Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Valerie_Laichettes    20/06/2010    10 recensioni
Daruma Ashura è nata nella famiglia sbagliata.
Daruma Ashura fa parte di un clan al servizio della demone più potente del mondo.
E come molti altri, Daruma Ashura è solo una marionetta nelle mani di altri demoni, che l'addestrano a uccidere.
Nella sua vita e in quella di suo fratello Hidari esiste solo questo. Ma forse non è troppo tardi per ribellarsi...
[Questa è la mia prima storia, è una songfic. Spero che possa piacervi!]
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3


Fall

Now the dark begins to rise
Save your breath, it's far from over
Leave the lost and dead behind
Now's your chance to run for cover

I don't wanna change the world
I just wanna leave it colder
Light the fuse and burn it up
Take the path that leads to nowhere

All is lost again
But I'm not giving in...


Alla fine, Hidari si era calmato.
Aveva passato tutta la sera ad allenarsi in una palestra poco distante dalla mia, sfogandosi come poteva. Non mi aveva lasciato assistere al suo allenamento: voleva stare da solo, per scaricare la sua rabbia. Io lo accontentai, e ritornai a casa.
Mi fidavo di lui, sapevo che non avrebbe agito di nuovo d'impulso. Aveva solo bisogno di sfogare tutta la sua collera, e il modo migliore per farlo era di certo un allenamento: nessuno, nemmeno Eris gli avrebbe impedito di esercitarsi con le armi, dato che quello era il nostro compito principale.
E così, mentre mi avviavo verso casa, iniziai a sentire degli spari. Continui, decisi.
Era Hidari, che si allenava con le sue pistole.
Non era difficile immaginarsi ciò che mio fratello stesse pensando, in quel momento.
Il bersaglio - una delle sagome a forma di uomo disposte davanti a un muro della palestra - appariva ora così simile a Eris. Hidari la vedeva benissimo, disegnata su quella figura nera, con quei suoi occhi piccoli e rossi, con quel suo sorriso sarcastico.
E senza esitare premeva il grilletto, mirando al volto.
Una, due, tre volte. Finché la collera non evaporò del tutto dal suo corpo.

I will not bow,
I will not break

Continuai a sentire l'eco degli spari anche quando, dopo pochi metri, arrivai a casa.
Entrai in una saletta buia e fredda: era il nostro soggiorno, ma non lo trovavo accogliente. Neanche un po'.
Non era molto arredato, a parte un grande divano, alcuni scaffali e molti quadri. La mia famiglia non era povera, perché i miei genitori guadagnavano abbastanza durante alcune missioni. Eppure, tutta la casa mi sembrava sudicia e quasi del tutto deserta. Certo, nessuno si curava di pulire o di sistemare qualcosa, visto che i miei parenti stavano raramente a casa. Ma nonostante questo, sentivo che quell'ambiente, quella casa mi parevano freddi e malinconici per un unico motivo: tutto, sin dalle fondamenta, era stato comprato o costruito grazie ai guadagni della mia orrenda famiglia. E ovviamente, si trattava di guadagni sporchi.

Avanzai lungo la stanza, camminando quasi a ritmo degli spari. In casa non c'era anima viva: inutile dire che i miei parenti sparivano tutti alle prime luci dell'alba, tornando poi a sera molto tarda, dopo aver preso parte alle loro amate missioni a Moon.
Mi diressi in cucina e cenai con una minestra ormai fredda che aveva preparato mia madre quella mattina. Era lei che, prima degli allenamenti quotidiani, preparava spesso qualcosa da mangiare, ma sempre malvolentieri: fosse stato per lei, avrebbe con piacere evitato di cucinare. Ma uno dei suoi doveri era quello di far crescere me e Hidari in modo tale che fossimo forti e in forma per gli allenamenti.
E finché si trattava di combattere, finché si trattava di crescere bene per poi essere forti a sufficienza per uccidere tutte le vittime che i demoni desideravano, nessuno obbiettava.
Mia madre provvedeva al nostro nutrimento solo per questo motivo.

