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Autore: Tikkia    18/07/2010    12 recensioni
Fanfic NaruHina ambientata nell'Inghilterra vittoriana. Hinata è la giovane figlia di una ricca famiglia di commercianti che viene promessa in sposa a suo cugino, ma nella villa in cui abita... Hinata's POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13. bis Alternative End I giorni seguenti all’arrivo della lettera di Temari furono giorni felici. Eravamo spensierati e contenti, liberi, senza preoccupazioni; passavo le mie giornate a passeggiare in giardino,a dipingere oppure in camera di Hanabi a fare progetti sul mio futuro. E la notte, beh la notte era il mio momento preferito. la notte era come un preludio a quella che sarebbe stata la mia vita insieme a Naruto, una volta fuggiti dall’Inghilterra. Lui mi raggiungeva ogni volta pieno di desiderio e, impaziente, incollava subito le sue labbra alle mie, infondendomi il calore che mi avrebbe nutrito di lì fino alla mia morte.
Ormai mancavano due giorni alla nostra fuga. Essendo una bella giornata, avevo convinto Hanabi ad uscire da camera sua e ad accompagnarmi nel parco della villa. Inizialmente si era lamentata ed aveva tentato di opporsi accampando deboli scuse. Ma, dopo che l’ebbi quasi trascinata fuori dalla villa, dovette ricredersi: i tiepidi raggi del sole scaldavano la pelle senza però accalorare e spirava un’aria piacevolmente fresca. Passeggiavamo chiacchierando del più e del meno, fermandoci talvolta per cogliere dei fiori che avremmo poi regalato a nostra madre. Da un po’ di tempo, infatti, avevo deciso di dedicare più attenzioni a mia madre, dal momento che mi ero resa conto che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni che passavo con lei. Era un pensiero malinconico, ma non riuscì ad intristirmi: presto avrei iniziato una nuova vita con l’uomo che amavo. Hanabi interruppe il filo dei miei pensieri con una domanda alla quale non prestai attenzione.
-Come hai detto, Hanabi? Non ti stavo ascoltando.- mi scusai scuotendo leggermente la testa.
-Sei sempre con la testa tra le nuvole, Hinata!- sbuffò lei –Ti ho chiesto come farete ad incontrarvi con i sottoposti dei Nara.-
-Ci ha già pensato Naruto.- risposi –Si è incontrato con i sottoposti due giorni fa, in modo da accordarsi sul luogo e l’ora in cui ci incontreremo. Abbiamo deciso che…-
-No, ferma, non dirmi niente!- mi interruppe Hanabi coprendosi le orecchie con le mani –Meno ne so, meglio è! E poi chissà che anche gli alberi abbiano orecchie in questa villa…- proseguì guardandosi intorno con fare sospettoso.
-Ma..-provai a replicare, ma venni zittita dalla mia buffa sorellina, che mi posò un dito affusolato sulle labbra, sibilando. A quella reazione, che la rese così simile a mia madre, scoppiai a ridere e risi fino alle lacrime. Quando mi asciugai gli occhi e mi voltai verso Hanabi, lei era immobile con un’espressione indecifrabile in volto, un misto di incredulità e irritazione.
-Scusami!- esclamai nascondendo un sorriso. Lei fece un verso sprezzante e mi voltò le spalle, alzando il naso. Trattenendo un’altra risata, la abbracciai da dietro, schioccandole un bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene, Hanabi!- dissi ridendo.
-Sei matta, Hinata. Sei tutta matta!- disse lei ridendo a sua volta.
Quando finimmo la nostra passeggiata, avevamo entrambe raccolto due graziosi mazzolini colorati, che ci affrettammo a legare con due nastri di raso. Poi raggiungemmo mia madre e glieli porgemmo con un sorriso. la sua sorpresa mi riempì di gioia, e pensai che sarebbe stato bello se mi avesse sempre ricordata così, dolce, gentile e premurosa.
La sera mi stavo spazzolando i capelli quando comparve Naruto alle mie spalle.
-Sei sempre più silenzioso!- constatai posandogli un bacio sulle mani. Lui mi prese la spazzola e continuò il mio lavoro in silenzio. Dopo qualche minuto, posò l’oggetto e prese a massaggiarmi dolcemente le spalle. Mi godetti quel massaggio ad occhi chiusi e, a bassa voce, iniziai ad evocare immagini della nostra vita futura.
-Prova ad immaginare come saremo tra qualche anno…insieme, sposati, con il nostro bambino –o bambina che muove i primi passi…sarà il Paradiso…- cantilenai.
Lui annuiva e sorrideva sui miei capelli mentre io continuavo a fantasticare ed a delineargli il nostro futuro insieme. Passammo un’altra notte di passione e dolcezza, un preludio di quello che avremmo passato nei prossimi anni -cosa che, peraltro, mi riempì di gioia-.
