2. EYES
(Keane,
Your Eyes Open)
It's a long time since your
heart was frozen
Morning comes and you
don't want to know me anymore
For a moment your eyes
open and you know
All the things I ever
wanted you to know
Non c'è niente da fare.
Stavolta no.
Ho davanti a me Edward. Sbatto gli occhi più volte, per
abituarmi al fatto di essermelo trovato lì, davanti alla mia
porta, senza preavviso.
Proprio così: Edward, il mio ex-ragazzo nonché
vampiro che mi aveva lasciata mesi fa per non mettermi più
in pericolo. In realtà, mi aveva detto che non mi amava
più e forse anche questo era vero. Ma, da quello che era
appena successo con Jasper il giorno del mio compleanno, ho sempre
sospettato che ci fosse stato dell’altro.
Comunque, lui è qui di fronte a me, ora; e al mio stupore
nel rivederlo se ne aggiunge un altro più intenso,
perché finalmente, non appena apre bocca, inizia a dirmi una
per una tutte le cose che avrei sempre voluto sentirmi dire da lui.
Dice che è tornato; e già questo dovrebbe bastare
per farmi sciogliere sul pavimento, per perdonarlo. Una volta, almeno,
sarebbe bastato. E invece, tutto ciò che sento adesso
è un leggero brivido di freddo.
Distolgo gli occhi per un attimo e vedo una Golf parcheggiata fuori dal
cancello di casa mia; per un secondo incrocio lo sguardo preoccupato di
Jake, che mi sta aspettando. Avevamo programmato di fare un giro, io e
lui. Gli faccio un cenno appena percettibile con la testa per
rincuorarlo e per chiedergli di rimanere lì
dov’è e lui sembra capire.
Rivolgo allora la mia attenzione ad Edward, che mi sta spiegando come
Alice abbia visto il mio tuffo dallo scoglio, ma inizialmente non gli
abbia detto niente, volendo prima sincerarsi che io stessi bene. Per
fare questo, il giorno dopo, quando Jake mi ha lasciato sola, si
è sforzata di dare un’occhiata ad alcune decisioni
di Charlie che mi riguardavano. Solo allora, convinta che non ci fosse
niente di cui preoccuparsi e spossata da tutte quelle ore in cui
credeva nella possibilità di avermi persa, ne ha parlato con
Edward.
Che adesso mi sta dicendo che ha capito di non poter vivere senza me.
Che in quei pochissimi secondi, mentre Alice gli spiegava con cautela
cos'era successo, aveva pensato che potevo essere ferita o peggio, si
era sentito perso. Anzi, peggio.
Era come morto un'altra volta. Mi dice esattamente, parola per parola,
tutto quello che avrei voluto sentirgli dire in tutti questi mesi in
cui non c’era.
Solo che io, quelle stesse parole, non voglio più sentirle,
ormai.
Continua a vomitare un fiume di pensieri ordinati, sentiti, ma lo fa
senza osare toccarmi; mi guarda solo con un'intensità che in
realtà mi fa sentire come se mi stesse abbracciando. Troppo
stretta.
Rimango zitta, concedendogli il tempo per spiegarsi. Concedendogli il
tempo di chiedermi scusa, ad occhi bassi. Concedendogli il tempo di
confessarmi che mi ama ancora. Quello che gli sto nascondendo dietro a
questo mio silenzio istintivo è che è troppo
tardi e se solo guardasse davvero la mia espressione, forse lo
capirebbe.
Ad un tratto però si ferma, smette per un istante di
parlare, lasciandomi il tempo forse per rispondergli.
Quello che non gli dico, prima di scappare via da lui con un sorriso
deciso e luminoso che sono sicura non abbia mai visto prima sul mio
viso, essendo abituato alla espressione ebete che esibivo ogni volta
che mi si avvicinava, è che non ho più bisogno
che mi dica quelle cose.
E' che sono diversa, sono cambiata.
E che sono, finalmente, pronta.
Non so come sia potuto succedere, ma proprio nel momento in cui l'ho
rivisto, dopo tanto dolore e tanto struggimento, proprio quando sarei
dovuta cadere ai suoi piedi ed essere al settimo cielo
contemporaneamente, ho capito tutto.
Nell'esatto istante in cui i suoi occhi hanno trovato i miei, alzandosi
dal pavimento che avevano fissato fino ad allora mentre parlava, ho
visto.
O meglio, non ho visto.
I don't know you, and I don't
want to
‘Till
the moment your eyes open and you know
Nei suoi
bellissimi, magnifici, profondi, liquidi occhi ambrati e
brillanti... non ho visto me stessa.
Ho visto
l'amore che Edward di certo prova per il mio sguardo, quando
è rivolto a lui. Ho capito che Edward è
innamorato dell'effetto che mi fa, è compiaciuto del suo
potere di ridurmi in brandelli ogni volta che, magnanimo, posa su di me
il suo sguardo. E' innamorato del fatto di riuscire a rendermi incapace
di agire e di volere ed in fondo, quindi, è innamorato solo
di se stesso.
Quando,
finalmente, mi sono specchiata nel riflesso dei suoi occhi
suadenti e sinceramente pentiti, non vi ho trovato me stessa. Ho visto
altri due occhi, color cioccolato proprio come i miei, con la stessa
forma dei miei, che però non erano i miei. Erano due occhi
invasi di luce, eppure forse per questo spenti, troppo uniformi,
coperti da quel velo di luce; due occhi senza espressività,
persi in qualcosa di troppo lontano per essere raggiunto.
