Pirati dei Caraibi
– Gli eredi del mare
Dal "Guercio"...
Da quando
aveva deciso di imbarcarsi, a Londra, Morgan aveva subito ogni sorta di
sveglia mattutina, dal ribaltamento dell'amaca all'urlo nell'orecchio
al topo sotto le coperte. Ma la Perla Nera, anche sotto quel punto di
vista, non era la Persefone e la sveglia che Pintel le diede dalla
prima mattina fu la peggiore che avesse mai provato.
"La prossima volta impari a buttare l'acqua sporca in mare quando
finisci il lavoro" le aveva detto, dopo averle gettato addosso la
secchiata di lerciume che aveva ottenuto dopo l'accurata pulizia del
ponte. Dallo spavento Morgan era caduta dal mucchio di cime su cui si
era addormentata, per rialzarsi completamente bagnata e sporcadi
residui di pece. Pintel aveva sghignazzato sotto i baffi, insieme al
suo amico allampanato e dall'occhio di legno, ma erano stati subito
richiamati all'ordine da Barbossa.
Morgan, intenta ad osservarsi con disgusto e a pulirsi alla bell'e
meglio, non si era poi accorta che il capitano aveva rivolto
l'attenzione verso di lei finchè il silenzio calato intorno
non l'aveva incuriosita. Alzato lo sguardo, aveva visto Barbossa
scrutarla con gli occhi ridotti a due misere fessure. Temette per un
attimo che il capitano avesse scoperto la sua vera identità
sessuale, ma potè tirare un sospiro di sollievo quando,
invece, le ordinò con noncuranza mista a disgusto di
ripulire tutto. Pensò che doveva essere in condizioni
davvero pessime se nessuno si era ancora accorto che era una ragazza.
Si sentiva i capelli stopposi, non vedeva un bagno da parecchie
settimane, probabilmente il suo odore non era molto diverso
da quello dei suoi colleghi pirati. Inoltre non riusciva a capire se la
sua carnagione, che era sempre stata chiara, si fosse scurita per
l'esposizione al sole o per la sporcizia.
Nonostante le sere successie si fosse sempre ricordata di buttare
l'acqua sporca a mare, in qualche modo Pintel riuscì tutte
le mattine a trovare un secchio pieno da rovesciarle addosso al momento
della sveglia. Morgan non osò mai immaginare cosa sarebbe
potuto succederle se avesse dormito sotto coperta col resto della
ciurma e si ripromise di non metterci mai piede finchè
nessuno le avesse fatto problemi riguardo il suo giaciglio di cordame.
Quella mattina, dopo la solita sveglia, mentre si ripuliva il viso con
la manica ormai marrone della camicia, Morgan volse lo sguardo
all'orizzonte, fino al giorno prima lineare e appena visibile tanto il
cielo era blu e limpido, e vide una sottile linea di terra incresparlo.
Era la prima volta da quando era partita da Londra e il suo cuore
mancò un battito dall'emozione. Finalmente era arrivata ai
Caraibi.
"Terra in vista!" gracchiò il pappagallo azzurro del vecchio
timoniere Cotton, nonchè sua voce, visto che il marinaio
aveva la lingua mozzata.
La scimmia di Barbossa, che, ironia della sorte, si chiamava Jack,
balzò sulla sua spalla subito dopo, ma Morgan non si
scompose, abituata com'era alla sua presenza. Barbossa gliel'aveva
messa alle calcagna sin dal primo giorno, probabilmente per controllare
le sue mosse, insospettito dalla sua presenza nelle celle la notte del
suo arruolamento.
Per Morgan era stato, così, impossibile avvicinarsi anche
solo alla grata che portava sotto coperta. Suo fratello poteva essere a
pochi metri da lei, eppure non poteva scoprirlo.
La linea increspata all'orizzonte divenne sempre più nitida
e ben presto Barbossa iniziò a sbraitare ordini a destra e a
manca. Morgan si ritrovò così a spingere l'argano
per preparare la nave all'ancoraggio.
