36 capitolo
∞
The wishes
of our heart ∞
L'oblio
“Cosa
ne dici se ci rivestiamo?”, mi domandò Robert
accarezzandomi la
schiena.
“Si, va
bene. Posso restare qui, con te, stanotte?”, domandai cauta.
“Sei
sicura che i tuoi genitori non protesteranno?”.
“No,
basta essere vestiti da capo a piedi”, mi voltai guardandolo.
“Ok,
farò il bravo”, mi baciò una spalla,
passando un dito sul mio
ventre, “forse”.
Rabbrividii al
contatto con le sue labbra calde, ma cercai di non dare
libero sfogo alle sensazioni che il solo suo tocco riusciva a darmi.
Mi misi seduta
sul bordo del letto, iniziando a vestirmi.
“Domani
cosa facciamo?”, mi domandò un Robert con i soli
jeans addosso,
e la camicia tra le mani.
Rimasi incantata
per qualche secondo, ritornando in me stessa, soltanto
dopo aver visto il suo sorriso sghembo.
“Ehm,
io dovrei preparare il piano universitario..”, feci una
smorfia,
ripensandoci.
“Allora
ti farò compagnia”, constatò lui.
“Ma non
voglio che ti annoi, magari vuoi girare la città. Non
sarò di
certo io a bloccarti in casa”.
“Mmmh,
sei proprio testarda allora! Voglio stare con te, quindi resto
qui, dove sei tu!”.
Si
avvicinò baciandomi a fior di labbra, mentre con una mano mi
accarezzò i capelli.
“Va
bene, va bene”, mi alzai, scrollando le mani in aria,
“come vuole
lei, capo”.
Lo sentii
sghignazzare, mentre ormai, mi stavo già chiudendo in bagno.
Mi infilai il
pigiama e, dopo aver salutato i miei, mi diressi nella
camera di Robert.
Bussai
delicatamente contro la porta, temendo fosse già a letto.
“Vieni
pure”.
Sgusciai dentro,
ammirandolo.
Era
sdraiato sul letto, con il lenzuolo che gli copriva le gambe.
Aveva solo un
paio di pantaloni da tuta addosso, e la maglia era
appoggiata sulla sedia accanto al letto.
Anche al mare
dormiva così, solo che di solito, non portava nemmeno i
pantaloni.
Arrossii
immaginandolo in certe occasioni, e ringraziando il buio, mi
infilai sotto le coperte con lui.
Alzò
un braccio, rispondendo ad una mia muta richiesta, e mi appoggiai
immediatamente sul suo petto.
“Quando
torneremo a Londra?”, mi domandò giocando con una
ciocca dei
miei capelli.
“Penso
che io rientrerò tra un paio di settimane, devo comunque
confermare la stanza al dormitorio”.
Non mi rispose,
continuando ad accarezzarmi la nuca.
“Tu,
quando tornerai?”, gli chiesi.
“Quando
torni tu. Io non ho impegni, fino a fine settembre. Poi
dovrò
girare Eclipse..”.
“Giusto,
quindi partirai per Vancouver?”, domandai con una nota di
tristezza nella voce.
“Si..”.
Silenzio.
Non mi aveva
risposto in un modo molto convincente, sembrava quasi
volesse liquidare il discorso.
“Rob,
tutto bene?”, gli domandai voltandomi verso il suo viso.
I suoi occhi
erano spenti, come se lui stesso fosse stato spento da
qualche cosa.
Scrollò
la testa, stringendomi più forte.
“Ehi,
che succede?”, mi misi il ginocchio, abbracciandolo.
“Hai
detto che a Londra dovrai confermare la stanza, al
dormitorio”, cavolo.
Non gli risposi.
Mi maledissi
mentalmente, per non avergli parlato della mia decisione
di tornare al dormitorio.
“Io
vorrei tornare a casa e poter sentire il tuo profumo. Vorrei trovarti
subito al
mio fianco”, la profondità del suo sguardo era
incredibilmente forte, quasi
tanto da spiazzarmi.
“Robert,
cosa vuoi dire? Io ci sarò sempre al tuo ritorno. Mi
troverai ogni volta,
amore”, avvicinai il suo viso al mio per poterlo baciare.
“Vieni a
vivere
con me Mary, a Londra, nella..”.
Sua casa.
Me lo aveva
chiesto, al mare, ed io gli avevo promesso di pensarci.
Quello che non
sapeva, era che io ci avevo già pensato, diverse volte.
“Rob..”,
abbassai lo sguardo, temendo ferirlo. Ma ormai avevo già
causato il danno, quindi era inutile nascondersi.
“Lo
immaginavo sai? Però non volevo pensarci..”, mi
disse sconsolato.
“No,
non pensare male. Io..insomma Robert, sai che a Londra, per me,
è
stato facile rifarmi una vita..e..”.
“Mi
dispiace”, mi disse sincero, ed io alzai subito la testa,
guardandolo sconvolta.
“E di
cosa?”.
