Certe notti...-parte
seconda
Certe notti la macchina è calda e dove ti porta
lo decide lei.
Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai.
Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei.
Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai.
Il cielo al tramonto era di
mille sfumature che andavano dal violetto al pervinca al rosa.
Ancora non era calato il buio
della notte, ma nonostante questo era possibile vedere i rotondi contorni della
Luna stagliarsi nel cielo, illuminato dagli ormai ultimi raggi del sole.
Viaggiavano da circa tre ore, ma
non sentivano alcuna stanchezza.
E come si poteva del resto, con
un nuovo scenario magnifico che si presentava davanti ai loro occhi ogni volta
che voltavano un angolo?
Dalle spiagge bianchissime della
costa sulla quale si affacciava il loro albergo, erano passati ad una zona di
foresta che terminava in un dirupo roccioso sull’acqua chiara del mare, e
poi alla fine erano giunti nella parte che, a loro parere, era senza dubbio
quella che meritava di più.
Erano arrivati alla barriera
corallina.
Appena trovarono un posto adatto
per poter posteggiare la moto, i due decisero di avventurarsi sulla costa per
poter vedere il tanto famoso ‘Acquario di Allah’.
Infatti, la zona della barriera corallina era rinomata per la grande ricchezza
di flora e fauna che si trovava da quelle parti, ed era possibile vedere le
varie specie di pesci anche al di fuori dell’acqua, così
trasparente e pulita, come un enorme acquario naturale.
Luna ne era veramente entusiasta,
lei era un’appassionata di biologia marina...se non ci fosse stato il
bisogno di nuove forze per combattere Voldemort,
sicuramente si sarebbe dedicata al mare.
Non appena si era tolta il
casco, aveva ravviato i capelli in modo che la leggera brezza che era scesa con
la sera la rinfrescasse dal caldo che aveva provato con il casco addosso.
Poi aveva afferrato la mano di
Ron e con una corsa veloce era giunta proprio davanti all’inizio della
barriera. Aveva tirato fuori la bacchetta e stava per fare un incantesimo
quando fu bloccata dal braccio di Ron.
-Luna, ma che stai facendo? Qui
non si possono fare incantesimi, è zona protetta!-
Effettivamente era vero, e chi
più di Ronald-sono-il-senso-civico-vivente-Weasley
poteva sapere certe cose?!
Ma intanto quell’incantesimo
era necessario per poter vedere l’acquario.
-Vedi Ron, noi non possiamo
camminare sui coralli con questi- aveva detto indicando i sandali che i due
portavano ai piedi –perché rischieremmo di farci male e le ferite
di corallo sono molto dolorose, e soprattutto antiestetiche!-
Il ragazzo a questa sua ultima
precisazione, alzò le sopracciglia dubbioso, in realtà non gli
importava della bellezza estetica dei suoi piedi.
-Dobbiamo trasfigurare i nostri
sandali in scarpe da ginnastica...o non potremo vedere i pesci, e io ci tengo
così tanto...non è una magia così potente...no?- chiese
Luna, facendo gli occhi dolci.
Ron parve rifletterci un attimo,
guardando prima lei, poi la scogliera.
-E va bene- disse alla fine
–Ma l’incantesimo lo facciamo là dietro, che è
più riparato- aggiunse poi.
Luna era raggiante. Gli
saltò al collo stampandogli un enorme bacio sulla guancia prima di
fondarsi dietro un cespuglio poco lontano a trasfigurarsi le scarpe,
lasciandolo con il volto in fiamme.
Dire che ne era valsa la pena di
fare tutta quella strada, e poi inerpicarsi sulla barriera corallina con il
rischio di cadere in acqua da un momento all’altro, per vedere quello
spettacolo era davvero troppo poco.
Ron non aveva assolutamente idea
di quanti pesci avessero visto da quando erano arrivati lì, ma poteva
affermare con assoluta certezza di non averne mai visto uno uguale ad un altro.