Due giorni dopo, con una scusa, io e Naruto andammo separatamente al porto dal quale sarebbe salpata la nostra nave. Io ed Hanabi -avevo detto a mia madre che sarei andata a passeggio e a fare compere per Londra insieme a mia sorella- ci dirigemmo spedite fino al porto, dove attendemmo Naruto. Arrivò dopo qualche minuto, portando la mia valigia, dove avevo inserito il minimo indispensabile per la traversata. Posò la valigia a terra  e mi rivolse un sorriso luminoso.
-Buongiorno amore.- disse stringendomi la mano. Poi, rivolto ad Hanabi: –Buongiorno padroncina Hanabi.-
-Buongiorno.- risposi guardandolo di sottecchi ed arrossendo.
-Naruto, ormai non sei più un mio servo, siete liberi ormai. Puoi chiamarmi tranquillamente Hanabi e basta, e darmi del tu.- disse Hanabi con un sorriso affettuoso. Si sorrisero e io vidi negli occhi di Hanabi un velo di nostalgia prematura e di leggera malinconia dovuta alla nostra partenza. La vidi aprire la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotta da un ragazzo della mia età che posò una mano sulla spalla di Naruto, con un sorriso.
-Oh, Kiba!- esclamò Naruto ricambiando il sorriso. –È uno dei sottoposti dei Nara.- spiegò a me e mia sorella. Il ragazzo, Kiba, annuì e prese parola con un sorriso affabile.
-Sono Kiba Inuzuka, sottoposto del caro vecchio Shikamaru Nara e della terribile e minacciosa ma sempre onorevole Temari Nara, per servirvi, madamigelle.- disse con un inchino cerimonioso. –Bando alle ciance: sono venuto ad avvertirvi che manca poco alla partenza, perciò se dovete abbandonarvi ad addii strappalacrime, bè, questo è il momento giusto per farlo.- disse con un’alzata di spalle guardando me ed Hanabi. Naruto gli diede un leggero pugno sullo stomaco.
-Lasciamole sole e fammi vedere la nave, intanto.- propose il mio Amore.
-No, Naruto, resta per piacere…- disse Hanabi con un leggero rossore sule guance.
Il ragazzo fece un cenno a Kiba, che si allontanò con un’alzata di spalle dicendo che sarebbe venuto a chiamarci al momento della partenza.
Restammo in silenzio per qualche attimo, poi Hanabi si avvicinò a Naruto e gli mise entrambe le mani sulle spalle, piantando gli occhi nei suoi.
-Naruto, tu, per me, in questi ultimi tempi sei stato sempre più simile ad un fratello e non solo perché sei l’uomo della vita di mia sorella.- scandì senza distogliere lo sguardo –Forse me ne accorgo solo ora, ma la tua assenza nella villa si farà sentire non poco e questo mi rattrista, ma questa malinconia non è niente in confronto alla felicità che provo sapendo che la vostra fuga vi garantirà una bellissima vita in libertà.- concluse abbracciandolo. Rimasi sorpresa: Hanabi non aveva mai esternato il suo affetto per Naruto -nonostante io l’avessi intuito-. Vidi la mia sorpresa negli occhi di Naruto, che mi lanciò uno sguardo allarmato che significava “E ora che faccio?” al quale risposi con un gesto della mano per fargli capire di ricambiare l’abbraccio, cosa che fece. Hanabi sciolse l’abbraccio e fece una carezza a Naruto, sorridendo. Poi si voltò verso di me e corse ad abbracciarmi, nascondendo la faccia sulla mia spalla.
-Ti chiederei di non andare, se non fosse una richiesta crudele ed egoista.- disse con voce umida, e io capii che stava piangendo –Ma dal momento che io non sono né crudele né egoista ti lascerò andare, e pregherò tutti i giorni perché possiate avere una bella vita, tu, Naruto e il vostro bellissimo bambino.- continuò accarezzandomi la pancia. Poi si staccò da me e si sfregò gli occhi lucidi.
-Abbi cura di te, Hinata. Ti voglio bene.- disse con voce tremante.
-Anche tu, sorellina. Ti voglio tantissimo bene e te ne vorrò sempre, indipendentemente dalla distanza che ci separa.- mormorai sentendo lacrime calde che scendevano dalle mie guance. Ci abbracciammo a lungo, finchè non arrivò Kiba per dirci che era giunta l’ora di partire. Posai un bacio sulla fronte di mia sorella, promettendole che le avrei scritto non appena fossi arrivata.
Così io e Naruto salimmo sulla nave che ci avrebbe portato via dall’Inghilterra per sempre. Mentre ci allontanavamo, tenevo lo sguardo puntato su mia sorella, immobile e a braccia conserte, che non distoglieva gli occhi dalla nave. Quando divenne troppo piccola per poterla distinguere, presi per mano Naruto e  gli posai un dolce bacio sulle labbra: la nostra nuova vita era iniziata.
