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Racoon' Night
Sdraiato sul suo letto, Gaara fissava il soffitto, bluastro alla luce
dei fari al neon che trapelavano dalla finestra. Una persona qualsiasi
al posto suo avrebbe avuto molti motivi per crollare esausto,
soprattutto dopo una giornata così pesante; a onor del vero, un
motivo valido per non dormire poteva tranquillamente essere il
saporaccio di zuppa che aveva ancora in bocca e che non voleva andare
via, qualcosa a metà tra il catrame e l'acquaragia, oppure a
tenerlo sveglio poteva essere il russare contemporaneo di quaranta
camerati.
Niente di tutto questo.
Nei suoi pensieri, solo una ragazza dal finto aspetto di bambina e la
malizia di puttana matura, fedele solo a lui. Strinse convulsamente la
coperta leggera: sapendola distante, stranamente, non si era preoccupato
troppo; ma averla vicina e non poterla avere tra le sue braccia lo
faceva andare pazzo.
Di scatto, si tirò su a sedere. Fanculo. Dicevano che l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi, no?
Ma non era diventato il capo di una potente organizzazione criminale
cedendo agli impulsi: si rimise a letto, aguzzando l'orecchio e
cercando di andare oltre i rumori della stanza affollata. Qualcuno
stava passeggiando fuori l'edificio, sentinelle, probabilmente. Non era
sicuro di quante potessero essere, così si impose di aspettare,
in modo da fissare gli ultimi dettagli ed evitare sbagli
Nella sua villa, Hanabi era ancora sveglia. Con circospezione,
aprì la porta, spiando a destra e a sinistra. Nessuno. Era
evidente che all'interno della casa non c'erano soldati, come si era
aspettata.
Si concesse un sorriso interiore, le cose sarebbero state immensamente più facili
"Dove stai andando?" la gelò una voce familiare, non appena mise
un piede fuori dalla stanza. Non si era minimamente accorta
dell'arrivo di suo padre.
"Colonnello Hyuga, che piacere vederla a quest'ora tarda" ghignò
con sfrontatezza, mentre il padre stringeva i denti così forte
che quasi stava per spezzarli.
Era evidente che avrebbe voluto colpire la ragazzina, ma lei lo anticipò
"Non così in fretta. Ricordi il patto? Davanti alle persone io
avrei fatto la brava bambina di papà, ma poi... nemici come
prima"
L'unico modo per non perdere la faccia per il prode colonnello: la sua
carriera sarebbe stata compromessa dallo scandalo se si fosse venuto a
sapere delle imprese di sua figlia minore e di suo nipote, tanto per
inciso. Per l'ultimo forse c'era ancora speranza di recuperarlo alla
sua parte, ma nonostante fosse sprovvisto di istinto paterno, sapeva
con certezza che ormai non aveva più potere su Hanabi.
Ciò nonostante, aveva voluto tentare: entrambi avevano solo da
guadagnarci, in fondo
Il silenzio si fece pesante, finché Hinata non si affacciò fuori dalla stanza
"Andiamo?"
Ora ci si metteva anche la maggiore? Ma che diavolo di discendenza aveva, cosa c'era di storto?
"Andare dove?" ringhiò in direzione dell'ultima arrivata, che non si scompo se
"Sul tetto"
"A vedere le stelle" colse la palla al balzo la più piccola,
rincarando la dose con sufficenza "Leaftown è troppo inquinata,
qui il cielo è limpido e ci sono poche luci"
"Ma guarda" commentò beffardo l'uomo "Non pensavo che mia figlia fosse così romantica"
"Buffo, vero? Credo di aver ripreso da mia madre, in questo"
L'ultima parola era sempre la sua: voltandosi, lasciò il padre
in piedi come uno stoccafisso, avviandosi verso il tetto con la sorella
maggiore al seguito
Effettivamente, il cielo era di un blu intenso: in inverno, l'aria era
limpida e fredda e le stelle sembravano creare un soffitto di brillanti
scintillanti; affacciata alla balaustra del tetto, Hanabi si
voltò verso la sorella
"Grazie sorellona" ghignò birichina "Non fosse stato per te....
stavo dimenticando una cosa fondamentale" fece più seria,
affacciandosi per osservare il perimetro della villa, sorvegliato da
diverse sentinelle. Le stelle continuavano a brillare fredde, ma lei
aveva occhi solo per quello che stava succedendo sotto di sè.