Avevano tutti dei colori sgargianti davvero stupendi, con le pinne e le code
velate di svariate forme e misure.
L’aveva trovato
spettacolare.
E non era nemmeno un grande
appassionato!
Invece Luna, che letteralmente
andava pazza per tutto quello che si legava alla natura, era totalmente in
estasi. Per tutto il tempo che erano rimasti lì non aveva chiuso per un
istante la bocca, che aveva spalancato fin dal primo istante dalla meraviglia.
Era per questo che erano rimasti
lì, perché Ron proprio non se la sentiva di doverle dire che
avrebbero dovuto andare via, le avrebbe dato solo un dispiacere...preferiva di
gran lunga vedere sul suo bel volto un’espressione felice come quella che
la ragazza aveva proprio in quel momento.
Se solo ripensava al rischio che
avevano corso tutti loro di non rivederla più...no, non se la sentiva
proprio di negarle una cosa simile.
Era per questo che erano rimasti
lì per svariato tempo, Ron non aveva l’orologio ma aveva giudicato
che fossero trascorse almeno un paio d’ore, dato che il cielo si era
improvvisamente inscurito ed il sole aveva lasciato campo libero ad una bella luna
piena. Anche il cielo era uno spettacolo mozzafiato tanto quanto l’acqua,
perché la luna in quel preciso istante si era colorata di un arancio
acceso che era insolito vedere nel solito grigiore londinese. Era un peccato
che però qualche nuvola dispettosa avesse deciso di oscurarla proprio in
quel momento.
Rimasero lì, seduti su
uno scoglio, per almeno un’altra ora, a guardare le alghe dai mille
colori ed i pesciolini di tutte le forme e dimensioni. E solo quando sulla
superficie dell’acqua incominciarono
a descriversi dei cerchi concentrici si resero conto di ciò che stava
succedendo intorno a loro.
Pioveva.
E dai nuvolosi scuri in cielo
non c’era da prevedere nulla di buono.
Ron prese Luna tra le sue braccia cercando di farla
bagnare il meno possibile, e si diressero di corsa verso la moto.
Non sapevano dove andare,
l’unica loro speranza era di trovare una casa, un albergo o qualcosa di
simile in cui trovare riparo. Inutile dire che, se per tutto il loro viaggio
non avevano incontrato nemmeno un’abitazione, perché avrebbero
dovuto trovarla proprio adesso?
Quando ormai stava diluviando, i
fari della moto illuminarono una parete rocciosa, nella quale sembrava scavata
dall’acqua nei periodi di alta marea, una grande caverna.
Non avendo altre
possibilità di riparo, Ron decise che la cosa migliore da fare fosse
aspettare che spiovesse al riparo nella caverna, sperando vivamente che giusto
quella notte non venisse l’alta marea.
Quando scesero dalla moto,
entrambi erano zuppi d’acqua. Soprattutto Luna, che lo guardava fradicia
ed infreddolita, i capelli appiccicati sulla fronte e le labbra violacee per il
freddo.
Il ragazzo rimase per un attimo
intenerito da questa visione, poi infilò velocemente una mano in tasca e
prese la sua bacchetta. Con un sol colpo i due ragazzi erano asciutti come
prima, e la caverna era illuminata da un fuocherello
scoppiettante attorno al quale aveva fatto apparire, sotto suggerimento di
Luna, delle coperte e dei cuscini, per passare la notte in comodità.
Ron e Luna erano sdraiati uno
accanto all’altro sulle coperte accanto al fuoco.
Fuori stava ancora piovendo.
La ragazza aveva lo sguardo
fisso sul fuoco scoppiettante dinnanzi a loro. Ron lo ravvivò
leggermente con un colpo di bacchetta e poi si mise comodo in quel letto di
fortuna.
Ancora una volta non
riuscì ad impedirsi di guardare la sua compagna di avventure. Quella
ragazza di avventure ne aveva vissute proprio tante...l’ultima, la
più brutta, le era quasi costata la vita, ed era stata tutta colpa sua,
di Ron...lo ricordava ancora come se fosse successo il giorno prima
anziché quasi due anni fa...
