13. bis Alternative End
I
giorni seguenti all’arrivo della lettera di Temari furono giorni felici.
Eravamo spensierati e contenti, liberi, senza preoccupazioni; passavo le mie
giornate a passeggiare in giardino,a dipingere oppure in camera di Hanabi a
fare progetti sul mio futuro. E la notte, beh la notte era il mio momento
preferito. la notte era come un preludio a quella che sarebbe stata la mia vita
insieme a Naruto, una volta fuggiti dall’Inghilterra. Lui mi raggiungeva ogni
volta pieno di desiderio e, impaziente, incollava subito le sue labbra alle
mie, infondendomi il calore che mi avrebbe nutrito di lì fino alla mia morte.
Ormai
mancavano due giorni alla nostra fuga. Essendo una bella giornata, avevo
convinto Hanabi ad uscire da camera sua e ad accompagnarmi nel parco della
villa. Inizialmente si era lamentata ed aveva tentato di opporsi accampando
deboli scuse. Ma, dopo che l’ebbi quasi trascinata fuori dalla villa, dovette
ricredersi: i tiepidi raggi del sole scaldavano la pelle senza però accalorare
e spirava un’aria piacevolmente fresca. Passeggiavamo chiacchierando del più e
del meno, fermandoci talvolta per cogliere dei fiori che avremmo poi regalato a
nostra madre. Da un po’ di tempo, infatti, avevo deciso di dedicare più
attenzioni a mia madre, dal momento che mi ero resa conto che quelli sarebbero stati gli
ultimi giorni che passavo con lei. Era un pensiero malinconico, ma non riuscì
ad intristirmi: presto avrei iniziato una nuova vita con l’uomo che amavo. Hanabi
interruppe il filo dei miei pensieri con una domanda alla quale non prestai
attenzione.
-Come
hai detto, Hanabi? Non ti stavo ascoltando.- mi scusai scuotendo leggermente la
testa.
-Sei
sempre con la testa tra le nuvole, Hinata!- sbuffò lei –Ti ho chiesto come
farete ad incontrarvi con i sottoposti dei Nara.-
-Ci
ha già pensato Naruto.- risposi –Si è incontrato con i sottoposti due giorni
fa, in modo da accordarsi sul luogo e l’ora in cui ci incontreremo. Abbiamo
deciso che…-
-No,
ferma, non dirmi niente!- mi interruppe Hanabi coprendosi le orecchie con le mani
–Meno ne so, meglio è! E poi chissà che anche gli alberi abbiano orecchie in
questa villa…- proseguì guardandosi intorno con fare sospettoso.
-Ma..-provai
a replicare, ma venni zittita dalla mia buffa sorellina, che mi posò un dito
affusolato sulle labbra, sibilando. A quella reazione, che la rese così simile
a mia madre, scoppiai a ridere e risi fino alle lacrime. Quando mi asciugai gli
occhi e mi voltai verso Hanabi, lei era immobile con un’espressione
indecifrabile in volto, un misto di incredulità e irritazione.
-Scusami!-
esclamai nascondendo un sorriso. Lei fece un verso sprezzante e mi voltò le
spalle, alzando il naso. Trattenendo un’altra risata, la abbracciai da dietro,
schioccandole un bacio sulla guancia.
-Ti
voglio bene, Hanabi!- dissi ridendo.
-Sei
matta, Hinata. Sei tutta matta!- disse lei ridendo a sua volta.
Quando
finimmo la nostra passeggiata, avevamo entrambe raccolto due graziosi mazzolini
colorati, che ci affrettammo a legare con due nastri di raso. Poi raggiungemmo
mia madre e glieli porgemmo con un sorriso. la sua sorpresa mi riempì di gioia,
e pensai che sarebbe stato bello se mi avesse sempre ricordata così, dolce,
gentile e premurosa.
La
sera mi stavo spazzolando i capelli quando comparve Naruto alle mie spalle.
-Sei
sempre più silenzioso!- constatai posandogli un bacio sulle mani. Lui mi prese
la spazzola e continuò il mio lavoro in silenzio. Dopo qualche minuto, posò
l’oggetto e prese a massaggiarmi dolcemente le spalle. Mi godetti quel
massaggio ad occhi chiusi e, a bassa voce, iniziai ad evocare immagini della
nostra vita futura.
