Family
«E tu hai
intenzione di guidare una di queste... cose?»
Hermione si
sforzò di non alzare gli occhi al cielo, esasperata.
L'espressione sospettosa, con un pizzico di disappunto, dipinta sul
volto del biondo era decisamente impagabile. Forse, forse, ne valeva
quasi la pena di rispiegare la stessa cosa per più di dieci
volte, solo per potersela godere, pensò la ragazza.
«Si
chiamano automobili,
Draco, e sì, ho intenzione di guidarne una»
«Ma...
sei sicura? Voglio dire, non possiamo semplicemente andarci in
scopa?»
Gli occhi dorati
della Grifondoro accarezzarono l'azzurro grigiastro del cielo, alla
fine. «Sì, sono sicura. No, non possiamo andarci
in scopa. Ci comporteremo da babbani, oggi. Questo vuol dire niente
incantesimi, niente bacchette, niente formule, niente di niente. E non
chiamare nessuno dei miei parenti 'babbani'!»
Lui la
fulminò con lo sguardo. «Non sono così
idiota, sai»
«Questo
lo dici tu» ribattè lei, piccata. Stavolta furono
gli occhi di Draco ad alzarsi al cielo.
«D'accordo,
sono pronto, andiamo»
«Devi
allacciarti la cintura, Draco» gli ricordò la
ragazza, paziente.
«Perchè?»
«Perchè
è così che si fa» rispose Hermione,
chinandosi su di lui per allacciargliela lei stessa.
«Grazie
al cielo, la Donnola e i suoi amichetti non viaggiano con
noi»
Hermione
pensò non fosse il caso di dirgli che Ron aveva detto
esattamente lo stesso. Cercò di rilassarsi, scrollando i
lunghi capelli castani, lasciati sciolti sotto consiglio del biondo.
Abbassò il finestrino della sua Rover 216 grigio
metallizzato, così che la fredda ma piacevole aria di
autunno inglese invadesse l'interno della vettura. Quando accese la
radio, immediatamente Robbie Williams riempì l'automobile
con le note di Angels. Un'espressione gioiosa si dipinse sul volto di
Hermione, illuminandole gli occhi. «Questa è una
delle mie canzoni preferite!» esclamò, cominciando
a canticchiare tra sè e sè.
«Ah,
questi angeli!» fu il commento di Draco, chiaro riferimento
all'appellativo con il quale l'aveva chiamata la prima volta che
avevano fatto l'amore. «E così ti piace Robbie
Williams?»
«Perchè,
lo conosci?» domandò la Grifondoro, stupita. Lui
scrollò le spalle. «Te l'ho detto, ho studiato
musica. Non suonavo solo roba classica»
«E' vero,
me ne ero dimenticata» ammise Hermione. Ad un tratto, si
voltò verso di lui, sogghignando.
«Non
ghignare, Granger. Mi ricordi troppo me» disse Draco,
continuando a guardare dinanzi a sè. Quando si rese conto
che lei lo stava ancora fissando, incrociò il suo sguardo,
alzando un sopracciglio.
«Beh,
sai» cominciò la ragazza, con l'aria di chi la sa
lunga «Questa è una riunione molto informale,
molto libera. C'è sempre qualcuno che si mette a suonare la
chitarra e a cantare qualcosa»
«So
quello che stai pensando, e la risposta è no»
«Oh,
andiamo! Perchè no? Che c'è di male?»
«Non ho
intenzione di cantare davanti ai tuoi genitori e roba varia»
borbottò lui.
«Allora
è questa la verità! Ti vergogni! Draco Malfoy si
vergogna!»
«Io non
mi vergogno affatto!»
«Ah no?
Quindi stamattina non l'hai fatto apposta a farmi fare tardi in modo da
arrivare a casa mia solo dopo che se ne erano andati i miei?»
«Quella
è stata una semplice, fortuita coincidenza»
replicò il Serpeverde, offeso. Hermione rise, sapendo di
aver colto sul segno. «Non posso crederci! Il grande, freddo,
impassibile Draco Malfoy, Principe delle Serpi, si vergogna di
incontrare dei babbani!»
«Ti ho
detto che non mi vergogno!»
«D'accordo,
allora visto che non ti vergogni, suonerai»
Il ragazzo la
guardò storto, sbuffando sonoramente, sapeva di aver perso.
