Capitolo
2
Here
I stand, helpless and left for dead...
Close
your eyes, so many days go by
Easy
to find what's wrong
Harder
to find what's right
I
believe in you
I
can show you that, I can see right through
All
your empty lies, I won't stay long
In
this world so wrong...
Hidari era
davvero un ragazzo ribelle.
Era nato in un
ambiente oscuro, tra gente malvagia e abituata solo a uccidere.
Eppure lui, per
qualche strana ragione, era cresciuto con una mentalità
diversa.
Era come un fiore
nel deserto.
Say
goodbye,
As
we dance with the devil tonight
Ed era proprio
per questo motivo che non voleva lasciarsi sottomettere da quella
gente.
La nostra
famiglia, Eris e gli
altri abitanti di quell'isola potevano anche obbligarlo a stare dalla
parte dei cattivi, ma nessuno poteva dissuaderlo dal ribellarsi.
Hidari non
pensava ad altro, ormai. Ogni giorno, ogni attimo lo vedevo assorto nei
suoi pensieri.
E sapevo che
meditava su quanto quella vita fosse ingiusta, su quanto era necessario
opporsi ad essa.
Hidari si sarebbe
ribellato,
prima o poi. Ma con cautela, senza agire d'impulso, perché
era
ben consapevole di avere a che fare con uomini e demoni molto
più potenti di lui.
Don't
you dare look at him in the eye
As
we dance with the devil tonight
Non avrebbe
potuto combattere
da solo contro di loro, né sarebbe potuto fuggire: c'erano
decine di guardie sulle coste di quella piccola isola, la maggior parte
di queste erano demoni.
Per di
più, l'unica
possibilità per un uomo di lasciare l'isola era quella di
utilizzare una barca, un motoscafo o una piccola nave: durante le
missioni gli umani si recavano a Moon sempre in questo modo.
E ovviamente, con
dei demoni all'erta su tutta la costa, fuggire in barca era impossibile.
Hidari - come
anche il resto
degli umani - aveva il permesso di lasciare l'isola solo durante le
missioni. In quelle occasioni era in compagnia della mia famiglia e di
altri demoni, che non l'avrebbero lasciato scappare.
Ma anche se
Hidari fosse riuscito a fuggire durante una missione, io sarei rimasta
sull'isola.
Non potevo andare
a Moon. Non
facevo missioni, quindi non avevo scuse valide per allontanarmi da
quella insulsa prigione dove vivevo.
Hidari non mi
avrebbe mai abbandonata, non sarebbe scappato senza di me, ne ero
certa.
Di fronte a
questi ostacoli, il mio adorato fratello non sapeva come scampare a
quella vita.
E intanto, era
costretto a
vivere come il resto della sua famiglia: allenamenti di giorno,
missioni a Moon di sera. Per fortuna, avendo nemmeno ventun'anni,
Hidari non partecipava ogni giorno a una missione. Perciò,
non
erano rare le sere in cui rimaneva sull'isola.
Ma purtroppo,
altre volte era obbligato a recarsi in città.
Di solito,
durante le
missioni, la nostra famiglia e i demoni gestivano traffici di armi o di
droghe, ma quello era il minimo. In altre occasioni si organizzavano
riunioni con i vari clan che vivevano nei dintorni. Ma alcune volte
accadeva il peggio: si distruggeva la città. E i suoi
abitanti.
Trembling,
crawling across my skin
Feeling
your cold, dead eyes
A Moon vigeva una
regola. Di
giorno, quella città era abbastanza tranquilla; ma di notte,
dopo le dieci, la gente doveva tornare a casa, se ci teneva alla vita.
Da quell'ora e
per tutta la
notte, fino alle prime luci dell'alba, i demoni e i vari clan Ashura
erano liberi di fare ciò che più desideravano.
Non
potevano entrare nelle case abitate, né nei vari negozi o
edifici, ma potevano spadroneggiare per le strade e uccidere chiunque
si trovasse lì.
Questa assurda
regola era
ormai diventata legge. Le reincarnazioni delle Signore della Luce e i
loro collaboratori non potevano opporsi: sapevo che, a quei tempi, il
potere Hi non si era incarnato in tutte e sette le ragazze prescelte.
Le reincarnazioni erano ancora poche e troppo giovani per essere
sufficientemente abili a sconfiggere tutti quei demoni e per mantenere
l'ordine completo a Moon.
D'altronde, il
potere Hi si
stabiliva nelle sette prescelte a intervalli di circa cento anni e in
mesi diversi a seconda delle varie ragazze. Durante il periodo in
assenza delle reincarnazioni, chi combatteva contro i demoni di Arashi
erano solo alcuni saggi e guerrieri. Era chiaro, quindi, che i clan
Ashura avessero quasi sempre la meglio. Inoltre, Arashi risiedeva
spesso in un'isola nei pressi di Moon: ciò rendeva quella
città la più pericolosa di tutto il mondo.