-Prova
ad immaginare come saremo tra qualche anno…insieme, sposati, con il nostro
bambino –o bambina che muove i primi passi…sarà il Paradiso…- cantilenai.
Lui
annuiva e sorrideva sui miei capelli mentre io continuavo a fantasticare ed a
delineargli il nostro futuro insieme. Passammo un’altra notte di passione e
dolcezza, un preludio di quello che avremmo passato nei prossimi anni -cosa
che, peraltro, mi riempì di gioia-.
Due
giorni dopo, con una scusa, io e Naruto andammo separatamente al porto dal
quale sarebbe salpata la nostra nave. Io ed Hanabi -avevo detto a mia madre che
sarei andata a passeggio e a fare compere per Londra insieme a mia sorella- ci
dirigemmo spedite fino al porto, dove attendemmo Naruto. Arrivò dopo qualche
minuto, portando la mia valigia, dove avevo inserito il minimo indispensabile
per la traversata. Posò la valigia a terra
e mi rivolse un sorriso luminoso.
-Buongiorno
amore.- disse stringendomi la mano. Poi, rivolto ad Hanabi: –Buongiorno
padroncina Hanabi.-
-Buongiorno.-
risposi guardandolo di sottecchi ed arrossendo.
-Naruto,
ormai non sei più un mio servo, siete liberi ormai. Puoi chiamarmi
tranquillamente Hanabi e basta, e darmi del tu.- disse Hanabi con un sorriso
affettuoso. Si sorrisero e io vidi negli occhi di Hanabi un velo di nostalgia
prematura e di leggera malinconia dovuta alla nostra partenza. La vidi aprire
la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotta da un ragazzo della mia età che
posò una mano sulla spalla di Naruto, con un sorriso.
-Oh,
Kiba!- esclamò Naruto ricambiando il sorriso. –È uno dei sottoposti dei Nara.-
spiegò a me e mia sorella. Il ragazzo, Kiba, annuì e prese parola con un
sorriso affabile.
-Sono
Kiba Inuzuka, sottoposto del caro vecchio Shikamaru Nara e della terribile e
minacciosa ma sempre onorevole Temari Nara, per servirvi, madamigelle.- disse
con un inchino cerimonioso. –Bando alle ciance: sono venuto ad avvertirvi che
manca poco alla partenza, perciò se dovete abbandonarvi ad addii strappalacrime,
bè, questo è il momento giusto per farlo.- disse con un’alzata di spalle
guardando me ed Hanabi. Naruto gli diede un leggero pugno sullo stomaco.
-Lasciamole
sole e fammi vedere la nave, intanto.- propose il mio Amore.
-No,
Naruto, resta per piacere…- disse Hanabi con un leggero rossore sule guance.
Il
ragazzo fece un cenno a Kiba, che si allontanò con un’alzata di spalle dicendo
che sarebbe venuto a chiamarci al momento della partenza.
Restammo
in silenzio per qualche attimo, poi Hanabi si avvicinò a Naruto e gli mise
entrambe le mani sulle spalle, piantando gli occhi nei suoi.
-Naruto,
tu, per me, in questi ultimi tempi sei stato sempre più simile ad un fratello e
non solo perché sei l’uomo della vita di mia sorella.- scandì senza distogliere
lo sguardo –Forse me ne accorgo solo ora, ma la tua assenza nella villa si farà
sentire non poco e questo mi rattrista, ma questa malinconia non è niente in
confronto alla felicità che provo sapendo che la vostra fuga vi garantirà una
bellissima vita in libertà.- concluse abbracciandolo. Rimasi sorpresa: Hanabi non
aveva mai esternato il suo affetto per Naruto -nonostante io l’avessi intuito-.
Vidi la mia sorpresa negli occhi di Naruto, che mi lanciò uno sguardo allarmato
che significava “E ora che faccio?” al quale risposi con un gesto della mano
per fargli capire di ricambiare l’abbraccio, cosa che fece. Hanabi sciolse
l’abbraccio e fece una carezza a Naruto, sorridendo. Poi si voltò verso di me e
corse ad abbracciarmi, nascondendo la faccia sulla mia spalla.
