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Autore: Ary_S    05/09/2010    10 recensioni
Un anno dopo il loro primo incontro, Zick ed Elena devono affrontare il primo impatto con la scuola media insieme a professori strambi, squilibri ormonali e conflitti coi compagni di classe e coi genitori; il loro rapporto d'amicizia intanto sta maturando e diventando sempre più forte.
Proprio a scuola conosceranno Lorrence, un nuovo amico eccentrico e bizzarro che sembra sempre nascondere qualcosa sotto il sorriso.
Intanto BigBurg è sede di fatti violenti e macabri che, almeno così sembra, non trovano alcuna spiegazione.
I Domatori indagheranno per scoprire la verità dietro questi fenomeni, ignari del grande pericolo a cui vanno incontro.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Patata, Ezechiele Zick
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 21 ( e ultimo)

La magia del crepuscolo

&

Interminabili equivoci


( no, non c'è nulla di Twilightoso, potete leggere in pace)


AVVERTENZE!

Ilseguentecapitolouovoiniziainunmodoesisviluppainmodoindecentequindinonspaventateviseèunoschifoesopratuttononpreoccupatevideivari”uovo”chevedetetraunafraseell'altra,quellisonod'obbligoperunamiaragionepersonaleenondimenticatedileggereattentamenteilfoglioillustrativouovo.



La bambina correva felice, gli occhi sprizzanti di chi nella vita si accontenta solo di un giocattolo o una carezza... sorrideva, mostrando i dentini bianchi e irregolari...

I lunghi capelli che ondeggiavano ad ogni suo passo, le mani tese in avanti, desiderose d'affetto.

La donna la prese in braccio e le fece dei buffetti sul naso... la toccava come se fosse fatta di porcellana, come se potesse sgretolarsi sotto le sue dita... o scomparire.

<< Mamma? >> chiamò la piccola.

Il suo faccino pallido ora esprimeva dubbio e curiosità.

<< Sì? >> La donna la sistemò per bene sulle sue ginocchia, in modo che la potesse vedere negli occhi.

<< I tuoi capelli hanno il colore del tramonto. >>

Alla mamma venne voglia di ridere. Ma sentì che, se avesse riso, sarebbe stato come se non avesse preso sul serio le parole della bambina... come se la prendesse in giro.

<< È stato lui a regalarti il colore? È stato il tramonto? >>

La bimba socchiuse i grandi occhi neri.

La madre la sollevò e si avviò verso la finestra.

<< Guarda. Fra poco questo bellissimo tramonto finirà. Ma sta' ben attenta, Zisha: osserva il colore del cielo quando non sarà né tramonto, né notte, allora chiamami. Poi dimmi se ti ricorda qualcosa, eh! >>

Zisha appoggiò il nasino contro il vetro e aspettò.

Si era sempre stupita di come il sole fosse veloce a cadere nel mare, non faceva in tempo a chiamare papà per farglielo vedere che lui era già sommerso.

E, allora, Zisha commetteva sempre l'errore di andarsene.

Questa volta invece il disco solare era decisamente pigro.

La piccola Domatrice pensò che lo stesse facendo apposta per fare un dispetto a lei, e cominciò a fargli le pernacchie.

Sua madre era in cucina a preparare la pizza. Le sarebbe piaciuto assistere alla metamorfosi del cielo insieme alla figlia, ma doveva finire di preparare la cena al più presto. Gli ospiti potevano arrivare a momenti!

Zisha era affascinata da quello che stava per accadere, ma era inevitabilmente impaziente.

L'ansia e la voglia di sapere tutto al più presto, tipica dei bambini...

Mise il ditino “ sopra il sole” e cominciò a strusciarlo per spingerlo giù più velocemente.

Ormai si era quasi eclissato sotto l'orizzonte, accerchiato da un'aura arancione e gialla. Le nuvole rosa acceso svolazzavano lì intorno beate, mentre il cielo più lontano si faceva violaceo.

Il sole scomparse.

Il cuore di Zisha cominciò a battere all'impazzata.

<< Mamma, è andato giù! >> annunciò, saltellando.

La donna alzò la testa. Le labbra piene di farina e sulla guancia appiccicata una fetta di pomodoro.

<< Ahah, mamma, ma sei sporca! >> rise la bimba, poi girò fulminea la testa verso la finestra.

Il cielo si stava facendo scuro...

Delle minuscole lucine cominciarono a spuntare nella volta celeste... stelle, pianeti, mondi lontani...

Zisha spinse la testa più avanti, e una ciocca di capelli andò vicino alla finestra.

Non aveva mai visto la metamorfosi del cielo, e quello spettacolo la affascinava tanto.

Abbassò gli occhi per prendere la ciocca e scostarla via, ma quando la vide si accorse che i suoi capelli erano dello stesso colore di quel cielo magico.

Zisha spalancò gli occhioni neri e si mise a giochicchiare coi suoi capelli, premendoli contro il vetro della finestra, incredula.

<< Mamma! Mamma! Sono dello stesso colore del cielo! Vieni a vedere! >> La piccola sorrideva e saltellava, eccitata.

Elena si pulì le mani dalla pasta appiccicosa e si inginocchiò accanto alla figlia.

<< Hai visto, Zisha? I tuoi capelli hanno quel meraviglioso colore del cielo al crepuscolo. >>

Le accarezzò la testa.

La bambina si girò verso di lei con sguardo improvvisamente triste.

<< Perché quando vado a scuola i bambini mi dicono cose brutte? Perché mi dicono che ho i capelli strani? Perché gli altri bambini non hanno i capelli come me, papà e nonno? >>

Elena sospirò e la strinse a sé.

<< Perché tu sei speciale, bambina mia. Perché sei speciale. >>


Uovo.



Zisha ed Elena finirono insieme di preparare la pizza.

La bambina stava ancora pensando a quella frase...

Perché tu sei speciale, bambina mia. Perché sei speciale.”

Diiin Dooon!

La donna si staccò dai pomelli del forno e corse verso il citofono.

<< Penso proprio che siano loro, ma non si sa mai... chi c'è? >>

<< Nessuno! >> Rispose una voce maschile.

Elena ridacchiò.

<< Ok vi apro il cancello... >>

CLACK!


Uovo


Zisha corse incontro alla sua famiglia e agli altri invitati, che stavano salendo le scale per arrivare al piano di sopra.

Di solito mangiavano nel soggiorno di sotto; ma quella sera avrebbero cenato sul tavolo fuori, sul balcone.

Villa Zick dava su una spettacolare vista sul mare, e inoltre era davvero un'ottima casa. Grande, con un bel giardino, e godibile per...nove inquilini.

Le pareti erano allestite da teli esotici e cianfrusaglie etniche di ogni tipo, che i padroni di casa avevano racimolato nei loro viaggi...





<< Ehi Pout Pourri! Piantala di strusciarti contro di me! >>

Zisha cercò di togliersi di dosso il grosso gatto grigio, ma senza successo. Il felino continuava a miagolare e a fare le fusa, lezioso.

<< Ma povero Pupurrì! Lascialo in pace cattiva! >> Lo difese un bambino dai capelli arancio e le lentiggini, agguantando il povero gatto e strapazzandolo di coccole.

<< Che fratello rompiscatole! E mollalo lo stai strozzando! >>


Due uomini dai capelli blu stavano osservando la scena, in disparte. Quello più giovane sembrava un po' preoccupato, mentre l'altro era sereno.

<< Avete fatto due splendidi bambini, sai? >>

Zick abbassò il capo, contrito.

<< Lo so, però... tu dici che cresceranno bene? A volte mi vengono in mente grandi dubbi... sopratutto per Zisha. Per certe cose, è molto matura per avere solo otto anni. E poi è una Domatrice. Dovrà affrontare seri pericoli nella sua vita e a scuola i bambini la prendono in giro per i capelli e perché non è come gli altri... poi Elian... non ha nessun potere, a parte la Vista, e... >>

Fece una pausa e guardò dolcemente il bimbo.

