La battaglia era imminente, la sua razza si era
specializzate in tutte le lotte possibili ed immaginabili. I drow
essendo un popolo assolutamente razzista verso tutte le altre razze
utilizzavano tutti i loro crudeli mezzi per raggiungere i loro scopi,
non curandosi assolutamente delle vite di altre creature. Fu
così che i drow divennero la razza dominatrice nel
sottosuolo e non era una rarità che sottomettessero
popolazioni o tribù di razze considerate inferiori... Come
ad esempio la sottomissione della tribù dei Gruuk. I ricordi
scorsero per lunghissimi istanti dinnanzi ai suoi occhi, facendogli
rivivere il suo primo incontro con quella razza fiera e battagliera.
*
... Il consiglio di guerra si era già riunito e la decisione
fu rapida e decisa: la sottomissione della tribù sarebbe
stata decisa per scontro all'ultimo sangue tra due campioni. Il campo
di scontro sarebbe stato a poche leghe di distanza dalla
città drow, in un territorio neutrale. Una gigantesca
caverna ospitava entrambi gli eserciti, gli orchi erano disordinati e
forse superiori in numero ma i drow erano disciplinati, armati fino ai
denti di crudeltà e magia e con alcune creature delle
tenebre al loro fianco. L'esito di un eventuale scontro era
già chiaro in partenza. Tra i due eserciti si era creato uno
spiazzo rotondo delimitato da numerose stalattiti rocciose al centro di
quello spiazzo si sarebbe svolto il mortale combattimento, la mortale
prova a cui era sottoposto il campione degli orchi in primis, e di
conseguenza anche tutta la tribù che rappresentava. I drow
non avevano alcun dubbio sul vincitore, si divertivano a donare vuote
speranze alle tribù che sottomettevano in modo da gustare
lentamente la loro sofferenza e la loro apprensione. Nel cuore
dell'accampamento drow, il casato di Terzok, secondo cadato per
grandezza si tutta la società drow, fu scelto dalle
sacerdotesse come degno di donare il campione. Il maestro d'armi di
Terxok era indubbiamente abile: alto e robusto per essere un elfo scuro
i capelli candidi erano lasciati lunghi in una coda che arrivava fino
al fondoschiena, era uno dei più abili maestri d'armi anche
se non sicuramente il più abile, dopotutto alla sua
età di 500 anni iniziava a sentire i flebili richiami della
morte che inesorabile lo traevano a se, togliendogli le forze. Era un
veterano egocentrico e sicuro di se stesso proprio come un vero drow
doveva essere. Zakk, questo era il suo nome e pochi secoli prima era
stato un guerriero dalla forza e dalla ferocia indicibile, forse il
più potente spadaccino di tutta la storia degli elfi scuri.
Era pronto alla tenzone, vestito con la sua corazza di cristallo nero,
con i pericolosissimi spuntoni dietro ai gomiti e sopra le ginocchia
armato con una lancia nera come l'ebano con la punta che mantava
folgoranti bagliori violacei sembrava un vero e proprio demone
vendicatore, emerso dall'abisso per espiare i peccati dei mortali.
Avanzò sicuro di se nell'accampamento guadagnandosi le
occhiate di gelosia ed invidia dai suoi compagni maschi e i sguardi
maliziosi delle sacerdotesse. La società drow era brutale,
premiava i più abili, i più astuti, i
più crudeli e schiacciava gli stolti e gli inetti compiendo
in questo modo un'evoluzione artificializzata che con il passare degli
anni portò ad individui sempre migliori dei precedenti...
Sostituirsi alla natura portando l'evoluzione fino al suo limite
più grande per poi oltrepassarlo: la morte. Quella era lo
scopo finale che sospingeva i drow: la rottura del limite, la fine
della condizione mortale e l'inizio di quella immortale. Ma aveva
davvero senso ricercare questa cosa? Aveva veramente un senso cercare
di spingersi al di la della morte? Se qualcuno ci fosse riuscito la
morte non sarebbe più esistita ma senza di essa come si fa a
dare uno scopo, un senso, alla propria vita? Senza la morte, esiste la
vita? Domande sciocche che affollarono la mente troppo indottrinata di
Zakk. Arrivò al centro dello spiazzo e il suo avversario non
si fece certo attendere molto, emerse dall'accampamento disordinato
degli orchi con passi baldanzosi, incoraggiato da urla di incitamento e
pacche sulle spalle. Era un orco enorme, alto quasi tre metri con un
imponente elmo cornuto che ne sottolineava ancor di più la
poderosa stazza, aveva un armatura in metallo che lo ricopriva da capo
a piedi, era molto ben fatta per essere un armatura orchesca ma non
poteva certo reggere il confronto con la splendida armatura di
cristallo di Zakk che aveva dettagli talmente particolareggiati e
precisi da far girare la testa alla gente che la guardava. Gli orchi
erano un popolo fiero e battagliero, che ci teneva all'onore e che non
sopportava le manie di grandezza dei drow e le loro armature
ingioiellate, per un orco era molto più importante la
funzionalità di un oggetto che il suo aspetto esteriore,
prova di questo il loro aspetto fisico: alti, massicci e sporchi.