Il pezzo informe di terra si arricchì sempre più
di nuovi particolari e in breve una disordinata città
portuale si delineò sotto gli occhi di Morgan, che chiese al
pirata davanti a lei come si chiamasse.
"Quella è Tortuga, mastro Parker" le rispose il marinaio tra
una spinta e l'altra "L'unica città abitata da soli
bucanieri di tutti i Caraibi. Troveremo cibo, acqua e ogni genere di
sollazzo a noi più congeniale. Se è la tua prima
volta, vedrai che sarà indimenticabile, un sacco di donnine
faranno la coda per renderti un vero uomo. Ahahaha!"
Morgan tirò le labbra in un sorriso forzato a quella
battuta. Nonostante non fosse la prima che sentiva, ne rimase comunque
un po' turbata, forse a causa della sempre maggior vicinanza delle
donnine a cui alludeva il marinaio.
Terminate le manovre di entrata in porto, Barbossa scese con parte
della ciurma per fare rifornimento, lasciando a Pintel il comando della
Perla. Questi non si lasciò sfuggire l'occasione per
tartassare Morgan, che fu costretta a riordinare il ponte da cima a
fondo, sotto il sole cocente di mezzogiorno e i vispi occhi di Jack,
rimasto fedelmente a sorvegliarla.
"Forza con quella pialla!" le sbraitò contro per l'ennesima
volta Pintel, mentre la osservava dall'alto del castello di poppa "Non
vorrai che il capitano si punga con una scheggia quando si appoggia
alla balaustra"
"Vorrei che succedesse a qualcun altro, però"
mormorò Morgan e Jack rispose con un verso che le
sembrò di approvazione.
"Ah, allora anche a te non va molto a genio" sorrise lei.
Jack prese allora a mordicchiare una pallina di legno che Morgan
riconobbe come l'occhio di Ragetti, sparito sotto coperta ore addietro
alla sua ricerca. La ragazza emise una breve e divertita risata, subito
repressa dal rimprovero di Pintel.
Alla piallatura della balaustra seguirono il rammendo delle vele, che
costò a Morgan non pochi buchi sulle dita, e il riordino
delle cime, tutte aggrovigliate e annodate fra loro ai vari angoli
della nave.
Era quasi il tramonto quando Barbossa e il resto dell'equipaggio fecero
ritorno alla nave, in modo da dare a chi era rimasto a bordo la
possibilità di scendere in città. Non appena
Morgan mise piede sulla passerella, però, Pintel la
fermò prendendola per un braccio.
"Dove credi di andare, mozzo?" le domandò arcigno, ma
Barbossa accorse subito a smentirlo.
"Lascialo andare" disse laconico alle spalle del primo ufficiale, che
lasciò allora riluttante la presa su Morgan. Questa scese
rapidamente lungo la passerella per mettere la maggior distanza
possibile tra lei e Pintel e non potè così
sentire la motivazione del comportamento di Barbossa. "Se va bene,
è la volta buona che riusciamo a liberarcene senza sporcarci
le mani. Non mi piaceva il modo in cui andava a ficcare il naso in giro"
In un batter d'occhio, Morgan si ritrovò a camminare per la
via principale di Tortuga, ancora insonnolita e priva del solito
movimento, anche se qualche vecchio marinaio aveva già
superato la soglia di tolleranza all'alcol.
"Ehi, bel giovanotto!" la chiamò con civetteria una
prostituta appoggiata allo stipite della porta di un bordello, il volto
coperto da un trucco pesante e colato e una vertiginosa scollatura ad
evidenziare il seno prosperoso "Vuoi che diamo una lucidata al manico
della tua postola?"
Morgan ringraziò di avere la faccia sporca che nascose il
colore paonazzo del sui volto a quell'invito. Accelerò il
passo e proseguì a occhi bassi, finchè non
andò a scontrare contro qualcuno.
"Scusatemi!" si affrettò a dire "Non vi avevo visto".
Alzato lo sguardo, però, riconobbe il marinaio che le aveva
spiegato di Tortuga sulla nave. Dall'alitata che le arrivò
in viso quando rispose dedusse che fosse già completamente
sbronzo.
