Ancora
faticava a crederci.
Quando
aveva sentito il clacson dell’auto e si era affacciato alla
finestra, ritrovandosi davanti un furgoncino nuovo di zecca blu e
bianco, non aveva avuto la più pallida idea di chi potesse
essere.
Poi
era sceso lui e ogni cosa si era bloccata per un
infimo
istante.
Cosa
diavolo ci faceva lì?
Ma
non era quello il problema principale che si pose Ennis quando le sue
gambe si mossero da sole, attirate dallo sguardo di gioia e dal
sorriso che gli fece Jack appena i loro occhi s’incontrarono.
Occupò
in mezzo secondo la distanza che lo separava da lui, non
preoccupandosi dei pensieri che gli stavano passando per la testa,
con l’unico desiderio di poterlo toccare materialmente. Un
“ehi”
strascicato, ma che non nascose la sua incredulità,
fuoriuscì dalle
sue labbra, mentre non fu in grado di tenere per sé quel
sorriso che
gli veniva naturale fare appena lo vedeva o lo aveva vicino.
Il
sollievo si diffuse dentro di lui e, tra tutto il resto, il pensiero
principale che stava diventando sempre più concreto era che,
con
tutte le persone esistenti che lo conoscevano –non molte-,
Jack era
l’unico che avrebbe voluto vedere in quel momento. Averlo
vicino.
L’aveva
stretto forte in un abbraccio e Jack aveva ricambiato senza perdere
il sorriso. Quando si separarono, Ennis percepì la sua mano
sulla
nuca a fare resistenza, l’intenzione di non lasciarlo
allontanare
così facilmente e il movimento successivo di Jack non gli
lasciò
molto margine di dubbio su ciò che il compagno avrebbe
voluto fare.
Ma
erano all’esterno, alla luce del sole, con la strada a pochi
passi
da loro e ancora non avevano proferito verbo. Ennis non sapeva cosa
ci facesse Jack in quella zona sperduta di Riverton e come diavolo
avesse fatto a trovarlo, ma non gli interessava.
Per
una volta voleva ascoltare ciò di cui aveva bisogno e quel
qualcosa
era Jack. Inoltre non passava quasi mai nessuno da quelle parti ed
era orario di lavoro. Non sarebbe servito a molto pensarci
ulteriormente, in quei pochi secondi, Jack aveva già quasi
eliminato
la totale distanza tra di loro e Ennis non è che ci mise
così tanto
a decidersi o respingerlo.
Quando
le bocche s’incontrarono lo afferrò per la giacca,
sopra alle
spalle, stringendoselo contro, mentre Jack gli infilò una
mano tra i
capelli per approfondire. Era inutile, per quanto negli ultimi anni
avessero ricominciato a vedersi considerando la situazione come una
relazione clandestina, il tempo non era mai sufficiente per entrambi
e ad ogni successivo incontro sentivano il bisogno reciproco
triplicato rispetto alla volta precedente.
Jack
inclinò il viso cercando di farsi spazio nella bocca del
compagno
con la lingua, ma Ennis gli appoggiò una mano sul petto,
cominciando
a diminuire e ricordandosi che erano ancora all’esterno, in
un
campo della sua città. Non poteva
rischiare così
palesemente.
“Ehiehi
vacci piano” gli diede una lieve pacca sulla nuca,
staccandosi a
malavoglia da lui, facendo un mezzo sorriso che Jack ripeté
pieno.
“Come
mai questa improvvisata?”
Jack
scrollò le spalle in modo ovvio.
“Ho
ricevuto la tua cartolina in cui parlavi del divorzio
così…eccomi
qui…anche se ho dovuto fare il terzo grado ad una decina di
persone
per trovarti, sei praticamente in culo al mondo!”
Ennis
rimase basito per un istante, perdendosi negli occhi chiari
dell’altro.
Era
incredibile come Jack gli facesse sempre capire il suo desiderio di
voler stare costantemente con lui e, anche se non era stata una
dichiarazione diretta, quel “eccomi qui” non aveva
una pluralità
di significati.
Invece
lui non riusciva nemmeno a dirgli in maniera esplicita che gli aveva
fatto un piacere immenso che si fosse sbattuto miglia e miglia di
macchina per andare da lui. Era vero, quella cartolina
gliel’aveva
mandata ma quando aveva scritto del divorzio non l’aveva
fatto con
un secondo fine, non c’era stato nessun significato nascosto
in
quella frase.
Mentre
Jack aveva pensato che fosse arrivato quel momento che, Ennis era
certo, stesse aspettando da quando gli aveva fatto quella proposta di
vivere insieme anni prima.