<< È un bambino tanto dolce, ma insicuro. Ha solo quattro anni, ed ha il desiderio di spiccare... molto spesso mi chiede “ Papà papà perché io non sono come te, Zisha e nonno? Ho qualche cosa che non va? Sono malato? “ E non vuole capire che è speciale così com'è e che deve accettarsi e non sentirsi inferiore... spesso Zisha lo prende in giro... e si mortifica. >>

<< Mi dispiace per lui. Vedrai che crescendo capirà... del resto come faremmo noi due senza Greta e Elena, anche se sono

semplici” umane? >>

Zob abbassò o sguardo e si mise a fissare il pavimento con aria assorta.

<< Eh già... del resto, poi, c'è anche tua s... >>

<< AHHHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!! >>

I due uomini schizzarono in avanti col sederino arroventato e si girarono.

Greta e Elena si soffiarono la mano, l'arma del delitto, e fissarono i mariti con malizia.

<< A tavola, cari. >>

Zob e Zick, non ancora ripresi, esclamarono:

<< Ma cavolo! Lo sculaccione potevate evitarlo! Ci ha fatto molto male! >>

<< Ooooohhh.... poverini... non sapevamo che aveste il culetto così delicato... >>

Presero i mariti a braccetto e si avviarono verso la tavola.


La cena andò avanti a risate, spassosissime battute di Barz ( il mostro Aha che aveva deciso di unirsi alla famiglia) e tonnellate di ottima pizza.

Tra gli invitati c'erano i genitori di Elena e Zick, i gemelli, Lorrence e Rebecca e...

<< Fratellone, esigo un dolce. >>

Disse una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi.

<< Calmati, sgorbia. Se li vuoi, alza le chapettes e vatti a preparare le ciambelline. >>

<< Antipatico. >>

Serena Zick era la copia sputata di Greta, fisicamente parlando.

Purtroppo, aveva ereditato il caratteraccio difficile e inaccontentabile di suo nonno, Ezeria. E non aveva poteri Dom.

<< Papà ma non ti sembra un pochino ingrassata la mia sorellona? >> Chiese Violet ridacchiando insieme alla cugina.

Zick e Harvey sbiancarono.

<< Oh sì è vero! >> Annuirono tutti ( inclusa Elena che aveva capito il gioco). Ovviamente Zick e quel pollo di Harvey non capivano che stesse succedendo.

<< L-la mia povera bambina... >> Mugulò Harvey.

<< Io non vedo nessuna differenza! >> Obiettò Zick inquieto, fissando la pancia di Elena.

La guardò negli occhi.

<< Elena... ? >> Lei non disse nulla.

<< E il bambino? >>

<< Quale bambino, Lorrence?! >> Chiese Zick nervoso.

<< Il vostro terzo bambino! Quello di cui Elena è incinta! >>

<< Insomma, a quando i fiocchetti sulla porta? >>

<< Lorrence! >>

<< E dai... lasciala un po' respirare quel bocciolo di rosa che ti ritrovi come mogliettina... farle sfornare figli a tutto spiano, poverina... certo che ti sei dato da fare, eh? >> Continuò il biondo.

<< Ma qui non c'è nessun bambino! >>

<< Se se certo... >>

<< Però ti sei dato da fare anche se non è effettivamente

incinta! >>

<< Fratellone.... maniaco... >> borbottò Serena.

<< Chi hai chiamato maniaco?! >>

<< Mi sa proprio tu! >>

<< Ma che mi dici di te Lorry? Cos'è quel ringonfiamento lì? >>

Indicò la pancia di Rebecca.

Lorrence fece una faccia spensierata.

<< Boh.. sarà grassa, ma che ne so... o lo Spirito Santo... >>

<< COOOOSA???!! >>

<< Niente tesoro >> sorrise.

<< Oh ma che bello! Anche io voglio un bambino! >>

<< Io pure! >>

Trillarono i gemelli Patata.

Harvey si girò di scatto verso Violet.

<< TU NO. >>

<< Ma papà! >> Cercò di protestare la ragazza.

<< Per la tua cicogna è troppo presto piccola mia. >> borbottò Harvey.

Charlie guardò il padre sconvolto, poi si diede una pacca sulla fronte.

<< Oddio papà! Ma pensi che noi crediamo ancora a queste storie? Quelle della cicogna e dei bambini nati sotto i cavoli? >>

<< È sempre meglio che credere a questa follia... >>

Lanciò un'occhiata seccata a Bombolo ( ora faceva quasi ridere chiamarlo così, visto che era diventato un colosso - e anche i suoi peti- ) , che giocava col gatto nell'altra stanza e all'Aha, che si erano fatti visibili.

Per Harvey fu un brutto colpo quando sua figlia e Zick, dopo la luro luna di miele, rivelarono a lui, Julie a ai gemelli l'esistenza dei mostri. Charlie e Violet ne furono entusiasti, mentre

Julie era rimasta profondamente perplessa e colpita, certo, ma a poco a poco si adattò.

Harvey... beh.

Improvvisamente si sentirono strambi rumori di ferraglia inceppata provenienti dal bagno.

<< Scusate >> Elena si alzò << Ma penso che sia la lavatrice... fa le bizze in quest'ultimo periodo... >>

Si diresse verso il bagno.

<< Boh, spero che non sia nulla di grave. >> Borbottò Zick poggiando la forchetta.

SBEEEEEEENG!


Elena si soffiò la mano e vide con piacere che la lavatrice ora non faceva più quei rumoracci.

<< A volte le sberle sono più potenti delle parole! >> Esclamò soddisfatta. Girò lo sguardo e vide una pila gigantesca di vestiti ammucchiati lì in un angolo. Oh, quelli! Elena li doveva mettere in lavatrice già da un po', ma se ne era proprio dimenticata con tutto quello che aveva da fare...

-.-'''' uovo

<< ZIIIICK! >> Chiamò la donna.

<< Vieni ad aiutarmi a mettere i vestiti nella lavatrice! >>

<< Ma... adesso?! >>

<< Sì certo perché? >>

Zick guardò perplesso il suocero e raggiunse la moglie.

Harvey bevve una sorsata d'acqua e si mise in ascolto.

<< SPINGI ZICK! Insomma mica sei una mammoletta vero?! Avanti! Fooooorza!!!!! >>

Harvey sputò tutta l'acqua e si ritrovò col fiatone, il bicchiere vuoto nella mano tremante e davanti a sé una Julie tutta ricoperta dalla bevanda, esterrefatta.

<< Chiedo scusa >>

Appoggiò il bicchiere fulmineo e schizzò verso il bagno.

Zick e Elena stavano spingendo il cumulo di vestiti dentro il macchinario, quando girarono di scatto la testa e lo fissarono, immobili.

Lui fissò loro.

Loro fissarono lui.

Lui fissò loro.

Loro fissarono lui.

Ho fissato un appuntamento alle cinque con Tafano e...

No, questa non c'entrava niente.

Harvey rovinò a terra, dalla bocca un rivolo di bava e gli occhi rovesciati.



Harvey si era rimesso subito, dopo quello shock. Si erano un po' spaventati, ma ora andava tutto bene.

Lorrence prese per le spalle Rebecca e l'aiutò ad alzarsi. Il pancione era prominente e loro figlio, o loro figlia, poteva nascere a momenti. Non avevano voluto fare il controllo per prevedere il sesso del bambino, con grande disappunto dei medici e della famiglia di Rebecca. Volevano la sorpresa. Avevano già comprato dei vestitini e giocattoli sia per femmina che per maschio, erano pronti. Non importava loro se metà dei vestiti non li avrebbero usati: li avrebbero dati in beneficenza.

