Capitolo
21 ( e ultimo)
La
magia del crepuscolo
&
Interminabili equivoci
(
no, non c'è nulla di Twilightoso, potete leggere in pace)
AVVERTENZE!
Ilseguentecapitolouovoiniziainunmodoesisviluppainmodoindecentequindinonspaventateviseèunoschifoesopratuttononpreoccupatevideivari”uovo”chevedetetraunafraseell'altra,quellisonod'obbligoperunamiaragionepersonaleenondimenticatedileggereattentamenteilfoglioillustrativouovo.
La
bambina correva felice, gli occhi sprizzanti di chi nella vita si
accontenta solo di un giocattolo o una carezza... sorrideva,
mostrando i dentini bianchi e irregolari...
I
lunghi capelli che ondeggiavano ad ogni suo passo, le mani tese in
avanti, desiderose d'affetto.
La
donna la prese in braccio e le fece dei buffetti sul naso... la
toccava come se fosse fatta di porcellana, come se potesse
sgretolarsi sotto le sue dita... o scomparire.
<<
Mamma? >> chiamò la piccola.
Il
suo faccino pallido ora esprimeva dubbio e curiosità.
<<
Sì? >> La donna la sistemò per bene sulle sue
ginocchia, in modo che la potesse vedere negli occhi.
<<
I tuoi capelli hanno il colore del tramonto. >>
Alla
mamma venne voglia di ridere. Ma sentì che, se avesse riso,
sarebbe stato come se non avesse preso sul serio le parole della
bambina... come se la prendesse in giro.
<<
È stato lui a regalarti il colore? È stato il tramonto?
>>
La
bimba socchiuse i grandi occhi neri.
La
madre la sollevò e si avviò verso la finestra.
<<
Guarda. Fra poco questo bellissimo tramonto finirà. Ma sta'
ben attenta, Zisha: osserva il colore del cielo quando non sarà
né tramonto, né notte, allora chiamami. Poi dimmi se ti
ricorda qualcosa, eh! >>
Zisha
appoggiò il nasino contro il vetro e aspettò.
Si
era sempre stupita di come il sole fosse veloce a cadere nel mare,
non faceva in tempo a chiamare papà per farglielo vedere
che lui era già sommerso.
E,
allora, Zisha commetteva sempre l'errore di andarsene.
Questa
volta invece il disco solare era decisamente pigro.
La
piccola Domatrice pensò che lo stesse facendo apposta per fare
un dispetto a lei, e cominciò a fargli le pernacchie.
Sua
madre era in cucina a preparare la pizza. Le sarebbe piaciuto
assistere alla metamorfosi del cielo insieme alla figlia, ma doveva
finire di preparare la cena al più presto. Gli ospiti potevano
arrivare a momenti!
Zisha
era affascinata da quello che stava per accadere, ma era
inevitabilmente impaziente.
L'ansia
e la voglia di sapere tutto al più presto, tipica dei
bambini...
Mise
il ditino “ sopra il sole” e cominciò a
strusciarlo per spingerlo giù più velocemente.
Ormai
si era quasi eclissato sotto l'orizzonte, accerchiato da un'aura
arancione e gialla. Le nuvole rosa acceso svolazzavano lì
intorno beate, mentre il cielo più lontano si faceva violaceo.
Il
sole scomparse.
Il
cuore di Zisha cominciò a battere all'impazzata.
<<
Mamma, è andato giù! >> annunciò,
saltellando.
La
donna alzò la testa. Le labbra piene di farina e sulla guancia
appiccicata una fetta di pomodoro.
<<
Ahah, mamma, ma sei sporca! >> rise la bimba, poi girò
fulminea la testa verso la finestra.
Il
cielo si stava facendo scuro...
Delle
minuscole lucine cominciarono a spuntare nella volta celeste...
stelle, pianeti, mondi lontani...
Zisha
spinse la testa più avanti, e una ciocca di capelli andò
vicino alla finestra.
Non
aveva mai visto la metamorfosi del cielo, e quello spettacolo la
affascinava tanto.
Abbassò
gli occhi per prendere la ciocca e scostarla via, ma quando la vide
si accorse che i suoi capelli erano dello stesso colore di quel cielo
magico.
Zisha
spalancò gli occhioni neri e si mise a giochicchiare coi suoi
capelli, premendoli contro il vetro della finestra, incredula.
<<
Mamma! Mamma! Sono dello stesso colore del cielo! Vieni a vedere! >>
La piccola sorrideva e saltellava, eccitata.
Elena
si pulì le mani dalla pasta appiccicosa e si inginocchiò
accanto alla figlia.
<<
Hai visto, Zisha? I tuoi capelli hanno quel meraviglioso colore del
cielo al crepuscolo. >>
Le
accarezzò la testa.
La
bambina si girò verso di lei con sguardo improvvisamente
triste.
<<
Perché quando vado a scuola i bambini mi dicono cose brutte?
Perché mi dicono che ho i capelli strani? Perché gli
altri bambini non hanno i capelli come me, papà e nonno? >>
Elena
sospirò e la strinse a sé.
<<
Perché tu sei speciale, bambina mia. Perché sei
speciale. >>
Uovo.
Zisha
ed Elena finirono insieme di preparare la pizza.
La
bambina stava ancora pensando a quella frase...
“Perché
tu sei speciale, bambina mia. Perché sei speciale.”
Diiin
Dooon!
La
donna si staccò dai pomelli del forno e corse verso il
citofono.
<<
Penso proprio che siano loro, ma non si sa mai... chi c'è? >>
<<
Nessuno! >>
Rispose una voce maschile.
Elena
ridacchiò.
<<
Ok vi apro il cancello... >>
CLACK!
Uovo
Zisha
corse incontro alla sua famiglia e agli altri invitati, che stavano
salendo le scale per arrivare al piano di sopra.
Di
solito mangiavano nel soggiorno di sotto; ma quella sera avrebbero
cenato sul tavolo fuori, sul balcone.
Villa
Zick dava su una spettacolare vista sul mare, e inoltre era davvero
un'ottima casa. Grande, con un bel giardino, e godibile per...nove
inquilini.
Le
pareti erano allestite da teli esotici e cianfrusaglie etniche di
ogni tipo, che i padroni di casa avevano racimolato nei loro
viaggi...
<<
Ehi Pout Pourri! Piantala di strusciarti contro di me! >>
Zisha
cercò di togliersi di dosso il grosso gatto grigio, ma senza
successo. Il felino continuava a miagolare e a fare le fusa, lezioso.
<<
Ma povero Pupurrì! Lascialo in pace cattiva! >>
Lo difese un bambino dai capelli arancio e le lentiggini, agguantando
il povero gatto e strapazzandolo di coccole.
<<
Che fratello rompiscatole! E mollalo lo stai strozzando! >>
Due
uomini dai capelli blu stavano osservando la scena, in disparte.
Quello più giovane sembrava un po' preoccupato, mentre l'altro
era sereno.
<<
Avete fatto due splendidi bambini, sai? >>
Zick
abbassò il capo, contrito.
<<
Lo so, però... tu dici che cresceranno bene? A volte mi
vengono in mente grandi dubbi... sopratutto per Zisha. Per certe
cose, è molto matura per avere solo otto anni. E poi è
una Domatrice. Dovrà affrontare seri pericoli nella sua vita e
a scuola i bambini la prendono in giro per i capelli e perché
non è come gli altri... poi Elian... non ha nessun potere, a
parte la Vista, e... >>
Fece
una pausa e guardò dolcemente il bimbo.
<<
È un bambino tanto dolce, ma insicuro. Ha solo quattro anni,
ed ha il desiderio di spiccare... molto spesso mi chiede “
Papà papà perché io non sono come te, Zisha e
nonno? Ho qualche cosa che non va? Sono malato? “ E non
vuole capire che è speciale così com'è e che
deve accettarsi e non sentirsi inferiore... spesso Zisha lo prende in
giro... e si mortifica. >>
<<
Mi dispiace per lui. Vedrai che crescendo capirà... del resto
come faremmo noi due senza Greta e Elena, anche se sono
“ semplici”
umane? >>
Zob
abbassò o sguardo e si mise a fissare il pavimento con aria
assorta.
