Capitolo 3
Fall
Now
the dark
begins to rise
Save
your breath, it's far from over
Leave
the lost and dead behind
Now's
your chance to run for cover
I
don't wanna change the world
I
just wanna leave it colder
Light
the fuse and burn it up
Take
the path that leads to nowhere
All
is lost again
But
I'm not giving in...
Alla fine, Hidari
si era calmato.
Aveva passato
tutta la sera ad
allenarsi in una palestra poco distante dalla mia, sfogandosi come
poteva. Non mi aveva lasciato assistere al suo allenamento: voleva
stare da solo, per scaricare la sua rabbia. Io lo accontentai, e
ritornai a casa.
Mi fidavo di lui,
sapevo che
non avrebbe agito di nuovo d'impulso. Aveva solo bisogno di sfogare
tutta la sua collera, e il modo migliore per farlo era di certo un
allenamento: nessuno, nemmeno Eris gli avrebbe impedito di esercitarsi
con le armi, dato che quello era il nostro compito principale.
E
così, mentre mi avviavo verso casa, iniziai a sentire degli
spari. Continui, decisi.
Era Hidari, che
si allenava con le sue pistole.
Non era difficile
immaginarsi ciò che mio fratello stesse pensando, in quel
momento.
Il bersaglio -
una delle
sagome a forma di uomo disposte davanti a un muro della palestra -
appariva ora così simile a Eris. Hidari la vedeva benissimo,
disegnata su quella figura nera, con quei suoi occhi piccoli e rossi,
con quel suo sorriso sarcastico.
E senza esitare
premeva il grilletto, mirando al volto.
Una, due, tre
volte. Finché la collera non evaporò del tutto
dal suo corpo.
I
will not bow,
I
will not break
Continuai a
sentire l'eco degli spari anche quando, dopo pochi metri, arrivai a
casa.
Entrai in una
saletta buia e fredda: era il nostro soggiorno, ma non lo trovavo
accogliente. Neanche un po'.
Non era molto
arredato, a
parte un grande divano, alcuni scaffali e molti quadri. La mia famiglia
non era povera, perché i miei genitori guadagnavano
abbastanza
durante alcune missioni. Eppure, tutta la casa mi sembrava sudicia e
quasi del tutto deserta. Certo, nessuno si curava di pulire o di
sistemare qualcosa, visto che i miei parenti stavano raramente a casa.
Ma nonostante questo, sentivo che quell'ambiente, quella casa mi
parevano freddi e malinconici per un unico motivo: tutto, sin dalle
fondamenta, era stato comprato o costruito grazie ai guadagni della mia
orrenda famiglia. E ovviamente, si trattava di guadagni sporchi.
Avanzai lungo la
stanza,
camminando quasi a ritmo degli spari. In casa non c'era anima viva:
inutile dire che i miei parenti sparivano tutti alle prime luci
dell'alba, tornando poi a sera molto tarda, dopo aver preso parte alle
loro amate missioni a Moon.
Mi diressi in
cucina e cenai
con una minestra ormai fredda che aveva preparato mia madre quella
mattina. Era lei che, prima degli allenamenti quotidiani, preparava
spesso qualcosa da mangiare, ma sempre malvolentieri: fosse stato per
lei, avrebbe con piacere evitato di cucinare. Ma uno dei suoi doveri
era quello di far crescere me e Hidari in modo tale che fossimo forti e
in forma per gli allenamenti.
E
finché si trattava di
combattere, finché si trattava di crescere bene per poi
essere
forti a sufficienza per uccidere tutte le vittime che i demoni
desideravano, nessuno obbiettava.
Mia madre
provvedeva al nostro nutrimento solo per questo motivo.
I will shut the world away
Finita la cena,
mi stesi sul
mio letto, sfinita. I lividi erano ancora gonfi, ma facevano meno male
di prima. Almeno quella giornata non era stata pesante come le altre.
Nonostante fosse
ormai tardi,
non riuscii ad addormentarmi subito. Dovettero passare due lunghe ore,
quando finalmente, in uno stato di dormiveglia, non sentii
più
l'eco degli spari. Poco dopo, mi accorsi che Hidari era entrato in
camera e mi aveva baciato la testa.