"Uno... due e tre. Tre persone"
Stavolta era sicuro. A giudicare dal rumore, erano in tre a fare la
guardia; nessun uggiolio o latrato o rumore di catene, quindi niente
cani. Meglio così.
Rapido e silenzioso, Gaara raccolse da sotto il letto gli scarponi,
allacciandoli alla svelta. Ogni minuto che passava era un minuto in
meno che poteva passare con la sua ragazza.
In una tasca nelle mutande aveva messo qualcosa che forse gli sarebbe
stato utile; Naruto aveva abbandonato una maglietta pulita ai piedi del
suo letto, raccolse anche quella usandola a mò di cappuccio. Per
un attimo fu tentato di risolvere lì e subito la faccenda con il
Nara, ma poi Naruto e Temari si sarebbero discretamente incazzati e poi
non aveva tempo, quindi lasciò perdere per il momento.
Attento al rumore, aprì la porta sul retro: nessuno. Il campo
era immerso nel buio, rischiarato appena dal chiarore dello stellato e
dei pochi fari che sorvegliavano i confini: evidentemente la loro unica
preoccupazione era quella di impedire gl ingressi e le uscite illegali,
mntre se ne fregavano di quello che succedeva all'interno del campo.
Nonostante l'area fosse piuttosto estesa, il ragazzo aveva già
fatto i suoi conti, programmando una rozza mappa nella sua testa: forse
era stato un pò imprudente da parte sua, agire con così
poche informazioni, ma per una volta cedeva all'istinto.
A testa bassa, evitando di passare davanti alle finestre Gaara
procedeva con rapida cautela, attento ad ogni minimo rumore che potesse
significare pericolo. Alloggi. Alloggi. Lo spaccio. Bidone giallo
dietro lo spaccio...
"Ehi, tu!"
Il fascio potente di una torcia lo investì in pieno,
abbagliandolo per un istante, prima che si mettesse a correre: alle
calcagna, sentiva la sentinella, con gli altri due compari che lo
avevano immediatamente raggiunto.
Non c'era tempo per pensare: il rosso correva e basta, nel tentativo di
seminarli: davanti a sè, una specie di sottopassaggio.
Forse gli era venuta una idea.
Era passata un ora, da quando aveva cominciato la sua attività
di osservazione, scambiando al più qualche parola distratta con
la sorella, tanto per fare intendere a eventuali spioni che fosse una
tranquilla serata tra sorelle: adesso aveva tutte le informazioni che
le servivano, lo schema dei cambi di guardia e i relativi punti ciechi.
Storse la bocca, disgustata. Ma chi addestrava quei tipi, il Pupazzo
Kon? Conoscendo suo padre, doveva aver provveduto di persona, quelli
dovevano essere i suoi "pretoriani".
Meglio così. Gabbarli sarebbe stato più divertente.
Aspettò tre minuti, il tempo in cui le due guardie sotto
di lei si fossero date il cambio lasciando scoperto un angolo: la
facciata orientale della villa, piena di decorazioni architettoniche e
di griglie di legno per le piante rampicanti era quasi una autostrada a
quattro corsie per lei, con tanto di illuminazione.
Aveva visto giusto: fu tanto rapida e silenziosa che era già nel
folto della vegetazione che circondava la villa prima ancora che i
guardiani fossero in vista.