-Cosa vuoi fare?- una domanda preoccupata, poche parole che rimasero
sospese nell’aria fredda di una notte di marzo
Un rumore di passi affrettati alle sue spalle e poi una mano si serra
attorno al suo polso, è una stretta forte, forte come lei.
-Che cosa vuoi fare, Ron?- gli rivolse di nuovo quella domanda, con un
pizzico di ansia nella voce.
Ma lui continuava a darle le spalle, non poteva la sua espressione,
perché se avesse potuto vederla non avrebbe rivolto quella stupida
domanda.
-Vado a vendicare mio padre- la sua voce era solo un rantolo di rabbia
represse, e di dolore che aveva più volte sfogato con lacrime amare.
-Non puoi! Non è il nostro compito, noi dobbiamo restare,
ricordi? Possiamo intervenire solo se ci arriva il segnale- stavolta il suo
tono di voce era saccente, come solo lei riusciva a farlo.
Mentre la rabbia montava sempre più, il ragazzo si girò
per fronteggiare la compagna, che non appena vide la sua espressione si spaventò,
allentando la presa.
-Tu non capisci, Hermione. Quei bastardi hanno ucciso mio padre, non
posso restare qui a non fare niente mentre loro uccidono i padri di altre
persone!- e con un gesto rabbioso si liberò il braccio dalla stretta di
Hermione e si allontanò velocemente. Si stupì vedendo che la
ragazza non aveva insistito ancora.
E poi sentì un tocco leggero sulla spalla. Allora non aveva
finito di fargli la paternale!
Ma rimase stupito vedendo che di fronte a lui non c’era la testa
cespugliosa di Hermione, ma il viso delicato di Luna.
-Io so cosa provi...e verrò con te- disse in poco più di
un sussurro, prima di prendergli la mano ed insieme smaterializzarsi sul campo
di battaglia.
Era talmente accecato dalla brama di vendetta che il pensiero che portare
Luna con sé potesse essere rischioso non l’aveva neppure
sfiorato...eppure avrebbe dovuto dato che erano ancora solo delle reclute.
Aveva combattuto con tutto sé stesso, aveva lottato contro gli
assassini del suo steso padre, e aveva vinto. Sfinito, si era voltato a cercare
la sua compagna e il sorriso sulle
sue labbra era morto sul colpo non appena l’aveva vista riversa per terra
priva di sensi.
L’aveva portata di corsa al San Mungo, le sue condizioni erano
critiche, non si sapeva che fattura l’avesse colpita.
I mille rimproveri di Harry, le lacrime di Ginny e i suoi sensi di
colpa non erano serviti a nulla. Solo Hermione era stata l’unica a darsi
una mossa, ed alla fine in un vecchio libro polveroso aveva trovato la controfattura.
Grazie a lei, Luna aveva aperto gli occhi circa un mese dopo, senza
gravi danni se non quelli psicologici.
Ma lei era stata forte...
Lei era forte, e si era ripresa
in fretta...e non gli aveva mai fatto pesare nulla, anche se, lo sapevano
tutti, la colpa di tutto quello era solamente sua.
-Perché mi guardi?- la
voce della ragazza lo riscosse da quei ricordi dolorosi e tristi.
-Così...stavo pensando-
rispose lui, rivolgendo il suo sguardo cristallino verso il fuoco.
Stavolta fu il turno della
ragazza a fissarlo. Quando pensava assumeva un’espressione così
seria, lo faceva sembrare più vecchio di almeno dieci anni. Niente a che
vedere con la sua solita espressione spensierata, che le piaceva tanto.
-Pensavi a me?- chiese poi,
sfacciatamente, sorridendo.
Lui fece un sorrisino divertito,
quella ragazza non provava mai imbarazzo?
-Anche...- rispose vago,
lanciandole un’occhiata curiosa, alla quale lei rispose con una parecchio
maliziosa.