“Di
averti messa in soggezione ora, di averti fatta sentire in colpa, di
essere sempre troppo impulsivo. Il fatto è che sei la prima
ragazza, con la
quale provo certi sentimenti..e mi lascio prendere troppo la mano..non
avrei
dovuto chiederti di venire da me, scusa”.
“Ma non
ti devi scusare!”.
“Si
invece. Io lo so che ti sei fatta una vita dentro quel dormitorio,
hai i tuoi amici, hai..Andrew..”, fece una smorfia, non
mascherando la sua
gelosia.
Sorrisi, felice
di vederlo così, per me.
“Robert, ti
prego. Tu non hai sbagliato niente, anzi, sono stata
felicissima di sentirti dire certe cose. Però, come hai
detto tu, io ho degliamici,
una vita. Non che con te non sarebbe la stessa cosa, ma sarei sempre
sola
amore, e non riuscirei a stare in una casa che sa di te, senza di
te..mi
capisci?”.
“Si”,
annuì, guardandomi con gli occhioni da cucciolo.
“Cosa
ne dici, se aspettiamo un po’, poi, nonappena potrai stare un
po’
a Londra, iniziassimo a stare insieme? Eh?”, gli sorrisi,
sperando di alleviare
il suo malumore.
“Si,
hai ragione..”, mi prese per i fianchi, facendomi appoggiare
al
suo petto.
Il suo cuore
batteva regolare, e sotto le mie carezze, aumentava il
ritmo.
“Desidero
più di ogni altra cosa, avere una vita con te. Vivere
insieme..però, diamoci del tempo. Abbiamo raggiunto un
bellissimo traguardo io
e te, e non voglio rovinare tutto, facendo le cose troppo di
fretta”, aspettai
una sua risposta, che non tardò ad arrivare.
Al buio non
potevo vedere la sua espressione, ma sapevo che in fondo,
ci pativa.
“Hai
ragione. È già tanto se siamo riusciti a trovare
un po’ di pace.
Prometto che aspetteremo il momento giusto, e poi inizieremo una vita
insieme,
io e te. Poi, hai ragione, sono doppiamente egoista, perché
sarei sempre fuori
casa..e tu saresti sempre sola”.
Mi strinse forse,
sospirando.
“Ti ho
già detto che la lontananza per me non è un
problema
irrisolvibile. Anzi, ci farà bene..poi io ti
verrò a trovare..quando potrò..”.
“Si
amore..ti amo”, sussurrò accarezzandomi i capelli.
“Anche
io”, strofinai la guancia sul suo petto, accoccolandomi di
più
al suo corpo.
“Buona
notte”, gli diedi un bacio sul collo, facendolo rabbrividire.
“Buona
notte Mary”, mi strinse più forte, mettendosi
comodo sopra il
materasso.
Chiusi gli occhi,
immaginandomi in una casa, con lui, magari anche con
dei bambini che trotterellavano per il giardino. Subito scossi la
testa,
dandomi della stupida per i pensieri troppo veloci che la mia mente
stava
facendo; dovevo andare con calma, altrimenti avrei fatto del male a
tutti e
due.
Quando la mattina
aprii gli occhi, guardai subito la sveglia, vista la
posizione in cui mi trovavo.
Erano le otto del
mattino, e il silenzio padroneggiava nella casa.
Sentii subito il
corpo di Robert dietro il mio, abbracciato ai miei
fianchi.
Mi misi comoda,
stretta tra le sue braccia, cercando di sentire quel
calore che solo lui riusciva ad emanare.
Mi voltai
lentamente, per non svegliarlo, e rimase beata dalla sua
espressione rilassata.
Sembrava un
angelo, le sue labbra appena dischiuse, erano piegate in un
piccolo sorriso, mentre il suo viso non dava nessun segno di tensione,
era
tranquillo, proprio come amavo vederlo.
I capelli erano
così spettinati, che sembravano addirittura il doppio,
ma amavo anche quelli, indubbiamente.
Poter affondare
le mani tra quella cascata di capelli ramati,
sentendone la morbidezza e il loro profumo, non aveva prezzo.
Portai una mano
all’altezza del suo viso, per accarezzarne i contorni.
Lo
avrei fatto per tutta la mia vita, se i piani universitari non mi
avessero chiamato con tutta quella urgenza. Così, facendo
molta attenzione, mi
alzai dal letto, voltandomi per accertarmi di non averlo svegliato.
Scesi al piano di
sotto, richiudendo la porta della sua camera.
Prima,
però, diedi un’ultima occhiata al suo viso disteso
e sereno, era
così bello, che mi doleva il cuore non osservarlo
più.
Quando arrivai in
cucina, salutai mia madre che, molto silenziosamente,
si stava dedicando alle faccende culinarie.
“Buon
giorno mamma”, la salutai, prendendo una tazza di
caffè.
“Buon
giorno tesoro”, era strana, non si era nemmeno voltata.
“Tutto
bene?”, le domandai addentando una ciambella.
“Si,
certo”, sospirò, “coma mai sveglia
così presto?”, mi chiese
indifferente.
