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Autore: Chemical Lady    12/08/2010    4 recensioni
Il sudore mi cola lungo il collo.
Con gesto veloce sposto il ciuffo impregnato di sudore dalla fronte mentre sento la matita per occhi colata fino alle guance….
Volto la testa verso sinistra e vedo Kyle spostarsi il ciuffo all’indietro facendoci passare fluidamente le dita attraverso...Cory si sfila la maglietta che sembra appena uscita da una lavatrice, spettinandosi i capelli biondo platino che ormai sono eccessivamente lunghi per essere sparati. Anche lui decisamente accaldato. Mi guarda con i suoi piccoli occhietti verdi un po’ furbetti e poi si leva il sudore dal collo con un asciugamano.
So che sta pensando.
È finita anche stasera, ultima canzone poi via tutti a rinfrescarsi e poi a bere. Come lavelli.... Alla mia destra c’è Dany con la sua strato nera piena di adesivi stranissimi....Siamo cambiati un po’ tutti.
Siamo cresciuti, diventanti un po’ più uomini. Anche Timmy, mio fratello.... Kyle mi lancia una occhiata d’intesa poi prende il microfono “grazie mille a tutti per esservi sbattuti e gasati con noi stasera! Ed ora l’ultima canzone prima di lasciarvi con i nostri vecchi! I My Chemical Romance!”
SEGUITO DI FAMILY PORTRAIT
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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banana

 

 

 

Night as dark as my thoughts
sets the scene for my return

 

 

 

 

 

Capitolo cinque: I committed a lot of mistake in a raining night…

 

 

Kyle pov

 

Guardo l’orologio. Sono le quattro del mattino e lentamente il locale si appresta a chiudere.

Come al solito lo sfigato di turno addetto a riportare a casa la ciurma sono io. Torno dal bagno con passo disinvolto salutando un paio di amici che mi fermano facendomi le congratulazioni per la band.

Sorrido affabile scambiando un paio di pacche sulle spalle e poi torno verso il divanetto sul quale, collassato, giace solo Cory a bocca aperta. Lo scuoto con poca grazia fino a che lui non apre gli occhi e mi guarda interdetto “C-cosa? Nonna è prestissimo non rompere…

“Non sono tua nonna razza di pezzo d’asino! Alza il culo che abbiamo perso Dan e Mark!” dico prendendo il cellulare in mano e digitando il nome di uno a caso dei miei due chitarristi-teste-di-cazzo.

-Pronto?- Dan mi risponde ridendo come un ossesso. Perfetto è bello ciucco.

“Coglione io devo rientrare a casa se no mio padre te lo gestisci te!”

-Ok chiedo a Mark!- ODIO quando Dan dice così, come se non avesse un cervello, come se la sua intera esistenza dipendesse da quello che dice Mark. Se quel pezzo di scemo gli dicesse di smettere di respirare quel altrettanto demente di Dan eseguirebbe lasciandosi morire atrocemente. Mentre aspetto inizio a battere per terra il piede scazzandomi –Mark dice che vuole ancora rimanere in giro… e comunque siamo abbastanza lontani dal locale ormai!-

“Come? Dove cazzo siete?”

-Mmm nei pressi del liceo!-

“E che ci siete andati a fare??”

-Una passeggiata!-

Alzo gli occhi al cielo “come pensate di tornare?”

-Chiameremo qualcuno!-

Sospiro rassegnato, a quanto pare hanno fatto come ogni volta… ovvero i cazzi loro “Perfetto allora ci sentiamo domani… non fate cazzate ok?”

-Ok!- e riattacca.

“Andiamo Cory, ti devo riportare a Kaint, gli altri due si arrangiano”

Lui mi guarda confuso mentre porto il suo braccio dietro al mio collo e lo alzo. Barcolliamo un po’ ma almeno riusciamo ad arrivare al ingresso.  Arrivati li stiamo per uscire quando.

“Sta piovendo davvero forte” constata lui ridacchiando. Io annuisco. Piove così forte che sembra di aver davanti un muro di cemento.

“Stanotte è meglio se stai da me” dico facendolo sedere a terra, su un gradino “non posso rischiare di fare un incidente per via di questo tempo… chiamo io tua nonna… anche se sono le quattro del mattino le dico di star tranquilla e che ti riaccompagnerò domani mattina ok? Tu aspettami qui vado a prendere la macchina”

Lui mi guarda senza capire ovviamente un cazzo.

Perfetto! Corro alla macchina e anche se ci metto davvero pochissimo ad attraversare il parcheggio mi inzuppo del tutto.

