Feeling
This
Come diavolo
è potuto accadere?
Fuori dalla finestra la pioggia scende incessantemente, attorno alla
mia mano appoggiata al vetro si sta formando la condensa.
Non so da quanto tempo sono in questa posizione: in piedi, una mano sul
vetro e l'altra su un fianco. Possono essere passati pochi minuti come
diverse ore eppure non riesco a muovermi, a fare nient’altro
se non guardare fisso fuori dalla finestra.
E' che ho fatto una cazzata. Io, Tom DeLonge ho fatto una miriade di
cazzate, ma mai una come questa. Una grandissima cazzata. O forse il
vero problema è che non lo è, ma sinceramente,
che cos'è, non lo so neanche io.
So solo che la mia vita era perfetta, o comunque relativamente senza
casini, aveva delle basi solide per così dire ed ora quelle
basi se ne sono andate allegramente a farsi fottere!
Ho dei ricordi vaghi degli ultimi giorni, ma gli avvenimenti delle
ultime ore me li ricordo bene.
E chi potrebbe scordarsi il proprio migliore amico che viene a trovarti
a casa per confidarsi sui suoi problemi sentimentali e poi alla fine ci
finisce a letto?
Ora forse è più semplice comprendere il mio stato
emotivo, ma per capirlo meglio è necessario tornare dietro
di qualche ora...
***
"Muori, muori, muori!"
Dio da quanto tempo non giocavo ai videogame!
Sono qui, seduto ai piedi del divano, con di fianco una scodella colma
di pop-corn (di cui il pavimento è sparso) con il jostik fra
le mani, muovendolo a destra o a sinistra a seconda degli spostamenti
che fa il pupino nella TV.
Non sono un grande appassionato di videogiochi, ma Jennifer
è fuori per lavoro e io ne ho subito approfittato.
Quando c'è lei non mi va perché crede che sia una
cosa infantile... e forse un pò lo credo anche io, ma in
questo momento sono troppo preso!
"Crepa cazzo! Saltagli in testa e schiaccialo"
In effetti questi giochi mi agitano un po'... Comunque non riesco a
continuare la serie di minacce di morte che stavo urlando contro i
funghetti di Super Mario perché il suono del campanello mi
interrompe. Tanto meglio... ero saltato direttamente dentro la bocca di
una pianta carnivora, una di quelle che escono dai tubi verdi.
Mi spazzolo via dai vestiti i rimasugli di pop-corn, appoggio il jostik
sul tavolino di vetro davanti al divano, mi alzo e vado ad aprire.
Spalanco la porta e mi trovo davanti Mark che presenta un espressione
piuttosto sconsolata. Non aspettavo una sua visita, comunque mi fa
piacere. Chissà che è venuto a fare.
"Hey Mark" alzo alzo una mano in segno di saluto sputacchiando pop-corn
dalla bocca.
Senza neanche degnarsi di rispondere al saluto e senza dire
nient’altro mi supera ed entra in casa, ma il suo taciturno
comportamento dura ben poco.
"Io non ce la faccio più!" sbraita voltandosi verso di me
che mi appresto a chiudere il portone di casa, senza capire a che
accidenti si riferisce "giuro che io la amo a Skye, più
della mia stessa vita, nessuno può dire il contrario, ma
quando è troppo è troppo! Cioè io non
pretendo che le cose vadano sempre bene, no, non è normale
in un rapporto, ma lei non può incazzarsi così
spesso! E per cose stupide tra l’ altro. Io non
sono un santo, però cerco di fare del mio meglio, ma sembra
che lei questo non lo capisce!"
"Che sono quelle valige, te ne sei andato di casa?"
interrompo il suo monologo notando che si è portato dei
bagagli appresso.
Mark abbassa la testa e dalla sua bocca esce solo un mormorio
impacciato "mi ha cacciato"
Scoppio in una risata che non riesco a trattenere, mentre lui alza lo
sguardo, rosso in viso e con un espressione incazzata " che cazzo ti
ridi?"
