Epilogo - Scelta.
31 giugno.
Aprii
il baule fissandolo con uno sguardo perso
nel vuoto. Ficcai tutti i vestiti lì dentro, non curandomi
di piegarli o
metterli in ordine: li accatastai tutti insieme in un disordine
pazzesco.
Sembrava la mia camera un’estate prima, quando Avery,
Mulciber e Rosier avevano
passato del tempo con me. Chi sa in che condizioni era, e chi sa come
era
ridotta la casa.
Da quanto non pensavo a mamma, e in quel momento la scoprii
più vicina di quel
che pensassi. Ora, come lei, sapevo cosa voleva dire soffrire davvero.
Quello
di cui mi ero sempre lamentato negli anni precedenti, una madre pazza,
un padre
odioso, le torture di Potter e Black, era nulla in confronto a quella
situazione. Mai come in quel momento mi resi conto di quanto vuota e
inutile
fosse la mia esistenza, senza Lily a farmi compagnia.
Forse ora il depresso sarei stato io. La nonna avrebbe badato anche a
me?
Fissai quell’ammasso di vestiti, straordinariamente
disordinato come la mia
mente: pensai fosse stato meglio metterli a posto. Cercai la bacchetta
nella
tasca dei pantaloni ma non c’era. Mi guardai intorno, sulla
scrivania, per
terra, ma non c’era. Sicuramente l’avevo messa per
sbaglio nel baule prima di
conficcare tutto dentro. Infilai la mano tra i vestiti e cercai il
bastoncino.
-Ahia!-
Qualcosa di freddo e tagliente mi aveva ferito. Lo afferrai, non
sapendo cosa
fosse e tirai su. Era del ferro deformato…
Il bracciale-catena mio e di Lily penzolava danti a me, senza che
riuscissi
davvero a guardarlo. Ebbene si era rotto, ed ecco cosa ne era rimasto. Amicizia…
Ricordare quel momento mi procurò un’altra fitta
allo stomaco. Ricordavo,
purtroppo, fin troppo bene quel momento, quando comprammo quei due
bracciali.
Non erano mai stati solidi al massimo, perché per lei non
provavo una semplice
amicizia. Ma adesso era solo un sottile rottame di ferro, e stavolta
nessuna
luce azzurrina ad aggiustarlo. Lo gettai di nuovo nel baule, non avevo
intenzione di continuare a ripescare il passato.
Mi sedetti sul letto, su qualcosa di duro… la mia bacchetta.
-Meraviglioso- borbottai mettendola in tasca.
Ero talmente tra le nuvole da non riuscire neanche a vederla sul
letto…
Il mattino successivo ci radunammo tutti nella Sala
d’Ingresso con i bauli in
mano, pronti a lasciare il castello. Voci ridacchianti, sorrisi
smaglianti,
visi tristi, mi circondavano ad ogni angolazione senza che io riuscissi
a
vederli o sentirli. In mente avevo sempre quel pensiero fisso che
sembrava
otturarmi le orecchie e gli occhi.
-Ehi, Piton, fai attenzione- mi disse Mulciber quando mi scontrai con
lui
mentre uscivamo dalla porta.
Gli lanciai uno sguardo carico di schifo e mi avviai da solo a grandi
passi più
avanti, raggiungendo un gruppo di Tassorosso che parlottava tra loro.
-Avete letto la Gazzetta di oggi?- disse un tipo alto.
-No, perché?- rispose il compagno.
Il primo si guardò intorno e poi disse in un sussurro:
-Un’altra famiglia
babbana uccisa, e stavolta, indovina un po’, da Tu-Sai-Chi in
persona!-
-Cosa? Dici davvero?- chiese l’altro. Il tizio alto
annuì con la testa e
riprese a parlare.
-Sai, dicono che alcuni suoi Mangiamorte siano stati catturati e
sbattuti ad
Azkaban. Non mi meraviglio, con quella canaglia di Malocchio al
Ministero, ma
ciò mette i brividi…-
Mi allontanai da loro con passo veloce. Sembrava davvero che tutti,
anche
inconsapevolmente, volessero farmi tornare con la mente alla scelta che
dovevo
prendere. Quelle notizie mi mettevano sempre un’angoscia
appiccicosa che non
riuscivo a staccare.
Giungemmo fino al treno dove caricammo i bagagli. Io sgattaiolai subito
su,
alla ricerca di uno scompartimento abbastanza lontano, dove potessi
starmene da
solo. Mentre camminavo per il corridoio il mio sguardo si
posò sul finestrino,
dal quale intravidi la testa rosso scuro che riconobbi come quella di
Lily:
sorridente, parlottava con le sue amiche mentre pian piano seguiva la
marea di
studenti che saliva sul treno. Quanto la invidiavo. Se non fosse stata
lei,
così forte e intraprendente, avrebbe di sicuro avuto il muso
per chi sa quanto
tempo dopo una delusione dal suo migliore amico. Invece faceva finta di
niente,
o solamente considerava ciò una benedizione. Aveva capito
che razza di persona
ero.