I will shut the world away

Finita la cena, mi stesi sul mio letto, sfinita. I lividi erano ancora gonfi, ma facevano meno male di prima. Almeno quella giornata non era stata pesante come le altre.
Nonostante fosse ormai tardi, non riuscii ad addormentarmi subito. Dovettero passare due lunghe ore, quando finalmente, in uno stato di dormiveglia, non sentii più l'eco degli spari. Poco dopo, mi accorsi che Hidari era entrato in camera e mi aveva baciato la testa.
- Buonanotte, piccola Hime. - aveva sussurrato.
Gli risposi mormorando qualcosa, ma ero troppo intontita per farmi capire. Poi, subito dopo, mi addormentai.

I will not fall,
I will not fade

***

La mattina dopo la sveglia suonò alle sette, come di consueto.
Hidari era già andato in palestra. Una volta, io e lui ci allenavamo sempre insieme, sotto la supervisione di Eris. Ma da quando il mio adorato fratello aveva compiuto vent'anni, eravamo costretti ad esercitarci in palestre diverse, lui da solo o con qualche demone, io perennemente con Eris.
E anche quel giorno dovevo passarlo con lei.
Alle otto, mi avviai di malavoglia verso la palestra dove mi allenavo, ma sentii un brivido freddo corrermi lungo la schiena quando mi accorsi che i lividi mi facevano ancora male. Passai la mano sul braccio e mi assicurai che la felpa lo coprisse bene. Ero terrorizzata, perché sapevo che se Eris avesse notato quelle botte, ne avrebbe approfittato per colpirmi negli stessi punti, facendomi ancora più male.
Fortunatamente, i demoni non avevano il permesso di ucciderci o mutilarci durante un allenamento. Potevano solo picchiarci o punirci. Naturalmente, era chiaro il motivo: ai clan di Arashi servivano persone dal fisico sano, ma addestrate abbastanza severamente da essere spietati quasi quanto i loro allenatori.

I will take your breath away

- Chiudi la porta.
Sobbalzai, quando mi accorsi che Eris mi aveva rivolto la parola, appena entrai in palestra. Non si era nemmeno voltata a guardarmi: sembrava invece interessata ad ammirare alcune spade appese a una parete.
Quando quella demone guardava un'arma, pareva illuminarsi. Il suo volto bianco cadaverico acquisiva un po' di colore, assumendo un'espressione quasi adorante. Erano gli unici momenti in cui Eris appariva felice.
La odiavo anche per quello. La mia allenatrice viveva solo per combattere, per distruggere. Le sue uniche passioni erano le armi e le battaglie. Ed era così che dovevano comportarsi gli Ashura.

Fall...

Alla fine, Eris si voltò verso di me.
- Come sta la mia piccola ragazzina, oggi? - sibilò, in tono profondamente sarcastico - Ieri il tuo fratellino ha alzato un po' troppo la cresta, non ti pare?
Tremai. Non potevo rimanere indifferente di fronte a tanta perfidia.
- Lascia perdere Hidari. - mormorai, cercando di reprimere la paura.
Eris mi osservò, con un mezzo sorrisetto dipinto in volto, e io non riuscii a guardarla negli occhi.
- Giusto. Lasciamolo perdere. Pensiamo piuttosto a te.
Stavolta, il suo sorriso si allargò, scoprendo i denti.
- Vieni qui, Daruma.
Avanzai. Il mio cuore batteva a mille.
Di solito non ero così terrorizzata. In fondo, mi ero abituata a sottopormi ai duri allenamenti di quella demone. Ma quella volta avevo un brutto presentimento.
Quella volta, avevo paura che Eris mi avrebbe fatto davvero male. Ultimamente era più feroce durante gli allenamenti, e ora che Hidari l'aveva provocata, poteva vendicarsi su di me.