Il nostro viaggio fu lungo, ma non troppo stancante, almeno per la prima parte. Naruto ebbe qualche problema di mal di mare, cosa che fece molto divertire Kiba, che ormai era diventato quasi il suo migliore amico: ci stava sempre appresso e ci raccontava storielle divertenti -e anche un po’ sconce-. Ci disse anche che non avremmo avuto il tempo per visitare i posti in cui avremmo fatto scalo: questo è stato un vero peccato, poiché ci tenevo a visitare alcune città della Francia, ad esempio…ma, dopotutto, stavamo scappando, e non c’è tempo per le piacevoli visite, per i fuggiaschi. Infatti, non appena attraccammo, Naruto si prese in spalla la valigia e, guidati da Kiba, raggiungemmo la stazione dalla quale sarebbe partito il treno che ci avrebbe condotto attraverso la Russia, fino a Mosca. Alla stazione trovammo altri due sottoposti dei Nara, che ci fecero da scorta per tutto il resto del viaggio. Erano due persone molto diverse tra loro: uno era alto e silenzioso e, a dirla tutta, leggermente inquietante. Il suo nome era Shino Aburame. Il suo compagno, che disse di chiamarsi Lee, era l’opposto: un corpo atletico e una grande allegria e forza di volontà -e anche due enormi sopracciglia, mi fece notare Naruto facendomi ridacchiare-. Dissero che avrebbero fatto di tutto per adempire agli ordini che i loro padroni -“specialmente Temari-sama”, aggiunse Lee con un leggero brivido- gli avevano impartito: proteggerci e rendere il nostro viaggio piacevole.
Effettivamente, la nostra traversata ferroviaria fu interessante e a tratti divertente: Kiba, Shino e Lee ci raccontavano aneddoti divertenti della loro vita e, contemporaneamente, ci davano informazioni sui cambiamenti del mio amato Giappone. E, di tanto in tanto, si smarrivano in divertenti discussioni riguardanti gli argomenti più differenti e normali. Una volta persino Naruto prese parte ad una di queste schermaglie: Kiba stava discutendo con Lee riguardo a quale fosse il miglior modo di cucinare il ramen. A quella parola, Naruto disse subito la sua ed iniziò una filippica lunghissima sull’arte del cucinare il ramen -sue testuali parole- che mi fece ridere a crepapelle. Io passavo il tempo ascoltando i discorsi dei miei accompagnatori, dormendo o scrivendo una lettera per Hanabi, nella quale le descrivevo i paesaggi che osservavo e ciò che succedeva ogni giorno di viaggio. Dopo molto tempo raggiungemmo Mosca. Prima di scendere dal treno, Shino, che durante la traversata era stato piuttosto silenzioso, tranne che in alcuni casi, ci consigliò di coprirci bene, poiché la temperatura sarebbe stata parecchi gradi sottozero. Ed aveva ragione: infatti, quando scendemmo, ci investì una gelida folata di vento, che portò con sé molti fiocchi di neve. Restammo a Mosca per qualche ora, prima che arrivasse il treno che ci avrebbe condotto ad Hong Kong, ma quelle poche ore non erano abbastanza per visitare Mosca, mi disse Kiba. Così restammo nei pressi della stazione a giocare con la neve: Kiba, Lee e Naruto si misero a lanciarsi palle di neve, mentre io e Shino li guardavamo a distanza. Erano carini, pensai: sembravano dei bambini spensierati. Mi chiesi se non fosse una premonizione del futuro, con Naruto al posto di nostro figlio. Sorrisi a quel pensiero, e tirai un calcetto ad un mucchio di neve accanto a me. Improvvisamente fui colpita alla nuca da una palla di neve. Mi girai trafiggendo con lo sguardo i tre tiratori, chiedendo chi aveva osato colpirmi con tono scherzosamente minaccioso: stavo abbandonando i miei modi da giovane dama per sostituirli con un comportamento più “normale” -o indecoroso, secondo mia madre-. Kiba e Lee scossero la testa ed indicarono Naruto un l’indice, senza che questo se ne accorgesse. Annuii ed ammiccai ai miei compagni con aria complice. Poi, senza essere vista, sgattaiolai furtivamente alle spalle di Naruto e gli infilai una manciata di neve gelida dentro al colletto della maglia. Lo vidi fare un salto incredibile, lanciando un grido sorpreso. Si girò verso di me, che gli feci una linguaccia, e mi saltò addosso facendomi cadere su un ammasso di neve morbida. Avrei dovuto provare freddo, ma il calore del suo amore -e del bacio che mi diede dopo avermi atterrata- vinsero il gelo esterno. Così presi parte anch’io alla battaglia di palle di neve e riuscimmo a coinvolgere persino Shino. Alla fine eravamo tutti stanchissimi e bagnati dalla neve ma, soprattutto, eravamo contenti.