-Ti
chiederei di non andare, se non fosse una richiesta crudele ed egoista.- disse
con voce umida, e io capii che stava piangendo –Ma dal momento che io non sono
né crudele né egoista ti lascerò andare, e pregherò tutti i giorni perché
possiate avere una bella vita, tu, Naruto e il vostro bellissimo bambino.-
continuò accarezzandomi la pancia. Poi si staccò da me e si sfregò gli occhi
lucidi.
-Abbi
cura di te, Hinata. Ti voglio bene.- disse con voce tremante.
-Anche
tu, sorellina. Ti voglio tantissimo bene e te ne vorrò sempre,
indipendentemente dalla distanza che ci separa.- mormorai sentendo lacrime
calde che scendevano dalle mie guance. Ci abbracciammo a lungo, finchè non
arrivò Kiba per dirci che era giunta l’ora di partire. Posai un bacio sulla
fronte di mia sorella, promettendole che le avrei scritto non appena fossi
arrivata.
Così
io e Naruto salimmo sulla nave che ci avrebbe portato via dall’Inghilterra per
sempre. Mentre ci allontanavamo, tenevo lo sguardo puntato su mia sorella,
immobile e a braccia conserte, che non distoglieva gli occhi dalla nave. Quando
divenne troppo piccola per poterla distinguere, presi per mano Naruto e gli posai un dolce bacio sulle labbra: la
nostra nuova vita era iniziata.
Il
nostro viaggio fu lungo, ma non troppo stancante, almeno per la prima parte.
Naruto ebbe qualche problema di mal di mare, cosa che fece molto divertire
Kiba, che ormai era diventato quasi il suo migliore amico: ci stava sempre
appresso e ci raccontava storielle divertenti -e anche un po’ sconce-. Ci disse
anche che non avremmo avuto il tempo per visitare i posti in cui avremmo fatto
scalo: questo è stato un vero peccato, poiché ci tenevo a visitare alcune città
della Francia, ad esempio…ma, dopotutto, stavamo scappando, e non c’è tempo per
le piacevoli visite, per i fuggiaschi. Infatti, non appena attraccammo, Naruto
si prese in spalla la valigia e, guidati da Kiba, raggiungemmo la stazione
dalla quale sarebbe partito il treno che ci avrebbe condotto attraverso la
Russia, fino a Mosca. Alla stazione trovammo altri due sottoposti dei Nara, che
ci fecero da scorta per tutto il resto del viaggio. Erano due persone molto
diverse tra loro: uno era alto e silenzioso e, a dirla tutta, leggermente
inquietante. Il suo nome era Shino Aburame. Il suo compagno, che disse di
chiamarsi Lee, era l’opposto: un corpo atletico e una grande allegria e forza
di volontà -e anche due enormi sopracciglia, mi fece notare Naruto facendomi
ridacchiare-. Dissero che avrebbero fatto di tutto per adempire agli ordini che
i loro padroni -“specialmente Temari-sama”, aggiunse Lee con un leggero
brivido- gli avevano impartito: proteggerci e rendere il nostro viaggio
piacevole.
Effettivamente,
la nostra traversata ferroviaria fu interessante e a tratti divertente: Kiba,
Shino e Lee ci raccontavano aneddoti divertenti della loro vita e,
contemporaneamente, ci davano informazioni sui cambiamenti del mio amato
Giappone. E, di tanto in tanto, si smarrivano in divertenti discussioni
riguardanti gli argomenti più differenti e normali. Una volta persino Naruto
prese parte ad una di queste schermaglie: Kiba stava discutendo con Lee
riguardo a quale fosse il miglior modo di cucinare il ramen. A quella parola,
Naruto disse subito la sua ed iniziò una filippica lunghissima sull’arte del
cucinare il ramen -sue testuali parole- che mi fece ridere a crepapelle. Io
passavo il tempo ascoltando i discorsi dei miei accompagnatori, dormendo o
scrivendo una lettera per Hanabi, nella quale le descrivevo i paesaggi che
osservavo e ciò che succedeva ogni giorno di viaggio. Dopo molto tempo
raggiungemmo Mosca. Prima di scendere dal treno, Shino, che durante la
traversata era stato piuttosto silenzioso, tranne che in alcuni casi, ci
consigliò di coprirci bene, poiché la temperatura sarebbe stata parecchi gradi
sottozero. Ed aveva ragione: infatti, quando scendemmo, ci investì una gelida
folata di vento, che portò con sé molti fiocchi di neve. Restammo a Mosca per
qualche ora, prima che arrivasse il treno che ci avrebbe condotto ad Hong Kong,
ma quelle poche ore non erano abbastanza per visitare Mosca, mi disse Kiba.