<<
Eh già... del resto, poi, c'è anche tua s... >>
<<
AHHHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! >>
I
due uomini schizzarono in avanti col sederino arroventato e si
girarono.
Greta
e Elena si soffiarono la mano, l'arma del delitto, e fissarono i
mariti con malizia.
<<
A tavola, cari. >>
Zob
e Zick, non ancora ripresi, esclamarono:
<<
Ma cavolo! Lo sculaccione potevate evitarlo! Ci ha fatto molto male!
>>
<<
Ooooohhh.... poverini... non sapevamo che aveste il culetto così
delicato... >>
Presero
i mariti a braccetto e si avviarono verso la tavola.
La
cena andò avanti a risate, spassosissime battute di Barz ( il
mostro Aha che aveva deciso di unirsi alla famiglia) e tonnellate di
ottima pizza.
Tra
gli invitati c'erano i genitori di Elena e Zick, i gemelli, Lorrence
e Rebecca e...
<<
Fratellone, esigo un dolce. >>
Disse
una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi.
<<
Calmati, sgorbia. Se li vuoi, alza le chapettes e vatti a preparare
le ciambelline. >>
<<
Antipatico. >>
Serena
Zick era la copia sputata di Greta, fisicamente parlando.
Purtroppo,
aveva ereditato il caratteraccio difficile e inaccontentabile di suo
nonno, Ezeria. E non aveva poteri Dom.
<<
Papà ma non ti sembra un pochino ingrassata la mia sorellona?
>> Chiese Violet ridacchiando insieme alla cugina.
Zick e
Harvey sbiancarono.
<<
Oh sì è vero! >> Annuirono tutti ( inclusa Elena
che aveva capito il gioco). Ovviamente Zick e quel pollo di Harvey
non capivano che stesse succedendo.
<<
L-la mia povera bambina... >> Mugulò Harvey.
<<
Io non vedo nessuna differenza! >> Obiettò Zick
inquieto, fissando la pancia di Elena.
La
guardò negli occhi.
<<
Elena... ? >> Lei non disse nulla.
<<
E il bambino? >>
<<
Quale bambino, Lorrence?! >> Chiese Zick nervoso.
<<
Il vostro terzo bambino! Quello di cui Elena è incinta! >>
<<
Insomma, a quando i fiocchetti sulla porta? >>
<<
Lorrence! >>
<<
E dai... lasciala un po' respirare quel bocciolo di rosa che ti
ritrovi come mogliettina... farle sfornare figli a tutto spiano,
poverina... certo che ti sei dato da fare, eh? >> Continuò
il biondo.
<<
Ma qui non c'è nessun bambino! >>
<<
Se se certo... >>
<<
Però ti sei dato da fare anche se non è effettivamente
incinta!
>>
<<
Fratellone.... maniaco... >> borbottò Serena.
<<
Chi hai chiamato maniaco?! >>
<<
Mi sa proprio tu! >>
<<
Ma che mi dici di te Lorry? Cos'è quel ringonfiamento lì?
>>
Indicò
la pancia di Rebecca.
Lorrence
fece una faccia spensierata.
<<
Boh.. sarà grassa, ma che ne so... o lo Spirito Santo... >>
<<
COOOOSA???!! >>
<<
Niente tesoro >> sorrise.
<< Oh ma che bello!
Anche io voglio un bambino! >>
<<
Io pure! >>
Trillarono
i gemelli Patata.
Harvey
si girò di scatto verso Violet.
<<
TU NO. >>
<<
Ma papà! >> Cercò di protestare la ragazza.
<<
Per la tua cicogna è troppo presto piccola mia. >>
borbottò Harvey.
Charlie
guardò il padre sconvolto, poi si diede una pacca sulla
fronte.
<<
Oddio papà! Ma pensi che noi crediamo ancora a queste storie?
Quelle della cicogna e dei bambini nati sotto i cavoli? >>
<<
È sempre meglio che credere a questa follia... >>
Lanciò
un'occhiata seccata a Bombolo ( ora faceva quasi ridere chiamarlo
così, visto che era diventato un colosso - e anche i suoi
peti- ) , che giocava col gatto nell'altra stanza e all'Aha, che si
erano fatti visibili.
Per
Harvey fu un brutto colpo quando sua figlia e Zick, dopo la luro luna
di miele, rivelarono a lui, Julie a ai gemelli l'esistenza dei
mostri. Charlie e Violet ne furono entusiasti, mentre
Julie
era rimasta profondamente perplessa e colpita, certo, ma a poco a
poco si adattò.
Harvey...
beh.
Improvvisamente si sentirono
strambi rumori di ferraglia inceppata provenienti dal bagno.
<<
Scusate >> Elena si alzò << Ma penso che sia la
lavatrice... fa le bizze in quest'ultimo periodo... >>
Si
diresse verso il bagno.
<<
Boh, spero che non sia nulla di grave. >> Borbottò Zick
poggiando la forchetta.
SBEEEEEEENG!
Elena
si soffiò la mano e vide con piacere che la lavatrice ora non
faceva più quei rumoracci.
<<
A volte le sberle sono più potenti delle parole! >>
Esclamò soddisfatta. Girò lo sguardo e vide una pila
gigantesca di vestiti ammucchiati lì in un angolo. Oh, quelli!
Elena li doveva mettere in lavatrice già da un po', ma se ne
era proprio dimenticata con tutto quello che aveva da fare...
-.-''''
uovo
<<
ZIIIICK! >> Chiamò la donna.
<<
Vieni ad aiutarmi a mettere i vestiti nella lavatrice! >>
<<
Ma... adesso?! >>
<<
Sì certo perché? >>
Zick
guardò perplesso il suocero e raggiunse la moglie.
Harvey
bevve una sorsata d'acqua e si mise in ascolto.
<<
SPINGI ZICK! Insomma mica sei una mammoletta vero?! Avanti!
Fooooorza!!!!! >>
Harvey
sputò tutta l'acqua e si ritrovò col fiatone, il
bicchiere vuoto nella mano tremante e davanti a sé una Julie
tutta ricoperta dalla bevanda, esterrefatta.
<<
Chiedo scusa >>
Appoggiò
il bicchiere fulmineo e schizzò verso il bagno.
Zick
e Elena stavano spingendo il cumulo di vestiti dentro il macchinario,
quando girarono di scatto la testa e lo fissarono, immobili.
Lui
fissò loro.
Loro
fissarono lui.
Lui
fissò loro.
Loro
fissarono lui.
Ho
fissato un appuntamento alle cinque con Tafano e...
No,
questa non c'entrava niente.
Harvey
rovinò a terra, dalla bocca un rivolo di bava e gli occhi
rovesciati.
Harvey
si era rimesso subito, dopo quello shock. Si erano un po' spaventati,
ma ora andava tutto bene.
Lorrence
prese per le spalle Rebecca e l'aiutò ad alzarsi. Il pancione
era prominente e loro figlio, o loro figlia, poteva nascere a
momenti. Non avevano voluto fare il controllo per prevedere il sesso
del bambino, con grande disappunto dei medici e della famiglia di
Rebecca. Volevano la sorpresa. Avevano già comprato dei
vestitini e giocattoli sia per femmina che per maschio, erano pronti.
Non importava loro se metà dei vestiti non li avrebbero usati:
li avrebbero dati in beneficenza.
Ovviamente
tutti lo avevano preso come un comportamento sciocco e senza senso,
ma loro erano felici così.
Elena
sorrise guardandoli, poi si dirisse verso il marito.
<<
Zick... ti devo parlare. >>
<<
Oh... va bene. >> acconsentì lui, un po' preoccupato
dalla serietà improvvisa di Elena.
Lei
lo prese per mano e lo trascinò in un angolo, lontano dagli
altri.
Harvey
lo notò. Oh sì che li notò.
Li
seguì di nascosto.