“Devo
preparare i piani per l’università”,
sbuffai, immaginando già il
lavoro che mi aspettava, “e non ne ho voglia”.
“Su,
pensa che sei all’inizio. Tra qualche anno cosa farai,
eh?”.
“Hai
ragione”, continuai a mangiare, terminando la mia colazione.
Andai in bagno,
per lavarmi il viso.
Mi osservai allo
specchio e ritrovai la Mary che per tanti mesi
mi era mancata, solare,
energica, piena di vita.
Ormai stava
andando tutto bene, non potevo lamentarmi.
Ma si sa, meglio
non dirlo mai ad alta voce, infatti mi limitai a
pensare alla bolla di felicità che io e Robert eravamo
riusciti a crearci.
Avrebbe dovuto
girare dei film, stare fuori casa per molti mesi, ma
questo non ci avrebbe impedito di stare insieme.
Saremo stati
sempre uniti, anche contro i problemi che sarebbero sorti
con il tempo.
Ci
amavamo, e niente di avrebbe impedito di vivere il nostro amore.
Scesi di nuovo in
cucina, dove trovai mia madre intenta ad osservare
qualcosa fuori dalla finestra.
“Mamma,
sei sicura che vada tutto bene?”, le domandai con una nota di
preoccupazione nella frase.
“Mary,
ci sono cose, nella vita, che non si possono programmare”, si
voltò verso di me, con un giornale tra le mani,
“ti chiedo solo di non
crollare, di non smettere di essere la Mary
che conosco, ti prego”.
“Mamma,
così però mi fai preoccupare”.
Iniziai ad
allarmarmi, seriamente.
Si
avvicinò al tavolo, prendendo un giornale di gossip tra le
mani.
“Tieni,
leggi”, si voltò di scatto, come se si fosse
appena bruciata.
La guardai
perplessa ed impaurita, non l’avevo mai vista in quello
stato.
Spostai
l’attenzione sul pezzo di carta che tenevo tra le mani,
osservando i titoli di copertina.
Quello che lessi
mi lasciò completamente spiazzata, come se
all’improvviso, nel terreno, si fosse creato un vortice
capace di risucchiarmi
al suo interno.
Sprofondai in un
limbo senza luce, senza speranza, senza Robert.
Feci cadere per
terra il giornale, finendo a terra anche io, con le
ginocchia sul pavimento.
Sentii il mio
nome uscire dalle labbra di mia madre, come un urlo di
disperazione, e così era.
Ero disperata, ero
completamente terrorizzata.
Scoop del mese
“Sono
incinta di un uomo che non mi ama più.”
Così
Chloe Sallivan racconta della sua storia con il vampiro più
sexy
del mondo.
***
OMG.
Sono seriamente
triste, triste, triste.
Sto mettendo la
parola fine, a questa storia ç_ç
Alla mia
bambina……
Si, ok. Ho
già tutta la trama della prossima storia in
testa…tutta….però
sarà difficile.
Racconterà
dei temi un po’ particolari, come avrete ben notato dalla
fine di questo ultimo capitolo.
Bene, mi dispiace
se non vi ho avvisate prima.
Di solito si
dovrebbe fare, ma questa volta è stata proprio una cosa
improvvisa..
Un’idea,
un’illuminazione che è arrivata
all’improvviso..
Non so come
potervi spiegare..
Diciamo che non
sapevo nemmeno io se farla finire, oppure se
continuare.
Ovviamente, ho
deciso per la prima. Tanto sarebbe risultata solo
noiosa.
Infondo le cose
principali, inerenti al tema della storia, erano già
successe, quindi..
Vi lascio con
l’amaro in bocca, è vero..e vi chiedo perdono xD
Ma abbiate
fiducia in me, quando vi dico che le idee ci sono!!
_Miss_ diglielo
tu XD dai…
Ragazze…..vi
voglio un bene che nemmeno potete immaginare..cioè..
Mi avete davvero
accompagnata per tutto questo lungo viaggio ç_ç
Ed io non so
nemmeno come fare per ringraziarvi a dovere..sono una
frana in queste cose!
A chi
è arrivato prima, a chi dopo.
A chi mi segue
dal prologo di questa avventura, a chi invece, ha deciso
di seguirmi quando la storia era già iniziata.
Vi ringrazio, per
essermi state sempre accanto.
Nei momenti bui,
e in quelli belli.
Nei momenti in
cui l’ispirazione era sotto i piedi, e quando invece mi
buttavo a capofitto sulla storia..
GRAZIE, DAVVERO
DI TUTTO.
Siete un pubblico
fantastico, delle ragazze eccezionali.
E vi rispetto e
vi adoro indiscutibilmente tutte allo stesso modo.
Siete il mio
mondo, la mia famiglia.
Ormai senza di
voi, non saprei più come andare avanti.
E dopo questa
patetica, noiosa, fine, vi dico davvero grazie, e
vedrete, ci risentiremo presto *-*
Ah, ecco.. xD non
è mica la fine eh!!
Torneremo, io e
Mary, torneremo a rompere le scatole a tutte voi!!!
Un abbraccio
calorosissimo..
|