E proprio negli
ultimi cento
anni, Moon era talmente pullulante di demoni - molti dei quali stretti
collaboratori di Arashi - che i guerrieri e i saggi furono costretti a
concedere ai clan campo libero tutte le notti. Dopo un vero e proprio
accordo, i difensori di Moon promisero di non ostacolare nessun demone
dalle ore ventidue all'alba. In cambio, i demoni assicurarono di non
intromettersi o danneggiare gli edifici dove risiedevano gli umani, e
soprattutto giurarono di non minacciare la città durante il
giorno.
Inutile dire che
i seguaci di
Arashi non rispettavano sempre questa legge. Grazie ad essa, durante le
varie missioni dei clan, i malviventi si sentivano liberi di
scatenarsi.
Hidari non
sopportava tutto
questo. La malvagità di Arashi e dei suoi demoni non poteva
continuare a dominare in quel modo. Le vite di troppe persone
continuavano ad essere stroncate ingiustamente. E non si trattava solo
di quelle degli innocenti che venivano assassinati.
I malviventi dei
clan erano i primi ad essere privati della vita.
Io, Hidari e
tutti gli altri,
perfino chi non se ne rendeva conto, perfino chi era felice di essere
un Ashura: le nostre vite erano perdute sin dalla nascita.
Eravamo solo
delle macchine, tutto qua. Bastava il mio nome a provarlo.
Il nostro compito
era solo ed esclusivamente quello di uccidere. Ma la cosa
più assurda era che i clan Ashura si rallegravano di
questo. Si sentivano potenti.
Stealing
the life of mine...
Hidari non voleva
essere come
loro. Non desiderava essere potente o imbattibile. E sperava con tutto
il cuore che qualcuno, prima o poi, potesse fermare tutta quella follia.
I
believe in you
I
can show you that
Finora si era
limitato a sopportare quel mondo in cui eravamo intrappolati. Sapeva di
non poter ribellarsi, in quel momento.
Aveva trattenuto
la sua ira
per la nostra famiglia, per Eris, per tutti. Aveva resistito, senza
agire d'impulso. Si era allenato senza sosta, come volevano loro. Aveva
ucciso, come volevano loro.
Ma nessuno, nessuno poteva
toccarmi.
Hidari sopportava
tutto, ma non questo.
E in quel
momento, desiderava ardentemente fare ciò che, in
precedenza, non avrebbe mai voluto.
Uccidere.
Eris la doveva
pagare cara.
I
can see right through
All
your empty lies
-ERIS! DOVE SEI,
BASTARDA!?
Mio fratello era
appena
entrato nella palestra dove mi allenavo. Un posto squallido, tetro e
spesso troppo freddo. La sua voce rimbombò per tutta la
sala,
facendo vibrare le pareti.
Eris era
lì.
Non sembrava
sorpresa, né spaventata. Tipico di lei.
Eris non mostrava
mai la sua paura, non svelava mai i suoi sentimenti. Sul suo volto era
dipinto solo l'odio.
E il suo volto
era indescrivibile.
A quei tempi non
avevo mai visto Arashi, ed Eris rappresentava per me il demone
dall'aspetto più gelido di tutti.
La mia
allenatrice aveva due
occhi piccoli, rosso chiaro, che risaltavano sulla carnagione
pallidissima, quasi livida come quella di un cadavere. Sostenere il suo
sguardo mi era impossibile.
Il suo corpo
aveva le
sembianze di una donna, ma i muscoli, l'altezza esagerata e la divisa
da combattimento le conferivano un aspetto poco femminile. Solo i
capelli, lunghi e castano scuro, potevano provare che era di sesso
femminile; ma essendo perennemente raccolti, assomigliavano
più
a quelli di un uomo.
In natura di
demone, Eris
possedeva una forza molto superiore a quella umana. In alcune
occasioni, era anche capace di lanciare attacchi spirituali. I
più terribili.
- Hidari, ma qual
buon vento...
La voce di Eris
era fredda,
sottile e maligna. E la maggior parte delle volte - come in quel
momento - suonava profondamente sarcastica.
Il mio adorato
fratello non
voleva trattenersi. Senza risponderle, avanzò deciso verso
di
lei, con l'espressione più minacciosa che poteva assumere.
Bastò
qualche attimo, e
Hidari scaricò tutta la forza che aveva in corpo, afferrando
la
demone per il collo e schiantandola al muro lì vicino.
