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Autore: SummerRestlessness    04/08/2010    4 recensioni
Fanfiction prima classificata al concorso "Spicchi di sole - Concorso per racconti brevi (Jacob/Bella)" indetto da Kukiness e Saorio
Edward è tornato dopo aver saputo che Bella si è buttata dal famoso scoglio... Cosa vorrà? Bella sarà in grado di dargli quello che lui le chiederà? E Jacob, starà solo a guardare?
Tre canzoni, tre stati d'animo, tre punti di vista... un solo finale.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Frantumi'
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2. EYES

(Keane, Your Eyes Open)
It's a long time since your heart was frozen
Morning comes and you don't want to know me anymore
For a moment your eyes open and you know
All the things I ever wanted you to know

Non c'è niente da fare.
Stavolta no.

Ho davanti a me Edward. Sbatto gli occhi più volte, per abituarmi al fatto di essermelo trovato lì, davanti alla mia porta, senza preavviso.
Proprio così: Edward, il mio ex-ragazzo nonché vampiro che mi aveva lasciata mesi fa per non mettermi più in pericolo. In realtà, mi aveva detto che non mi amava più e forse anche questo era vero. Ma, da quello che era appena successo con Jasper il giorno del mio compleanno, ho sempre sospettato che ci fosse stato dell’altro.
Comunque, lui è qui di fronte a me, ora; e al mio stupore nel rivederlo se ne aggiunge un altro più intenso, perché finalmente, non appena apre bocca, inizia a dirmi una per una tutte le cose che avrei sempre voluto sentirmi dire da lui.
Dice che è tornato; e già questo dovrebbe bastare per farmi sciogliere sul pavimento, per perdonarlo. Una volta, almeno, sarebbe bastato. E invece, tutto ciò che sento adesso è un leggero brivido di freddo.
Distolgo gli occhi per un attimo e vedo una Golf parcheggiata fuori dal cancello di casa mia; per un secondo incrocio lo sguardo preoccupato di Jake, che mi sta aspettando. Avevamo programmato di fare un giro, io e lui. Gli faccio un cenno appena percettibile con la testa per rincuorarlo e per chiedergli di rimanere lì dov’è e lui sembra capire.
Rivolgo allora la mia attenzione ad Edward, che mi sta spiegando come Alice abbia visto il mio tuffo dallo scoglio, ma inizialmente non gli abbia detto niente, volendo prima sincerarsi che io stessi bene. Per fare questo, il giorno dopo, quando Jake mi ha lasciato sola, si è sforzata di dare un’occhiata ad alcune decisioni di Charlie che mi riguardavano. Solo allora, convinta che non ci fosse niente di cui preoccuparsi e spossata da tutte quelle ore in cui credeva nella possibilità di avermi persa, ne ha parlato con Edward.

Che adesso mi sta dicendo che ha capito di non poter vivere senza me. Che in quei pochissimi secondi, mentre Alice gli spiegava con cautela cos'era successo, aveva pensato che potevo essere ferita o peggio, si era sentito perso. Anzi, peggio.
Era come morto un'altra volta. Mi dice esattamente, parola per parola, tutto quello che avrei voluto sentirgli dire in tutti questi mesi in cui non c’era.
Solo che io, quelle stesse parole, non voglio più sentirle, ormai.
Continua a vomitare un fiume di pensieri ordinati, sentiti, ma lo fa senza osare toccarmi; mi guarda solo con un'intensità che in realtà mi fa sentire come se mi stesse abbracciando. Troppo stretta.

Rimango zitta, concedendogli il tempo per spiegarsi. Concedendogli il tempo di chiedermi scusa, ad occhi bassi. Concedendogli il tempo di confessarmi che mi ama ancora. Quello che gli sto nascondendo dietro a questo mio silenzio istintivo è che è troppo tardi e se solo guardasse davvero la mia espressione, forse lo capirebbe.
Ad un tratto però si ferma, smette per un istante di parlare, lasciandomi il tempo forse per rispondergli.
Quello che non gli dico, prima di scappare via da lui con un sorriso deciso e luminoso che sono sicura non abbia mai visto prima sul mio viso, essendo abituato alla espressione ebete che esibivo ogni volta che mi si avvicinava, è che non ho più bisogno che mi dica quelle cose.
E' che sono diversa, sono cambiata.
E che sono, finalmente, pronta.
Non so come sia potuto succedere, ma proprio nel momento in cui l'ho rivisto, dopo tanto dolore e tanto struggimento, proprio quando sarei dovuta cadere ai suoi piedi ed essere al settimo cielo contemporaneamente, ho capito tutto.
Nell'esatto istante in cui i suoi occhi hanno trovato i miei, alzandosi dal pavimento che avevano fissato fino ad allora mentre parlava, ho visto.

O meglio, non ho visto.