I drow invece erano puliti di aspetto, aggraziati, eleganti, i
lineamenti sottili e i muscoli compatti e ben definiti. Erano due razze
agli antipodi. L'orco slacciò i lacci che aveva sulla
schiena ed estrasse la sua poderosa arma: un gigantesco martello da
guerra di un insolito colore biancastro. Sembrava quasi permeato di
magia. Tutto ciò era molto strano, gli orchi non avevano
alcuna attitudine alla magia e se il martello era veramente incantato
c'erno due possibilità: o l'avevano trafugato a qualche
popolazione, probabilmente nani; oppure avevano un alleato nascosto che
sapeva usare la magia...
L'arroganza dei drow non aveva comunque limite, anche di fronte a
quell'arma micidiale Zakk non vacillò anzi, si
avvicinò al suo avversario e gli disse ocn fare sprezzante.
"Orco, piega il ginocchio a terra e scopri il collo, ti offro una morte
veloce..."
Il gigante con solo lo sguardo feroce che usciva dall'impressionante
elmo, alzò il martello sopra la testa, sembrava che si
stesse sforzando a fare qualcosa, poi rispose con voce tonante:
"Io sono Barkman, figlio di Kruss e vincitore dell'arena! E questa che
tengo in mano è la tua morte!"
L'orco ringhiò per lo sforzo ed il martello
brillò di una luminescenza biancastra che avvolse tutto il
corpo proteggendolo e donandogli forza, poi scattò verso il
micidiale drow cercando di colpirlo con una potentissima martellata.
Zakk non fece molta difficoltà a schivare quel colpo
piuttosto grossolano facendo un passo all'indietro, ma quando
schivò, il martello parve allungarsi all'ultimo momento di
un aura quasi spettale. L'aura colpì l'incredulo Zakk allo
stomaco sollevandolo di peso da terra e scagliandolo indietro di
parecchi metri. Il veterano di guerra fece un'elegante piroetta in aria
atterrando in piedi con la naginata spianata verso Barkman e una
piastra della corazza incrinata dalla violenza dell'urto. L'orco
caricò nuovamente ma adesso Zakk sapeva cosa aspettarsi,
Barkman cercò di colpirlo con un mortale colpo dall'alto
verso il basso, ma stavolta l'esperto veterano non arretrò
ma aggirò l'orco facendo leva sulla sua superiore
agilità, nel mezzo dello spostamento il drow
spiccò un salto e con una rotazione fulminea del corpo che
cuminò con la punta della Naginata, colpì il lato
dell'elmo dell'orco. La lama sprizzava folgori violacee in ogni
direzione e al contatto con la corazza pallida che proteggeva Barkman
uno schianto riecheggiò in tutta la caverna, seguito da una
bruciante onda di calore. Zakk fece una capriola in avanti e si
rialzò, osservando il suo avversario incredulo. Quel colpo
avrebbe tranquillamente decapitato anche l'orco più coriaceo
ma la corazza magica di Barkman fece il suo dovere assorbendo
la maggior parte del colpo, ciononostante l'orco venne buttato a terra
dalla violenza del colpo e l'elmo cornuto cadde, scoprendo la testa dai
lineamenti rozzi dell'orco, la pelle marroncina, il naso schiacciato e
due profondissimi occhi neri.
"La tua magia non ti servirà a nulla, orco, la tua razza
è negata nel suo utilizzo..."
Barkman ruggì di furia e determinazione e caricò
nuovamente, cercando di travolgere il suo agile avversario utilizzando
la sua massa decisamente superiore, Zakk fu sorpreso dell'incredibile
velocità dell'orco: si era distratto e i suoi riflessi non
erano più quelli di una volta. Il veterano non si arrese, si
accucciò a terra, poi scattò verso sinistra,
cercando di aggirare nuovamente il temibile guerriero, ma Barkman era
già caduto una volta in quel tranello ed anticipò
lo scarto dell'elfo colpendolo con il manico del martello, facendolo
crollare a terra sotto di se.
Era la prima volta che un orco si trovava in vantaggio su un elfo in
quei rari incontri di guerra, gli elfi scuri nella loro arroganza non
presero neanche in considerazione l'idea che Barkman potesse vincere su
Zakk, le conseguenza di quella improbabile vittoria sarebbero state
terribili per i drow. Bisognava evitarlo assolutamente così
a qualche decina di metri dal combattimento, nel bel mezzo
dell'accampamento drow, la prima matrona allungò un dito
ossuto verso i due combattenti e pronunciò alcune parole di
potere dirette agli occhi di Barkman...
