
e cammina, idiota. Mi è anche venuta fame, a forza di
discorsi
inconcludenti. Offrimi del ramen.»
«Pure.»
accennò lui, meccanicamente. «Come sai-»
«Si
vede da lontano, cretino. Solo gli uomini non ne capiscono un
accidente-» lo interruppe lei, a sua volta zittita da una
domanda
dell'altro.
«Nell'ultima
settimana hai fatto discorsi terrificanti su noi uomini, è
successo
qualcosa?» indovinò Shikamaru. Ino
arrossì, poi divenne tetra e si
chiuse in un silenzio che col passare dei secondi lo atterrì.
«Ino?»
tentò di nuovo.
Dei
passi veloci giunsero alle loro spalle, poi la mano di Sakura si
abbatté sulla spalla della ragazza, mandandola quasi a
cadere
rovinosamente faccia a terra.
«Grazie
per avermi fatto litigare con Sasuke!» ruggì
l'ultima arrivata,
mentre Ino si massaggiava l'articolazione dolorante.
«Grazie
per avermi fratturato...» si bloccò.
«Litigavate sul serio?
Pensavo fossero preliminari...»
Sakura
arrossì violentemente. «È
geloso di Naruto. Sempre. Figurati ora! Mi ha mandata a
“fidanzarmici” invece che stare “a
seccare lui”. Stupendo. Vi
odio entrambi.»
«Quindi
ci dai una mano?» fu il logico collegamento della Yamanaka.
«Penso
di sì. Dove andate?»
Shikamaru
ebbe giusto il tempo di stupirsi della collaborazione di chi aveva
appena dichiarato loro il proprio odio, ma
era pur sempre una donna e quindi incoerente,
mentre Ino le rispondeva, che Sakura fece un passo indietro:
«No,
ne ho abbastanza di appuntamenti rovinati, non mi va di fare da terzo
incomodo. Andate pure voi. Noi ci vediamo domani, Ino.»
«Ancora?
Non stiamo insieme noi due!» protestò Ino.
Shikamaru, sentendosi
abbastanza inutile e quasi una borsetta presente in scena al braccio
di Ino ma senza dono della parola, cominciò a fissare il
cielo.
Fino
alle seguenti parole di Sakura.
«Non
è quello che dice il resto di Konoha.»
Davanti
a una scodella di ramen fumante, Ino fece il punto della situazione.
«Quindi,
Sai dice che gli è stato detto da Naruto, a cui lo ha detto
Lee, a
cui lo ha detto Kiba. Kiba sostiene che abbia sentito Choji dire a
tuo padre quanto noi due stessimo bene insieme, e che tuo padre ne
discuteva poco prima con tua madre. Ci siamo?»
«Voglio
morire.» rispose Shikamaru, atono.
«Grazie,
è carino farmi sentire così amata.»
replicò sarcastica Ino.
«Non
per te...» la liquidò con un gesto il ragazzo,
«Per i miei
genitori.»
«Per
i tuoi? Preoccupati di mio padre!» ribatté lei.
Shikamaru
gemette, prendendosi la testa tra le mani. Quando riemerse, con aria
esausta, commentò speranzoso: «Magari non lo sanno
tutti.»
«Ayame-san!»
chiamò subito Ino, «Per caso sai di me e
Shikamaru? Qualcosa...»
lasciò cadere la frase, mentre l'altro la guardava allibito.
Ayame
si avvicinò, incuriosita.
«Tipo?»
domandò, inclinando appena la testa.
«Tipo
che stiamo insieme.» completò cupa, Ino,
arrossendo miseramente.
«Ah?
Choji-kun ce l'ha fatta? Sono felice per voi!» si
complimentò la
ragazza.
«No,
no! È solo una voce che gira!» si
affrettò a dire Ino. «E che
vuol dire “Choji-kun ce l'ha fatta”?»
«Sta
a vedere che ci manovra!» suggerì Shikamaru,
scandalizzato.
Ayame
negò con la testa, tentando con un flebile: «No,
no, era così per
dire...»
