Capitolo
12: Purify
“I'm just
thinking how fine it is
To feel myself so fine
again
[…]
Celebrate
I'm alive
again”
(Purify, Lacuna Coil)
Witchelny
-Mi raccomando, non abbassate la guardia e collaborate.- disse Wisemon,
conscio che i due prescelti non avrebbero collaborato se non messi
realmente alle strette. Per quello li stava inviando in quel luogo.
Perché dovevano fidarsi ciecamente l’uno
dell’altro e non solo Hiroyuki e Mamoru. Tutti.
Ma quei due in particolare.
Hiroyuki poi, era di un’indisponenza ai limiti del
sopportabile e molti si chiedevano come Mamoru riuscisse a non
prenderlo a pugni dalla rabbia.
Certo, i colpi che si erano menati poco prima potevano essere stati
anche uno sfogo. Ma il moro sembrava tutto divertito mentre chiedeva
spiegazioni -Quindi, dovremo trovare due oggetti ed è
fatta?-
Wisemon annuì.
-Perfetto! Ho sempre adorato le cacce al tesoro. Tu Hiropyo…
Hiro?-
Hiroyuki non lo degnò di uno sguardo e camminò a
passo svelto verso il varco aperto dal digimon mago. Quando fu
vicinissimo, si volse in direzione dell’altro –Stai
zitto e muoviti.- ciò detto sparì
dall’altra parte.
Mamoru sospirò, senza smettere di sorridere –Che
tipo… Elecmon, sei pronto?-
Il digimon fissò il suo compagno qualche secondo
–Non saprei… non ho un buon
presentimento…-
Il moro fissò a sua volta il proprio partner e poi il varco,
dove anche Kotemon era sparito.
Era nero.
Un vortice nero davvero inquietante. Deglutì.
“Maminchio!”
Quel soprannome non gli piaceva proprio, ma chi di soprannome ferisce,
di soprannome perisce, no?
Si massaggiò i capelli ispidi e, mani in tasca,
s’incamminò verso il passaggio. Prima di
addentrarsi là dentro, si voltò e fece
“ciao-ciao” a tutti –A più
tardi!!- esclamò agitando le braccia. Dopodiché
seguì l’esempio del teppista e sparì
oltre il portale.
Tutti erano rimasti col fiato sospeso.
Errant
Castle
Vamdemon e Pinocchimon irruppero nella sala da bagno proprio
nell’istante in cui dal corpo di Ylenia scaturì
quella luce abbacinante.
Il vampiro fu costretto a fermarsi di colpo e ripararsi col mantello ma
Pinocchimon continuò a correre, scorta l’ombra del
fratello.
-Fermo!- esclamò, come in una supplica.
Non aveva le idee chiare su ciò che accadeva, ma sapeva che
c’era qualcosa di sbagliato.
Che suo fratello era tutto sbagliato in quegli ultimi tempi.
Infatti, il clown sollevò la ragazza fuori
dall’acqua e lei parve risvegliarsi ancora un poco di
più dalla trance.
Nel frattempo che tutto questo accadeva, a Witchelny…
-Fratellone?-
-Papà?-
-Yamato?-
Nessuna risposta.
Ancora una volta, il ragazzo subì un attacco. Ancora una
volta sotto i loro occhi.
Quando Mamoru e Hiroyuki sparirono dietro il varco seguiti da Wisemon,
poco dopo che questi diede disposizioni a Wizarmon riguardo alla
prossima sessione di allenamenti, Yamato percepì
l’ennesima bizzarra sensazione.
Come l’intensità della Luce di Ylenia si espanse,
le sue Tenebre crebbero, involontariamente, di conseguenza.
Lui questo ancora non lo capiva bene…
Ad ogni modo, tutto era cominciato con quella strana sensazione alla
gamba.
Seguì un senso di risucchio.
E poi il buio.
Era circondato dall’oscurità e le sue orecchie
percepivano solo lo sciabordio dell’acqua scura nella quale
era immerso fino alla vita.
