CAPITOLO 9
…Tic…Toc…Tic…Toc…Tic…Toc…
Alice…Alice!
…Tic, Toc, Tic, Toc,
Tic, Toc…
Did someone pull you
by the hand…?
…Tic-Toc, Tic-Toc,
Tic-Toc, Tic-Toc…
How many miles to
Wonderland…?
…Tic Toc Tic Toc Tic
Toc Tic Toc…
Please tell us so
we’ll understand…
…TicTocTicTocTicTocTicToc!!
Oh, Alice!
Twinkle…Twinkle…Little
Bat…
How I wonder… where
you’re at…
Up above the
world…you fly…
Like…a tea tray in
the…sky…
Se per il Cappellaio
fosse esistito il Tempo, esso si sarebbe fermato.
Morto.
In un lucente lago
di rubino.
In un lucente lago.
Un lago rosso
scarlatto.
Un urlo. Un semplice urlo, come ce
n’è tanti. Ci sono le
urla liberatorie. Le urla di terrore. Le urla di gioia. Le urla di
dolore.
Quell’urlo, non era tra questi. Quello era un urlo diverso.
Quello era
l’urlo d’un Cappellaio Matto.
Cercatelo, se volete. Sui vocabolari,
sui libri. Chiedete in
giro, semmai. Oppure provate a immaginarlo, se proprio avete voglia. Ma
posso
affermare con certezza che sarà una cosa vana.
Perché non potrete mai neanche
sfiorare l’idea dell’urlo d’un Cappellaio
Matto.
Eppure, vi dico,
è più straziante d’una carestia.
Più
doloroso d’una malattia.
Più
disperato, forse, della Morte stessa.
Urla d’un
Cappellaio Matto.
Continue,
imperterrite, rinnovate.
Un uomo consunto
dalla disgrazia.
Un uomo usurato
dalla follia del dolore.
In un gesto completamente manovrato
da quella che poteva,
forse, essere chiamata disperazione,
l’uomo premette con violenza il suo fianco al nudo pavimento
in pietra,
schiacciando quella maledetta fiala a cui s’era affidato. La
frantumò
convulsivamente, logorandosi il cappotto fino a squarciarsi la pelle,
bagnandosi delle ultime goccie della pozione che ora si congiungevano
al suo
sangue. Eppure, sapeva che la colpa non era della pozione. Sapeva che
non era
colpa della Regina Bianca. Sapeva che non era colpa del Destino.
L’unica
persona ad esser stata causa di tutto quello non era che lui.
La colpa era la sua e del suo inammissibile, intollerabile,
imperdonabile egoismo.
Urla d’un
Cappellaio Matto.
***
La Regina Bianca scese rapida dal suo
cavallo opalino non
appena lei e il suo esercito non furono giunti davanti
all’imponente dimora
della maledetta sorella. Il Bianconiglio le strattonò
un’angolo dell’abito
lattescente, per poter attirare la sua attenzione.
-Vostra Maestà, come
dobbiamo agire…?-
La sovrana si voltò verso
l’esercito, pronta a comandare.
Chinò il capo per qualche istante, come per trovare il modo
giusto di enunciare
i suoi ordini. Fece poi per aprire la bocca e parlare, pronta a
informare il
suo seguito del suo piano, ma qualcosa di inspiegabile, qualcosa di
veramente
insolito le bloccò le corde vocali. Qualcosa che le faceva
raschiare la gola. E
faceva male.
-Vostra Maestà, noi
siamo pronti a…-
-Shhhh, hai sentito
anche tu, McTwisp…?-
-Oh, mia Regina, le
chiedo perdono, ma non ho prestato attenzione a…-
-McTwisp…-
-Cosa succede,
Altezza?!-
-S…state qui….-
-Com…?! Vostrà
Maestà! Dove correte, oh Cielo!-
La Regina Bianca
afferrò due lembi della sua gonna, per poter facilitare la
corsa. Attraversò il
ponte levatoio che collegava il sentiero al Castello dei Iracebeth. Un
violento
fastidio alle tempie l’accompagnò per tutto il
percorso, chiedendosi
istericamente perché non ci fossero guardie a controllare
l’entrata, né a
sorvegliare l’interno del palazzo. Seguì quel
suono frustrante che solo lei
sentiva, che le pugnalava con mille lance il cuore e glielo apriva in
due come
una noce. Non passarono che pochi minuti, prima che la donna giungesse
nell’arena, entrando dalla cancellata riservata ai sudditi.