"Scusa Hoppus" dico fra una risata e un altra "è che sei un
coglione!"
Mark si volta evitando di guardarmi, leggermente imbarazzato e
immusonito.
"Ti sei fatto buttare fuori di casa"
Forse non dovrei continuare a ridere in questo modo, anche
perché lo vedo che è molto imbarazzato dalla
cosa, ma che ci posso fare se lo trovo dannatamente
divertente?
Comunque notando che la sua espressione rimane seria mi faccio serio
anche io.
Per qualche momento rimaniamo in silenzio, poi mi avvicino alla TV
della sala e raccolgo da terra la scodella coi pop-corn.
Glieli offro e ne afferra una manciata.
Mi gratto la testa non sapendo bene che fare.
"Stavo giocando a Super Mario prima che arrivassi, ti va di fare una
partita e intanto mi dici che diavolo hai combinato? C'è la
modalità multigiocatore"
Annuisce e ci sediamo tutti e due a terra. Appoggio i popcorn
sistemandoli fra noi e due e gli passo un jostik. faccio riprendere il
gioco spostando le opzioni su multigiocatore:2 e inizia la partita.
"Allora tu sei Mario, quello nel riquadro sopra..."
"Lo so chi è Mario, Tom"
"... e io Luigi quello sotto" dico senza badare alla sua interruzione
"è una gara a tempo, chi finisce il livello prima vince"
"Pronto a perdere perdente?" mi fa voltandosi verso di me con un
sorrisetto.
"Vedremo chi sarà a perdere!" gli dico con aria di sfida.
Dopo meno di due minuti la mia fama da "giocatore schiappa" di
videogiochi ci conferma che a perdere sono io.
Mark si apre in una risata allegra "vuoi la rivincita Delonge?"
"Ci puoi giurare Hoppus!" accetto visto che sta abbandonando la sua
aria da depresso.
La successiva mezzora la passiamo a ridere, spintonarci cercando di
dirottare il gioco dell'altro, insultarci e a darci del perdente a
vicenda.
Alla fine quando decidiamo di terminare la partita Mark ha vinto nove
partite e io solo quattro, punteggio abbastanza soddisfacente
per uno del mio standard.
"Guarda che casino con 'sti pop-corn" osserva Mark dopo aver passato i
precedenti cinque minuti a darmi del perdente in tutti i modi
umanamente conosciuti.
Alzo le spalle "sistemo più tardi"
"Più tardi quando? è già tardi adesso
sono le 2:26"
Guardo l'orologio appeso al muro di fianco a una credenza colma di CD,
che mi conferma le parole di Mark.
"Dettagli. Comunque... non volevi parlarmi di Skye?"
Mark abbassa appena lo sguardo e si fa cupo. Dalla sua reazione capisco
che la cosa è seria e che ci sta male.
Appoggia la schiena al divano e getta la testa indietro
chiudendo gli occhi.
Mi avvicino un po’ aspetto che sia lui a parlare
non voglio forzarlo, poi tanto so che mi dirà
tutto.
So di essere conosciuto come Tom: il chitarrista coglione e divertente
dei Blink 182, ma so essere serio se un amico ha bisogno di me...
soprattutto se si tratta di Mark.
Lo sento sospirare "non lo so. è che mi sembra che stia
andando tutto male con lei questo periodo e in più i tour,
lo stress dei viaggi e dello stare troppo lontani..."
"Capitano questi periodi, ma poi passano"
"Lo so ma mi sembra di non riuscire più a sostenere la
situazione e in più penso che sia lei ad avere ragione..."
"Si ma lei è anche un po’... suscettibile ogni
tanto diciamo e si sentirà anche oppressa dal lavoro e le
solite cose"
"Probabile... è che non so come fare per mettere le cose
apposto"
"Tu la ami"
Alza la testa e mi fissa negli occhi.
