‘Cause
they are broken
Sasuke scappa, Naruto lo insegue.
È questa la normalità, è questo tutto ciò che deve
essere. Gli altri, fungono solo da contorno.
La storia si svolge così: qualcuno corre verso un
meta, qualcun altro trova la sua meta in colui che corre.
Gli altri non sono importanti, servono da cornice,
da ostacoli, da amici vicini e lontani, da pretesto, ma non sono il fulcro.
C’era un giorno in cui erano tutti uguali, tutti
della stessa importanza. Un unico insieme che è stato spezzato da chi, come
Sasuke, ha visto il marcio.
Un marcio che divora le fondamenta poco a poco,
senza che nessuno lo noti, perché se se ne accorgessero, aprirebbero gli occhi.
Solo lui l’ha visto e ha deciso di arrivare alla
fonte per distruggerlo.
Non può farlo, o tutto crollerà, a partire da quel
primo fragile pilastro, fino alla colonna portante.
Naruto lo deve fermare ad ogni costo, glielo dicono
anche i suoi amici. Non è un gioco. Lui non deve assolutamente permettergli di
arrivare fin lì, in quel luogo da cui tutto ha avuto inizio.
Corre con tutte le sue forze, pregando affinché le
gambe reggano e la milza non dolga troppo. Corre con i polmoni che bruciano,
con il cuore che batte furioso nella cassa toracica, ma Sasuke è sempre un
passo avanti a lui.
Alle volte lo vede, ma non riesce a raggiungerlo.
Svolta l’angolo e lui è sparito.
Si allenano per diventare più forti, per uccidere o
per salvare. Per morire o per vivere.
Sasuke deve raggiungere la sua meta, Naruto
lo deve fermare.
Qualcun altro prova ad inseguire Sasuke, ma viene
depistato quasi subito. Perché?
Sasuke ha capito la verità e quindi corre. Sakura
non la conosce, perciò inciampa e con lei, tutti gli altri. Naruto riesce ad
inseguirlo e non inciampa, né si ferma.
Perché?
Kyuubi, la Volpe a Nove Code, lo aiuta. Gli dona il
suo potere, gli regala la propria resistenza, lo cura se è ferito.
Perché?
Sasuke non ha nessun aiuto, eppure riesce a non
farsi raggiungere, a rimanere sempre un passo davanti a lui.
Sasuke sa vedere il marcio che si cela dietro quella
commedia, sa sentire i fili che tengono in piedi il suo corpo e riesce ad
intuire il motivo per cui non vengono recisi, impedendogli così la fuga.
È una corsa contro il tempo e contro lo spazio.
Lo sanno entrambi, sia chi insegue che chi scappa.
Perché?
Naruto e Sasuke conoscono la verità, ecco perché.
Nella loro folle corsa, vedono gli eventi trascorsi
scorrere a ritroso. Stralci di un passato malato e contorto che si ripropone sottoforma
di ricordi.
È in quel momento che il sentiero che calpestano, il
bosco che li circonda, i rumori che aleggiano nell’aria e gli odori che sentono…
iniziano a svanire.
Tutto il loro mondo si rompe in frammenti di un
unico grande specchio.
Il passato non ha più importanza, si è appena
infranto.
Volti scheggiati che si ripetono all’infinito
durante il loro cammino, fondendosi in un macabro collage mal riuscito.
Nomi abilmente spezzati, dai caratteri sanguinanti.
Un acuto dolore al petto li blocca di colpo,
costringendoli a rimanere immobili, in piedi, con le mani che si chiudono
convulsamente sulla stoffa che copre il petto.
Crack.
Sasuke cade in ginocchio, come se la forza di
gravità fosse aumentata all’improvviso.
Il volto è contorto in una smorfia di dolore, ma i
suoi occhi rimangono puntati davanti a sé, cercando lo spiraglio nell’oscurità
accecante.
Ignora i volti sfregiati, i sorrisi spezzati della
madre che lo guarda.