Ovviamente tutti lo avevano preso come un comportamento sciocco e senza senso, ma loro erano felici così.

Elena sorrise guardandoli, poi si dirisse verso il marito.

<< Zick... ti devo parlare. >>

<< Oh... va bene. >> acconsentì lui, un po' preoccupato dalla serietà improvvisa di Elena.

Lei lo prese per mano e lo trascinò in un angolo, lontano dagli altri.

Harvey lo notò. Oh sì che li notò.

Li seguì di nascosto.

Anche gli altri invitati notarono il comportamento di Zick ed Elena e seguirono il signor Patata. Sapevano che stavano facendo qualcosa di sbagliato e stupido, ma la curiosità era al massimo...

Del resto, non volevano perdersi la scena di Elena che rivelava a Zick di essere per la terza volta incinta!


<< Zick... io... >>

<< Perché la fai così lunga? Avanti dimmi! >> Disse Zick, allarmato.

<< Tesoro... che succede? È che ti vedo così seria... >>

Lei lo fissò intensamente negli occhi.

<< No niente è che io... io...

Stamattina stavo passeggiando nel parco quando ho visto in lontananza un branco di Lurridi e Bonz Mangiatutto... Per ora sono nella parte più “selvaggia” del parco, dove confina col bosco, però poi si spargeranno un po' ovunque e... >>

<< Bisogna fermarli. >>

Zick aveva troppo a cuore quel parco, era un luogo senza tempo e che andava protetto da ogni male. Il posto dove Zick ed Elena si erano scambiati quel bacio innocente, da bambini... quello che diede inizio a tutto.

Elena sorrise compiaciuta.

<< Va bene capo! >> Mise la mano a pugno e gli diede una bottarella sulla spalla.

<< Allora nei prossimi giorni sbrigheremo la faccenda... >>

Sentirono dei tonfi sordi dietro di sé.

Si girarono e videro gli invitati stramazzati a terra.

<< Che succede?! >>

<< C-credevamo che tu d-dicessi a Zick che asp-aspettavi un b-bambino... >>

Mormorò Lorrence.

<< Ancora con 'sta storia! E mo' basta veramente però! >>

Sbottò Zick stufo.

<< Meglio così! >>

Harvey si rizzò in piedi, saltellando.

<< Già! E poi io non voglio avere altri fratelli rompiscatole! >>

Commentò Zisha mentre cercava di strozzare il fratello.

<< Tu sei rompiscattole! >> Ribatté il piccolo prendendola a botte col suo pupazzo.

<< Bravi nipotini vi adoro. >> Harvey li strinse forte forte.

<< N-nonno ci stai soffocando... >>

<< Oh scusa! >> Li lasciò andare, mentre i poveri bambini cercavano di riprendere fiato.

<< Quindi niente bambino? >>

<< Niente bambino, Charlie. >> Rispose Elena paziente.

<< Ooooh... uff... siete i soliti guastafeste... >>

<< Beh però il nostro bimbo potrebbe nascere tra poco... meglio che niente, no? >> Annunciò Rebecca sorridendo. Lorrence andò dietro di lei e la prese per le spalle, delicato.

<< Bene! Qui ci vuole un bello spumantino per festeggiare questa serata! Vado a prendere i bicchieri. >>

Esclamò Harvey, diregendosi verso la cucina.

Si chinò verso degli scaffali e cominciò a rovistarci dentro.

<< Vah, proviamo con questo qui in basso... saranno qui i bicchieri di cristallo spero! >>

Elena era sovrappensiero e stava osservando con tranquillità il padre.

Appena lui aprì la porta dello scaffale Elena vide gli occhi di Harvey dilatarsi fino al raggiungere il diametro di un pallone da calcio.

E allora si rese conto.

Ma era troppo tardi.

La donna si precipitò in cucina, fulminea. Sul suo viso un'espressione di terrore.

<< Papà! Nooooooo! Quello in basso nooo! >>

Harvey si girò di scatto verso di lei.

In mano teneva in completino intimo abbastanza equivoco.

<< E...e questo? Cos'è che significa? E che ci fa qui in cucina? >>

Chiese Harvey con la voce a scatti per il trauma.

Elena sudò freddo.

<< No... quello? Non l'ho mai visto! Non è niente... >>

Balbettò.

<< Allora non è tuo! >>

Gli occhi dell'uomo si erano fatti lampeggianti e sotto di essi si stagliavano profonde rughe.

Intanto la voce alta di Harvey aveva richiamato ospiti...

Zick accorse in cucina, esasperato.

<< Ehm Harvey di che parli? >>

<< Di questo coso! >> sventolò il completino.

<< Cosa? Io non vedo niente! >> cercò di bluffare Zick.

<< Già nemmeno io papà! >> Disse Elena annuendo a scatti e guardandosi intorno.

<< Ma cosa...?! >>

All'improvviso entrò Julie in cucina.

<< HARVEY? Cos'è quell'affare che hai in mano???!!! >>

<< Niente cara niente! >> Sorrise ebete e si nascose il vestitino dietro la schiena.

<< Eh no fai vedere! >>

I due si accapigliarono, mentre Zick ed Elena intanto strisciarono in silenzio verso la porta della cucina... ma vi trovarono davanti Lorrence a sbarrare la strada.

<< Anvedi che reprimi i tuoi istinti con quel vestitino, Zick! >>

Si mise a ridere di gusto.

<< Figlio mio, che canaglia! >> Entrò Zob scutendo la testa.

<< Papà! >>

<< Ma Ziiiiiick! >> Greta era scioccata.

<< Papà, posa quel coltello, ho una famiglia! >> Scherzò Elena.

<< Ora ne ho proprio abbastanza! >>

Zick spintonò gli ospiti e uscì dalla cucina, facendo rimanere tutti immobili e in silenzio.


<< Mamma mamma papà si vuole buttare dal balcone!! >>

Urlò Zisha dall'altra stanza.

<< Cooosa? >>

Tutti accorsero sul balcone, spaventati.

<< Questo mi fa venire in mente una barzelletta spassosissima che fa faceva: “ Il bambino urla alla mamma: << Papà si sta per buttare dal balcone! >> “ E la mam... >>

<< Non ora Barz! >> Ribatté Elena in preda al panico.

<< E la mamma gli rispondeva: “Che imbecille, gli ho detto che gli ho fatto le corna mica le ali! “ Ahhahhahah! >>

Il Domatore era in piedi sulla ringhiera , in perfetto equilibrio.

<< Zick ma che ti prende?! >> urlò Elena, seguita dagli altri.

<< Sono stufo! Ne ho abbastanza. Questa sera tutti mi dicono cose strane alle spalle e a me non va! >>

<< Ma scendi, cretino! Si scherza! Avanti scendi per

favore! >>

Elena era tesa e si stava preoccupando veramente per il marito.

Tutti lo invitavano a scendere... tranne Zisha.

E Barz ovviamente, che stava prendendo come al solito tutto come un gioco.

La piccola stava fissando il padre. Non sapeva a che pensare. Papà non gli sembrava una persona così priva di buonsenso... quel comportamento era anormale. C'era qualcosa di strano.

Gli occhi di Zisha si fecero rossi e i suoi sensi si propagarono fino a sentire tutto.

Il papà se ne accorse. Certo che se ne accorse.

Sorrise alla figlia e le fece l'occhiolino. Gli altri erano troppo occupati a disperarsi per notarlo.

Pure Zob aveva capito tutto.

Lei si rasserenò e se ne stette buona buona a ridere del panico inutile degli altri. Elian piangeva e si rotolava per terra... povero ciccio.

<< Ora mi butto! Addio! >>

Fece un passo indietro e cadde nel vuoto.

Tutti accorsero sulla ringhiera e guardarono giù...