“Ci mancava
solo questo…” pensò
irritato. Trovò buffo il fatto di sentirsi sollevato
dall’assenza di Hiroyuki, l’unica persona che
l’avrebbe certamente criticato.
Ma d’altro canto, Hiroyuki avrebbe avuto ragione.
“Perché
devo sempre rimanere vittima delle cose?” scosse
la testa, guardandosi ancora, inutilmente, intorno.
Acqua torbida e buio.
Fine.
Quando però si ripresentò il fastidioso
ronzio… quando l’acqua si mosse un poco,
capì di non essere solo.
Si voltò.
Non vi era nessuno.
Deglutì e provò ad avanzare alla meno peggio in
quell’oscurità.
Sotto i suoi piedi (sotto quello sano di più, quello ancora
vittima dell’ombra di Kokueimon aveva una
sensibilità limitata, ora) percepiva un fondo solido, come
delle piastrelle. Poi urtò qualcosa. Il pavimento pareva
essere sconnesso, ma tastando col piede, scoprì che non era
una crepa “Un
gradino?” inarcò le sopraciglia e vi
salì sopra.
Lo sciabordio proveniva sia dalla sua destra, che dalla sua sinistra.
Si rese conto di scorgere il suo riflesso nel liquido, in quel buio e,
poco a poco, anche i tenui contorni di ciò che lo circondava.
Lentamente, i suoi occhi si abituarono
all’oscurità…
C’erano delle linee scure che fuoriuscivano
dall’acqua “Sono in una vasca?” si
chiese. Alla sua destra vide, dapprima con la coda
dell’occhio, poi si voltò per osservare meglio,
una piccola sagoma scura da cui sgorgava il fluido.
Tutto intorno il buio parve rischiararsi ancora più
velocemente, divenendo grigio. Solo l’acqua rimase scura e
insidiosa. Ma ormai aveva appurato di trovarsi in una vasca. Non che la
cosa fosse una garanzia di sicurezza, ma era sempre meglio di trovarsi
a vagare nell’ignoto.
Ancora quel ronzio…
Si voltò e ancora non vide nulla. “Che diavolo succede,
dannazione!” sospirò, cedendo allo
sconforto “Non
capisco più niente…”
Ed era a capo chino, con le mani fra i capelli, intento a passare in
rassegna le sue disgrazie, quando sottili fili neri corsero
nell’acqua verso di lui, come piccoli serpentelli.
Sussultò e provò a scacciarli, infrangendo la
superficie del fluido.
La pozza scura si scompose nuovamente nei fili neri per poi
ricompattarsi e circondarlo ancora.
“E’
assurdo…” continuò a
pensare “Nonostante
stia sprofondando in quest’oscurità…
non ho paura…”
Non temeva quella macchia. Non più.
Non era dolorosa.
E sentiva che la gamba invalida recuperava piano la
sensibilità.
Percepiva qualcosa entrare nell’arto ed espellere
qualcos’altro.
Aveva un’idea in proposito, ma la sua mente non fece in tempo
a formulare un pensiero coerente, che due lunghe mani guantate gli
cinsero i fianchi.
-Cos’è?- chiese Takeru, in ansia.
-Nulla.- rispose Babamon, con tutta la calma del mondo. Avrebbe potuto
tranquillamente bersi un tè con i biscottini. Non era
affatto preoccupata o almeno non lo diede a vedere.
-Come, nulla?!- sbottò Takeru
E…
Sì. Indovinato. Gli arrivò una ramazza sulla
testa.
-Ouch…-
-Ragazzo mio, ti ho detto che non ti devi preoccupare e non ti devi
preoccupare.-
-Cos’è questa cupola nera?- chiese allora Iori, a
distanza di sicurezza.
-E’ stato Yamato a generarla.-
-Eh?- fu, più o meno, il commento di tutti.
-O meglio: è stato lui, ma inconsciamente. Ricordate
cos’ha detto prima Babamon?- intervenne allora Jijimon.