L'orco si lanciò su Zakk e quando la prima matrona
ebbe pronunciato l'incantesimo, vide la lancia di Zakk sparire nel
nulla. Dov'era finita la sua lancia? Lo avrebbe scoperto fin troppo
presto quando sentì la sua corazza magica infrangersi
all'altezza della spalla, e un dolore lancinante lo costrinse a
rendersi conto di essere caduto in un tranello del drow. La Naginata
invisibile, si era infilata nella giunzione della corazza pettorale
appena sotto l'ascella strappando un urlo all'orco e recidendogli i
tendini che tenevano legati i poderosi muscoli orcheschi allo
scheletro. In quelle condizioni Barkman poteva solo morire. Con un solo
braccio non riusciva a reggere il potente martello magico che cadde a
terra, privando l'orco sia dell'arma che della corazza magica. Zakk fu
molto abile ed estrasse rapidamente la lancia con stupore, Barkman si
era letteralmente impalato da solo. Fece un rapido passo all'indietro
caricando un salto, poi sembrò spiccare il volo tale era la
velocità di quel mortale salto. Colpì
l'orco barcollante e ormai disarmato sulla fronte con il piatto della
lama, facendolo crollare in ginocchio.
"Hai perso!"
Zakk roteò fulmineo su se stesso caricando un potente calcio
che colpì l'orco sotto il mento, facendolo crollare a terra,
poi il drow gli fu sopra appoggiando un piede sulla spalla martoriata
dicendogli:
"Rassegnati Barkman figlio di Kruss, voi orchi non potete certo
competere... Anche se stavolta è stato più
divertente del solito, e sarà ancor più
divertente schiavizzare l'intera tribù per una tua
debolezza, Barkman figlio di Kruss."
Le parole taglienti come lame di Zakk avevano lo scopo di far
precipitare Barkman nella più cupa disperazione,
addossandogli tutto il peso della sconfitta
L'orco in risposta sputò catarro e sangue addosso
all'elfo con tutto il disprezzo che poteva provare per le spregevoli
meschinità di quella razza potente e senza onore. Zakk non
prese molto bene quello sputo tanto da fargli impugnare la Naginata a
due mani, calando il colpo mortale verso il cuore dell'orco. Barkman
raccolse le sue ultime energie ed in uno spasimo di dolore scosse la
spalla ferita sopra la quale Zakk era appoggiato, facendogli perdere
quanto basta l'equilibrio per veder deviare la Naginata verso la spalla
già distrutta. Il dolore fu accecante e l'orco
percepì chiararamente l'orribile scricchiolio di un osso che
si rompeva e la lama che si incastrava in esso. Urlò di
furia e disperazione colpendo con tutta la sua forza il ginocchio del
drow con un potente pugno con il guanto metallico. Il pugno ebbe un
effetto devastante: il ginocchio di Zakk esplose letteralmente ed una
rosa carminia di sangue ed osso lo sostituì. L'elfo cadde a
terra avvinghiato al gigantesco orco, incredulo di quello che era
successo. Zakk spalancò gli occhi di orrore, assolutamente
disgustato di se stesso per non essere riuscito a schivare il micidiale
pugno. I due guerrieri erano avvinghiati a terra e la situazione si era
chiaramente ribaltata, pochissime creature potevano reggere il
confronto fisico ravvicinato con un orco gigantesco come Barkman, e
Zakk non era una di quelle. Nonostante la situazione critica l'elfo
sibilò velenoso:
"Pare che la situazione si sia ribaltata ma ti devo confessare che la
mia lancia era avvelenata, non passerai la notte."
Barkman lo fissò con gli occhi carichi d'odio poi senza
aggiungere altro allungò il guanto metallico ancora pieno
del sangue dell'elfo sulla faccia delicata del drow e
schiacciò con tutta la sua forza. Zakk urlò di
dolore mentre l'orco gli schiacciava i bulbi oculari e gli riduceva la
faccia ad una maschera sangiunante, poi la mano guantata si chiuse sul
collo muscoloso ma sottile del drow e strinse con tutta la sua forza
finché non percepì distintamente lo scricchiolio
delle ossa del collo che si spezzavano.
La folla era in assoluto silenzio. Barkman si alzò in piedi
barcollante e cosparso di sangue, con un ringhio si strappò
dalla spalla quella fastidiosa Naginata. Alzò il braccio
ancora buono verso il cielo nero della grotta. Rivolto alla fazione
elfica, gridò:
"La storia cambia!"
La folla orchesca parve esplodere di urla di giubilio mentre gli elfi
scuri osservavano con calma glaciale la scena, ma nel profondo dei loro
cuori oscuri stavano tutti tramando vendetta.
Da dietro le file degli orchi un individuo minuto con lunghi capelli
biondi e lineamenti delicati in viso, sorrideva alla sconfitta in
combattimento dei malvagi elfi scuri. Poi si volse e sparì
nell'oscurità della grotta.