Quando una bolla celeste rimbalzò in aria, contenente uno Zick che se la stava ridendo.

Gli invitati si misero a strepitargli contro epiteti delle più svariate specie... mentre Zick, Zisha e suo nonno si divertivano come matti.

Il Domatore atterrò sul balcone e il suo scudo si dissolse.

Camminò sereno verso la moglie, che stava letteralmente per esplodere.

Le porse un piccolo fiore di camomilla che aveva colto nella sua breve “sosta” in giardino.

La Rifugiatrice era riluttante e arrabbiata con lui.

Com'era stata sciocca! Certo che non si sarebbe suicidato in quel modo così stupido! Come aveva potuto pensarlo?

Indietreggiò.

<< Dai, vieni Elena. >> Sorrise.

<< Non mi fare più questi scherzi stupidi! >>

Il Domatore si mise a ridere.

<< Ma ti pare che sono così scemo? Calmati, prendi una camomilla. >>

Le porse il fiore.

Elena allungò la mano, tremante di rabbia. Colse il fiore.

Zick la prese per il braccio e la attirò a sé, chiudendola nella sua bolla d'energia.

<< Zick? Zick? Lasciami! >> Cominciò a strillare, ma lui la teneva stretta.

Zick corse verso la ringhiera e saltò.

<< No, no no no no! NooooOOOO!!!! >>

Zick ed Elena rimbalzarono su e giù per il giardino, ridendo come matti, incuranti del fatto che potessero essere visti.

<< Si fa anche noi? >>

Greta ridacchiò nervosa.

<< No... Zob NO! LASCIAMI! >>

<< E dai, non siamo così vecchi e rimbambiti per queste cose. >>

Le sussurrò lui all'orecchio.

Anche loro si ritrovarono a fare boing boing per il giardino, anche scontrandosi più volte con Zick e Elena.

Lorrence accarezzò la sua fidanzata.

<< Che c'è...? >> si girò lei.

In men che non si dica si ritrovarono tutti e due a svolazzare felici per la casa. Eh sì... la magia di Lorrence è molto potente.

Harvey stava rosicando come non mai.

<< Ah... tu neanche mi prendi un fiore dal giardino e guarda loro! >>

Disse Julie, facendo ancor di più borbottare il marito.

<< Si può dire che questa sera sia un vero e proprio... giramento di palle! Ahhaahah! >> Disse Barz, facendo ridere tutti gli altri ospiti, tranne Harvey.





Dopo quel divertente giochino con le sfere d'energia, i nostri eroi si erano messi a riposare in soggiorno, sorseggiando gustose tazze di caffè.

Lorrence abbassò il capo e inizò a sghignazzare rumorosamente.

<< Lorry... che hai? >> gli chiese allarmato Zick posando la tazzina.

L'amico biondo gli mandò un'occhiata maliziosa:

<< No, sai... niente...è che io non ti ho mai sentito quelle due paroline ad Elena! >>

Il cuore di Zick batté a mille, mentre una goccia di sudore cominciò a scivolargli viscida dalla tempia.

<< Ah, nemmeno io se per questo. >> ammise Zob con un ghigno.

<< Papà! >>

Winryed trotterellò attorno all'amico, cantilenando:

<< Oh... ma loro due lo fanno in intimità... Però noi vogliamo sentirlo adesso! Avanti di' le tue parole, Ezechiele! >>

<< Hai sentito? L'hai voluta la mia povera figlioletta? Allora glielo dici subito! >>

L'occhiata che gli lanciò Harvey a Zick non piacque proprio per niente.

Elena camminò verso il marito.

<< Avanti... non me lo dici? >> sorrise maliarda.

Zick si tirò il colletto della camicia...

<< Te-tesoro ma che stai dicendo? >>

<< Insomma è tua moglie, mica ti fa schifo! Spero! O sarai passato all'altra sponda? >> Ipotizzò suo padre grattandosi la testa con fare perplesso.

Zick guardò Zob come se fosse un alieno a tre teste.

<< Ma papà! O_O >>

<< Ma allora dillo, no? >> Lo incitò il Gorka Bianco.

<< C-che cosa...? >>

Tutti gli mandarono un'occhiata eloquente.

<< M-ma è una cosa mia e di Elena! Un po' di intimità perfavore! >>

Lorrence e Zob si guardarono tre secondi con occhi sbarrati.

Poi si girarono verso Zick con uno scatto, sempre con gli occhi sgranati.

<< Ok, è dell'altra sponda. >>

Zick cadde a terra a peso morto, ma rialzò magicamente un secondo dopo.

<< Ma cos'avete tutti con me stasera?! >>

Elena fece una smorfia.

<< Lasciamo perdere, tanto non me lo vuol dire. >>
Prima che Zick potesse dire qualcosa, Greta scosse la testa.

<< Ma come ti ho allevato male! Credevo di averti dato un'educazione! >>

Julie borbottò: << Non saprai dire «ti amo» ma a figli ci dai dentro, vero? >>

<< Eh! Non si fa così fratellone! Birichiiino! >> lo schernì Serena.

<< E VA BENE! >>

Zick si lanciò verso Elena e le prese le mani.

Lei gli sorrise radiosa e Zick fu quasi abbagliato da tanta bellezza.

<< Elena... io... >>

<< Je t'aime... je t'aime... oh, oui je t'aime...Moi non plus... Oh mon amour! Comme la vague irresolé... >>

Puf e Pof, i due Bolli di Zisha, comparvero dal nulla ed iniziarono a cantare...

Onestamente quella canzone cantata dai Bolli, con le loro vocette stridule, perdeva tutto la sua... diciamo atmosfera.

La ridicolezza era al massimo e tutti si misero a ridere a crepapelle.

Tutti, tranne Zick.

<< E dai... ahahah! Zick ma ahahahah! La dovresti conoscere bene questa canzone, no? Ahhahh! >>

Riuscì a balbettare Lorrence, tra una risata e l'altra.

Zick lo fissò con sguardo truce.

Vide uno schiacciamosche appoggiato sul davanzale.

Lo strinse fra le dita.

Lo levò verso il soffitto.

Lo calò.

La cresta gellata di Lorrence attutì il colpo.

Lo schiacciamosche rimbalzò all'indietro e si stampò sulla faccia di uno Zick esaurito.

<< Ahahha! Scusami Zick! I miei capelli sono... magici! >>

Si scusò il biondo con un sorriso divertito.

Lo schiacciamosche cadde a terra.

La faccia di Zick ridotta ad una scacchiera.

<< Uhm... bocca di Elena in C-17! >> azzardò Charlie con una faccia da schiaffi.

La sorella gli rivolse un'espressione serena.

<< Non stavolta. >>

<< Oh... mancato. >> mormorò deluso.

<< E dai, voglio vedere come se la cava mio figlio con le donne. Ho sempre sospettato che fosse un po' debole. Però è strano... ma da che cosa sono usciti quei due bambini? >>

<< Ma papà! >>

Immerso nelle risate generali, Zick si girò verso la moglie.

Zick era sempre stato timido... e lo è anche adesso... nessuna carezza, nessun abbraccio, nessun bacio e nessun «ti amo» senza essere preceduti da un attimo di indugio... quel lampo di timidezza che Elena riusciva sempre a vedere nei suoi occhi color mogano...

Quel timido bagliore di cui Elena si era innamorata. Zick

aveva sempre paura di essere inopportuno e violento.. ed era

perfetto così com'era. Riusciva ad amare senza soffire o far

soffrire...

<< Elena. >>

La prese per le mani.

<< Sì, Zick? >> chiese lei sorridente.

Si avvicinarono fino a sfiorarsi il naso.

<< Io ti amo, Elena. >>

<< Anche i.... >>

<< Ehy! Ma le paroline non dovevano essere due? Voi ne avete dette quattro! >>

Zick e Elena mandarono a Lorrence un'occhiata così torva che riuscì a zittirlo.