«Ne
parla persino con te, non è possibile...»
s'indignò Ino.
«Solo
con me! Choji-kun e io a volte ci vediamo oltre l'orario di chiusura,
lui si trattiene a dare una mano, ma non c'è nessun
altro!»
«Dare
una mano?» ripeterono entrambi.
Ayame
sorrise, annuendo con occhi che brillavano.
«Choji-kun
è un angelo, davvero. Mi tiene sempre compagnia quando ci
sono pochi
clienti o quando devo chiudere il locale e mio padre non
c'è.»
Ino
e Shikamaru si scambiarono un'occhiata.
«Ah.»
mormorò Ino.
«Scusaci,
ora dobbiamo andare.» si congedò Shikamaru,
afferrando Ino per un
polso e tirandola via.
Uscirono
nuovamente all'aria aperta. Ino prese un respiro profondo, poi
parlò
senza più separare le parole.
«Brutto
bastardo pezzente idiota!
Come osa non dirci che ha messo gli occhi su Ayame? A me
poi! Capisco te che se in un insensibile
maschio,
ma io l'avrei capito!»
«È
curioso
che tu
affermi una cosa simile dopo averlo chiamato brutto bastardo,
pezzente e idiota. O forse brutto era un riferimento all'aspetto
fisico e va contato separatamente?»
«Non
tentare di confondermi tu!» lo accusò con astio,
«Tu, pseudo-falso
fidanzato dell'ultima ora.»
«È
Choji che ha messo in giro le voci.» fece presente Shikamaru,
poi
aggiunse con finta indifferenza: «E poi ora sei tu che fai
sentire
me molto amato.»
Ino
boccheggiò un istante e scelse di imbronciarsi.
«Non
ce l'ho con te, è che così nessun ragazzo mi
chiederà più di
uscire.»
«Perché,
te lo chiedono ancora?» domandò Shikamaru
genuinamente stupito,
ricevendo una gomitata all'addome dolorosa. «Hai...
frainteso!»
rantolò.
«Come
sarebbe?» domandò lei, fosca.
«Non
stai più uscendo con nessuno! Per questo ho chiesto se sono
rimasti
ammiratori abbastanza coraggiosi da tentare la fortuna.»
precisò,
raddrizzandosi a fatica.
«Ah,
ecco. Beh, ho deciso che non voglio uscire con ragazzi che a malapena
distinguono la destra dalla sinistra. Non voglio solo un ragazzo
carino, lo voglio anche intelligente.»
spiegò con orgoglio.
«Mh.
E se hai detto questo anche solo a uno di loro, si spiegano le voci
su di noi, alimentate dalle... speranze?
Sì, speranze di Choji.»
«Mi
informerò meglio su chi ha subito confermato.» lo
rese partecipe
Ino, programmando probabilmente un omicidio di massa.
Shikamaru
annuì, pensando con insistenza difficile da spiegarsi che
adesso lei
mirava anche all'intelligenza.
«IDEA!»
Il
ragazzo sobbalzò, poi la guardò sconcertato.
«Confermiamo!»
strillò Ino.
«Confermiamo?»
ripeté lui.
«Le
storie su di noi! Propongo un'uscita a quattro con Choji e Ayame! Se
facciamo i disgustosamente piccioncini davanti a loro, poi lei
verrà
presa dallo spirito romantico del momento e si spupazzerà
Choji!»
«Argh.»
fu il suggestivo commento di Shikamaru.
«Che
vuol dire?»
«L'immagine
di Choji e una ragazza qualsiasi non è qualcosa che voglio
immaginare. Comunque non ne ho voglia.» rispose.
Ino
gli diede una manata sulla spalla, riuscendo poi anche a far
schiantare le dita contro la linea della sua mascella in un mezzo
schiaffo.
«Collabora,
accidenti!»
«No!
E mi hai fatto quasi male!» protestò lui.
