Algiz
Martedì 21
agosto
Caro Max,
Oggi ti ho pensato
come non facevo da tanto. Ho ascoltato la canzone degli Evanescence che
mi ricorda tanto te. Penso che tu proprio adesso sei l'unico dopo avermi
lasciato che potresti aiutarmi in questo momento, mi sento triste e non
dovrei esserlo forse.
Quest'anno ho finito la maturità, ho
terminato quella brutta scuola che mi avevano imposto i miei genitori.
Tu mi hai sempre dato forza e coraggio per ribellarmi, per seguire le
mie strade ma io ti ho sempre deluso, Max. Io non sono come te, tu hai
la forza di un guerriero, sei ribelle e penso che se tu fossi vivo a
quest'ora saresti riuscito a frequentare l'università che volevi e
laurearti, e poi forse io, se ti avessi conosciuto sicuramente mi sarei
innamorata di te.
Ma tu non ci sei più sei morto e non sei più
neanche qui, anche se ti penso, tu non ci sei. Sei andato via, lo hai
fatto per me e io lo capisco però non evito di scriverti nel mio diario,
è giusto che tu trovi la tua pace nell'altro mondo e io prego per te,
però tu sei il mio amico, diciamo immaginario, e io non ti dimentico.
Adesso basta parlare di queste cose, io ti conservo qui, e questo
mio diario è prezioso, perchè è qui che ci sei tu.
Sono
andata a vedere gli scutini, sono uscita con 66/100, ci sono rimasta
male soprattutto perchè la mia professoressa che era in commissione mi
odiava, era la prof. di ragioneria quella che mi ha messo un "2" a primo
trimestre, quando sapeva che io il giorno prima non avevo studiato
perchè stavo male. Mi ha chiamato di proposito per mettermi un brutto
voto dopo che le avevo parlato prima. Ma non mi interessa adesso ho
finito e vorrei scegliere una strada che mi piace, ma non ho buone basi
per le altre università a parte Economia e commercio o giurisprudenza.
Forse sceglierò Giurisprudenza anche perchè la mia famiglia è da quando
avevo 10 anni che si batte per cause lunghe e trova sempre avvocati
corrotti, forse se mi facessi io avvocato tutto cambierebbe.
Sai
devo dirti una cosa che non ti farà piacere, ho nascosto tutti i
disegni, tutti i ritratti che ti avevo fatto, non l'ho fatto perchè non
ti voglio bene ma, sono combattuta, penso che tu Max non sei per la mia
vita una presenza razionale e forse è ora che ti dimentichi e mi faccia
la mia strada, lontano da te e mi rassegni, così come hai voluto tu per
il mio bene, però ti tengo qui e non ti dimenticherò mai, sei una parte
della mia vita, o bella o brutta che sia stata.
La mia professoressa di italiano vuole che scelga lettere, a me piacerebbe molto ma non penso di farcela Max.
Se
poi tu fossi stato vivo, potevamo coronare il nostro sogno, ricordi?
Volevamo andare tutti e due a Scienze Motorie e Sportive e aprirci una
palestra, ma tu non ci sei e io sola non ce la faccio, e poi
giurisprudenza non mi dispiace anche perchè ho riallacciato un'amicizia
con la mia unica amica d'infanzia, quella con cui avevo perso i rapporti
alle medie. L'ho rincontrata e siamo tornate ad essere amiche.
Lei verrà con me, ci immatricoleremo in scienze giuridiche. Volendo è anche una bella strada.
Poi
sai oggi mi successa una cosa buffa, sono andata a vedere gli scrutini
con le ciabatte. Tu rideresti, mi sembra di sentirti ma sono io che ti
immagino. Ho completato l'elenco delle brutte figure, avevo fretta e ho
messo le scarpe sbagliate al posto dei miei infradito.
Di quella
scuola che ho terminato ho brutti ricordi, non sono riuscita ad
allacciare delle amicizie, i miei compagni in cinque anni sono riusciti
soltanto a farmi del male, e io mi sono sempre isolata.
Sai un
giorno, che avevo ragioneria, non sono andata a scuola e sono entrata in
quella villa settecentesca abbandonata vicino la stazione. Lì ti sembra
di sentire respirare le pareti, dicono che ci sono gli spettri, io ci
credo.