<< Oh ma che carini! >>

<< Ohhh... ora mi commuovo! >>

Non mancarono lacrime o fazzoletti...

Zick notò che gli occhi di Harvey si erano fatti lucidi.

Ma capì che non lo voleva dare a vedere, perché se poi si era girato di schiena ed era andato via.







Elena e Rebecca erano in cucina a preparare le ciambelle per gli altri, quando Zick passò davanti alla porta.

Voleva dare una mano, ma vide che le due donne stavano parlando...

Siccome quella sera tutti ( chissà perché) parlavano male di lui, Zick decise di fare una cosa molto disonesta.

Si accucciò dietro la pianta di ficus, davanti alla porta, e rizzò le orecchie.

L'ultima volta che l'aveva fatto era stato molto tempo fa.

Il padre non gli voleva dire nulla sulla sua nuova, ennesima missione e lo aveva lasciato inerme su due piedi... e curioso come non mai.

Zob aveva preso Greta per le spalle e l'aveva condotta nella serra, il solito luogo delle chiacchere.

Zick li inseguì furtivo e si nascose, anche allora, dietro una pianta.

<< ... Cosa? Non è ancora cresciuto da allora? Incredibile... >>

<< Lo so Rebecca... è assurdo... nemmeno di un millimetro! Ho provato a farglielo capire, ma niente! >>

Nella mente di Zick cominciarono a formularsi spiacevoli pensieri.

Si sentì il rumore di sedia spinta e probabilmente una delle due si era seduta.

<< Cavolo... pensavo che certe cose le capisse. E poi certamente non dev'essere un bello spettacolo... piccolo, rinsecchito e tutto storto! >>

<< Oh sì, è proprio così! Di notte, quando mi capita di guardarlo, non so se mi fa ribrezzo o pena... è davvero inquietante! Voglio che si allunghi, che diventi grande e maestoso! È troppo debole e gracile... così non serve a niente! >>

L'uomo spalancò gli occhi, scioccato.

<< E lui continua a dire: « Vedrai che crescerà! È solo questione di tempo « Ma niente! >>

<< Eh... brutta storia...>> assentì Rebecca.

<< Gli dovrò dire di tagliarlo. Non lo sopporto più. Spero che il prossimo cresca ben bene... >>

« Cosa?!» si chiese Zick, grattandosi la testa.

Sentì dei piccoli passi dietro di sé e si girò.

Un bambino piccolo e dai capelli color carota lo fissava incuriosito.

<< Papà che fai? >> domandò con la sua voce squillante.

Zick si sentì nei guai fino al collo.

<< Ehm piccolo ora non è il momento abbassa la voce papà è impegnato... >>

Gli disse frettoloso spingendolo indietro.

<< Pecché? Che fai papà? >>

Il piccolo alzò lo sguardo sopra Zick con innocenza.

Il Domatore si sentì morire,sentendo dietro di lui dei respiri affannosi di rabbia.

<< Ciao mammina. >>

Elena e Rebecca erano alle spalle di Zick, furiose.

La prima brandiva un minaccioso mestolo, che sbatteva piano sul palmo della mano. La faccia un'ombra adirata.

<< C-ciao tesoro... come butta? >>

SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGGGGGGG!!!!!!

L'uomo si accasciò a terra, inerte, gli occhi come spirali.

Come nei cartoni animati xD

La donna ghignò soddisfatta.

Si accucciò fino a sfiorarlo con le labbra.

<< La prossima volta non origlierai più. >>

Si alzò e guardò il figlioletto, che la osservava stupito.

<< È l'amore Elian. È così che vanno le cose. >>

Lo grattò sulla testa, mentre Rebecca rideva.

<< Wow. >> commentò il piccolo abbastanza confuso.

Zick rinvenne e si alzò in piedi, dolorante.

La moglie si girò verso di lui.

<< Zick, da quando hai l'Everest sulla testolina? >> commentò Elena sarcastica alludendo al bernoccolo epico che si ergeva sul suo cranio.

<< Forse è un enorme brufolo... >> Azzardò Rebecca.

<< No è un conno! Un conno gigante vero papà? >>

<< Un... un conno? >>

<< Un corno. >> precisò Elena con veemenza, scuotendo il mestolo.

<< Come quello che i mariti fanno alle mogli quando non si comportano bene. Gli uomini, intendo. >>

<< Ehi ma mica siamo solo noi! Comunque sei fortunata che non sono due, accontentati! >> Sbraitò lui.

Fu subito zittito da un'altra epica mestolata della moglie.

<< Contento? >> chiese Elena pacata.

<< B- basta... e per la cronaca... >> Zick si fermò per prendere fiato << Io non mi taglierò un bel niente! Sia chiaro! >>

La Rifugiatrice e Rebecca gli lanciarono un'occhiata stranita.

<< Eh? Ma di che parli? >> gli chiese la moglie, allucinata.

<< Lo sai benissimo! Non fare la santarellina con me! Sono un Domatore e posso percepire tutto! Non posso tagliarlo è una parte di me! Ma come puoi pensare cose del genere?>>

Le due donne si guardarono per tre millisecondi.

Poi scoppiarono a ridere, rotolandosi per terra.

Cosa che a Zick non piacque per niente.

Elian non ci stava capendo più nulla ed era sgattaiolato via già da tempo.

<< Ma di che cosa volevi che si parlasse? Ahhahah! >> Gli chiese la moglie sull'orlo del pianto.

<< Mah, veramente... >> Mormorò Zick arrossendo.

<< Di quell'orrendo albero che avevi preso quando siamo venuti ad abitare qui! Non è cresciuto di niente da allora! >>

Zick si sentì uno stupido.

<< Ma quello me l'ha consigliato mia madre! >> Mugolò.

<< E allora? Non si allunga di niente! >> sbuffò lei.

<< Toh, tieni. Per punizione andrai a finire le nostre ciambelline. Percepisci questo. >>

Gli porse il mestolo.

<< E anche tu! >> esclamò Rebecca.

Per le dita teneva l'orecchio di Lorrence Anche lui si era appostato lì vicino per sentire cosa stava succedendo...

Quest'ultimo riservò un sorriso benevolo a Zick.

<< Questi uomini, sempre a origliare. >> Commentò Elena sprezzante.

<< Già, io non lo farei mai. >> Aggiunse l'amica bionda.

Elena prese anch'essa il marito per l'orecchio, quindi le due donne si avviarono in cucina.


<< Abbiamo veramente dei mostri per mariti. >>

<< Eh sì... eheheh! >>

<< Ma io solo a metà! >> esclamò Zick.

Elena strinse di più le dita sull'orecchio del suo Domatore.

<< Zitto. >>

Li lasciarono e dissero loro:

<< Avanti, sgobbate! >>

Le due donne uscirono dalla cucina ridendo come matte.

Appena furono distanti dalla porta Rebecca la prese e sussurrò a Elena:

<< Oh... pss... sentiamo cosa dicono mentre noi non ci siamo?

Eeeeeh?? >>

<< Sì dai! >>

Le due amiche ridacchiarono e schizzarono dietro a quel povero Ficus.

Sono proprio donne -.-''' Uovo


<< Allora... dimmi come sono quelle di Elena? >>

<< Minuscole e flosce... nemmeno belle lucenti... >>

Elena era scioccata.

<< Ah, capisco. Neanche quelle di mia moglie sono meglio

eh. Sono piene di strambe rughe e poi ti si sfaldano in mano.. >>

Anche Rebecca era scioccata.

<< Uff... non capiscono che a noi piacciono belle grandi e cicciose! >>

<< Già! E poi di solito sono anche le più gustose! >>

Ok. Era troppo.