Ino
spinse le labbra in avanti come se volesse baciarlo, primo segno di
un broncio da manuale. Poi si coprì gli occhi con le mani e
iniziò
a singhiozzare rumorosamente.
«Shikamaru,
sei così cattivo!» strillò, di modo che
tutte le persone che
passavano, e probabilmente anche qualcuna dentro le abitazioni, la
sentisse. Sbatté anche un piede a terra con forza,
«Sei crudele!
Insensibile!»
«Finiscila,
Ino!» sussurrò lui atterrito, sudando freddo di
fronte agli sguardi
malevoli dei passanti.
«Lo
dirò a mio padre!» continuò lei, in una
chiara minaccia.
«E
va bene, va bene!» accettò velocemente, spaventato
a morte. Ino
riemerse con un sorriso radioso e gli si attaccò a un
braccio.
«Perfetto,
da adesso tutte le voci su di noi sono vere!»
«Quindi
anche che vi hanno visti nel parco l'altra notte?»
domandò Kiba
ammirato. Qualunque cosa dicessero su di loro al parco doveva essere
maledettamente imbarazzante a giudicare dalla sua espressione, e
Shikamaru arrossì involontariamente nel confermare. Ino si
strinse a
lui maliziosamente.
«Shikamaru
è pigro solo quando vuole lui.»
insinuò. Kiba fischiò, per poi
scoppiare a ridere e saltare giù dal muretto in cui sedeva,
con una
lattina ancora in mano.
«Troppe
informazioni, Ino. Complim-voglio
dire,
congratulazioni. Auguri. Qualunque diavolo di cosa si dica.»
«Grazie.»
rispose Ino con sicurezza. Shikamaru era molto meno convinto e si
chiedeva dove lei trovasse tutta quella faccia tosta.
«Chi
l'avrebbe detto, eh?» incalzò Kiba, dandogli una
pacca sul braccio
mentre passava con Akamaru, e a Shikamaru parve che anche
quest'ultimo si divertisse del suo imbarazzo, «Tu dopotutto
sei
sempre stato il più fortunato con le donne.»
sussurrò.
Memore
delle parole di Ino su Shiho, lui non poté dissentire.
Quando
se ne fu andato Ino cominciò a saltellare.
«Entro
cinque minuti lo sapranno tutti! Meno male che abbiamo incontrato
proprio Kiba! Ma che avranno detto sul parco?»
«Non
voglio immaginarlo.»
La
ragazza assottigliò gli occhi in due fessure, poi si
voltò di
scatto colpendolo con la lunga coda.
«Dai,
offrimi una cena. Siamo o non siamo fidanzati?»
«Stai
scherzando, vero?»
«Non
è colpa mia se sei così fortunato con le
donne.» ribatté lei con
voce molto acuta. Aveva l'udito di un pipistrello, chiaramente.
«Ragazzi,
che fate qui?» li salutò Choji, raggiungendoli.
«Non
è un appuntamento!» strillò Ino, e
Shikamaru la guardò sconvolto.
Choji, altrettanto sconcertato, annuì lentamente.
«Va
bene.»
«Oh,
d'accordo!» sbottò Ino, «In un certo
senso lo è. Shikamaru, puoi
dirgli la verità, non ti sgriderò per questo.
Ormai lo sanno
tutti.»
Il
Nara si chiese chi fosse il vero genio dei due.
«Beh,
già. Cho, stiamo uscendo assieme.»
borbottò, grattandosi la nuca
con disinteresse. Ino gli pestò un piede con palese odio.
«Grazie
perchè ci metti sempre tanto amore, Shika.»
«Ahia,
Ino.» si lamentò lui, esasperato. Choji li
guardava allibito.
«Ma
da quanto?»
«Oh,
da quando sono cominciati gli avvistamenti...» rispose Ino,
appoggiandosi di nuovo a Shikamaru, che ormai cominciava ad abituarsi
a tutto quel contatto.
Choji
scoppiò a ridere, entusiasta. «È
meraviglioso! L'ho sempre saputo,
sempre!»
