Night as dark as my thoughts
sets the scene for my return
Capitolo cinque: I
committed a lot of mistake in a raining night…
Kyle pov
Guardo l’orologio. Sono le quattro del mattino e
lentamente il locale si appresta a chiudere.
Come al solito lo sfigato di turno addetto a
riportare a casa la ciurma sono io. Torno dal bagno con passo disinvolto
salutando un paio di amici che mi fermano facendomi le congratulazioni per la
band.
Sorrido affabile scambiando un paio di pacche
sulle spalle e poi torno verso il divanetto sul quale, collassato, giace solo Cory a bocca aperta. Lo scuoto con poca grazia fino a che
lui non apre gli occhi e mi guarda interdetto “C-cosa?
Nonna è prestissimo non rompere…”
“Non sono tua nonna razza di pezzo d’asino! Alza
il culo che abbiamo perso Dan e Mark!” dico prendendo il cellulare in mano e
digitando il nome di uno a caso dei miei due chitarristi-teste-di-cazzo.
-Pronto?- Dan mi risponde ridendo come un
ossesso. Perfetto è bello ciucco.
“Coglione io devo rientrare a casa se no mio
padre te lo gestisci te!”
-Ok chiedo a Mark!- ODIO quando Dan dice così,
come se non avesse un cervello, come se la sua intera esistenza dipendesse da
quello che dice Mark. Se quel pezzo di scemo gli dicesse di smettere di respirare
quel altrettanto demente di Dan eseguirebbe lasciandosi morire atrocemente.
Mentre aspetto inizio a battere per terra il piede scazzandomi –Mark dice che
vuole ancora rimanere in giro… e comunque siamo
abbastanza lontani dal locale ormai!-
“Come? Dove cazzo siete?”
-Mmm nei pressi del liceo!-
“E che ci siete andati a fare??”
-Una passeggiata!-
Alzo gli occhi al cielo “come pensate di
tornare?”
-Chiameremo qualcuno!-
Sospiro rassegnato, a quanto pare hanno fatto
come ogni volta… ovvero i cazzi loro “Perfetto allora
ci sentiamo domani… non fate cazzate ok?”
-Ok!- e riattacca.
“Andiamo Cory, ti devo
riportare a Kaint, gli altri due si arrangiano”
Lui mi guarda confuso mentre porto il suo braccio
dietro al mio collo e lo alzo. Barcolliamo un po’ ma almeno riusciamo ad
arrivare al ingresso. Arrivati li stiamo
per uscire quando.
“Sta piovendo davvero forte” constata lui
ridacchiando. Io annuisco. Piove così forte che sembra di aver davanti un muro
di cemento.
“Stanotte è meglio se stai da me” dico facendolo
sedere a terra, su un gradino “non posso rischiare di fare un incidente per via
di questo tempo… chiamo io tua nonna…
anche se sono le quattro del mattino le dico di star tranquilla e che ti
riaccompagnerò domani mattina ok? Tu aspettami qui vado a prendere la macchina”
Lui mi guarda senza capire ovviamente un cazzo.
Perfetto! Corro alla macchina e anche se ci
metto davvero pochissimo ad attraversare il parcheggio mi inzuppo del tutto.
“Grandioso” dico sedendomi al posto di guida con
i capelli che grondano acqua. Mi vibra il telefono in tasca così mi affretto a
rispondere a papà. So che è lui non devo nemmeno leggere il nome sul display
“Pronto papà?”
-Kyle dove sei? Hai visto che tempo fa??-
“Si papà stiamo partendo ora… Ospitiamo Cory ok? Non mi va di andare fino a Kaint”
-Assolutamente non ci vai. Preferisci che venga
a recuperarti io?-
“No non preoccuparti siamo al Pigalle… ci metto dieci minuti ad arrivare a casa”
Lo sento sospirare, in ansia -Ok…
mi raccomando per qualsiasi cosa accosta e chiamami. Vengo a prenderti-
“Non preoccuparti davvero…
arriviamo”
-Guida piano-
Riattacco mettendo in modo e mettendomi davanti
al entrata del locale. Poi riscendo e aiuto Cory a
salire bagnandomi definitivamente.
“Ok vediamo di andare a casa” dico poi facendomi
coraggio e partendo lentamente.
È davvero difficile guidare in queste condizioni…
Per fortuna a quest’ora non c’è praticamente
nessuno sulla strada così arrivo sotto casa mia senza problemi.