<< Zick... a te piacciono enormi? Ma proprio gigantesche...? >>

<< Certo, ovvio! E belle morbide... >>

Fece una pausa, mentre le due spie stavano impazzendo.

<< Ma non dirlo ad Elena per favore... si arrabbia e poi sai com'è... >>

<< Sì sì certo... capisco. >>

Non fece in tempo a dire « lamagongo « ( ???) che Elena e Rebecca avevano fatto irruzione in cucina, i capelli che vorticavano in aria e gli occhi che fumavano.

<< ZICK! VIENI QUI! ORA TE LO TAGLIO VERAMENTE, E NON PARLO DELL'ALBERO! >>

Il Domatore e l'amico ( ma sopratutto Zick, chissà perché) fecero un salto all'indietro di almeno tre metri e si ritrovarono sdraiati per terra, terrorizzati.

<< M-ma... che vi prende? >> Balbettò atterrito Zick.

Il mattarello che gli lanciò Elena bastò come risposta.

<< Piccole? Con tante rughe? E che ti si sfaldano in mano???! >>

Non che la donna bionda fosse tanto più tranquilla.

Lorrence non capiva lo strano comportamento di sua moglie, quindi si alzò e le mise una mano sulla spalla ( lei era riluttante).

<< Signore! >> annunciò.

<< Ma è ovvio che c'è stato un malinteso! Zick ed io stavamo solo parlando delle vostre orripilanti ciambelline! >>

Indicò il tavolo su cui riposavano degli ammassi di pasta cruda.

<< Non delle vostre generose prosperità! >>

Zick annuì convinto.
Elena fece una faccia scettica, e posò famigerato mattarello.

<< Per stasera vi voglio credere. >>

Lanciò un'occhiata torva a Zick.

<< Ma se sento un'altra volta delle cose del genere, io... >>

<< Ahhhh!! >>

Improvvisamente Rebecca si piegò in due.

Si resse la pancia e cominciò a mugolare.

<< Che succede? >> Accorse Lorrence.

<< P-penso che sia il momento... >> rispose la donna a denti stretti.

<< Oh Santo Piripillo! >> esclamò biondo mettendosi le mani nei capelli!

<< PRESTO! Bisogna andare all'ospedale! >>

Tutti erano allarmati, ma allo stesso divertiti dalla strambezza di Lorrence nell'affrontare le cose... che rendeva tutto assurdo, quasi allegorico.

<< REBECCA È IN TRAVAGLIO! >>

Urlò Lorrence tutto avvampato.

<< Noi andiamo con voi! >>

Dissero tutti all'unisono.

<< Zisha, Elian. Voi rimanete qui con Barz. >>

<< Ma mamma! >>

<< Non si discute! >>

Elena si girò verso l'Aha, seria.

<< E niente battute sconce coi bambini eh? >>

Barz emise un risolino.

<< Cetto badrona! >> Si mise sull'attenti sfoderando una faccia da schiaffi.

<< Oh, cara, certo che però il bambino non potevi fartelo venire un po' più tardi...? >>

<< MA TI PARE CHE POSSO FERMARLO IO? >>

<< Ma... le ciambelline... >>

<< Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?! >>

SBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGG!





Le ore passavano...

Rebecca e Lorrence erano ancora dentro, mentre gli amici aspettavano in Sala d'Attesa.

L'ansia era alle stelle e tutti aspettavano con grande momento la nascita del figlio dei due biondi...

<< Spero che vada tutto bene... >> Mormorò Elena.

<< Eddai, in questi tempi, cosa può andare storto? >>

Dalle occhiate serie degli altri Zick si rese conto di aver detto una cacchiata e se ne rimase zitto.

<< Eddai, fratellone... >> disse Serena con un ghigno.

<< ...Che tra poco ci riandrai presto in ospedale! >>

Zick guardò la sorella, stranito.

<< Eh? Ma che dici? >>

Gli altri annuirono, ridacchiando.

<< Ma... mi augurate di andare in ospedale?! Bella famiglia che siete! Grazie! >> Ribatté indignato.

<< No, non hai capito. >>

Zob indicò Elena.

<< EH? In che senso? >> Zick era allarmato. Pure Harvey era molto inquieto.

<< Non è evidente? >> Risposero tutti gli altri.

<< Se questa la chiamate evidenza... >> Borbottò, girandosi dall'altra parte.

Però una rotella scattò nel cervello di Zick e Harvey e allora si resero conto di ciò che intendevano.

<< COOOOOSA??? >> Esclamarono, poi si accasciarono al suolo, inermi.

Una giovane infermiera che era passata di lì vide la scena...

<< Oh! >> esclamò. << Sono svenuti! >>

<< Non si preoccupi. >> la rassicurò Elena perfettamente tranquilla.

<< Tra un secondo saranno in piedi. Visto? >>

Zick e Harvey si erano alzati e bofonchiavano parole senza senso.

L'infermiera, un po' stranita, se ne andò via.

<< Avere figli non sarebbe male... posso paparino? >>

Serena si girò verso Zob, sbattendo le ciglia.

<< C-cosa? Non pensi che sia troppo presto? No. No no. >>

Bofonchiò quest'ultimo.

<< E dai, lasciala in pace... sta scherzando... >> Disse Greta tranquilla.

<< E invece no, mammina! Perché siete di nuovo nonni! >>

Sorrise e si tamburellò la pancia con fare innocente.

La bocca di Zob e Greta toccò il pavimento.

<< C-cosa? Cosa dici tes-soro? >>

<< Sono incinta! >>

Caddero a terra.

<< Eccoli, ci risiamo! >> Commentò Serena.

<< Ma sorellina! Non me l'avevi detto! >> Esclamò Zick indignato.

<< Shh... aspetta... >>

Si avvicinò ai genitori stramazzati a terra.

<< Scherzavo. Vi ho beffati. >>

Genitori e figlia continuarono a beccarsi per dei buoni minuti, quando...

<< Zitti! >> Disse Zick aguzzando le orecchie.

<< Sento qualcosa come... >>

Si udì un palese piagnisteo di neonato, nell'altra stanza.

<< È nato! È nato! >> cominciarono a saltellare tutti come dei dementi.

Visto che non c'erano finestre, i nostri eroi si appiccicarono alla parete e cercarono di sentire qualcos'altro...



<< Ecco. >>

L'infermiera porse la bambina a Rebecca.

Aveva un colore delicato e roseo, e sulla testa già spuntavano piccoli capelli dorati.

La testa era perfettamente tonda ed era piene di morbide pieghette...

Lorrence non credeva ai suoi occhi. Strinse forte la mano della moglie e allungò le dita verso la figlia.

<< È veramente nostra figlia? >> Balbettò, commosso.

<< Sì, Lorrence. >> Sorrise Rebecca.

<< Non avrei mai pensato di finire così. Con te... e con lei. >>

Guardò amorevolmente la piccola.

<< Ora la mia vita ha un senso. >>

Rebecca chiuse gli occhi e si appoggiò al cuscino, esausta.

<< Come la chiamiamo? >>

<< Io pensavo... >> Rebecca schiuse le palpebre.

<< Winryed. >>

Lorrence si mise a ridere di gusto.

<< Ma no! Winryed no! Per la mia specie è un nome maschile! >

<< Shh, abbassa la voce, tonto... >>

I medici li avevano lasciati un po' soli, ma già stavano fissando Lorrence come se fosse un alieno.

Certamente « per la mia specie» detto da un uomo non si sente tutti i giorni.

<< Ma cosa vuoi che ne sappiano i comuni mortali che per voi è un nome maschile? A me piace. >>

<< Ma mi farà uno strano effetto chiamarla così... è come se tu chiamassi tua figlia Ignazio, Agenore, Melchiorre... non è che sia proprio il massimo, no? >>

Rebecca gli spedì un'occhiata eloquente.

