Pirati dei Caraibi
– Gli eredi del mare
Obblighi di famiglia
"Fammi
capire" disse Jed dopo un lungo sorso dall'ennesima pinta di birra, che
però non sembrava avere effetto sulla sua
lucidità "Tu
pensi che Barbossa tenga prigioniero tuo fratello sulla Perla, dopo che
questi l'ha fatto evadere?"
"Lo so che è un po' complicato come ragionamento,
però
è quello che l'atteggiamento di Barbossa e soprattutto le
sue
parole mi hanno suggerito"
Per tutta la sera Jed e Morgan erano stati seduti ad un tavolo e in una
zona appartata e relativamente tranquilla della locanda. La ragazza
aveva raccontato a Jed tutto ciò che sapeva e che le era
successo fino a quel giorno. Non gli aveva nascosto nulla, per
premiarlo della sua disponibilità a darle una mano, cosa
rara
per un pirata. L'unica reazione strana che Jed aveva avuto era stata
una smorfia di disappunto quando Morgan gli aveva parlato della
Persefone, ma l'aveva attribuita a qualche precedente malinteso.
"E tuo fratello l'hai visto? Sulla Perla, intendo"
"No" sospirò Morgan "L'unica cosa che ho visto nelle celle
della
nave è stata un'ombra, ma poi è arrivato Barbossa
e da
allora mi è stato impossibile tornare laggiù. Mi
ha
sguinzagliato la sua scimmia alle calcagna"
"Però Barbossa non sapeva chi fossi" obiettò Jed.
"Mi sono spacciata per un ragazzo, Ben Parker, e lui ci ha
apparentemente creduto. Ciononostante le celle erano off limits per me"
spiegò ulteriormente Morgan.
"Ci vuole ben altro per ingannare il vecchio Hector" rise Jed "Non so
se si sia veramente bevuto la tua storia o te l'abbia fatto solo
credere, sta di fatto che ti ha lasciata a terra, Ben Parker o no,
quindi qualche sospetto su di te deve avercelo avuto"
"Il che rende ancora più plausibile che Jack fosse rinchiuso
in quella cella" concluse Morgan.
"Suppongo di sì". Jed bevve l'ultimo sorso della sua pinta.
Morgan riflettè un momento in silenzio e Jed, nell'attesa,
fece
vagare lo sguardo per il locale. Nulla di nuovo, le solite risse.
Sobbalzò quando Morgan sbattè le mani sul tavolo
di legno.
"Devo ritrovare la Perla" disse decisa, alzandosi in piedi.
"Ottima idea! E come pensi di fare?" le chiese Jed, senza scomporsi.
"Non lo so, ma mi inventerò qualcosa"
"Buon funerale" concluse Jed. Morgan si bloccò dopo aver
mosso
neanche un passo verso l'uscita della locanda, si voltò
lentamente verso di lui e incrociò il suo volto divertito.
"Miss Turner, questa non è Londra e tu non sei una Lady,
quindi non puoi permetterti di improvvisare"
Si alzò anch'egli dalla sedia e raggiunse Morgan dall'altra
parte del tavolo.
"Quindi cosa facciamo?" domandò Morgan.
"Troviamo una nave"
"C'è solo una nave su cui posso essere al sicuro" gli fece
notare.
"Guarda che non tutti i pirati sono ladri e tagliagole senza scrupoli.
Troveremo qualcuno disposto ad aiutare la Fratellanza e te"
"Già, ma quel qualcuno non deve avercela con te, il che
restringe enormemente il campo, se non sbaglio"
Jed rise. "Non preoccuparti per me, sei tu il pezzo da novanta da
mettere al sicuro"
Morgan in un primo momento sorrise, ma quando realizzò cosa
implicasse l'affermazione di Jed il sorriso scomparve dal suo volto.
Non fece in tempo a ribattere che uno sparo riecheggiò nel
locale e un vecchio pirata sfregiato in piedi su un tavolo si mise a
gracchiare "Dov'è quel dannato Sparrow?"
Jed strattonò Morgan per un braccio e la trascinò
sotto il tavolo.
"Che diavolo ti prende?" domandò contrariata, subito zittita
dal
ragazzo, evidentemente agitato, prima che il tavolo sopra le loro teste
volasse via calciato dal vecchio pirata.