Eris non era
impressionata.
Hidari la teneva
stretta con due mani, premendola contro il muro, ma lei rimase
impassibile.
Mio fratello
stringeva
talmente forte che un qualsiasi umano avrebbe smesso di respirare. Ma
l'indifferenza di Eris era sconcertante, e non fece altro che agitare
ulteriormente Hidari. Il suo cuore batteva all'impazzata, quasi volesse
uscire dal petto.
Ma non ottenne
nulla.
I
won't last long
In
this world so wrong
- Cosa credi di
fare? - sibilò la demone, in una breve risatina.
Hidari le si
avvicinò ulteriormente, tremando di rabbia.
- Come hai osato
punirla in quel modo... - sussurrò, quasi facendo fatica a
parlare, tanta era la collera.
- Dovevo. Tua
sorella non è capace di combattere.
Mio fratello
strinse ancora più forte, furioso.
- Eris, non devi
toccarla...
La demone rise di
nuovo.
- Altrimenti? -
rispose, quasi divertita.
- Altrimenti ti
uccido...
Ormai Hidari non
riusciva a stringerla più forte di come stava già
facendo.
- Cosa credi,
Hidari? -
ribatté Eris - Credi di fare la cosa giusta, uccidendomi?
Sei
sempre stato un ribelle. Se io morissi, tutti sospetterebbero di te.
Dovrai pagare un prezzo molto caro.
La demone
fissò il mio adorato fratello, con aria di sfida.
- E lo sai che la
tua dolce sorellina non potrebbe sopravvivere senza di te... - aggiunse.
Bastò
quell'ultima frase perché il sangue di mio fratello si
gelasse improvvisamente.
Per lui, il mio
bene era fondamentale. E Hidari sapeva perfettamente che senza di lui,
nessuno si sarebbe curato di me.
Non ce l'avrei
fatta da sola.
Avrei preferito
morire nel più terribile dei modi, piuttosto che vivere
senza il mio amato fratello.
Hidari, che
metteva in primo piano la mia vita piuttosto che la sua, sapeva di non
poter rischiare di essere ucciso.
Perché
senza di lui, io non esistevo.
Ed era proprio
per questo che mio fratello mollò la presa, lasciando libera
Eris.
- E va bene,
bastarda. Per
questa volta l'hai scampata... ma non osare più toccare
Daruma.
Altrimenti non rispondo delle mie azioni.
Hidari tremava
ancora di rabbia, ma stavolta, con uno sforzo immane, cercò
di trattenersi.
- Non sarai certo
tu a convincermi a cambiare i miei metodi di insegnamento. -
sentenziò la demone, secca.
Hidari
abbassò lo
sguardo. Non riusciva a fissarla negli occhi, perché alla
sola
vista di quell'essere crudele, sarebbe stato colto da un forte impulso
omicida. Quella risposta lo fece imbestialire, ma nonostante tutto
cercò di calmarsi, fissando il pavimento. Non doveva
attaccarla.
Non poteva rischiare, per il mio bene. E per il suo.
Hold
on,
Hold
on...
- Non finisce
qui, Eris... - mormorò. In quel momento, la sua voce avrebbe
fatto rabbrividire chiunque.
La demone non
rispose. Si limitò a sorridere, soddisfatta.
Il mio adorato
fratello non avrebbe trattenuto ancora a lungo la collera.
Con l'espressione
più feroce che avesse mai assunto, uscì
dall'edificio.
Say
goodbye,
As
we dance with the devil tonight
***
In quello stesso
istante, io
mi stavo dirigendo alla palestra. Non erano passati nemmeno cinque
minuti da quando mio fratello mi aveva lasciato in camera nostra. Non
sapevo se seguirlo o meno.
Non ero riuscita
a calmarlo, e
mai avrei potuto. Ma dopo un attimo di indecisione, capii che forse era
meglio ritentare. Hidari era furioso, ma non volevo che si mettesse nei
guai.
Uscii velocemente
di casa, ma
nonostante ciò lo trovai ormai fuori dalla palestra. Intuii
che
doveva aver già incontrato Eris, ma per fortuna non gli era
accaduto niente di male.
- Hidari!
Non aggiunsi
altro, e corsi verso di lui.
Mio fratello
aveva uno sguardo profondamente amareggiato. Ancora tremava di rabbia,
e il cuore pulsava forte per l'agitazione.
- Hime, vieni
qui... - mi sussurrò.
Si
chinò verso di me e mi abbracciò. La sua stretta,
adesso, era incredibilmente delicata.
-
Cos'è successo, Hidari? - mormorai,
preoccupata.
- Niente,
piccola, stai tranquilla. Lo sai com'è Eris, purtroppo. Ma
ora mi sono calmato.
