Poteva
essere Ron
.
Fleur era splendida anche col grembiule da cucina e i capelli raccolti
a coda, impegnata nel preparare la cena. Bill, che in teoria avrebbe
dovuto dare una mano, era stato rapito dalla sua espressione
concentrata e la guardava con ammirazione, specialmente da quando lei
aveva aperto la finestra per cambiare aria e il vento le faceva
dondolare la chioma argentata.
Il rumore di una materializzazione perciò lo colse
impreparato, ma allo sguardo allarmato della neo-consorte
afferrò istantaneamente la bacchetta, facendole cenno con la
testa di allontanarsi dalla finestra: c'era l'Incanto Fidelius su Villa
Conchiglia, perciò doveva essere qualcuno di famiglia, ma
era sempre meglio non fidarsi specialmente dal momento che non era
stato avvisato di nessuna visita.
Si affacciò appena per guardare all'esterno e vide una
figura ferma davanti alla casa, con dei brillanti capelli rossi e i
vestiti sbrindellati.
Quasi gli cadde di mano realizzando chi fosse, e corse fuori appena in
tempo per vedere Ron crollare su se stesso come se gli avessero
tagliato le gambe, inginocchiandosi. Si sentì morire al
pensiero che fosse ferito, magari gravemente, ma precipitandosi accanto
a lui vide che non c'era traccia di sangue se non qualche graffio che
non sembrava profondo. I vestiti e i capelli erano ancora zuppi e
appiccicati alla sua pelle ed era visibilmente devastato.
«Bill!» gridò Fleur, raggiungendolo,
«Ron?»
«Cos'è successo?» domandò
lui, col cuore in gola. «Chi...» ma non poteva
continuare, chiedergli se Harry, la loro salvezza, era morto; o magari
Hermione, quella piccola amante dei libri che aveva visto crescere
accanto al suo fratellino. Era impensabile. «Stai
bene?»
«No.» disse Ron con voce rotta. Bill si rese conto
che piangeva e tremava violentemente.
«Vieni qui.» disse dolcemente, aiutandolo a tirarsi
su e spingendolo verso casa, «Fleur, per favore, prenderesti
dei vestiti asciutti e delle coperte? Forse è meglio
accendere il fuoco...»
Ron non parlò per tutta la sera, limitandosi a un secco
“Stanno bene” e poi fissando gli occhi sul fuoco
che crepitava nel caminetto. Non volle toccare cibo, nonostante
navigasse nei vestiti di Bill che un tempo gli erano larghi e
nonostante il pallore spettrale su cui le lentiggini spiccavano come
ferite.
Il pomeriggio del giorno dopo Ron si sedette accanto a lui e gli
raccontò tutto: che aveva viaggiato con i due e che aveva
cominciato a comportarsi male, influenzato anche da qualcosa che non
poteva spiegargli, e che alla fine tutto il risentimento era sfociato
in un litigio definitivo con Harry.
«E me ne sono andato. Ho provato a tornare indietro ma sono
protetti da incantesimi di ogni genere... Li ho persi.»
terminò, con gli occhi lucidi che fissavano una manica della
camicia di Bill.
«Ma... dopo tutto quello che hai fatto, tutto quello che hai
detto... Come hai potuto abbandonare tutto per un litigio?»
domandò Bill, leggermente deluso dal fratello. Si era
aspettato qualcosa di più eroico dopo il modo in cui si era
preparato per tutta l'estate a quel viaggio, come se fosse l'impresa
più pericolosa mai affrontata a memoria d'uomo. Era riuscito
a preoccupare persino Fred e George, per dirla tutta.
«Non lo so.» sussurrò Ron, incontrandone
finalmente gli occhi per un momento.
Bill si irrigidì, perché suo fratello era davvero
distrutto, lì, davanti a lui, col cuore in mano e pronto a
un rimprovero che sentiva di meritare. Non poteva farlo, non poteva
dargli altro peso anche lui.
«Ho fallito.» riprese Ron, «Come
sempre.»
«Tu non hai mai fallito.» lo corresse Bill,
mettendogli una mano sulla spalla. «Ora voglio che resti qui
per Natale, devi rimetterti in sesto. Dopo, se vorrai, tornerai a
cercarli, ma non in queste condizioni.»
«Non mi vorranno più.»
sussurrò Ron.
«Non dire scemenze, sono sicuro che non vedono l'ora di
rivederti!» ribatté lui, sperando di suonare
più sicuro di quanto non si sentisse.
«Cosa dirai alla mamma?» domandò allora
Ron, «Ti prego, non dirgli che sono tornato indietro! Sai
cosa succederebbe!»
«Inventerò una qualche scusa, non
preoccuparti.» lo rassicurò subito,
«Però tu ora devi toccar cibo. Fleur ci
resterà male altrimenti.»