Anche
gli altri invitati notarono il comportamento di Zick ed Elena e
seguirono il signor Patata. Sapevano che stavano facendo qualcosa di
sbagliato e stupido, ma la curiosità era al massimo...
Del
resto, non volevano perdersi la scena di Elena che rivelava a Zick di
essere per la terza volta incinta!
<<
Zick... io... >>
<<
Perché la fai così lunga? Avanti dimmi! >> Disse
Zick, allarmato.
<<
Tesoro... che succede? È che ti vedo così seria... >>
Lei
lo fissò intensamente negli occhi.
<<
No niente è che io... io...
Stamattina
stavo passeggiando nel parco quando ho visto in lontananza un branco
di Lurridi e Bonz Mangiatutto... Per ora sono nella parte più
“selvaggia” del parco, dove confina col bosco, però
poi si spargeranno un po' ovunque e... >>
<<
Bisogna fermarli. >>
Zick
aveva troppo a cuore quel parco, era un luogo senza tempo e che
andava protetto da ogni male. Il posto dove Zick ed Elena si erano
scambiati quel bacio innocente, da bambini... quello che diede inizio
a tutto.
Elena
sorrise compiaciuta.
<<
Va bene capo! >> Mise la mano a pugno e gli diede una
bottarella sulla spalla.
<<
Allora nei prossimi giorni sbrigheremo la faccenda... >>
Sentirono
dei tonfi sordi dietro di sé.
Si
girarono e videro gli invitati stramazzati a terra.
<<
Che succede?! >>
<<
C-credevamo che tu d-dicessi a Zick che asp-aspettavi un b-bambino...
>>
Mormorò
Lorrence.
<<
Ancora con 'sta storia! E mo' basta veramente però! >>
Sbottò
Zick stufo.
<<
Meglio così! >>
Harvey
si rizzò in piedi, saltellando.
<<
Già! E poi io non voglio avere altri fratelli rompiscatole! >>
Commentò
Zisha mentre cercava di strozzare il fratello.
<<
Tu sei rompiscattole! >> Ribatté il piccolo
prendendola a botte col suo pupazzo.
<<
Bravi nipotini vi adoro. >> Harvey li strinse forte forte.
<<
N-nonno ci stai soffocando... >>
<<
Oh scusa! >> Li lasciò andare, mentre i poveri bambini
cercavano di riprendere fiato.
<<
Quindi niente bambino? >>
<<
Niente bambino, Charlie. >> Rispose Elena paziente.
<<
Ooooh... uff... siete i soliti guastafeste... >>
<< Beh però il
nostro bimbo potrebbe nascere tra poco... meglio che niente, no? >>
Annunciò Rebecca sorridendo. Lorrence andò dietro di
lei e la prese per le spalle, delicato.
<<
Bene! Qui ci vuole un bello spumantino per festeggiare questa serata!
Vado a prendere i bicchieri. >>
Esclamò
Harvey, diregendosi verso la cucina.
Si
chinò verso degli scaffali e cominciò a rovistarci
dentro.
<<
Vah, proviamo con questo qui in basso... saranno qui i bicchieri di
cristallo spero! >>
Elena
era sovrappensiero e stava osservando con tranquillità il
padre.
Appena
lui aprì la porta dello scaffale Elena vide gli occhi di
Harvey dilatarsi fino al raggiungere il diametro di un pallone da
calcio.
E
allora si rese conto.
Ma era
troppo tardi.
La
donna si precipitò in cucina, fulminea. Sul suo viso
un'espressione di terrore.
<<
Papà! Nooooooo! Quello in basso nooo! >>
Harvey
si girò di scatto verso di lei.
In
mano teneva in completino intimo abbastanza equivoco.
<<
E...e questo? Cos'è che significa? E che ci fa qui in cucina?
>>
Chiese
Harvey con la voce a scatti per il trauma.
Elena
sudò freddo.
<<
No... quello? Non l'ho mai visto! Non è niente... >>
Balbettò.
<<
Allora non è tuo! >>
Gli
occhi dell'uomo si erano fatti lampeggianti e sotto di essi si
stagliavano profonde rughe.
Intanto
la voce alta di Harvey aveva richiamato ospiti...
Zick
accorse in cucina, esasperato.
<<
Ehm Harvey di che parli? >>
<<
Di questo coso! >> sventolò il completino.
<<
Cosa? Io non vedo niente! >> cercò di bluffare Zick.
<<
Già nemmeno io papà! >> Disse Elena annuendo a
scatti e guardandosi intorno.
<<
Ma cosa...?! >>
All'improvviso
entrò Julie in cucina.
<<
HARVEY? Cos'è quell'affare che hai in mano???!!! >>
<<
Niente cara niente! >> Sorrise ebete e si nascose il vestitino
dietro la schiena.
<<
Eh no fai vedere! >>
I due
si accapigliarono, mentre Zick ed Elena intanto strisciarono in
silenzio verso la porta della cucina... ma vi trovarono davanti
Lorrence a sbarrare la strada.
<<
Anvedi che reprimi i tuoi istinti con quel vestitino, Zick! >>
Si
mise a ridere di gusto.
<<
Figlio mio, che canaglia! >> Entrò Zob scutendo la
testa.
<<
Papà! >>
<<
Ma Ziiiiiick! >> Greta era scioccata.
<<
Papà, posa quel coltello, ho una famiglia! >> Scherzò
Elena.
<<
Ora ne ho proprio abbastanza! >>
Zick
spintonò gli ospiti e uscì dalla cucina, facendo
rimanere tutti immobili e in silenzio.
<< Mamma mamma
papà si vuole buttare dal balcone!! >>
Urlò Zisha
dall'altra stanza.
<< Cooosa? >>
Tutti accorsero sul
balcone, spaventati.
<< Questo mi
fa venire in mente una barzelletta spassosissima che fa faceva:
“ Il bambino urla alla mamma: << Papà si
sta per buttare dal balcone! >> “ E la mam... >>
<< Non ora
Barz! >> Ribatté Elena in preda al panico.
<< E la mamma
gli rispondeva: “Che
imbecille, gli ho detto che gli ho fatto le corna mica le ali! “
Ahhahhahah!
>>
Il
Domatore era in piedi sulla ringhiera , in perfetto equilibrio.
<<
Zick ma che ti prende?! >> urlò Elena, seguita
dagli altri.
<<
Sono stufo! Ne ho abbastanza. Questa sera tutti mi dicono cose
strane alle spalle e a me non va! >>
<<
Ma scendi, cretino! Si scherza! Avanti scendi per
favore!
>>
Elena
era tesa e si stava preoccupando veramente per il marito.
Tutti
lo invitavano a scendere... tranne Zisha.
E
Barz ovviamente, che stava prendendo come al solito tutto come
un gioco.
La
piccola stava fissando il padre. Non sapeva a che pensare. Papà
non gli sembrava una persona così priva di buonsenso...
quel comportamento era anormale. C'era qualcosa di strano.
Gli
occhi di Zisha si fecero rossi e i suoi sensi si propagarono
fino a sentire tutto.
Il
papà se ne accorse. Certo che se ne accorse.
Sorrise
alla figlia e le fece l'occhiolino. Gli altri erano troppo
occupati a disperarsi per notarlo.
Pure
Zob aveva capito tutto.
Lei
si rasserenò e se ne stette buona buona a ridere del
panico inutile degli altri. Elian piangeva e si rotolava per
terra... povero ciccio.
<<
Ora mi butto! Addio! >>
Fece
un passo indietro e cadde nel vuoto.
Tutti
accorsero sulla ringhiera e guardarono giù...
Quando
una bolla celeste rimbalzò in aria, contenente uno Zick
che se la stava ridendo.
Gli
invitati si misero a strepitargli contro epiteti delle più
svariate specie... mentre Zick, Zisha e suo nonno si
divertivano come matti.
Il
Domatore atterrò sul balcone e il suo scudo si dissolse.
Camminò
sereno verso la moglie, che stava letteralmente per esplodere.
Le
porse un piccolo fiore di camomilla che aveva colto nella sua
breve “sosta” in giardino.