Mentre mi
abbracciava, il suo
cuore riprese a battere più lentamente. Avrei voluto che si
rasserenasse. E invece, i suoi occhi si fecero lucidi.
Don't
you dare look at him in the eye
As
we dance with the devil tonight
- Fratellone, non
ti
preoccupare, Eris la pagherà, un giorno... - sussurrai, ma
sapevo che ciò che avevo detto era molto improbabile.
Dalla finestra
della palestra
poco distante comparve la figura della mia allenatrice. Ci guardava,
con quel suo sorrisetto gelido. Ma noi non le badammo.
- Lo spero,
Hime... e vedrai, un giorno ti libererò da questo supplizio.
Hold
on,
Hold on...
Goodbye
***Spazio dell'autrice***
Ebbene,
rieccomi qui! ^^ Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e
ovviamente GRAZIE a tutti coloro che l'hanno letto o anche recensito!!
=D
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei Breaking
Benjamin e si chiama "Dance with the devil". =)
Questo capitolo è un po' più corto del primo, ma
almeno
c'è un po' di azione...spero che non sia troppo noioso! XD
Ah, volevo aggiungere una piccola nota: il nome "Hidari" significa, in
giapponese, "a sinistra" o "sinistra" (a quanto dice il vocabolario
O.o) e quindi volevo far notare che non è un caso se Hime
è mancina =)
Per quanto riguarda il terzo capitolo, l'ho finito di scrivere poco fa
e lo posterò tra qualche giorno...forse venerdì
=D
Vi anticipo già che nel terzo c'è più
azione, decisamente XD Odierete Eris. U.U O almeno spero O.o
Ma intanto, dedico questo capitolo a Chandrajak (la cara Kei XD) che mi
ha aiutato a postare la storia, e ovviamente anche a _Angel Black_, che
ha recensito per prima!
E grazie infinite ancora a tutti quelli che hanno recensito! Ora vi
risponderò XD
_Angel Black_: grazie
ancora
per la recensione! Sono diventata euforica quando l'ho letta XDXD
Grazie mille dei complimenti!! *__* Sono contenta che la storia ti
piaccia, spero che ti appassionerà anche il seguito! =) Per
il
carattere della scrittura, sul mio pc si vede Baskerville Old Face ed
Estrangelo Edessa, ma usando il pc di mio padre si vedono altri
caratteri O.o Quindi può essere che nel tuo si veda quello
O.o E
perciò ho seguito il tuo consiglio e ho usato Arial, ma
anche
Book Antigua =) Ah, tranquilla, il terzo capitolo l'ho scritto lungo!!
^^
Poi, bè, per ciò che succederà a
Hidari ed
Eris...cercherò di accontentarti, ma non so se
potrò
farlo del tutto XD Vedremo XD
Ne approfitto per dirti che anche la tua storia è
bellissima,
tranquilla che le emozioni le hai sapute suscitare anche tu, nella tua
storia *__* Ti consiglio di continuarla XD
Thoas Pensiero: grazie
infinite
anche a te per la recensione!! *___* Sono felice che ti piaccia
l'ambientazione, e spero che anche questo capitolo possa piacerti =) Ho
messo un po' di azione, ma nel terzo ce n'è un po' di
più
=) Quindi spero di aver seguito bene il tuo consiglio =)
Aspetto di leggere il seguito della tua storia, mi raccomando! XDXD
pillo: eheh,
a te e a Kei ho
già risposto a voce, ma comunque lo farò anche
qui.
Grazie anche a te per la recensione! Ottima l'espressione del principe
azzurro per Hidari XDXD E per Daruma, grazie milleee! Non sai quanto mi
fa piacere sapere che ti piaccia come personaggio *___* Spero di
riuscire a renderla "viva" (figo O.o) anche nei prossimi capitoli =)
Per l'ambientazione, ehh lo so che c'è troppa distinzione
tra
buoni e cattivi, ma forse più avanti la situazione
cambierà O.o Speriamo XD Per il resto, ti
ringrazierò
meglio a voce! Grazie donna!! =D
Chandrajak: grazie
per i saluti
stile albergo!! ^^ E per la recensione XDXD A parte quello che ti ho
già detto a voce, volevo dirti che sono contenta che ti
piaccia
il nome XD Anche se, a quanto ho capito, Daruma è il nome di
solo un tipo di bambola giapponese, ma ceste suvvia XD E' particolare
lo stesso =)
Eccoti accontentata col secondo capitolo, anche se l'avevi
già letto ;) E io aspetto il seguito della tua storia! =)
Beene, ora non mi resta che salutarvi e augurarvi buona lettura! =D
Valerie
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