"Aaaah! Mastro Parker!" biascicò entusiasta l'uomo,
avvinghiando Morgan con un braccio attorno al collo per non cadere
"State cercando la vostra prima
donnina?"
"No, io...stavo solo guardando" ribattè lei mentre cercava
di divincolarsi.
Il marinaio la osservò qualche istante con una buffa
espressione accigliata che poi si distese in un sorriso.
"Ho capito qual è il vostro problema!" esclamò
entusiasta "Siete senza un doblone, scommetto"
"Beh, sì in effetti ". La piega che aveva preso la
conversazione piacque molto a Morgan, che pensò di
sfruttarla a suo vantaggio "E quella signorina
laggiù...insomma, ci siamo capiti"
"Per-fet-ta-men-te" scandì il marinaio, quindi si
infilò la mano in tasca e ne estrasse una generosa manciata
di monete d'oro. Questi sorrise furbescamente allo sguardo meravigliato
di Morgan "Stavolta è girata bene ai dadi. Prendili tutti,
un giorno me li restituirai. Li presto volentieri ad un giovane pirata
in cerca di avventure"
Morgan sorrise e ringraziò, quindi assestò un
diretto sul naso del marinaio, che subito cadde a terra privo di sensi.
La ragazza gli prese dalla cinta spada e pistola e proseguì
la sua visita della città, pensando intanto a cosa farne di
tutti quei soldi. Il primo bisogno che ritenne necessario soddisfare fu
quello di un buon bagno. Scorse a pochi passi da lei una locanda ancora
apparentemente tranquilla, "Il Guercio", e pensò potesse
fare al caso suo. Dentro trovò una donna nerboruta intenta a
sistemare tavole e sedie nella sala principale del locale.
Alzò lo sguardo non appena gli stivali di Morgan toccarono
la prima asse di legno del pavimento.
"Un po' presto per il primo giro di rhum" constatò guardando
accigliata la ragazza, senza smettere di mettere a posto.
"Non sono qui per bere" ribattè Morgan.
La donna socchiuse ulteriormente gli occhi e prese ad avvicinarsi
circospetta a lei, che istintivamente iniziò ad arretrare.
Si bloccò quando dalla bocca della donna uscì una
divertita risata.
"Certo che no, sei troppo giovane, ragazza mia" disse infine.
Morgan, spiazzata, iniziò ad aprire e chiudere la bocca
senza che ne uscisse alcun suono.
"Tesoro vedo pirati da tutta la vita e so riconoscere una ragazza
travestita da maschio, anche se, sotto tutto quello strato di sporco e
quella puzza, devo dire che con te ho fatto fatica"
"Ecco, a proposito, io...volevo prendere una stanza e se possibile
farmi un bagno"
Morgan infilò le mani in tasca e ne estrasse la manciata di
monete che il marinaio le aveva dato "Spero bastino"
La donna spalancò gli occhi di fronte a tutta quella
manciata d'oro "Tesoro, puoi comprarti anche me con tutto quel denaro.
Però ti consiglio di fare più attenzione quando
mostri a qualcuno il tuo patrimonio. Potresti trovare gente molto meno
onesta di me"
La locandiera si avvicinò a Morgan e prese dalle sue mani
due dobloni "Questi basteranno, e posso farci rientrare la lavanderia
per quegli stracci sporchi che hai addosso"
Morgan si guardò e, con un cenno del capo, dovette darle
ragione. Questa le fece segno di seguirla fino al bancone e da un
cassetto tirò fuori una vecchia chiave arrugginita. Rifece
nuovamente il giro del tavolo e si infilò rapida in un
passaggio angusto poco distante, che portava al piano superiore tramite
una pericolante scaletta di legno. Si fermò davanti ad una
porta e la aprì con la chiave, rivelando a Morgan una
piccola stanza con una spartano letto di legno su cui era adagiato un
materasso di paglia ricoperto da un lenzuolo bianco e rattoppato qua e
là. Il resto del povero mobilio consisteva in una
cassettiera piena di buchi di tarli, un tavolino e una sedia
semi-sfondata.