Quando, dopo quella che a lui parve un'eternità, Draco scese
dalla macchina, cominciò seriamente a temere quello che
l'aspettava. Non aveva mai conosciuto i genitori della sua ragazza,
perchè non ne aveva mai avuto una. D'altronde, era da quando
aveva tredici anni che si limitava a portarsene a letto una diversa per
sera. E ora, per una strana volontà del Fato, si ritrovava
in procinto di incontrare i genitori babbani di Hermione. Lei aveva
avuto un vantaggio, pensò, contrariato. Infondo, per quanto
temibili potessero sembrare, Lucius e Narcissa non le erano
sconosciuti, anzi.
Il ragazzo si
passò una mano tra i capelli biondi, cominciando a guardarsi
attorno, e realizzando improvvisamente quanta gente ci fosse. Una
trentina di adulti, poco meno di venti ragazzi, e una
quantità indefinibili di ragazzini urlanti e fastidiosi. In
mezzo a loro, Draco risaltava come uno smeraldo spicca tra i rubini.
Indossavano tutti qualcosa di usato, molto, molto casual, mentre lui si
era opposto fermamente alle richieste di Hermione che premeva per
fargli mettere qualche abito babbano, e indossava una camincia bianca
inamidata, con un maglioncino nero e un paio di pantaloni di sartoria.
Si voltò
verso Hermione, che stava tirando fuori dall'auto due grosse borse, e
le si accostò per aiutarla. In quel momento, notò
una donna dirigersi a passo spedito verso di loro, indossava un paio di
vecchi jeans scoloriti e un'ampia camicia a quadri, i capelli ricci e
castani erano fermati da una matita in un nodo particolarmente
familiare. Nonostante fosse impossibile non capire di chi si trattasse,
il ragazzo inorridì ugualmente quando sentì la
Grifondoro strillare un 'Mamma!' tutto eccitato, per poi vederla
correre al rallentatore verso di lei, abbracciandola di slancio.
Quando le due si
sciolsero dall'abbraccio, Hermione si voltò verso di lui,
sorridendo in maniera entusiastica. «Questo è
Draco. Draco, lei è mia madre»
Il Serpeverde si
riprese immediatamente dallo shock, infondo era sempre un Malfoy,
esibendo la sua migliore espressione affascinante. «Hermione
non mi aveva detto di avere una sorella minore»
commentò, chinandosi per baciare la mano alla donna davanti
a lui, che ridacchiò giovialmente.
«Molto
lieta di fare la tua conoscenza, Draco» rispose, allegramente.
«Piacere
mio, signora»
«Oh,
chiamami pure Jane, caro»
A quel punto, un
uomo si affiancò a Jane e Hermione, abbracciando con slancio
quest'ultima. Era molto alto, leggermente stempiato, con capelli
brizzolati, e un paio di occhiali rettangolari dalla montatura severa
poggiati sul naso. Quando si voltò per guardare lui in
faccia, studiandolo attentamente, Draco potè notare che
aveva un'espressione autoritaria e dura. E fu come tornare ad avere
sedici anni, e trovarsi al cospetto del Signore Oscuro, aspettando la
sua approvazione. E lui, come allora, rimase fermo, diritto,
lasciandosi osservare, fingendo una calma che non aveva, senza mai
abbassare lo sguardo, più per orgoglio e arroganza che per
coraggio.
«Io sono
Jonathan Granger, il padre di Hermione» esordì
l'uomo, alla fine.
«Piacere
di fare la vostra conoscenza, signore»
Stavolta,
naturalmente, non arrivò nessun 'puoi chiamarmi Jonathan'.
«Questo
è il ragazzo che ti ha chiamata 'sporca mezzosangue' quando
avevi dodici anni, giusto?» stava intanto dicendo Jonathan
alla figlia.
«Ed
è il ragazzo che ho picchiato quando ne avevo
tredici» replicò Hermione, tranquilla.
«Quello
che voleva uccidere il Preside di Hogwarts, e che poi hai
battuto»
Draco si
irrigidì, stringendo a pugno le mani, e indurendo la
mascella. Subito, la Grifondoro gli fu accanto, posandogli una mano sul
braccio.