Fu Miyako a rispondere –Si… ha detto qualcosa
come… che i poteri di Ylenia si stanno risvegliando e di
conseguenza anche quelli di Yamato…-
-Esattamente.- fece la vecchia, distogliendo lo sguardo dalla cupola
nera –Voi tutti sapete che la Luce e le Tenebre sono le due
facce eguali della stessa medaglia, no?-
-Già… ce l’hanno ripetuto fino alla
nausea.- Daisuke alzò gli occhi al cielo.
-Ecco. In più loro sono gemelli. Anche se non sono
omozigoti, il loro legame è comunque più saldo
rispetto a quello di due fratelli normali. Hanno condiviso tutto fin
dalla nascita. Anche se nessuno la vedeva, Ylenia era con Yamato, no?-
-Nonnina, sai già tutto, eh?- continuò a
risponderle il Motomiya.
-Mi piace tenermi informata.- rispose lei sorridendo soddisfatta, con
un tono da fanatica di gossip.
-Ora, se Ylenia sta usando i suoi poteri, anche il corpo di Yamato
reagisce. Percepisce le sensazioni di lei e il suo potere cerca quello
opposto.-
Nessuno disse nulla, così la digimon riprese
–Perciò, state calmi e non agitatevi. Una volta
che riusciranno a controllarli, questi piccoli inconvenienti non
capiteranno più.-
-Chiamali piccoli…- fu il commento di Gomamon.
Intanto, Hiroyuki e Mamoru erano dall’altra parte del varco e
Mamoru si lasciò scappare un
–Belloooooo…- -Ehm… dove siamo?-
Hiroyuki prese a camminare, in silenzio.
-Hiropyooon?-
Ancora silenzio.
Mamoru si grattò la testa.
-Dai, non offenderti. Se ti da fastidio, ti chiamo Hirosama. O
Hirosenpai, o Urameshi… come vuoi, eh! Non essere
permaloso… cioè, ti capisco… sarei
scontroso anch’io se tutti mi giudicassero,
chessò, per il colore dei capelli e…-
Hiroyuki si voltò e fissò freddo
l’Izawa.
Se con uno sguardo si potesse uccidere, Mamoru non sarebbe
più parte di questa storia. Da un pezzo.
-Che cazzo c’entrano i miei capelli?!-
-Ehm…- una goccia fredda colò lungo le tempie del
moro –Dicevo… così per dire…-
-Senti, riesci a tapparti la bocca un attimo?-
-Secondo te dove siamo?
-E non cambiare discorso!-
-Ma non dovevo stare zitto?-
-Ma proprio non capisci quando smettere di dare aria alla bocca?!-
-Hirosama, tu non sei per nulla chiaro.-
Hiroyuki era sull’orlo di una crisi di nervi. Proprio non
riusciva a spuntarla.
-Senti, Maminchio, chiudi quel cess… - Mamoru gli chiuse la
bocca con la mano.
Quel luogo silenzioso era molto strano.
Si trovavano in un lungo corridoio scavato nella pietra. Su tutte le
pareti erano incisi i caratteri dell’antica lingua digitale e
l’odore acre che si respirava era quello pesante di polvere e
muffa, tipico dei luoghi chiusi.
A momenti era addirittura stordente.
Hiroyuki da piccolo era stato in Egitto con i suoi. L’odore
che si percepiva nelle viscere delle piramidi era lo stesso.
Fortunatamente Kotemon ed Elecmon avevano trovato e acceso delle torce,
perciò almeno il quartetto non era al buio. Eppure
riuscivano a illuminare solo un breve tratto. Davanti e dietro di loro
il buio era totale. E pareva avanzare, come a volerli inghiottire.
-Mmmm…- protestò Hiroyuki, provando a liberarsi
della mano dell’altro, ma Mamoru si era fatto serio -Hai
sentito, Hirosama?-
Il teppista tese le orecchie.
Dei passi.
Passi cadenzati tremendamente familiari.
Socchiuse gli occhi per concentrarsi, ma il rumore si
affievolì.
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata e indietreggiarono.
Hiroyuki prese la torcia dalle zampe di Kotemon e Mamoru fece
altrettanto con Elecmon. I due digimon si schierarono in difesa uno
davanti e uno dietro, non si sa mai.