<< Ok hai vinto, mia cara... Winryed sarà il nome. Però voglio che mi ricordi... della mia prima vita. Pansidrièl. Questo sarà il suo secondo nome. >>

<< Come il nome di tua madre. >>

<< Esatto. >>

<< Come ha detto che si chiama la bambina, scusi? >> Si avvicinò un medico, tossicchiando per finta.

<< Winryed Pansidrièl Zofirus. Perché? >>

Il medico rimase un po' scioccato.

<< No, niente. Tanti auguri. >>


Tutti gli amici erano andati a vedere la bambina e ne erano rimasti estasiati... era davvero bella.

Risero insieme, vicino al lettino di Rebecca e non sapete che risate quando Lorrence mimò loro la faccia del medico quando seppe del nome della piccola.


Le luci dell'alba cominciavano a rischiarare il cielo notturno ed era ora di andare a dormire.

Lorrence e Rebecca rimasero lì, insieme a Winryed...

Si salutarono tutti e ognuno andò a casa.

Zick spettava Elena per il corridoio dell'ospedale, aspettando Elena che stava ancora salutando Rebecca.

Sentì dei passi dietro di sé e si girò.

<< Buona dormita figliolo. >>

<< Grazie, papà. Buonanotte anche a te. >> Gli fece un cenno di saluto con la mano e si girò, continuando a girare in tondo.

Sentì in lontananza Zob che sghignazzava...

<< Ah! Buona dormita! Tsk! Ma che glielo dico a fare! Ahah! >>

<< COOOOOOOOOSA???????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >>

<< Sì! Sogni d'oro Zick! >> esclamarono gli altri amici e parenti, sghignazzando.

<< Ma andate a quel paese >> Borbottò.







Poco dopo, Zick si ritrovò a correre a perdifiato per le strade di BigBurg, inseguito dagli amici e parenti, inferociti.

<< Il peso della famiglia! Ah! >>

Si diresse verso angoli più bui, per dar perdere le tracce ai «segugi «

Dopotutto, Zick si stava divertendo come non mai.









Epilogo.


Dopo la morte di Kremshin, il mondo è rimasto sconvolto e pieno di dubbi.

Queso susseguirsi di stranissimi fenomeni di massa, mai accaduti prima, è stata soprannominato « Fenomeno Maronno» per la Piazza in cui si è scatenato l'evento, intitolata al grande e noto santo Padre Maronno.

Chi ha fatto quella strage? Perché? Ma sopratutto, come?

Questo sarà uno dei tanti misteri dell'umanità, secondo solo allo Yeti e al Mostro di Lockness.

Anche la scappatella notturna della Pianta Digerente non verrà mai dimenticata.

Tutto è ritornato alla «normalità» e i nostri eroi finalmente sono tranquilli a godersi la propria vita.

Lorrence è felice come non mai ed è finalmente libero, però c'è un problema.

È rimasto solo, senza nessuno che lo badasse e gli procurasse soldi e con un' intera cattedrale tutta sua!

Ha rivelato l'esistenza del Labirinto ed ora è attrazione di studiosi e turisti.

Niente paura: Lorrence ha scaraventato via le insidie e i mostri al suo interno attraverso la sua magia.

Ha «aggiustato» Il Girti ed ora è il suo animaletto domestico.

Il Pacius è rimasto con Trengingigan, il suo fiero destriero.

L'insettone mostruoso poteva essere mooolto interessante per gli studi di Zob, quindi prese diversi campioni ( pezzettini di scorza, d'ala, e qualche peletto del fondoschiena) e divenne ancora una volta famoso tra gli scienziati ( che mai seppero dove aveva trovato quei campioni e a che animale appartenessero, tanto Zob rimaneva zitto).

Il ragazzino, o per meglio dire il Gorka Bianco, il giorno dopo la grande sconfitta di Kremshin ha salutato tutti.

Sì, perché poi se n'è andato.

Con la promessa che un giorno sarebbe ritornato.

Lorrence in quei lunghi anni di errabondaggio ha visto maestosi boschi, antiche tribù di mostri barbuti e sortilegi sconosciuti: ha accresciuto il suo potere magico, e con quello è cresciuto anche lui ed è diventato un uomo.

E che uomo * sbav *

Dopo otto lunghi anni d'assenza, Lorrence ritornò come da lui promesso.

Bussò alla porta della casa di Rebecca, che si era fatta grande anche lei.

Quando lei aprì e se lo ritrovò davanti no riusciva a credere ai suoi occhi.

Aveva voglia di pigliarlo a pugni per la sua assenza, ma era felice e commossa.

Si mise a piangere e gli ordinò subito di raccontarle tutto.

Quel poi « Ma sono appena tornato! E più fico che mai, per giunta! » di Lorrence la fece ridere come non mai.

E così Rebecca scoprì tutto di Lorrence. Il suo passato, la sua natura i suoi poteri. Non aveva mai dimenticato quello strambo ragazzo così gentile e carino. Sapeva che era speciale, in qualche modo.

Dopo che lui ebbe finito di raccontare, lei si ricordò di una cosa.

Aprì il cassetto e ne tirò fuori un vecchio braccialetto con le borchie.

« Questo dev'essere tuo. « Gli disse, col sorriso.

« È tuo, adesso. Lo è sempre stato. «

La prese per le mani e poi glielo mise al braccio.

La famiglia di Rebecca era altezzosa e molto rigida. Non avevano mai accettato Lorrence. E fu per questo motivo che un giorno scapparono insieme, lasciando un biglietto sullo zerbino di casa Anderson.

« Sono scappata con un Gorka Bianco. È un mostro, ma tranquilli non morde.

Vi adoro ciaooo!

Rebecca.

P.S. « Vi adoro» era ironico. «


Zick ed Elena, intanto, continuavano la loro storia, accrescendo sempre di più il sentimento che li univa.

Ora hanno trentacinque anni, una splendida Domatrice di otto anni e un piccolo Rifugiatore di quattro. Nella vita reale lui fa lo psicologo, e un po' anche lo studioso del paranormale. Dopo tutto, anche lui fa parte di quel mondo... Elena invece è diventata una bravissima veterinaria.

Lorrence è diventato il medico ufficiale dei Domatori di Oldmill e li aiuta nelle loro peripezie... poi gestisce un negozio di scherzi... magici!

Ora conducono una vita desiderabile: viaggiano per il mondo e divertono insieme ( qualche volta rischiano la pellaccia ma questa è un'altra storia ).








Elena era sul balcone. La luce della luna rischiarava la sua pelle, argentea, e una brezza leggera le faceva ondeggiare i capelli.

Sul viso un'espressione piena di pensieri.

Zick si avvicinò a lei e la prese per le braccia.

<< Che hai? >>

Lei strinse un po' le spalle.

<< Non lo so... sto pensando... >>

<< A cosa? >>

<< A tutto. >>

<< Ti va di pensare insieme? >> Le sussurrò all'orecchio.

Elena sorrise.

Per quelle ore che seguirono, Zick ed Elena si raccontarono un sacco di cose, fecero il riassunto di una vita.

Senza mai aprire bocca.

Il potere telepatico di Zick era utilissimo per quei casi quando non sai cosa dire, ma invece avresti tanto da raccontare.

Se ne stetterò lì seduti, l'uno di fronte all'altra, a guardarsi con affetto e curiosità.

<< Grazie per la «chiaccherata», Zick. >> Mormorò Elena.

<< Di niente. >>

Si guardarono negli occhi per un paio di secondi.

I capelli blu di Zick si fondevano col cielo e i suoi occhi scuri parevano due piccoli, profondissimi universi.

Elena lo abbracciò forte, poi lo guardò ancora.

Si toccò il ciondolo ambrato che le pendeva dal collo... quello che le aveva regalato Zick per Natale, tanto tempo fa.