Spero che nemmeno Mark e Dan ne abbiano…
Mark Pov.
Tutto gira vorticosamente intorno a me.
Ok ho preso una sbronza storica e non sto
assolutamente capendo nulla.
I fari delle auto sembrano dei grandi occhi
gialli di pesce che mi squadrano con pomposità “Maledetti pesci ma chi vi
credete di essere?” dico sventolando un pugno in aria.
Qualcosa mi trattiene per la maglietta ma non è
un pesce. Dan mi guarda un po’ dubbioso.
Lui ha bevuto decisamente meno di me..
“Makky dai chiamiamo i
nostri che vi vengano a prendere… ormai sono le
quattro e mezzo e piove fortissimo… siamo
completamente bagnati e stiamo rischiando di morire di freddo…”
“E chi vorresti chiamare?” Chiedo io mentre
lentamente riacquisto vagamente lucidità “Mio padre??”
Lui scuote il capo “No! Il mio!”
Ci mettiamo sotto la tettoia della scuola mentre
lui compone il numero di Frank “Ciao papà sono io…
riesci a venire a prendere me e Mark?... oh… non
siete ancora tornati eh… allora sento dalla mamma non
preoccuparti! Ci vediamo domani!” lo vedo riagganciare “Non sono ancora tornati
da New York lui e tuo padre” mi dice componendo un altro numero.
“Staranno per scopare” dico io ridendo e facendo
ridere anche il mio amico.
“Mark sono i nostri padri! Ma che schifo!” si
porta il cellulare al orecchio mentre io mi siedo a terra ormai incapace di
stare in piedi. Dopo un paio di minuti si riporta il cellulare in tasca “Deve
avere il cellulare spento… e il nostro telefono di
casa è momentaneamente fuori uso” mi spiega pratico.
“Perché?”
“Ho rotto il telefono del piano di sopra… e se è a letto di certo non sente quello del piano
di sotto!” mi spiega pratico “Pensava che sia io che papà tornassimo a casa autonomamente… quindi non
si preoccupa…”
“Chiama Tim” gli dico prima di sentirla… la buona vecchia sensazione di nausea da alcool
che mi prepara allo sbocco “Lui sarà sicuramente a casa…
ci viene a prendere con mia mamma…”
Mi alzo in fretta appoggiandomi al corrimano e
vomitando letteralmente anche l’anima.
I capelli blu coloriscono e quel colore che di
solito amo mi cola sul naso, sulla fronte… il collo…
Rischio di vomitarmi sui capelli ma sono troppo
in tempo a sorreggermi per spostarli.
Sento una mano fresca togliermi il ciuffo nero e
blu dalla fronte con un gesto amorevole, e un'altra appoggiarsi delicatamente
sulla mia schiena.
La voce di Dan si fa stranamente calda mentre mi
parla ad un orecchio “Tim ha detto che ora arrivano…
cerca di tenere duro e non collassare… non mi piace
per niente portare in spalla la gente…”
Mi sfugge un sorriso che però viene spazzato via
da un altro conato.
Bene.
La serata più bella della mia vita…
Mi alzo in piedi appoggiandomi con i fianchi a
quel corrimano “Dio sto di merda”
Dan ride mettendosi davanti a me “Ci siamo
ubriacati pesantamente”
Io annuisco chiudendo gli occhi e chinando il
capo in avanti. Non vedo l’ora che mamma mia venga a prendere per mettermi a
letto.
“Ah Mark dimenticavo una cosa”
“Cosa Dan?” chiedo senza nemmeno aprire gli
occhi. Avverto il mio amico appoggiarmi entrambe le mani sulle spalle così
aspetto di sentire la stronzata che mi verrà propinata questa volta. Ma non
arriva niente eccetto qualcosa di morbido e dolce che mi accarezza dolcemente
le labbra.
Le sue labbra, sulle mie.
Apro gli occhi stranito e vedo che lui li tiene chiusi.
Non mi muovo, ma non lo caccio. Lui si stacca da
me guardandomi in silenzio per istanti infiniti.
Poi prendendo coraggio mi bacia di nuovo,
stavolta premendo lievemente di più.
Non capisco cosa sta succedendo…
i fumi del alcool distorcono ancora le mie percezioni.
Porto le mie mani sui suoi fianchi attirandolo
più vicino a me.
Adesso mi basta questo, al resto ci penseremo
domani.
Tim Pov
Apro un occhio ricoglionito.