-Uno spiffero…- sussurrò Mamoru, guardando nella
direzione dalla quale, teoricamente erano appena venuti.
In pratica il varco li aveva portati nel bel mezzo del corridoio.
Scelsero comunque di indietreggiare, anche se normalmente Hiroyuki non
l’avrebbe mai fatto.
Lui era tipo da non temere nulla finché non si trovava a
costretto a un confronto diretto. Ma in quel posto era come se i suoi
timori prevalessero. E lui non riusciva a sopportarlo.
Man mano che camminavano, il rumore dei passi si faceva più
vicino. Pensarono di spegnare le torce, ma allora sì che
sarebbero stati problemi, poiché non sapevano proprio dove
andare.
Il corridoio proseguiva dritto per lunghi tratti, ma ogni tanto
capitavano biforcazioni e dovevano comunque evitare i vicoli cechi.
Più vicino.
Poi svanì.
Poi lo udirono ancora…
Pur voltandosi diverse volte, nessuno riusciva a vedere nulla.
“Eppure io
questi passi strascicati li conosco bene… ma non
è possibile…”
-Ma cosa dovremmo fare, di preciso?- chiese Elecmon d’un
tratto, fermandosi.
-Wisemon ha detto che l’avremmo scoperto una volta qui.- gli
rispose Kotemon, arrestandosi anche lui –Però non
capisco. Perché stiamo scappando, eh Hiro? Non dovremmo
fermarci e affrontare quella cosa?-
-No…- non era sicuro.
Se era come pensava, non ne aveva minimamente intenzione “Ma è
stupido pensare che sia lui, no?”
-Accidenti a questi vegliardi!- sbottò, colpendo con un
pugno una parete –Perché diavolo non si sbrigano
loro le proprie questioni?!-
Mamoru lo fissò –Sembra sia svanito…-
si riferiva a quel rumore –Me lo chiedo
anch’io… ma un motivo ci sarà, no?-
-Pigrizia?-
-Ipotesi molto suggestiva la tua, Hiropyon… ma dubito che ci
sia lo zampino di un Demon Lord anche in questo.-
-No no. Intendevo pigrizia loro.-
Mamoru si finse pensieroso –Ipotesi suggestiva anche questa,
ma, Hiropyon, tu hai idee davvero troppo sovversive.-
-Oh, ma basta con ‘sto soprannome!-
-Vogliamo parlare di Maminchio?-
Hiroyuki gli puntò un dito al petto -Chi ha
cominciato con i nomignoli?!-
Mamoru alzò le mani, in segno di resa.
-Ok, ok! Mea culpa!-
Contemporaneamente a Witchelny
e nel Castello
Errante, Piemon si trovava a che fare con i due gemelli.
O meglio.
Loro si trovarono ad aver a che fare con lui.
Li aveva presi.
Entrambi!
-Lasciami!- ringhiò Yamato.
Il clown gli sorrise, senza dar troppo peso alle parole minacciose del
ragazzo, tantomeno ai suoi calci e pugni.
-Una volta da Lucemon, avrò la mia ricompensa.- disse, fra
sé e sé.
-Non ho intenzione di venire con te!-
Piemon inarcò il sopracciglio ma Yamato non poté
ovviamente vederlo, dato che il clown indossava la maschera.
-Oh… e come hai intenzione di impedirmelo?-
“Già…
come?” deglutì. Provò a
concentrarsi, anche se in quella sensazione era difficile “Forse, potrei
riuscire a usare i miei poteri, in qualche modo…”
Sentì qualcosa.
E sarebbe riuscito certamente a usare il suo potere con più
tempo a disposizione. Ma era fra le braccia di un nemico che ovviamente
non diede tempo a quel piccolo successo.
-Allora?-
Ancora a mezz’aria, Yamato aprì gli occhi e lo
fissò truce. O almeno credeva. A Piemon il suo pareva solo
lo sguardo offeso di un marmocchio insignificante.