I don't know you, and I don't want to
‘Till the moment your eyes open and you know

Nei suoi bellissimi, magnifici, profondi, liquidi occhi ambrati e brillanti... non ho visto me stessa.
Ho visto l'amore che Edward di certo prova per il mio sguardo, quando è rivolto a lui. Ho capito che Edward è innamorato dell'effetto che mi fa, è compiaciuto del suo potere di ridurmi in brandelli ogni volta che, magnanimo, posa su di me il suo sguardo. E' innamorato del fatto di riuscire a rendermi incapace di agire e di volere ed in fondo, quindi, è innamorato solo di se stesso.
Quando, finalmente, mi sono specchiata nel riflesso dei suoi occhi suadenti e sinceramente pentiti, non vi ho trovato me stessa. Ho visto altri due occhi, color cioccolato proprio come i miei, con la stessa forma dei miei, che però non erano i miei. Erano due occhi invasi di luce, eppure forse per questo spenti, troppo uniformi, coperti da quel velo di luce; due occhi senza espressività, persi in qualcosa di troppo lontano per essere raggiunto.
E quando ho realizzato che quelle erano davvero le mie iridi, specchiate nelle sue, mi sono spaventata. E poi, mi sono svegliata. L'incantesimo si è sciolto.
- Bella, ti sto offrendo tutto il mio cuore, stavolta. – mi dice.
Senza pensarci, sorridendogli luminosa, gli rispondo:
- Scusami, ma non ho più bisogno di un cuore intero.

Perché c’è stata una persona che mi è sempre stata vicina quando avevo bisogno, l'unico che sia riuscito a tenere insieme i miei pezzi, quando Edward se n’era andato. Ed evidentemente, mentre cercava di farlo, è stato il cuore di questa persona a rimetterci. È stato il suo cuore ad andare in frantumi, esattamente come il mio era in frantumi per colpa di Edward.
E l’unica cosa che posso fare ora, l’unica cosa che voglio, è provare a far incastrare i miei pezzi con i suoi, per vedere se combacino. E per farlo ho bisogno di un altro cuore spezzato come il mio, perché di uno intero non saprei cosa farmene.

Guardo di nuovo Edward e gli sorrido sicura, senza aver bisogno di una conferma. Poi, mi metto a correre verso il cancello, verso la Golf e non mi volto più. Corro verso Jake.
Mentre lo faccio, mi rendo conto di aver detto solo una frase, da quando ho aperto la porta e ho visto Edward. Non gli ho nemmeno spiegato cosa volessero dire quelle poche parole.
Ma non mi sento in colpa.
Non ho bisogno di voltarmi per sapere che lui sta ancora fissando la porta di casa mia, con uno sguardo stupito e confuso come mai l’ha avuto in vita sua.
Ormai, non ho più bisogno di voltarmi indietro.
Esco veloce da quel cancello che Charlie ha voluto costruire a tutti i costi qualche mese fa e salgo in fretta sulla macchina di Jacob, senza riuscire a smettere di sorridere. Come per un tacito accordo, lui accende il motore e parte.

Mentre Jake guida senza parlare, ho il tempo di riflettere un po’ e razionalizzare quello che è successo. Quello che ho finalmente realizzato è che gli occhi di Edward non hanno mai voluto conoscermi, si sono sempre fermati alla superficie, a quello che lui voleva vedere di me. Quando poi si sono aperti (ma solo letteralmente) per guardarmi, hanno permesso ai miei di aprirsi, stavolta metaforicamente.

E la cosa strana è che non sento alcun senso di colpa.
In fondo, sono forse egoista se metto me stessa davanti all'amore, al suo amore? Sto pensando solo a “Bella” se me ne vado e lo lascio così, senza una spiegazione?
Sì; ma forse è ora che io lo faccia. Forse è ora che diventi egoista.
Mi sono sempre rimproverata di esserlo, di volere tutto per me, di volere sia Edward che Jacob, anche sapendo che sarebbe stato impossibile, anche sapendo che tutti ne avrebbero sofferto. Ma non ero affatto egoista, ero solo accecata.
Se l'amore che pensavo di provare non è che finzione, non è che amore di Edward per se stesso, è un così grande peccato lasciarselo scivolare tra le dita? E' così un peccato decidere di volere qualcosa di più concreto, di più vero?
Non è colpa di Edward se il suo cuore è stato congelato tanto tempo fa. Non è nemmeno colpa sua se è in grado di leggere nella mente di tutti, tranne che nella mia.
Ma di sicuro è colpa sua se l'unico momento in cui cerca di conoscermi è nel buio della notte, quando sono incosciente, cercando di strappare la verità alle mie mezze frasi dette nel sonno.
Invece di chiedere il mio parere. Invece di interessarsi a me, non solo come se fossi una bambolina fragile, ma come una ragazza, sì sbadata, sì incredibilmente attira-guai, ma anche molto più profonda di così. Con tanti altri strati e complicatezze varie che non riguardano solo "Edward" o, al limite, “Edward e Bella”.

C'è qualcuno che dal primo sguardo ha capito tutto questo. C'è qualcuno che mi ha illuminato, con i suoi occhi, senza accecarmi. C'è qualcun altro oltre ad Edward che mi permette di specchiarmi nei suoi occhi.
E quando lo faccio, neanche lì vedo me stessa.
Vedo una Bella migliore, cresciuta, combattiva, vedo tutto quello che vorrei, dovrei, ma soprattutto potrei essere. E che lui mi fa sperare di poter diventare.
Mi volto verso di lui e quando anche Jacob si gira verso di me, ritrovo tutto questo. La sua espressione felice, la sua pelle dorata, i suoi denti bianchissimi schiusi in un sorriso tutto mio contrastano con il paesaggio che si intravede dal finestrino, come a fare da sfondo al suo viso.
Il cielo, coperto da uno strano cumulo di nuvole violacee, basse e minacciose, sembra promettere una pioggia rinfrescante, ma per ora assicura solo un'afa opprimente. Del sole, nemmeno l’ombra, ma, d’altra parte, ho l’impressione di avere già vicino a me tutto ciò che mi serve per riscaldare la mia vita.
   
 
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