La suoneria del mio cellulare squilla insistente
dalla tasca del mio giubotto di palle. Mi alzo
lentamente dal letto prendendolo e guardo lo scherzo “Dan cazzo” dico con la
voce impastata dal sonno. Sono a casa già da due ore ormai e mi ero
addormentato “Cosa c’è??”
-Senti siamo al liceo…
Kyle e Cory sono già andati
via da un po’ e tuo fratello si sta sentendo male…-
Sospiro “Quanto ha bevuto?”
-Parecchio… ma si sta riprendendo!-
Prendo un attimo per riflettere. Odio quando
Mark fa queste cagate “Ok va bene senti sveglio mia mamma e arriviamo ok?”
-Va bene, vi aspettiamo qua!-
Chiudo lo sportellino del telefono con un gesto
secco e corro al piano di sotto. Mamma è addormentata sul divano, come fa
sempre quando uno di noi è fuori la notte. Di solito con lei c’è anche papà che
guarda invece la tv sveglio.
Deduco quindi che lui sia ancora a New York.
La scuoto lievemente appoggiandole una mano
sulla spalla e lei mi guarda con i suoi occhi identici ai miei “Timmy cosa succede?” mi chiede sedendosi.
“C’è Mark da andare a prendere…
lui e Dan sono alla nostra vecchia scuola” dico prendendole la giacca.
Lei si alza stiracchiandosi a infilando le
scarpe “Mi accompagni?” mi chiede mentre io metto la giacca di pelle sul
pigiama.
Annuisco sbadigliando “Si…
ci sarà bisogno di una mano” dico poi truce.
Lei sospira “Quanto ha bevuto tuo fratello?”
“A sentire Dan abbastanza…”
Entriamo in garage senza dire altro. So che
mamma ora è preoccupata mentre per me ormai è routine. Quando Mark è stato
ricoverato per un quasi coma etilico si è fatta prendere dal panico come quasi
tutti noi. Con la sola differenza che lei era a km e km di distanza mentre noi
osservavamo impotenti l’ambulanza portare via Mark.
Da quella volta in poi non mi spavento più, sono
rassegnato.
Mio fratello smetterà prima o poi, deve solo
prendere paura a sufficienza…
Saliamo in auto e usciamo dal garage lentamente.
“Piove fortissimo” dice mamma azionando i
tergicristallo.
Mai vista una pioggia così fitta, sembra di
entrare sotto alla doccia. Si vede male così mamma procede lentamente
accelerando solo ogni tanto, quando forse l’immagine di un Mark pieno di vomito si materializza nella sua
testa.
Cosa già vista sessanta volte…
Siamo quasi arrivati a destinazione quando
qualcosa di scuro sbuca dal nulla entrando in strada.
Credo sia un cinghiale o un grosso cane, so solo
che ce lo troviamo di fronte al improvviso lasciandoci del tutto allibiti.
“MAMMA!”
Lei sterza per evitare la bestia ma l’asfalto
bagnato non permette alle gomme la sufficiente aderenza.
Capita tutto nel giro di pochi secondi.
La macchina esce fuori strada, abbattendo una staccionata.
Davanti a me vedo solo un grande albero.
E poi il buio.
Gerard Pov.
“Non ci posso credere che siamo davvero rimasti
svegli tutta la notte”
Guardo Frank ridacchiando mentre butto fuori il
fumo della sigaretta dalla bocca.
Abbiamo passato la notte qui, nel mio
appartamento di New York a parlare. Come non parlavamo da molto e molto tempo.
Lo guardo portarsi la sigaretta alle labbra
prima di rivolgere ancora il mio sguardo al orizzonte che si sta tingendo di
rosso.
“Era da un po’ che non venivo a dormire qui” mi
dice lui guardando a sua volta avanti a se “Da quando ho lasciato la casa ad Eric…due anni fa…”
“New York è pessima…
non dormiamo mai quando veniamo qui…” dico io
lanciando di sotto il mozzicone.
Questo appartamento è stata la nostra prima
vera casa dove abbiamo vissuto io e Bryana prima della nascita di Helena. E anche la casa dove
io e Frank venivamo a consumare le nostre notte di passione.
Ripensandoci, è da un po’ che non venivo qui
anche io.
“Guarda” mi dice indicando un punto alla mia
sinistra “Che nuvole nere ci sono sopra al Jersey… ci
sarà un temporale”
“Pioggia nel Jersey? Cosa c’è di nuovo?” chiedo
io ridacchiando e lui mi guarda ridendo a sua volta.