«E ora
è... tuo amico»
continuò suo padre.
«E' il
mio ragazzo, papà»
«Suvvia,
John» si intromise Jane, dandogli uno scapellotto
«Non fare l'orso, e smettila di esaminare Draco. Piuttosto,
andiamo a salutare Margaret e George, eccolì lì,
vedi? Andiamo» continuò, trascinando via il
marito.
«Non
preoccuparti, non è sempre così» gli
disse Hermione «E' soltanto geloso»
Draco
scrollò le spalle. «Anche io lo sarei, se fossi al
suo posto»
Lei gli sorrise,
baciandolo dolcemente sulle labbra. Quando lui cercò di
approfondire il bacio, attirandola a sè, sentì
qualcuno sghignazzare dietro di sè.
«Andiamo,
Hermione, un po' di contegno!»
«Non ce
lo saremmo mai aspettate da te!»
Due ragazze li
guardavano ridacchiando, con un'espressione irriverente in faccia.
Avevano entrambe capelli castani e ricci, ma una aveva occhi marrone
chiaro, mentre quelli delll'altra erano verde-azzurri.
«Se te lo
stai chiedendo» cominciò la più alta
tra le due, «Io sono Juliet» disse l'altra,
«E io sono Miranda» aggiunse la prima,
«Siamo le cugine di Hermione» concluse Juliet.
A Draco ricordarono
incredibilmente i gemelli Weasley. Nell'udire i loro nomi,
alzò un sopracciglio, ironico.
«Ai
nostri genitori piace Shakespeare» gli spiegò
Hermione, facendo spallucce
«Esatto.
E così noi ci ritroviamo con i nomi dei protagonisti delle
sue opere» continuò Miranda.
«C'è
un Romeo, naturalmente»
«E un
Lear, una Cleopatra, una Cordelia, un Puck, una Diana, un Edmund, un
Edgar...»
«E non
dimentichiamoci di Elena, Perdita e Hugh»
«Abbiamo
persino una Desdemona!»
Nell'udire quel
nome, Hermione inorridì. «Non mi dite che
c'è anche lei! Pensavo non venisse!»
Juliet e Miranda si
scambiarono un'occhiata. «Non doveva venire...»
«...Ma
alla fine è venuta»
«Non ci
posso credere! Mia madre mi aveva assicurato che non sarebbe
venuta!»
«Ecco,
forse noi potremmo esserci fatte scappare, come dire?, il fatto
che...»
«Tu
saresti venuta accompagnata» concluse Juliet.
«Siete
due streghe!»
«In
realtà, la strega quì sei tu»
«Quindi
loro lo sanno?» intervenne Draco, piuttosto confuso da tutto
quel parlare.
«Già,
noi sappiamo» asserì Miranda, sorridendo.
«E siamo terribilmente gelose di Hermione, sai, per il fatto
che è una strega»
«E non
solo per quello!» esclamò Juliet, lanciandogli una
lunga occhiata.
Dieci minuti dopo, Draco era stato presentato a circa venti persone, e
aveva dimenticato altrettanti nomi. Camminavano in mezzo al cortile in
cui erano radunati tutti, ed Hermione si fermava a salutare ogni
gruppetto, sembrava che tutti l'adorassero. Ad un tratto, si
bloccò mentre stava cammincando, e fece per fare dietrofront.
«Che
è successo?»
«La vedi
quella ragazza alle mie spalle? Quella con i capelli corti? Ecco,
quella è mia cugina Desdemona. Mona, come si fa
chiamare»
Draco
guardò alle spalle della Grifondoro, e individuò
subito la ragazza di cui parlava. Era seduta su uno sgabello, mentre
tutti attorno a lei stavano in piedi, e indossava un vestitino corto,
azzurro, con una giacca grigia sopra, e scarpe argentate con un tacco
chilommetrico. I capelli castano scuro, perfettamente lisci, le
arrivavano sulle spalle, e lei continuava a ravviarseli, allontanando
dal viso il ciuffo, e nonostante il tempo non fosse splendido,
indossava imperterrita degli occhiali da sole piuttosto grandi.
«E'
odiosa, la detesto da quando eravamo piccole»
«Come
mai?»