"Bene, bene, bene!" esclamò trionfante abbassando il cane
della
pistola e puntandola verso la fronte di Jed "Due passerottini in gabbia"
La Persefone attraccò a Tortuga che era ormai sera inoltrata
e
la città pullulava di vita. Gibbs e Jack scesero insieme a
pochi
altri marinai cui delegarono il compito di fare provviste. Gibbs,
invece, seguì il suo capitano per le vie di Tortuga.
Il comportamento di Jack aveva insospettito il primo ufficiale sin da
quando avevano gettato l'ancora. Jack aveva allora controllato
nuovamente la bussola, il cui ago indicava sempre in direzione della
città, ed era sceso a terra. Molte persone lo avevano
salutato
durante il cammino, chiamato a gran voce e persino minacciato, ma lui
era sempre rimasto impassibile e guardingo.
"Non siamo venuti qui per il rhum, giusto Jack?" domandò
infine
Gibbs, dopo aver steso l'ultimo pirata che aveva attentato alla vita
del suo capitano.
"Ma certo che siamo qui per il rhum" rispose Jack guardando Gibbs con
superiorità "Il caso vuole che, dove c'è il rhum,
ci sia
anche qualcos'altro"
"Come fate ad esserne sicuro?"
"Sesto senso" lo liquidò Jack, tornando a camminare
circospetto.
Gibbs attese qualche istante prima di tornare all'attacco.
"E cosa faremo una volta trovato questo qualcos'altro?"
Jack rispose scocciato "Improvviseremo come sempre, signor Gibbs. La
bussola mi indica dov'è, non cosa fa, ergo non posso
elaborare
un piano"
Gibbs assentì col capo. Un rumore di vetri rotti
attirò
l'attenzione dei due gentiluomini. Un tavolo era volato fuori dalla
finestra di una locanda.
"La cara Terry non sarà contenta" commentò Jack,
mettendo
mano per l'ennesima volta alla bussola. L'ago indicava esattamente
quella finestra, da cui uscivano imprecazioni poco fini e svariati
spari.
Jack fece in tempo ad alzare lo sguardo che una ragazza in abiti
maschili e con una spettinata chioma di boccoli biondi uscì
dalla finestra in tutta fretta.
"Miss Morgan!" esclamò Gibbs, riconoscendo la ragazza, che,
a sentire il suo nome, si voltò verso i due pirati.
"Signor Gibbs!" si illuminò lei, sorpresa, ma un'altra
figura
sbucata dalla finestra la richiamò prima che potesse
muoversi.
"Morgan!"
"Jed?" fu la reazione di Jack.
"Sparrow!" esplose una voce roca dalla locanda, anticipando l'uscita
del vecchio pirata dalla pistola facile.
Jed prese Morgan per un braccio e si mise a correre verso Jack e Gibbs,
ma si bloccò subito una volta accortosi dei due uomini e
Morgan
andò a sbattergli contro.
"Che stai facendo, Jed?" domandò la ragazza, guardando
alternativamente Jed e il vecchio Sam, che avanzava ricaricando la
pistola. Il ragazzo era invece concentrato su Jack.
"Adesso ti faccio esplodere il cervello, ragazzo" gracchiò
Sam,
puntando l'arma contro Jed. La pistola saltò dalla sua mano
poco
dopo, a seguito di un preciso colpo partito dalla pistola di Gibbs. Il
vecchio pirata dietro ai ragazzi imprecò tenendosi la mano
ferita.
"Andiamo, Jed!" lo esortò Morgan, spingendolo da dietro.
"No" grugnì lui, muovendo un passo indietro.
"Vuoi farci uccidere?" domandò la ragazza, sconcertata dal
suo comportamento.
"Non posso!" sbraitò lui, voltandosi verso Morgan e
mostrandole
il volto ai limiti della disperazione. In questo modo, però,
rivolse la nuca scoperta a Jack, che subito la colpì col
calcio
della pistola. Sparò quindi su quella del vecchio Sam,
allontanandola da lui.
"Non stasera, amico" gli disse il capitano con un mezzo sorriso.
Gibbs e Morgan avevano, nel frattempo, sollevato il corpo inerme di Jed
e attendevano Jack poco distanti.
Sparrow seguì con la pistola pronta il vecchio Sam,
finchè questi non fu di nuovo dentro la locanda. Solo allora
rinfoderò l'arma e raggiunge gli altri tre. Si tolse il
tricorno
con gesto teatrale e si inchinò a Morgan.