“Grandioso” dico sedendomi al posto di guida con i capelli che grondano acqua. Mi vibra il telefono in tasca così mi affretto a rispondere a papà. So che è lui non devo nemmeno leggere il nome sul display “Pronto papà?”

-Kyle dove sei? Hai visto che tempo fa??-

“Si papà stiamo partendo ora… Ospitiamo Cory ok? Non mi va di andare fino a Kaint

-Assolutamente non ci vai. Preferisci che venga a recuperarti io?-

“No non preoccuparti siamo al Pigalle… ci metto dieci minuti ad arrivare a casa”

Lo sento sospirare, in ansia -Ok… mi raccomando per qualsiasi cosa accosta e chiamami. Vengo a prenderti-

“Non preoccuparti davvero… arriviamo”

-Guida piano-

Riattacco mettendo in modo e mettendomi davanti al entrata del locale. Poi riscendo e aiuto Cory a salire bagnandomi definitivamente.

“Ok vediamo di andare a casa” dico poi facendomi coraggio e partendo lentamente.

È davvero difficile guidare in queste condizioni…

Per fortuna a quest’ora non c’è praticamente nessuno sulla strada così arrivo sotto casa mia senza problemi.

Spero che nemmeno Mark e Dan ne abbiano…

 

Mark Pov.

 

Tutto gira vorticosamente intorno a me.

Ok ho preso una sbronza storica e non sto assolutamente capendo nulla.

I fari delle auto sembrano dei grandi occhi gialli di pesce che mi squadrano con pomposità “Maledetti pesci ma chi vi credete di essere?” dico sventolando un pugno in aria.

Qualcosa mi trattiene per la maglietta ma non è un pesce. Dan mi guarda un po’ dubbioso.

Lui ha bevuto decisamente meno di me..

Makky dai chiamiamo i nostri che vi vengano a prendere… ormai sono le quattro e mezzo e piove fortissimo… siamo completamente bagnati e stiamo rischiando di morire di freddo…

“E chi vorresti chiamare?” Chiedo io mentre lentamente riacquisto vagamente lucidità “Mio padre??”

Lui scuote il capo “No! Il mio!”

Ci mettiamo sotto la tettoia della scuola mentre lui compone il numero di Frank “Ciao papà sono io… riesci a venire a prendere me e Mark?... oh… non siete ancora tornati eh… allora sento dalla mamma non preoccuparti! Ci vediamo domani!” lo vedo riagganciare “Non sono ancora tornati da New York lui e tuo padre” mi dice componendo un altro numero.

“Staranno per scopare” dico io ridendo e facendo ridere anche il mio amico.

“Mark sono i nostri padri! Ma che schifo!” si porta il cellulare al orecchio mentre io mi siedo a terra ormai incapace di stare in piedi. Dopo un paio di minuti si riporta il cellulare in tasca “Deve avere il cellulare spento… e il nostro telefono di casa è momentaneamente fuori uso” mi spiega pratico.

“Perché?”

“Ho rotto il telefono del piano di sopra… e se è a letto di certo non sente quello del piano di sotto!” mi spiega pratico “Pensava che sia io che papà tornassimo a casa autonomamente… quindi non  si preoccupa…

“Chiama Tim” gli dico prima di sentirla… la buona vecchia sensazione di nausea da alcool che mi prepara allo sbocco “Lui sarà sicuramente a casa… ci viene a prendere con mia mamma…

Mi alzo in fretta appoggiandomi al corrimano e vomitando letteralmente anche l’anima.

I capelli blu coloriscono e quel colore che di solito amo mi cola sul naso, sulla fronte… il collo…

Rischio di vomitarmi sui capelli ma sono troppo in tempo a sorreggermi per spostarli.

Sento una mano fresca togliermi il ciuffo nero e blu dalla fronte con un gesto amorevole, e un'altra appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena.

La voce di Dan si fa stranamente calda mentre mi parla ad un orecchio “Tim ha detto che ora arrivano… cerca di tenere duro e non collassare… non mi piace per niente portare in spalla la gente…

Mi sfugge un sorriso che però viene spazzato via da un altro conato.

Bene.

La serata più bella della mia vita…

Mi alzo in piedi appoggiandomi con i fianchi a quel corrimano “Dio sto di merda”

Dan ride mettendosi davanti a me “Ci siamo ubriacati pesantamente

Io annuisco chiudendo gli occhi e chinando il capo in avanti. Non vedo l’ora che mamma mia venga a prendere per mettermi a letto.

“Ah Mark dimenticavo una cosa”

“Cosa Dan?” chiedo senza nemmeno aprire gli occhi. Avverto il mio amico appoggiarmi entrambe le mani sulle spalle così aspetto di sentire la stronzata che mi verrà propinata questa volta. Ma non arriva niente eccetto qualcosa di morbido e dolce che mi accarezza dolcemente le labbra.