Il consiglio dei drow si riunì poco dopo l'assurda
sconfitta, tutte le matroni dei più importanti casati erano
presenti, come si confà ad un vero e proprio consiglio di
guerra. Venne approvata una soluzione rapida che avrebbe permesso di
progettare una chiara e terribile vendetta: una missione segreta, in
solitaria, per scoprire da dove provenga la misteriosa forza magica
degli orchi. Venne scelto un volontario all'unanimità,
abbastanza abile da riuscire nella missione e abbastanza sconosciuto da
poterlo condannare in caso la missione sarebbe stata scoperta. Chi
meglio di Peller del casato di Mellos?
Il giovane drow si stava esercitando nella sua tenda dell'accampamento
riflettendo sull'accaduto. Quello era un evento unico nel suo genere,
mai avrebbe pensato che Zakk ne sarebbe uscito sconfitto dallo scontro
con un orco. Ma era ben evidente che non c'erano solo gli
orchi da affrontare: c'era qualcuno dietro di loro che dirigeva eli
aiutava a loro discapito, tramando la loro sconfitta. Si erano
tramutati da predatori in prede. Ma chiunque siano i loro avversari
avrebbero trovato pane per i loro denti, un drow era una creatura
portata naturalmente alla guerra e all'inganno, tentare di fregarli con
i loro stessi metodi sarebbe stato come tentare di acchiappare un gatto
con una trappola per topi...
Le sue scimitarre roteavano nell'aria descrivendo eleganti fendenti,
stava eseguendo una speciale danza elaborata dai più grandi
spadaccini drow che li spingeva ad allenare ogni muscolo del corpo in
modo da avere una perfetta padronanza di esso, era la Danza del Ragno.
Mika osservava dalle aperture della tenda il fratello minore che
eseguiva con grazia, equilibrio e potenza l'elaborata Danza del Ragno.
Il corpo di Peller era come un'opera d'arte: una scultura viva che
pulsava di vita e di forza, si poteva notare tutti i fasci di muscoli
compatti che disegnavano quel corpo così allenato, ad ogni
affondo della danza il suo corpo di contraeva e l'aria usciva
rapidamente dai polmoni provocando un rumore simile ad uno strano
sospiro. Quel sospiro era l'essenza del combattimento drow, quelle
contrazioni spingevano il corpo ad accelerare bruscamente alcuni
movimenti, rendendoli quindi più fluidi e mortali.
Mika entrò a passo deciso nella tenda e Peller che
interruppe subito la sua danza per quell'ingresso inaspettato:
"Onorevole sorella..."
Peller chinò leggermente la fronte sudata al cospetto della
sorella, il rispetto per le femmine assieme al disprezzo per le altre
razze era la prima cosa che insegnavano ai giovani drow.
"Peller, la tua danza del ragno sembra che migliori continuamente,
forse c'è un motivo per cui abbiamo lo stesso sangue..." Un
complimento velato, ed equamente diviso tra loro due ma era il meglio
che poteva chiedere da una come Mika. La ragazza drow si
avvicinò facendo frusciare la veste di seta viola che
mandava strani riflessi alla fioca luce delle torce magiche
dell'accampamento, allungò una mano sottile ed affilata ed
accarezzò il ventre del drow, risalendo poi verso il mento
del fratello per stringerlo e costringerlo a guardarla negli occhi.
Peller era l'unico con gli occhi viola della famiglia, Mika li aveva
rosso sangue, un colore che certo si addiceva al suo rango di
sacerdotessa.
"Peller sei stato scelto per una missione in segreto, dovrai
infliarti furtivamente nell'accampamento orchesco e scoprire da dove
prendono quella squallida magia" La sacerdotessa fece una pausa
avvicinandosi di più a Peller e avvolse le mani attorno alla
vita tonica e muscolosa del guerriero, la sua voce era un sussurro ma
lo colpì come un maglio:
"Inutile dire che se ti scopriranno il concilio negherà che
la missione ti è stata assegnata e ti condanneranno a morte
secondo le leggi orchesche..."
Si avvicinò ancora un po', le loro labbra si sfioravano,
Mika sorrise e concluse:
"Ma torna da me, dopotutto il sangue della nostra famiglia non deve
venire sprecato" Le loro labbra si unirono fugacemente poi Mika si
staccò e si allontanò lentamente dicendo:
"La tua missione è già iniziata, appena sarai
pronto vai", poi la ragazza si leccò le labbra con fare
malizioso e se ne andò.