Addirittura i suoi occhi scarlatti parvero intenerirsi -Su,
su…- gli disse tenendolo a mezz’aria ma muovendolo
come si fa con un bimbo piccolo per calmarlo -Imparerai a usare i tuoi
poteri… poi però Lucemon li
assorbirà…- scosse la testa - … e
morirai… ma almeno avrai imparato, no?- e sorrise.
Yamato lo odiò.
Odiò tutti quelli che l’avevano messo in mezzo.
Lucemon.
I Demon Lords.
Persino i Supremi.
Non potevano tenerseli loro quel cavolo di poteri?!
L’unica cosa positiva che ne aveva ottenuto era la vita di
Ylenia, che avrebbe perduto per sempre, altrimenti.
Solo quello.
Tutti giocavano con le loro vite senza considerare i loro sentimenti.
Tutti li vedevano come pedine da muovere deliberatamente sulla loro
scacchiera.
Non era d’accordo con quell’ingrato destino.
Tutti avrebbero pagato!
Aveva così tanta rabbia repressa in corpo, che la sua gamba
scattò da sola, colpendo il mento del Padrone delle Tenebre
con una forte ginocchiata. Ovviamente era l’arto sano.
Barcollò.
Suo fratello l’aveva tradito.
-Torna in te!-
gli aveva gridato Pinocchimon. Poi gli aveva scagliato contro la sua
croce di legno, a costo di ferire Ylenia.
Anzi, sapeva che lui non avrebbe permesso lei fosse ferita.
Perché era solo un’umana e sarebbe potuta morire.
E allora addio poteri, addio ricompensa ecc…
La ragazza ricadde in acqua e in quel momento era completamente sveglia.
Si allontanò di corsa dal clown, reggendosi
l’asciugamano con le mani, mentre Taichi le andava incontro
con gli altri e con Vamdemon.
Aleggiava ancora la Luce scaturita dal suo corpo, ma era più
sopportabile, perciò anche il vampiro
s’inoltrò nella stanza.
-Ora noi faremo una bella chiacchierata.- disse alla ragazza. Poi si
rivolse a Taichi -Proteggila. E tu, Ylenia, qui occorre una cura
drastica.-
-U-una cura drastica?- chiese lei.
Mentre il vampiro le spiegava ciò che aveva in mente,
perché non potevano più aspettare, Pinocchimon e
Piemon combattevano aspramente.
-Bullet
Hammer!- gridò il burattino. Le sue mani
reggevano il particolare martello a forma di tamburo d’arma
da fuoco dalle cui bocche schizzarono proiettili luminosi a ripetizione.
Piemon certo non aspettò di ricevere i colpi in pieno. Ne
schivò tre muovendosi agilmente, anche grazie alla Mask
Square. Poi usò due delle sue spade per pararne altri.
Al contatto col freddo metallo i colpi luminosi emisero un fastidioso
stridio e schizzarono in disparate direzioni.
Uno sfiorò Vamdemon, lacerandogli il mantello.
-Ehi!- ringhiò il digimon, interrotto nel bel mezzo della
sua spiegazione.
Mentre infuriava la battaglia fra i due fratelli, giunsero
Metalseadramon e Mugendramon, seguiti dagli altri.
I due dragoni si scambiarono una rapida occhiata e Metalseadramon
scattò in volo verso i due contendenti. Assunte le sue reali
sembianze, una delle sue spire metalliche si avvolse violentemente
intorno al corpo di Piemon, allontanandolo dal burattino.
-Aargh!-
ringhiò lui. Poi cercò di divincolarsi, ma il
colpo all’addome l’aveva fermato per il tempo
necessario a permettere a Metalseadramon di immobilizzarlo del tutto.
-Lasciami!- ringhiò a denti stretti -Lasciami o
io…-
-O io cosa?- intervenne Mugendramon –Su, portalo
qui…- ordinò all’altro drago.
La lotta era durata poco, per fortuna.
Per quanto potente, Piemon era circondato. E pareva aver perso la testa.
Per la sua dannata Superbia, non accettava il fatto d’essere
stato “tradito” dai suoi compagni.
