Lui e Lei
Decisamente
non sopportava più quella situazione.
Non riuscire a smettere di arrossire ogni
volta che la guardava, non riuscire a emettere suono quando
le parlava e non riuscire nemmeno a difendersi quando la provocava era
diventato frustrante.
Sapeva
come metterla a disagio e non si faceva scrupoli a farlo e per questo lei lo
odiava o perlomeno ci provava.
Non
era sicura di poter resistere a quel fascino per un altro anno
ma avrebbe dovuto farlo.
Per
fortuna lei conosceva fin troppo bene i ragazzi come lui: superficiali,
mascalzoni, donnaioli, eccetera, eccetera, eccetera e sapeva che non era lui il
tipo di ragazzo a cui avrebbe potuto donare il suo
cuore.
Donarlo
a lui avrebbe voluto significare sofferenza assicurata al cento per cento, di questo ne era ben certa e lei questo non lo voleva.
Ma
nonostante lei sapesse questo e non lo volesse non
poté evitare di provare uno sgradevole fastidio allo stomaco quando una
ragazzina del terzo si era avvicinata a lui.
Si
stava infatti recando alla fermata degli autobus
quando li vide e si era fermata per qualche secondo ad osservarli, ma si
riscosse presto per continuare per la sua strada.
A
passo spedito li sorpassò sperando in cuor suo di non essere vista
perché sapeva quanto lui si divertisse con lei e non voleva che questa
fosse l’ennesima occasione per farlo.
Ma
purtroppo per lei lui la vide perfettamente e sorrise notando che stava
praticamente correndo per evitarlo.
Decise
di farle credere di essere riuscita nel suo inutile tentativo e che avrebbe attaccato quando meno se lo sarebbe aspettato.
Si
fece infatti dare il numero della biondina per
richiamarla e la congedò con la promessa che si sarebbe fatto sentire,
dopodiché si diresse alla fermata degli autobus in sella alla sua moto.
Non
aveva fatto molta strada per cui la raggiunse in pochi
secondi.
Stava
camminando tranquillamente lungo il vialetto e non si era nemmeno accorta di
lui che le era praticamente affianco.
-posso
offrirti un passaggio?
La
vide sussultare al suono della sua voce.
Lo
divertiva vederla in quel bizzarro imbarazzo.
-Sali?
Lei
però continuava ad avanzare aumentando la sua velocità e cercando
di ignorarlo per cui decise di sbarrarle il cammino
come un teppista della strada.
-che fai?
Chiese
la ragazza timorosa e perplessa.
Finalmente
gli aveva parlato! Per un momento aveva creduto di essere invisibile.
-ti
porto a casa.
La
ragazza si portò una mano al cuore. Aveva paura di quel ragazzo, non
tanto perché temesse chissà che atti violenti da parte sua, ma perché
aveva paura del suo sentimento nei suoi confronti…un sentimento che lei
si ostinava a cacciare via, in un abisso profondo del suo essere.
Non
voleva nemmeno salire su quel mezzo su cui avrebbe anche potuto perdere la vita
conoscendo la velocità a cui spesso
l’aveva visto correre.
-l’autobus mi porta a casa, non tu.
-ti
sbagli. Oggi lo farò io.
Le
passò un casco blu che si portava sempre dietro per le sue avventure notturne ma lei era ancora riluttante.
-non
hai scelta.
-potrei
urlare…
La
guardò divertito. Sapeva che non ne sarebbe mai stata capace, era troppo
timida per farlo ma apprezzò il tentativo.
E infatti due secondi dopo si stava mettendo il casco in
testa con qualche difficoltà. Era incredibile quella ragazza.
L’aiutò
e la vide arrossire sotto quel aggeggio ma fece finta
di non averlo notato.
-dai,Sali.
Lei
montò su ma cercando sempre di stare il più lontano possibile dal
corpo di quel casanova. Le sue mani infatti erano
appoggiate sulle sue spalle per pura precauzione.
-guarda
che dovresti tenerti forte a me se non vuoi rischiare di cadere.
-è
quello che sto facendo…
-io
ti ho avvertita.
E
partì in quarta facendole perdere subito l’equilibrio e
costringendola a cingergli l’addome con tutte e due le mani.
La
paura infatti era diventata più forte del
pudore e aveva appoggiato la guancia sulla sua schiena. Cosi lui riuscì
anche a percepire il suo seno morbido e questo tipo di contatto stranamente lo
fece irrigidire.
Si
sentì un idiota visto che lui doveva essere abituato a ben altro. Di ragazze
ne aveva viste e “conosciute”molte, allora perché questa fastidiosa
sensazione?
Prese
un lungo respiro e scosse la testa come se cosi facendo avesse potuto scacciare
anche quella sensazione.
Funzionò
e questo gli fece credere che probabilmente era stato
qualcos’altro a provocare quella sua strana reazione.
Riusciva
però lo stesso a percepire anche il battito del cuore della ragazza che
andava a mille.
Lei
non aveva mai viaggiato a quella velocità e non era neanche mai salita
su una moto.
Non
a caso passarono due minuti buoni prima che la povera trovasse
il coraggio di aprire gli occhi, uno alla volta.
Sentiva
una certa adrenalina percorrerle lungo la schiena e sul suo viso si era
disegnato un sorriso appena, appena visibile.
La
sensazione che provava le piaceva e le faceva dimenticare di star viaggiando a
cento all’ora appiccicata a lui…
-volta
a destra!- urlò per farsi sentire dal ragazzo alla guida.