- Buonanotte,
piccola Hime. - aveva sussurrato.
Gli risposi
mormorando qualcosa, ma ero troppo intontita per farmi capire. Poi,
subito dopo, mi addormentai.
I
will not fall,
I
will not fade
***
La mattina dopo
la sveglia suonò alle sette, come di consueto.
Hidari era
già andato
in palestra. Una volta, io e lui ci allenavamo sempre insieme, sotto la
supervisione di Eris. Ma da quando il mio adorato fratello aveva
compiuto vent'anni, eravamo costretti ad esercitarci in palestre
diverse, lui da solo o con qualche demone, io perennemente con Eris.
E anche quel
giorno dovevo passarlo con lei.
Alle otto, mi
avviai di
malavoglia verso la palestra dove mi allenavo, ma sentii un brivido
freddo corrermi lungo la schiena quando mi accorsi che i lividi mi
facevano ancora male. Passai la mano sul braccio e mi assicurai che la
felpa lo coprisse bene. Ero terrorizzata, perché sapevo che
se
Eris avesse notato quelle botte, ne avrebbe approfittato per colpirmi
negli stessi punti, facendomi ancora più male.
Fortunatamente, i
demoni non
avevano il permesso di ucciderci o mutilarci durante un allenamento.
Potevano solo picchiarci o punirci. Naturalmente, era chiaro il motivo:
ai clan di Arashi servivano persone dal fisico sano, ma addestrate
abbastanza severamente da essere spietati quasi quanto i loro
allenatori.
I will take
your breath away
- Chiudi la porta.
Sobbalzai, quando
mi accorsi
che Eris mi aveva rivolto la parola, appena entrai in palestra. Non si
era nemmeno voltata a guardarmi: sembrava invece interessata ad
ammirare alcune spade appese a una parete.
Quando quella
demone guardava
un'arma, pareva illuminarsi. Il suo volto bianco cadaverico acquisiva
un po' di colore, assumendo un'espressione quasi adorante. Erano gli
unici momenti in cui Eris appariva felice.
La odiavo anche
per quello. La
mia allenatrice viveva solo per combattere, per distruggere. Le sue
uniche passioni erano le armi e le battaglie. Ed era così
che
dovevano comportarsi gli Ashura.
Fall...
Alla fine, Eris
si voltò verso di me.
- Come sta la mia
piccola
ragazzina, oggi? - sibilò, in tono profondamente sarcastico
-
Ieri il tuo fratellino ha alzato un po' troppo la cresta, non ti pare?
Tremai. Non
potevo rimanere indifferente di fronte a tanta perfidia.
- Lascia perdere
Hidari. - mormorai, cercando di reprimere la paura.
Eris mi
osservò, con un mezzo sorrisetto dipinto in volto, e io non
riuscii a guardarla negli occhi.
- Giusto.
Lasciamolo perdere. Pensiamo piuttosto a te.
Stavolta, il suo
sorriso si allargò, scoprendo i denti.
- Vieni qui,
Daruma.
Avanzai. Il mio
cuore batteva a mille.
Di solito non ero
così
terrorizzata. In fondo, mi ero abituata a sottopormi ai duri
allenamenti di quella demone. Ma quella volta avevo un brutto
presentimento.
Quella volta,
avevo paura che
Eris mi avrebbe fatto davvero male. Ultimamente era più
feroce
durante gli allenamenti, e ora che Hidari l'aveva provocata, poteva
vendicarsi su di me.
In quel momento,
vidi che la
demone prese un bastone da un angolo. Era un semplice bastone di legno,
lungo circa un metro e un po' scheggiato, ma abbastanza robusto da
resistere anche a quasi tutti gli attacchi di Eris. L'avevo usato
pochissimo, in tutti i miei dieci anni di allenamenti.
- Tieni. Oggi ti
eserciti con questo. - sentenziò Eris.
Presi il bastone
e lo strinsi
forte. Pregai con tutta me stessa che la mia allenatrice non si armasse
di una spada, una katana, una lancia o una qualsiasi altra arma
più potente di un'innocua asta di legno.