"Miss Turner"
La Persefone fu pronta a salpare nel giro di un'ora. Jed venne chiuso
in una cella sottocoperta, mentre Morgan venne condotta da Gibbs nella
cabina del capitano.
"Perchè avete rinchiuso Jed?" domandò subito al
marinaio.
"E' una lunga storia, miss" rispose sbrigativo Gibbs.
Morgan protestò, ma l'entrata di Jack la zittì
all'istante.
"Jed al momento non è un tuo problema" le disse serafico il
capitano "Ma, se vuoi, dopo puoi andare a fargli visita. Sempre che sia
già sveglio"
Morgan intese che non sarebbe più dovuta tornare
sull'argomento.
Jack congedò Gibbs affidandogli il comando della nave,
quindi rimase solo con Morgan.
"Siediti pure, mia cara" la invitò, indicando la sedia
sgangherata da un lato del tavolo ricoperto di carte.
Morgan prese posto, imitata da Jack, che si sedette dal lato opposto e
poggiò i piedi sul tavolo.
"Bene, Morgan, prima che tu faccia qualche altra cosa stupida come
quella dell'imbarco sulla Perla, lascia che ti spieghi in cosa sei
finita"
"Lo so in cosa sono finita" ribattè lei, inviperita.
"Ah, davvero? Sentiamo"
"Il commodoro Charles vuole la Fratellanza per imprigionare Calypso e
me e mio fratello per trovare il cuore di nostro padre. In questo modo
avrà il pieno controllo del mare e potrà
debellare la
minaccia dei pirati"
"Sì, in linea di massima è così"
assentì
Jack, stappando una bottiglia di rhum "Ma non sai come tu e il piccolo
Jack servite a Charles per trovare il cuore di Will Turner...dio! Come
suona male! Era meglio il cuore di Jack Sparrow"
Morgan non badò al'ultima considerazione e rispose "Jack mi
ha
accennato ad una chiave che Charles crede che lui possieda, ma non
c'è nessuna chiave"
"Oh, sì che c'è" rivelò il capitano
con un mezzo
sorriso cospiratorio "O meglio, ci sono. Due chiavi: una a Jack e una a
te"
"Ma io non ho niente!" protestò Morgan "Nemmeno questi abiti
sono miei!"
"La chiave non è qualcosa che possiedi, ma che hai dentro di
te" spiegò allora il capitano con fare solenne.
"E cos'è?"
"So molte cose, ma non tutto" rise il capitano, per poi bere un'altra
golata dalla bottiglia "Ma questo dovrebbe farti capire una cosa:
Charles è pronto ad uccidere te e tuo fratello per ottenere
queste chiavi. E non solo lui"
Morgan, davanti a lui, si irrigidì e sbiancò.
"Perciò sii più prudente la prossima volta che
decidi di
arruolarti nella flotta di qualche pirata. E' stata un'ottima idea
spacciarsi per un ragazzo e dare un nome farlo a Barbossa, ma il caro
Hector non è uno stupido, credimi. Alla prima occasione,
infatti, ti ha mollata a terra. Eheh, immagino la sua faccia quando
scoprirà di essersi lasciato scappare la piccola Turner. Ad
ogni
modo, non siamo tutti membri della Fratellanza e molti di noi sono
all'occasione corsari. Non ci penserebbero due minuti prima di portarti
a Charles su un vassoio d'argento. Sono stato chiaro?"
Morgan deglutì e annuì nervosa.
"Eccellente! Ora, immagino tu voglia andare a visitare il prigioniero"
cercò di indovinare Jack, indicando col capo sottocoperta.
"Sì, anche se non capisco perchè lo abbiate
rinchiuso" confermò lei, un po' contrariata.
"Per l'unico motivo per cui si rinchiude qualcuno: per non farlo
scappare"
Con un teatrale gesto della mano, Jack la invitò ad uscire.
Morgan andò spedita verso le celle, ignorando le occhiate
sorprese dei marinai, che l'avevano sempre considerata un ragazzo.
La Persefone era munita di quattro prigioni, usate soprattutto come
deposito munizioni. La più larga era stata svuotata dalle
casse
di polvere da sparo per lasciar spazio al suo prigioniero. Jed era
seduto scomposto vicino all'oblò e giocava distrattamente
con un
pezzo di legno.