Quello
ubbidì alla sua indicazione e a quelle che seguirono fino a quando non arrivarono davanti a una villetta molto
graziosa.
-abiti
qui?
Gli
chiese infatti mentre lei scendeva il più
velocemente possibile.
Sapeva infatti che se qualcuno li avesse visti per lei sarebbe
stata la fine, sia perché gli era stato categoricamente proibito accettare
passaggi in mezzi come moto e motorini, sia perché sapeva che la gente
poteva anche pensare cose sbagliate riguardo a loro due e dirle in giro…
-si…ora
puoi anche andartene.
-no,
non posso.
-perché?
-il
casco…
Non
si era accorta di averlo ancora addosso.
Si
diede della stupida mentre se lo toglieva alla svelta
cercando di farsi il meno male possibile.
Quando
finalmente l’impresa fu compiuta notò che il ragazzo era sceso
anche lui e la guardava curioso.
Lei
semplicemente gli porse l’oggetto con gli occhi bassi.
Non
riusciva infatti a sostenere il suo sguardo senza fare
figure imbarazzanti.
-puoi
andare ora
-è
una mia impressione o mi stai cacciando?
-no,
ti sto chiedendo di andartene- gli occhi fissi a terra.
-e
che differenza c’è?
-come
lo dico io suona meglio…
Lo
sentì ridere mentre si avvicinava
pericolosamente a lei. Stava iniziando il suo gioco.
Sentì
le sue dita sul viso e fu costretta ad alzarlo per vedere i suoi occhi verdi
molto vicini ai suoi. Troppo vicini ai suoi.
Sentì
anche come le accarezzava il viso, con un lentezza che
la faceva tremare.
La
stava tormentando.
Ecco
perché il suo naturale meccanismo di autodifesa si attivò e lo
spinse indietro per poter avere quella distanza di sicurezza a
cui lei teneva molto.
Lui
non sembrò sorpreso da quella mossa in quanto non era di certo la prima
volta che lo faceva. Ed era proprio per quello che lui aveva particolare
riguardo per lei. Era l’unica infatti che lo
rifiutasse, anche se in un modo molto particolare, visto che era palese che non
le era indifferente.
-se
fai cosi difficilmente troverai un ragazzo.
Commentò mentre risaliva sulla sua fidata amica.
-se
faccio cosi difficilmente diventerò una bambolina usa e getta.
Era
la prima volta in assoluto che replicava a una sua provocazione dando voce al
suo pensiero e forse lei per prima fu quella più sorpresa.
-credi davvero di essere diversa dalle altre ragazze?
-no, ma io non
voglio essere una in più nella lunga lista di Chad
Devon.
Chad la vide mentre
si tormentava le mani. Era ovvio che stava facendo
ricorso a tutto il coraggio che aveva in corpo per potergli parlare in quel
modo, ma non fu per questo più delicato nella sua risposta.
-tu non corri
quel rischio. Non essere cosi illusa.
Era stato forse
troppo aspro perché gli sembrò di aver
visto uno scintillio negli occhi da cerbiatta della ragazza ma non ci fece
troppo caso.
Non doveva farci
caso.
Lui si divertiva con
lei e nient’altro.
Gli piaceva
vederla in difficoltà, tutto qua.
Non voleva
certamente che quel gioco diventasse come quello a cui
era avvezzo, in cui la ragazza cedeva troppo facilmente alle sue parole e
finiva letteralmente su un letto a sua disposizione.
No. Lui voleva
continuare come in quegli anni…parlarle, sfiorarla, sentirla
completamente attratta da lui ma senza che quella ceda.
-io non mi
illudo. Però vorrei che tu cominciassi a ignorarmi…
-lo farò quando ti troverai un ragazzo. Trovane uno e io
non ti rompo più ma fino ad allora ci vediamo
domani.
E fu cosi che la
lasciò in mezzo al vialetto da sola e umiliata.
Angolo
Autrice:
Ebbene ecco
a voi il primo capitolo di questa fic che spero sia
di vostro gradimento.
Ho notato
con enorme stupore che è seguita da molte di voi che spero sprechino un
po’del loro tempo per un commentino che per me è davvero
importante.
Ecco
perché ringrazio con tutto il cuore le quattro ragazze che hanno
recensito di cui due conosco già in quanto accanite lettrici della mia
storia precedente XD: Se7f ed Ellie.
Ma andiamo
con ordine.
Sciona_ciao!meno male che ti sei intrufolata nel prologo e
credimi se ti dico che non mi dispiacerebbe se lo facessi anche per questo chappy! ;D. nonostante tu sia una
accanita per questo tipo di storie spero comunque di poter sorprenderti nei
prossimi capitoli.
Se7f__ciao
bellissima!è proprio pensando ai tuoi poveri libri che mi sono data da
fare per scrivere una nuova fic, e spero che la
protagonista ti sia da esempio, a lei piace studiare hihihi!dimmi
cosa ne pensi di questo chappy!
Ellie__oh
no!!!ancora tu???credevo che finendo l’altra
storia non ti avrei più avuta alle calcagna XD. No, a parte gli scherzi.
Seguimi, seguimi finchè non ti stuferai e mi dirai: non ne posso
più di te!!spero di poterti emozionare anche
questa fic che è ancora all’inizio.
Elly__ciauz!!piacere di conoscerti Elly!spero che anche questo chappy sia stato di tuo gradimento e che continui a
recensire esprimendo le tue sensazioni!