Il
figlio del demonio
*
James *
- E’ stato inammissibile -
Ivan
annuì, muovendosi sulla sedia per sistemarsi più comodamente.
In fin
dei conti le aveva già sentite quelle cose.
Assottigliò
lo sguardo, fissando truce l’uomo che aveva di fronte: era dall’altra
parte della scrivania e, con evidente sforzo, non aveva smesso di parlare un
attimo da oltre dieci minuti.
- Non mi
sarei mai aspettato un simile comportamento nella mia scuola. Come vi è saltato
in mente ? Proprio voi, poi! Signor Carter, infastidire il nuovo studente ?
Perché mai ? -
Ivan
voltò appena la testa, senza darlo a vedere, per lanciare uno sguardo al
ragazzo seduto poco lontano da lui: teneva lo sguardo basso, con un dito
arrotolava un angolo del mantello e agitava nervoso un piede.
Nonostante
questo, Ivan non faticò a riconoscere un accenno di sorriso sulle sue labbra.
Un
sorrisetto piccolo, quasi invisibile, eppure ben presente.
Era un
sorriso divertito, allegro, svagato, anche soddisfatto volendo.
Un
sorriso che si trovava in contrasto con l’aureola che gli fluttuava sulla
testa.
Ivan
smise di osservarlo, riportando invece lo sguardo sul preside: con due dita si
deterse qualche goccia di sudore dalla fronte, poi, dopo aver passato la mano
lungo tutta la testa pelata, riprese il discorso.
- Come è
possibile, signor Carter ? Lei, il nostro miglior studente! Io, davvero, non
riesco a crederci. Non che il suo comportamento, signor Evans, sia stato
migliore! -
Ivan si
era distratto e ci mise un po’ a ricordarsi che Evans era lui: non
era il suo cognome in fin dei conti.
A quanto
pareva però, lì tutti lo conoscevano così: Ivan Evans.
Opera
degli Esposito, ne era sicuro.
Non
appena riportò lo sguardo negli occhietti piccoli e neri del preside, questi
continuò la sua filippica interminabile:
-
Colpire un altro studente, solo per una provocazione! No, no, no! Spero
vivamente che non si ripeta mai più. Lo spero per entrambi. Quand’ è
stata poi, l’ultima volta che è successa una cosa del genere qui ? Nella
mia scuola ? Non riesco nemmeno a ricordarlo, guardate! -
Scosse
vivacemente la testa, con aria sconfortata e delusa, guardando entrambi i
ragazzi con occhi rimproveranti.
Ivan si
trattenne a stento dal sorridere, stava per cedere all’impulso, quando
sentì un sussurro.
-
L’ultima volta è stata tre giorni fa, prima del week-end -
Con la
coda dell’occhio Ivan si accorse dello spostamento avuto
dall’altro: aveva mosso la sedia, avvicinandola alla sua e ora se ne
stava leggermente inclinato verso di lui, il viso poggiato sul palmo aperto.
Sorrideva ancora, questa volta complice, dopo aver parlato.
Il
preside non aveva sentito, infatti, con le labbra corrucciate, continuò
imperterrito:
- Se non
fosse intervenuto il professor Shellet a dividervi, non oso immaginare cosa
avreste potuto combinare, tutti e due! Due teste calde, ecco cosa siete! -
Al nome
del professore, ecco giungere un altro bisbiglio:
-
L’uomo con l’ascia in testa -
Ivan
sorrise, in modo impercettibile, alla delucidazione che l’altro gli aveva
dato.
Sì, ora
se lo era ricordato.
Ci pensò
un attimo e lo inquadrò. Aveva davvero, un’ascia in testa: l’ ascia
che aveva colpito con un calcio mentre tentava di fermarlo.
- Io
davvero non so più cosa pensare: se anche il mio miglior studente mi
tradisce, deludendomi in questo modo… rischio di impazzire! -
Ivan
annuì, fingendo di ascoltarlo, quando invece tutti i suoi pensieri erano
incentrati su una frase ripetuta diverse volte dal preside: com’è che
aveva detto ? Il mio miglio studente ?!
No, forse
aveva capito male: poteva mai essere ?
Il
cerebroleso poteva davvero essere il miglio studente di quella scuola ?
Se fosse
stato vero, le spiegazioni erano due: o il livello degli altri studenti si
avvicinava paurosamente a quello dei lombrichi, o era vero che
l’apparenza inganna.
Perché
ad Ivan quel giovane con i costumi spaiati, l’impressione di genio, non
gliela dava proprio.
Sospirando
iniziò a chiedersi se l’idea di alzarsi ed uscire con un salto dalla
finestra…
- Signor
Evans! Mi sta ascoltando ?! -
Ivan
sobbalzò sulla sedia, incontrando controvoglia il viso accaldato ed irato
dell’uomo.
Negò con
il capo, fissando gli occhi nei suoi.
- No,
signor preside, mi scusi. Se però fosse così gentile da togliersi il naso,
forse riuscirei a focalizzare meglio la mia attenzione su di lei -
Dopo
aver parlato, Ivan si sentì subito meglio, sollevato per così dire.