Con gesti lenti la ragazza si
avvicinò a lui, sistemando meglio i cuscini dietro di loro, e poi
coprendo entrambi con una grande coperta di patchwork. Tutto sotto lo sguardo incuriosito del rosso.
-E a cosa pensavi, se è
lecito sapere?- chiese poi, stringendosi sotto la coperta per riscaldarsi, la
temperatura fuori era scesa parecchio.
Ci furono alcuni attimi di
silenzio, durante i quali il ragazzo meditò se raccontarle una balla
oppure dirle la verità.
Alla fine scelse per la seconda.
-Stavo pensando che per colpa
mia hai rischiato di morire. Anche adesso siamo qui, ma se succedesse qualcosa,
sarebbe sempre colpa mia...-
La ragazza lo fissò
stupita. Non riusciva a capire perché, dopo anni ormai, tirava fuori
quella vecchia storia, che, volente o nolente, le aveva cambiato la vita.
Incredibile ma vero, loro non ne avevano mai parlato; quando si era svegliata
dal coma, non c’erano state bisogno di parole, gli aveva sorriso e
basta...non lo aveva mai incolpato di nulla, perché era stata una sua
scelta quella di seguirlo, e ne avrebbe pianto le conseguenze così
com’era...da sola.
-Ronald...non è stata colpa
tua, forse ho sbagliato a non dirtelo mai, in realtà non ce
n’è mai stata l’occasione, ma io non ti do nessuna colpa per
ciò che è successo- disse lentamente, con voce ferma.
-E invece dovresti! Ti ho
portato con me senza neanche pensare al pericolo che potevi correre...e ho
rischiato di perderti...-
Le sue parole riecheggiarono
all’interno della caverna, e all’interno della testa di Luna. Lui
aveva rischiato di perderla...era la cosa più bella che le avesse mai
detto.
Commossa, si mosse di scatto
abbracciandolo stretto stretto, e stupendosi poi
vedendo che anche lui, dopo un primo momento di imbarazzo, la stava stringendo
a sé.
-Tu non mi perderai mai, Ron!-
disse poi, staccandosi un poco da lui in modo da poter guardare il suo
bellissimo viso.
-Non mi perderai mai...-
Furono le ultime parole che Ron
sentì prima di vedere il volto di Luna, incredibilmente bello con gli
occhi socchiusi e quell’espressione
appassionata, avvicinarsi pericolosamente al suo e sentirla sfiorargli
delicatamente le labbra con le sue.
~
Certe notti sei solo più allegro,
più ingordo, più ingenuo e coglione che
puoi
quelle notti son proprio quel vizio che non voglio
smettere, smettere, mai.
Sentiva incredibilmente caldo
con quella camicia scura che gli fasciava il busto.
Non sapeva esattamente se fosse
a causa dell’ambiente chiuso, dei numerosi drink che aveva bevuto, o
della vicinanza di tutte quelle Veneri Nere, sapeva solo che sentiva
incredibilmente caldo.
Si riavviò i capelli,
scostandoli dalla fronte.
Come la ragazza le aveva
preannunciato la mattina, quella sera si erano incontrati in discoteca. Dopo,
aveva scoperto che non erano stati gli unici ad avere avuto quella idea,
perché la Granger e la Weasley avevano fatto
il loro ingresso nell’ambiente nebuloso del locale, scortate da Potter e Nott.
Aveva la netta sensazione che
non fossero lì propriamente per caso, ma che vi fosse lo zampino di una
certa gatta dal pelo fulvo...
In ogni caso i quattro non si
erano avvicinati a salutare, ma si erano seduti al banco, dove avevano iniziato
a bere un drink dietro l’altro. Per un attimo Draco ebbe il timore che
potessero ubriacarsi, ma non perché gli importasse della loro salute, ma
perché poi sarebbe stato costretto ad abbandonare tutte le ragazze che
gli stavano intorno per accompagnare quei bambocci in albergo, magari con il
rischio che gli vomitassero sulle sue preziose scarpe firmate Dolce &
Babbana.