Impallidisce nel vedere come il suo più bel ricordo
sia stato ridotto a brandelli.
Fissa quel sorriso infranto che sanguina, mentre la
mano che ancora stringe il petto si bagna di qualcosa di caldo.
Chiude gli occhi, facendo forza su se stesso per non
urlare ed impazzire.
«È solo un’illusione. È solo un’illusione. È solo
un’illusione. Io non sono -»
«NO!»
L’urlo di Naruto spezza le sue parole. Si volta a
guardarlo febbricitante, con il sudore che cola dalla fronte bollente.
Lo trova riverso a terra, che si trascina lentamente
verso di lui. Lo vede nelle sue stesse condizioni, ma con una luce disperata
negli occhi.
Ansima pesantemente, mentre il volto è contorto in
un’espressione sofferente. Rimane immobile a guardarlo trascinarsi sulla
braccia per arrivare fino a lui.
Vorrebbe dargli dell’idiota, ma non ne ha la forza.
Sta aspettando che quel dolore lancinante cessi per qualche istante, giusto il
tempo per raccogliere le poche forze necessarie a continuare il suo cammino.
Non gli importa se questo comporterà altro dolore o
altri ricordi irrimediabilmente spezzati. Non gli importa se sarà il fautore
della più grave delle perdite. Lui deve andare avanti per sé, ma anche per chi,
come lui, vuole solo un po’ di pace.
Sasuke prende fiato, mentre Naruto è finalmente
giunto a lui.
«Non fermarmi.»
Naruto afferra con tutta la forza che può la caviglia
di Sasuke. Alza il volto per guardarlo, supplicandolo solo con gli occhi di non
dire nulla, di tornare indietro con lui e vivere felici come un tempo.
Sasuke intuisce i suoi pensieri, gli sembra quasi di
sentirli scorrere nelle vene, ma non sono altro che veleno. Un veleno che
intorpidisce prima i sensi, annienta la coscienza e poi, ti addormenta,
facendoti ricadere in quella sorta di requiem che ti coglie nel sonno.
Sospira, affrontando quegli occhi all’apparenza
limpidi.
«Naruto… Non ti senti mai stanco?»
Il ragazzo interpellato abbassa il capo. Riflette. I
secondi passano lenti, inesorabili. Sospiro. Alza lo sguardo.
«Solo quando te ne vai.»
Sasuke lo guarda, indeciso sul da farsi. Basterebbe
poco, veramente poco e tutto finirebbe per sempre.
Si siede nell’oscurità, dove le uniche cose visibili
solo lui e Naruto, ma se guardasse più a fondo, in lontananza, vedrebbe Konoha,
Oto e tutto il loro mondo chiuso in una grande cupola dal vetro opaco
incrinato.
Afferra Naruto per le braccia, usando le poche forze
restanti per tirarlo su e farlo sedere di fronte a lui.
La felpa arancione e nera di lui è sporca, così come
la sua. Un piccolo foro all’altezza del cuore sgorga sangue ed una sostanza
strana e bianca.
Sorriderebbe se ne avesse la forza e la voglia. Sono
arrivati al capolinea, dopotutto.
See the devil on the doorstep now
My oh my
Telling everybody ,oh just how to live their lives
Sliding down the information highway
Buying in just like a bunch of fools
Time is ticking and we can't go back
My oh my
[We are – Ana Jhonson]
«Perché non lo accetti, Naruto?»
Il jinchuuriki scuote il capo con forza,
aggrappandosi alla stoffa sporca che copre il petto di Sasuke. Poggia il capo
sulla pelle calda dell’amico, tentando di ricacciare indietro le lacrime e di
recuperare un minimo di dialettica, almeno quella necessaria a fargli cambiare
idea.
Sospira angosciato, facendo uscire in un biascico le
uniche parole che sovrastano i suoi pensieri:
«…Perché voglio vivere.»
Sasuke gli poggia la mano sulla testa, guardandolo
tra il severo ed il comprensivo.
