A
volte le apparenze ingannano.
“Non è male stare qui…è così rilassante…” sussurra Alexis chiudendo gli occhi. Cameron
l’ha portata sul terrazzo della scuola. Non c’è mai salita dato che il preside
l’ha severamente vietato, e non sa come lui possieda
le chiavi. Molto probabilmente le avranno anche i tre.
“Ci vieni spesso qui?” gli domanda alzandosi sui gomiti e
guardando il ragazzo sdraiato accanto a lei. Sorride portandosi le mani sotto
la testa per stare più comodo “si, c’è una pace innaturale.”
“Ma scusa, Davis
e gli altri non fanno macello? Almeno così mi è sembrato.” Considerando che il
primo è l’allegria in persona poi…insomma non
dovrebbero starsene zitti zitti in un angoletto.
Apre gli occhi, posando lo sguardo su di lei “Loro non sanno
niente, questo è il mio rifugio segreto.”
La ragazza resta un momento a fissarlo stupita. Rifugio
segreto? Allora perché ce l’ha portata? Non vorrà mica… Lo
guarda spaventata, al che il ragazzo scoppia in una
fragorosa risata “Sta tranquilla! Non ho cattive intenzioni!”
Arrossisce imbarazzata da quella situazione, da quel
pensiero…possibile che debba farsi tutti quei filmini?
“A-allora perché mi hai portata qui?” balbetta
guardando il pavimento. Tò! Non mi ero mai accorta che le mattonelle avessero quella venatura
rossastra….
“Non lo so, è uno dei tanti misteri che resteranno
irrisolti.” Risponde fissando le nuvole. Lo ha detto
con una voce così seria e priva di sentimento, che Alexis
stenta a credere che sia uscita da lui.
Ormai è da una ventina di minuti che sono fuori, i
professori saranno neri, per di più se avranno mandato qualcuno a cercarli
neanche li avranno di certo trovati dato il posto in
cui si trovano.
“Cameron forse è meglio
rientrare…” si alza in piedi pulendosi i pantaloni e la felpa dalla polvere. Il
ragazzo sospira deluso “Non voglio…” risponde mettendo
il broncio “restiamo un altro po’ mamma…”
Alexis inizia a ridere “Avanti
figliolo.” Gli porge una mano per alzarsi, quando il ragazzo l’afferra e la
tira giù. Le manca un battito, quando realizza di trovarsi tra le sue braccia.
Le fa poggiare la testa sul suo petto, sghignazzando “Mi spiace, ma preferisco
restare qui.” Il fatto che sia così tesa lo fa
sorridere “Dai, rilassati, è un abbraccio tra amici.” Ma la ragazza non risponde, troppo imbarazzata per farlo. Aiuto! Non riesco a
muovermi! Il mio corpo non vuole! Qualcuno mi scolli!
Quando il ragazzo posa lo sguardo su di lei, nota dei strani segni sulla sua pelle. Lentamente sposta la mano
sul suo fianco, e le alza leggermente la felpa, quanto basta
per poter vedere bene. Sono
dei lividi…
Alexis si accorge dello sguardo
strano del ragazzo, e lo segue. Quando vede che sta guardando i suoi lividi,
sbianca visibilmente e si alza i piedi di scatto “Devo andare in classe.” Riferisce voltandosi e dirigendosi verso la porta. Ma Cameron la afferra per un polso facendola girare “Cosa sono quei lividi?!”
La ragazza ha le lacrime agli occhi “Nulla, non sono nulla.” Cerca di liberarsi, ma il ragazzo la sta fissando
preoccupato. “Potresti lasciarmi andare?” domanda a denti stretti.
Come risvegliatosi da un brutto sogno, allenta la presa sino
a liberarla definitivamente.
Alexis corre via non prima di
avergli lanciato un ultimo sguardo sofferente.
Alla fine delle lezioni, Davis raggiunge Alexis “Ehi! Che ne dici di venire in pizzeria con noi?”
La ragazza abbassa lo sguardo tristemente “Scusami, ma non
mi sembra il caso…”
“Perché?” domanda incuriosito il
ragazzo posando lo zaino a terra “E’ forse successo qualcosa?”
“N-no…” mormora la ragazza. Evidentemente Cameron non gli ha detto niente. Meglio così… Sta
per andarsene quando gli altri li raggiungono.
“Alexis dove vai? Non vieni con
noi?” domanda Samuel avvicinandosi. “Peccato che Cameron
non possa venire.” Esclama seccato Christian “Ha detto che ha da fare!”
“Allora vieni?” le domanda
nuovamente Davis sorridendo.
“…Si!” sponde infine la ragazza sorridendo. Se Cameron non ci sarà, potrà
stare tranquilla. E’ brutto da pensare, ma adesso è così.