Così restammo nei pressi della stazione a giocare con la neve: Kiba, Lee e
Naruto si misero a lanciarsi palle di neve, mentre io e Shino li guardavamo a
distanza. Erano carini, pensai: sembravano dei bambini spensierati. Mi chiesi
se non fosse una premonizione del futuro, con Naruto al posto di nostro figlio.
Sorrisi a quel pensiero, e tirai un calcetto ad un mucchio di neve accanto a
me. Improvvisamente fui colpita alla nuca da una palla di neve. Mi girai trafiggendo
con lo sguardo i tre tiratori, chiedendo chi aveva osato colpirmi con tono
scherzosamente minaccioso: stavo abbandonando i miei modi da giovane dama per
sostituirli con un comportamento più “normale” -o indecoroso, secondo mia
madre-. Kiba e Lee scossero la testa ed indicarono Naruto un l’indice, senza
che questo se ne accorgesse. Annuii ed ammiccai ai miei compagni con aria
complice. Poi, senza essere vista, sgattaiolai furtivamente alle spalle di
Naruto e gli infilai una manciata di neve gelida dentro al colletto della
maglia. Lo vidi fare un salto incredibile, lanciando un grido sorpreso. Si girò
verso di me, che gli feci una linguaccia, e mi saltò addosso facendomi cadere
su un ammasso di neve morbida. Avrei dovuto provare freddo, ma il calore del
suo amore -e del bacio che mi diede dopo avermi atterrata- vinsero il gelo
esterno. Così presi parte anch’io alla battaglia di palle di neve e riuscimmo a
coinvolgere persino Shino. Alla fine eravamo tutti stanchissimi e bagnati dalla
neve ma, soprattutto, eravamo contenti.
Qualche
ora dopo eravamo in viaggio per la Cina. Appena saliti sul treno ci
addormentammo in preda ad un’incredibile stanchezza, data dal nostro precedente
conflitto gelato. La seconda parte del nostro viaggio proseguì all’incirca
nello stesso modo della prima: piacevoli conversazioni, divertenti schermaglie
e momenti di tranquillità, che passavo abbracciata, o con la testa in grembo a
Naruto.
Infine
giungemmo ad Hong Kong. La temperatura era molto più mite di quella moscovita,
e l’assenza di neve ci impedì di iniziare una nuova battaglia. Anzi, dovemmo
camminare piuttosto velocemente per raggiungere il porto, dal momento che la
nostra nave sarebbe partita solo qualche minuto dopo il nostro arrivo. Quando
infine ci imbarcammo, io e Naruto restammo soli per qualche momento. Lui mi
abbracciò forte da dietro e strofinò la guancia contro il mio orecchio.
-Ci
pensi, ancora qualche giorno e finalmente torneremo in Giappone. Finalmente
avremo la nostra vita, insieme, io e te con nostro figlio.- disse accarezzandomi
la pancia.
-Già,
non vedo l’ora. Sono così emozionata! Mi sembra ancora impossibile che sia
andato tutto bene!- esclamai girandomi verso di lui e baciandolo delicatamente.
Tre
giorni dopo, la nostra nave attraccò in Giappone. Mi vennero le lacrime agli
occhi quando toccai per la prima volta dopo anni la mia terra natia.
-Finalmente
a casa, eh?- disse Naruto appoggiando la valigia a terra e stiracchiandosi. Mi
voltai a guardarlo più felice che mai e gli saltai al collo ridendo. Cademmo a
terra abbracciati e sorridenti, e saremmo rimasti così ancora per molto tempo,
se una voce forte e decisa, ma al contempo allegra, non ci avesse interrotti.
-Il
ritorno delle pecorelle nell’ovile.- disse ironicamente Temari con un mezzo
sorriso.
Alzai
lo sguardo da Naruto e vidi Temari e suo marito Shikamaru in piedi di fronte a
noi. Ci alzammo subito e gli rivolgemmo un profondo inchino.
-Temari-san,
Shikamaru-san.- salutammo io e Naruto.
Anche
i due Nara si profusero in un inchino, e ci salutarono con un sorriso. poi
Temari venne verso di me e mi abbracciò con forza, sorridendo.