La villa era in leggera collina rispetto al resto del campo: la
ragazzina si appiattì nell'erba, per osservare la situazione o
almeno quel poco che riusciva a distinguere. Verso l'estrema sinistra
del campo si muoveva freneticamente una torcia, lanciando bagliori
dappertutto: praticamente le sentinelle le stavano rivelando la loro
presenza, così Hanabi si diresse verso l'estrema destra,
protetta di tanto in tanto da qualche albero, o da una finta trincea o
dalle prime file di baracche buie
"Spero che ne valga la pena...." mormorò a sè stessa,
facendosi per un istante compagnia con la sua voce. Nessun rumore
sospetto, poteva procedere tranquillamente. Di tanto in tanto, alla sua
sinistra, vedeva ancora guizzare la torcia bianca, che la rassicurava.
Sorpassato un bidone giallo, sapeva di essere arrivata. Con cautela, si
affacciò alla finestra della baracca dove Gaara dormiva con i
suoi compagni, ma non appena si alzò...
"Non ti muovere!"
Le tre sentinelle imboccarono velocemente il sottopassaggio, ma
all'uscita la strada si divideva in più vie. L'intruso
incappucciato doveva avere imboccato una di quelle, così
decisero di dividersi e tenersi in contatto con le ricetrasmittenti. Il
suono dei passi diventò rapidamente lontano e quando il silenzio
fu assoluto, qualcosa cadde dal soffitto del cunicolo.
Gaara si era velocemente arrampicato, puntellandosi contro le pareti
con mani e gambe e nascondendosi contro una delle grosse tubazioni per
l'acqua che passavano per lì sotto.
Il ragazzo sospirò tra sè "Che seccatura..." si morse la lingua. Così somigliava troppo a suo "cognato".
Però non potè trattenersi dal sentirsi ammirato di
sè per l'eccellente manovra: chissà, forse in una vita
precedente era un ninja?
Il difficile era passato, ormai era fuori dalla cittadella di baracche:
usare l'ambiente per avanzare non era un grosso problema, soprattutto
l'ultimo tratto, che creava una naturale barriera vegetale di piante in
modo da impedire alle persone del campo di vedere quello che succedeva
all'interno.
Ormai Gaara aveva raggiunto la siepe che circondava la casa e poteva
farsi una idea più precisa della situazione, in modo da trovare
un varco per entrare, ma quando stava per entrare in azione,
sentì la pressione della canna di una pistola puntata alla
tempia: un soldato lo teneva sotto tiro davanti a sè mentre
l'altro lo bloccava da dietro. Non aveva sentito niente. Dovevano
essere dei professionisti di buon livello.
"Muovi un muscolo e sei morto" gli intimò quello alle sue spalle "Togliti il cappuccio. Lentamente."
Gaara fece come gli era stato chiesto. Rimpianse di non essersi portato
il trucco appresso per alterare i connotati, ma ormai la frittata era
fatta
"Una recluta. Che cazzo ci fai fuori dalla camerata, eh?"
"E soprattutto, che cazzo ci fai qui? Questa è la villa del Colonnello Hyuga"
"Lo so" rispose con freddezza: aveva già riguadagnato la sua
abituale compostezza dopo il primo attimo di stupore, ma non
durò a lungo. Il soldato davanti a sè lo colpì con
violenza con il calcio del fucile alla mascella
"Lo so, signore." lo corresse, mentre il ragazzo si asciugava il sangue
"Lo sapevi. Bene. Cosa cercavi, qui?" gli ripuntò il fucile.
Con calma, Gaara aprì il pugno che aveva serrato, mostrando una cosa raccolta poco prima di essere catturato
"U... un fiore? Mi prendi per il culo!?"