«Quando qualcuno ti ordina come vivere, riunendo
tutti coloro che ha visto in un passato lontano in un unico punto e costruendo
attorno a loro un’illusione, allora non è -»
«NON DIRLO!»
Sasuke scuote il capo. È stanco di correre, stanco
di cercare una via di uscita, stanco di tutto, ma non così tanto da non
riuscire a raggiungere la sua meta.
Naruto non vuole vedere la realtà, vuole continuare
ad illudersi che vada bene così, che è tutto come prima.
Sasuke lo sente sull’orlo di un pianto, ma sa che
resisterà. È forte, ma lo sarà abbastanza? Non lo sa.
«Naruto, non possiamo continuare così. Lo sai anche
tu. Noi siamo - «NON È VERO!» - morti e -«NON È STATA COLPA MIA!» - sei stato
tu ad - «IO NON VOLEVO!» - ucciderci.»
«NO!»
Naruto urla di dolore, scostandosi improvvisamente
da Sasuke come se bruciasse. Forse è veramente così, o forse è lui stesso a
bruciare.
La sostanza bianca esce più copiosa del sangue da
quel piccolo foro sul petto, mentre la schiena di Naruto si inarca all’inverosimile
all’indietro, portandosi sul punto di rottura, ma non si spezza. A rompersi è
l’oscurità questa volta.
Alte sbarre rosse li imprigionano nella dimensione
attuale, mentre da lontano la cupola si infrange.
Il mondo attorno a loro ruota furiosamente in un
vortice di specchi e ricordi. Solo loro rimangono fermi.
Da lontano, arriva una luce bianca accecante, ma
ancora non lo può raggiungere.
In un piccolo angolo ancora buio, una bambina è
rannicchiata su se stessa.
Sasuke si accorge che il dolore al petto è cessato e
può muoversi liberamente. Il corpo di Naruto ha smesso di piegarsi, ma pare
senza vita. La sua coscienza si è infranta per sempre o sta già ricomponendo i
pezzi?
Non lo sa.
Si alza lentamente, sistemando Naruto in una
posizione più umana, poi si dirige verso la bambina.
«Kyuubi, non è vero?»
La bambina si rannicchia ancora di più su se stessa,
singhiozzando convulsamente.
Sasuke la guarda. È piccola, con nove code che le si
avvolgono attorno per proteggerla.
«Quella storia1… come finisce?»
Domanda pur sapendo che la risposta l’ha già
trovata, ma la vuole sentire. C’è differenza tra il sapere per induzione ed il
sapere certo.
Sospira nel vedere la bambina rannicchiarsi ancor
più su se stessa ed in un moto di – dolcezza? Comprensione? Tenerezza? – allunga
una mano per sfiorarla, ma qualcuno gliela blocca.
«Perché hai fatto tutto questo, Naruto?»
Il ragazzo lo guarda afflitto, ma sicuro di sé.
«Perché eravamo soli.»
Sasuke abbozza un sorrisino.
«Degno di te, usuratonkachi.»
Naruto si alza, dirigendosi verso la bambina.
«Come hai fatto a capirlo, Teme?»
Sasuke lo guarda accarezzare i capelli di Kyuubi,
sussurrandole parole di conforto all’orecchio.
«Che era tutta un’illusione? Mi sottovaluti, dobe.
Tutta la mia vita è stata costruita sulle menzogne e se qualcosa non mi quadra,
scopro la verità. Nella bella storia che avevi tessuto, non facevamo altro che
ripercorrere la nostra vita con degli accorgimenti, ma troppa incoerenza porta
a pensare. Ogni volta che mi fermavi, che tentavi di riportarmi indietro,
notavo una crepa in più in qualche punto della “città”. Non ci è voluto molto a
capire che nulla era reale.»
Naruto smette per un secondo di accarezzare la
bambina e lo guarda con un mezzo sorriso.
«Capito.»