Ennis
invece, era convinto che non sarebbe cambiato nulla comunque, non con
tutto ciò che lo teneva legato a
Riverton…obbligatoriamente.
Jack
aveva frainteso ma Ennis non si azzardava a dirglielo o a mandarlo
via. Non avrebbe mai potuto dopo quel gesto adorabile che aveva fatto
e l’aria euforica che Jack continuava ad avere ma che tentava
di
nascondere.
Era
sempre stato accondiscendente e paziente verso tutti i rifiuti, i
ritardi, i problemi che Ennis gli aveva sempre anteposto,
rimpiangendolo subito dopo e sentendosi di merda. Perché
Jack non lo
meritava e gliel’avrebbe fatto capire.
La
pausa di silenzio però, aveva spinto l’altro a
credere il
contrario perché Jack cominciò a diminuire
lentamente il sorriso e
ad aggrottare le sopracciglia.
“Sono
venuto in un brutto momento, per caso?” chiese non riuscendo
a
nascondere il tono accusatorio, preparandosi a ricevere una delle
solite risposte e stanco di sentirsi quel classico idiota che pensava
troppo e capiva il contrario.
Ennis
si riprese, tentando di sistemare, negando.
“Nono,
mi hai…solo sorpreso” cercò di spiegare
abbassando di sbieco lo
sguardo e infilando le mani in tasca, mentre la distanza tra i loro
corpi si era già amplificata.
Jack
annuì, passandosi un istante la lingua sulle labbra e
appoggiò le
mani sui fianchi. Forse non era stata una buona idea buttarsi a
capofitto in macchina e spingerla a tavoletta per arrivare il prima
possibile da lui. Si ritrovava, di nuovo, davanti quel muro
inscalfibile che Ennis si creava intorno quando non erano circondati
da montagne e alberi che li nascondessero alla vista di chiunque.
E
ora era stufo di quella continua indecisione: così come lo
cercava
spasmodicamente quando erano insieme, lo respingeva allo stesso modo
appena sconfinava di qualche metro nelle sue azioni. Era sempre
più
convinto che quella storia non sarebbe potuta durare a lungo ma, allo
stesso tempo, non volevo che succedesse con tutto il suo essere.
“Mi
dispiace di esserti piombato qui così, ma ho pensato che ti
avrebbe
fatto piacere che, magari, ti sarebbe servito…ma, come al
solito,
penso sempre troppo” disse per rompere l’atmosfera,
quasi
opprimente, finendo con un sottile sarcasmo verso sé stesso
che si
stava trasformando in nervosismo.
“No…Jack,
non è così…sono contento che tu sia
qui, ma è che… nei
prossimi giorni devo lavorare e domani ho le
bambine…” spiegò il
compagno ancora con sguardo basso, provando il solito senso di colpa
che lo prendeva ogni volta che il suo orgoglio non giustificato gli
faceva dire quelle frasi. O la necessità.
Ma,
realmente, non avrebbe voluto dirglielo e se fosse stato per lui,
l’avrebbe stretto di nuovo tra le braccia, portato in casa e
buttato sul letto per non lasciarlo più andare.
Né
domani. Né la settimana dopo. Né gli anni a
venire.
“Ok….d’accordo,
tornerò quando avrai tempo allora”
Muoviti
idiota.
“No!”
lo disse talmente forte che quasi si spaventò da solo,
facendo anche
sobbalzare il compagno dopo averlo bloccato con forza sulla spalla
nel suo tentativo di tornare alla macchina.
“No
Jack, scusa io….non m’interessa, rimani con
me…”
Sempre
troppe parole ci sarebbero state da dire, troppe azioni, troppo
desideri repressi, mentre nulla era mai espresso come avrebbero
voluto entrambi.
Ma
quella notte era stata diversa, nuova, unica.
Niente
tenda piccola con coperte troppo ruvide che non coprivano mai dal
freddo pungente.
Niente
foglie e niente alberi.
Niente
montagne e suoni notturni.
Niente
motel squallidi al confine di paese.
Avevano
fatto l’amore in un letto, sotto a un tetto che Ennis doveva
chiamare casa, per ancora un po’ di tempo, e la sensazione di
essere insieme, senza nascondersi, dopo aver passato tutta la
giornata a raccontarsi gli ultimi mesi, aveva amplificato quel
concetto.
Era
stato bello.
Dannatamente
bello, avrebbe detto Jack. E, forse, aveva fatto una cazzata, ma dopo
che Ennis non l’aveva più mollato un istante per
tutto il
pomeriggio, parlando anche per quel tempo in cui non doveva mai aver
aperto bocca più del necessario, ed esserselo portato a
letto
facendogli provare di tutto, si convinse che era stata la migliore da
quando si erano rivisti dopo i primi quattro anni.