Qualche ora dopo eravamo in viaggio per la Cina. Appena saliti sul treno ci addormentammo in preda ad un’incredibile stanchezza, data dal nostro precedente conflitto gelato. La seconda parte del nostro viaggio proseguì all’incirca nello stesso modo della prima: piacevoli conversazioni, divertenti schermaglie e momenti di tranquillità, che passavo abbracciata, o con la testa in grembo a Naruto.
Infine giungemmo ad Hong Kong. La temperatura era molto più mite di quella moscovita, e l’assenza di neve ci impedì di iniziare una nuova battaglia. Anzi, dovemmo camminare piuttosto velocemente per raggiungere il porto, dal momento che la nostra nave sarebbe partita solo qualche minuto dopo il nostro arrivo. Quando infine ci imbarcammo, io e Naruto restammo soli per qualche momento. Lui mi abbracciò forte da dietro e strofinò la guancia contro il mio orecchio.
-Ci pensi, ancora qualche giorno e finalmente torneremo in Giappone. Finalmente avremo la nostra vita, insieme, io e te con nostro figlio.- disse accarezzandomi la pancia.
-Già, non vedo l’ora. Sono così emozionata! Mi sembra ancora impossibile che sia andato tutto bene!- esclamai girandomi verso di lui e baciandolo delicatamente.
Tre giorni dopo, la nostra nave attraccò in Giappone. Mi vennero le lacrime agli occhi quando toccai per la prima volta dopo anni la mia terra natia.
-Finalmente a casa, eh?- disse Naruto appoggiando la valigia a terra e stiracchiandosi. Mi voltai a guardarlo più felice che mai e gli saltai al collo ridendo. Cademmo a terra abbracciati e sorridenti, e saremmo rimasti così ancora per molto tempo, se una voce forte e decisa, ma al contempo allegra, non ci avesse interrotti.
-Il ritorno delle pecorelle nell’ovile.- disse ironicamente Temari con un mezzo sorriso.
Alzai lo sguardo da Naruto e vidi Temari e suo marito Shikamaru in piedi di fronte a noi. Ci alzammo subito e gli rivolgemmo un profondo inchino.
-Temari-san, Shikamaru-san.- salutammo io e Naruto.
Anche i due Nara si profusero in un inchino, e ci salutarono con un sorriso. poi Temari venne verso di me e mi abbracciò con forza, sorridendo.
-Alla fine ce l’avete fatta!- esclamò guardando prima me e poi Naruto.
-Spero che i miei sottoposti non vi abbiano seccato durante il viaggio.- disse Shikamaru alzando un sopracciglio ed avvicinandosi alla moglie.
-No, no, anzi: sono stati davvero molto gentili e premurosi!- mi affrettai ad assicurare.
Shikamaru mi rivolse un sorriso sghembo, poi il suo sguardo seguì quello della moglie ed andò a posarsi su Naruto, che nel frattempo era rimasto silenzioso ed aveva cercato di farsi piccolo piccolo.
-E così questo sarebbe il servo che ha rubato il cuore della piccola Hinata, giusto?- chiese Temari con un leggero sorrisino.
Dato che Naruto non rispondeva, gli diedi una leggera gomitata sullo stomaco, per farlo reagire. Funzionò, poiché il mio Amore, dopo aver scosso al testa, rispose alla domanda -anche se retorica- di Temari.
-S-si, sono io…signora- balbettò arrossendo.
-Come ti chiami?- chiese Shikamaru inarcando un sopracciglio e squadrando Naruto per bene.
-Il mio nome è Naruto Uzumaki, signore.- rispose come un soldato.
-Sei ancora convinto di voler passare il resto della tua vita con Hinata? Di amarla per tutta la vita?- lo incalzò Temari, avvicinandosi.
Naruto fece un passo indietro, passò lo sguardo su ognuno di noi, soffermandosi su di me, chiuse gli occhi, prese un paio di respiri profondi e riaprì gli occhi, piantandoli in quelli verde acqua della signora Nara.
-Signora Nara, ci sono tantissime cose di cui non sono convinto e sicuro nella vita. Non gliele elenco nemmeno perché sennò tireremo notte, e penso che abbiate di meglio da fare. Tutto ciò che posso dirvi è che Hinata non rientra in questa categoria: la amo come non ho mai e come non amerò mai nessun’altro in vita mia. Quello che avete fatto per noi è incredibile, ancora stento a crederci, e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per averci permesso di avere una vita vera, insieme. Per rispondere alla vostra domanda, signora Nara: si, sono fermamente convinto di voler passare il resto della mia vita insieme ad Hinata, e lo sa perché? Perché senza Hinata, per me, non ci sarebbe vita.- concluse Naruto senza distogliere lo sguardo da quello sorpreso di Temari.