Si volta nuovamente verso Kyuubi e la prende in
braccio, cullandola piano per farla rilassare.
«Era solo un cucciolo quando iniziarono le guerre,
sai?»
Sasuke si poggia ad una delle sbarre, facendogli
cenno col capo di continuare. La luce è ancora lontana.
«Gli uomini avevano distrutto tutto, compresi i suoi
genitori e gli amici. Quando alcuni uomini la trovarono, stava mangiando i
cadaveri dei suoi simili, così da poter diventare forte e raggiungere le nove
code in pochi giorni, senza dover aspettare secoli. Lo ha fatto per difendersi
da chi la voleva uccidere, ma la vista degli stessi uomini che le avevano
trucidato la famiglia, ha fatto scatenare quel potere che non sapeva manovrare
e poi… il resto lo sai credo.»
Si guardano. La storia potrebbe finire lì, ma non è
così. Sasuke lo sa. Il marcio c’è ancora, non è stato tolto a sufficienza.
«Continua.»
Naruto si morde le labbra, non vorrebbe dire tutta
la verità, ma parla.
«…Sono riusciti a batterla e mio padre l’ha
sigillata dentro di me. Io ero odiato da tutti a Konoha e li odiavo anch’io,
perché mi chiamavano “Mostro” e mi allontanavano. I bambini non giocavano con
me e il più delle volte mi picchiavano o mi tiravano i sassi. Un giorno, però,
vidi te e capii che eravamo uguali. Volevo esserti amico, volevo che anche tu
mi guardassi e pensassi la stessa cosa, ma non era così. Io non ero alla tua
altezza e così mi allenai, mi feci detestare, ma solo perché volevo essere al
tuo livello e, proprio quando tu sembravi considerarmi, sei scappato. Ti ho
odiato. Per un brevissimo istante, ma l’ho fatto. Ti ho inseguito come un
pazzo, correndo ovunque e poi ci siamo incontrati. Eri cambiato. Non eri più
tu. Hai tentato di uccidermi, c’eri quasi riuscito… come quella prima volta.»
Sasuke chiude gli occhi, ricordandosi come, al loro
primo e vero scontro, era riuscito a perforargli un polmone, nonostante avesse
puntato al cuore.
Gli torna alla mente anche il loro ultimo scontro,
quello in cui, dopo aver tramortito Sakura e Kakashi, stava affrontando Naruto.
Erano lì, ancora Chidori contro Rasengan. Ricorda
che Naruto gli aveva fatto un discorso simile anche in quell’occasione, ma lui
aveva sputato sopra a tutto, coprendolo di veleno come meglio poteva, perché
non riusciva a dirgli che anche lui lo considerava la persona più importante.
Quella volta, era stato un idiota.
Lo aveva offeso, lo aveva distrutto, sputando su
quel “ti voglio bene” a mala pena sussurrato – e che racchiudeva forse vari
significati un po’ troppo scomodi –, poco prima che la sua mano potesse
affondare nelle sue carni.
«Io no.»
Aveva detto, quando la sua risposta sarebbe dovuta
essere un semplice: “Anch’io”. Ma se gli Uchiha eccellono in un’arte – non
oculare –, è proprio quella della menzogna, ricoprendo di fango i sentimenti
che non porterebbero al loro obiettivo.
Naruto lo guarda, con il ricordo di quelle parole
ancora ben impresse nella mente.
«Sei stato veramente uno stronzo, lo sai? Tu, la
persona per me più importante, quella per cui sono riuscito ad andare avanti
riuscendo a mettere da parte l’odio, mi avevi distrutto. Tutto il rancore
provato in anni e anni di odio nei miei confronti, improvvisamente si è
liberato.»
Sospira, ma un sorriso triste gli si dipinge in
volto.
«Volevo essere forte come te, ma non ci sono
riuscito molto bene. Non so di preciso cosa sia successo dopo, so solo che ho
sentito un forte calore propagarsi dal mio ventre fino al cervello e da lì, il
buio. Quando mi sono risvegliato, eravamo rimasti solo io e Kyuubi.»
