Samantha
si svegliò alle prime luci dell’alba, non
capiva il motivo di tanta impotenza verso le parole di Simon. Aveva
ragione, la
detective aveva solo bisogno di non pensare al suo passato ma
ciò su cui
sbagliava il ragazzo era che non sempre si ci sarebbe trovati in un
vicolo
cieco nella vita, bastava intraprendere la giusta strada e la detective
aveva
già deciso il suo destino. Era in casa di quello che
probabilmente era
l’assassino della carotide. La donna accese velocemente il
computer dell’uomo
senza fare rumore sperando di trovare preziose informazioni. Il PC
caricò e sui
file di scrittura vi erano alcuni appunti che fecero trasalire la
ragazza.
Erano presenti diversi nomi e tra questi erano compresi anche quelli
delle vittime.
“Ehi
c’è anche il nome di quel soldato.., il fidanzato
della sorella. Cosa diavolo vorranno dire?”
Continuando
a cercare Sam si accorse che una cartella
era protetta da una sorta di password. Doveva assolutamente leggere
quei file,
la soluzione del caso e le prove potevano essere sotto il suo naso.
“Nulla..
è ben protetto. Dovrei controllare i vestiti
sporchi.. se l’assassino è lui potrei trovare
qualche macchia di sangue..”
La
detective uscì dalla stanza in modo molto
silenzioso. Dopo i delitti, in casa erano rimasti soltanto la madre e
la
governante ma credeva fosse meglio non farsi vedere da nessuna delle
due.
Circospetta raggiunse la cucina e con ribrezzo assistette ad uno
spettacolo
raccapricciante.
“Cosa
diavolo!? Oh mio Dio..”
Sul
pavimento giaceva la madre di Simon e la sua gola
sembrava essere stata lacerata. Sul tavolo dietro il cadavere era
presente
stavolta quella che sembrava essere l’arma del delitto e
accanto ad essa un
messaggio scritto col sangue.
Adesso
riposano in pace
Samantha Tyler anche tu avrai la fortuna
di abbandonare questa vita infame…
“Che
cosa significa? Oh mio Dio!”
Dietro
la detective giunse Simon che con il viso di
chi si era tolto finalmente qualcosa dalla coscienza prese la parola
con la sua
solita voce calma e pacata.
“Signorina
Tyler.., Samantha.. Lei ha da subito
suscitato il mio interesse. Fin da quando l’ho vista per la
prima volta venire
nella mia stanza ho notato nei suoi occhi la sofferenza. Una luce
potente ma
oscurata da una vita che taglia i sogni alle giovani promettenti come
lei..
detective di gran talento, donna dalle mille risorse. Merita tutta la
mia stima
e tutto il mio interesse ed è per questo che ho deciso di
donarti qualcosa che
rimarrà per sempre, infinito.. non come la vita”
“Simon.. hai ucciso tu quelle persone?”
“Uccidere? No.. non è UCCIDERE. Quello che faccio
io è semplicemente LIBERARE”
Sam
cominciò a tremare.
“L..Liberare?”
“Esattamente. Liberare dall’oppressione della vita
e da tutte le schifezze che
ne conseguono”
“Erano i tuoi cari.. come hai potuto?”
“Esatto, erano le persone che più amavo e per
questo mi sono sacrificato per
loro”
La
detective cercò di prendere la sua pistola dalla
cintura ma l’uomo gliene puntò contro
un’altra.
“Io
non farei un altro movimento..”
“Simon.. perché lo fai? sei un giovane dalla
grande mente.. un artista, un
medico.. perché rovinarti la vita
così!?”
Una
lacrima segnò lo zigomo della donna che persa
ormai tra spavento e angoscia non riuscì più a
pensare.
“Mi
sembra di averglielo già detto.. io li amavo e per
questo mi sono sacrificato, sono disposto a subire lo schifo del mondo
al posto
loro”
“…”
“Le racconto una storia signorina Tyler: durante uno di
questi anni sempre
uguali e sempre più disgustosi ho notato al notiziario
notizie sempre maggiori
riguardanti la miseria dell’Africa.. Ho visto un bambino
essere talmente magro
da permettere alle ossa di fuoriuscire dalla sua pelle. Ho visto mosche
ed
insetti perseguitare gli occhi di giovani creature e ho visto la
guerra… Uomini
che si uccidono per scopi senza senso, un esistenza portante solo
terrore e
dolore che più si dilungherà nella storia
più finirà per mangiare completamente
quello che ne rimane. Non esiste il bene ma esiste il dolore e la
sofferenza..”
“Non esiste solo quello che dici tu nel mondo..”
“Parli del benessere? Credi davvero che il mondo sia un posto
giusto solo
perché una manciata di uomini vive bene?. Ci pensi
detective. Quando una
persone viene al mondo piange. E’ un desiderio incontenibile,
ha bisogno di
piangere, DEVE piangere. Sai perché? Perché i
neonati percepiscono l’aria
malata che opprime l’universo della vita. Io sono come quei
neonati, percepisco
la feccia e ho bisogno di nascondermi.. ma quando poi penso che le
persone che
amo subiranno le torture della vita, è li che decido di
sacrificarmi per loro e
liberarli dal dolore infinito”
“Tu sei malato..”
“Se davvero bisogna essere malati per capire il mondo, allora
credo che la
terra abbia bisogno di una grande epidemia”
“.. getta l’arma Simon..”
“Gettarla? Credi che sia così infame da spararti
con una pallottola?. La tua
anima continuerebbe a soffrire mentre io voglio che la vita sparisca
per sempre
dai miei cari..”
“Che vuol dire??”
“Io taglio la carotide per dividere mente e corpo.. la mente
non sopravvive
senza corpo come il corpo non sopravvive senza mente.. è un
susseguirsi di
priorità ma se i due vengono separati allora la vita
troverà l’ennesimo vicolo
cieco. L’anima rimarrà bloccata fra astratto e
concreto e non nuocerà più la
vostra libertà. Una pallottola continuerebbe a farti
soffrire..”
“Se davvero tieni a me.. getta l’arma e
costituisciti..”
“Io ti amo Samantha e non posso permettere che tu soffra
ancora…”
In
quell’istante un bastone colpì violentemente la
testa dell’assassino e un uomo portò fuori dalla
casa la spaventata detective.
“Ehi
tesoro.. tutto bene?”
“Carlos.. sei davvero tu?”
“Non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo
lasciati quando ho ammanettato quel
Tony e così.. ti ho seguita”
“Seguita..?”
“Non sei più uscita e ho pensato che.. beh, mi
avessi dimenticato. Ma quando alle
prime luci dell’alba ho visto attraverso il vetro della
finestra quel pazzo
puntarti addosso una pistola sono entrato immediatamente. Che diavolo
succede?”
“Dobbiamo prenderlo.., arrestalo. Ho le prove che si tratta
di un serial
killer”
“Davvero!?”
Quella
volta fu però troppo tardi, Simon fuggì dalla
sua abitazione senza lasciare traccia. Solo una cosa fu ritrovata dalla
ragazza
quando rientrò in quel covo sanguinoso: una lettera con
poche battute che gli
fece tremare il sangue e i polsi.
Io
ti libererò. Fosse l’ultima
cosa che faccio
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