Divertito,
si accorse di come il suo vicino stesse tossendo, piegato in due, in un vano e
fiacco tentativo di trattenere le risate.
Incontrò
il suo sguardo esilarato e fece spallucce.
Se
bastava così poco a fare scalpore da quelle parti…
Il
preside sbiancò, ascoltando Ivan e subito dopo si ricolorò di un rosso acceso.
Un rosso
quasi pari a quello del naso da pagliaccio che portava.
Gli
stava bene in fondo: era perfettamente azzeccato. Con la pelata infatti e il
viso rotondo, lo faceva sembrare davvero un pagliaccio.
Era pur
vero però, che non poteva pretendere l’attenzione di Ivan con quello
indosso.
L’uomo
sbuffò, ignorando il divertimento del giovane Carter e rivolgendosi ad Ivan:
- Signor
Evans, lei… tutti e due… -
Scosse
la testa, chiudendo per un attimo gli occhi.
Quando
li riaprì, Ivan credette di vederci una punta di divertimento.
- Cortile
laterale. Dovete liberarlo, tutto. Non muovetevi di là finché non avrete
concluso -
Detto
questo, in onore dei migliori film, li congedò facendo ruotare la poltrona e
dandogli le spalle. Ivan rimase immobile per la sorpresa.
Quando
si sentì toccare la spalla non reagì male, limitandosi a sollevare lo sguardo
sull’altro ragazzo che, già in piedi, gli faceva cenno di alzarsi con il
capo.
Ivan
ubbidì, seguendolo in silenzio fuori dall’ufficio, quando questi ebbe
chiuso la porta ridacchiò, poggiando la schiena contro il muro:
- Ma fa
sempre così il pagliacciucolo ? -
L’altro
ragazzo sorrise, cominciando a camminare lungo il corridoio.
-
Purtroppo sì. E’ buono però: il tipo da “ can che abbaia non morde
”. Si lamenta e strilla, ma poi non prende mai veri provvedimenti. Al
massimo punizioni, come a noi -
Ivan
sollevò le sopracciglia, seguendo l’altro.
- E tu
lo sai perché a te capita spesso ? -
Lo aveva
chiesto con ironia, sicuro che non fosse così. L’altro però lo sorprese
ancora, quando per risposta mosse la testa in segno di affermazione.
Meravigliato
Ivan continuò a camminargli dietro, superando le porte delle classi, imboccando
un corridoio dopo l’altro.
Era
tutto rigorosamente bianco, come il resto della città del resto.
Si
sentiva quasi perso in quel luogo così… immacolato.
Lui:
nero dentro e fuori, si sentiva esattamente fuori posto.
Distratto,
non si accorse che avevano raggiunto una porta a vetri né che l’altro
l’aveva appena aperta.
Non vide
gli scalini, perciò, e finì bello che dritto contro la schiena di Zorro.
Finirono
tutti e due per terra, uno affianco all’altro.
Ad un
primo momento di silenzio attonito, seguì uno scoppio di risa improvviso,
proveniente dai due.
Ivan si
alzò per primo, porgendo una mano all’altro.
- Scusa -
Lo
mormorò soltanto, con un residuo di risa nella voce.
- Di
niente -
Ivan
sorrise, passandosi una mano sulle ginocchia per togliere il verde appena
preso: erano finiti sull’erba, notò con sorpresa.
Si
guardò attorno, lanciando occhiate incredule a tutto il verde che li circondava:
dal prato agli alberi. Tutto verde.
Ripensò
a San Francisco: lì nemmeno nei parchi si trovava quel verde, figurarsi in un
cortile di scuola!
Scosse
la testa, seguendo l’altro verso il campo che si trovava poco lontano.
Una gran
parte di terreno era libera dal prato, infatti, pronta ad ospitare quello che
era un bel campo, utilizzabile tanto per la pallacanestro quanto per il
calcio.
-
Cos’è che dovremmo far… -
Non finì
di porre la domanda, accorgendosi solo in quel momento dell’anomalia:
l’intera area del campo era occupata da decine e decine di palloni.
Palloni
di tutti i tipi, le forme, i colori.
Semplicemente
palloni.
Ricordò
le parole del preside: “ Dovete liberarlo ” … così con faccia
sconsolata si appoggiò ad un paletto lì vicino.
- Dobbiamo…
togliere… tutti… i palloni! -
Il
ragazzo aveva parlato, raccogliendo di volta in volta un pallone e gettandolo
in un cesto poco lontano. Sorridendo, lanciò uno sguardo ad Ivan.
- Se ci
impegniamo, in un paio d’ore potremmo finire -
Ivan
sorrise, facendo un gesto ironico con la mano che doveva vagamente
significare “ E che vuoi che sia ?! ”
-
Preferivi essere espulso, ehm… ? -
- Ivan.
E comunque sì –
L’altro
ragazzo ridacchiò, guardandolo divertito.