In quel momento, vidi che la demone prese un bastone da un angolo. Era un semplice bastone di legno, lungo circa un metro e un po' scheggiato, ma abbastanza robusto da resistere anche a quasi tutti gli attacchi di Eris. L'avevo usato pochissimo, in tutti i miei dieci anni di allenamenti.
- Tieni. Oggi ti eserciti con questo. - sentenziò Eris.
Presi il bastone e lo strinsi forte. Pregai con tutta me stessa che la mia allenatrice non si armasse di una spada, una katana, una lancia o una qualsiasi altra arma più potente di un'innocua asta di legno.
E infatti rimase a mani nude.
- Questa mattina voglio vedere come ti difendi. Il mio compito sarà quello di attaccarti, mentre tu dovrai schivarmi o bloccarmi. Non dovrai fare nient'altro.
Sgranai gli occhi. Mi stava proponendo un suicidio.
- Nient'altro? - ribattei - Come, non posso attaccarti?
Eris scosse la testa, ridendo.
- Assolutamente no. Ho detto che voglio vedere come ti difendi, non come attacchi. Sei lenta di comprendonio, eh?
Ignorai l'offesa e abbassai lo sguardo, cercando di capire come fare a respingere la forza di Eris. Lei non avrebbe moderato di molto la sua potenza: non si faceva certo problemi. Doveva solo evitare di uccidermi.
Per la mia allenatrice, farmi male non era un semplice rischio. Era un obbiettivo che doveva raggiungere.

Watch the end through dying eyes
Now the dark is taking over

- Quanto dura quest'allenamento? - mormorai, preoccupata.
- E quanto vuoi che duri? - ribatté Eris, spazientita, sistemandosi la divisa da combattimento - Due ore va bene. Poi ti eserciterai con le pistole fino alle quattordici.
Sentii il latte alle ginocchia. Dovevo resistere due ore.
Le altre volte era diverso: o combattevamo a mani nude, o con un'arma. Ma io ero sempre libera di attaccare. E già in quelle occasioni trovavo difficoltà. Figurarsi ora.
La forza di un demone non è nulla in confronto a quella di un uomo. Certo, tutti i demoni sono mortali, nonostante abbiano una durata di vita decisamente più lunga di quella di una persona.
Ucciderli è difficile, ma non impossibile. Basterebbe trafiggerli con una spada, o sparare nel punto giusto. Ma non è così scontato. I demoni non si lasciano prendere da dei semplici umani.
E una tredicenne impaurita non avrebbe potuto nulla contro una demone come Eris.

Show me where forever dies
Take the fall and run to Heaven

- Bé, possiamo iniziare? - riprese la mia allenatrice, ancora più impaziente.
Era una domanda retorica. Non ebbi il tempo di annuire, che lei si preparò ad attaccare.
Successe tutto in un attimo. Implorai la mia mente affinché restasse lucida.
Eris mi si scagliò addosso. Io stringevo il bastone con tutte le mie forze, ma capii che non ce l'avrei fatta a bloccarla. Così, in un gesto istintivo, la schivai.
A quei tempi non lo sapevo, ma rispetto a una comune persona umana, io ero piuttosto veloce ed agile. Nonostante questo, in quella condizione mi sentivo come una pulce di fronte a un elefante.

All is lost again,
But I'm not giving in

Eris non si lasciò minimamente impressionare. La sentii ridere, e subito si voltò verso di me. Mi si scagliò nuovamente addosso, allungando un pugno. Questa volta, non avevo il tempo di schivarla.
Cercai di proteggermi col bastone, e il pugno della mia allenatrice colpì proprio quello. Non si fece male. Anzi, stavolta mi sferrò una serie di pugni, veloci e terribili.
Io cercavo di indietreggiare. O meglio, avrei voluto scappare. Ma non potevo, mi sarei messa ancora di più nei guai.
E così, tentai di difendermi da Eris, muovendo velocemente il bastone. Ma non durò molto.
La demone mi stava attaccando vicino al viso, ma improvvisamente uno dei suoi pugni si abbassò, colpendomi al torace. Mi piegai in due dal dolore.
Naturalmente, la mia allenatrice ne approfittò per darmi un calcio sul fianco.
Detestavo quando me ne dava uno. Ogni volta, mi scaraventava per terra. E anche in questa occasione fu così.
Sentivo il sudiciume del pavimento sul mio viso e i dolori al torace e al fianco non volevano smettere. Fu un miracolo se non mollai il bastone. Grazie al cielo lo tenevo ancora stretto in una mano, mentre con l'altra mi premevo il torace.
Riuscii ad alzarmi in poco tempo, ma mi accorsi che Eris si era fermata. Stava ridendo.
Afferrai il bastone con le due mani e la guardai con aria feroce. La odiavo.

