-Parte
quarta-
Capitolo XII _
THE END- L’ultimo viaggio_
29
settembre, ultimo giorno della terza era, anno 3021;
Legolas
cavalcava lento. Sul suo volto era dipinto un sorriso tenue. Era
felice. Immensamente. Anche se non aveva alcuna voglia di fare quello
che voleva fare. Leannel cavalcava alle sue spalle. Lei sul suo amato
Mithrandir, lui su Asufel. La loro andatura era incredibilmente
lenta. Leannel non aveva voglia di arrivare dove voleva troppo
velocemente. Anche se presto sarebbe tutto tornato come adesso. Alle
sue spalle, lenti e solenni, Aragorn sua moglie. Gimli. Ancora
indietro, erano Faramir e la sua compagna, Eowyn, una giovane molto
bella.
Aragorn
trovava tutto molto triste. Legolas non partiva per colpa sua. Aveva
detto di voler attendere la sua morte. Solo dopo di essa sarebe
partito. Molto triste. Arwen avrebbe visto partire suo padre e sua
nonna. Aragorn l’amava troppo profondamente. Vederla soffrire
gli faceva molto male. Gli faceva male anche vedere Legolas triste lo
rendeva cupo. Avrebbe dato qualunque cosa per non essere lì in
quel momento.
Faramir
seguiva in coda la compagnia. Infondo era quello meno importante e
nobile. Con lui sua moglie. Molto bella. Eomer era rimasto a casa.
Aveva fatto bene. L’aria era irrespirabile. Anche se sapevano
che dopo, aldilà del mare sarebbe stato tutto più bello
di quanto già non fosse. Leannel aveva sorriso in quei soli
pochi anni più che nel resto della sua lunga vita. Ne era
consapevole. Avrebbe dato qualunque cosa per non lasciare la sua vita
passata. Ma all’ovest, Leannel e Legolas sarebbero stati solo
quello che avrebbero voluto. Non sarebbero più stati fratelli.
Sarebbero stati solo amanti. Fino alla fine del tempo. Ma era così
triste. Lasciarlo fin quando Aragorn non fosse morto. Quando per
Aragorn ed Arwen sarebbe finito tutto, per loro sarebbe cominciato.
Ma poi sarebbero tornati insieme. E lei stava per lasciare tutto ciò
cui teneva. Aragorn. Arwen. Faramir. Gimli. Legolas. Tutti. Che
tristezza. Sarebbe stata sola anche se per poco tempo. Molti di loro
non gli avrebbe più visti.
Cavalcavano
ormai da giorni. E finalmente erano giunti. I porti. Luminosi e alti.
Sembravano essere stati i primi ad arrivare. Era vuoto. Tutto, a
parte le navi grigie. C’erano degli elfi molto belli ma dagli
sguardi scuri, sopra di esse. Rimasero in silenzio per qualche tempo.
“Sono
arrivati” disse Gimli spostando il muso del cavallo. Erano un
grosso gruppo di persone. C’erano molti elfi. Gli zigomi di
Leannel su alzarono. Quattro motivi. Il primo, Gandalf; poi Elrond,
Galadriel e infine un piccolo uomo dai grandi occhi blu. Per la prima
volta Leannel vide Frodo Baggins. Le assomigliava, in fondo. Sapeva
di essere arrivato alla fine di una vecchia vita. Sapeva che sarebbe
tutto cambiato. In quel momento, senza un motivo, gli occhi di
Leannel si riempirono di lacrime. Col suo cavallo Legolas fu subito
al suo fianco. Col piccolo uomo della contea era venuto un altro
della sua specie. La luce bianca, si disse.
L’aria
era densa ma dolce. Nessuno pareva aver voglia di parlare. Né
di mangiare. Era un luogo dove il tempo non scorreva normalmente.
Leannel comprese che con lei sarebbe venuto anche un uomo piccolo e
molto vecchi, che aveva lo stesso cognome di Frodo Baggins. Il male
doveva aver agito su di lui a lungo. Ma ora era passato.
Passarono
delle ore. Per il mondo esterno doveva essere molto tardi. Fu deciso
che era arrivato il tempo di partire. Leannel non aveva alcuna voglia
di piangere davanti a tutti coloro che aveva amato. Sorrise ai suoi
compagni, che furono resi notevolmente più felici da questo
suo gesto. Si avvicinò all’uomo che amava e lo baciò
sulla guancia.