La
Rifugiatrice era riluttante e arrabbiata con lui.
Com'era
stata sciocca! Certo che non si sarebbe suicidato in quel modo
così stupido! Come aveva potuto pensarlo?
Indietreggiò.
<<
Dai, vieni Elena. >> Sorrise.
<<
Non mi fare più questi scherzi stupidi! >>
Il
Domatore si mise a ridere.
<<
Ma ti pare che sono così scemo? Calmati, prendi una
camomilla. >>
Le
porse il fiore.
Elena
allungò la mano, tremante di rabbia. Colse il fiore.
Zick
la prese per il braccio e la attirò a sé,
chiudendola nella sua bolla d'energia.
<<
Zick? Zick? Lasciami! >> Cominciò a strillare, ma
lui la teneva stretta.
Zick
corse verso la ringhiera e saltò.
<<
No, no no no no! NooooOOOO!!!!
>>
Zick
ed Elena rimbalzarono su e giù per il giardino, ridendo
come matti, incuranti del fatto che potessero essere visti.
<<
Si fa anche noi? >>
Greta
ridacchiò nervosa.
<<
No... Zob NO! LASCIAMI! >>
<<
E dai, non siamo così vecchi e rimbambiti per queste
cose. >>
Le
sussurrò lui all'orecchio.
Anche
loro si ritrovarono a fare boing boing per il giardino, anche
scontrandosi più volte con Zick e Elena.
Lorrence
accarezzò la sua fidanzata.
<<
Che c'è...? >> si girò lei.
In
men che non si dica si ritrovarono tutti e due a svolazzare
felici per la casa. Eh sì... la magia di Lorrence è
molto potente.
Harvey
stava rosicando come non mai.
<<
Ah... tu neanche mi prendi un fiore dal giardino e guarda loro!
>>
Disse
Julie, facendo ancor di più borbottare il marito.
<<
Si può dire che questa sera sia un vero e proprio...
giramento di palle!
Ahhaahah! >> Disse Barz, facendo ridere tutti gli altri
ospiti, tranne
Harvey.
Dopo
quel divertente giochino con le sfere d'energia, i nostri eroi
si erano messi a riposare in soggiorno, sorseggiando gustose
tazze di caffè.
Lorrence
abbassò il capo e inizò a sghignazzare rumorosamente.
<<
Lorry... che hai? >> gli chiese allarmato Zick posando la
tazzina.
L'amico
biondo gli mandò un'occhiata maliziosa:
<<
No, sai... niente...è che io non ti ho mai sentito quelle due
paroline ad Elena! >>
Il
cuore di Zick batté a mille, mentre una goccia di sudore
cominciò a scivolargli viscida dalla tempia.
<<
Ah, nemmeno io se per questo. >> ammise Zob con un ghigno.
<<
Papà! >>
Winryed
trotterellò attorno all'amico, cantilenando:
<<
Oh... ma loro due lo fanno in intimità... Però noi
vogliamo sentirlo adesso! Avanti di' le tue parole, Ezechiele! >>
<<
Hai sentito? L'hai voluta la mia povera figlioletta? Allora glielo
dici subito!
>>
L'occhiata
che gli lanciò Harvey a Zick non piacque proprio per niente.
Elena
camminò verso il marito.
<<
Avanti... non me lo dici? >> sorrise maliarda.
Zick
si tirò il colletto della camicia...
<<
Te-tesoro ma che stai dicendo? >>
<<
Insomma è tua moglie, mica ti fa schifo! Spero! O sarai
passato all'altra sponda? >> Ipotizzò suo padre
grattandosi la testa con fare perplesso.
Zick
guardò Zob come se fosse un alieno a tre teste.
<<
Ma papà! O_O >>
<<
Ma allora dillo, no? >> Lo incitò il Gorka Bianco.
<<
C-che cosa...? >>
Tutti
gli mandarono un'occhiata eloquente.
<<
M-ma è una cosa mia e di Elena! Un po' di intimità
perfavore! >>
Lorrence
e Zob si guardarono tre secondi con occhi sbarrati.
Poi si
girarono verso Zick con uno scatto, sempre con gli occhi sgranati.
<<
Ok, è dell'altra sponda. >>
Zick
cadde a terra a peso morto, ma rialzò magicamente un secondo
dopo.
<<
Ma cos'avete tutti con me stasera?! >>
Elena
fece una smorfia.
<<
Lasciamo perdere, tanto non me lo vuol dire. >> Prima che
Zick potesse dire qualcosa, Greta scosse la testa.
<<
Ma come ti ho allevato male! Credevo di averti dato un'educazione! >>
Julie
borbottò: << Non saprai dire «ti amo» ma
a figli ci dai dentro, vero? >>
<<
Eh! Non si fa così fratellone! Birichiiino! >> lo
schernì Serena.
<<
E VA BENE! >>
Zick
si lanciò verso Elena e le prese le mani.
Lei
gli sorrise radiosa e Zick fu quasi abbagliato da tanta bellezza.
<<
Elena... io... >>
<<
Je t'aime... je t'aime... oh, oui je t'aime...Moi non plus... Oh mon
amour! Comme la vague irresolé... >>
Puf e
Pof, i due Bolli di Zisha, comparvero dal nulla ed iniziarono a
cantare...
Onestamente
quella canzone cantata dai Bolli, con le loro vocette stridule,
perdeva tutto la sua... diciamo atmosfera.
La
ridicolezza era al massimo e tutti si misero a ridere a crepapelle.
Tutti,
tranne Zick.
<<
E dai... ahahah! Zick ma ahahahah! La dovresti
conoscere bene questa canzone, no? Ahhahh! >>
Riuscì
a balbettare Lorrence, tra una risata e l'altra.
Zick
lo fissò con sguardo truce.
Vide
uno schiacciamosche appoggiato sul davanzale.
Lo
strinse fra le dita.
Lo
levò verso il soffitto.
Lo
calò.
La
cresta gellata di Lorrence attutì il colpo.
Lo
schiacciamosche rimbalzò all'indietro e si stampò sulla
faccia di uno Zick esaurito.
<<
Ahahha! Scusami Zick! I miei capelli sono... magici! >>
Si
scusò il biondo con un sorriso divertito.
Lo
schiacciamosche cadde a terra.
La
faccia di Zick ridotta ad una scacchiera.
<<
Uhm... bocca di Elena in C-17! >> azzardò Charlie con
una faccia da schiaffi.
La
sorella gli rivolse un'espressione serena.
<<
Non stavolta. >>
<<
Oh... mancato. >> mormorò deluso.
<<
E dai, voglio vedere come se la cava mio figlio con le donne. Ho
sempre sospettato che fosse un po' debole. Però è
strano... ma da che cosa sono usciti quei due bambini? >>
<<
Ma papà! >>
Immerso
nelle risate generali, Zick si girò verso la moglie.
Zick
era sempre stato timido... e lo è anche adesso... nessuna
carezza, nessun abbraccio, nessun bacio e nessun «ti amo»
senza essere preceduti da un attimo di indugio... quel lampo di
timidezza che Elena riusciva sempre a vedere nei suoi occhi color
mogano...
Quel
timido bagliore di cui Elena si era innamorata. Zick
aveva
sempre paura di essere inopportuno e violento.. ed era
perfetto
così com'era. Riusciva ad amare senza soffire o far
soffrire...
<<
Elena. >>
La
prese per le mani.
<<
Sì, Zick? >> chiese lei sorridente.
Si
avvicinarono fino a sfiorarsi il naso.
<<
Io ti amo, Elena. >>
<<
Anche i.... >>
<<
Ehy! Ma le paroline non dovevano essere due? Voi ne avete dette
quattro! >>
Zick e
Elena mandarono a Lorrence un'occhiata così torva che riuscì
a zittirlo.
<<
Oh ma che carini! >>
<<
Ohhh... ora mi commuovo! >>
Non
mancarono lacrime o fazzoletti...
Zick
notò che gli occhi di Harvey si erano fatti lucidi.
Ma
capì che non lo voleva dare a vedere, perché se poi si
era girato di schiena ed era andato via.