-Alla
fine ce l’avete fatta!- esclamò guardando prima me e poi Naruto.
-Spero
che i miei sottoposti non vi abbiano seccato durante il viaggio.- disse
Shikamaru alzando un sopracciglio ed avvicinandosi alla moglie.
-No,
no, anzi: sono stati davvero molto gentili e premurosi!- mi affrettai ad
assicurare.
Shikamaru
mi rivolse un sorriso sghembo, poi il suo sguardo seguì quello della moglie ed
andò a posarsi su Naruto, che nel frattempo era rimasto silenzioso ed aveva
cercato di farsi piccolo piccolo.
-E
così questo sarebbe il servo che ha rubato il cuore della piccola Hinata,
giusto?- chiese Temari con un leggero sorrisino.
Dato
che Naruto non rispondeva, gli diedi una leggera gomitata sullo stomaco, per
farlo reagire. Funzionò, poiché il mio Amore, dopo aver scosso al testa,
rispose alla domanda -anche se retorica- di Temari.
-S-si,
sono io…signora- balbettò arrossendo.
-Come
ti chiami?- chiese Shikamaru inarcando un sopracciglio e squadrando Naruto per
bene.
-Il
mio nome è Naruto Uzumaki, signore.- rispose come un soldato.
-Sei
ancora convinto di voler passare il resto della tua vita con Hinata? Di amarla
per tutta la vita?- lo incalzò Temari, avvicinandosi.
Naruto
fece un passo indietro, passò lo sguardo su ognuno di noi, soffermandosi su di
me, chiuse gli occhi, prese un paio di respiri profondi e riaprì gli occhi,
piantandoli in quelli verde acqua della signora Nara.
-Signora
Nara, ci sono tantissime cose di cui non sono convinto e sicuro nella vita. Non
gliele elenco nemmeno perché sennò tireremo notte, e penso che abbiate di
meglio da fare. Tutto ciò che posso dirvi è che Hinata non rientra in questa
categoria: la amo come non ho mai e come non amerò mai nessun’altro in vita
mia. Quello che avete fatto per noi è incredibile, ancora stento a crederci, e
non potrò mai ringraziarvi abbastanza per averci permesso di avere una vita
vera, insieme. Per rispondere alla vostra domanda, signora Nara: si, sono
fermamente convinto di voler passare il resto della mia vita insieme ad Hinata,
e lo sa perché? Perché senza Hinata, per me, non ci sarebbe vita.- concluse
Naruto senza distogliere lo sguardo da quello sorpreso di Temari.
La
ragazza guardò suo marito, che le rispose con un’occhiata sbigottita per poi mettersi
a ridere contemporaneamente. Naruto divenne rosso fin sulla punta dei capelli
ed iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore -cosa che faceva sempre quando
era nervoso o imbarazzato-. Quando i due
coniugi smisero di ridere, Shikamaru prese Naruto per le spalle e lo guardò con
gentilezza.
-Ottimo,
Naruto Uzumaki, ottimo. Se questi sono i tuoi sentimenti ed i tuoi propositi,
allora io e Temari non possiamo che essere soddisfatti.- disse con un sorriso.
Naruto
rimase a balbettare parole di ringraziamento, e dovetti prenderlo per mano per
farlo smettere.
-Ora,
sarete sicuramente stanchi del viaggio, giusto? Bene, venite con noi.- ci disse
Temari prendendo il braccio del marito ed incamminandosi fuori dal porto.
Io
ed il mio Amore, mano nella mano, seguimmo i nostri salvatori fino ad una
carrozza ferma sul bordo della strada. Da dentro il veicolo, Temari ci fece
segno di entrare a nostra volta.
Durante
il viaggio raccontai con Temari del nostro viaggio, mentre Naruto parlava con
Shikamaru circa villa Hyuuga, dal momento che il signor Nara era incuriosito
dalle differenze tra lo stile di vita “inglese” adottato dalla mia famiglia e
la tradizione giapponese dei Nara.
Dopo
circa un’ora, la carrozza iniziò a traballare, cosa che mi fece presumere che
ci stavamo avventurando su un terreno sconnesso. Cercai di sbirciare fuori dal
finestrino, ma Temari, lesta, chiuse la tendina con un sorriso furbo.