Mugendramon lo liberò dalle spire di Metalseadramon, per
imprigionarlo fra le sue braccia.
Anche nella forma ibrida la sua forza era comunque elevata. Infatti,
Piemon non riusciva a liberarsi.
-Ma ci pensate, idioti?! Potremmo avere Digiworld ai nostri piedi
ancora una volta!-
-Non a questo prezzo, idiota.- ringhiò il drago nero di
rimando.
LadyDevimon era sconcertata.
“E’
meglio che Kokueimon non assista a questa scena.”
pensò e, dopo un gioco di sguardi con Devimon,
lasciò la stanza che aveva appena raggiunto, per
intercettare suo figlio e impedirgli quella patetica visione di suo
padre.
-Hai capito?-
Ylenia annuì, confusa.
-Sì… cioè, teoricamente.-
-Ma sei sicuro che funzionerà? Ylenia non ha mai usato i
suoi poteri prima d’ora.- s’intromise Taichi.
-Non abbiamo molta scelta. Se lo lasciamo così-
squadrò Piemon che si dimenava –non riusciremo a
fermarlo. Anzi, ascolta. Lui può stare in più
luoghi contemporaneamente. E’ probabile che sia andato anche
da tuo fratello.-
Taichi, WarGreymon, Ylenia e Gryzmon trasalirono.
-Ma… ci sono gli altri, per proteggerlo, no?- chiese Ylenia,
rivolta al suo ragazzo e questi annuì, mentre il sudore gli
colò lungo la tempia.
-Potrebbe non bastare. Piemon è impazzito, ma anche molto
scaltro.-
-Io… devo solo colpirlo?- si fece avanti Ylenia, inarcando
appena il sopracciglio, ancora non del tutto sicura.
-Sì.- rispose Vamdemon, accompagnandola verso il gruppo dei
suoi compagni, mettendole una mano dietro la schiena.
E questo infastidì Taichi, che gli corse dietro e
riacchiappò la sua ragazza, allontanandola dal rivale.
Il vampiro lo fissò truce, poi tornò a parlare
alla prescelta della Memoria -Devi concentrarti sulla sua
testa. Mentre libererai il tuo potere, anche quella piccola traccia di
Tenebra che lo costringe sarà visibile. Dovrai solo
distruggerla.-
-Ma non sarà pericoloso?-
-Se anche morisse, potremmo farlo rinascere qui e in breve tempo,
perciò non preoccuparti. Pensa a tuo fratello.-
Lei annuì.
Ma Taichi chiese -E poi? Voi volete uccidere Yamato, no?-
Ylenia si fermò.
“E’
vero… per quanto buoni siano con me, vogliono uccidere
Yamarin…”
-Le priorità sono cambiate. Ne discuteremo in seguito. Se
vuole però che Piemon lo porti da Lucemon, allora
può trattenersi a parlare ancora un po’.- concluse.
-Dai! Non abbiamo mica tutto il giorno qui!- esclamò
Mugendramon.
Ylenia si portò davanti a lui e Piemon e deglutì.
-Sai cara,- cominciò però il clown –se
tornassi normale, ucciderei il tuo fratellino. D’altro canto,
avresti più tempo e possibilità di salvarlo, se
lo portassi a Lucemon.-
-Non complicarmi le cose, bimbo.- Piemon avanzava sospeso in aria,
mentre lui cercava disperatamente di correre dentro l’acqua.
Ma gli arrivava alla vita, e ciò costituiva un grosso
rallentamento.
L’altro stava solo giocando con lui.
Era da diversi interminabili minuti che la cosa si protraeva e, ormai
lo sentiva, non avrebbe retto ancora per molto.
Aveva anche provato a urlare, ma non arrivavano risposte da oltre il
buio.
Poi perse l’equilibrio e cadde sott’acqua.
Puntò i piedi per spostarsi velocemente, ma quando
uscì, si accorse di non essere più seguito.
Piemon era diversi metri più in là, col capo fra
le mani.
-No!