Elena
e Rebecca erano in cucina a preparare le ciambelle per gli altri,
quando Zick passò davanti alla porta.
Voleva
dare una mano, ma vide che le due donne stavano parlando...
Siccome
quella sera tutti ( chissà perché) parlavano male di
lui, Zick decise di fare una cosa molto disonesta.
Si
accucciò dietro la pianta di ficus, davanti alla porta, e
rizzò le orecchie.
L'ultima
volta che l'aveva fatto era stato molto tempo fa.
Il
padre non gli voleva dire nulla sulla sua nuova, ennesima missione e
lo aveva lasciato inerme su due piedi... e curioso come non mai.
Zob
aveva preso Greta per le spalle e l'aveva condotta nella serra, il
solito luogo delle chiacchere.
Zick
li inseguì furtivo e si nascose, anche allora, dietro una
pianta.
<<
... Cosa? Non è ancora cresciuto da allora? Incredibile... >>
<<
Lo so Rebecca... è assurdo... nemmeno di un millimetro! Ho
provato a farglielo capire, ma niente! >>
Nella
mente di Zick cominciarono a formularsi spiacevoli pensieri.
Si
sentì il rumore di sedia spinta e probabilmente una delle due
si era seduta.
<<
Cavolo... pensavo che certe cose le capisse. E poi certamente non
dev'essere un bello spettacolo... piccolo, rinsecchito e tutto
storto! >>
<<
Oh sì, è proprio così! Di notte, quando mi
capita di guardarlo, non so se mi fa ribrezzo o pena... è
davvero inquietante! Voglio che si allunghi, che diventi grande e
maestoso! È troppo debole e gracile... così non serve a
niente! >>
L'uomo
spalancò gli occhi, scioccato.
<<
E lui continua a dire: « Vedrai che crescerà! È
solo questione di tempo « Ma niente! >>
<<
Eh... brutta storia...>> assentì Rebecca.
<<
Gli dovrò dire di tagliarlo. Non lo sopporto più.
Spero che il prossimo cresca ben bene... >>
«
Cosa?!» si chiese Zick, grattandosi la testa.
Sentì
dei piccoli passi dietro di sé e si girò.
Un
bambino piccolo e dai capelli color carota lo fissava incuriosito.
<<
Papà che fai? >> domandò con la sua voce
squillante.
Zick
si sentì nei guai fino al collo.
<<
Ehm piccolo ora non è il momento abbassa la voce papà è
impegnato... >>
Gli
disse frettoloso spingendolo indietro.
<<
Pecché? Che fai papà? >>
Il
piccolo alzò lo sguardo sopra Zick con innocenza.
Il
Domatore si sentì morire,sentendo dietro di lui dei respiri
affannosi di rabbia.
<<
Ciao mammina. >>
Elena
e Rebecca erano alle spalle di Zick, furiose.
La
prima brandiva un minaccioso mestolo, che sbatteva piano sul palmo
della mano. La faccia un'ombra adirata.
<<
C-ciao tesoro... come butta? >>
SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGGGGGGG!!!!!!
L'uomo
si accasciò a terra, inerte, gli occhi come spirali.
Come
nei cartoni animati xD
La
donna ghignò soddisfatta.
Si
accucciò fino a sfiorarlo con le labbra.
<<
La prossima volta non origlierai più. >>
Si
alzò e guardò il figlioletto, che la osservava stupito.
<<
È l'amore Elian. È così che vanno le cose. >>
Lo
grattò sulla testa, mentre Rebecca rideva.
<<
Wow. >> commentò il piccolo abbastanza confuso.
Zick
rinvenne e si alzò in piedi, dolorante.
La
moglie si girò verso di lui.
<<
Zick, da quando hai l'Everest sulla testolina? >> commentò
Elena sarcastica alludendo al bernoccolo epico che si ergeva sul suo
cranio.
<<
Forse è un enorme brufolo... >> Azzardò Rebecca.
<<
No è un conno! Un conno gigante vero papà?
>>
<<
Un... un conno? >>
<<
Un corno. >> precisò Elena con veemenza,
scuotendo il mestolo.
<<
Come quello che i mariti fanno alle mogli quando non si comportano
bene. Gli uomini, intendo. >>
<<
Ehi ma mica siamo solo noi! Comunque sei fortunata che non sono due,
accontentati! >> Sbraitò lui.
Fu
subito zittito da un'altra epica mestolata della moglie.
<<
Contento? >> chiese Elena pacata.
<<
B- basta... e per la cronaca... >> Zick si fermò per
prendere fiato << Io non mi taglierò un bel niente! Sia
chiaro! >>
La
Rifugiatrice e Rebecca gli lanciarono un'occhiata stranita.
<<
Eh? Ma di che parli? >> gli chiese la moglie, allucinata.
<<
Lo sai benissimo! Non fare la santarellina con me! Sono un Domatore e
posso percepire tutto! Non posso tagliarlo è una parte di me!
Ma come puoi pensare cose del genere?>>
Le due
donne si guardarono per tre millisecondi.
Poi
scoppiarono a ridere, rotolandosi per terra.
Cosa
che a Zick non piacque per niente.
Elian
non ci stava capendo più nulla ed era sgattaiolato via già
da tempo.
<<
Ma di che cosa volevi che si parlasse? Ahhahah! >> Gli chiese
la moglie sull'orlo del pianto.
<<
Mah, veramente... >> Mormorò Zick arrossendo.
<<
Di quell'orrendo albero che avevi preso quando siamo venuti ad
abitare qui! Non è cresciuto di niente da allora! >>
Zick
si sentì uno stupido.
<<
Ma quello me l'ha consigliato mia madre! >> Mugolò.
<<
E allora? Non si allunga di niente! >> sbuffò lei.
<<
Toh, tieni. Per punizione andrai a finire le nostre ciambelline.
Percepisci questo. >>
Gli
porse il mestolo.
<<
E anche tu! >> esclamò Rebecca.
Per le
dita teneva l'orecchio di Lorrence Anche lui si era appostato lì
vicino per sentire cosa stava succedendo...
Quest'ultimo
riservò un sorriso benevolo a Zick.
<<
Questi uomini, sempre a origliare. >> Commentò Elena
sprezzante.
<<
Già, io non lo farei mai. >> Aggiunse l'amica
bionda.
Elena
prese anch'essa il marito per l'orecchio, quindi le due donne si
avviarono in cucina.
<<
Abbiamo veramente dei mostri per mariti. >>
<<
Eh sì... eheheh! >>
<<
Ma io solo a metà! >> esclamò Zick.
Elena
strinse di più le dita sull'orecchio del suo Domatore.
<<
Zitto. >>
Li
lasciarono e dissero loro:
<<
Avanti, sgobbate! >>
Le due
donne uscirono dalla cucina ridendo come matte.
Appena
furono distanti dalla porta Rebecca la prese e sussurrò a
Elena:
<<
Oh... pss... sentiamo cosa dicono mentre noi non ci siamo?
Eeeeeh??
>>
<<
Sì dai! >>
Le due
amiche ridacchiarono e schizzarono dietro a quel povero Ficus.
Sono
proprio donne -.-''' Uovo
<<
Allora... dimmi come sono quelle di Elena? >>
<<
Minuscole e flosce... nemmeno belle lucenti... >>
Elena
era scioccata.
<<
Ah, capisco. Neanche quelle di mia moglie sono meglio
eh.
Sono piene di strambe rughe e poi ti si sfaldano in mano.. >>
Anche
Rebecca era scioccata.
<<
Uff... non capiscono che a noi piacciono belle grandi e cicciose! >>
<<
Già! E poi di solito sono anche le più gustose! >>
Ok.
Era troppo.
<<
Zick... a te piacciono enormi? Ma proprio gigantesche...? >>
<<
Certo, ovvio! E belle morbide... >>
Fece
una pausa, mentre le due spie stavano impazzendo.
<<
Ma non dirlo ad Elena per favore... si arrabbia e poi sai com'è...