La ragazza guardò suo marito, che le rispose con un’occhiata sbigottita per poi mettersi a ridere contemporaneamente. Naruto divenne rosso fin sulla punta dei capelli ed iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore -cosa che faceva sempre quando era nervoso  o imbarazzato-. Quando i due coniugi smisero di ridere, Shikamaru prese Naruto per le spalle e lo guardò con gentilezza.
-Ottimo, Naruto Uzumaki, ottimo. Se questi sono i tuoi sentimenti ed i tuoi propositi, allora io e Temari non possiamo che essere soddisfatti.- disse con un sorriso.
Naruto rimase a balbettare parole di ringraziamento, e dovetti prenderlo per mano per farlo smettere.
-Ora, sarete sicuramente stanchi del viaggio, giusto? Bene, venite con noi.- ci disse Temari prendendo il braccio del marito ed incamminandosi fuori dal porto.
Io ed il mio Amore, mano nella mano, seguimmo i nostri salvatori fino ad una carrozza ferma sul bordo della strada. Da dentro il veicolo, Temari ci fece segno di entrare a nostra volta.
Durante il viaggio raccontai con Temari del nostro viaggio, mentre Naruto parlava con Shikamaru circa villa Hyuuga, dal momento che il signor Nara era incuriosito dalle differenze tra lo stile di vita “inglese” adottato dalla mia famiglia e la tradizione giapponese dei Nara.
Dopo circa un’ora, la carrozza iniziò a traballare, cosa che mi fece presumere che ci stavamo avventurando su un terreno sconnesso. Cercai di sbirciare fuori dal finestrino, ma Temari, lesta, chiuse la tendina con un sorriso furbo.
-Oh no, Hinata! è una sorpresa!- disse ammiccando. La guardai interrogativa, ma non feci domande e mi strinsi a Naruto, posando la testa sulla sua spalla.
Passammo ancora una mezz’ora di traballamenti, fin quando la carrozza non si fermò.
-Ci siamo!- esclamò Temari, eccitata come un bambino a Natale. Diede qualche leggera spinta al marito per farlo scendere, che borbottò qualcosa come “che seccatura”, e poi uscì dalla carrozza tutta sorridente. Feci per seguirla, ma mi disse di aspettare ancora un momento: si lisciò il vestito e si schiarì la voce per poi iniziare un discorso solenne.
-Hinata Hyuuga e Naruto Uzumaki,- disse lanciandoci un’occhiata e facendoci segno di scendere –È con immensa gioia che vi presento il vostro nuovo villaggio!- esclamò aprendo le braccia. Io e Naruto rimanemmo a bocca aperta: davanti a noi c’era un piccolo villaggio circondato da un grande bosco, molto caratteristico, che mi sembrava di aver visto in un quadro a casa mia. Le case erano distanziate le une dalle altre e si potevano vedere all’orizzonte i vari campi coltivati. Guardai Temari e Shikamaru con le lacrime agli occhi, ma prima che potessi dire qualunque cosa, la ragazza mi prese per mano e s’incamminò sulla strada principale del villaggio. Naruto e Shikamaru ci seguivano confabulando e ridacchiando di tanto in tanto. Improvvisamente Temari svoltò in una stradina in salita, che si insinuava nel bosco. Camminammo ancora per qualche minuto, finchè non giungemmo ad una radura poco distante dal villaggio. Al centro di quest’ampia radura c’era una graziosa casetta di legno, con un giardino antistante. Temari si fermò e mi rivolse uno sguardo carico di aspettativa.
-Allora, ti piace?- chiese leggermente ansiosa. Io rimasi a bocca aperta e non proferii una parola: dire che ero stupita è un eufemismo. Non mi aspettavo così tanto dai Nara! Certo, nella lettera Temari mi aveva anticipato che ci avevano fornito du un’abitazione, ma non mi aspettavo certo una cosa così!
-Non ti piace?-chiese Temari con una nota di delusione. Mi girai repentinamente verso di lei con le lacrime agli occhi e le saltai al collo, abbracciandola con forza.
-Grazie, grazie, grazie…è bellissima, grazie, grazie…- continuavo a ripetere singhiozzando.
-Porca vacca!!- esclamò Naruto alla vista della casetta. Il suo grido e l’espressione sbigottita di Shikamaru mi fecero ridere a crepapelle, e mi sentii una stupida a ridere e piangere nello stesso momento.
I Nara rimasero con noi a mostrarci la casa fino a sera, per poi lasciarci soli nella nostra nuova abitazione. Stanchi com’eravamo, Naruto ed io ci addormentammo subito con il sorriso sulle labbra e la certezza che d’ora in poi la nostra vita sarebbe stata fantastica.