- Io
sono James. James Carter come avrai intuito -
- James Carter. Fa molto James Bond –
Ivan lo
aveva detto sorridendo, provocando una risatina dall’altro.
- Mi
aiuti o faccio da solo ? -
Ivan
sospirò, piegandosi per prendere un pallone.
- Ti
aiuto. Ma devi rispondere -
James
annuì, lanciandogli un pallone da basket e sorridendo:
- Mi
devo aspettare un interrogatorio ? -
- Più o
meno –
Lanciando
altri due palloni nella cesta Ivan sollevò il dito indice, per far capire che
era la prima domanda:
- Perché
tutti questi palloni ? -
James
scosse la testa, sorridendo sornione.
- Sicuro
di volerlo sapere ? -
Ivan
inarcò un sopracciglio, mormorando a mezza voce:
-
Un’altra trovata come quella di Halloween a Maggio ? -
James
annuì, esibendosi in un lancio all’indietro.
Ivan
sospirò, sconfitto:
- E ce
ne saranno altre ? -
- Fino
alla fine della scuola, temo –
Ivan
scosse la testa, incredulo. Dopo aver sbagliato un tiro, sollevò un secondo
dito.
- Se sei
il miglior studente, com’ è possibile che ti capita spesso di avere a che
fare con il pagliacciucolo ? -
A quella
domanda l’ altro si bloccò, in posizione di lancio, guardandolo
incuriosito.
- Sai
che potremmo diventare amici ? –
Ivan
sbagliò il tiro, sentendo quelle parole. Si voltò, incredulo.
- Cosa ?
-
James
annuì, convinto, gettando tre palloni di seguito.
- Certo.
Ci siamo già azzuffati, visitina in presidenza e ora raccolta di palloni. Che
ci manca ? -
Ivan
sorrise, teso.
Ma che
razza di modo di pensare era ?
Lo
guardò, per davvero questa volta: si soffermò un bel po’ su quel ragazzo
sorridente, così uguale e così diverso da lui.
Era
biondo, tanto per cominciare.
Occhi
azzurri, fisico slanciato e allenato. Aria da bravo ragazzo.
Ivan era
il contrario.
Aveva i
capelli neri, così come gli occhi. E tutto fuorché l’aria da bravo
ragazzo.
-
Cos’è che ti fa pensare che potremmo diventare amici ? -
James
sorrise, facendo brillare gli occhi azzurri e passandogli un pallone, rispose:
-
Chiamalo sesto senso. E poi secondo me, già lo siamo. Solo non vuoi ammetterlo -
Ivan scosse
la testa, guardando con sconforto i troppi palloni rimanenti.
- Io non
credo che… -
Venne
interrotto, da una voce gentile e maliziosa.
-
Possiamo aiutarvi, o ve le raccogliete da soli le palle ? -
I due
ragazzi sollevarono gli occhi in contemporanea, guardando l’uno sorpreso
e l’altro sollevato, le due ragazze che si avvicinavano.
A
stento, Ivan riconobbe in una delle due, quella che aveva conosciuto poche sere
prima.
*
Ho fatto presto
questa volta avete visto? ^^
E con immenso piacere
noto che voi lettori lievitate paurosamente! **
Ne sono
onoratissima! Grazie, davvero!
Me lo dite voi che
ne pensate di questo capitolo ?
Un bacio,
Miseichan
Risposte alle recensioni:
ChiaraBella : Chiara,
tesoro mio, lo sai che per te ci sono sempre. Come farei senza di te? Non mi
piace però risponderti qui, mi sembra troppo impersonale ^^ Appena ci
risentiamo su msn ti spiego quanto sei unica! **
LaIKa_XD : Ciao ^^ Grazie infinite per i
complimenti, sono contentissima che le mie pazze idee ti piacciano! Il cane
della ragazza non è ancora riapparso, ma lei sì… dici che per ora può
bastare ?
AleEe_E: Temo che il paese dei balocchi ci
faccia un baffo a questo posto ^^ Piaciuto il cap ? Aleee…
mi manchi!! Ma non ci sei mai su msn?!
Fatina93: Ciao ^^ Sì, lo so che il ritardo era
imperdonabile e mi dispiace… Sono contenta che ti piaccia però, così come
ci tenevo a ringraziarti per i complimenti ** I personaggi sono certo un
po’… particolari.. La storia in generale diciamo che è particolare
^^ Continua lo stesso a piacerti ?
Vannaggio : Ciao ^^ Noo..
nn essere arrabbiata per il ritardo!! Mi dispiace e non smetterò mai di dirlo
ma non ci ho potuto fare niente! ^^ Le somiglianze con i Simpson eh? Ma lo sai
che non ci avevo mai pensato? No davvero °.°
Comunque, continua a piacerti o sconfina nel demenziale ?? ^^
Ancella79: Onorata che anche questa ti
piaccia! ^^ Certo, è particolare… ma sono contentissima che tu la segua.
** Ti ho già ringraziato in privato, quindi non mi resta che augurarmi tu continui
a seguire! xD