Le sue labbra, sulle mie.

Apro gli occhi stranito e vedo che lui li tiene chiusi.

Non mi muovo, ma non lo caccio. Lui si stacca da me guardandomi in silenzio per istanti infiniti.

Poi prendendo coraggio mi bacia di nuovo, stavolta premendo lievemente di più.

Non capisco cosa sta succedendo… i fumi del alcool distorcono ancora le mie percezioni.

Porto le mie mani sui suoi fianchi attirandolo più vicino a me.

Adesso mi basta questo, al resto ci penseremo domani.

 

Tim Pov

 

Apro un occhio ricoglionito.

La suoneria del mio cellulare squilla insistente dalla tasca del mio giubotto di palle. Mi alzo lentamente dal letto prendendolo e guardo lo scherzo “Dan cazzo” dico con la voce impastata dal sonno. Sono a casa già da due ore ormai e mi ero addormentato “Cosa c’è??”

-Senti siamo al liceo… Kyle e Cory sono già andati via da un po’ e tuo fratello si sta sentendo male…-

Sospiro “Quanto ha bevuto?”

-Parecchio… ma si sta riprendendo!-

Prendo un attimo per riflettere. Odio quando Mark fa queste cagate “Ok va bene senti sveglio mia mamma e arriviamo ok?”

-Va bene, vi aspettiamo qua!-

Chiudo lo sportellino del telefono con un gesto secco e corro al piano di sotto. Mamma è addormentata sul divano, come fa sempre quando uno di noi è fuori la notte. Di solito con lei c’è anche papà che guarda invece la tv sveglio.

Deduco quindi che lui sia ancora a New York.

La scuoto lievemente appoggiandole una mano sulla spalla e lei mi guarda con i suoi occhi identici ai miei “Timmy cosa succede?” mi chiede sedendosi.

“C’è Mark da andare a prendere… lui e Dan sono alla nostra vecchia scuola” dico prendendole la giacca.

Lei si alza stiracchiandosi a infilando le scarpe “Mi accompagni?” mi chiede mentre io metto la giacca di pelle sul pigiama.

Annuisco sbadigliando “Si… ci sarà bisogno di una mano” dico poi truce.

Lei sospira “Quanto ha bevuto tuo fratello?”

“A sentire Dan abbastanza…

Entriamo in garage senza dire altro. So che mamma ora è preoccupata mentre per me ormai è routine. Quando Mark è stato ricoverato per un quasi coma etilico si è fatta prendere dal panico come quasi tutti noi. Con la sola differenza che lei era a km e km di distanza mentre noi osservavamo impotenti l’ambulanza portare via Mark.

Da quella volta in poi non mi spavento più, sono rassegnato.

Mio fratello smetterà prima o poi, deve solo prendere paura a sufficienza…

Saliamo in auto e usciamo dal garage lentamente.

“Piove fortissimo” dice mamma azionando i tergicristallo.

Mai vista una pioggia così fitta, sembra di entrare sotto alla doccia. Si vede male così mamma procede lentamente accelerando solo ogni tanto, quando forse l’immagine di un Mark  pieno di vomito si materializza nella sua testa.

Cosa già vista sessanta volte…

Siamo quasi arrivati a destinazione quando qualcosa di scuro sbuca dal nulla entrando in strada.

Credo sia un cinghiale o un grosso cane, so solo che ce lo troviamo di fronte al improvviso lasciandoci del tutto allibiti.

“MAMMA!”

Lei sterza per evitare la bestia ma l’asfalto bagnato non permette alle gomme la sufficiente aderenza.

Capita tutto nel giro di pochi secondi.

La macchina esce fuori strada, abbattendo una staccionata. Davanti a me vedo solo un grande albero.

E poi il buio.

 

Gerard Pov.

 

“Non ci posso credere che siamo davvero rimasti svegli tutta la notte”

Guardo Frank ridacchiando mentre butto fuori il fumo della sigaretta dalla bocca.

Abbiamo passato la notte qui, nel mio appartamento di New York a parlare. Come non parlavamo da molto e molto tempo.

Lo guardo portarsi la sigaretta alle labbra prima di rivolgere ancora il mio sguardo al orizzonte che si sta tingendo di rosso.

“Era da un po’ che non venivo a dormire qui” mi dice lui guardando a sua volta avanti a se “Da quando ho lasciato la casa ad Eric…due anni fa…

“New York è pessima… non dormiamo mai quando veniamo qui…” dico io lanciando di sotto il mozzicone.