La plebe s’accorse
in pochi attimi di quella presenza completamente fuori luogo e
inaspettata: non
c’era una sola persona a cui non tremasse almeno una parte
del corpo o che non
avesse gli occhi velati dall’orrore. La Regina Bianca
manteneva altezzosa il
suo autocontrollo che sentiva schizzare via dalla sua pelle, la folla
che le
liberò un passaggio per poterla far avanzare.
Non lo avessero mai
fatto.
-Benvenuta, Mirana.-
La Bianca dovette deglutire almeno
una decina di volte e
sgranare gli occhi fino a farsi male per non crollare a terra.
Tuttavia, non
avrebbe resistito ancora per molto davanti a quello spettacolo
raccapricciante.
Fine dei giochi.
-Era….necessario
arrivare…a tutto…a tutto questo…-
-Bene, molto bene, a
quanti pare la mia sorellina non ha più assi nella manica.-
-Era solo una…una…-
-UNA COSA? UNA RAGAZZINA?-
-Iracebeth…-
-Anche io ero una ragazzina,
allora, proprio come te, disgraziata!-
La Regina Rossa, oltre alla ragione,
perse totalmente anche
il controllo di sé stessa, iniziando a bagnarsi le guancie
di lacrime come mai,
mai aveva pensato di poter fare. Il trucco le colava sotto agli occhi,
facendo
scivolare scie d’acqua nere che le macchiavano il volto
corrotto dalla malizia.
-Ero una ragazzina anche
io, Mirana. E’ vero, tu eri più piccola, ma ero
pur sempre una ragazzina. E la
maggiore per giunta… perché hai dovuto rovinare
tutto!?!-
Grida. La Rossa tremava come un
albero nel mezzo di una
tempesta, gli occhi e le guancie gonfie e rosse. Le mani persero ogni
genere di
forza, lasciando rovinare a terra la grossa ascia imbevuta di sangue.
Iracebeth
piangeva frustrata, stringendo i denti con violenza.
-Se non fossi
arrivata tu… se solo non fossi arrivata tu…-
La sovrana Rossa cadde in ginoccho,
lo sguardo puntato sulle
goccie di liquido rosso che indisturbate sembravano divertirsi ad
intingere le
pietre grige.
-Se non fossi
arrivata tu…non sarebbe…successo…-
-Questo…è senso di
colpa, Iracebeth…?-
Un’affermazione che
violò con troppa aggressività
l’orgoglio
della Rossa. Una frase che fece scattare un allarme troppo violento da
poter
sovrastare ogni vaga emozione.
-Guardie!
Tagliategli la testa!! Anzi, no, uccidetela, non m’importa
come!!-
Le Guardie s’affrettarono
ad obbedire agli ordini della loro
Regina, ma non appena furono lì lì per afferrare
la Bianca e infilzarla con le
loro lance acuminate, una di esse si bloccò
all’istante: dapprima si portò le
mani ferree alla pancia, per poi cadere in ginocchio in preda a
violenti
conati.
-Che scherzo è
questo?!-
Stayne sgranò gli occhi
alla visione delle Guardie Reali
che, lentamente, iniziavano a liberare goccioloni dal loro intero
corpo,
quasi…come se si stessero fondendo. Il Fante di Cuori
piegò la bocca in
un’espressione a dir poco drammatica quando disgraziatamente
la sua testa volle
andare a parare su quell’ipotesi terribile. Si
voltò di scatto verso la Regina
di Cuori, ma a quanto pareva la sua sovrana pareva aver già
capito da tempo ciò
che stava accadendo: senza riuscire ad interrompere i singhiozzi
disperati, la
Rossa iniziò ad avvertire un violento bruciore
dapprima sulle mani. Poi alla pancia, sulle gambe, alla
testa. E con i
suoi occhi, rossi come il sangue che le macchiava le vesti, vide la fine
di tutto.
“Se la
beata mente Creatrice
terminasse di
brillare,
il vento vitale
di Wonderland
mai più
potrebbe soffiare….„
-Proprio così,
Racie… vedo che ricordi l’avvertimento che ci dava
sempre nostra madre. Quello
che chiamavi “frottole”.-
-Sme…smettila,
Mirana… ti prego…-
-Ci hai condannati
tutti…-
Come acqua fresca su un dipinto
meraviglioso appena
terminato, il cielo di Wonderland iniziò a sciogliersi.
Così come anche i suoi
abitanti, i suoi animali, i suoi alberi. Così come il
Cappellaio. Così come le
Sovrane.
-No…no…NO!! Non può
essere! Avevo vinto!! Avevo…vinto…-
Goccie di colore indefinito, figure
in movimento, immagini
confuse e astratte di ciò che rimaneva di quello che era
Sottomondo. Poi, il
nulla.