"Questa è la migliore che ho e posso concedertela al massimo
fino al calar del sole, a meno che tu non voglia assistee ai peggiori
eccessi di lussuria della tua vita. Per il bagno arrivo tra poco,
intanto svestiti, così mentre tu pulisci te io pulisco i
tuoi vestiti"
"Va bene" rispose Morgan, confusa da tutta quella
disponibilità. La donna fece per uscire quando lei la
richiamò.
"Come vi chiamate?" domandò la ragazza con fare innocente.
"Theresa Goddman" rispose la locandiera.
"Perchè mi trattate in questo modo? Non che non lo apprezzi,
intendiamoci, però mi sembra strano per una città
di bucanieri"
Theresa rise piano prima di dare a Morgan la spiegazione che voleva.
"Solo perchè sei a Tortuga non vuol dire che tu debba
incontrare solo pirati e delinquenti, anche se questo non toglie che tu
sia stata fortunata. E ti tratto con riguardo perchè ho
visto il tuo temperamento, prima con quel pirata, e mi piaci.
Nonostante te la sia fatta sotto come un poppante quando ti ho
smascherata, mi ricordi me"
La ragazza fece per protestare, ma alla fine si limitò ad
abbassare lo sguardo imbarazzata e a sorridere mestamente. La
locandiera le strizzò l'occhio e se ne andò
chiudendosi la porta alle spalle. Morgan iniziò allora a
spogliarsi. Posò i vestiti sul tavolo e si coprì
con un altro logoro lenzuolo che aveva trovato nella cassettiera. Poco
dopo Theresa tornò trascinandosi dietro una tinozza di legno
ricolma d'acqua in cui, constatò lei a occhio e croce,
sarebbe entrata a malapena. Mentre la donna si accingeva a prenderle i
vestiti per lavarli, Morgan fece per entrare in acqua, ma
ritornò sui suoi passi dopo averne sfiorato la superficie
con un dito.
"E' gelida!" esclamò voltandosi verso Theresa.
"Certo che lo è" ribattè la locandiera, per nulla
scioccata "Questa non è una locanda di lusso, ringrazia
ancora che ci sia la saponetta sul fondo.
Morgan sospirò e, dopo che Theresa se ne fu andata, prese
coraggio e si immerse nella tinozza. Superato lo shock iniziale, si
immerse allora con tutta la testa.
Quando uscì dalla vasca, alla piacevole sensazione di
sentirsi pulita il calore causato di riflesso dal bagno freddo. Fece
appena in tempo a coprirsi col lenzuolo che qualcuno entrò
senza complimenti nella stanza, richiudendosi rumorosamente la porta
alle spalle.
"Voi chi siete e come avete osato entrare qui?" domandò
Morgan scandalizzata, riprendendo per un momento il fare dell'aspirante
lady britannica, alla schiena dell'uomo appena entrato. Questi si
girò sorpreso e, quando la vide, strabuzzò gli
occhi e sorrise furbescamente. Doveva avere pochi anni più
di lei, pelle abbronzata di chi ha vissuto tutta la sua vita in mare,
occhi e capelli castani, fisico asciutto coperto da una camicia rossa e
brache di pelle nera, un paio di stivali che gli arrivavano al
ginocchio.
"La porta era aperta" rispose innocente, iniziando ad allontanarsi
dall'uscio.
"Beh, questo non vi dà il diritto di entrare, soprattutto se
dentro c'è..."
"Una ragazzina bella, isterica e mezza nuda? A maggior ragione allora"
Morgan spalancò la bocca, allibita. "Come osate? Siete un
essere spregevole, uscite immediatamente"
"Vi mentirei se vi dicessi che vorrei tanto e, ad ogni modo, non posso"
il ragazzo prese a guardarla intensamente "Anzi, credo proprio che
potreste aiutarmi"
Dal piano di sotto giunsero molte voci concitate che misero il giovane
in allarme. "Sì, pare proprio che mi aiuterete, miss"
concluse, per poi sfilarsi rapido la camicia e mettere mano alla cinta
dei pantaloni.