Peller trasse un sospiro di sollievo quando lei uscì, Mika
era lunatica e aveva degli scatti d'ira veramente terribili inoltre in
tutte quelle eccitanti situazione, tipiche nell'usanza drow il maschio
non doveva assolutamente prendere alcuna iniziativa, tutto il potere
era conferito alla donna, anche nei rapporti più intimi. Un
"cedimento" del maschio alle provocazioni della femmina sarebbe stato
classificato come debolezza, e la debolezza veniva espiata in un unico
modo: la morte. I drow maschi venivano continuamente provocati dalle
femmine, ormai Peller c'era abituato ma doveva stare sempre attento,
per ingraziarsi la Regina Ragno le sacerdotesse sarebbero ben felici di
sacrificare un fratello "debole" e quindi indegno.
Non c'era altro tempo per riflettere, il consiglio gli aveva affidato
una missione importante e non avrebbe fallito. Iniziò a
vestirsi indossando dei comodi abiti di pelle nera, legandosi alla vita
una cintura con il suo fedele Kriss, le scimitarre ed un misterioso
sacchetto. Poi si avvolse in un mantello leggero e lievemente
luccicante. Quel mantello era magicamente incantato ed aiutava il drow
a nascondersi nell'oscurità quello che c'era sotto, raccolse
i capelli in una coda e si vestì rapidamente,
impugnò le sue scimitarre, controllandone l'affilatura, le
reinfilò nei foderi poi uscì dalla tenda,
silenzioso come il vento: un ombra tra le ombre.
Passò attraverso l'accampamento indisturbato, coperto con il
mantello da pericolosi sguardi indiscreti, si incamminò
rapidamente verso l'estremità occidentale della caverna,
dopo pochi minuti di rapido cammino vi giunse e si rese conto
dell'enormità di quel luogo. Le pareti della grotta erano
liscie e umide e sporadici rigagnoli d'acqua modificavano per sempre la
struttura della caverna, costituendo lentamente stalattiti e stalagmiti
di decine di metri. Poteva vedere bene l'accampamento orchesco: a
livello del terreno c'era tutta la truppa e le persone di poca
importanza, su un colle di roccia all'interno della caverna sovrastava
una gigantesca tenda fatta con pelli di diversi animali. Li era
sicuramente poteva trovare le informazioni che cercava.
Costeggiò la caverna passando come un ombra attraverso il
campo orchesco, gli orchi erano troppo impegnati in festeggiamenti per
notare un'ombra che rapida e silenziosa si dirigeva verso la tenda che
sovrastava tutto l'accampamento. Arrivò ai piedi del colle e
si accorse immediatamente che per raggiungerlo c'era soltanto una
ripida scalinata intagliata nella roccia, sicuramente con la magia. Un
altro sfoggio di magia... Gli orchi dovevano essere veramente sicuri di
loro stessi per esporre così la nuova ed insolita magia ai
pericolosi drow. La scalinata era protetta da due guardie armate fino
ai denti e lui non aveva per niente voglia di affrontarle. Usare la
levitazione per risalire le pareti non era per niente sicuro in quanto
sarebbe stato completamente esposto ed inoltre non era un incantesimo
che padroneggiasse con estrema chiarezza. No, doveva arrampicarsi su
quelle ripide pareti di roccia. Gli orchi più vicini erano
ormai ubriachi di alcol ed ebbri di gioia per l'insolita vittoria.
Tanto che non badarono a quell'ombra più scura delle altre
che si muoveva alla base del colle roccioso. Peller trovò un
canale nella roccia, un insenatura che risaliva per una decina di
metri, arrivando sulla sommità del colle. L'elfo
ripiegò il mantello che lo rendeva parzialmente invisibile
nell'oscurità e se se lo avvolse attorno al capo e al busto,
lasciando trasparire dalla seta nera solo quelle due perle viola che
erano gli occhi. Poi aprì un sacchetto di pelle legato alla
vita e vi inserì le mani strofinandole per bene con la
strana polvere contenuta al suo interno. Quando l'elfo scuro estrasse
le mani esse erano completamente ricoperte da piccole scaglie violacee
e cangianti alla luce delle torce che rendevano incredibilmente ruvide
le mani permettendo a Peller di arrampicarsi agevolemente anche sulla
roccia più liscia. Appoggiò le mani a palmo
aperto sulla roccia e contrasse i muscoli delle braccia, portanto
contemporaneamente in su i piedi, infilandoli nelle numerose insenature
naturali di quella scalinata improvvisata. Salì rapido come
il vento quell'insenatura rocciosa a tal punto che arrivato in cima i
muscoli delle braccia che gli dolevano per lo sforzo sostenuto.
La tenda orchesca era costituita da numerosi pali di legno impiantati a
forza nella dura roccia grazie a delle punte di acciaio, alla struttura
di pali erano appese numerose pelli di svariate creature che Peller non
conobbe, probabilmente tutte creature della superficie. Sapeva
però che maggiori erano i tipi di pelle che ricoprivano una
tenda e maggiore era l'importanza della tenda stessa. Su di essa Peller
non riusciva a vedere due pelli dello stesso tipo... Si
avvicinò furtivo, restando rannicchiato sulle ginocchia per
non farsi vedere da sguardi indiscreti, estrasse il piccolo ed affilato
Kriss ed eseguì un piccolo taglio nella tenda, tanto da
permettere al suo occhio di vedere l'interno, le sue orecchie sensibili
si misero in allarme per captare qualsiasi suono che presagiva pericolo.