***
5 anni dopo.

Ancora non mi sembra vero! Ho ritrovato il mio vecchio diario! E quante cose ci sono scritte dentro…e in che linguaggio! Mi sembra incredibile pensare che una volta scrivevo e parlavo in quel modo così…forbito! Bè, dal momento che l’ho ritrovato, lo aggiornerò un po’ con le ultime cose successe in questi 5 anni. Dunque: io e Naruto ci siamo sposati un mese dopo il nostro arrivo, con i nomi di Minato e Jiyu Uzumaki. Abbiamo cambiato i nomi per via della sicurezza, non si sa mai che un giorno la mia famiglia torni in Giappone…Minato era il nome del padre di Naruto, morto in guerra, mentre il nome che mi sono scelta io, Jiyu, è la parola giapponese per “libertà”. Un nome che, adesso, mi si addice! Gli abitanti del villaggio ci conoscono con quei nomi, ma quando io e mio marito siamo da soli, torniamo ad essere Naruto ed Hinata. Sei mesi dopo partorii la nostra bellissima bambina: un fagottino con due immensi occhioni azzurri, naturalmente, e una corta zazzera nera. La chiamammo Hanabi, in onore alla mia sorellina, e tutti gli abitanti del villaggio le si affezionarono subito. Shikamaru, poi, entra in visibilio ogni volta che al vede! La adora! E anche Temari le vuole molto bene e poi, tre anni fa, anche lei ha dato alla luce un figlio, un maschietto, che è diventato presto il compagno di giochi di Hanabi.