E infatti rimase
a mani nude.
- Questa mattina
voglio vedere
come ti difendi. Il mio compito sarà quello di attaccarti,
mentre tu dovrai schivarmi o bloccarmi. Non dovrai fare nient'altro.
Sgranai gli
occhi. Mi stava proponendo un suicidio.
- Nient'altro? -
ribattei - Come, non posso attaccarti?
Eris scosse la
testa, ridendo.
- Assolutamente
no. Ho detto che voglio vedere come ti difendi, non come attacchi. Sei
lenta di comprendonio, eh?
Ignorai l'offesa
e abbassai lo
sguardo, cercando di capire come fare a respingere la forza di Eris.
Lei non avrebbe moderato di molto la sua potenza: non si faceva certo
problemi. Doveva solo evitare di uccidermi.
Per la mia
allenatrice, farmi male non era un semplice rischio. Era un obbiettivo
che doveva raggiungere.
Watch
the end through dying eyes
Now
the dark is taking over
- Quanto dura
quest'allenamento? - mormorai, preoccupata.
- E quanto vuoi
che duri? -
ribatté Eris, spazientita, sistemandosi la divisa da
combattimento - Due ore va bene. Poi ti eserciterai con le pistole fino
alle quattordici.
Sentii il latte
alle ginocchia. Dovevo resistere due ore.
Le altre volte
era diverso: o
combattevamo a mani nude, o con un'arma. Ma io ero sempre libera di
attaccare. E già in quelle occasioni trovavo
difficoltà.
Figurarsi ora.
La forza di un
demone non
è nulla in confronto a quella di un uomo. Certo, tutti i
demoni
sono mortali, nonostante abbiano una durata di vita decisamente
più lunga di quella di una persona.
Ucciderli
è difficile,
ma non impossibile. Basterebbe trafiggerli con una spada, o sparare nel
punto giusto. Ma non è così scontato. I demoni
non si
lasciano prendere da dei semplici umani.
E una tredicenne
impaurita non avrebbe potuto nulla contro una demone come Eris.
Show me where forever dies
Take the fall and run to Heaven
- Bé,
possiamo iniziare? - riprese la mia allenatrice, ancora più
impaziente.
Era una domanda
retorica. Non ebbi il tempo di annuire, che lei si preparò
ad attaccare.
Successe tutto in
un attimo. Implorai la mia mente affinché restasse lucida.
Eris mi si
scagliò
addosso. Io stringevo il bastone con tutte le mie forze, ma capii che
non ce l'avrei fatta a bloccarla. Così, in un gesto
istintivo,
la schivai.
A quei tempi non
lo sapevo, ma
rispetto a una comune persona umana, io ero piuttosto veloce ed agile.
Nonostante questo, in quella condizione mi sentivo come una pulce di
fronte a un elefante.
All
is lost again,
But
I'm not giving in
Eris non si
lasciò
minimamente impressionare. La sentii ridere, e subito si
voltò
verso di me. Mi si scagliò nuovamente addosso, allungando un
pugno. Questa volta, non avevo il tempo di schivarla.
Cercai di
proteggermi col
bastone, e il pugno della mia allenatrice colpì proprio
quello.
Non si fece male. Anzi, stavolta mi sferrò una serie di
pugni,
veloci e terribili.
Io cercavo di
indietreggiare. O meglio, avrei voluto scappare. Ma non potevo, mi
sarei messa ancora di più nei guai.
E
così, tentai di difendermi da Eris, muovendo velocemente il
bastone. Ma non durò molto.
La demone mi
stava attaccando
vicino al viso, ma improvvisamente uno dei suoi pugni si
abbassò, colpendomi al torace. Mi piegai in due dal dolore.
Naturalmente, la
mia allenatrice ne approfittò per darmi un calcio sul
fianco.
Detestavo quando
me ne dava uno. Ogni volta, mi scaraventava per terra. E anche in
questa occasione fu così.