I will not bow,
I will not break

- Impegnati, a quest'ora ti avrei già uccisa! - esclamò, tra una risatina e l'altra.
Poi, si scagliò di nuovo addosso a me.
Continuò per una buona mezzora a sferrarmi delle serie di pugni, colpendomi solo a volte. Riuscii a proteggere sempre il mio viso, ma non fu altrettanto per la pancia e le gambe. Caddi a terra un altro paio di volte, e ovviamente Eris non evitò di ridere.
Anche durante questo allenamento, le si era illuminato il viso.

I will shut the world away

La terza volta che mi rialzai da terra, la demone mi attaccò più forte. Schivai due pugni e ne bloccai un altro. Ma Eris non si accontentò, e mi sorprese con una ginocchiata dritta in pancia. Ancora peggio del torace e dei colpi di prima.
Mi lasciai sfuggire un gemito.
- Incapace... - sibilò l'allenatrice.
Le sue offese nei miei confronti non mi scalfivano più di tanto. Specialmente in quel momento, quando i suoi cazzotti facevano più male delle parole.
Eris mi guardò, con gli occhi più rossi del solito. Fece finta di scagliarmi un altro pugno, e io, seppur intontita dal dolore, mi mossi per schivarlo.
Poi rise di nuovo, ed ecco un'altra ginocchiata.
Ma stavolta la bloccai, spostando velocemente il bastone in basso, stringendolo forte con le due mani. Grosso errore.
I lividi che ricoprivano braccio sinistro mi dolevano ancora molto. Muovendomi così velocemente e bloccando quel colpo molto forte, mi feci ancora più male proprio dove avevo ancora le botte.
Maledizione.
Non potei fare a meno di gemere di nuovo dal dolore. Eris capì il perché.
E per tutta risposta, mi dette un pugno proprio sul braccio sinistro. Lo fece di proposito, quasi con soddisfazione.
Non riusciva a nascondere quel suo sorriso sadico.
Gemetti di nuovo, trattenendo le lacrime a stento.
Ahia.
Maledetta Eris, se solo avessi potuto attaccarla...
E invece, la demone mi afferrò il polso, e io lasciai cadere il bastone.
- Ti fa ancora male da ieri, vero? - esclamò, innervosita.
Non risposi. La demone mi strinse più forte.
- SEI UN'INCAPACE! - urlò.
Dovevo trattenere le lacrime. Non potevo piangere come ieri.
Eris mi sferrò un calcio, sempre sul fianco, e io caddi a terra a pochi metri di distanza da lei.
Rimasi lì, rannicchiata. Non sapevo che fare.
Non avrei mai voluto che Hidari mi vedesse così.

I will not fall,
I will not fade

- DARUMA ASHURA! ALZATI!
Eris era furiosa. Sembrava quasi che fosse nervosa perché io, rimanendo a terra, le impedivo di continuare a combattere.
Mi alzai. Avevo la nausea.
- Vieni qui. - ordinò la demone.
La guardai, ma anche questa volta sostenere il suo sguardo era impossibile.
Mi avvicinai lentamente, barcollando un po'. Spazientita, lei mi prese per il polso e mi trascinò vicino a sé.
- E va bene, Daruma. Sei un'incompetente? D'accordo. Giochiamo al tuo gioco.
Sentii il sangue gelarsi.
- Ti concedo un attacco. Solo uno. Se mi colpisci, l'allenamento col bastone termina qua. Se non mi colpisci, lo continuiamo un'altra ora.
Stavolta, la guardai negli occhi.
Potevo attaccarla. Potevo provarci.
Potevo, dovevo spaccarle la faccia.

