Do I have to cry for you?
Killing
doll
Non era una domanda difficile.
Ci avevo
messo il soggetto, il complemento e perfino il verbo.
Non era
di dubbia interpretazione, non era in arabo, non era a trabocchetto.
Era una domanda.
Semplice, coincisa ed ovvia. Dovevano aspettarsela. Ma niente.
Sembrava
avessi chiesto loro il sacro Graal.
Erano
passati quasi dieci minuti, in cui il silenzio e la tensione si sarebbero
potuti tagliare con un coltello.
Avevo
gironzolato per la stanza, frugato nell’armadio di Byron, curiosato nel
suo zaino.
Mi ero
pettinata i capelli e lavata i denti con il suo spazzolino rosso.
Nel
mentre, loro non si erano mossi. Iniziavo a dubitare del fatto che
respirassero.
Mi
accasciai sul letto, sfinita, guardandoli con nervosismo.
- Stiamo
giocando alle belle statuine? – chiesi, sarcastica ed inviperita.
Loro non
reagirono, completamente indifferenti.
Senza
volere il mio sguardo si posò ancora una volta sul corpo
dell’attoruncolo. Non c’erano più goccioline d’acqua. Si
erano stancate persino loro di aspettare.
Indugiai
per un po’ sugli addominali appena scolpiti e quando gli occhi stavano
per scendere sotto la linea dei boxer mi risvegliai.
Così non
andava. No, no, no! Ma cosa diavolo… ?
In un
eccesso di rabbia afferrai il primo libro che mi capitò sotto mano e lo lanciai
in direzione di Byron. Lo colpii sulla spalla. Lui istintivamente portò
l’altra mano sulla zona lesa.
-
Porca… mi hai fatto male, Giulia! – biascicò, girandosi verso di
me.
Io
scattai su, fulminandolo con lo sguardo.
- Ti ho
fatto male? Oh, perdonami, non intendevo mica! E’ un piacere
incommensurato stare qui a guardarvi mentre entrate in letargo. –
sbottai, sfogandomi con lui che non aveva colpe.
- Non
intendevo… -
- Cosa non
intendevi? Farmi sospettare che forse non vi va di rispondermi? –
Byron
sospirò, scuotendo Robert che nel frattempo sembrava essersi appisolato.
- Non è
facile, capisci? E’ complicato da spiegare – balbettò, guardando
l’altro per avere aiuto.
- Ma poi
che te ne importa? – se ne uscì Robert, roteando gli occhi.
Feci per
dire qualcosa ma lui mi interruppe, lasciandosi scivolare lungo il muro fino a
sedersi sul tappeto, le braccia conserte e gli occhi fissi nei miei.
- No, ti
prego. Non sputare altro vetriolo, non ce n’è bisogno -
Si voltò
verso Byron, lo sguardo da cucciolo bastonato.
- Glielo
spieghi tu? – chiese, rassegnato.
-
Sicuro? –
- Certo.
Così poi c’è la possibilità che finalmente ce ne liberiamo –
mormorò, speranzoso.
Byron
sorrise, conscio del fatto che non avrei preso la porta tanto alla svelta.
- Non
sono un pacco postale, vampiruncolo – soffiai fra i denti.
- Me ne
sono accorto, purtroppo – ribattè lui, guardandomi di sbieco.
Byron
tossicchiò, divertito.
-
Tregua, ragazzi – ci rabbonì, andando a sedersi alla scrivania.
Guardai
Robert con aria di sfida e lui fece spallucce, reclinando la testa
all’indietro.
-
Allora? – chiesi, tornando a prestare attenzione a Byron.
Lui
sospirò.
-
Allora, niente. Lo ospito per una quindicina di giorni, prima che debba tornare
a lavoro -
Sorrisi,
sadica.
- E
credi che mi accontenti di questa spiegazione? -
-
Cos’ha che non va? E’ la verità. Rob ha qualche giorno libero e sta
da me –
- Non
basta –
Byron mi
guardava con espressione angelica, stava anche per allargare le mani quando
ripresi:
- Non è
povero, Byron. E nemmeno scemo, posso supporre -
-
Grazie, non dovevi – si intromise Robert, sarcastico. Lo ignorai.
- Perché
qui? Perché in un college, quando può permettersi di meglio? Perché in un
college dove non ha nemmeno una camera… senza letto, costretto a
nascondersi nella stanza di un presunto amico, da cui può uscire solo di notte,
vestito neanche dovesse rapinare una banca?! –
Robert
ridacchiava, guardando Byron con pietà.
- Primo:
non sono presunto. Siamo amici da sempre, Giulia. E quest’informazione
dovrebbe bastarti. E’ qui perché voleva stare con me -
Scossi
la testa, sorridendo.