«Davvero?»
disse lei a denti stretti e Shikamaru inarcò le sopracciglia.
«Certo!
Sempre così gelosi l'uno dell'altra, tu di Temari e lui di
Sasuke...
e poi sempre lì a stuzzicarvi, si capiva che non potevate
fare a
meno di starvi vicini! Con te si nota di più, Ino, solo
perché
Shikamaru va interpretato, però era palese che si annoiasse
a morte
senza di te!» ridacchiò allegramente Choji.
Ino
era impallidita abbastanza da far temere uno svenimento, mentre
Shikamaru guardava il cielo borbottando una mezza maledizione.
«Cosa,
siete ancora nella fase in cui lo negate?»
«Esattamente.»
rispose Shikamaru duro, e Choji rise di nuovo.
«Che
pazzi...»
«Senti,
Cho!» cominciò Ino, con tono così acuto
da far male, e poi si
schiarì la gola, «Dicevo, ti va una cena in
quattro?»
«Certo!
Chi sarebbe il quarto invitato?»
«Questo
lo scoprirai quando ci degneremo di farti sapere.» rispose
lei,
battendo le ciglia con malizia.
«Ah
beh, quando la grande coppia si degna, sapete dove trovarmi.
È
fantastico, giuro!» continuò, senza riuscire a
trattenersi,
«Asuma-sensei sarebbe felicissimo se fosse qui.»
«Tu
credi?» mormorò Ino, emozionandosi all'idea.
Shikamaru stavolta lo
guardò negli occhi, incuriosito.
«Certo
che sì! Un team più unito del nostro non lo si
può trovare! E poi
così vi prenderete cura l'uno dell'altra come voleva lui,
no?»
«Sì...
sì, hai ragione.» accennò Shikamaru,
dato che Ino aveva perso la
voce e teneva gli occhi puntati a terra.
«Vi
lascio al vostro appuntamento. Divertitevi.» li
salutò l'amico,
superandoli di gran lena. Voltato l'angolo alzò un pugno al
cielo,
salutando il maestro e ringraziando ogni santo.
Ino
e Shikamaru restarono fermi ai loro posti, senza sapere cosa dire.
«Tu
pensi che Asuma-sensei sarebbe fiero di me se mi fidanzassi con
Shikamaru?»
«Scusami?»
Sakura
guardò Ino incredula, mentre l'amica si pettinava i capelli
sciolti
prima dell'uscita a quattro.
«Lo
sai, quella cosa che ti ho detto che ha detto Choji, dico.»
«Sei
sempre così chiara...» borbottò Sakura,
passandole un coprispalle
viola, «Comunque penso di sì. Cioè,
sarebbe fiero comunque, però
sarebbe bello se finalmente metteste fine ai vostri litigi.»
«Ma
non smetteremmo certo di litigare!» protestò Ino.
«No,
però poi sareste occupati a far pace per il resto del
tempo.»
replicò Sakura con un sorrisetto. Ino arrossì di
botto, lanciandole
la spazzola.
«Frontespaziosa!
Non ero io la maniaca delle due?»
«Evidentemente
lo siamo entrambe, cara Scrofa.»
«Senti
un po'... segui il mio ragionamento: se sono nervosa non significa
che mi piace Shikamaru, ma che sono preoccupata per via di una
situazione nuova, delle sue conseguenze e anche di come
andrà il
piano. Sei d'accordo?»
«Sì.»
rispose Sakura annuendo. «Tranne per un punto.»
«Quale?»
«Che
a te piace
Shikamaru.»
Shikamaru
si massaggiò lo stomaco. Gli bruciava, la tensione lo stava
uccidendo.
Il
padre si voltò a guardarlo mentre passava con l'aria di un
moribondo.
«Esci?»
«Sì.»
«Ciao.»
Shikamaru
si chiese se fosse il caso di domandargli qualche consiglio. Magari
chiedergli se secondo lui Choji avesse ragione su tutta la linea o
se, più probabile, fosse un visionario.
«Ciao
pa'.»