E Ron rimase fino a Natale, costantemente depresso. L'unica cosa che
riuscì a strappargli un sorriso fu quando gli
raccontò che Lupin era tornato da Tonks, poi di nuovo il
buio.
Poi, una mattina, Bill si svegliò con una strana sensazione.
Quando scese in cucina vide un biglietto sul tavolo e seppe che Ron se
n'era andato di nuovo.
Una notte di primavera, mesi dopo, di nuovo sentirono il potente rumore
di materializzazione. Stavolta era più d'uno
però, e Bill si armò di nuovo di bacchetta,
accendendo la luce esterna. Sapeva che l'Incanto reggeva, Kinsgley era
stato lì proprio quella sera.
«AIUTO!» sentì urlare, e Fleur,
stringendosi nella vestaglia, comparve al suo fianco con la bacchetta
in mano. Un istante dopo vide avvicinarsi quattro figure, tre alte e
una piccola abbastanza da poter essere identificata come elfo domestico.
«Chi...»
«Dobby deve andare a salvare Harry Potter, signore! L'amico
rosso mi ha mandato qui con loro! Dobby deve andare!»
esclamò l'elfo con aria terrorizzata, prima di sparire di
nuovo.
Il ragazzo e la ragazza, perché erano solo due ragazzi, si
stringevano l'un l'altro per restare in piedi, e dietro di loro
qualcuno barcollava in avvicinamento.
«Dean Thomas e Luna Lovegood, signore. Lei è uno
dei fratelli di Ron? Loro sono bloccati a villa Malfoy, ci hanno
salvato, ci tenevano chiusi in cantina...»
cominciò il ragazzo, ansimando, mentre la ragazza lo
guardava con occhi spalancati. Bill trasalì, ricordando che
era l'amica di Ginny, la figlia di Xenophilius Lovegood, rapita sul
treno di ritorno da Hogwarts.
«Olivander!» esclamò Bill,
riconoscendolo. Poi tornò a guardare Ron, «Hai
detto che sono bloccati a Villa Malfoy?» domandò,
pensando subito di inviare un patronus all'ordine.
Ma in quel momento si udì nuovamente il rumore della
materializzazione, stavolta più lontano, nella collina
davanti alla casa.
«Devono essere loro!» disse Luna, rallegrandosi.
Un attimo dopo giunse un urlo: «AIUTO! AIUTO!»
«Harry!» gemette Dean.
Bill scattò di corsa, seguito dagli altri.
«Bill!»
La voce di Ron lo raggiunse come una ventata d'aria fresca, ma il
sollievo durò un solo istante. La bacchetta faceva solo una
flebile luce, ma riuscì comunque a scorgere il sangue.
Illuminò il fratello e vide che reggeva Hermione tra le
braccia, lei era priva di conoscenza o forse morta, e lui sembrava sul
punto di svenire.
«Cosa... Come...»
«La porto a casa tua.» disse Ron, barcollando
paurosamente. Bill lo afferrò per un braccio.
«La porto io.»
«No.» disse subito Ron. Sembrava sotto-shock e Bill
ebbe la sensazione che gli sarebbe arrivato un calcio o un morso se
avesse tentato di sfilargliela dalle braccia.
«Ti do una mano.» disse allora Olivander, che non
vedeva evidentemente l'ora di entrare in casa e non sembrava in
condizioni migliori. «Dov'è Harry?»
chiese Dean, poggiando una mano sulla schiena di Ron come per aiutarlo
ad andare dritto.
«Dietro. Indietro. Si stava smaterializzando con
Dobby.» spiegò con voce incerta, guardando fisso
Hermione e poggiandola con delicatezza infinita nel divano appena
entrati. Le sfiorò anche i capelli con una mano e Bill,
distogliendo lo sguardo dal fratello, si rese conto delle condizioni
pietose della povera ragazza: sembrava che l'avessero torturata.
«Storà bene.» disse
Fleur in tono gentile, dopo essersi assicurata con descrizione che ci
fosse ancora battito, poggiandole due dita sul polso senza farsi notare
da Ron.
Non era così che doveva essere. Suo fratello aveva diciotto
anni e in quel momento aveva lo stesso aspettato di un qualsiasi malato
del reparto malattie mentali del san Mungo, mentre la sua migliore
amica giaceva mezzo morta davanti a lui e il suo migliore amico...
Si rese conto che Harry non c'era e corse di nuovo fuori, seguito dalla
moglie, da Luna e da Dean, lasciando Olivander dopo un'occhiata
ammonitrice perché non abbandonasse Ron da solo.
Correndo su per la collina tutti alzarono le bacchette per illuminare
il più possibile la strada, e trovarono Harry che era
accasciato davanti all'elfo, e quest'ultimo aveva un coltello
conficcato in petto.