“Ormai sono le cinque” dice guardando l’orologio
“torniamo?”
“Hai fretta?” rilancio io accendendomene
un'altra.
Lui scuote il capo lentamente “Rimarrei qui per
sempre ma… sarebbe sospetto non credi?”
Alzo gli occhi al cielo “Frank non è sospetto un
cazzo dai… le nostre mogli non hanno mai avuto un
sospetto che fosse uno… e poi non stiamo facendo
niente. Purtroppo”
“Hai ragione Gee”
disse Frank, lasciando perdere il mio purtroppo “allora rilassiamoci e
godiamoci questa bella alba”
“Si poi andiamocene di la a dormire per favore,
ho gli occhi che bruciano” dico sbadigliando e facendo sorridere il mio amico.
“Sei vecchio Gee!”
“Almeno io ho ancora la mia linea” dico
pinzandogli un rotolo di grasso.
Lui mi guarda fingendosi indignato “Ammettilo
che ti eccita il mio ladro, razza di maniaco!”
Io rido “Fai schifo, Frank”
“Tu fai schifo, Gerard”
Sto per ribattere quando la suoneria del mio
telefono mi interrompe. Lo prendo da sopra al tavolino sul quale lo avevo
appoggiato e leggo il numero sullo specchietto.
“Chi è?” mi chiede Frank.
“Non ne ho idea, mai visto questo numero” dico
aprendo lo sportellino e portandomi il cellulare al orecchio “Pronto?”
-Salve, parlo con Gerard Way, vero?- la voce che mi arriva alle orecchie è senza
dubbio quella di un anziano signore.
“Si, sono io, chi parla?” Frank mi guarda interrogativo
mentre io cerco di capire.
Chi cazzo mi potrebbe mai chiamare alle cinque
del mattino??
-Sono Leonard Trent…
non so se ti ricordi di me…-
“Leonard Trent…” dico
riflettendo. Poi una immagine mi si presenta davanti agli occhi…
Quando la apro quasi mi
prende una sincope.
Mio figlio con la faccia
massacrata dai pugni, una mano messa da panico è tenuto per un braccio da un
agente della polizia vecchio
grassottello che conosco bene.
“buonasera, Gerard” mi
dice quest’ultimo mentre dietro di lui un novellino tiene per un braccio un
ragazzo messo più o meno come mio figlio: mio nipote.
Secondo round.
“ehy
Leonard, da quanto tempo” dico fingendomi annoiato.
“Mi ricordo, buona sera tenente” dico portandomi
una mano al capo mentre Frank allarga gli occhi. Cazzo “Cosa ha combinato
stavolta Mark?” chiedo cercando di trattenermi dal impulso da prendere a calci
tutto quello che mi trovo davanti.
E a portata di mano ho solo un tavolino e Frank.
Il tenente di polizia sospira -Gerard non centra Mark, stavolta- mi dice serio -Dove
sei?-
“Sono a New York perché?? È successo qualcosa a
casa mia??” scatto in piedi mentre Frank non riesce a levarmi gli occhi di
dosso, con il fiato sospeso.
-C’è stato un brutto incidente…
devi ritornare subito-
“Un incidente? Che incidente??” Sento il sangue
battermi nelle tempie. Mille immagini nefaste appaiono davanti ai miei occhi,
se non è Mark allora chi? Tim??
-Tua moglie Gerard, e tuo figlio Tim. Le
dinamiche sono ancora incerte ma sono finiti fuori strada con l’automobile- mi dice
sussurrando -devi venire subito al ospedale generale di Newark…-
E per un attimo il mio cuore si ferma, insieme
al cervello che si blocca.
Vorrei dire che ok, sto arrivando. Ma sono
bloccato.
-Gerard, torna nel Jersey adesso ma non fare stronzate ok? Guida con prudenza… io vado intanto a recuperare l’altro tuo figlio, Mark-
“Dove è Mark??”
-Davanti al suo liceo…
me lo ha detto tua moglie prima che… la caricassero
sul ambulanza-
“Ci vado io” dico a voce alta, sto quasi per
urlare “TU occupati delle indagini a mio figlio di penso io!”
-Allora sbrigati o morirà congelato…
e guida con prudenza… diluvia-
Riattacco sempre troppe cerimonie il telefono
voltandomi poi verso Frank “Dobbiamo tornare subito nel Jersey!”