Sentii gli occhi punzecchiarmi, segno che stavo cominciando a piangere:
strizzai gli occhi, quelle lacrime non dovevano uscire, dovevo
dimostrarmi
forte come lei, il Serpeverde orgoglioso che non ero mai stato.
-Ehi, guarda chi si vede!-
Dalle mie spalle giunsero Avery, Mulciber, Rosier e tutta la banda,
straordinariamente numerosa, di futuri Mangiamorte. C’erano
anche Yaxley e
Dolohv.
-Che volete?- chiesi con un’occhiata gelida.
Gli imbecilli ridacchiarono, ma io non ci trovavo proprio nulla di
divertente.
-Ci chiedevamo, ecco- disse Avery, -Se avevi fatto la tua scelta-
Mi aspettai quella domanda, e capii di essere giunto al punto cruciale:
non
potevo più aspettare. C’erano tutti, ormai, e
aspettavano soltanto la mia
decisione.
Senza rendermene conto, avevo già scelto che strada prendere
quando chiamai
Lily sporca Mezzosangue: adesso che
l’avevo persa per sempre, l’unica
cosa che mi rimaneva erano le Arti Oscure, ma non avevo affatto
intenzione di
continuare a frequentare Mulciber e gli altri.
L’idea mi balenò in mente come un’ancora
di salvezza, non proprio quella che mi
ero immaginata, ma accettabile. Avrei coltivato comunque la mia
passione –se
così si poteva chiamare- ma da solo, come sempre. Come avevo
sempre fatto e
come sempre farò. Sono indipendente, non ho bisogno di loro
per diventare
qualcuno e neanche voglio frequentarli.
Anche se saremmo stati tutti a servizio delle Arti Oscure, avrei
mantenuto un rapporto
distaccato con loro.
-Si- dissi infine, -Ho fatto la mia scelta-
Mi girai ed entrai nello scompartimento, chiudendomi la porta alle
spalle ed
appoggiando la testa ad essa.
Come Lily mi aveva sempre ripetuto, la vita non è altro che
un insieme di
scelte, a volte sbagliate, a volte giuste. La mia era
senz’altro sconveniente,
ma sinceramente il futuro mi parve più roseo senza gli
imbecilli.
Sbagliata o giusta che fosse, avevo cominciato a camminare per la mia
strada e
non potevo più tornare indietro ora che l’avevo
scelta.
Fine.
Dai
Chiara, non emozionarti troppo. Fa' un discorso serio, perdinci!
Dunque, siamo
quindi giunti all'epilogo di questa storia che spero vi abbia almeno un
po' trasmesso qualcosa...
No, via, al diavolo
i paroloni!
Solo chi ha scritto e
terminato una FF propria può capire quello che sento adesso.
E' come se una
parte di me fosse volata via, lasciando un posto vuoto.
Severus Piton è stato un
personaggio che fin
dall'inizio mi ha incuriosita, e perciò ho voluto provare ad
immedesimarmi in
lui, sperando di riuscire a cadere bene nei suoi panni! Mettere punto a
questa
fantastica avventura è stato più complicato di
quel che credessi, e come già
avevo provato una volta finire una FF mi da un'angoscia tremenda
Scrivere è stata
una fantastica esperienza, e non
smetterò mai di farlo. Prometto, giuro tutto quello che
volete che mi avrete
ancora tra le scatole!
Se Sev se n'è
andato, un altro personaggio
prenderà il suo posto, e per la cronaca sto già
cominciando a scrivere
qualcosina sempre in tema Harry Potter, ma nulla ancora di definitivo!
Ma ho cianciato troppo ç___ç
Un ringraziamento speciale
va a:
Giulia: grazie, infinitamente! Dei tuoi commenti, del fatto che mi hai
seguita
dall'inizio alla fine. Il tuo è stato uno dei sostegni
più importanti! Mi sono
anche affezionata a te!
Rossy: amore grazie anche a te per aver recensito sempre <3
Circe: grazie, i tuoi commenti mi lusingavano sempre troppo! :D
ZataSev: grazie perché i tuoi commenti mi piacevano sempre
tanto!
E infine un ringraziamento
va a tutti quelli che
mi hanno seguito, per la pazienza che avete dimostrato con i miei
ritardi nel
postare e i capitoli corti xD
Non so davvero cosa avrei
fatto senza di voi.
Da questa esperienza ho
imparato che tutto è
possibile, anche che una ragazzina di 13 può sperare in
qualcosa di concreto.
Grazie a tutti.
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