Perdonatemi!
già posto una volta a settimana, poi faccio anche
tardi... sono irrecuperabile. Ma questa settimana è stata un
vero
inferno... comunque spero che il capitolo vi piaccia. Mi è
stato un pò
difficile scriverlo perchè non volevo alterare i caratteri
dei
personaggi.
I personaggi di Bones
non sono miei ma appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non
li uso a scopo di
lucro, ma per puro divertimento.
Capitolo 3
Mentre scendeva dalla macchina,
chiese a George “Come posso
sdebitarmi?” “Venga a cena con
me…” “che
ne dice di andare a bere qualcosa,
invece? È molto meno impegnativo” “Mi
accontento… la aspetto al bar questa
sera” le disse e si chinò a farle il baciamano. Bello,
intelligente e
galante pensò mentre si infilava il camice e
ignorava le occhiatine di
Daysy Wick.
Andò via un
po’ prima dal sito archeologico, per potersi
preparare al meglio. Le andava di essere bella e farsi desiderare, di
conversare con un uomo che poteva appagarla molto
intellettualmente... e
magari anche di fare del buon sano sesso.
Indossò un tubino nero e si legò i
capelli in uno chignon, una delle sue collane etniche al collo.
Quando scese giù nel
bar lui era già lì, girato di spalle. Lo
riconobbe per quei capelli biondi, mossi, che aveva già
apprezzato…
“salve” lui si
girò, la baciò sulle guance e le
indicò la
sedia vicino a lui. “allora Dottoressa, cosa le posso
offrire?” le chiese, con
un sorriso tra il malizioso e il divertito. “ehm…
prenderò un Martini” “due per
favore” disse lui rivolgendosi al barista.
“Devo
proprio
dirtelo” continuò dopo che gli furono serviti i
drink “sei davvero
stupefacente, stasera” e la rimirò con lo sguardo.
Lei, invece che sentirsi
lusingata da quel complimento, che di certo non le era nuovo, si
sentì
piuttosto infastidita senza sapere bene il perché. A darle
più fastidio
poi,c’era quella vocina nella sua testa, che somigliava
paurosamente a quella
di Booth, e le ripeteva vuole solo portarti al letto, non
è al tuo livello.
Scosse la testa, per scacciare
quei pensieri e tornò a
prestare attenzione al suo interlocutore… perché
non godersi l’attimo, come le
avrebbe detto di fare Angela?
La serata passò in fretta e fu piuttosto piacevole, George
aveva saputo intavolare una conversazione davvero interessante e
brillante. La
vocina nella sua testa, però, non l’aveva lasciata
stare un momento, trovando
qualcosa da ridire su qualsiasi atteggiamento dell’uomo. Si
salutarono con un
lieve imbarazzo, soprattutto da parte di Brennan
quando si rese conto che il suo
“amico” si aspettava un finale un
po’ diverso per la serata. E lei non avrebbe avuto problemi
ad accontentare sia
lui che lei stessa,perché di certo non le era indifferente
la forte carica sessuale
che si sprigionava tra loro… non avrebbe avuto problemi se
non fosse stato per
la voce nella sua testa, che continuava ad assillarla.
Mentre rientrava nella sua camera
si chiese se dovesse
preoccuparsi di più perché sentiva voci nella sua
testa, o perché gli dava
ascolto.
Rimasero abbracciati per un bel
po’, finche non si
staccarono e si guardarono negli occhi come se si vedessero per la
prima volta,
sorridendosi come due adolescenti innamorati. Decise di riaccompagnarla
lui
stesso al motel, quasi temendo che la serata finisse e il giorno
successivo
alla luce del sole potessero riconsiderare i loro gesti. Rimasero in
silenzio
per gran parte del viaggio, non volendo rompere il perfetto equilibrio
che si
era creato; si
limitarono a sbirciarsi e
a sorridere, le mani intrecciate…
Davanti al fatiscente edificio lei
si girò verso di lui e lo
baciò di nuovo, come se il loro fosse un gesto abituale.
Booth poteva sentire
il suo petto farsi sempre più vicino a quello di lei, tanto
che gli sembrò che
i loro cuori battessero insieme. L’istinto gli diceva di
scendere da quella
macchina, prenderla in braccio, varcare quel portone e cercare
finalmente di
chiudere l’enorme ferita che gli pulsava nel cuore. La
ragione lo fece
allontanare un po’, aprire lo sportello del passeggero per
farla scendere e
dopo un ultimo bacio a fior di labbra, andare via senza guardarsi
indietro.
Quando rientrò si mise
immediatamente al letto confuso dal
senso di colpa che pian piano nasceva dentro di lui… colpa
di cosa, poi? Non
aveva mica tradito qualcuno, a parte il suo cuore? Ma a quello
c’era abituato… Non era possibile cancellare la
ferita, ma con il tempo avrebbe potuto
chiuderla e andare avanti senza sentire quel dolore lancinante dentro.
Certo
non avrebbe mai smesso di far male davvero, ma poteva imparare a
conviverci e
tornare a essere felice. Perché lui aveva bisogno di essere
amato, e forse con Hanna...
RECENSIONI
wta87
mi fa piacere che la storia ti piaccia : ) non
sarà una FF molto lunga
quindi la parte corposa arriverà davvero tra poco... anche
se non so
ancora bene come accadranno le cose perchè lascio che sia il
mio
istinto a guidarmi.. Grazie ancora per le recensioni ^^
volevo ringraziare
che mi ha messo tra le seguite, chi tra quelle da ricordare e i lettori
silenziosi.
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