L'interno della tenda era calda e spaziosa, luminose torcie giallastre
illuminavano la scena di una tiepida luce e di un piacevole calore, la
tenda sarebbe stata considerata piuttosto spartana per un elfo chiaro
ma era sontuosamente arredata per gli standard degli orchi. Un
elaborata composizione di tappeti faceva da pavimento, dalla parte
opposta dell'entrata si poteva intravedere uno scranno piuttosto
sontuoso estratto da un gigantesco teschio di qualche animale, sui
braccioli spuntavano dei denti conici ed appuntiti, non doveva essere
una sedia particolarmente comoda per il grosso orco dalla pelle grigia
che vi sedeva sopra. Ma l'attenzione di Peller venne catapultata al
centro della tenda dove c'erano tre figure con lunghi mantelli, due di
essi erano elfi chiarie un terzo era un orco, probabilmente un
chierico. La consapevolezza di una possibile alleanza tra elfi chiari e
orchi fece rabbrividire l'impavido drow. Sul tavolo giaceva supino un
corpo in fin di vita e Peller vi riconobbe Barkman, l'orco che aveva
combattuto contro Zakk, ik suo micidiale martello da guerra giaceva
appoggiato al tavolo.
"Non va per niente bene, il veleno è entrato troppo in
profondità" disse il chierico
"Incapace! Inetto! Non è accettabile che dopo la vittoria
Barkman muoia per il veleno di quel cane!" L'orco seduto sullo scranno
inveì contro il chierico, osservando digrignando i denti il
corpo ormai in fin di vita di Barkman. Il capotribù non
aveva preso molto bene la storia dell'avvelenamento e capiva benissimo
le complicazioni di un eventuale morte del guerriero, i drow potevano
richiedere un secondo duello e la prospettiva non gli piaceva affatto.
Fissò gli elfi: uno di essi aveva lunghi capelli bianchi
raccolti in un nodo sulla nuca e aveva un aria solenne ed importante;
il suo compagno invece, sicuramente più giovane, osservava
guardingo gli orchi attorno a se, poco fiducioso da quei momentanei
alleati.
"E voi non dite niente?" chiese Kruss, a cui l'elfo anziano rispose:
"Onorevole capotribù Kruss, il veleno drow è
infido proprio come loro ed attacca tutti i tessuti espandendosi lungo
i fluidi del corpo, ormai non c'è più nulla da
fare..."
"Facili parole, tanto voi avete il culo coperto..."
intervenì il chierico orco con tono sprezzante. Il giovane
elfo si fece avanti avvicinandosi di un passo al chierico e fissandolo
negli occhi dal basso verso l'alto.
"Vuoi forse negare che il nostro intervento sia stato fondamentale? Chi
ha incantato il martello? Chi ha impedito che il vostro campione non
venisse decapitato dal drow al primo colpo?"
L'elfo più giovane parlò con
impulsività, giudato dalla diffidenza per gli orchi e per la
naturale arroganza della sua razza, ma una mano del compagno
più anziano placò subito il suo sangue bollente e
riportò la calma nella tenda. Il chierico non sapeva cosa
ribattere e dalla sua espressione accigliata pareva quasi voler saltare
addosso al giovane elfo.
"Onorevole Krull ed onorevole chierico, perdonate i modi impulsivi di
mio figlio Gaeron, purtroppo l'ho viziato un po' troppo e non sa bene
quando è il momento di stare in silenzio"
Si allontanò lentamente dal tavolo intanto che Gaeron
arrossiva come un bambino scoperto con le mani del sacco, ed il
chierico si tranquillizzava. I due elfi si mossero lentamente verso
l'uscita della tenda quando furono sul ciglio l'anziano mise una mano
sul bordo del cappuccio ed osservò il capotribù
con determinati occhi di zaffiro.
"Comunuqe sia noi non possiamo fare altro per Barkman, è un
veleno potente e di origine magica, infatti non c'è
più nel sangue ma è stato totalmente assorbito
dai muscoli del corpo... Non so in quanto tempo lo finirà ma
so che lo porterà alla morte, i veleni drow non danno
scampo... Mi dispiace Kruss, mi farò sentire al
più presto"
Il capotribù, rosso di rabbia e dolore era come una bomba
pronta ad esplodere, si alzò di scatto dal trono scaricando
la sua rabbia in una potente manata che spezzò in due uno
dei grossi denti situati vicino ai braccioli del trono, la sua mano si
ferì e il sangue prese a scorrere copioso lungo il polso per
poi gocciolare a terra, denso e purpureo. Strinse la mano a pugno e
leccò il sangue che colava in uno strano rito. Poi strinse
il pugno con forza fino a che le nocche impallidirono e i muscoli del
braccio si gonfiarono.