Lui annuisce energicamente mentre rientriamo nel
appartamento “Cosa è successo?”
“Non ho capito bene” dico esagitato cercando le
chiavi per chiudere “Bryana e Tim sono finiti fuori
strada con la macchina ma le dinamiche non sono chiare e Mark è da solo da andare
a prendere al suo liceo ma piove e potrebbe morire di freddo ma dobbiamo
correre anche al ospedale e…”
Frank mi ferma “Mark solo?? E dove diavolo è Dan
allora??” lo guardo prendere il cellulare dalla tasca e chiamare, ma senza
ottenere risposta.
Merda, ci mancava solo che ci perdessimo anche
due figli…
“Jamia sono Frank” lo
guardo mordersi le unghie “devi correre subito alla scuola dei ragazzi a
prendere Dan e Mark ok??”
“Dille di portarli al ospedale” aggiungo poi
mentre scendiamo di corsa le scale.
“Aspettateci al ospedale, Bry
e Tim hanno fatto un incidente, noi partiamo ora di New York…
si… si… a dopo”
Arriviamo alla macchina e io faccio per mettermi
al posto di guida ma Frank mi ferma “lascia fare a me, ok?”
Io annuisco appena lasciandolo guidare.
Dobbiamo fare presto…
“Frank…”
“Lo so”
Mi prende la mano con la sua.
Per dirmi che c’è lui, che devo stare
tranquillo.
E poi partiamo.
Tim Pov.
Apro gli occhi.
Mi sento come dentro a una bolla di sapone,
isolato dal mondo.
Cerco di guardarmi attorno ma non posso
muovermi.
C’è qualcuno sopra di me, che mi parla, ma io
non sento nulla.
Qualcosa di caldo mi cola da un orecchio.
Cerco di muovermi ma il braccio destro è
immobilizzato contro il busto così mi tocco l’orecchio con il sinistro e mi
guardo la mano. Ci vedo doppio ma capisco chiaramente che questo è sangue…
Riconosco la divisa della ragazza che mi sta
parlando, è dei volontari del ambulanza…
Ricollego tutto in un attimo.
La macchina, quel albero…
Un altro infermiere mi appoggia una mascherina
di ossigeno sulla bocca mentre la ragazza mi copre con una coperta di pile.
Vorrei chiedere come sta la mamma, mentre mi
stanno caricando sul mezzo di soccorso, ma non ci riesco. Il mio corpo si è
fatto tutto pesante.
Sono distrutto, stanchissimo e mi fa male la testa…
Lentamente scivolo nel sonno…
Continua….
Note del autrice:
ah ma allora qualcuno che legge c’è! Mi consolo
almeno un po’ allora J
ringrazio per i commenti, ovvero:
Wonderland___x: ahah molto
carino il commento che mi hai lasciato, ti ringrazio^^ è bello sapere che c’è
qualcuno che aspetta che io posti… sembra morto
questo maledetto sito nessuno che recensisce… mah… strano! Quando ho iniziato a postare non era così xD cmq grazie veramente spero che ti piaccia anche questo
capitolo! Un bacione!
LA dreamer:
Assolutamente non sono offesa! Mi piace sapere i pareri delle persone! Mmm quindi pensi che la mia scelta del frerard
sia azzardata? A questa cosa rispondo in modo molto semplice…
Family è stata la mia primissima storia… la prima che
abbia mai scritto e a quei tempi, ti parlo del inizio del 2008, non ero ancora
a conoscenza del Freard quindi non ho potuto
inserirlo prima! Spero che continuerai ugualmente a leggerla mi dispiacerebbe
perdere una delle rare lettrici! Grazie mille per tutto un bacione ciaoooo
Simmy Listing: tra poco entrerai in scena buahaha! LA STORIA DEL TOSTAPANE VERRà
FATTAAAAA!! Grazie sei sempre tanto gentileee monaaaaa buaaaaaah! Ci sentiamo
presto al cell, sempre che il lavoro ti lasci il
tempo ;) ahahah miaooo
<3
JessRomance: dopo questo capitolo mi uccideraiiiiiiiii non preoccuparti il prossimo è già in
lavorazione ahah lo posto il prima possibile così non
mi uccideraiiiii ti voglio bene Je
a presto!!!
Grazie anche alle mie tre bimbe, ovvero la Miky, la Jess e la Mona per avermi aggiunta hai preferiti <3
A presto!
Je