I will take your breath AWAY

- Allora, Daruma? Quando vuoi.
Continuai a guardarla. Raccolsi il bastone: volevo colpirla con quello.
Con tutta la forza e la velocità che mi erano concesse, mirai al volto della mia allenatrice.

Non la colpii.
Eris era troppo veloce, talmente tanto che, in pochi istanti, si era spostata di due metri senza che nemmeno la vedessi. Era semplicemente sparita e riapparsa.
Che stupida.
Dovevo immaginarmelo.

And I'll survive, paranoid
I have lost the will to change

Ovviamente, Eris rise. Di cuore.
- Voi umani siete come le formiche... stupidi voi, che vi siete alleati ai grandi Ashura!
Già, eravamo degli stupidi. E ora io e Hidari dovevamo pagare gli errori di tutti i miei antenati.
Tremai ancora, mentre attesi la prossima mossa della mia allenatrice. Non avevo mollato il bastone.
Eris mi attaccò con un'altra serie di pugni, sempre più veloci. Avevo male, un male cane, ma non volevo che lei me ne facesse ancora.
E schivai tutti i colpi, finché la demone non si fermò, un quarto d'ora dopo.
- Basta. - annunciò - Mi sono stufata.
Sentii il cuore farsi tre volte più leggero. Di solito gli esercizi terminavano con quella frase.
- Metti via il bastone. Sono le nove e qualcosa: facciamo cinque ore di allenamento con le pistole.
Cinque ore erano improponibili, ma non era una novità, per me. Ero più che felice di non dovermi battere ancora con lei, per quella mattina. Le pistole andavano benissimo: come Hidari la sera prima, dovevo colpire alcune sagome dalla forma umana. Era uno dei meno peggio, tra tutti gli esercizi che potevo fare.
Per fortuna, gli allenamenti con le pistole erano i più gettonati. Non a caso, le armi che gli uomini usavano di più durante le missioni erano quelle.

Tuttavia, ero dolorante, stavolta non solo a causa dei lividi del giorno prima. Tendere il braccio per sparare mi faceva male, inutile dirlo. Essendo mancina, dovevo sforzare di più proprio quello pieno di lividi.
Dovevo resistere per cinque ore. Eris lo sapeva, e non nascondeva il suo gradimento.
Ma nonostante tutto, la mattinata passò in fretta. Bastò agire come mio fratello la sera prima: sparavo in continuazione alle sagome, ma davanti a me vedevo solo la mia allenatrice.
E nemmeno io nascondevo il mio gradimento.

And I'm not proud, cold-blooded fate
I will shut the world away...

***

L'allenamento mattutino si concluse alle quattordici, come previsto.
Pranzai da sola, a casa, con qualche avanzo cucinato qualche ora prima. Purtroppo Hidari si allenava fino all'una, e alle due era di nuovo in palestra. Così, non potevamo vederci.

Alle quindici dovevo iniziare gli allenamenti del pomeriggio, che si sarebbero conclusi alle diciotto. Stavolta, Eris mi fece tirare con l'arco. Non era una scelta casuale: anche in questo caso avrei dovuto sforzare le braccia.
Ma il trucco di poco prima funzionò anche in quest'occasione. Il bersaglio, ai miei occhi, sembrava sempre la demone, e in questo modo riuscii a scaricare un po' di rabbia.
Eris non rinunciava a rimproverarmi e strattonarmi ogniqualvolta lo ritenesse opportuno, eppure, nonostante questo, le sei di sera giunsero in fretta.
Finalmente, uscii dalla palestra. Per quel giorno non era finita: dovevo allenarmi anche di sera, dalle sette alle nove, ma non ero più preoccupata.