"Me la pagheranno..." sibilò "Lo giuro sul mio sangue"
Gli elfi fecero un piccolo inchino, sollevarono i cappucci sulla testa
ed uscirono dalla tenda con un fruscio di vesti. Intanto il sangue si
accumulava lentamente alla base del trono...
Peller sorrise e si ritrasse lontano dall'uscita accerchiando la tenda,
lui conosceva Zakk come suo maestro di accademia e conosceva il
terribile veleno che utilizzava, estratto direttamente dalle fauci di
un Drider, il veleno si chiamava Seconda Vita. Il suo scopo era che
oltre ad uccidere il malcapitato, impediva il decadimento naturale del
corpo, e rendeva i tessuti infetti più resistenti. Il
Seconda Vita donava in effetti una seconda e terribile vita
trasformando i soggetti in dei Golem, ovvero degli inarrestabili
cadaveri ambulanti che seguivano qualunque mossa di chi li aveva creat.
Erano in assoluto i guerrieri più fedeli che un mago possa
trovare e probabilmente i più potenti che avesse potuto
creare. Ma l'effetto del Seconda Vita è estremamente
complicato da ottenere e necessita di una potente energia magica che
solo una potente sacerdotessa può avere. Nonostante le
difficoltà dell'incantesimo, la consapevolezza che gli orchi
avevano un nemico terribile nel cuore del loro accampamento rincuorava
l'ambizioso drow. Poi un altro piano, molto più infido e
degno della sua mente brillante e malvagia... Ma adesso non c'era tempo
da perdere, si acquattò dietro la tenda cercando di
percepire i rumori dei due elfi che scendevano dalla scalinata scavata
nella pietra, il drow era pienamente soddisfatto delle informazioni
ricevute: Barkman si sarebbe trasformato in un potentissimo Golem, il
controllo del golem era la chiave per aprire la porta della vittoria.
Bisognava assolutamente impossessarsene e aveva già un idea,
ma gli serviva l'aiuto dell'onorevole sorella Mika.
Il drow fece a ritroso la strada che aveva percorso, scendendo
agilmente dalla rupe di roccia e scomparendo nella notte come un ombra
tra le altre in quell'oscura grotta, riutornando all'accampamento.
*
Peller osservava la triste scena che si profilava sotto di lui,
indeciso sul farsi. Artuik era un ragazzino simpatico e aveva tutte le
caratteristiche necessarie per rendersi utile a lui e al suo piano, gli
orchi stringevano lentamente il cerchio attorno al piccolo elfo chiaro,
Peller decise di intervenire. Frugò rapido nel suo mantello
ed estrasse una piccola cerbottana con una minuscola freccia incantata
detta Pywa. La freccia riusciva a far transitare una creatura vivente
in se, imprigionandola per poi liberarla all'ultimo momento.
Certo, toccava un piccolo sacrificio... Peller si sfilò
rapidamente il guanto e si punse il dito facendo sgorgare una goccia di
sangue e vi intinse la Pywa. Adesso la freccia era pronta, quando
sarebbe arrivata al bersaglio il drow sarebbe apparso come un fantasma,
l'effetto sorpresa era assicurato. Il guerriero si portò la
cerbottana alla bocca e soffiò. La Pywa trapassò
l'aria con la velocità di un proiettile e quando
arrivò a contatto con il terreno roccioso tra Artuik e gli
orchi esplose in una nuvoletta di fumo. I nemici furono spiazzati da
quell'insolito trucchetto ma pensando che fosse soltanto un trucco per
permettere al giovane Artuik di fuggire si buttarono in avanti con
foga. E morirono. Peller apparve dalla nuvoletta, armato fino ai denti
e con le scimitarre spianate il primo orco che vide la sua pelle scura
si ritrasse terrorizzato ben conscio della terribile fama dei drow, le
scimitarre volteggiavano in aria, Peller colì il primo
avversario ad un ginocchio, lacerandone i tendini e facendolo crollare
a terra poi la scimitarra gemella finì il lavoro
trapassandogli la gola. L'orco morì gorgogliando maledizioni
contro di lui, Peller non vi fece caso e sfruttando la confusione
creata si lanciò nella mischia. Gli orchi erano nemici
formidabili sulla lunga distanza in modo che possano usare le loro
grosse armi a due mani e tutta la loro forza fisica. Ma Peller era ben
conscio di questo ed era per questo che utilizzava due armi corte come
le scimitarre. Il secondo avversario tentò di colpirlo con
la possente ascia bipenne ma Peller si scansò con una
capirola a terra e l'ascia si piantò nella parete legnosa
della capanna, Peller ne approfittò ed in un turbinio di
scimitarre colpì prima le braccia dell'orco amputandole, poi
troncò le urla dell'orco urlante con un colpo a forbicie che
decapitò di netto la testa del malcapitato, che
crollò a terra in una chiazza purpurea.