>>
<<
Sì sì certo... capisco. >>
Non
fece in tempo a dire « lamagongo « ( ???) che Elena e
Rebecca avevano fatto irruzione in cucina, i capelli che vorticavano
in aria e gli occhi che fumavano.
<<
ZICK! VIENI QUI! ORA TE LO TAGLIO VERAMENTE, E NON PARLO DELL'ALBERO!
>>
Il
Domatore e l'amico ( ma sopratutto Zick, chissà perché)
fecero un salto all'indietro di almeno tre metri e si ritrovarono
sdraiati per terra, terrorizzati.
<<
M-ma... che vi prende? >> Balbettò atterrito Zick.
Il
mattarello che gli lanciò Elena bastò come risposta.
<<
Piccole? Con tante rughe? E che ti si sfaldano in mano???! >>
Non
che la donna bionda fosse tanto più tranquilla.
Lorrence
non capiva lo strano comportamento di sua moglie, quindi si alzò
e le mise una mano sulla spalla ( lei era riluttante).
<<
Signore! >> annunciò.
<<
Ma è ovvio che c'è stato un malinteso! Zick ed io
stavamo solo parlando delle vostre orripilanti ciambelline! >>
Indicò
il tavolo su cui riposavano degli ammassi di pasta cruda.
<<
Non delle vostre generose prosperità! >>
Zick
annuì convinto. Elena fece una faccia scettica, e posò
famigerato mattarello.
<<
Per stasera vi voglio credere. >>
Lanciò
un'occhiata torva a Zick.
<<
Ma se sento un'altra volta delle cose del genere, io... >>
<<
Ahhhh!! >>
Improvvisamente
Rebecca si piegò in due.
Si
resse la pancia e cominciò a mugolare.
<<
Che succede? >> Accorse Lorrence.
<<
P-penso che sia il momento... >> rispose la donna a denti
stretti.
<<
Oh Santo Piripillo! >> esclamò biondo mettendosi le mani
nei capelli!
<<
PRESTO! Bisogna andare all'ospedale! >>
Tutti
erano allarmati, ma allo stesso divertiti dalla strambezza di
Lorrence nell'affrontare le cose... che rendeva tutto assurdo, quasi
allegorico.
<<
REBECCA È IN TRAVAGLIO! >>
Urlò
Lorrence tutto avvampato.
<<
Noi andiamo con voi! >>
Dissero
tutti all'unisono.
<<
Zisha, Elian. Voi rimanete qui con Barz. >>
<<
Ma mamma! >>
<<
Non si discute! >>
Elena
si girò verso l'Aha, seria.
<<
E niente battute sconce coi bambini eh? >>
Barz
emise un risolino.
<<
Cetto badrona! >> Si mise sull'attenti sfoderando una
faccia da schiaffi.
<<
Oh, cara, certo che però il bambino non potevi fartelo venire
un po' più tardi...? >>
<<
MA TI PARE CHE POSSO FERMARLO IO? >>
<<
Ma... le ciambelline... >>
<<
Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?! >>
SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGG!
Le ore
passavano...
Rebecca
e Lorrence erano ancora dentro, mentre gli amici aspettavano in Sala
d'Attesa.
L'ansia
era alle stelle e tutti aspettavano con grande momento la nascita del
figlio dei due biondi...
<<
Spero che vada tutto bene... >> Mormorò Elena.
<<
Eddai, in questi tempi, cosa può andare storto? >>
Dalle
occhiate serie degli altri Zick si rese conto di aver detto una
cacchiata e se ne rimase zitto.
<<
Eddai, fratellone... >> disse Serena con un ghigno.
<<
...Che tra poco ci riandrai presto in ospedale! >>
Zick
guardò la sorella, stranito.
<<
Eh? Ma che dici? >>
Gli
altri annuirono, ridacchiando.
<<
Ma... mi augurate di andare in ospedale?! Bella famiglia che siete!
Grazie! >> Ribatté indignato.
<<
No, non hai capito. >>
Zob
indicò Elena.
<<
EH? In che senso? >> Zick era allarmato. Pure Harvey era molto
inquieto.
<<
Non è evidente? >> Risposero tutti gli altri.
<<
Se questa la chiamate evidenza... >> Borbottò, girandosi
dall'altra parte.
Però
una rotella scattò nel cervello di Zick e Harvey e allora si
resero conto di ciò che intendevano.
<<
COOOOOSA??? >> Esclamarono, poi si accasciarono al suolo,
inermi.
Una
giovane infermiera che era passata di lì vide la scena...
<<
Oh! >> esclamò. << Sono svenuti! >>
<<
Non si preoccupi. >> la rassicurò Elena perfettamente
tranquilla.
<<
Tra un secondo saranno in piedi. Visto? >>
Zick e
Harvey si erano alzati e bofonchiavano parole senza senso.
L'infermiera,
un po' stranita, se ne andò via.
<<
Avere figli non sarebbe male... posso paparino? >>
Serena
si girò verso Zob, sbattendo le ciglia.
<<
C-cosa? Non pensi che sia troppo presto? No. No no. >>
Bofonchiò
quest'ultimo.
<<
E dai, lasciala in pace... sta scherzando... >> Disse Greta
tranquilla.
<<
E invece no, mammina! Perché siete di nuovo nonni! >>
Sorrise
e si tamburellò la pancia con fare innocente.
La
bocca di Zob e Greta toccò il pavimento.
<<
C-cosa? Cosa dici tes-soro? >>
<<
Sono incinta! >>
Caddero
a terra.
<<
Eccoli, ci risiamo! >> Commentò Serena.
<<
Ma sorellina! Non me l'avevi detto! >> Esclamò Zick
indignato.
<<
Shh... aspetta... >>
Si
avvicinò ai genitori stramazzati a terra.
<<
Scherzavo. Vi ho beffati. >>
Genitori
e figlia continuarono a beccarsi per dei buoni minuti, quando...
<<
Zitti! >> Disse Zick aguzzando le orecchie.
<<
Sento qualcosa come... >>
Si udì
un palese piagnisteo di neonato, nell'altra stanza.
<<
È nato! È nato! >> cominciarono a saltellare
tutti come dei dementi.
Visto
che non c'erano finestre, i nostri eroi si appiccicarono alla parete
e cercarono di sentire qualcos'altro...
<<
Ecco. >>
L'infermiera
porse la bambina a Rebecca.
Aveva
un colore delicato e roseo, e sulla testa già spuntavano
piccoli capelli dorati.
La
testa era perfettamente tonda ed era piene di morbide pieghette...
Lorrence
non credeva ai suoi occhi. Strinse forte la mano della moglie e
allungò le dita verso la figlia.
<<
È veramente nostra figlia? >> Balbettò, commosso.
<<
Sì, Lorrence. >> Sorrise Rebecca.
<<
Non avrei mai pensato di finire così. Con te... e con lei. >>
Guardò
amorevolmente la piccola.
<<
Ora la mia vita ha un senso. >>
Rebecca
chiuse gli occhi e si appoggiò al cuscino, esausta.
<<
Come la chiamiamo? >>
<<
Io pensavo... >> Rebecca schiuse le palpebre.
<<
Winryed. >>
Lorrence
si mise a ridere di gusto.
<<
Ma no! Winryed no! Per la mia specie è un nome maschile! >
<<
Shh, abbassa la voce, tonto... >>
I
medici li avevano lasciati un po' soli, ma già stavano
fissando Lorrence come se fosse un alieno.
Certamente
« per la mia specie» detto da un uomo non si sente tutti
i giorni.
<<
Ma cosa vuoi che ne sappiano i comuni mortali che per voi è un
nome maschile? A me piace. >>
<<
Ma mi farà uno strano effetto chiamarla così... è
come se tu chiamassi tua figlia Ignazio, Agenore, Melchiorre... non è
che sia proprio il massimo, no? >>
Rebecca
gli spedì un'occhiata eloquente.
<<
Ok hai vinto, mia cara... Winryed sarà il nome. Però
voglio che mi ricordi... della mia prima vita. Pansidrièl.