-Oh
no, Hinata! è una sorpresa!- disse ammiccando. La guardai interrogativa, ma non
feci domande e mi strinsi a Naruto, posando la testa sulla sua spalla.
Passammo
ancora una mezz’ora di traballamenti, fin quando la carrozza non si fermò.
-Ci
siamo!- esclamò Temari, eccitata come un bambino a Natale. Diede qualche
leggera spinta al marito per farlo scendere, che borbottò qualcosa come “che
seccatura”, e poi uscì dalla carrozza tutta sorridente. Feci per seguirla, ma
mi disse di aspettare ancora un momento: si lisciò il vestito e si schiarì la
voce per poi iniziare un discorso solenne.
-Hinata
Hyuuga e Naruto Uzumaki,- disse lanciandoci un’occhiata e facendoci segno di
scendere –È con immensa gioia che vi presento il vostro nuovo villaggio!-
esclamò aprendo le braccia. Io e Naruto rimanemmo a bocca aperta: davanti a noi
c’era un piccolo villaggio circondato da un grande bosco, molto caratteristico,
che mi sembrava di aver visto in un quadro a casa mia. Le case erano
distanziate le une dalle altre e si potevano vedere all’orizzonte i vari campi
coltivati. Guardai Temari e Shikamaru con le lacrime agli occhi, ma prima che
potessi dire qualunque cosa, la ragazza mi prese per mano e s’incamminò sulla
strada principale del villaggio. Naruto e Shikamaru ci seguivano confabulando e
ridacchiando di tanto in tanto. Improvvisamente Temari svoltò in una stradina
in salita, che si insinuava nel bosco. Camminammo ancora per qualche minuto,
finchè non giungemmo ad una radura poco distante dal villaggio. Al centro di
quest’ampia radura c’era una graziosa casetta di legno, con un giardino
antistante. Temari si fermò e mi rivolse uno sguardo carico di aspettativa.
-Allora,
ti piace?- chiese leggermente ansiosa. Io rimasi a bocca aperta e non proferii
una parola: dire che ero stupita è un eufemismo. Non mi aspettavo così tanto
dai Nara! Certo, nella lettera Temari mi aveva anticipato che ci avevano
fornito du un’abitazione, ma non mi aspettavo certo una cosa così!
-Non
ti piace?-chiese Temari con una nota di delusione. Mi girai repentinamente
verso di lei con le lacrime agli occhi e le saltai al collo, abbracciandola con
forza.
-Grazie,
grazie, grazie…è bellissima, grazie, grazie…- continuavo a ripetere
singhiozzando.
-Porca
vacca!!- esclamò Naruto alla vista della casetta. Il suo grido e l’espressione
sbigottita di Shikamaru mi fecero ridere a crepapelle, e mi sentii una stupida
a ridere e piangere nello stesso momento.
I
Nara rimasero con noi a mostrarci la casa fino a sera, per poi lasciarci soli
nella nostra nuova abitazione. Stanchi com’eravamo, Naruto ed io ci
addormentammo subito con il sorriso sulle labbra e la certezza che d’ora in poi
la nostra vita sarebbe stata fantastica.
***
5 anni dopo.
Ancora
non mi sembra vero! Ho ritrovato il mio vecchio diario! E quante cose ci sono
scritte dentro…e in che linguaggio! Mi sembra incredibile pensare che una volta
scrivevo e parlavo in quel modo così…forbito! Bè, dal momento che l’ho
ritrovato, lo aggiornerò un po’ con le ultime cose successe in questi 5 anni.
Dunque: io e Naruto ci siamo sposati un mese dopo il nostro arrivo, con i nomi
di Minato e Jiyu Uzumaki. Abbiamo cambiato i nomi per via della sicurezza, non
si sa mai che un giorno la mia famiglia torni in Giappone…Minato era il nome
del padre di Naruto, morto in guerra, mentre il nome che mi sono scelta io,
Jiyu, è la parola giapponese per “libertà”. Un nome che, adesso, mi si addice!