"Un fiore di oleandro" precisò "Mi hanno sfidato a venire qui di notte: come prova, avrei dovuto portare questo"
Il tono era gelido, sicuramente non quello di un giovane che confessa
una ragazzata; il soldato alle sue spalle strinse un pò di
più la presa, facendo arrivare alle narici di Gaara un odore
familiare
"A me non mi convince affatto" dichiarò quello davanti "Portiamolo dal Colonnello"
"Io ho una proposta migliore: vediamo se vi convince"
"Si-signorina Hanabi?!"
"Oh, caporale Ebisu! Che fortuna!" singhiozzò la ragazzina, slanciandosi verso di lui con le lacrime agli occhi
"Che... che le è successo? Perchè siete qui fuori?" La
tentazione di abbracciarla era forte, ma la consapevolezza del grado e
della presenza dei suoi uomini lo trattenne
"Dovete essere un angelo, caporale... sono uscita per fare un giro,
quando cambio letto non riesco mai a dormire, e ora..." fece una con
una vocina piccola piccola "ecco... insomma, non so più come
tornare indietro! Stavo cercando qualcuno già sveglio per
indicarmi la strada e siete arrivato voi, fortunatamente" sorrise,
piena di riconoscenza
Aveva avuto fin troppo Ebisu per una giornata sola: declinò
gentilmente le sue galanti offerte di riaccompagnamento adducendo vaghe
scuse, per poi incamminarsi nella direzione che gli aveva indicato con
tanta gentilezza il babbeo.
Se l'occhialuto avesse avuto il potere di leggere nella mente, i
pensieri di morte dolorosa che stava progettando Hanabi gli avrebbero
tolto il sonno per un bel pezzo, anche se furono interrotti
bruscamente: davanti al bidone giallo, qualcuno stava trafficando ma si
voltò non appena sentì i passi della ragazzina.
Stupefatto, i suoi occhi color acquamarina sembravano aver divorato la
faccia per come erano spalancati; dal suo canto, un soffice rossore
affiorò sulle guance della giovane, che si era coperta la mano
per non strillare.
Un solo attimo di breve incredulità e Hanabi era già tra
le braccia di Gaara: si stringevano, come se l'uno avesse voluto
fondersi con il corpo dell'altro; nemmeno si baciavano o parlavano,
mugolavano dalla gioia, testa contro spalla, le esili braccia che
stringevano l'ampio torace, la guancia che sfiorava la tempia.
Un leone spelato con la leonessa dalla lunga criniera.
"A quanto pare non mi libererò mai di te, donna". La voce non
era più gelida, ma soltanto bassa e profonda. La ragazza scosse
il capo
"Tu sei il mio tasso, io la tua pulce: scrollati finché vuoi, non ti abbandonerò mai"
"Quanto romanticismo in una persona sola!"
"Sei il secondo stanotte che mi dice una cosa del genere" rise, per osservarlo più attentamente "Ma... sei ferito!"
In breve il ragazzo le raccontò della sua cattura
"... fortunatamente quello che mi ha preso aveva addosso odore di
stupefacenti. Ho promesso loro un pò della roba che avevo
portato in cambio della libertà e che gliela avrei nascosta
qui... a momenti verranno a prenderla" borbottò abbattuto per
poi ringhiare "Mi hanno persino minacciato... mi hanno minacciato di
passare da loro se voglio fare entrare erba o roba del genere nel
campo."
"Bastardi" sibilò lei, comprensiva. Ma appoggiata la testa al
petto del suo uomo, nascose un sorrisino malvagio "Hai detto che stanno
venendo qua, giusto? Ora ci pensa la tua Hanabi. Nasconditi e
stà a guardare"
Quella stessa notte, da dietro un mucchio di casse vuote dello spaccio,
Gaara potè godere del talento da attrice della sua ragazza:
aveva portato Ebisu e i suoi nel luogo della consegna, dove le
sentinelle avrebbero dovuto raccogliere la busta d'erba lasciata da
Gaara.