***
-Alice, Alice! Per
l’amor del cielo, svegliati!-
Ma gli occhi della fanciulla
cominciarono pian piano ad
inumidirsi, le palpebre che non ne volevano sapere d’aprirsi,
avendo già
intuito cosa stava accadendo.
-Svegliati, ALICE!-
-NO! NON VOGLIO!
LASCIAMI IN PACE!-
Cessarono immediatamente i tentativi
di richiamo di quella
che era una voce severa di donna. Mentre la giovane Alice,
singhiozzando, si
portò il cuscino alle orecchie, nel disperato tentativo di
far di nuovo suo
quel regno meraviglioso, convincendosi che fosse tutto reale.
Certo…certo che lo
era! Doveva esserlo..! Doveva…altrimenti…questo
voleva dire che…
-Alice, tesoro, che
ti prende…?-
Questa volta la fanciulla
sentì il calore della mano di sua
madre premere sul suo braccio freddo e sudato. Alice si
sentì costretta ad
aprire i suoi dannati occhi, che desiderò più che
mai che gli venissero
strappati dal volto. Mise a fuoco la nuda realtà, portandosi
una mano sul viso,
piangendo e piangendo ancora.
-Mamma…ho avuto u-un
altro dei m-miei incubi…-
All’apparenza nessuna
reazione, poi un abbraccio caldo e
amorevole si concretizzò sul corpo della giovane. Un bacio
si posò sulla sua
spalla, dove pochi istanti dopo trovò posizione la guancia
della signora
Kingsley.
-Oh, piccola mia,
deve essere stato terribile, ma… la mamma è qui
con te, lo sai. Lo era quando
eri una piccolo bocciolo appena germogliato e lo è ancora
adesso che sei il
fiore tra i più belli. E lo sarà sempre.-
-Questa volta è
diverso, mamma…-
-In cosa è diverso,
tesoro..? Intendi che finalmente sei riuscita a sognare qualcosa che
non fosse
un gatto parlante e un bruco tutto blu?-
Un sorriso venne strappato dalle
labbra di Alice.
-No, il sogno è
sempre lo stesso. Ma questa volta è più
grave…-
-Di cosa parli,
piccola mia?-
-Questa volta…-
Alice strinse gli occhi, la voce
disturbata da
quell’inconfondibile tono che caratterizza una persona che
sta per scoppiare
nel più tragico dei pianti della sua vita.
-…questa volta mi
sono innamorata.-
FINE CAPITOLO
E dopo un mese d’attesa
(come sono andate le vacanze, ragazzi?
*-*) Ecco l’ultimo capitolo della mia Fanfic!!!! *applausi*
Uahhaha, manca solo
l’epilogo, anche se sinceramente, ho paura di
scriverlo…sapete, essendo una Fic
drammatica, di conseguenza lo
è anche
la fine della storia, solo che….ho paura di deludervi!!
Però o, che ci volete
fare? Tanto, più di così, il film non poteva
deluderci =ç= (ancora rosica per
il fatto del bacio >.<)! Comunque, nella speranza che non
vi siate
dimenticate di questa ficcy, mi auguro con il cuore che vi sia piaciuto
anche
questo capitolo! Devo ammettere che a me non convince, ma soprattutto
per il
fatto che l’ho scritto con TOTALE ASSENZA
d’ispirazione. Giuro, non sapevo cosa
far succedere. Per un semplice motivo: volevo che alice morisse,
perché
altrimenti il classico colpo di scena di qualcuno che la salva non
sarebbe
stato affatto originale. Ma il problema era….e DOPO?!?
Quindi vi chiedo perdono
se dopo un mese d’attesa vi siete ritrovati con questo misero
capitolo privo
d’ispirazione divina *0* Spero che comunque sia leggerete
almeno l’epilogo (E’
cavolo! xD) e che seguirete le mie storie future! Un grazie di cuore
per avermi
sostenuta fino ad ora! Un bacio a tutti!
PS: Perdonatemi se non vi rispondo
uno per uno… ma prometto
che sazierò ciascuno di voi con le mie risposte (come se a
qualcuno
interessassero LoL =D) nel prossimo capitolo!! Intanto, un caloroso
grazie a
ciascuno di voi, ovvero:
- sakura2480
- sevichan
- PikkolaBimbaSognatrice
- 881
- RainbowFairy
- Euridice Volturi
- RenesmeePotter
- LazioNelCuore 1711
- Angorian
- chichi77
- Lady__Beatles
- Meryl Strofe
- ZexionAngel94
- amelia spider
- duedicoppe
- lovedance
- GaaRamaru
- Selena Moon
- thislove
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- xLostMemoryx
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