E quando ho
realizzato che quelle erano davvero le mie iridi,
specchiate nelle sue, mi sono spaventata. E poi, mi sono svegliata.
L'incantesimo si è sciolto.
- Bella, ti
sto offrendo tutto il mio cuore, stavolta. – mi
dice.
Senza
pensarci, sorridendogli luminosa, gli rispondo:
- Scusami, ma
non ho più bisogno di un cuore intero.
Perché
c’è stata una persona che mi
è sempre stata vicina quando avevo bisogno, l'unico che sia
riuscito a tenere insieme i miei pezzi, quando Edward se
n’era andato. Ed evidentemente, mentre cercava di farlo,
è stato il cuore di questa persona a rimetterci.
È stato il suo cuore ad andare in frantumi,
esattamente come il mio era in frantumi per colpa di Edward.
E
l’unica cosa che posso fare ora, l’unica cosa che
voglio, è provare a far incastrare i miei pezzi con i suoi,
per vedere se combacino. E per farlo ho bisogno di un altro cuore
spezzato come il mio, perché di uno intero non saprei cosa
farmene.
Guardo di
nuovo Edward e gli sorrido sicura, senza aver bisogno di una
conferma. Poi, mi metto a correre verso il cancello, verso la Golf e
non mi volto più. Corro verso Jake.
Mentre lo
faccio, mi rendo conto di aver detto solo una frase, da
quando ho aperto la porta e ho visto Edward. Non gli ho nemmeno
spiegato cosa volessero dire quelle poche parole.
Ma non mi
sento in colpa.
Non ho bisogno
di voltarmi per sapere che lui sta ancora fissando la
porta di casa mia, con uno sguardo stupito e confuso come mai
l’ha avuto in vita sua.
Ormai, non ho
più bisogno di voltarmi indietro.
Esco veloce da
quel cancello che Charlie ha voluto costruire a tutti i
costi qualche mese fa e salgo in fretta sulla macchina di Jacob, senza
riuscire a smettere di sorridere. Come per un tacito accordo, lui
accende il motore e parte.
Mentre Jake
guida senza parlare, ho il tempo di riflettere un
po’ e razionalizzare quello che è successo. Quello
che ho finalmente realizzato è che gli occhi di Edward non
hanno mai voluto conoscermi, si sono sempre fermati alla superficie, a
quello che lui voleva vedere di me. Quando poi si sono aperti (ma solo
letteralmente) per guardarmi, hanno permesso ai miei di aprirsi,
stavolta metaforicamente.
E la cosa
strana è che non sento alcun senso di colpa.
In fondo, sono
forse egoista se metto me stessa davanti all'amore, al
suo amore? Sto pensando solo a “Bella” se me ne
vado e lo lascio così, senza una spiegazione?
Sì;
ma forse è ora che io lo faccia. Forse
è ora che diventi egoista.
Mi sono sempre
rimproverata di esserlo, di volere tutto per me, di
volere sia Edward che Jacob, anche sapendo che sarebbe stato
impossibile, anche sapendo che tutti ne avrebbero sofferto. Ma non ero
affatto egoista, ero solo accecata.
Se l'amore che
pensavo di provare non è che finzione, non
è che amore di Edward per se stesso, è un
così grande peccato lasciarselo scivolare tra le dita? E'
così un peccato decidere di volere qualcosa di
più concreto, di più vero?
Non
è colpa di Edward se il suo cuore è stato
congelato tanto tempo fa. Non è nemmeno colpa sua se
è in grado di leggere nella mente di tutti, tranne che nella
mia.
Ma di sicuro
è colpa sua se l'unico momento in cui cerca di
conoscermi è nel buio della notte, quando sono incosciente,
cercando di strappare la verità alle mie mezze frasi dette
nel sonno.
Invece di
chiedere il mio parere. Invece di interessarsi a me, non solo
come se fossi una bambolina fragile, ma come una ragazza, sì
sbadata, sì incredibilmente attira-guai, ma anche molto
più profonda di così. Con tanti altri strati e
complicatezze varie che non riguardano solo "Edward" o, al limite,
“Edward e Bella”.
C'è
qualcuno che dal primo sguardo ha capito tutto questo.
C'è qualcuno che mi ha illuminato, con i suoi occhi, senza
accecarmi. C'è qualcun altro oltre ad Edward che mi permette
di specchiarmi nei suoi occhi.
E quando lo
faccio, neanche lì vedo me stessa.
Vedo una Bella
migliore, cresciuta, combattiva, vedo tutto quello che
vorrei, dovrei, ma soprattutto potrei essere. E che lui mi fa sperare
di poter diventare.
Mi volto verso
di lui e quando anche Jacob si gira verso di me, ritrovo
tutto questo. La sua espressione felice, la sua pelle dorata, i suoi
denti bianchissimi schiusi in un sorriso tutto mio contrastano con il
paesaggio che si intravede dal finestrino, come a fare da sfondo al suo
viso.
Il cielo,
coperto da uno strano cumulo di nuvole violacee, basse e
minacciose, sembra promettere una pioggia rinfrescante, ma per ora
assicura solo un'afa opprimente. Del sole, nemmeno l’ombra,
ma, d’altra parte, ho l’impressione di avere
già vicino a me tutto ciò che mi serve per
riscaldare la mia vita.
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