"Con tutto me stesso"
"E lei ti ama. è questo l'importante e un amore non si
distrugge per colpa dei dettagli, so che non sei quel genere di persona
che manda tutto all'aria per le piccolezze. Se vi amate non vi
lascerete per le stupidaggini"
Mark abbozza un sorriso.
"Che è quella faccia da idiota Hoppus?"
"Niente. è che a volte mi stupisce la saggezza di Tom "Hot
Pants" DeLonge"
"Ho anche io i miei momenti"
"Che di solito durano ben poco"
"Bè se devo mantenere il mio appellativo di "hot pants" non
posso sparare saggezze a destra e a manca, devo più che
altro preoccuparmi di mantenere sempre i miei pantaloni.... caldi. E
quello che c'è sotto" concludo con uno dei miei sorrisetti
degni del mio soprannome.
"Già e a quanto vedo il momento di saggezza
è già andato a farsi fottere" dice sghignazzando
e riportandosi all'indietro per poi fissare il soffitto.
"Lo sai che comunque ci sono se si tratta di te" dico tornando
improvvisamente serio, cosa che sembra stupire Mark che si volta verso
di me.
"Grazie" dice puntando i suoi, momentaneamente seri, occhi azzurri che
tante volte ho visto allegri e spensierati, su di me " è che
a volte mi sento come se non fossi alla sua altezza"
Lo guardo sconvolto. possibile che non si rende conto di quanto in
realtà sia un ragazzo fantastico? "Senti. Metà
della popolazione femminile statunitense, e anche fuori, farebbe follie
per essere al posto di Skye e se lei non riesce a capire che
bellissima persona sei è un suo cazzo di problema!"
"Grazie Tom. Vedi fai tanto il figo" dice ridendo "ma vedi che il tuo
momento di saggezza non è ancora fin..."
Prima che riesco a rendermi conto di quello che sto facendo, sento le
mie labbra premere contro le sue. Dopo degli istanti che mi sembrano
infiniti mi stacco da Mark, che mi guarda fisso negli occhi senza dire
niente.
Apro la bocca per tentare di cercare di spiegare il mio comportamento,
ma non faccio in tempo a dire una parola che mi sento strattonare da
Mark per il collo della maglietta e in un attimo le nostre labbra sono
di nuovo incollate. In un primo momento in un bacio leggero che si
trasforma via via in uno più passionale.
Ci alziamo da terra senza staccarci se non per prendere fiato. Seguiamo
il breve corridoio arrivando alla soglia della porta della camera da
letto. Sento Mark muoversi in direzione della stanza, ma
prima che possa fare anche solo un passo lo blocco al muro e lo bacio
con foga.
"Dove pensi di andare?" gli dico staccandomi quel
poco che basta per guardarlo negli occhi "sei mio"
Fa uno dei suoi tipici sorrisetti e nonostante le mie parole entriamo
in camera e ci stendiamo sul letto.
Non riesco ad allontanarmi da Mark. So che questo è
sbagliato, ma non voglio pensarci, in questo momento ho solo bisogno di
sentire la sua pelle calda, dei suoi occhi profondi che riesco a
leggere quasi come se fossero un libro aperto. E nei suoi occhi posso
leggere che anche lui vuole quello che voglio io. Almeno per stanotte.
***
Questo è quello che è successo.
Ricordo lui addormentato con la testa appoggiata nell incavo della mia
spalla e le nostre gambe intrecciate prima di essermi addormentato
anche io.
Quando mi sono svegliato Mark se ne era già andato, senza
aver lasciato un messaggio o un biglietto, niente.
Questo è quello che è successo ed è
per questo che le solide basi che reggevano la mia vita si sono
incrinate. Ho una moglie, una vita fantastica e ora ho mandato tutto a
puttane.
Come diavolo
è potuto accadere?
***
Sono quasi tre ore che cammino, sotto la pioggia per di più,
ma non posso tornare a casa, non ora.