Sentivo il
sudiciume del
pavimento sul mio viso e i dolori al torace e al fianco non volevano
smettere. Fu un miracolo se non mollai il bastone. Grazie al cielo lo
tenevo ancora stretto in una mano, mentre con l'altra mi premevo il
torace.
Riuscii ad
alzarmi in poco tempo, ma mi accorsi che Eris si era fermata. Stava
ridendo.
Afferrai il
bastone con le due mani e la guardai con aria feroce. La odiavo.
I will not bow,
I will not break
- Impegnati, a
quest'ora ti avrei già uccisa! - esclamò, tra una
risatina e l'altra.
Poi, si
scagliò di nuovo addosso a me.
Continuò
per una buona
mezzora a sferrarmi delle serie di pugni, colpendomi solo a volte.
Riuscii a proteggere sempre il mio viso, ma non fu altrettanto per la
pancia e le gambe. Caddi a terra un altro paio di volte, e ovviamente
Eris non evitò di ridere.
Anche durante
questo allenamento, le si era illuminato il viso.
I
will shut the world away
La terza volta
che mi rialzai
da terra, la demone mi attaccò più forte. Schivai
due
pugni e ne bloccai un altro. Ma Eris non si accontentò, e mi
sorprese con una ginocchiata dritta in pancia. Ancora peggio del torace
e dei colpi di prima.
Mi lasciai
sfuggire un gemito.
- Incapace... -
sibilò l'allenatrice.
Le sue offese nei
miei
confronti non mi scalfivano più di tanto. Specialmente in
quel
momento, quando i suoi cazzotti facevano più male delle
parole.
Eris mi
guardò, con gli
occhi più rossi del solito. Fece finta di scagliarmi un
altro
pugno, e io, seppur intontita dal dolore, mi mossi per schivarlo.
Poi rise di
nuovo, ed ecco un'altra ginocchiata.
Ma stavolta la
bloccai, spostando velocemente il bastone in basso, stringendolo forte
con le due mani. Grosso errore.
I lividi che
ricoprivano
braccio sinistro mi dolevano ancora molto. Muovendomi così
velocemente e bloccando quel colpo molto forte, mi feci ancora
più male proprio dove avevo ancora le botte.
Maledizione.
Non potei fare a
meno di gemere di nuovo dal dolore. Eris capì il
perché.
E per tutta
risposta, mi dette un pugno proprio sul braccio sinistro. Lo fece di
proposito, quasi con soddisfazione.
Non riusciva a
nascondere quel suo sorriso sadico.
Gemetti di nuovo,
trattenendo le lacrime a stento.
Ahia.
Maledetta Eris,
se solo avessi potuto attaccarla...
E invece, la
demone mi afferrò il polso, e io lasciai cadere il bastone.
- Ti fa ancora
male da ieri, vero? - esclamò, innervosita.
Non risposi. La
demone mi strinse più forte.
- SEI
UN'INCAPACE! - urlò.
Dovevo trattenere
le lacrime. Non potevo piangere come ieri.
Eris mi
sferrò un calcio, sempre sul fianco, e io caddi a terra a
pochi metri di distanza da lei.
Rimasi
lì, rannicchiata. Non sapevo che fare.
Non avrei mai
voluto che Hidari mi vedesse così.
I
will not fall,
I
will not fade
- DARUMA ASHURA!
ALZATI!
Eris era furiosa.
Sembrava quasi che fosse nervosa perché io, rimanendo a
terra, le impedivo di continuare a combattere.
Mi alzai. Avevo
la nausea.
- Vieni qui. -
ordinò la demone.
La guardai, ma
anche questa volta sostenere il suo sguardo era impossibile.
Mi avvicinai
lentamente, barcollando un po'. Spazientita, lei mi prese per il polso
e mi trascinò vicino a sé.
- E va bene,
Daruma. Sei un'incompetente? D'accordo. Giochiamo al tuo gioco.
Sentii il sangue
gelarsi.
- Ti concedo un attacco. Solo
uno. Se mi colpisci, l'allenamento col bastone termina qua. Se non mi
colpisci, lo continuiamo un'altra ora.
Stavolta, la
guardai negli occhi.