«Perchè
è terribilmente viziata, la madre la accontenta in tutto e
per tutto, le compra ogni cosa che desidera. E' frivola e vanitosa,
un'ochetta arrogante e piena di sè. E poi... no,
vabbè, niente»
«Niente cosa?»
«Niente niente»
Lui la
guardò, scettico. «Andiamo, parla»
«Ecco...»
cominciò Hermione, distogliendo lo sguardo «Fin da
quando eravamo piccole, siamo sempre state in competizione, un po'
perchè avevamo la stessa età, un po'
perchè abbiamo sempre battibeccato. Andavamo in classe
insieme e, naturalmente, io ero la migliore, e tutti si complimentavano
per me per i bei voti e i meriti ottenuti, e lei ne era gelosa, credo,
perchè cominciò a farmi pesare il fatto che lei
era sempre circondata dagli altri bambini, che invece venivano da me
solo per chiedermi aiuto. E c'era questo bambino, Tom, per cui entrambe
avevamo una cotta, e anche lui faceva il filo a lei, mentre io ero
invisibile» mormorò «Poi ci separammo, e
io andai ad Hogwarts, ma lei non la smise. Ogni volta che tornavo a
casa mi raccontava di tutti i ragazzi che volevano uscire con lei, di
quanti fidanzati avesse e di quanto fosse amata, mentre io continuavo a
non avere nessuno. E quando conobbe Ron, e capì che io
provavo qualcosa per lui, cominciò a dedicargli mille
attenzioni, a strusciarglisi addosso e cose del genere per attirare la
sua attenzione, anche nel periodo in cui siamo stati insieme, e quando
ci lasciammo lei non faceva altro che rinfacciarmelo»
aggiunse, arrossendo.
«E tu non
l'hai mai Schiantata? Mai utilizzato su di lei la Maledizione Imperio?
Niente di niente?»
Hermione scosse la
testa. «No, non sa che sono una strega, non mi andava che lo
scoprisse. Lei pensa che abbia frequentato un collegio privato per
studenti modello, bambini prodigio, qualcosa del genere, e che ora
lavoro lì»
«Hermione,
tesoro, eccoti finalmente!»
Hermione fece
un'espressione disgustata, ma quando si voltò, le sue labbra
erano tese in un sorriso splendente. «Mona, ciao! Che bello
rivederti!»
«Molto
Grifondoro» commentò Draco a bassa voce,
guadagnandosi una gomitata nello stomaco. La ragazza si
avvicinò alla riccia, ma a differenza di tutti gli altri non
la abbracciò, si limitò a baciarla sulle guance.
Dopo di che si voltò verso il Serpeverde, e rimase
visibilmente colpita, ma dissimulò in fretta la sorpresa.
«Io sono
Mona, piacere di conoscerti» si presentò
vivacemente.
«Io mi
chiamo Draco» rispose, ma non aveva neanche terminato la
frase, che la ragazza si alzò sulle punte dei piedi per
baciare anche lui, facendo attenzione a far entrare in contatto i loro
bacini, ma più che baci sulle guance si rivelarono baci agli
angoli della bocca.
«E tu
sei... un amico di Hermione?»
Il ragazzo si
esibì in un perfetto ghigno made-in-Malfoy.
«No, sono
il suo ragazzo»
dichiarò, cingendo la vita della Grifondoro, attirandola a
sè.
«Ah,
finalmente!» esclamò Mona «Ho aspettato
talmente a lungo questo momento! E' tutta la vita che tutti noi
aspettiamo che tu ci presenti il tuo ragazzo, Hermione cara. Non mi
facevi conoscere nessuno dai tempi di Ron, e prima di Ron... beh, non
c'era stato nessuno»
«Ma il
passato non conta, giusto? Conta solo il presente. E il presente...
sono io» replicò Draco, e si rigirò
Hermione tra le braccia, in modo da poterla baciare, e concludere
quello che prima non aveva terminato.
Quando la ragazza
tornò a girarsi verso la cugina, con le guance
più rosse del normale, si godè l'espressione di
gelosia mista a incredulità dipinta sul suo volto, e le
lanciò un'occhiata vittoriosa.
In quel momento,
qualcuno gridò il nome di Hermione, facendo girare i
ragazzi. Alle loro spalle, camminavano frettolosamente verso di loro
Harry, Ron e Ginny. Quest'ultima fu la prima a gettarsi tra le braccia
dell'amica, stringendola forte. Dopo, fu il turno del Bambino
Sopravvissuto, e infine del rosso.