"Ehi" lo salutò timidamente Morgan.
Jed alzò appena gli occhi dal suo passatempo, non ritenendo
la presenza di Morgan rilevante.
"Senti, mi dispiace che tu sia finito dentro" riprese lei remissiva.
"Può dispiacerti quanto vuoi, da qui non mi faranno uscire"
sbottò Jed velenoso.
"Come potevo saperlo, scusa? Non mi hai detto nulla a riguardo" si
giustificò Morgan, a cui il comportamento del ragazzo
iniziava a
dare sui nervi.
"Ti avevo detto che c'erano molte altre navi che andavano bene, ma tu
no! La Persefone di qui, la Persefone di là..."
"Ci stavano sparando! Era la nostra unica possibilità di
salvezza, la sola nave reperibile in cinque secondi"
"Che, caso vuole, era l'unica nave di tutti i Caraibi su cui io non
potevo salire"
"Non potevi o non volevi?" insinuò Morgan, alzando i toni.
"Fa differenza? Che io non potessi o non volessi, sta di fatto che ci
sono salito e sono finito qui" ribattè Jed, adeguandosi.
"Allora ti spiacerebbe spiegarmi il perchè, così
che possa aiutarti?"
"Non puoi fare niente" sibilò Jed, distogliendo lo sguardo.
"Posso provarci"
"A cambiare il mio destino? A far sì che non diventi
ciò che sono nato per essere? Ne dubito"
A quella sibillina rivelazione, Morgan non seppe cosa ribattere.
"Che vuoi dire?" domandò alla fine con voce tremante. Jed
scosse la testa.
"Non l'hai ancora capito? Quello che è successo alla locanda
non ti ha suggerito niente?"
"Il vecchio Sam cercava Jack Sparrow" tentò di indovinare
lei "E pensava che tu sapessi qualcosa..."
"Cercava uno Sparrow, ma non Jack" la interruppe il ragazzo, che era
tornato a guardarla. La luce della luna gli illuminava metà
viso, mettendone in risalto il naso dritto, gli zigomi alti e l'ovale
sottile. Tutti tratti che Morgan aveva visto poco prima.
"Jack Sparrow è tuo padre" sussurrò appena, per
paura che
quelle parole avessero chissà quale effetto catastrofico.
"Ed essere uno Sparrow comporta degli obblighi ben precisi" aggiunse
Jed poco entusiasta.
"Come aiutare i Turner, per esempio?"
"Sì, potremmo annoverare anche questo fra gli obblighi" rise
il
ragazzo, per poi tornare di nuovo serio "Ma quelli a cui mi riferisco
sono altri fardelli che io mi devo caricare sulle spalle solo
perchè mi chiamo Sparrow di cognome"
"Quali sono questi fardelli?"
"Quelli da cui mio padre ha sempre cercato di fuggire. Obblighi verso
la Fratellanza che i nostri antenati si sono sobbarcati e tramandati si
dai tempi di Morgan e Bartholomew. Siamo i custodi del Codice e i
guardiani del Consiglio, Pirati Nobili per diritto di discendenza. E'
un onore, non fraintendermi, ma custodire il Codice vuol dire restare
segregati alla Baia dei Relitti per tutto il resto della vita, come
è successo a mio nonno, che non è più
salito su
una nave da quando ha assunto la carica. Ora che sta morendo,
l'eredità passerà a me e io dovrò dire
addio alla
libertà che l'essere pirata comporta"
"Ma perchè passa direttamente a te e non a Jack?"
"Perchè è capitano di una nave, altrimenti per
quale
motivo affannarsi a rincorrere la Perla per metà della sua
vita?
Alla fine è stato costretto a ripiegare sulla Persefone pur
di
scamparla. Anche mio nonno era un capitano, ma ha scelto di diventare
ugualmente custode. Io non sono capitano di nessuna nave,
perciò
non posso essere esonerato dal mio compito"
"Quindi, se volessi aiutarti, dovrei trovarti una nave e farti
capitano" fu la conclusione a cui giunse Morgan.
"Direi che è un po' troppo per una che naviga tra i pirati
da un mese"
"Un custode e una chiave. Siamo proprio una bella coppia, io e te"
sospirò lei, lasciandosi cadere a terra con la schiena
poggiata
alle grate.