Ho ricevuto almeno cinque chiamate di Skye che ho prontamente ignorato
e circa una decina di minuti dopo è arrivato un messaggio:
Mark perché non rispondi, sei arrabbiato? hai tutte le
ragioni per esserlo, ho esagerato ieri... dobbiamo parlare, per favore
appena puoi torna a casa!
Stringo forte il cellulare neanche volessi farlo a pezzi. Mi sento una
merda per quello che ho fatto a Skye e perfino a Jennifer. Non ho idea
di quello a cui stavo pensando ieri sera, anzi probabilmente non stavo
pensando affatto. In questo momento però, sinceramente la
cosa che mi importa sapere è cosa ha spinto Tom a
fare... quello che ha fatto. L'unico modo sarebbe chiederglielo, ma di
certo ora non posso e non posso nemmeno tornare da Skye... non
riuscirei neanche a guardarla negli occhi... Non so davvero cosa fare,
vorrei mettermi ad urlare! Di solito quando sono in crisi vado da Tom,
cosa che ovviamente non posso fare.. C'è solo un'altra
persona da cui potrei andare e che mi ascolterebbe...
Dopo circa un'ora e mezza di viaggio in auto sono davanti casa di mia
sorella, Anne. C'è sempre quando ho bisogno di lei e
viceversa, abbiamo imparato a prenderci cura l'uno dell'altra fin da
piccoli.
Busso alla porta e qualche istante dopo appare sull'uscio un uomo
vestito in giacca e cravatta con una cartellina sottobraccio: John, il
marito di Anne. è un ragazzo simpatico e socievole, sono
contento della scelta di mia sorella.
"Ciao Mark! Che ci fai da queste parti? Non ti aspettavamo!" dice
allegramente stringendomi la mano.
"Ciao John, si hai ragione, scusa se non ho avvisato, ma ho bisogno di
parlare con Anne"
"Entra pure, ti preparo qualcosa?" aggiunge avviandosi verso la cucina.
"No grazie ho lo stomaco chiuso" credo che se solo provassi a mangiare
qualcosa lo vomiterei prima ancora di riuscire a ingoiarlo.
"Come vuoi. Ti vado a chiamare Anne... è a letto oggi niente
lavoro, non si sente bene"
"Qualcosa di serio?" chiedo subito allarmato.
"No tranquillo... credo solo che abbia accumulato un po di
stress, gli farà piacere vederti!"
Sorrido ma non sono sicuro di questa cosa... se ha già
problemi di stress forse non dovrei caricarla anche dei miei.
"Non preoccuparti vado io. Non voglio farti fare tardi"
"Bene allora scappo, ci vediamo Mark!"
"Ciao, buon lavoro!"
Mi fa un cenno e esce di fretta.
Busso qualche colpo alla porta della camera di Anne e entro.
"John che ci fai ancora qui, non dovevi... Mark!"
Non appena mi vede le si illumina il viso e si tira a sedere.
La raggiungo nel letto e l'abbraccio forte, mi mancava era parecchio
che non passavo a trovarla.
"Come stai sorellina? Tutto bene?"
"A meraviglia, sono solo stanca e voglio godermi un po’ di
sano relax"
"E avresti un po’ di tempo per il tuo fratellone?" gli dico
facendo gli occhi dolci, cosa che le ha sempre fatto ridere, come anche
questa volta.
"Certo. Avanti spara"
Mi stendo sul letto e lei si mette di fianco a me seduta a gambe
incrociate, come facevamo sempre quando eravamo ai tempi della scuola.
"Allora? Che hai combinato stavolta?" mi esorta vedendo che non parlo.
Come faccio a dirle una cosa del genere, da dove comincio? Cazzo,
stavolta la cosa non è così semplice...
"è una cosa complicata..."
"Riguarda Skye?"
"No non riguarda Skye, o meglio si, ma non direttamente"
"Si è innamorata di qualcun’altro?"
"No..."