Si guardò attorno,
rivolgendo un sorriso seducente alla ragazza alla sua destra, come aveva detto Raya che si chiamava? Non lo ricordava, ma non era
importante, in fondo.
-Allora, che cosa fate di solito
qui?- chiese alla ragazza, che si sciolse in un sorriso altrettanto seducente
prima di rispondergli.
-Niente di speciale...aspettiamo
qualche bel turista che ci faccia divertire!-
-E che magari ci offra un
drink...- disse un’altra, guardandolo al di sopra dell’orlo del suo
bicchiere vuoto.
Quella ragazza, dovette ammettere Draco, era molto
furba. Con un gesto elegante attirò l’attenzione del cameriere,
dicendogli di riempire i bicchieri di tutte le sue ospiti per la sesta o
settima volta.
E come tutte le volte precedenti, il ragazzo dalla
carnagione scura si era avvicinato e, riempiendo i veri bicchieri, aveva
lanciato occhiate molto significative a Raya.
Quell’atteggiamento lo
stava infastidendo alquanto, ma come si permetteva quel galletto di toccare le
prede di Draco Malfoy! Ma chi si credeva di essere?! Certamente avrebbe pagato
cara questa mancanza di rispetto quando avrebbe visto la sua mancia
inesistente.
Gli rivolse un’occhiata gelida, prima di chinarsi
verso il collo di Raya, per parlarle in modo che
potesse sentirla solo lei.
-Potrei essere geloso di quel cameriere, sai?- disse,
sfiorandole volontariamente l’orecchio con le labbra.
La ragazza gli sorrise, prima di prendere un altro sorso
dal suo bicchiere, ricolmo di uno strano liquido violetto.
-Ti va di ballare?- gli chiese allora una ragazza dal
volto paffuto, davvero molto affascinante.
Il ragazzo valutò la proposta e lanciò
un’occhiata alla pista da ballo, non gli piaceva il contatto fisico con
bestioni tutti sudati e puzzolenti.
E fu allora che si accorse che la pista era praticamente
vuota, tranne che per una piccola folla tutta ammassata in un angolo della
pista.
Gli ci volle qualche secondo per capire la motivazione
di tutto quello. Al centro di quella massa di persone c’erano due
ragazze, entrambe dalla corporatura minuta e snella, che si dimenavano in modo
sensuale attirando tutta la popolazione maschile presente sull’isola.
Una indossava un corto abitino di pelle nera che si
alzava sempre più ad ogni suo movimento ed i capelli rosso fuoco che le
scendevano sulle spalle, in modo selvaggio.
L’altra indossava una maglietta estremamente
scollata e dei jeans particolarmente attillati a fasciarle le gambe tornite, i
capelli castani resi lisci per l’occasione.
Un sorriso gli si dipinse sulle labbra, non immaginava
che le ragazze avessero l’attitudine a mettersi in mostra.
Distolse lo sguardo, bevendo un sorso della sua Tequila.
In quel momento Raya si
avvicinò alla sua spalla, indicandogli la pista.
-Ehy, ma quella non è
la tua amica rossa? Sta ballando con Harry Potter!-
A sentire quel nome tutte le ragazze incominciarono a
starnazzare sul famoso Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, il prescelto,
colui che aveva vinto Lord Voldemort, bla bla bla...
La reazione del ragazzo biondo invece fu ben diversa,
per poco non rischiò di soffocare per un sorso di liquore andatogli di
traverso, mentre una strana fitta alla stomaco lo infastidiva parecchio.
Con un’occhiata gelida zittì tutte le
ragazze e poi si voltò verso la pista, dove una Ginevra Weasley
visibilmente ubriaca ballava avvinghiata a Potter. Anzi, poteva ben dire che si
stava aggrappando a lui per non cadere per terra. Doveva aver bevuto come un Palomino di Madame Maxime per essersi
ridotta in quel modo, perché quella ragazza lo reggeva eccome
l’alcool.