Choji
quasi si strozzò a vedere Ayame che li raggiungeva con
indosso un
delizioso kimono rosa e un gran sorriso.
«Questo
è un regalo di compleanno anticipato.»
sussurrò Ino alle sue
spalle, eccitata, «Siamo o non siamo fantastici? Shika,
diglielo!»
«Siamo
o non siamo fantastici?» ripeté lui atono.
«Molto
convincente.»
«Lo
so.»
«Ciao
a tutti!» li salutò Ayame, leggermente rossa in
viso, «Grazie per
avermi invitata, Choji.»
«Eh?
Ah sì, è un piacere!» si riprese subito
il ragazzo, «Sei
bellissima!» aggiunse ammirato.
«Guarda
e impara.» commentò Ino e Shikamaru
sbuffò.
«Tanto
lo sai già, che senso ha dirtelo?»
«Ma
cosa vuol dire?!»
«Ehi,
ragazzi, possiamo avviarci?» li interruppe Choji, divertito.
Ino
grugnì una specie di assenso, strattonando il falso
fidanzato per un
braccio e trascinandolo verso il locale. Choji si voltò
verso Ayame,
che li guardava meravigliata.
«Non
sono bellissimi?»
«Amore,
mi passi il pepe?»
Shikamaru,
particolarmente rosso in viso, ubbidì senza dire una parola
mentre
Ino se la rideva sotto i baffi e poggiava il capo contro una sua
spalla. Choji non sapeva se ridere o far finta di nulla, e Ayame
sorrideva.
«Siete
una coppia bellissima, sapete?»
«Ce
lo dicono in molti, vero Shi?»
«Più
di quanti possiate immaginare. Mangia prima che si freddi,
Ino.»
«Ino
non ha un nomignolo?» domandò Choji.
«No.»
rispose lei soddisfatta, «Io sono solo...»
«Tesoro,
se hai finito con il pepe puoi passarlo di nuovo a me?»
Ino
arrossì di indignazione, mentre Choji quasi moriva soffocato
per la
seconda volta.
«In
realtà le piace essere chiamata anche cerbiatta.
Sai, in onore del mio nome.» rivelò Shikamaru,
cominciando ad
apprezzare la situazione. Dopotutto se doveva morire tanto valeva
divertirsi prima.
Ino
lo guardava a bocca aperta.
«Oh,
mi prendi in giro!»
«No,
vedi Cho...» cominciò Ino, e Shikamaru ebbe un
brivido, «È
partito
tutto
quando ho cominciato a chiamarlo cerbiattolo
mio.
Soprattutto
quando siamo soli, vero, cucciolo?
Sai com'è, Shikamaru è dolcissimo quando non ci
sono spettatori,
molto più di me. Pensa che una volta ha pianto quando
guardavamo un
film.»
«Ino.»
ringhiò Shikamaru.
«Non
imbarazzarti, è una cosa del tutto naturale e, anzi,
ammirevole!
Significa che sei sensibile!» disse lei, piena di stima nella
voce.
Lui
pensò che fosse il diavolo. Forse era già morto e
finito
all'inferno.
«Ha
ragione!» concordò Ayame serissima.
«Anche
io sono sensibile!» si affrettò a dire Choji,
«E non me ne
vergogno!»
Ino,
intenerita dal tentativo dell'amico di non essere oscurato,
annuì
ignorando Shikamaru, «È
vero, Choji è sensibile.»
«Oh,
lo so. È anche molto gentile.» approvò
Ayame con un sorriso.
«È
un ottimo amico.» borbottò Shikamaru.
«E
sicuramente sarà un ottimo fidanzato per chiunque sia la
fortunata.»
terminò Ino. Choji si tuffò nel piatto della
carne, mezzo commosso
e molto imbarazzato.
«Secondo
me dovremmo ordinarne dell'altra. Vado io.»
bofonchiò.
«Oh,
io vado un momento ai servizi.» aggiunse Ayame e dato, che
non
chiese all'altra di accompagnarla, Ino
fu
sicura che fosse un loro piano per lasciarli soli qualche minuto.