Ora la nostra vita prosegue felice: Naruto lavora nei campi, come praticamente ogni uomo qui, mentre io sto a casa a badare alla piccola Hanabi e a ricamare lavoretti che, ogni tanto, vendo al mercato al villaggio. L’unico contatto che ho con la famiglia Hyuuga sono le lettere che mi spedisco con mia sorella. Ci scriviamo ogni mese, ma i miei genitori e Neji non sanno che sono io la destinataria di tutte quelle lettere. Mi ha raccontato che, dopo la mia fuga, c’è stato una bella confusione in casa Hyuuga per coprire lo scandalo, ma che, dopo qualche settimana, ormai ero bella che dimenticata. Meglio così. Neji si è risposato con una donna più grande di lui ma che comunque gli ha dato già tre figli, e sembra incinta del quarto. Anche Hanabi si è sposata, mi ha detto, con un giovane Lord inglese che la rende felice. A quanto pare, mio padre ha abbandonato l’idea di continuare una stirpe puramente Hyuuga. Ma, tutto sommato, la mia sorellina dice che la vita prosegue felice anche da loro.
Ah, dimenticavo: sono incinta del nostro secondo figlio! Sono già al settimo mese, ed Hanabi guarda sempre con un po’ di sospetto e curiosità il mio pancione. Naruto spera che sia un maschietto, anche perché lui dice sempre che è in inferiorità numerica e che potremmo schiavizzarlo senza problemi. Hanabi ride sempre a queste battute!
Ora devo andare, la piccola mi sta chiamando con insistenza dal giardino. Forse continuerò questo diario…se ne avrò tempo!
 
 
Una giovane donna dai lunghi capelli neri esce dalla porta di una graziosa casetta di legno. Si dirige verso il giardino antistante ad essa e si scioglie in un dolce sorriso, carezzandosi il pancione.
-Mamma, mamma! Guarda! Ho trovato un fiore viola, come i tuoi occhi!- grida una bambina correndole contro. La piccola tiene tra le mani un piccolo mazzolino di fiori lillà e ride contenta.
-Sono molto belli, Hanabi.- ringrazia la donna abbracciando la piccola ed accarezzandole i capelli, neri e lunghi, così simili ai suoi. La bambina si gode la sensazione poi, improvvisamente, spalanca i vivaci occhioni azzurri e lancia un grido di gioia.
-Papà!!!- urla correndo incontro ad un uomo appena comparso dal bosco. Anche la sua bocca si schiude in un sorriso, ed allarga le braccia per accogliere la bambina. Lei gli salta al collo, baciandogli le guancie e tirando scherzosamente alcuni ciuffi biondi che ricadono sulla fronte del giovane.
-Ciao principessina! Hai passato una buona giornata?- chiede l’uomo guardando negli occhi -i suoi stessi occhi- la piccola.
-Si!- annuisce la bimba –Ho raccolto dei fiori per la mamma!- esclama indicando con un ditino la giovane donna, ancora ferma al centro del giardino. L’uomo e la donna si scambiano un sorriso e lei lo saluta con la mano, mentre lui si avvicina con la piccola in braccio.
-Ciao tesoro.- dice lui posando un delicato bacio sulle sue labbra –E ciao anche a te.- mormora baciando il pancione della donna.
-Una volto chiamavi me principessa!- si lamenta scherzosamente la donna.
-Ma tu ora sei la mia regina.- dice lui con un sorriso furbetto.
-Mamma, papà, ho fame! Andiamo a mangiare! Mamma, stasera fai il ramen?- dice la bimba agitandosi tra le braccia dell’uomo. La donna emette un sospiro e fa un sorriso esasperato.
-E va bene, stasera vi faccio il ramen, contenti?- chiede.
-Siiiii!!!- esclamano insieme il giovane e la bambina. Poi lui circonda con un braccio le spalle della donna.
-Coraggio, andiamo in casa.- dice.
Naruto, Hinata ed Hanabi, ridendo, entrano nella casetta spensierati e, finalmente, felici.