Si sentiva felice, stanca, ammaliata, preoccupata, innamorata... eh sì, tutte quelle emozioni racchiuse in quel piccolo secondo che precedette il contatto delle loro labbra.


<< Mueeeeh!!!! Sniff !!! Soob! Sigh! Uehueheueh... !!! >>

<< Cos'è? >> chiese Elena staccandosi da Zick.

<< Sono i bambini? >>

<< No... non è la loro voce. >>

Voltarono la testa e videro un Harvey piangente con in mano una bottiglia di vetro.

<< PAPÀ?! >>

<< Oddio il suocero no! >>

Elena corse verso il padre, stupefatta.

<< I-io ero andato a portarvi un re-regalo per il vostro anniversario di mat-matrimonio! E voi mi ricompensate facendo queste cose belliss... sconcie davanti a me? Sigh... >>

<< Papà, nessuno ti ha chiesto di guardarci! >> Ribetté la figlia, furba.

Harvey stramazzò a terra.

<< Oh, per fortuna non si è rotta la bottiglia! >> Disse Zick, prendendola dalla mano del suocero.

<< IO CADO A TERRA E VOI VI PREOCCUPATE DELLA BOTTIGLIA? >>

<< Oh, ma papà, piantala di fare il bischero... siamo abituati alle tue scenette da cascamorto! >>

Bischero: Toscanismo, significa «sciocco», «scemotto»

Mentre il padre mugugnava parole incomprensibili Elena gettò uno sguardo alla bottiglia.

<< Uhm... buono! Io adoro il fragolino! Grazie papà! >>

Gli diede un bacio sulla guancia e il papà si rimise in piedi.

<< Grazie. >> Sorrise Zick.

Il suocero gli sorrise a sua volta.

<< Prenditi cura di lei. >>

Zick annuì.

<< Lo farò sempre. >>

<< E ora, vivete. >>








Zick rimboccò le coperte a Elian e prese la moglie per le spalle.

<< Vi è piaciuta? >> sorrisero il Domatore e la Rifugiatrice.

<< Oh sì! È bella papà! >> Esclamò Elian contento.

<< È piaciuta anche a me! Ma non avevo l'avevo mai sentita né letta prima... ma che fiaba è? >>

Zick ed Elena si sorrisero.

<< La nostra storia. >>















































Fine

Inanzi tutto fate un bell'applauso a Zick e Harvey che in questo capitolo sono morti e resuscitati almeno 50 volte! XDDD

Clap Clap Clap!



Ragazzi... siamo finalmente giunti al termine di quest'avventura durata un anno.

Questa Fanfiction ha visto le mie varie «fasi,» il mio mutamento, il mio periodo di depressione e la mia rinascita... poveraccia. Ed è per questo che è così varia, che si passa da un capitolo angst-tragedy ad uno comico-adolescienziale.

Inizialmente la volevo rifare tutta da capo, perché era troppo inverosimile.

Zick ed Elena, per avere dodici anni, sono troppo intraprendenti e dimostrano una maturità, fisica e mentale, sproporzionata.

L'ideale sarebbe stato far iniziare la fanfiction nel loro primo anno di Liceo. Ma lì ci andrò solo questo settembre, quindi non so per certo a cosa andrò incontro. Mi allettava l'idea di far provare a Zick ed Elena le mie emozioni di quando sono entrata alle Medie e di come le ho passate, vicende con professori, genitori ecc; ma anche vedere, in modo un po' comico, il rapporto genitori-figli durante l'adolescenza.

Ma questa è la mia prima vera seria fanfiction, e, anche se è sprecisa in certi punti, mi piace così com'è :3

Ho iniziato questa fanfiction conoscendo solo il cartone animato: quindi molte cose sono sbagliate, ad esempio le età dei personaggi...

Ho scoperto solo oggi che nel fumetto di M.A. esistevano già i Gorka Bianchi O__o E, appunto, sono Gorka pacifici e molto saggi.

Che strano, eh? XD Ammetto che all'inizio all'inizio pensavo di far fare a Lorrence la Voce, però poi mi dispiaceva... mi ero troppo affezionata a lui ^_^ E poi volevo farlo morire alla fine e farlo diventare un Trasparente ( leggete il fumetto per capire) il classico sacrificio per salvare tutti.. ma non m'ispirava.

( Mi vuoi bene, mia cara, vedo! N.d.Lorry) ( Statti zitto tu! N.d.A)

« La nostra Storia-Kremshin's voice» la dedico a yaya_sana.

Senza di lei non sarebbe mai iniziata questa follia e io le devo questo ed anche di più. UOVO Molte battute ( quelle più cattive e maliziose xD) di questo capitolo sono opera sua, grazie a quella pazza conversazione ;), e il capitolo non sarebbe stato così se non ci fosse stata lei. Mi dispiace per quello che è accaduto ed è per questo che ho cercato di finire il più presto possibile il capitolo... UOVO

GRAZIE :')


E credo che tu sappia che UOVO+uovo fa due uova. Grazie ancora e buona frittata.

Un grazie anche alla mitica Lion of Darkness, Diginicky, Naomy93 e giuly_chan95, che mi hanno dato tanti spunti a aiuti per la storia. =D

E grazie anche a delya, anche se non penso mai leggerà questa frase, che mi ha fatto ridere finché è durata :)

Anna_Zedreamer94: Ogni giorno io ti ringrazio, anche se non lo dico, per la disponibilità e l'amicizia che mi dai. Mi sembrava giusto ringraziarti pure qui.

GRAZIE :')


Un caloroso saluto e tanti grazie anche a nueblackcrowfriend, Lovely Laura, kikka97, Jessica_Hale, ElanorFantaGreen, ElseW e MaryVera96 che hanno recensito :)

E grazie anche a Claudietta_Cullen e Whivel, che hanno messo la mia fanfiction tra le preferite e BlAck_pAnTeR_94, RubyMcDoll, Punk92 , Emilie91 e LordAndreius per averla messa nelle seguite :)

Grazie *_*


Finalmente non vedrò mai più la Tappone e Mariangela :3 :3 :3

P.S. Per il personaggio de « La Voce» mi sono ispirata a «La Voce della Persuasione» della Saga de « La Bambina della Sesta Luna» di Moony Witcher u_u

« Qualcuno gli dà una sberla da parte mia?!» Citazione da « L'era Glaciale 3» Qui ci stava troppo bene =3


Ah, vi volevo dire una cosa: visto che sono molto curiosa, ho ficcanasato in giro e... ho letto che lo sceneggiatore di M.A. È al lavoro e pure Barbucci, il disegnatore, dice che si troverà molto impegnato quando dovrà fare le copertine per la nuova serie a fumetti di M.A. :) Spero che arrivi presto, se è vero! ç__ç La fine è indecorosa u____ù


Beh, diciamo che con questo fandom ho finito, di storie nuove non le metterò ( almeno che non ci sia bisogno ;-) ) e andrò avanti solo a « Amore allo Stato larvale». Ma chissenefrega.


Mi piacerebbe moltissimo se rilasciaste una recensione, ma di quelle vere e lunghe, per darmi un giudizio finale su questa storia. Su come è scritta, sui contenuti, se è equilibrata ( no no per niente) ecc.... Così capirei cosa c'è da migliorare per far in futuro un lavoro migliore :)

Ma fate un po' come vi pare... tanto purtroppo non ho ancora affinato la padronanza della Maledizione Imperius.... sigh.


Il capitolo è arrivato in ritardo grazie al petotrapano dei vicini che mi svegliava ogni giorno alle otto e continuava fino alle 5 =____=

Scusatemi se è venuto bruttino questo chap. XD

Beh... ho finito.



Alla prossima mostruosa avventura ;))))



Vorrei mangiare eggs and bacon qualche volta con te, Yaya. Sarebbe molto uovo.


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