«E'
sempre un piacere venire quì con te, Hermione»
cinguettò Ginny.
«Quest'anno
invece qualcosa sta rovinando l'atmosfera, deve essere, fammici
pensare... sì ecco, Malfoy!» esclamò
Ron, lanciando occhiate assassine al biondo. «Non capisco
perchè è venuto anche lui, nessuno lo vuole,
quì, uno stupido furetto platinato»
«Ron,
caro, ma cosa dici?» chiese Jane Granger, che si era
avvicinata al gruppetto in tempo per ascoltare le parole del ragazzo, e
se ne era stupita profondamente. Le era sempre sembrato un ragazzo
così perbene!
Ron
arrossì vistosamente, mentre le orecchie gli si tingevano di
uno scarlatto intenso, e borbottò qualcosa di
incomprensibile. Draco, invece, si esibì in un sorriso
galante rivolto alla madre della sua ragazza.
«Non si
preoccupi, sign... Jane, oramai ci sono abituato, e ho smesso di farci
caso»
Nuovamente, Jane si
stupì. «Vuoi dire che non era la prima
volta?» chiese «Ron, andiamo, non fare il
maleducato. Sono sicura che Molly e Arthur non
approverebbero» continuò, rivolta al rosso.
«E invece
credo proprio di sì» bofonchiò lui, ma
Jane se ne era già andata.
Qualche ora dopo, i presenti avevano già consumato il
pranzo, e ora si rilassavano come meglio credevano. Draco era seduto
nel cortile a chiacchierare distrattamente con un cugino di Hermione,
quando vide Jonathan Granger avvicinarsi a lui, con un bicchiere di
vino in mano, e un'espressione meno burbera del previsto.
«Hai
visto mia figlia?» gli domandò.
«A dire
il vero no, signore»
«Bene, in
ogni caso è ora dell'interrogatorio»
Draco
deglutì. «Interrogatorio?»
«Certo.
Che ti aspettavi? Dunque, fammi pensare... ti chiami Draco Malfoy,
giusto?»
«Esatto»
«E andavi
ad Hogwarts con Hermione»
«Sì»
«E che
voti hai preso ai MAGO?»
«Tutti
Eccezionale, due Oltre Ogni Previsione, e un Accettabile in Storia
della Magia»
«Ora qual
è la tua professione?»
«Insegno
ad Hogwarts, con Hermione»
«Capisco.
E i tuoi genitori? Come si chiamano? Cosa fanno?»
«Lucius e
Narcissa Malfoy. E mio padre lavorava al Ministero, ma ora... beh, non
più»
«E
siete... benestanti, giusto?» chiese ancora l'uomo, lanciando
un'occhiata ai vestiti pregiati che indossava il biondo.
«Siamo
ricchi sfondati» disse semplicemente quest'ultimo.
«Bene,
bene. E che intenzioni hai con mia figlia? Vuoi spezzarle il cuore e
tanti saluti?»
«No,
no, assolutamente. Non dico che voglio sposarla... ma non
voglio farla soffrire» ammise Draco.
«Sai che
se lo farai dovrò spaccarti la faccia, giusto?»
«Si metta
in lista, il primo è Potter» commentò
laconinco il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.
«Non mi
è mai piaciuto, quel Potter. E neanche quel Weasley.
Giravano sempre intorno alla mia bambina»
bofonchiò Jonathan, finendo anche l'ultimo sorso di vino.
Quando realizzò che non ce ne era più, si
alzò, barcollando leggermente. «Credo proprio che
andrò a prendermene dell'altro»
dichiarò, scomparendo all'interno della casa.
In quel momento,
Draco notò la figura sinuosa di Mona che si dirigeva verso
di lui. «Che ci fai tutto solo quì?» gli
domandò.
Il Serpeverde
scrollò le spalle. «Aspetto Hermione»
«Non sai
dov'è?» chiese ancora lei, spalancando gli
occhioni «E' nei campi, a parlare con Ron. Sembrano molto... vicini»
Il ragazzo
alzò un sopracciglio, interrogativo, e fece per alzarsi, ma
Mona glielo impedì, sedendoglisi in braccio. «Non
c'è bisogno che vai a controllare, tranquillo. Intanto, ti
faccio compagnia io» sussurrò, mentre faceva
scivolare una mano sul petto di lui, arrivando fino all'inguine, ma a
quel punto Draco la fermò.