"Ha deciso di cambiare città?"
"No no"
"Oddio è incinta!"
"No! Sei matta, che diavolo dici? E poi ti ho detto che riguarda lei
solo indirettamente!"
"Che ne so, ma tu non mi dai nessun'indizio!" dice alterata e rossa in
viso come sempre quando si agita "mi fai passare a me per pazza, ma se
tu non mi dici cos..."
"Sono andato a letto con Tom"
Smette immediatamente di parlare e mi fissa pietrificata. La sua
espressione mi ricorda tanto un emoticon che ho su
msn e che ho salvato sotto il nome di *SHOCK*.
"Anne…"
"Si scusa" si riprende subito e mi guarda seria "la cosa non mi
stupisce più di tanto"
"Ma se ti stava per prendere un colpo!"
"Si inizialmente, ma poi ho pensato che si trattava di te e Tom... e ti
ripeto, la cosa non mi stupisce più di tanto"
"Anne che devo fare? Sono sposato... e ho tradito mia moglie. E Tom..."
"Tom cosa?"
"Non lo so! Non so cosa pensa lui a riguardo"
"Non avete parlato?"
"No, me ne sono andato prima che si svegliasse"
"Ma vuoi spiegarmi com'è successo? è stata una
sua iniziativa?"
"In un certo senso... sono andato da lui perché avevo
litigato con Skye e a un certo punto... bè si
è stata una sua iniziativa"
"Ma tu non lo hai allontanato, no?"
"Direi di no"
Anne socchiude gli occhi e mi fissa.
"E dai smettila di guardarmi così!"
"Scusa. E Allora?"
"Allora cosa?"
"Com'è stato il sesso con Tom DeLonge?"
Penso che il mio viso abbia, nel giro di cinque secondi, assunto tutte
le graduazioni possibili di rosso, raggiungendo anche qualche
tonalità di viola.
"Che domande sono, non è questo il punto!"
Sbuffa "bè senti dovete parlare voi due, io più
di questo non posso dirti al riguardo"
"Hai ragione... Di che ho paura, infondo è sempre Tom"
"Già. Secondo me ti sei preso una bella cotta fratellone!"
Ed ecco che il mio viso si colora di nuovo. è la classica
situazione in cui se avessi avuto un bicchiere d'acqua avrei sputato
tutto.
Vorrei negare, dirle che si sbaglia, ma non trovo motivi convincenti
neppure per convincere me stesso.
***
Sono quasi dieci giorni che non vedo Mark, da quella notte non
l’ho più neanche sentito.
Travis sembrava non capire quello che stava succedendo, per questo sta
mattina si è presentato da me per avere spiegazioni:
Sono ancora nel dormiveglia quando sento il campanello di casa suonare
seguito da dei forti colpi alla porta. La sveglia segna le 7:45. Dio
santo, ma chi è a quest’ora! Le 7e45…
saranno anni che non mi sveglio così presto… ma
è gia giorno di fuori?
Afferro un paio di jeans neri, ma mi lascio la T-shirt che usavo per
dormire e vado ad aprire la porta. La luce che mi invade immediatamente
mi fa capire che, beh si, alle 7e45 di fuori è
già giorno.
“Quanto cavolo ti ci vuole per venire ad aprire una
porta?” quasi grida una voce familiare.
Travis sembra irritato, si comporta sempre così quando io e
Mark gli teniamo nascoste delle cose… sicuramente
ha ragione, a chiunque darebbe fastidio. Credo che lui si
senta un po’ messo da parte, come se lo escludessimo
perché io e Mark siamo amici da più tempo. In
realtà non è così, Mark è
il mio migliore amico, ma gli voglio bene tanto quanto a Travis.
Purtroppo credo che lui ancora non l’abbia capito…
So solo che quando si innervosisce non gli sta più bene
nulla!
“Stavi dormendo a quest’ora?”
“Si che stavo dormendo a quest’ora Trav, sono le
7!”