"Una chiave?" domandò Jed incuriosito, avvicinandosi alla
ragazza.
Morgan gli riportò la conversazione avuta poco prima con
capitan Jack.
"Perciò Charles non può fare niente senza me e
mio
fratello in prima persona. Se riuscisse a prenderci, non oso immaginare
cosa ci farebbe"
"Non devi preoccuparti" la rassicurò Jed, che l'aveva
ascoltata
in silenzio "Qui sei al sicuro, Gibbs e mio padre non permetteranno che
ti facciano nulla"
"A quanto ne so, il vecchio Jack è piuttosto famoso per
essere un voltagabbana" gli fece notare Morgan.
"Ma tiene alla sua vecchia pellaccia più di qualsiasi altra
cosa al mondo e tenere in salvo te implica salvare anche lei"
Morgan sorrise, abbastanza rincuorata dalle parole di Jed. "Speriamo
che le cose restino così, allora"
Voltandosi verso Jed, lo vide con lo sguardo perso oltre il piccolo
scorcio di orizzonte visibile dall'oblò. Un uccello in
gabbia
che agognava la libertà.
"Jed, ascolta" riprese Morgan "Forse non posso aiutarti materialmente,
ma voglio dirti una cosa"
Il ragazzo si voltò verso di lei, incitandola con gli occhi
ad andare avanti.
"Quando ero a Londra sono sempre stata convinta di una cosa: non sarei
mai diventata una lady. Mia madre lo avrebbe voluto, se non altro per
tenermi al sicuro, ma sapevo che non era il mio destino. Me lo sentivo
e forte di questo sono giunta fino a qui. Perciò se anche tu
provi qualcosa del genere, continua a seguire la tua strada e non
arrenderti. Il tuo destino è dentro di te, non sono gli
altri a deciderlo"
Jed sospirò e il suo volto si distese in un malinconico
sorriso "Non sono così sicur che valga anche per me, ma ci
proverò"
La stanchezza accumulata durante quell'infinita giornata
iniziò a prendere il sopravvento. Morgan si
stropicciò gli occhi e sbadigliò, suscitando una
leggera risata in Jed.
"Va a dormire, Turner, che da oggi in poi le tue giornate andranno
sempre peggio" le consigliò infatti, alzandosi dal pavimento
e stiracchiandosi.
Morgan pensò al letto comodo che la attendeva nel castello
di poppa e automaticamente lo paragonò alla lugubre e umida
cella in cui Jed era finito, alla fine dei conti per colpa sua. Si
tirò su anche lei.
"Suppongo che, nel caso riuscissi a farti uscire, scapperestida questa
nave alla prima occasione" gli disse neutrale.
"Non è quello che vorresti? Fino a poco fa mi credevi uno da
cui stare a chilometri di distanza" ribattè Jed provocatorio.
"E' strabiliante quante cose si possano scoprire di qualcuno nell'arco
di poche ore" replicò Morgan, riuscendo a non cadere nella
trappola "Potrebbe essere che abbia cambiato idea sul tuo
conto"
"D'accordo, Turner. Prova a tirarmi fuori da qui e poi si
vedrà"
Morgan accettò la sfida e, augurata la buona notte a Jed,
risalì fino alla sua stanza. Le ci voleva una dormita
ristoratrice per poter affrontare al meglio capitan Sparrow il giorno
dopo.
Pardonne
moi, non riuscivo mai a trovare il tempo di completare la battitura di
questo cap, pronto ormai da parecchio.
Alla fine, comunque, eccolo qui per voi, se avrete ancora voglia di
leggere questa fic :) purtroppo gravosi impegni di studio mi riducono
il tempo che posso dedicare a tutte le mie storie che, ribadisco, non
ho ad ogni modo intenzione di abbandonare :)
Come molti avranno sicuramente intuito da molto, Jed appartiene alla
nobilissima stirpe piratesca degli Sparrow, anche se non ne sembra
molto entusiasta...a voi i commenti!!
Ringrazio tutti i recensori insieme, la fretta è una brutta
bestia, augurandomi di essere riuscita a soddisfarli e non solo loro
con questo cap. Grazia, come al solito, anche a chi segue
silenziosamente la storia, a chi l'ha inserita fra i preferiti e a chi
solo la legge.
A presto!
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