Questo appartamento è stata la nostra prima vera  casa dove abbiamo vissuto io e Bryana prima della nascita di Helena. E anche la casa dove io e Frank venivamo a consumare le nostre notte di passione.

Ripensandoci, è da un po’ che non venivo qui anche io.

“Guarda” mi dice indicando un punto alla mia sinistra “Che nuvole nere ci sono sopra al Jersey… ci sarà un temporale”

“Pioggia nel Jersey? Cosa c’è di nuovo?” chiedo io ridacchiando e lui mi guarda ridendo a sua volta.

“Ormai sono le cinque” dice guardando l’orologio “torniamo?”

“Hai fretta?” rilancio io accendendomene un'altra.

Lui scuote il capo lentamente “Rimarrei qui per sempre ma… sarebbe sospetto non credi?”

Alzo gli occhi al cielo “Frank non è sospetto un cazzo dai… le nostre mogli non hanno mai avuto un sospetto che fosse uno… e poi non stiamo facendo niente. Purtroppo”

“Hai ragione Gee” disse Frank, lasciando perdere il mio purtroppo “allora rilassiamoci e godiamoci questa bella alba”

“Si poi andiamocene di la a dormire per favore, ho gli occhi che bruciano” dico sbadigliando e facendo sorridere il mio amico.

“Sei vecchio Gee!”

“Almeno io ho ancora la mia linea” dico pinzandogli un rotolo di grasso.

Lui mi guarda fingendosi indignato “Ammettilo che ti eccita il mio ladro, razza di maniaco!”

Io rido “Fai schifo, Frank”

“Tu fai schifo, Gerard”

Sto per ribattere quando la suoneria del mio telefono mi interrompe. Lo prendo da sopra al tavolino sul quale lo avevo appoggiato e leggo il numero sullo specchietto.

“Chi è?” mi chiede Frank.

“Non ne ho idea, mai visto questo numero” dico aprendo lo sportellino e portandomi il cellulare al orecchio “Pronto?”

-Salve, parlo con Gerard Way, vero?-  la voce che mi arriva alle orecchie è senza dubbio quella di un anziano signore.

“Si, sono io, chi parla?” Frank mi guarda interrogativo mentre io cerco di capire.

Chi cazzo mi potrebbe mai chiamare alle cinque del mattino??

-Sono Leonard Trent… non so se ti ricordi di me…-

“Leonard Trent…” dico riflettendo. Poi una immagine mi si presenta davanti agli occhi…

 

Quando la apro quasi mi prende una sincope.

Mio figlio con la faccia massacrata dai pugni, una mano messa da panico è tenuto per un braccio da un agente della polizia vecchio  grassottello che conosco bene.

“buonasera, Gerard” mi dice quest’ultimo mentre dietro di lui un novellino tiene per un braccio un ragazzo messo più o meno come mio figlio: mio nipote.

Secondo round.

ehy Leonard, da quanto tempo” dico fingendomi annoiato.

 

“Mi ricordo, buona sera tenente” dico portandomi una mano al capo mentre Frank allarga gli occhi. Cazzo “Cosa ha combinato stavolta Mark?” chiedo cercando di trattenermi dal impulso da prendere a calci tutto quello che mi trovo davanti.

E a portata di mano ho solo un tavolino e Frank.

Il tenente di polizia sospira -Gerard non centra Mark, stavolta- mi dice serio -Dove sei?-

“Sono a New York perché?? È successo qualcosa a casa mia??” scatto in piedi mentre Frank non riesce a levarmi gli occhi di dosso, con il fiato sospeso.

-C’è stato un brutto incidente… devi ritornare subito-

“Un incidente? Che incidente??” Sento il sangue battermi nelle tempie. Mille immagini nefaste appaiono davanti ai miei occhi, se non è Mark allora chi? Tim??

-Tua moglie Gerard, e tuo figlio Tim. Le dinamiche sono ancora incerte ma sono finiti fuori strada con l’automobile- mi dice sussurrando -devi venire subito al ospedale generale di Newark…-

E per un attimo il mio cuore si ferma, insieme al cervello che si blocca.

Vorrei dire che ok, sto arrivando. Ma sono bloccato.

-Gerard, torna nel Jersey adesso ma non fare stronzate ok? Guida con prudenza… io vado intanto a recuperare l’altro tuo figlio, Mark-

“Dove è Mark??”

-Davanti al suo liceo… me lo ha detto tua moglie prima che… la caricassero sul ambulanza-

“Ci vado io” dico a voce alta, sto quasi per urlare “TU occupati delle indagini a mio figlio di penso io!”