- No,
non regge – risposi.
Lui
sgranò gli occhi, aspettando che continuassi.
- A
parte il fatto che da come l’hai messa potrei anche tornare a sospettare
la relazione omosessuale, ma poi, non spiega ancora perché si nasconde da te.
Ha i soldi per, che dico affittare, per comprare una qualunque casa di questa
città. Non sarebbe stato più comodo? -
Lo guardai
soddisfatta, mentre apriva la bocca per poi richiuderla, senza che niente vi
uscisse.
La voce
che alla fine sentii, apparteneva a Robert.
-
Smettetela di parlare di me come se non ci fossi, santo Dio! E stringete, per
cortesia. Byron, diglielo, tanto che può succedere? Si farà due risate ma
almeno io poi potrò tornare a letto. Sto morendo di sonno, che diamine… -
Byron
sospirò, scuotendo la testa.
- Se la
metti così, diglielo tu -
- No,
tocca a te –
- No
–
- Sì
–
- No,
devi farlo tu –
- Ti
dico di no –
Chiusi
gli occhi, prendendo un bel respiro.
- Ora mi
metto a urlare – minacciai, il tono pacato.
Loro si
zittirono, continuando il battibecco fra di loro solo con gli occhi.
Alla
fine vinse Byron, lasciando la parola a Robert.
- E va
bene, ma sarò veloce. Come fosse un cerotto – borbottò, guardandomi
appena.
Prese un
bel respiro e continuò:
- Mi
nascondo perché Nicole non mi trovi – sfiatò, quasi soddisfatto.
Io
aggrottai le sopracciglia, guardandolo truce.
- Eh,
vada anche per la sintesi, ma così è troppo! Chi è Nicole, adesso? -
- Una
che mi vuole violentare – piagnucolò, affranto.
Sgranai
gli occhi, indecisa se scoppiare a ridere o meno.
- Ti
vuole… violentare? – chiesi, tentennando.
- Sì,
che tu ci creda o no! E l’unico modo per non farmi trovare era venire qui
– si accalorò lui – ho dovuto chiedere asilo politico a Byron,
tanto ero nei guai –
Presi
diversi respiri, reprimendo la ridarella.
- Fammi
capire, bene. C’è una ragazza, non ben identificata… -
- Altro
che non identificata – mi interruppe lui – E’ qualcosa come
una lontana cugina di Kristen, me l’ha presentata lei –
- Va
bene. E questa lontana cugina è più che intenzionata a sverginarti, se ho
capito bene? –
Lui
annuì, senza un briciolo di sarcasmo.
- Non
riuscivo più a liberarmene. E nessuno mi credeva -
- Tranne
io – si intromise Byron, ridacchiando.
Si voltò
verso di me, gli occhi che brillavano.
- Ero al
telefono con lui una sera e a un certo punto sento una voce che fa “ Robby… Roob … Robertuccio…”
ti giuro, mi sembrava la bambola assassina! Robert inizia a spergiurare a
destra e a manca mentre questa gli si avvolge attorno, cominciando a ricoprirlo
di baci -
Se anche
avesse voluto continuare, l’eccesso di risa convulse glielo impedì
drasticamente.
- Tu
scherzi… per me era peggio di un film horror – mugugnò Robert, gli
occhi chiusi.
Pian
piano però aprì gli occhi, fissando sconsolato Byron. Vedendo che non accennava
a smettere di ridere sospirò, scuotendo la testa.
- Spero
ti strozzi – mormorò, facendosi scappare un sorriso.
Byron si
interruppe un attimo, il corpo ancora scosso dai singulti, per poi riprendere a
ridere più forte di prima. Robert alzò gli occhi al cielo, cercando inutilmente
di trattenersi dall’imitarlo.
Fu un
attimo e anche lui cedette alle risa.
Io li
guardai, sconquassati e piegati in due dal troppo ridere.
Che
avessi finalmente trovato qualcuno più pazzo di me?
Sorrisi,
piegando le gambe contro il petto. Mi sentivo bene, in pace, come non mi
capitava da tanto.
Ed era
merito loro.
Dei loro
visi, delle loro risate. Con la loro amicizia e le loro folli storie.
Iniziai
a chiedermi per quanto ancora sarebbero riusciti a ridere senza prendere fiato,
quando si interruppero di colpo, le espressioni preoccupate.
Mi
guardai attorno, cercando di capire cosa fosse successo, e lo sentii.
Un
trillo acuto e prolungato.
Aveva un
che di familiare ma non riuscivo ad identificarlo.
Allarme
antincendio? Alla si salvi chi può?
- Cazzo!
Cazzo! Ma che cazzo di ore sono?! -
Mi girai
di scatto verso Byron che era saltato in piedi, l’espressione stralunata.