Il colmo, quello che rischiò di strappare una sonora risata al
ragazzo, si ebbe quando quelli tentarono di dare la colpa a "una
recluta": con la massima tranquillità, Ebisu li informò
che la signorina Hanabi li aveva sentiti dire che in caso di
necessità avrebbero dato la colpa a uno dei nuovi arrivati!
A nulla valsero le proteste: una sommaria perquisizione e gli agenti
trovarono altre sostanze illegali addosso agli idioti, rendendo la loro
posizione estremamente difficile.
Il colpo di grazia lo diede proprio Hanabi, che montò su un tale
casino da ragazzina perbene di buona famiglia, tutta casa e chiesa
(ovviamente minacciando di informare il padre della questione e che lui
sarebbe stato totalmente d'accordo con la figlia) che il caporale si
convinse della assoluta necessità di cacciare fuori i due dal
campo quella sera stessa.
Nel frattempo, mentre i due venivano scortati da un ufficiale per
formalizzare la cosa, Gaara ne approfittò per tornare con tutta
tranquillità agli alloggi, nonostante tutto, soddisfatto: era
come diceva quello, "amare non vuol dire passare tutta la vita insieme
in pace, ma lottare per stare anche solo un istante con la persona che
ami."*
O qualcosa del genere
*Palesemente rubata a una fic di Omega. Perdonami ^^
Angolo recensioni:
yuki21: il fatto dei capelli è ispirato a una stroia vera. La
mia ç_ç li avevo fatti crescere per un anno, lunghi lisci
e castani. Poi al lavoro sono stato costretto a mettere mano alla
macchinetta X(. Miserie umane. Se le ragazze sensibili non ti stanno
bene, questa sarà la fic che fa per te. Tutte le ragazze sono
"toste", anche HInata. Vabbè, magari lei non immediatamente,
però.,..
Sahrita: ahah, si, l'ho visto, ma pensavo più a Full Metal
Jacket. Poi i film di guerra mi piacciono un sacco, quindi sono
abbastanza documentato sull'argomento.
"Scrittoagnaficamente" m'è piaciuta, un neologismo che rende
l'idea. XD farò del mio meglio per meritarmelo il più
spesso possibile.
Per il ritardo... bè, oggi sono stato assalito da un orda di
tedeschi cappuccinomani, spero sia abbastanza originale come
giustificazione :-)
Vaius: Eh, anche Ibiki sorride, e come Zabusa ha capito, non è
un buon segno. Diciamo che involontariamente il colonnello gli ha dato
buone notizie riguardo l'identità dei giovani e magari lui vuole
tentare di bissare il successo del gruppo di allievi più famoso
dell'esercito. Certo che... quando scrivevo immaginavo i personaggi con
i capelli quasi a zero: sono brutti sul serio!
luminum10: sono contento ti sia piaciuto! Ti posso assicurare che non
ci sarà tempo per una seconda passata dal barbiere per i
ragazzi, ma... Niente spoiler :-)
Lily Evans 93: ti capisco benissimo... anche io dovrei preparare un
esame ma ogni volta vedo il libro, lui mi vede, ci salutiamo e poi
ognuno per la sua strada. Mah, spero che mi facciano passare
perchè sono bello, aitante e simpatico (modestia-time).
Già, che morino sorrida preoccupa un pò, giusto.
Farà del suo peggio, ma i ragazzi non si faranno spezzare
(spero). Anche tu una fan di Sakura la tosta? XD Non potevo mica
mandare in guerra una piagnona :-)
wari: eccovi servita, mia buona amica. Come le avevo promesso, oggi ho
aggiornato, spero che il piatto sia di vostro gradimento U_U. Ancora un
pò di Hanabi e di GaaHana, tonico sovrano contro la depressione,
mi fanno morire sti due: stanno scalando la classifica delle coppie
più amate XD
Kakashi e Anko, ti sono piaciuti? Penso sia una bella coppia, ma anche
Zabusa è un personaggio che si è visto troppo poco...
dove diavolo sono le sfere del drago quando servono?
Dark
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