Se
anche Ennis non fosse stato in grado di dirgli cosa sentiva realmente
o a cosa aveva pensato quando l’aveva visto arrivare al
pomeriggio,
non gli importava perché, nel suo essere insicuro, di poche
parole e
a volte scostante, riusciva sempre a fargli capire quanto gli
piacessero le sue attenzioni e quanto desiderasse stare con lui.
Ed
era sufficiente.
“A
cosa stavi pensando?”
Sussultò
quando Ennis lo sorprese, tornando a infilarsi a letto dopo aver
fumato una sigaretta appoggiato alla finestra. Sorrise alla reazione
di Jack, dandogli un bacio sulla spalla nuda, accarezzandogli il
braccio con il pollice.
Jack,
voltato su un fianco, che gli aveva dato la schiena, si
rilassò
immediatamente, sorridendo a sua volta e prendendogli la mano in modo
che lo abbracciasse in quella posizione che adorava. Ennis si
lasciò
guidare da lui, assecondandolo e schiacciando il petto contro la sua
schiena, puntellandosi con un gomito per mantenere sollevata la
testa, almeno da vedere il profilo di Jack, fiocamente illuminato
dalla lampada sul comodino.
Non
si era sentito così bene dall’ultima volta che lui
e Jack si erano
visti, durante quel week-end sulla Brokeback, anche se in maniera
ancora migliore e, sapeva benissimo, che dipendeva solo da lui poter
continuare a sentirsi così sempre.
Ma
non poteva.
“Pensavo
che aver fatto tutti quei chilometri è servito a
qualcosa!”
rispose Jack con ironia divertita, stringendosi contro il braccio del
compagno che andò ad ancorarsi sotto al suo stomaco.
“Sarebbe?”
chiese Ennis alzando un sopracciglio, divertito anch’esso, ma
con
un brivido di eccitazione che gli ripercorse la schiena avendo il
corpo nudo del compagno contro.
“Sono
riuscito a vederti una volta in più prima di
Novembre” mentì,
perché nonostante fosse vero, Jack non gli avrebbe mai
rivelato i
suoi pensieri precedenti, troppo lunghi e la risposta successiva di
Ennis fu sufficiente.
Lo
girò di scatto, in modo che finisse a pancia in su, e gli
scavalcò
il petto con un braccio, standogli sopra per metà e
riprendendogli
le labbra.
Jack
si aggrappò sotto alle sue spalle, tirandoselo vicino e
approfondendo, risentendo la lingua del compagno che gli era
già
mancata in quella breve pausa. Ennis strofinò il naso e la
fronte
contro i suoi, ritrovando a fatica il respiro, mischiato a quello di
Jack, mentre gli prese una guancia con la mano.
“Jack,
non sai quanto vorrei che le cose fossero
diverse…” sussurrò
talmente piano, come se non gli sembrasse possibile che fosse lui a
dirlo, ma lo pensava sempre e voleva che Jack lo sapesse.
“Ehi…stai
tranquillo, va bene così” lo portò in
basso dalla testa,
facendolo appoggiare su di sé, muovendogli l’altra
mano lungo la
schiena.
Non
andava bene così, ma era l’unica cosa che Jack si
costringeva a
dire perché valeva la pena di quei momenti, di quel fare
l’amore
unico e impagabile, dell’avere Ennis solo per sé
per ciò che
realmente era, senza doversi nascondere. Non avrebbe mai fatto nulla
per privarsene.
Se
era riuscito a farlo sentire bene non gliene fregava niente del
giorno dopo.
La
notte era ancora lunga, solo per loro, e la voglia di stare insieme
era tanta.
Era
stata la scelta giusta e, per una volta, Ennis non aveva rimpianti.
****
Sì
la scena c'è nel film.
No le cose non sono andate in questo modo.
Ma dai!
xD
Il tutto sta nel fatto che la settimana scorsa mi sono rivista
Brokeback per la centesima volta e, non ci avevo mai pensato prima, ma
quando è arrivata la scena di Jack che lo sorprende dopo la
cartolina ed Ennis HA le bimbe in macchina e gli fa capire che non
può stare con lui, mi sono chiesta: e se invece quelle due
figliole non ci fossero state?
Così eccomi qui, proprio la shot senza pretese ma mi sono
divertita a scriverla e comunque è una versione leggera di
quello che potrebbe essere "successo veramente" ma che tanto non
avverrà mai =P
Nel caso piaccia fatemelo sapere che mi farà molto piacere,
poi grazie a tutti i lettori e a chi la inserirà tra le
preferite e le ricordate.
Baci
Leia
[edit
del 24/02/11:
nuova pagina di
supporto per le storie, con foto, info e gli aggiornamenti alle
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