Premeditato o meno, lei si tuffò di nuovo contro il braccio
di
Shikamaru, stavolta per le risate incontrollabili.
«C'era
bisogno di una punizione tanto cattiva per un solo nomignolo,
peraltro non orribile quanto il tuo?»
«Ma
se cerbiatta e
cerbiattolo
mio
sono praticamente uguali!» replicò lei, dandogli
un colpetto sulla
schiena, «E poi che ne sai, magari ti sensibilizzi una volta
fidanzato!»
«Non
credo proprio, e di sicuro non lo andrei a dire in giro.»
ribatté
Shikamaru, schifato, «Tra l'altro il tuo piano non sta
funzionando
granché, sono più occupati a studiarci.»
«Tu
continua a fingere e vedrai che li ispireremo!» insistette
Ino, «E
poi io mi sto divertendo un sacco, tu no?»
«Non
so come comportarmi.» ammise lui.
«Beh,
convinciti di essere il mio ragazzo solo per un po', va bene? Fai
finta. Come se fosse una missione. Sii naturale e così
via.» lo
istruì la ragazza, con un sorriso felicissimo che non gli
sfuggì.
«Tu
ti stai divertendo veramente, non è
così?» domandò esasperato.
«Sto
passando una bellissima serata.»
«E
va bene, va bene...» acconsentì Shikamaru e Ino
gli schioccò un
rumoroso bacio su una guancia. «Ruffiana.»
«Venduto.»
Shikamaru
non l'avrebbe mai creduto, ma fingersi il fidanzato di Ino fu la
chiave di volta per non litigare seriamente con lei neppure una volta
in tre ore, solo qualche occasionale battibecco finito bene e per
giunta divertente, e per il resto Ino era di una docilità
inaspettata. Forse dipendeva anche dal suo leggerissimo entusiasmo
che differiva dal suo normale atteggiamento apatico, almeno quando si
rivolgeva a lei, o dalla mancanza di osservazioni sarcastiche, ma era
come trovarsi con una Ino versione dolce, o versione cresciuta.
O
forse, e questo era più difficile da ammettere, Ino era
cresciuta
davvero e lui non se n'era accorto.
«Beh,
una passeggiata al parco e lì ci dividiamo?» aveva
proposto e ora
eccoli all'ultimo bivio.
«Io
e Ayame andiamo a destra e vi lasciamo soli, d'accordo?»
disse
Choji, con un occhiolino che Shikamaru giudicò inquietante.
«Certo
che sì, perfetto!» squittì Ino,
«Ayame, è stato bello conoscerti
fuori dal locale per una volta! Choji, noi ci vediamo domani!»
«È
stato
un piacere
anche per me.» Ayame sorrise, «Shikamaru, Ino,
siete la coppia che
tutti immaginavamo sareste diventati.»
«Già,
da quando avevamo tutti circa dodici anni!»
confermò Choji, e Ino
prese la mano di Shikamaru con istintività, sorridendo
dolcemente.
«Vero?»
Shikamaru
strinse la sua mano e annuì, con un mezzo sorrisetto.
«Chissà
quanto avrai pregato per questo.»
«Tantissimo!»
ammise tranquillamente Choji, per poi ridere e condurre via Ayame,
«A
domani!»
Ino
sospirò, voltandosi senza lasciare andare la mano di
Shikamaru e
prendendo la strada opposta, finendo davanti a lui. Shikamaru la
seguì di buona lena, alzando per un momento lo sguardo verso
il
cielo stellato e privo di nuvole.
«Davvero
sei interessata all'astrologia?»
«Quanto
tu sei innamorato delle nuvole.» rispose lei,
«Posso elencarti
qualsiasi costellazione visibile, qualsiasi stella. Non amo solo i
fiori, sai.»
«Non
lo metto in dubbio, sei sempre piena di sorprese.»
concordò,
sentendosi sereno come non accadeva da tempo nonostante la fine della
guerra.