E il motivo era uno.
Alle sei di sera, io e Hidari ci davamo sempre appuntamento in un posto tutto nostro.
Alle sei di sera e per un'ora intera, nessuno ci avrebbe disturbati.
Alle sei di sera, io e il mio adorato fratello avevamo l'illusione di non vivere in una prigione.
Era l'unico momento della giornata che adoravo.

Sin da bambini, io e Hidari ci eravamo sempre ritagliati questa breve oretta per stare insieme.
Ci rifugiavamo in una piccolissima radura del boschetto che si estendeva a qualche metro dalla nostra casa e dalle palestre. E poi stavamo lì, a parlare.
Insieme.

I demoni ci permettevano di andare in quella radura, poiché sapevano che non avevamo modo di fuggire.
E così, senza preoccupazioni, mi addentrai nel boschetto.

Ero felice.
Ma non sapevo per quanto ancora.

Fall...




*** Angolo dell'autrice ***

Allooora, intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto. =) Non avevo mai descritto una scena di combattimento prima di questo capitolo (o meglio, una volta ci avevo provato, ma ho scritto poco e non molto bene XD), quindi non so se sia venuta molto bene... O.o
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei grandi Breaking Benjamin e s'intitola "I will not bow". Mi sembrava una delle più adatte per questo capitolo XDXD
Vi anticipo che il quarto capitolo sarà un po' più corto, ma in compenso sarà costituito soprattutto da dialoghi... Spero che non sarà troppo noioso =( Però è importante per la storia, almeno l'ultima parte. =)
Intanto, in questo terzo cappy, suppongo che abbiate capito che tipa è la carissima Eris U.U Mi auguro che la odierete, ora. XD
Ah, dedico questo capitolo alla mia amica pillo, che mi consiglia sempre per questa storia! ^^

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che hanno anche recensito! Sono davvero felicissima di aver ricevuto tutte queste recensioni =D =D Thanksssssssss!!! *___*
Ora rispondo alle recensioni =)

Pillo: bè, ti ho già risposto a voce, ma comunqueee... sono contenta che ti piaccia Hidari! ^^ Spero solo che non appaia troppo debole, perché in realtà non lo è XD Per Eris...bè, diciamo che hai capito. E' esattamente una vecchia megera XDXD Eheh, ok ti farò il disegno ;);) Per Dance with the devil, inutile dire che l'ho messa anche xk piace a te XDXD
Thoas Pensiero: grazie anche per questa recensione!!! Ehhh già, a Eris le serve proprio molta, molta paura. Ma non preoccuparti, prima o poi ne avrà parecchia! ;) Diciamo che Hidari per ora si è solo trattenuto XD Bè, per il fatto di fuggire...ancora non posso dirti nulla, vedrai però tra qualche capitolo! =)
Raukath: grazie infinite anche a te!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l'inizio. =) Eheh già, Hidari è proprio uno dei personaggi fondamentali =) Sono felice che ti piaccia anche l'ambiente della storia, spero non appaia troppo confuso!! XDXD Grazie ancora per i tuoi complimenti!! Ah, domani mattina inizio a leggere I figli del Re. Ho visto che è un po' lunga, ma intanto la inizio a leggere! =)
Dust_and_Diesel: molte molte molte grazie anche a te!!! Mi ha fatto molto piacere ricevere anche le tue recensioni! =D=D Eh già, ho scelto il nome "Eris" proprio per questo motivo. =) Per la verità all'inizio si chiamava Amaterasu, che è il nome di una dea del sole, ma poi una mia amica mi ha consigliato questo nome decisamente molto più appropriato. =) Sono contenta che ti piaccia come scrivo! Io personalmente ho sempre paura di scrivere male O.o Boo XDXD Sono felice anche che ti piaccia il mondo in cui è ambientata la mia storia. Più avanti descriverò anche altre cose che lo illustreranno meglio XD

Ebbene, ora vi saluto!! ^^ Grazie ancora delle recensioni. =) Ah, scusate il ritardo di due giorni ^^'''

Valerie =)



  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Valerie_Laichettes