La bambina singhiozza più forte, strusciando il
visino contro la maglia di Naruto.
«Urlai per quelle che mi parvero ore. Ero solo.
Avevo distrutto in un attimo tutto ciò che mi circondava ed avevo ucciso tutte
le persone a me care. Te, Sakura-chan, Iruka-sensei e tutti gli abitanti del
mondo. Non avrei mai pensato che il potere pieno della Volpe a Nove Code
arrivasse a tanto.»
Naruto ferma il proprio fiume di parole, aspettando
ciò che Sasuke gli dirà. Accarezza dolcemente i capelli rossi di Kyuubi, mentre
con la coda dell’occhio spia la luce bianca che si avvicina.
Ciò che esce dai loro petti assieme al sangue,
lentamente diminuisce il suo flusso.
Sasuke chiude gli occhi, immagazzinando le
informazioni ricevute e rielaborandole per assorbirle pienamente.
Non sa che cosa dire, né cosa fare. Può solo
chiedere una conferma che ha sempre saputo.
« È per questo che ci hai riportati indietro?»
Naruto lo guarda. Nessuna insicurezza nello sguardo
e nemmeno dolore mentre dice l’ultima verità.
«Sì. Non so come ce l’ho fatta, so che sono riuscito
a recuperare gli spiriti di tutti quelli che conoscevo prima che la morte vi
portasse via. Sasuke, non mi pento di quello che ho fatto, se potessi lo
rifarei ancora cento e mille volte, se ciò significasse avervi ancora tutti qui
con me.»
Per una volta, è Sasuke ad abbassare lo sguardo.
Pare ancora riflettere, ma sta ridendo.
«E così hai dimostrato che anche tu sei umano. Non
ho mai creduto ad una sola delle tue parole schifosamente buoniste. Sei egoista
come ogni essere umano.»
Naruto gli tira un piccolo pugno testa, ma sorride.
«Teme, guarda che ci credevo veramente in quello che
dicevo! È solo che non ho mai detto di non essere egoista, sai?»
Sasuke alza il pugno verso di lui, con un sorrisino
sarcastico in volto.
«Tsk. Dobe.»
Naruto alza il pugno verso di lui, con un sorrisino
sarcastico in volto.
«Teme!»
I pugni si incontrano.
La luce bianca li avvolge.
I mignoli si intrecciano.
«E Uomini? Loro sono…»
«…morti.»
Note:
1: Sasuke si
riferisce alla parte del prologo.
Ecco il secondo ed ultimo capitolo di questa storia
un po’ strana XD. Ringrazio chi ha commentato il prologo e spero che questo
capitolo sia stato di vostro gradimento e che mi lascerete un commento ù_ù. Per
ogni spiegazione, o anche solo se volete contattarmi, potete farlo al mio
indirizzo email: kei_saiyu@yahoo.it
XoRevXo:
sì, effettivamente il prologo è un po’ strano, ma da qui si capisce il
significato, no? XD spero ti sia piaciuto questo capitolo ù_ù.
Any Ikisy:
Grazie per i complimenti e spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta XD.
Nemesi06: purtroppo
non è una long, anche se mi sarebbe piaciuto renderla tale, ma spezzettare ulteriormente
il capitolo mi sarebbe sembrato assai inutile e deleterio, ma amen. Spero comunque
che tutto sia stato chiarito e che ti sia piaciuta anche questa parte ^^.
Grazie a tutte per le recensioni, ma lasciate che mi
faccia un po’ di pubblicità e vi rimandi ad una fan fiction – la mia prima long
ù_ù/ - che adoro: Symbolum.
Se volete qualcosa di angst e malinconico, consiglio allora How to save a
life… . direi che ho finito lo spazio pubblicitario XD. Scusate, ma sono fan
fiction a cui tengo particolarmente e mi piacerebbe avere l’opinione di tutti
ù_ù.