Questo sarà il suo secondo nome. >>
<<
Come il nome di tua madre. >>
<<
Esatto. >>
<<
Come ha detto che si chiama la bambina, scusi? >> Si avvicinò
un medico, tossicchiando per finta.
<<
Winryed Pansidrièl Zofirus. Perché? >>
Il
medico rimase un po' scioccato.
<<
No, niente. Tanti auguri. >>
Tutti
gli amici erano andati a vedere la bambina e ne erano rimasti
estasiati... era davvero bella.
Risero
insieme, vicino al lettino di Rebecca e non sapete che risate quando
Lorrence mimò loro la faccia del medico quando seppe del nome
della piccola.
Le
luci dell'alba cominciavano a rischiarare il cielo notturno ed era
ora di andare a dormire.
Lorrence
e Rebecca rimasero lì, insieme a Winryed...
Si
salutarono tutti e ognuno andò a casa.
Zick
spettava Elena per il corridoio dell'ospedale, aspettando Elena che
stava ancora salutando Rebecca.
Sentì
dei passi dietro di sé e si girò.
<<
Buona dormita figliolo. >>
<<
Grazie, papà. Buonanotte anche a te. >> Gli fece un
cenno di saluto con la mano e si girò, continuando a girare in
tondo.
Sentì
in lontananza Zob che sghignazzava...
<<
Ah! Buona dormita! Tsk! Ma che glielo dico a fare!
Ahah! >>
<<
COOOOOOOOOSA???????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >>
<<
Sì! Sogni d'oro Zick! >> esclamarono gli altri amici e
parenti, sghignazzando.
<<
Ma andate a quel paese >> Borbottò.
Poco
dopo, Zick si ritrovò a correre a perdifiato per le strade di
BigBurg, inseguito dagli amici e parenti, inferociti.
<<
Il peso della famiglia! Ah! >>
Si
diresse verso angoli più bui, per dar perdere le tracce ai
«segugi «
Dopotutto,
Zick si stava divertendo come non mai.
Epilogo.
Dopo
la morte di Kremshin, il mondo è rimasto sconvolto e pieno di
dubbi.
Queso
susseguirsi di stranissimi fenomeni di massa, mai accaduti prima, è
stata soprannominato « Fenomeno Maronno» per la Piazza in
cui si è scatenato l'evento, intitolata al grande e noto santo
Padre Maronno.
Chi
ha fatto quella strage? Perché? Ma sopratutto, come?
Questo
sarà uno dei tanti misteri dell'umanità, secondo solo
allo Yeti e al Mostro di Lockness.
Anche
la scappatella notturna della Pianta Digerente non verrà mai
dimenticata.
Tutto
è ritornato alla «normalità» e i nostri
eroi finalmente sono tranquilli a godersi la propria vita.
Lorrence
è felice come non mai ed è finalmente libero, però
c'è un problema.
È
rimasto solo, senza nessuno che lo badasse e gli procurasse soldi e
con un' intera cattedrale tutta sua!
Ha
rivelato l'esistenza del Labirinto ed ora è attrazione di
studiosi e turisti.
Niente
paura: Lorrence ha scaraventato via le insidie e i mostri al suo
interno attraverso la sua magia.
Ha
«aggiustato» Il Girti ed ora è il suo animaletto
domestico.
Il
Pacius è rimasto con Trengingigan, il suo fiero destriero.
L'insettone
mostruoso poteva essere mooolto interessante per gli studi di Zob,
quindi prese diversi campioni ( pezzettini di scorza, d'ala, e
qualche peletto del fondoschiena) e divenne ancora una volta famoso
tra gli scienziati ( che mai seppero dove aveva trovato quei campioni
e a che animale appartenessero, tanto Zob rimaneva zitto).
Il
ragazzino, o per meglio dire il Gorka Bianco, il giorno dopo la
grande sconfitta di Kremshin ha salutato tutti.
Sì,
perché poi se n'è andato.
Con
la promessa che un giorno sarebbe ritornato.
Lorrence
in quei lunghi anni di errabondaggio ha visto maestosi boschi,
antiche tribù di mostri barbuti e sortilegi sconosciuti: ha
accresciuto il suo potere magico, e con quello è cresciuto
anche lui ed è diventato un uomo.
E
che uomo * sbav *
Dopo
otto lunghi anni d'assenza, Lorrence ritornò come da lui
promesso.
Bussò
alla porta della casa di Rebecca, che si era fatta grande anche lei.
Quando
lei aprì e se lo ritrovò davanti no riusciva a credere
ai suoi occhi.
Aveva
voglia di pigliarlo a pugni per la sua assenza, ma era felice e
commossa.
Si
mise a piangere e gli ordinò subito di raccontarle tutto.
Quel
poi « Ma sono appena tornato! E più fico che mai, per
giunta! » di Lorrence la fece ridere come non mai.
E
così Rebecca scoprì tutto di Lorrence. Il suo passato,
la sua natura i suoi poteri. Non aveva mai dimenticato quello strambo
ragazzo così gentile e carino. Sapeva che era speciale, in
qualche modo.
Dopo
che lui ebbe finito di raccontare, lei si ricordò di una cosa.
Aprì
il cassetto e ne tirò fuori un vecchio braccialetto con le
borchie.
«
Questo dev'essere tuo. « Gli disse, col sorriso.
«
È tuo, adesso. Lo è sempre stato. «
La
prese per le mani e poi glielo mise al braccio.
La
famiglia di Rebecca era altezzosa e molto rigida. Non avevano mai
accettato Lorrence. E fu per questo motivo che un giorno scapparono
insieme, lasciando un biglietto sullo zerbino di casa Anderson.
«
Sono scappata con un Gorka Bianco. È un mostro, ma tranquilli
non morde.
Vi
adoro ciaooo!
Rebecca.
P.S.
« Vi adoro» era ironico. «
Zick
ed Elena, intanto, continuavano la loro storia, accrescendo sempre di
più il sentimento che li univa.
Ora
hanno trentacinque anni, una splendida Domatrice di otto anni e un
piccolo Rifugiatore di quattro. Nella vita reale lui fa lo psicologo,
e un po' anche lo studioso del paranormale. Dopo tutto, anche lui fa
parte di quel mondo... Elena invece è diventata una bravissima
veterinaria.
Lorrence
è diventato il medico ufficiale dei Domatori di Oldmill e li
aiuta nelle loro peripezie... poi gestisce un negozio di scherzi...
magici!
Ora
conducono una vita desiderabile: viaggiano per il mondo e divertono
insieme ( qualche volta rischiano la pellaccia ma questa è
un'altra storia ).
Elena
era sul balcone. La luce della luna rischiarava la sua pelle,
argentea, e una brezza leggera le faceva ondeggiare i capelli.
Sul
viso un'espressione piena di pensieri.
Zick
si avvicinò a lei e la prese per le braccia.
<<
Che hai? >>
Lei
strinse un po' le spalle.
<<
Non lo so... sto pensando... >>
<<
A cosa? >>
<<
A tutto. >>
<<
Ti va di pensare insieme? >> Le sussurrò
all'orecchio.
Elena
sorrise.
Per
quelle ore che seguirono, Zick ed Elena si raccontarono un sacco di
cose, fecero il riassunto di una vita.
Senza
mai aprire bocca.
Il
potere telepatico di Zick era utilissimo per quei casi quando non sai
cosa dire, ma invece avresti tanto da raccontare.
Se ne
stetterò lì seduti, l'uno di fronte all'altra, a
guardarsi con affetto e curiosità.
<<
Grazie per la «chiaccherata», Zick. >> Mormorò
Elena.
<<
Di niente. >>
Si
guardarono negli occhi per un paio di secondi.
I
capelli blu di Zick si fondevano col cielo e i suoi occhi scuri
parevano due piccoli, profondissimi universi.
Elena
lo abbracciò forte, poi lo guardò ancora.
Si
toccò il ciondolo ambrato che le pendeva dal collo... quello
che le aveva regalato Zick per Natale, tanto tempo fa.