Dopo aver trascorso un intero pomeriggio insieme, Alexis viene chiamata dal suo
dovere di tornare a casa. Le dispiace, ma può ritenersi soddisfatta dato che si
è divertita molto.
Per esempio non era mai stata al bowling, e si è scoperta una frana… Così come non era mai stata in sala giochi,
scoprendosi un asso nelle corse con le moto, tanto da aver vinto una decina di
volte contro Davis…
Mentre percorre la strada di casa,
inizia a piovere molto forte. Per non bagnarsi troppo inizia a correre facendo attenzione a non scivolare. Arrivata al portone,
nota qualcuno appoggiato contro il muro. Quando la
vede, la persona si sposta, finendo sotto la luce.
Cameron…
“Meno male, l’indirizzo che mi hanno dato è gusto.” Mormora strofinandosi le mani per il freddo. E’ tutto bagnato, deve essere stato per tutto questo tempo
sotto la pioggia…
Alexis si avvicina “Che ci fai
qui?”
“Volevo vederti.” Si avvicina “Vorrei
sapere cosa ti succede…”
“Non puoi…” sussurra la ragazza con le lacrime agli occhi.
“Non puoi aiutarmi…io non ho nessuno oltre a mio padre.”
“E’ lui che ti fa del male?” le accarezza dolcemente una
guancia.
Annuisce con la testa. Non sa cosa fare, è riuscita per
tutto questo tempo a nasconderlo, ed ora l’hanno scoperta.
“Posso aiutarti?” continua il ragazzo usando sempre un tono
di voce molto dolce.
“…si…” risponde la ragazza iniziando a piangere.
Cameron la abbraccia
impulsivamente, ma Alexis lo allontana di scatto “Sei
tutto bagnato…”
Il ragazzo sbuffa offeso “Guarda che anche tu lo sei.”
Sorride “che ne dici di salire un momento così ti puoi
asciugare?”
“Grazie.”
La casa non è molto grande, ma si può definire confortevole
ed accogliente. Ci sono una cucina, due camere da letto ,un
piccolo saloncino ed
un bagno.
“Accomodati pure…” mormora imbarazzata. E’ la prima volta che
invito un ragazzo a casa mia…se mio padre venisse a saperlo
mi ucciderebbe…
“Tuo padre non c’è?” domanda Cameron
togliendosi la giacchetta.
“No…è a lavoro…torna stasera.”
Risponde Alexis cercando degli asciugamani.
“Ti dispiace se tolgo questa?” indica il ragazzo tirando la
maglietta.
“No no…fai pure.” Gli porge un asciugamano imbarazzata “tieni…”
“Thank you!”
sorride prendendo l’asciugamano e iniziando a strofinarsi i capelli. Alexis rimane imbambolata a guardarlo, è
proprio bello. Sta per chiedergli se ha bisogno di qualcosa, quando Cameron la trascina verso di se, e la bacia.
Non ha il tempo di realizzare, che sente la porta chiudersi.
Si gira di scatto e si trova il padre che la guarda furibondo. A guardarlo lo si definirebbe una persona tranquilla, vestito di giacca
e cravatta con una valigetta “Alexis, chi è questo
ragazzo?” domanda buttando a terra la valigetta.
La figlia non riesce a rispondergli per quanto è
terrorizzata, dovrebbe essere ancora a lavoro, e Cameron per tranquillizzarla la prende per mano.
L’uomo vedendolo inizia a gridare “Fuori da
casa mia! Come osi approfittarti di mia figlia?! Lei è
mia!”
“Con tutto rispetto signore, penso che la sua reazione sia
esagerata…” risponde calmo il ragazzo continuando a
stringere la mano tremante della ragazza.
L’uomo prende i vestiti del ragazzo gettandoli fuori dalla porta “Vattene!”
“No papà!” grida disperata Alexis parandosi di fronte a Cameron
“Non stavamo facendo nulla di male! Lui non centra niente!”
“Sta zitta Alexis!” ringhia il
padre.
Cameron la fa spostare “Lascia
stare, non voglio farti passare brutti guai.”
Il padre aspetta impaziente che il ragazzo esca, quando
inaspettatamente Alexis prende
per mano il ragazzo, e lo porta nella sua camera chiudendo a chiave. Il padre
si precipita alla porta, sbattendole i pugni contro, ma
inutilmente, la ragazza non aprirà.
“Alexis che diavolo ti preso?!” le domanda
allarmato Cameron.
“Non preoccuparti, non farà nulla.” Sentendo che il padre si
è allontanato “Sa che non può chiamare la polizia, altrimenti potrei
denunciarlo o cosa peggiore noterebbero i lividi che
mi procura.”