«Mi
dispiace, ma quello è un posto riservato solo a
Hermione»
La ragazza rise,
civettuola. «Andiamo, li conosco quelli come te, non sei
certo il tipo da una ragazza e basta»
«E io
conosco quelle come te. Da dire, che mi sono circondato di quelle come
te... fino a qualche mese fa»
«E ora
vorresti farmi credere che hai smesso, perchè stai con una
frigida come Hermione?» mormorò lei, chinandosi
sul biondo.
Lui
sogghignò malignamente. «Non sai quanto ti sbagli,
se pensi che lei sia frigida, perchè è
completamente l'opposto. Il fatto che sia una so-tutto-io non implica
frigidità, anzi, perchè sa tutto anche su... quell'argomento»
replicò, per poi continuare, sussurrandole nell'orecchio
«E' una ragazza seria, a differenza di te che sei... beh,
suppongo tu sappia perfettamente come si definiscono, quelle come te.
Ti do un'indizio: inizia per p,
e finisce per uttana».
Dopo di che, senza aspettare una risposta, la scostò
malamente, e si alzò, allontanadosi.
Poco dopo,
raggiunse i campi indicati da Mona: distese di prati incolti, in cui
l'erba cresceva libera e indiscussa, e distese di alberi che dovevano
essere di pesche o di albicocche, ma che al momento erano ricomperte da
foglie gialle e marroni, e che cadendo, formavano un grazioso tappeto
colorato e scricchiolante.
Davanti a lui,
Hermione camminava pigramente, sottobraccio con Ginny, mentre Harry e
Ron le seguivano a ruota. Sembravano un quadro vivente, tutti e
quattro, uniti da qualcosa che era più che amicizia, era un
legame indissolubile e innegabile che li teneva uniti da quando erano
poco più che bambini. Erano sempre stati insieme, dalla
stessa parte, vicini l'uno all'altra, nel momento del bisogno e non
solo, ne avevano passate così tante insieme che erano
così complici da sembrare un'unica, indivisibile
entità.
E, vedendoli
così, e realizzando improvvisamente quanto speciale e
indistruttibile fosse il rapporto che li legava, Draco si
sentì incredibilmente solo.
Ma durò
solo un attimo, perchè poi, muovendo un piede, fece
scricchiolare le foglie e i rametti che ricoprivano il terreno,
palesando la sua presenza, e subito Hermione gli corse attorno, i
capelli che le volteggiavano attorno al viso, sul quale era dipinta
un'espressione ridente e radiosa.
«Draco!
Cominciavo a chiedermi che fine avessi fatto»
«Ho
parlato con tuo padre» cominciò lui, ma fu
interrotto da un gridolino di Hermione. «E come è
andata?»
«Normale,
credo» Il ragazzo si strinse nelle spalle. «Ha
anche detto che Potter e Weasley non gli piacciono» aggiunse,
sogghignando. «E poi, mi sono intrattenuto piacevolmente con
la tua cugina preferita»
La Grifondoro
impallidì. «La mia cugina preferita?
Mona?»
«Esatto»
«Che ti
ha detto?»
«Ha
tentato di sedurmi. E io le ho dato della puttana»
Hermione rimase in
silenzio per qualche secondo. Quando si riprese, scoppiò a
ridere fragorosamente, e gli buttò le braccia al collo.
«E' in momenti come questi che adoro il fatto che tu sia un
Serpeverde»
«Sì,
anche io lo adoro» rispose lui, con voce roca. Con la coda
dell'occhio, scorse la Weasley femmina trascinare via suo fratello e il
suo fidanzato, per lasciarli soli, e provò un'impeto di
simpatia per lei.
Appoggiò
la riccia al tronco di un albero, e cominciò a baciarle
lascivamente il collo.
«Draco...
non vorrai davvero... farlo quì»
mormorò lei, mordendosi le labbra per non gemere al contatto
dell'eccitazione di lui contro le proprie cosce.