E capii.
La
campanella.
Porca…
-
E’ dannatamente tardi! Ma che cazzo! E sono sempre in ritardo! –
strillò, afferrando di slancio la borsa a tracolla e la giacca.
-
Giulia! Muoviti, dobbiamo assolutamente andare! – trillò, avvicinandosi già
alla porta.
Io
guardai lui, libri alla mano e poi Robert, che già pregustava l’idea di
tornare a letto.
Devo
dire che la scelta non era difficile.
- Non
vengo, Byron – mormorai, stiracchiandomi ed abbracciando il cuscino.
- Cosa?!
–
Lo
avevano gridato in contemporanea.
Spaventati
entrambi dalle mie parole, neanche avessi annunciato di voler dar fuoco
all’istituto.
- Ho
detto che non vengo – ripetei, paziente.
- Ma non
puoi! – sbottò, Byron, quasi nello stesso momento in cui Robert
esclamava:
- Non se
ne parla neanche! –
Sospirai,
sbattendo le ciglia verso di loro.
- Una
volta tanto approfitterò del fatto di essere la figlia del rettore per saltare
le lezioni -
Mi
fissarono, sconcertati.
- Lo
puoi fare? – mi chiese il biondo, tentennando.
- Certo.
Basta che non lo venga a sapere papà – risposi, divertita.
Byron
scosse la testa, non sapendo più che dire.
Robert
mugugnò, coprendosi la faccia con le mani.
- Io non
so più che fare con te! -
- Non
devi fare niente, Byron. Va tranquillo a lezione, ci vediamo dopo –
- Non
posso! Non posso lasciarti qui! – sibilò, l’espressione truce.
Annuii,
indicandogli la porta.
- Sì che
puoi. E ricordati che sei in ritardo – cantilenai, indolente.
Vidi un
lampo di paura passare nei suoi occhi, poi uno di sollievo mentre prendeva a
sorridere.
- Okay,
- mormorò, aprendo la porta.
-
L’affido a te, Robert! – trillò, uscendo in un lampo e chiudendosi
la porta alle spalle.
Osservai
come niente fosse Robert che si alzava di scatto, cercando di bloccarlo.
- Cosa?!
Non puoi, Byr… -
Si
interruppe, accorgendosi di star parlando con una porta chiusa.
Lentamente,
quasi al rallentatore, si girò verso di me.
Incontrai
la sua espressione affranta e terrorizzata, e risposi al tutto con un sorriso a
trentadue denti:
- Mi
porti a fare un giro in città? -
*
Scusate se vi ho fatto
aspettare, ma iniziavo ad avere dubbi su questa storia ^^
Mi dicevo, la continuo,
non la continuo… alla “mi ama, non m’ama” =D
Poi ho riletto le
recensioni allo scorso capitolo e mi sono ricreduta, dovevo continuarla! *_*
Come farei senza di
voi??
Grazie di cuore a
tutte, a chi legge, e soprattutto, a chi commenta!
Grazie davvero!
Alla prossima,
Sara
Risposte alle recensioni
uley:
ciao! Ma
lo sai che le tue recensioni mi fanno morire? ^^ Sono bellissime, davvero! Se
vuoi, cercherò di farlo arrivare anche in camera tua il surrogato di vampiro,
una volta di queste ;- E per le
supposizioni… aspetta ancora un po’ e vedrai! xD
Saruxxa:
Ma lo
volete tutte in camera, questa sottospecie di vampiro, eh? ^^ Mi fa piacere ti
divertano quando litigano, lo faranno ancora molto non temere :D Cercherò di non farli mai arrivare a usare le
mani, però ^^
CinziaBella1987:
Ciao! Mio
Dio, quanti complimenti! Mi hai fatto diventare rossissima, lo sai? Sei
assolutamente troppo buona! ^^ Non ti biasimo certo per l’insana
adorazione per il vampiruncolo e per Byron (da quel punto di vista, ahimè, sto
messa peggio di te xD)… non puoi però dirmi che scrivo corretto! E ancor
meno che ti metto in crisi! Ogni volta che rileggo qualcosa di mio, mi vien
voglia di cancellare tutto! Mi hai incuriosita però, appena posso faccio un
salto a vedere cosa scrivi ** Grazie
ancora, Cinzia, di tutto!
_Miss_:
Va meglio
come vi ho lasciati questa volta? ^^ Spero ti sia piaciuto il capitolo, in caso
contrario, non esitare a dirlo! **
Cris87_loves_Rob:
Ce
l’ho fatta alla fine! E non vi ho fatto penare, visto? ^^ Sono sempre
loro, più pazzi, folli e fuori di testa che mai… continuano a farti
sorridere o non lo sopporti già più? =D