“Ci
rivedremo” disse. Si voltò camminando lentamente. Le
navi non erano particolarmente grandi. Alte un metro e ottanta per lo
più . chiunque avrebbe potuto affacciarsi. Leannel si accostò
alla ringhiera bassa. Notò il piccolo Hobbit che salutava i
suoi compagni che erano diventati tre. Improvvisamente le tornò
voglia di piangere. Gandalf gli disse qualcosa e si allontanò
lentamente, col mezz’uomo. sulla nave Frodo si sedette accanto
a lei. Leannel stava lacrimando.
“E’
molto triste” mormorò l’hobbit.
“Si,
lo è”
La
nave cominciava a muoversi. Legolas era colmo di tristezza. Le
lacrime contornavano anche i suoi occhi. Non poteva lasciarla andare.
Eppure era stata una sua idea. Non riusciva a rimanere fermo. Corse.
Più di quanto mai avesse fatto.
“Leannel!”
gridò. Leannel continuava a piangere ma ormai fissava solo il
piccolo hobbit. “Leannel” si voltò. Anche lui
piangeva.
“Non
posso lasciarti andare!” Leannel allungò il viso
attraverso le sbarre della balaustra. “Non può finire
così”
“Non
è la fine Legolas, è l’inizio” ci credeva
ma le faceva male
“Aspettami.
Ti amo” la baciò. Ma fu un bacio veloce. La nave volava
via. Le loro mani furono costrette ad allontanarsi. Si dovevano
allontanare. Leannel si alzò in piedi. Piangeva e sorrideva
allo stesso tempo. Ed era più bella di quanto mai lo fosse
stata.
Piuttosto
lontano, col braccio del suo compagno attorno al collo anche la dama
Arwen piangeva. Alzò il viso. Anche lei era bellissima.
“E’
tutto finito” mormorò la stella del Vespro “Se
Arwen era la notte e Galadriel il giorno, Leannel era il tramonto e
adesso è l’alba” disse.
>Fine
<
Commento
dell’autrice
Che
bella sensazione.. non la ricordavo… Mi viene quasi voglia di
piangere… Mi piace tanto scrivere.. spero che a voi piaccia
leggermi quanto a me scrivere.. Arriveranno altri… Ma non so
se potrò amare un personaggio quanto Leannel.. Spero lo farete
anche voi.. grazie x essere arrivati qui.. siamo legati adesso..
perché se siete arrivati qui allora io vi conosco e voi
conoscete me. Attenderete i miei prossimi scritti con ansia. E io
scriverò x voi. Grazie ancora. vi voglio bene. Grazie. Alla
prossima.
Commento
dell’autrice a freddo
E’
passato del tempo ormai. L’ho finita ieri mattina. Ci sono cose
che devo precisare. La prima e la più importante è che
io in realtà non credo più di tanto a quello che
comunemente è chiamato amore. Il motivo è semplice.
Esiste davvero qualcosa capace di legare due persone per sempre? O si
finirà immancabilmente in quell’abisso di non ritorno
che è la noia? Forse l’amore è qualcosa che è
stato inventato dall’uomo per dargli un miraggio di felicità.
Ma sono ancora piccola. Più di quanto voi crediate. Non l’ho
mai sperimentato. Nemmeno nulla che ci somigli. Sono stata con dei
ragazzi ma sono certa che non fosse amore. Eppure ne ho scritto. Me
lo sono inventato. E poi era un amore molto elfico, il loro. Mi è
piaciuto. È finita adesso. Adesso via con la prossima storia.
Thanks to
La
mia cara Bianca che non ha letto una parolina, il Solda che non si è
appassionato x il suo solo maschilismo, ma che costringerò a
leggere. Alla mia prof che non vuole che scriva a modo mio. A mio
padre che la legge di nascosto. A mia madre e ai suoi inutili ma
adorabili consigli. A Martina che legge senza sosta. A Caterina, così
volenterosa. A Vittoria e al suo interesse continuo. A Elena,
l’unica donna che se fossi uomo potrei amare. A Leela, un amica
più che preziosa. All’ Ale e alla Costi, che mi stimano
ma non mi leggono. Ad Alex e alla sua forza che non riesce a trovare.
A Michele e alla sua indecisione, o meglio alla sua nessuna voglia di
scegliere. Al Pietrini e alla sua voglia di vivere. Ai miei compagni
di banco, Ami e Villo, che mi hanno assecondato. A tutti quelli che
mi hanno voluto bene. Che mi hanno e mi continueranno a dare forza.
Grazie a tutti coloro che stanno leggendo queste righe. Grazie a
Leannel. Grazie a chi mi ha dato almeno questo dono. Grazie. Alla
vita stessa che mi permette di essere qui ora a scrivere. Grazie. Non
ce l’avrei fatta senza uno solo di voi. Grazie. Le mie parole
non siano solo una eco nella vostra testa. Grazie.
Zoozy
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