-Allora sbrigati o morirà congelato… e guida con prudenza… diluvia-

Riattacco sempre troppe cerimonie il telefono voltandomi poi verso Frank “Dobbiamo tornare subito nel Jersey!”

Lui annuisce energicamente mentre rientriamo nel appartamento “Cosa è successo?”

“Non ho capito bene” dico esagitato cercando le chiavi per chiudere “Bryana e Tim sono finiti fuori strada con la macchina ma le dinamiche non sono chiare e Mark è da solo da andare a prendere al suo liceo ma piove e potrebbe morire di freddo ma dobbiamo correre anche al ospedale e…

Frank mi ferma “Mark solo?? E dove diavolo è Dan allora??” lo guardo prendere il cellulare dalla tasca e chiamare, ma senza ottenere risposta.

Merda, ci mancava solo che ci perdessimo anche due figli…

Jamia sono Frank” lo guardo mordersi le unghie “devi correre subito alla scuola dei ragazzi a prendere Dan e Mark ok??”

“Dille di portarli al ospedale” aggiungo poi mentre scendiamo di corsa le scale.

“Aspettateci al ospedale, Bry e Tim hanno fatto un incidente, noi partiamo ora di New York… si… si… a dopo”

Arriviamo alla macchina e io faccio per mettermi al posto di guida ma Frank mi ferma “lascia fare a me, ok?”

Io annuisco appena lasciandolo guidare.

Dobbiamo fare presto…

Frank…

“Lo so”

Mi prende la mano con la sua.

Per dirmi che c’è lui, che devo stare tranquillo.

E poi partiamo.

 

Tim Pov.

 

Apro gli occhi.

Mi sento come dentro a una bolla di sapone, isolato dal mondo.

Cerco di guardarmi attorno ma non posso muovermi.

C’è qualcuno sopra di me, che mi parla, ma io non sento nulla.

Qualcosa di caldo mi cola da un orecchio.

Cerco di muovermi ma il braccio destro è immobilizzato contro il busto così mi tocco l’orecchio con il sinistro e mi guardo la mano. Ci vedo doppio ma capisco chiaramente che questo è sangue…

Riconosco la divisa della ragazza che mi sta parlando, è dei volontari del ambulanza…

Ricollego tutto in un attimo.

La macchina, quel albero…

Un altro infermiere mi appoggia una mascherina di ossigeno sulla bocca mentre la ragazza mi copre con una coperta di pile.

Vorrei chiedere come sta la mamma, mentre mi stanno caricando sul mezzo di soccorso, ma non ci riesco. Il mio corpo si è fatto tutto pesante.

Sono distrutto, stanchissimo e mi fa male la testa…

Lentamente scivolo nel sonno…

 

Continua….

 

 

 

 

 

 

 

Note del autrice:

ah ma allora qualcuno che legge c’è! Mi consolo almeno un po’ allora J

ringrazio per i commenti, ovvero:

 

Wonderland___x: ahah molto carino il commento che mi hai lasciato, ti ringrazio^^ è bello sapere che c’è qualcuno che aspetta che io posti… sembra morto questo maledetto sito nessuno che recensisce… mah… strano! Quando ho iniziato a postare non era così xD cmq grazie veramente spero che ti piaccia anche questo capitolo! Un bacione!

 

LA dreamer: Assolutamente non sono offesa! Mi piace sapere i pareri delle persone! Mmm quindi pensi che la mia scelta del frerard sia azzardata? A questa cosa rispondo in modo molto semplice… Family è stata la mia primissima storia… la prima che abbia mai scritto e a quei tempi, ti parlo del inizio del 2008, non ero ancora a conoscenza del Freard quindi non ho potuto inserirlo prima! Spero che continuerai ugualmente a leggerla mi dispiacerebbe perdere una delle rare lettrici! Grazie mille per tutto un bacione ciaoooo

 

Simmy Listing: tra poco entrerai in scena buahaha! LA STORIA DEL TOSTAPANE VERRà FATTAAAAA!! Grazie sei sempre tanto gentileee monaaaaa buaaaaaah! Ci sentiamo presto al cell, sempre che il lavoro ti lasci il tempo ;) ahahah miaooo <3

 

JessRomance:  dopo questo capitolo mi uccideraiiiiiiiii non preoccuparti il prossimo è già in lavorazione ahah lo posto il prima possibile così non mi uccideraiiiii ti voglio bene Je a presto!!!

 

Grazie anche alle mie tre bimbe, ovvero la Miky, la Jess e la Mona per avermi aggiunta hai preferiti <3

 

A presto!

Je

 

 

 

 

  
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