"Cosa...che state facendo?" chiese Morgan scioccata e in preda
all'isteria.
"Tranquilla, resterò solo in calzoni. Se poi vi
piacerà allora possiamo completare entrambi l'opera"
La ragazza non ebbe il tempo di ribattere, perchè si
ritrovò le labbra dell'intruso incollate alle sue. Questi la
prese poi per la vita e si lasciò cadere di schiena sul
letto, portandosi Morgan sopra, senza smettere di baciarla nonostante
le sue continue proteste. Quando però lei gli
conficcò le unghie nel braccio, dovette cedere.
"Sentite" disse allora il ragazzo, spazientito "Ci siete dentro, che lo
vogliate o meno, perciò vedete di collaborare se non volete
morire"
La afferrò quindi per la nuca bagnata e riprese a baciarla
zittendo ogni eventuale protesta. La staccò da lui poco dopo.
"E qualsiasi cosa succesa, continuate a baciare"
Di nuovo con le labbra del ragazzo sulle sue, Morgan giurò
che gliel'avrebbe fatta pagare. Mentre studiava la sua cruenta
vendetta, la porta si aprì di nuovo e al rumore del suo
tonfo contro la parete seguì quello di uno sparo.
Spaventata, la ragazza si aggrappò instintivamente al suo
falso amante, che la strinse di più a sè e le
spalancò la bocca con veemenza. Morgan gemette, scossa da
uno strano brivido, e si dimenticò completamente di tutte le
sue congetture.
Chiunque fosse entrato, imprecò in modo poco fine e
proseguì lungo il corridoio borbottando qualche scusa.
Il ragazzo scostò bruscamente Morgan e corse a chiudere la
porta, per poi concedersi un sospiro di sollievo e tornare a guardare
Morgan, ancora disorientata e in affanno. Le rivolse un sorriso sghembo.
"Complimenti, miss. Non ti facevo così passionale"
Morgan si accigliò a quelle parole "Prego?"
"Per essere solo una ragazzina isterica, baci molto bene. Ed
è indubbio che ti sia piaciuto"
"Piaciuto?!?" esclamò allora lei, tornata nuovamente in
sè "E' stato disgustoso e...irrispettoso. E non avete nessun
diritto di darmi del tu!"
"Credevo che ormai fossimo in confidenza" ribattè il ragazzo
ammiccante, mentre si rivestiva.
"Con un individuo spregevole e arrogante come voi, mai"
Il ragazzo rise, per nulla offeso "Mia cara miss, ferisce
più la spada delle vostre
parole. Grazie per la sentita collaborazione e alla prossima"
Presala per il mento, le schioccò un ennesimo bacio sulle
labbra, poi uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle
spalle giusto in tempo perchè il già malconcio
vaso da notte lanciato da Morgan andasse ad infrangersi contro.
Scuuuuuuusate
il ritardo, il cap era pronto da un pezzo, dovevo solo batterlo al pc ^^
Nuovi personaggi a gògò in questa puntata, di cui
uno non sparirà così facilmente, scommetto che
intuite già chi possa essere ;)
Bando alle ciance, passiamo ai ringraziamenti del caso:
-Lyla91: Benvenuta cara, e grazie dei tuoi commenti, sono contenta che
la storia ti abbia interessata. Spero che questo cap accresca la tua
curiosità :)
-stellysisley: Direi che innumerevoli strati di sporco bastino a
mascherare le fattezze femminee di Morgan, che dici? ;) Fammi
sapere cosa ne pensi di questo cap e grazie di tutto!
-Rebecca Lupin: esatto sono proprio loro, imbattibili ^^ è
inoltre probabile che Jack abbia cantato qualche ninna nanna a Morgan
quando era ancora in fasce e le abbia trasmesso un po' del suo cipiglio
:D spero ti sia piaciuto questo cap, grazie del commento!
Grazie, come sempre, a chi segue la storia, a chi la preferisce e a chi
la legge soltanto :)
Alla prossima!
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