Potevo
attaccarla. Potevo provarci.
Potevo, dovevo spaccarle la
faccia.
I will take your breath AWAY
- Allora, Daruma?
Quando vuoi.
Continuai a
guardarla. Raccolsi il bastone: volevo colpirla con quello.
Con tutta la
forza e la velocità che mi erano concesse, mirai al volto
della mia allenatrice.
Non la colpii.
Eris era troppo
veloce,
talmente tanto che, in pochi istanti, si era spostata di due metri
senza che nemmeno la vedessi. Era semplicemente sparita e riapparsa.
Che
stupida.
Dovevo
immaginarmelo.
And
I'll survive, paranoid
I
have lost the will to change
Ovviamente, Eris
rise. Di cuore.
- Voi umani siete
come le formiche... stupidi voi, che vi siete alleati ai grandi Ashura!
Già,
eravamo degli stupidi. E ora io e Hidari dovevamo pagare gli errori di
tutti i miei antenati.
Tremai ancora,
mentre attesi la prossima mossa della mia allenatrice. Non avevo
mollato il bastone.
Eris mi
attaccò con
un'altra serie di pugni, sempre più veloci. Avevo male, un
male
cane, ma non volevo che lei me ne facesse ancora.
E schivai tutti i
colpi, finché la demone non si fermò, un quarto
d'ora dopo.
- Basta. -
annunciò - Mi sono stufata.
Sentii il cuore
farsi tre volte più leggero. Di solito gli esercizi
terminavano con quella frase.
- Metti via il
bastone. Sono le nove e qualcosa: facciamo cinque ore di allenamento
con le pistole.
Cinque ore erano
improponibili, ma non era una novità, per me. Ero
più che
felice di non dovermi battere ancora con lei, per quella mattina. Le
pistole andavano benissimo: come Hidari la sera prima, dovevo colpire
alcune sagome dalla forma umana. Era uno dei meno peggio, tra tutti gli
esercizi che potevo fare.
Per fortuna, gli
allenamenti
con le pistole erano i più gettonati. Non a caso, le armi
che
gli uomini usavano di più durante le missioni erano quelle.
Tuttavia, ero
dolorante,
stavolta non solo a causa dei lividi del giorno prima. Tendere il
braccio per sparare mi faceva male, inutile dirlo. Essendo mancina,
dovevo sforzare di più proprio quello pieno di lividi.
Dovevo resistere
per cinque ore. Eris lo sapeva, e non nascondeva il suo gradimento.
Ma nonostante
tutto, la
mattinata passò in fretta. Bastò agire come mio
fratello
la sera prima: sparavo in continuazione alle sagome, ma davanti a me
vedevo solo la mia allenatrice.
E nemmeno io
nascondevo il mio gradimento.
And I'm not proud, cold-blooded fate
I will shut the world away...
***
L'allenamento
mattutino si concluse alle quattordici, come previsto.
Pranzai da sola,
a casa, con
qualche avanzo cucinato qualche ora prima. Purtroppo Hidari si allenava
fino all'una, e alle due era di nuovo in palestra. Così, non
potevamo vederci.
Alle quindici
dovevo iniziare
gli allenamenti del pomeriggio, che si sarebbero conclusi alle
diciotto. Stavolta, Eris mi fece tirare con l'arco. Non era una scelta
casuale: anche in questo caso avrei dovuto sforzare le braccia.
Ma il trucco di
poco prima
funzionò anche in quest'occasione. Il bersaglio, ai miei
occhi,
sembrava sempre la demone, e in questo modo riuscii a scaricare un po'
di rabbia.
Eris non
rinunciava a
rimproverarmi e strattonarmi ogniqualvolta lo ritenesse opportuno,
eppure, nonostante questo, le sei di sera giunsero in fretta.
Finalmente, uscii
dalla
palestra. Per quel giorno non era finita: dovevo allenarmi anche di
sera, dalle sette alle nove, ma non ero più preoccupata.
E il motivo era
uno.
Alle sei di sera,
io e Hidari ci davamo sempre appuntamento in un posto tutto nostro.