No!- ringhiava.
-No,
smettila! Pensa a tuo fratello!!- continuava a lamentarsi
e contorcesi stretto fra le braccia forti del drago nero, cui si erano
aggiunte le spire di Metalseadramon. -Smettetela
idioti!-
-Lo vedi?- chiese Vamdemon.
Ylenia annuì.
La stanza era nuovamente illuminata da quella Luce sfolgorante di
pocanzi.
Il vampiro si era avvolto nel suo mantello, ma doveva dare istruzioni,
perciò cercò di stare dov’era e
resistere all’agonia che la Luce gli procurava. Si
circondò di uno strato di nebbia, per attutire il dolore.
-Ascolta… devi concentrare il tuo potere in un punto unico.-
Ylenia annuì. Socchiuse gli occhi e tutti videro chiaramente
la Luce ritirarsi per pochi istanti e poi espandersi ancora. Tutto
questo per diverse volte.
-Che succede ora?- esclamò Jun, mentre la cupola oscura si
rimpicciolì e ingrandì velocemente per pochi
istanti.
-Credo siamo giunti a una svolta.- Jijimon si tormentava la barba
–Ma suppongo questo posto non sia poi così
sicuro…-
-Stammi bene a sentire…- cominciò Piemon,
parlando contemporaneamente ai due gemelli.
Yamato era fermo a fissarlo basito per la scena da film
dell’orrore che aveva innanzi (ne aveva visto uno di
esorcismi con Taichi l’estate prima... era una cosa
allucinante. Beh, la scena di Piemon che si contorceva per aria con una
fiammella scura sulla fronte era molto simile a una del film)
-…Morirete. Entrambi. Non si sfugge al proprio destino. Per
quanto possiate opporvi, Lucemon riavrà i suoi poteri.-
-Ylenia.- disse Vamdemon –Va bene così.-
Lei annuì.
“Ancora un
po’…” per essere la prima
volta, pensò d’aver ottenuto un ottimo risultato.
Aveva ridotto e concentrato quella Luce a una sfera grande come una
mela. La teneva con due dita, puntate contro la fiamma nera sulla
fronte di Piemon.
Mentre stava per rilasciare un raggio, con uno strattone notevolmente
più forte di prima, il clown riuscì a liberarsi
dalla stretta dei due draghi. Si svincolò come
un’anguilla e sfuggì ai tentativi di riacciuffarlo.
Ylenia indietreggiò per la paura, ma il colpo fu liberato
comunque.
La sfera luminosa liberò una freccia fulgida che raggiunse
spedita il suo bersaglio.
-Aaaagh!-
ruggì di dolore il capo dei Dark Masters, inarcando la
schiena all’indietro mentre la Luce penetrava nella sua testa
con violenza.
Sì, era decisamente una scena da esorcismo.
Piemon ora si contorceva in acqua, mentre una strana Luce gli
illuminava il capo ed entrava dentro di lui. E qualcosa uscì.
Una piccola massa nera, che si dissolse nella Luce.
Piemon scomparve di fronte al prescelto dell’Amicizia,
urlando di rabbia.
E quella parte di lui che aveva causato così tanti problemi
si dissolse davanti agli occhi del gruppo riunito nella sala da bagno
del drago d’acqua.
Videro chiaramente un altro Piemon svanire nel nulla insieme a quel
Germe di Superbia.
Ma quello che contava, quel Piemon che amavano, era lì.
Giaceva a terra, privo di forze.
Ylenia cadde all’indietro, ma Taichi fu veloce e la prese fra
le sue braccia.
-Sono stata brava?- gli chiese, prima di perdere i sensi.
E lui non poté che annuire.
La cupola nera svanì e il prescelto dell’Amicizia,
ansimante e sudato, si ritrovò davanti ai compagni.
-Yamato!- sospirò Sora facendo un passo avanti, ma lui si
chinò per sollevare la gamba del pantalone.
-E’ guarita!- esclamò.
L’arto era perfettamente roseo e riusciva a muoverlo alla
perfezione.
-Che è successo?- chiesero Gabumon e Risei.