Evidentemente comunque, anche Potter doveva essersi
accorto che la sua compagna non si reggeva più in piedi, perché
la stava abilmente portando fuori dal locale.
-Draco?- la ragazza che prima l’aveva invitato a
ballare l’aveva chiamato, sfiorandogli un braccio.
Il ragazzo si riscosse dalla momentanea distrazione e le
rivolse un’occhiata gelida.
-Allora andiamo a ballare?- chiese lei cercando di
sedurlo.
-Stasera non mi va- rispose freddo lui, scolando il
contenuto del suo bicchiere in un sol sorso.
La ragazza ci rimase un po’ male, e, con la scusa
di andare un attimo alla toilette si allontanò dal tavolo, sparendo.
In altre occasioni avrebbe anche potuto sentirsi offeso
per una tale mancanza di rispetto, ma al momento non gli interessava affatto.
Si alzò rapidamente dal tavolo lanciando alcune
monete d’oro che sarebbero servite per pagare il conto di quella sera, e,
letteralmente infuriato, si avviò anche lui verso l’uscita del
locale.
E si
può restare soli, certe notti qui, che chi s'accontenta gode,
così, così.
Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o
poi.
Continua...(?)
Ciao a tutti!!
Come vedete alla fine sono riuscita ad aggiornare, anche
se con la scuola diventa sempre più difficile!
Allora che mi dite? Vi è piaciuto questo
capitolo? Pensate che dovrei continuare?
Fatemi sapere, perché con la scuola, non mi va di
portare avanti una storia che non vale niente!! Per cui aspetto di sapere le
vostre risposte e poi deciderò di conseguenza se continuare o meno.
Per chi non lo avesse capito, le parole in corsivo sono
della canzone ‘Certe Notti’ di Ligabue.
Ringrazio per le recensioni:
Gea_Kristh: Ciao! Come vedi in fondo Draco non
è poi tanto deficiente, alla fine si è accorto di Ginny...e
c’è anche rimasto parecchio maluccio, povero caro! Vedremo nel
prossimo chap., se mai ci sarà, come
andrà a finire tra Ginny ed il suo fusto misterioso, ed anche con Draco!
Grazie per la recensione!! Baci^^
Myu!!: Davvero ti piace il personaggio di Luna?
Questo capitolo è dedicato un po’ a lei e alla sua storia...cmq tranquilla, neanch’io
amo le Luna/Ron...e non dico nient’altro!! Grazie per la recensione!!Fammi
sapere!! Baci
Izumi: Mi sento una cretina a risponderti
alla recensione, quando so che domani ci vedremo in classe, cmq...ke le tue recensioni mi fanno morire dalle risate te
l’ho già detto!! E ti ho anche detto che per quanto cercherai di
farmi il lavaggio del cervello, non farò morire Raya!!
Almeno non per adesso...^_^!! Sull’incontro di box però ne
possiamo parlare...Grazie mille per la recensione!!!
StefyGranger: Ciao Stefy!!
Come va con la scuola? Spero bene! No, non sono pazza, solo in questo periodo
ho totalmente la testa altrove per cui i capitoli non mi entusiasmano come
dovrebbero...cmq sono contenta che tu abbia notato
questo dettaglio per noi importantissimo della storia! Grazie per la recensione
^_^!! Baci!
Acchan: Ciao! Sono contenta che alla fine il chap. sia piaciuto, non hai idea di quanto mi solleva
saperlo!! Mi fa piacere anche che ti sia piaciuto l’abbinamento con la
canzone di Ligabue, che secondo me si adattava
benissimo a tutte le situazioni raccontate!! Grazie mille e fammi sapere la tua
opinione!! Baci^^
Ragazze non avete idea di quanto mi rendete felice con
le vostre opinioni!! Grazie mille!!
Ed un grazie anche tutti quelli che hanno letto la
storia!!
Mi raccomando fatemi sapere!
Baci,
Hermia