Alle sei di sera
e per un'ora intera, nessuno ci avrebbe disturbati.
Alle sei di sera,
io e il mio adorato fratello avevamo l'illusione di non vivere in una
prigione.
Era l'unico
momento della giornata che adoravo.
Sin da bambini,
io e Hidari ci eravamo sempre ritagliati questa breve oretta per stare
insieme.
Ci rifugiavamo in
una
piccolissima radura del boschetto che si estendeva a qualche metro
dalla nostra casa e dalle palestre. E poi stavamo lì, a
parlare.
Insieme.
I demoni ci
permettevano di andare in quella radura, poiché sapevano che
non avevamo modo di fuggire.
E
così, senza preoccupazioni, mi addentrai nel boschetto.
Ero felice.
Ma non sapevo per
quanto ancora.
Fall...
***
Angolo dell'autrice ***
Allooora,
intanto
spero che questo capitolo vi sia piaciuto. =) Non avevo mai descritto
una scena di combattimento prima di questo capitolo (o meglio, una
volta ci avevo provato, ma ho scritto poco e non molto bene XD), quindi
non so se sia venuta molto bene... O.o
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei grandi
Breaking
Benjamin e s'intitola "I will not bow". Mi sembrava una delle
più adatte per questo capitolo XDXD
Vi anticipo che il quarto capitolo sarà un po'
più corto,
ma in compenso sarà costituito soprattutto da dialoghi...
Spero
che non sarà troppo noioso =( Però è
importante
per la storia, almeno l'ultima parte. =)
Intanto, in questo terzo cappy, suppongo che abbiate capito che tipa
è la carissima Eris U.U Mi auguro che la odierete, ora. XD
Ah, dedico questo capitolo alla mia amica pillo, che mi consiglia
sempre per questa storia! ^^
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che hanno anche
recensito! Sono davvero felicissima di aver ricevuto tutte queste
recensioni =D =D Thanksssssssss!!! *___*
Ora rispondo alle recensioni =)
Pillo: bè,
ti ho
già risposto a voce, ma comunqueee... sono contenta che ti
piaccia Hidari! ^^ Spero solo che non appaia troppo debole,
perché in realtà non lo è XD Per
Eris...bè,
diciamo che hai capito. E' esattamente una vecchia megera XDXD Eheh, ok
ti farò il disegno ;);) Per Dance with the devil, inutile
dire
che l'ho messa anche xk piace a te XDXD
Thoas Pensiero: grazie
anche
per questa recensione!!! Ehhh già, a Eris le serve proprio
molta, molta paura. Ma non preoccuparti, prima o poi ne avrà
parecchia! ;) Diciamo che Hidari per ora si è solo
trattenuto XD
Bè, per il fatto di fuggire...ancora non posso dirti nulla,
vedrai però tra qualche capitolo! =)
Raukath: grazie
infinite anche
a te!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l'inizio. =) Eheh
già,
Hidari è proprio uno dei personaggi fondamentali =) Sono
felice
che ti piaccia anche l'ambiente della storia, spero non appaia troppo
confuso!! XDXD Grazie ancora per i tuoi complimenti!! Ah, domani
mattina inizio a leggere I figli del Re. Ho visto che è un
po'
lunga, ma intanto la inizio a leggere! =)
Dust_and_Diesel: molte
molte
molte grazie anche a te!!! Mi ha fatto molto piacere ricevere anche le
tue recensioni! =D=D Eh già, ho scelto il nome "Eris"
proprio
per questo motivo. =) Per la verità all'inizio si chiamava
Amaterasu, che è il nome di una dea del sole, ma poi una mia
amica mi ha consigliato questo nome decisamente molto più
appropriato. =) Sono contenta che ti piaccia come scrivo! Io
personalmente ho sempre paura di scrivere male O.o Boo XDXD Sono felice
anche che ti piaccia il mondo in cui è ambientata la mia
storia.
Più avanti descriverò anche altre cose che lo
illustreranno meglio XD
Ebbene, ora vi saluto!! ^^ Grazie ancora delle recensioni. =) Ah,
scusate il ritardo di due giorni ^^'''
Valerie =)
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