Gli abitanti del villaggio ci conoscono con quei nomi, ma quando io e mio
marito siamo da soli, torniamo ad essere Naruto ed Hinata. Sei mesi dopo
partorii la nostra bellissima bambina: un fagottino con due immensi occhioni
azzurri, naturalmente, e una corta zazzera nera. La chiamammo Hanabi, in onore
alla mia sorellina, e tutti gli abitanti del villaggio le si affezionarono
subito. Shikamaru, poi, entra in visibilio ogni volta che al vede! La adora! E
anche Temari le vuole molto bene e poi, tre anni fa, anche lei ha dato alla
luce un figlio, un maschietto, che è diventato presto il compagno di giochi di
Hanabi.
Ora
la nostra vita prosegue felice: Naruto lavora nei campi, come praticamente ogni
uomo qui, mentre io sto a casa a badare alla piccola Hanabi e a ricamare lavoretti
che, ogni tanto, vendo al mercato al villaggio. L’unico contatto che ho con la
famiglia Hyuuga sono le lettere che mi spedisco con mia sorella. Ci scriviamo
ogni mese, ma i miei genitori e Neji non sanno che sono io la destinataria di
tutte quelle lettere. Mi ha raccontato che, dopo la mia fuga, c’è stato una
bella confusione in casa Hyuuga per coprire lo scandalo, ma che, dopo qualche
settimana, ormai ero bella che dimenticata. Meglio così. Neji si è risposato
con una donna più grande di lui ma che comunque gli ha dato già tre figli, e
sembra incinta del quarto. Anche Hanabi si è sposata, mi ha detto, con un
giovane Lord inglese che la rende felice. A quanto pare, mio padre ha
abbandonato l’idea di continuare una stirpe puramente Hyuuga. Ma, tutto sommato,
la mia sorellina dice che la vita prosegue felice anche da loro.
Ah,
dimenticavo: sono incinta del nostro secondo figlio! Sono già al
settimo mese,
ed Hanabi guarda sempre con un po’ di sospetto e curiosità
il mio pancione. Naruto spera che sia un maschietto, anche
perché lui dice sempre che è in
inferiorità numerica e che potremmo schiavizzarlo senza
problemi. Hanabi ride
sempre a queste battute!
Ora
devo andare, la piccola mi sta chiamando con insistenza dal giardino. Forse
continuerò questo diario…se ne avrò tempo!
Una
giovane donna dai lunghi capelli neri esce dalla porta di una graziosa casetta
di legno. Si dirige verso il giardino antistante ad essa e si scioglie in un
dolce sorriso, carezzandosi il pancione.
-Mamma,
mamma! Guarda! Ho trovato un fiore viola, come i tuoi occhi!- grida una bambina
correndole contro. La piccola tiene tra le mani un piccolo mazzolino di fiori
lillà e ride contenta.
-Sono
molto belli, Hanabi.- ringrazia la donna abbracciando la piccola ed
accarezzandole i capelli, neri e lunghi, così simili ai suoi. La bambina si
gode la sensazione poi, improvvisamente, spalanca i vivaci occhioni azzurri e
lancia un grido di gioia.
-Papà!!!-
urla correndo incontro ad un uomo appena comparso dal bosco. Anche la sua bocca
si schiude in un sorriso, ed allarga le braccia per accogliere la bambina. Lei gli
salta al collo, baciandogli le guancie e tirando scherzosamente alcuni ciuffi
biondi che ricadono sulla fronte del giovane.
-Ciao
principessina! Hai passato una buona giornata?- chiede l’uomo guardando negli
occhi -i suoi stessi occhi- la piccola.
-Si!-
annuisce la bimba –Ho raccolto dei fiori per la mamma!- esclama indicando con
un ditino la giovane donna, ancora ferma al centro del giardino. L’uomo e la
donna si scambiano un sorriso e lei lo saluta con la mano, mentre lui si
avvicina con la piccola in braccio.
-Ciao
tesoro.- dice lui posando un delicato bacio sulle sue labbra –E ciao anche a
te.- mormora baciando il pancione della donna.
-Una
volto chiamavi me principessa!- si lamenta scherzosamente la donna.
-Ma
tu ora sei la mia regina.- dice lui con un sorriso furbetto.
-Mamma,
papà, ho fame! Andiamo a mangiare! Mamma, stasera fai il ramen?- dice la bimba
agitandosi tra le braccia dell’uomo. La donna emette un sospiro e fa un sorriso
esasperato.
-E
va bene, stasera vi faccio il ramen, contenti?- chiede.
-Siiiii!!!-
esclamano insieme il giovane e la bambina. Poi lui circonda con un braccio le
spalle della donna.