«Perchè?»
mormorò lui «Che problema
c'è?»
«Ma...
ah!»
La ragazza non
terminò la frase, e non ne cominciò una nuova.
Mezz'ora dopo, la figura completamente nuda di Draco, si stagliava tra
gli alberi. Poco più in là, Hermione si rivestiva
frettolosamente. Gli lanciò la camicia, stropicciata e
leggermente sporca. «Tieni» disse
«Mettitela. E muoviti»
Lui alzò
un sopracciglio, appoggiandosi pigramente a un tronco. «Non
ti piaccio così?»
La Grifondoro
arrossì pudicamente. «Non ho detto
questo»
Lui rise, gettando
indetro la testa. «Oh, andiamo, vieni
quì!» esclamò, attirandola a
sè.
Lei lo
guardò con disapprovazione. «Draco, seriamente,
dobbiamo andare» dichiarò, poggiando le mani sul
petto di lui per allontanarlo.
Grave errore.
Sentire il suo fisico asciutto e modellato sotto i propri palmi non
aiutava granchè la sua già debole forza di
volontà. «Per favore...»
«Di
solito il 'per favore' me lo dici in altri momenti, pregandomi di fare
ben altro» sussurrò lui, malizioso. Davanti
all'espressione implorante di lei ridacchiò, posandole un
delicato bacio sull'incavo della gola. «Solo per farti
contenta» aggiunse, chinandosi per raccogliere i propri
vestiti.
Quando raggiunsero
gli altri, apparivano entrambi assolutamente normali, come se avessero
parlato di affari e politica fino a poco prima. La famiglia di Hermione
se ne stava seduta nel cortile, mangiando caldarroste, mentre il
fratello di Mona strimpellava una chitarra, cantando una vecchia
canzone dei Beatles.
Gli occhi della
riccia luccicavano di gioia maligna, quando si voltò verso
il Serpeverde. «Lear, mi dai quella chitarra, per
piacere?» domandò, rivolta al cugino.
«Draco muore dalla voglia di mostrarci il suo
talento»
Il biondo
inorridì. «Stai scherzando, vero, Granger? Non sei
affatto divertente» sibilò, in modo che solo lei
potesse sentirlo. Lei lo guardò angelicamente. «Mi
sembrava che avessimo già risolto questa questione,
no?» cinguettò, porgendogli lo strumento.
«Non
dirmi che Malfoy suona!» esclamò Potter,
guardandolo come se fosse vestito da donna.
«Un
furetto cantante, sai che gioia» bofonchiò Ron,
gettandosi in bocca una manciata di caldarroste.
«Siamo
tutti molto ansiosi di ascoltarlo, senza dubbio»
dichiarò Miranda.
«Infatti,
muoriamo
dalla voglia di ascoltarlo» si trovò subito
d'accordo Juliet.
Alla fine, al
biondo non restò altro che accettare la chitarra, sedersi e
prepararsi all'esibizione. Prese un respiro profondo, sapendo che se
non fosse stato Draco Malfoy sarebbe arrossito terribilmente. Le sue
dita pizzicarono le corde della chitarra, mentre le note cominciavano a
volteggiare e a disperdersi nell'aria.
Quando Hermione
riconobbe la canzone, un'espressione di pura felicità le si
dipinse in volto.
«I was
her, she was me, we were one, we were free, and if there's somebody
calling me on, she's the one»
Quando cantava,
Draco perdeva la sua solita cadenza strascicata. Aveva una voce bassa,
più melodiosa di quanto i presenti avessero mai potuto
aspettarsi. Era bravo.
Quando la canzone
terminò, un assordante applauso risuonò nel
cortile. E guardandosi attorno, rispecchiandosi negli occhi dorati di
Hermione, notando i sorrisi di Jane, gli strilli di Miranda e Juliet, e
scorgendo persino un cenno da Jonathan, Draco capì cosa
voleva dire appartenere a una grande, allegra, rumorosa famiglia.
Author's Corner:
salve a tutti, e scusate la
prolungata assenza (: Come state? Vi state godendo le vacanze?
Quì fa un caldo che si muore, non se ne può
più, ma mille volte meglio questo che la pioggia invernale,
che mi irrita in una maniera esagerata.