Yamato fece per rispondere, ma si fermò.
-… Boh…- riuscì a dire soltanto,
grattandosi la nuca.
-Ci hai fatto preoccupare!- esclamò Sora, gettandogli le
braccia al collo e quasi rovesciandolo a terra.
-Mi spiace…- riuscì a dire -…non sai
quanto…-
La fiaccola fra le mani di Mamoru tremò e parve spegnersi
per un attimo, ma fortunatamente tornò a guizzare allegra e
crepitante.
Avevano terminato la discussione di poco prima sulla pigrizia e i
nomignoli, perché stavolta avevano sentito non solo dei
passi.
Mamoru sostenette d’aver sentito una voce.
Hiroyuki però negò.
C’erano solo passi trascinati.
Il disaccordo fra i due era destinato a esservi in eterno, ma
l’angoscia che aleggiava su di loro, quella era anormale.
Mamoru mise una mano nella tasca dei jeans e tastò qualcosa.
Lo rigirò fra le dita, per calmarsi un poco. Ma non ottenne
l’effetto desiderato.
Anche Hiroyuki stringeva qualcosa fra le mani.
Un anello d’oro che portava sempre appeso al collo.
E proprio mentre iniziava l’ennesima discussione, si
scoprirono di fronte ad un bivio.
Destra o sinistra?
Fine
Capitolo 12
Ed eccomi di ritorno con un capitolo leggermente... ok, tanto
incasinato.
Spero di essere riuscita a spiegarmi bene. In caso contrario, sono
pronta a rispondere alle vostre domande *gulp*
Finalmente Piesama è liberoooooooooo!!
Ehm... io tenevo tanto ad una scena con lui e Yama **
Però ovviamente questa fic sarà Sorato U_U (non
mi dispiace affatto perché la coppia mi piace, sono io che
c'ho la fissa col biondo e il pagliacetto... diciamo che è
stato un regalino a me stessa)
Con Hiro e Mamoru è una comica dietro l'altra, ma vi
assicuro che le lacrime arriveranno U_U eccome se arriveranno.
E ora, passiamo alle rece.
Eden89:
si si, sono le loro forme involute. Ylenia, non Ilanya XD e per i flash
back alla lost... scusa ^^''
Per ovviare il problema o pensato ad una raccolta di One Shot sul
passato dei DM. Per ora ho pronta solo quella su Apokalymon, che non
spiega molto, ma mi piace com'è uscita. Ad ogni modo,
pubblico quando ne avrò almeno tre o quattro sotto mano.
Fine pubblicità.
Dicevo. Yama e Yle hanno i poteri di Luce e Tenebra, ma non li sanno
usare. Ma avendo la digipietra dela Memoria, Yle ha il dono di vedere il
passato (ovviamente è anche dovuto al potere della Luce).
Come avrai capito qui, la gamba di Yama è guarita di
riflesso allo scaturire del potere di sua sorella. Le sue Tenebre hanno
assorbito l'ombra di Kokueimon.
Perché mi complico la vita così?!
Neko2410:
grazie! Evviva! Un'altra fan!! *banchetta per festeggiare* Ecco, Piemon
ora è rinsavito, per la felicità mia e vostra. E
Metal, si ha buon gusto, ma è troppo diretto nel dire le
cose U_U Mugenchan avrà un infarto un giorno o l'altro.
Infine, scorrendo i Kanji, ho scoperto che un Kanji che si legge I
significa Yamato.
Così cercando cercando ho trovato un buon significato per il
nome Ylenia.
Immaginando che in giapp si legga IRENYA (ma sì, scriviamo
un nome straniero in kanji come Light di Death Note)
倭恋矢
I-REN-YA
Con gli ideogrammi di Yamato, Romanticismo e Freccia.
Direi sono azzeccati. Dovrei controllare le pronunce eccetera,
comunque, alla fine, si è rivelato un nome non campato per
aria XP
Bacioniiii
(e correggetemi se sbaglio... sono le due di notte, posso anche aver
preso una cantonata XP)
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