Poteva essere Ron.
Bill si sentì di nuovo gelare ma si impose la calma,
cercando di decidere cosa fare e proponendo anche a Harry di
seppellirlo davanti alla villa.
Poteva essere Ron.
Poco dopo vide Harry scavare con energia la tomba per Dobby,
così si chiamava l'elfo. Fleur stava curando Hermione che
era ancora svenuta e aveva proibito agli altri di muoversi prima di
aver dato loro un'occhiata più da vicino.
«Mi serve una pala.» disse Ron con voce roca,
fissando l'esterno con aria spenta. Sembrava invecchiato, nonostante
lui fosse il minore. Il piccolo Ron che se la prendeva in modo ridicolo
per qualsiasi cosa, diventando rosso come un peperone e imbronciandosi,
e che ora guardava l'amico scavare una tomba con espressione distaccata
ma con la mano poggiata accanto alla finestra che tremava quanto la
prima volta che era venuto a Villa Conchiglia.
Bill corse a prenderla per non doverlo più guardare.
Cosa avrebbe dovuto dire a sua madre, quando l'avrebbe rivista?
Poteva essere Ron, con un pugnale nel petto. Gryffindor fino
alla fine, per difendere il migliore amico. Nessuna sciocchezza sul
bene superiore, Ron era troppo semplice, troppo onesto
perché gli importasse, solo per Harry.
Bill si chiese se fosse strano quanto temeva l'essere geloso
dell'affetto che il fratello provava per Harry, non aveva del resto mai
preteso da nessuno degli altri che ritenessero lui il modello da
imitare. Eppure avrebbe voluto essere lui quello a cui Ron teneva di
più, anche solo per convincerlo a restare al sicuro.
Ron, Dean ed Harry scavarono la tomba assieme, e poi li raggiunsero,
stringendosi nei mantelli e nei cappotti e aiutando Hermione che si era
svegliata. Fu Luna a chiudere gli occhi di Dobby.
«Ecco.» disse, «Ora è come se
dormisse.»
E poteva essere Ron.
O Ginny.
O Charlie.
O Fred.
O George.
O Percy.
Stupido Percy.
«Ce ne andremo domani.» annunciò Ron
qualche settimana dopo, e sembrava essere tornato il solito Ron. Solo
con una luce diversa negli occhi, la luce che nasceva da avventure che
Bill non riusciva neppure ad immaginare e che forse non avrebbe mai
conosciuto. Dean Thomas aveva poi davvero confermato che Hermione era
stata torturata e che Lastrange parlava di una spada o qualcosa del
genere, ma non sapeva molto, e il folletto Unciunci sembrava avere
qualcosa in mente, qualcosa che preoccupava Bill.
Bill annuì soltanto, perché aveva già
dato a Harry e loro tutti gli avvertimenti che poteva, anche se sapeva
che avrebbe seguito la sua strada.
«Stai attento.» disse solamente, e Ron sorrise come
se avesse detto qualcosa di stupido.
Iniziava a capire come doveva essersi sentito Sirius: impotente e
nervoso. Lui lo nascondeva meglio, ma aveva Fleur dalla sua parte.
«Ehi, Bill.» lo chiamò di nuovo,
«Non alzatevi domattina per salutarci per nessun
motivo.»
«Come sarebbe?» si accigliò lui.
«Vuoi che Fleur sia al sicuro? Allora non alzarti.»
tagliò corto Ron, e Harry, comparso alle sue spalle per
chiamarlo, si fermò un momento e annuì.
«Bill, non so come ring-»
«Non dirlo neanche.» lo interruppe Bill, cercando
di sorridere.
Fleur era felice quanto lui all'idea di non poter scendere neppure a
salutarli un'ultima volta e restò in silenzio
finché non si fu addormentata.
La mattina dopo però erano entrambi sveglissimi e guardavano
il soffitto buio ascoltando i rumori soffocati che venivano dal piano
di sotto.
Quando la porta di casa si chiuse Bill sentì svanire il
briciolo di speranza che era rimasto in lui all'idea di aver Ron al
sicuro.
Poteva essere Ron.
Per un istante solo, che lo fece sentire colpevole per molto tempo,
odiò Harry Potter e il giorno in cui era entrato nelle loro
vite.
Si voltò verso la moglie e le cinse la vita con un braccio,
sicuro che non dormisse. Lei si girò su un fianco e lo
abbracciò subito.
Poteva essere Ron.
E forse lo sarebbe stato.
Come sorella di nove anni maggiore non ho potuto fare a meno di pensare
che se mio fratello prendesse come esempio da imitare un amico e non
calcolasse me forse ne sarei gelosa...
E non dovrebbe essere così cupa, ma si è scritta
da sola. Vabbé.
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