«Shika?»
«Mh.»
«Grazie
per la bella serata, mi sono davvero
divertita.» mormorò appena udibile, nascondendosi
grazie alla
chioma bionda e abbassando appena la testa. Sicuramente era in
imbarazzo almeno quanto lui, e Shikamaru strinse di nuovo la presa
sulla sua mano, col bruciore allo stomaco che tornava, sebbene un po'
diverso da prima. Era come uno sfarfallio.
«Anche
io, strano a dirsi. Se non ha funzionato si può sempre
rifare.»
«Vero.»
«Già.»
Ino
voltò appena la testa per guardarlo, poi arretrò
per trovarsi al
suo fianco, e camminarono insieme, sempre con le mani unite.
Entrambi
avevano la sensazione che quello fosse diventato l'unico modo
possibile di percorrere la strada verso casa.
«Se
non erano fidanzati prima di oggi, ora lo sono di sicuro.»
commentò
Choji, entusiasta.
«Ma
tu pensi davvero che avrebbero potuto fingere così
bene?» domandò
Ayame dubbiosa.
«Fingere?
No! Quei due sono innamorati sul serio, fingevano soltanto su quanto
se ne fossero resi conto, non sul sentimento.»
«Ma
perchè lo avrebbero dovuto fare?»
«Per
rendermi felice.» rispose semplicemente lui, «Tu
non sai quanto
possano essere buoni entrambi, specie con me. Sono persone
fantastiche e farebbero di tutto per chi amano.» le
raccontò con
occhi che brillavano d'orgoglio. Ayame si fermò, gli
gettò le
braccia al collo e lo baciò all'improvviso. Choji
ricambiò
all'istante, spostando una mano sulla sua schiena e una sulla sua
nuca che le accarezzava i capelli con le dita, spingendola
leggermente indietro per non perdere l'equilibrio.
«Anche
tu lo sei.» mormorò Ayame riprendendo fiato.
«Sì?»
fece Choji, «... questo sarà il miglior compleanno
della mia vita.»
Ci
son voluti secoli per riuscire a scrivere questa storia,
perchè
volevo fare un regalo a Choji e perchè volevo che fosse
speciale.
Invece no, è una shot normalissima, ma dopo che ne ho
scritte altre
99 concedetemi di pensare alla raccolta per intero come un regalo a
Shika e Ino e soprattutto a voi, che siete reali, che mi avete sempre
incoraggiata a scrivere e che mi avete fatta sorridere più
di una
volta.
È
stata una strana esperienza, molto più duratura di quanto
pensassi e
più stancante, lo ammetto, ma che mi ha dato tantissime
soddisfazioni e anche permesso di conoscere persone fantastiche con
cui ho condiviso la mia passione e con cui ho scambiato opinioni e in
alcuni casi contatti, facendo nascere qualche nuova bella amicizia.
Il
mio percorso in Naruto non finisce qui, almeno non ora, anche se mi
sono spostata sul fandom di Harry Potter e al sicuro nel mio pc ho
cominciato a scriverne superando in pochi giorni la mole di questi
cento motivi (eh, la pazzia...), ma per chi fosse interessato a
ciò
che scrivo riguardo Shika e Ino: non resterete a bocca asciutta. Ho
già pronta e bella che finita una long-fic sul team sette,
sullo
ShikaIno, sull'amicizia tra Sakura e Ino e con tutti gli elementi che
più vi sono piaciuti in questa raccolta -almeno a quel che
so dalle
vostre recensioni-
e che si chiama I'm Still Here.
Voglio
ringraziarvi ancora una volta per la pazienza, per avermi spinto a
continuare, per esserci stati/e, soprattutto le persone spaventose
che hanno commentato ogni capitolo! Grazie anche a chi ha messo la
storia nei preferiti, se per caso anche voi voleste farmi sapere cosa
ne pensate di questa storia anche se ora è giunta al termine
mi
farebbe molto piacere.
Grazie,
grazie, grazie ancora a tutti voi!
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