Peller era un'impressionante macchina da guerra, si muoveva rapido e
silenzioso troncando arti e teste con una certa soddisfazione, pareva
un demone evocato dai più oscuri abissi dell'inferno, gli
orchi che riuscirono a sfuggire a quel demone incarnato non esitarono a
ritirarsi nel bosco ringhiando maledizioni contro il drow. Il pericolo
per Peller non era finito, gli elfi si erano accorti della sua fuga ed
accorrevano con le Naginata spianate verso Peller...
"Ingrati..."
Non poteva aspettarsi di meglio da degli elfi chiari, gli elfi "buoni".
Peccato che erano buoni solo con chi era d'accordo con loro, gli altri
li trattavano con disprezzo o li ammazzavano. Peller era già
pronto, la sua mano si infilò nel mantello ed estrasse la
seconda Pywa, gliene rimanevano solo 3, intinse la freccia nel sangue
del dito poi si volse rapidamente verso Artuik che era crollato
terrorizzato dallo scontro e dal sangue, appoggiandosi pesantemente
alla parete della capanna. Peller lo sollevò di peso e gli
puntò la scimitarra alla gola, guardando ghignando i falsi
buoni in arrivo per fargli la pelle. La carica degli elfi
subì un brusco rallentamento in vista del giovane Artuik
minacciato dalla crudele lama di Peller ma subì un blocco
deciso quando una voce femminile sovrastò tutto il loro
fragore.
"Fermiii!!!"
La carica elfica si fermò e da dietro apparve la
sacerdotessa di prima, carica di apprensione per il figlio.
"M-mamma" piagnucolò il piccolo elfo
"Silenzio Artuik, e ringrazia tua madre, è solo merito suo
se sei ancora vivo... Ah già poi è anche merito
mio..." Peller parlò ad alta voce in modo che gli elfi
potessero sentire
"Cane bastardo, vigliacco!" ringhiò un minaccioso elfo con
una fascia nera in testa e una grossa alabarda sporca di sangue.
"Vigliacco... Bastardo... E' questo il ringraziamento che voi culi
bianchi riservate per chi affronta da solo una decina di orchie salva
la vita ad un vostro consanguineo? Siete fottutamente ingrati!"
Il numero citato da Peller era vero, bastava vedere l'impressionanante
quantità di braccia mozzate e cadaveri decapitati li
attorno. Intanto che Peller parlava la mano libera dalla scimitarra che
impugnava una Pywa già bagnata del suo sangue punse il
fianco del ragazzo strappandogli un gemito di dolore.
"Tu parli troppo, elfo scuro adesso perirai, come è stato
deciso dal consiglio che ti piaccia o no" L'elfo con l'alabarda
insanguinata era l'unico che parlava, probabilmente era una
personalità importante. "Altynel, folgoralo!" disse rivolto
alla sacerdotessa che annuì tristemente ed iniziò
a muovere le mani per invocare un incantesimo che avrebbe creato un
fulmine.
Intanto la mano di Peller aveva estratto la cerbottana e l'aveva armata
con la Pywa carica di doppio sangue.
"Mi dispiace Peller, ma non ti sei comportato a modo..." Altynel
parlò con voce triste, guardando il drow dritto negli occhi.
In quel momento Peller estrasse la cerbottana con la mano libera
esparò la Pywa nel mezzo del bosco, il primo albero che
avrebbe incontrato sarebbe stata la sua salvezza dal terribile
incantesimo.
1...
2...
3...
Il bersaglio della Pywa doveva essere piuttosto lontano e se avesse
aspettato ancora Altynel lo avrebbe folgorato.
4...
5...
"Altynel! Fulminaloo!!" disse l'elfo dalla scimitarra insanguinata,
esasperato dalla snervante attesa.
6...
7...
In quel momento Peller sogghignò, non capendo
perché la sacerdotessa esitasse così a lungo, poi
un istante dopo disse:
"Grazie sacerdotessa... Hahaha"
E sparì in una nuvoletta di fumo grigio.
"Maledizione Altynel che ti è presoooo!?" L'elfo era furioso
per la fuga del drow e del rapimento di Artuik
"MI dispiace, ma il drow aveva una corazza magica che dovevo
eludere..." Anche il più stolto delle guardie avrebbe
percepito la bugia della sacerdotessa ma solo una guardia veramente
stolta si sarebbe permessa di contraddirla. Infatti nessuno lo fece, e
nessuno seppe che non fu un armatura magica a bloccare il fulmine, o il
micidiale sguardo lavanda del drow. Erano gli occhi azzurri del piccolo
elfo, lucidi di lacrime in una tacita preghiera...
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