-Coraggio,
andiamo in casa.- dice.
Naruto,
Hinata ed Hanabi, ridendo, entrano nella casetta spensierati e, finalmente,
felici.
Note dell'autrice:
Yeeeeeeeeeeeeah finalmenteeeeeeeeeee!!!!!!!! Finita la fic!!!
Alè alè alè!!!! Stasera andrò ad
ubriacarmi! Yuppie, yuppie yuppieeeee!! Dattebayo!
Orbene:
Salve followers! Scusate per l'esultanza iniziale, ma finalmente ce
l'ho fatta! Ho ifnito la fic! E vi giuro che questo ultimo capitolo mi
ha dato dle filo da torcere! Giuro, avevo l'ispirazione che c'era un
giorno si e l'altro no! Per dire: scrivo mercoledì e osno piena
di idee, ci rirpovo giovedì e non ho più niente! O_o Robe
brutte...Ma alla fine ce l'ho fatta! Sono contenta che vi sia piaciuto
il finale tragico, spero vi piaccia anche questo! E vi chiedo scusa per
le probabili cazzate che ho scritto riguardo al viaggio di Hinata e
Naruto, ma vi rpego abbiate pietà!
Grazie ancora a tutti quelli che mi hanno seguito per queste 56 pagine
(si, sono 56 pagine u.u), che mi hanno recensito o che semplicemente mi
hanno letta. Vi adoro, siete grandissimi! Spero di ritrovarvi alla
prossima NaruHina che scriverò (ho già in mente una
traccia =w=)! Di nuovo grazie! E ricordate sempre: NaruHina
powah!!!♥ Dattebayo!
@Shygirl92: bè, ovvio che è un happy end, questo! Sennò non ve lo regalavo :P alla prossima!
@ecila94hina: grazie dei complimenti ^///^ spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento (e che non ti faccia piangere!)
@Fabioxxx: caspita, non mi aspettavo di aver scritto una storia così powerful O_O sono lusingata! ^///^ grazie dei complimenti!
@HINATA_LOVE: sai che ci stavo
pensado di fare un libro tipo questa storia cambiando i personaggi? XD
ma un libro è ancora troppo impegnativo...spero che il finale
alternativo sia di tuo gradimento! Ciau!
@Vaius: maledetto!!! Smettila
di leggemri nel pensiero XD si, Neji è partito con la testa, ma
immagino sia una cosa anche normale..humm...no, forse per neji no! xD
spero ti sia piaciuto il secondo finale! (ps: per 13 capitoli sono
stata fermamente convita che fossi una ragazza xD mi perdoni?)
@kry333: nuuuu non deprimerti!!
Ecco la medicina, è meglio del prozac: l'happy end alternativo!!
Alèèèè tutti felici! XD
@Lorenz_123: eheh ho fatto
apposta a non seppellirli insieme apposta per farlo ancora più
tragico! (autrice sadica) :D meglio l'happy end?
@Gavroche: hemm, ci ho messu un
po' a pubblicarlo, va bene comunque? :P strega sarai tu! Non sto
neanche più a dirti di non guardare i congiuntivi (e se provi a
dirmi qualcosa riguardo alla forma in cui scrive Hinata quando ritrova
il diaro, ti esecro: è fatto apposta!) il pezzo in stile film me
lo sono immaginato in fotogrammi mentre lo scrivevo :D ora posso
tornare a farmi vedere da te :P
@WinterMoon: Hey, non ci avevo
fatto caso che anche nel manga Hinata va a salvare Naruto! Vero! Grazie
della statua :3 comuqneu sai che non so perchè neji è
tornato prima? Cioè, effettivaemnte mi è venuto in mente
che odvevo scriverlo, però ormai avevo pubblicato! Probabilmente
è tornato perchè sono inaspettatamente riusciti a
concludere l'affare per tempo...La sfiga (e l'autrice bastarda) ogni
tanto fanno sti scherzoni xD
@luminum10: io ogni volta che
leggo le tue recensioni mi spancio dal ridere XD hai mai pensato di
scrivere fic comiche? Sarebbero dei capolavori! Ovvio che il chappy era
triste, sennò non mettevo range "drammatico" :P dai dai, che con
l'happy end tutto si risolve! ("stammi bene, ma non troppo" XD XD XD
sono morta!!!)
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