Note dell'autrice:
Yeeeeeeeeeeeeah finalmenteeeeeeeeeee!!!!!!!! Finita la fic!!! Alè alè alè!!!! Stasera andrò ad ubriacarmi! Yuppie, yuppie yuppieeeee!! Dattebayo!
Orbene:
Salve followers! Scusate per l'esultanza iniziale, ma finalmente ce l'ho fatta! Ho ifnito la fic! E vi giuro che questo ultimo capitolo mi ha dato dle filo da torcere! Giuro, avevo l'ispirazione che c'era un giorno si e l'altro no! Per dire: scrivo mercoledì e osno piena di idee, ci rirpovo giovedì e non ho più niente! O_o Robe brutte...Ma alla fine ce l'ho fatta! Sono contenta che vi sia piaciuto il finale tragico, spero vi piaccia anche questo! E vi chiedo scusa per le probabili cazzate che ho scritto riguardo al viaggio di Hinata e Naruto, ma vi rpego abbiate pietà!
Grazie ancora a tutti quelli che mi hanno seguito per queste 56 pagine (si, sono 56 pagine u.u), che mi hanno recensito o che semplicemente mi hanno letta. Vi adoro, siete grandissimi! Spero di ritrovarvi alla prossima NaruHina che scriverò (ho già in mente una traccia =w=)! Di nuovo grazie! E ricordate sempre: NaruHina powah!!!♥ Dattebayo!

@Shygirl92: bè, ovvio che è un happy end, questo! Sennò non ve lo regalavo :P alla prossima!

@ecila94hina: grazie dei complimenti ^///^ spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento (e che non ti faccia piangere!)

@Fabioxxx: caspita, non mi aspettavo di aver scritto una storia così powerful O_O sono lusingata! ^///^ grazie dei complimenti!

@HINATA_LOVE: sai che ci stavo pensado di fare un libro tipo questa storia cambiando i personaggi? XD ma un libro è ancora troppo impegnativo...spero che il finale alternativo sia di tuo gradimento! Ciau!

@Vaius: maledetto!!! Smettila di leggemri nel pensiero XD si, Neji è partito con la testa, ma immagino sia una cosa anche normale..humm...no, forse per neji no! xD spero ti sia piaciuto il secondo finale! (ps: per 13 capitoli sono stata fermamente convita che fossi una ragazza xD mi perdoni?)

@kry333: nuuuu non deprimerti!! Ecco la medicina, è meglio del prozac: l'happy end alternativo!! Alèèèè tutti felici! XD

@Lorenz_123: eheh ho fatto apposta a non seppellirli insieme apposta per farlo ancora più tragico! (autrice sadica) :D meglio l'happy end?

@Gavroche: hemm, ci ho messu un po' a pubblicarlo, va bene comunque? :P strega sarai tu! Non sto neanche più a dirti di non guardare i congiuntivi (e se provi a dirmi qualcosa riguardo alla forma in cui scrive Hinata quando ritrova il diaro, ti esecro: è fatto apposta!) il pezzo in stile film me lo sono immaginato in fotogrammi mentre lo scrivevo :D ora posso tornare a farmi vedere da te :P

@WinterMoon: Hey, non ci avevo fatto caso che anche nel manga Hinata va a salvare Naruto! Vero! Grazie della statua :3 comuqneu sai che non so perchè neji è tornato prima? Cioè, effettivaemnte mi è venuto in mente che odvevo scriverlo, però ormai avevo pubblicato! Probabilmente è tornato perchè sono inaspettatamente riusciti a concludere l'affare per tempo...La sfiga (e l'autrice bastarda) ogni tanto fanno sti scherzoni xD

@luminum10: io ogni volta che leggo le tue recensioni mi spancio dal ridere XD hai mai pensato di scrivere fic comiche? Sarebbero dei capolavori! Ovvio che il chappy era triste, sennò non mettevo range "drammatico" :P dai dai, che con l'happy end tutto si risolve! ("stammi bene, ma non troppo" XD XD XD sono morta!!!)
  
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