Si
sentiva felice, stanca, ammaliata, preoccupata, innamorata... eh sì,
tutte quelle emozioni racchiuse in quel piccolo secondo che
precedette il contatto delle loro labbra.
<<
Mueeeeh!!!! Sniff !!! Soob! Sigh!
Uehueheueh... !!! >>
<<
Cos'è? >> chiese Elena staccandosi da Zick.
<<
Sono i bambini? >>
<<
No... non è la loro voce. >>
Voltarono
la testa e videro un Harvey piangente con in mano una bottiglia di
vetro.
<<
PAPÀ?! >>
<<
Oddio il suocero no! >>
Elena
corse verso il padre, stupefatta.
<<
I-io ero andato a portarvi un re-regalo per il vostro anniversario di
mat-matrimonio! E voi mi ricompensate facendo queste cose belliss...
sconcie davanti a me? Sigh... >>
<<
Papà, nessuno ti ha chiesto di guardarci! >> Ribetté
la figlia, furba.
Harvey
stramazzò a terra.
<<
Oh, per fortuna non si è rotta la bottiglia! >> Disse
Zick, prendendola dalla mano del suocero.
<<
IO CADO A TERRA E VOI VI PREOCCUPATE DELLA BOTTIGLIA? >>
<<
Oh, ma papà, piantala di fare il bischero... siamo
abituati alle tue scenette da cascamorto! >>
Bischero:
Toscanismo, significa «sciocco», «scemotto»
Mentre
il padre mugugnava parole incomprensibili Elena gettò uno
sguardo alla bottiglia.
<<
Uhm... buono! Io adoro il fragolino! Grazie papà! >>
Gli
diede un bacio sulla guancia e il papà si rimise in piedi.
<<
Grazie. >> Sorrise Zick.
Il
suocero gli sorrise a sua volta.
<<
Prenditi cura di lei. >>
Zick
annuì.
<<
Lo farò sempre. >>
<<
E ora, vivete. >>
Zick
rimboccò le coperte a Elian e prese la moglie per le spalle.
<<
Vi è piaciuta? >> sorrisero il Domatore e la
Rifugiatrice.
<<
Oh sì! È bella papà! >> Esclamò
Elian contento.
<<
È piaciuta anche a me! Ma non avevo l'avevo mai sentita né
letta prima... ma che fiaba è? >>
Zick
ed Elena si sorrisero.
<<
La nostra storia. >>
Fine
Inanzi
tutto fate un bell'applauso a Zick e Harvey che in questo capitolo
sono morti e resuscitati almeno 50 volte! XDDD
Clap
Clap Clap!
Ragazzi...
siamo finalmente giunti al termine di quest'avventura durata un anno.
Questa
Fanfiction ha visto le mie varie «fasi,» il mio
mutamento, il mio periodo di depressione e la mia rinascita...
poveraccia. Ed è per questo che è così varia,
che si passa da un capitolo angst-tragedy ad uno
comico-adolescienziale.
Inizialmente
la volevo rifare tutta da capo, perché era troppo
inverosimile.
Zick
ed Elena, per avere dodici anni, sono troppo intraprendenti e
dimostrano una maturità, fisica e mentale, sproporzionata.
L'ideale
sarebbe stato far iniziare la fanfiction nel loro primo anno di
Liceo. Ma lì ci andrò solo questo settembre, quindi non
so per certo a cosa andrò incontro. Mi allettava l'idea di far
provare a Zick ed Elena le mie emozioni di quando sono entrata alle
Medie e di come le ho passate, vicende con professori, genitori ecc;
ma anche vedere, in modo un po' comico, il rapporto genitori-figli
durante l'adolescenza.
Ma
questa è la mia prima vera seria fanfiction, e, anche se è
sprecisa in certi punti, mi piace così com'è :3
Ho
iniziato questa fanfiction conoscendo solo il cartone animato: quindi
molte cose sono sbagliate, ad esempio le età dei personaggi...
Ho
scoperto solo oggi che nel fumetto di M.A. esistevano già i
Gorka Bianchi O__o E, appunto, sono Gorka pacifici e molto saggi.
Che
strano, eh? XD Ammetto che all'inizio all'inizio pensavo di far fare
a Lorrence la Voce, però poi mi dispiaceva... mi ero troppo
affezionata a lui ^_^ E poi volevo farlo morire alla fine e farlo
diventare un Trasparente ( leggete il fumetto per capire) il classico
sacrificio per salvare tutti.. ma non m'ispirava.
(
Mi vuoi bene, mia cara, vedo! N.d.Lorry) ( Statti zitto tu! N.d.A)
«
La nostra Storia-Kremshin's voice» la dedico a yaya_sana.
Senza
di lei non sarebbe mai iniziata questa follia e io le devo questo ed
anche di più. UOVO Molte battute ( quelle più cattive e
maliziose xD) di questo capitolo sono opera sua, grazie a quella
pazza conversazione ;), e il capitolo non sarebbe stato così
se non ci fosse stata lei. Mi dispiace per quello che è
accaduto ed è per questo che ho cercato di finire il più
presto possibile il capitolo... UOVO
GRAZIE
:')
E
credo che tu sappia che UOVO+uovo fa due uova. Grazie ancora e buona
frittata.
Un
grazie anche alla mitica Lion of Darkness, Diginicky, Naomy93 e
giuly_chan95, che mi hanno dato tanti spunti a aiuti per la storia.
=D
E
grazie anche a delya, anche se non penso mai leggerà questa
frase, che mi ha fatto ridere finché è durata :)
Anna_Zedreamer94:
Ogni giorno io ti ringrazio, anche se non lo dico, per la
disponibilità e l'amicizia che mi dai. Mi sembrava giusto
ringraziarti pure qui.
GRAZIE
:')
Un
caloroso saluto e tanti grazie anche a nueblackcrowfriend, Lovely
Laura, kikka97, Jessica_Hale, ElanorFantaGreen, ElseW e MaryVera96
che hanno recensito :)
E
grazie anche a Claudietta_Cullen e Whivel, che hanno messo la mia
fanfiction tra le preferite e BlAck_pAnTeR_94, RubyMcDoll, Punk92 ,
Emilie91 e LordAndreius per averla messa nelle seguite :)
Grazie
*_*
Finalmente
non vedrò mai più la Tappone e Mariangela :3 :3 :3
P.S.
Per il personaggio de « La Voce» mi sono ispirata a «La
Voce della Persuasione» della Saga de « La Bambina della
Sesta Luna» di Moony Witcher u_u
«
Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?!» Citazione da
« L'era Glaciale 3» Qui ci stava troppo bene =3
Ah,
vi volevo dire una cosa: visto che sono molto curiosa, ho ficcanasato
in giro e... ho letto che lo sceneggiatore di M.A. È al lavoro
e pure Barbucci, il disegnatore, dice che si troverà molto
impegnato quando dovrà fare le copertine per la nuova serie a
fumetti di M.A. :) Spero che arrivi presto, se è vero! ç__ç
La fine è indecorosa u____ù
Beh,
diciamo che con questo fandom ho finito, di storie nuove non le
metterò ( almeno che non ci sia bisogno ;-) ) e andrò
avanti solo a « Amore allo Stato larvale». Ma
chissenefrega.
Mi
piacerebbe moltissimo se rilasciaste una recensione, ma di quelle
vere e lunghe, per darmi un giudizio finale su questa storia. Su
come è scritta, sui contenuti, se è equilibrata ( no no
per niente) ecc.... Così capirei cosa c'è da migliorare
per far in futuro un lavoro migliore :)
Ma
fate un po' come vi pare... tanto purtroppo non ho ancora affinato la
padronanza della Maledizione Imperius.... sigh.
Il
capitolo è arrivato in ritardo grazie al petotrapano dei
vicini che mi svegliava ogni giorno alle otto e continuava fino alle
5 =____=
Scusatemi
se è venuto bruttino questo chap. XD
Beh...
ho finito.
Alla
prossima mostruosa avventura ;))))
Vorrei
mangiare eggs and bacon qualche volta con te, Yaya. Sarebbe
molto uovo.
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