“Senti, sono le 7e51 e…”
“Mi dici che sei venuto a fare?”
Ok non volevo essere così brusco… ma è
meglio interromperlo prima che la conversazione prenda una piega
ridicola.
“Dov’è Mark? Perché non mi
risponde al telefono?”
Bene è arrivato subito al nocciolo del discorso.
“Non so dov’è… sono un
po’ di giorni in effetti che non lo sento” cerco di
rimanere vago il più possibile. Non so se è il
caso di dirgli cos’è successo.
“Cos’è successo? Avete
litigato?”
“No”
“E allora cosa?”
Cazzo, non so cosa rispondere. Che gli dico? Dovrei inventarmi
immediatamente qualcosa. Non che non potrei farlo, ma non mi va di
mentire a Travis.
Capisce che non voglio dirgli niente e sospira rassegnato. Mi dispiace
vederlo così, ma che cosa posso fare?
“Non è che lo dico a nessuno…”
“Lo so però…”
“Posso almeno sapere se avete intenzione di rivedervi o
mandiamo i Blink a puttane?”
Mi si gela il sangue. In questo momento io e Mark non ci paliamo, non
abbiamo litigato ne discusso, ma qualsiasi cosa potesse succedere non
potrei mai pensare di mandare a puttane i Blink. Inorridisco
solo a pensarci.
“Certo che no! Non devi neanche pensarlo” Travis
incatena i suoi occhi ai miei serissimo “Travis dai entra ti
dico tutto”
Se lo merita, gli devo delle spiegazioni.
Devo dire che in un primo momento ho pensato che a Travis sarebbe
venuto un collasso. Gli ho detto tutto. È stato ad ascoltare
in silenzio tutto il tempo.
“Quindi… com’è la situazione?
Come siete rimasti d’accordo?”
“In nessun modo, te l’ho detto. Se ne è
andato prima che mi svegliassi”
“Ma Tom non potete andare avanti così, non potete
scappare! Dovrete parlarvi prima o poi…”
“Ma lui non mi ha più
cercato…”
“Neanche tu mi pare”
“Odio questa sensazione di incertezza, voglio solo sapere
cosa pensa lui! Se è stata solo una cosa
insignificante accaduta per sbaglio o…”
“O?”
“…di più”
Non riesco a guardare in faccia il mio amico e sento i suoi occhi fissi
su di me.
“E per te cos’è stato?”
“Non so darti una risposta…”
“Non sai darmi una risposta o hai paura di darmela,
perché in fondo una risposta già ce
l’hai?”
Mi porto le mani alla testa, la verità mi colpisce come un
pugno in pieno viso “Che cazzo devo fare Trav?”
“Parlaci e capisci se anche per lui è
così”
“Si ma se non lo è…”
“Devi comunque affrontarlo” mi interrompe
“so che è una situazione difficile, ma non
c’è altro modo”
“E se per lui non è la stessa cosa? Che fine
faranno i Blink? Perché deve essere tutto così
incasinato”
“In caso avreste dovuto pensarci prima ormai siete in ballo.
Comunque andrà potrebbe essere un casino lo stesso. Faremo
una cosa alla volta e cercheremo di risolvere tutto”
“Grazie, Trav” lo abbraccio, non posso crederci
che, nonostante il senso di esclusione e con tutte le cose che gli
nascondiamo (o meglio che pensa che noi gli nascondiamo) si faccia
sempre in quattro per aiutarci. Gli do un bacio sulla guancia
“sei il migliore”
***
Note dell' Autrice:
Fine primo capitolo! Spero vi sia piaciuto e di riuscire a postare
presto il secondo!
Non credo che la fic ne avrà tantissimi, ma ancora non so
bene come la strutturerò, ho più opzioni.
Ok, non voglio stare qui ad annoiarvi con le chiacchiere è
che ci tengo molto a questa fanfiction e spero riesca bene. Grazie per
aver letto! ^^
Josie
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