Ho un piccolo annuncio da farvi: domani parto per l'Inghilterra, dove
rimarrò due settimane in vacanza studio, torno il 29 di
questo mese. Cercherò di aggiornare i primi di agosto,
però, non preoccupatevi ;D
Parlando di questo capitolo, spero vi sia piaciuto anche senza la
presenza della Nuova Generazione. Nella stesura originale comparivano
anche loro, ma poi era semplicemente troppo lungo. Ma don't worry, nel
prossimo compariranno di nuovo, e Phèdre ne
combinerà una delle sue... ma non aggiungo altro!
La canzone che canta Draco è She's the One, di Robbie
Williams (quanto lo amo lui? *Q*), credo che la conosciate tutti u.u
Dedico il capitolo a Carla e Fely, che si saranno riconosciute in
Juliet e Miranda, spero vi sia piaciuto <3 Mi mancherete tanto!
Ringrazio infinitamente coloro che leggono, che mettono la storia tra
le seguite e le preferite e chi recensisce:
Chantal_l,
grazie! E non preoccuparti, non c'è bisogno delle minacce,
anche se un po' in ritardo aggiorno sempre (: Ti ringrazio tantissimo
per i complimenti *ç*
Draco the best,
ehilà! Nick ed Ellie sono davvero molto carini insieme *Q* a
meno che non arrivi Phèdre a metterci il suo zampino... ma
non voglio spoilerarti troppo! Spero che la loto 'gita in famiglia' ti
sia piaciuta, un bacio (;
__woah scorps,
niente Zab in questo capitolo, mi spiace ù__ù Ma
mi rifarò, prima o poi, lo giuro :D Hahaha povera Elaine,
che ti ha fatto che ti sta sulle balls? E concordo nel dire che Jared
sia figo, un gran figo u.u Mi mancherai da morire quando
starò a Londra, lo sai veh? ç____ç ILY
<3
Insane, AAA
cindolì anche tu promossissima? *_____* Ma che prave pampine
che siamo, sìsì ù_ù La
scampagnata è stata uno spasso? Giudica tu *Q* Spero che il
capitolo ti sia piaciuto honey, un bacione <3
barbarak,
grazie mille per i complimenti *ç* Sì, senza
dubbio tra Draco e Hermione non c'è solo sesso, anche se
naturalmente nessuno dei due si metterebbe a parlare d'amore all'altro,
non è ancora tempo, anche se è chiaro che provano
qualcosa *Q* Bellini loro <3 Spero che il capitolo ti sia
piaciuto (:
whateverhappened,
amooour domani parto e non ci siamo sentite ç.ç
mi dispiace da morire, mi mancherai! Non vedo l'ora di leggere la tua
B/F btw <3 sarà stupenda as usual u.u Niente
Phèdre, quindi credo tu sia contenta, e ma anche niente
Nick/Ellie nè Jared/Ashley ç.ç Mancano
anche a me quando non scrivo di loro, soprattutto quando c'era qualcosa
che doveva accadere! *me si cuce la bocca* Lo sai che hai ragione?
Cioè, non ci avevo mai fatto caso ma J&A ricordano
un po' James&Lily, bellini loro <3 Scusa se ti faccio
una risposta di cacca ma vado di fretta ç.ç I
love you and I'll miss you so so so much!
tatythebest,
molto presto Phèdre farà qualcosa che
turberà l'equilibrio che D&H hanno raggiunto,
è tutto quello che posso dirti u.u Spero che il capitolo ti
sia piaciuto u.u Un bacio (:
darllenwr,
premetto un grande scusa per non poter dedicare più tempo
alla tua recensione, ma devo uscire >.< Ti ringrazio
tantissimo per i complimenti, mi fa veramente, veramente piacere sapere
che ti piacciono i miei capitoli, e mi fa piacere che commenti tutto
quello che succede (: Spero che questo capitolo ti sia piaciuto
altrettanto, e non vedo l'ora di leggere la tua recensione, dovessi
connettermi anche da Londra u.u Ancora scusa per non averti risposto in
maniera adeguata :S A presto!
Tantissimi saluti a tutti quanti, divertitevi in queste due settimane
senza di me, che quando tornerò la calma che si è
creata potrebbe venire distrutta ù.ù Oggi sto
spoilerando tantissimo XD Un bacio!
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