La notte ho sognato una donna anziana che voleva
possedermi, non c'e' riuscita per fortuna, mi teneva la gola e voleva
entrarmi dentro dalla bocca, poi mi ha detto "sei troppo forte!" e mi ha
lasciato andare io mi opponevo, con tutte le mie forze.
E' stato
tremendo mi avrà seguito da li' forse ho profanato la sua dimora o sono
entrata senza il suo permesso, però caro Max io li ci tornerò, mi piace
troppo, sembra una porta verso il passato, rimasta aperta per anni.
E' fantastica! Se tu fossi vivo la visiteremmo insieme.
Domani
sai? E' l'ultima gioranta di mare, ci vado con le mie amiche, Cinzia e
Mary, loro dopo partono due settimane per la Francia, vanno a trovare
una zia. Io dopo dovrò studiare con Rosy per il test di ammissione a
scienze giuridiche.
Adesso ti abbraccio, un bacione, ci risentiamo domani!
Ciao
La tua Nadia.
***
Era una bellissima
giornata, il sole scaldava le pietre roventi e le cicale cantavano
allegramente, eppure quello era l'ultimo giorno di mare per Nadia, lei e
le sue amiche stavano scendendo adesso le scale per arrivare sulla
bellissima e maestosa spiaggia della costa siciliana.
Il mare sembrava un piatto gigantesco di cristallo che lasciava vedere le sue ricchezze tanto era trasparente.
Bellissime pietre colorate di qualsiasi forma e dimesione si trovavano nelle acque fresche e cristalline.
La visione di quel posto placa ogni animo cattivo, rilassa, purifica.
Sembra un posto incantato dove gli angeli facecano il bagno e intonavano canzoni dalle melodie bellissime.
Sulla
spiaggia ci sono moltissime persone ma poche in acqua, soprattutto
perchè la mattina presto l'acqua è molto fresca e poi solo chi sa
nuotare molto bene, dato la profondità degli scogli del fondale, può
farsi il bagno.
Qualcosa però anche in quel posto turba
Nadia, neanche la felicità e la voglia di godersi il suo mare, quello
che ama tanto la quieta.
Le ragazza stendono le tovaglie,
preparano la colazione che gusteranno dopo il bagno e si dirigono verso
il bagnasciuga. L'acqua è freddissima ma la voglia di nuotare di Nadia è
più forte, lei si tuffa immmediatamente con uno scatto agile, tanto
prima o poi il corpo si abituerà alla temperatura.
Le
altre due ragazze entrano più lentamente nelle acque bellissime, Nadia
sta già nuotando, è avanti, qualche metro distante dalla spiaggia.
L'acqua è incantevole, la sentiva solleticare e sguizzare sulla sua
pelle come se fosse un pesce vivo trasparente e solido. Dalla sua
altezza guardava il fondo, lì poteva osservare tutto dalle alghe, alle
pietre variopinte, alla sabbia, ai pesci che nuotavano sotto di lei. E'
tutto fantastico.
"Dai ragazze venite!" disse allegramente.
"Si Nadia! Dacci il tempo di abituarci alle temperatura, brrr!" Le rispose Mary.
"Sbrigatevi! E' bellissimo qui!"
"Il mare è un posto dove l'uomo è quasi come un intruso,
lui non è una creatura marina, non fa parte di quel mondo incantato,
però l'uomo si immerge nelle acque e nuota, si adatta e ne fa parte
anche se non per tutta la sua vita, ma di fronte le creature marine, lui
è un estraneo ed è come un profanatore, anche quando non inuina e non
deturpa i fondali, quel posto magico gli è estraneo per la sua natura."
Pensava
Nadia, stava dimenticando quasi l'ansia dell'istante prima di rentrare
in acqua, ma adesso l'accompagnavano strani pensieri, perchè? Doveva
accadere qualcosa?
Qulacosa tocca i suoi piedi e la
trascina verso il fondo, accade tutto in un attimo, le due ragazze non
si accorgono neppure, sapevano che Nadia è una brava nuotatrice e che
sapeva nuotare anche bene sottacqua, non vedendola più pensavano che si
fosse immersa.
Il mare l'aveva inglobata, l'aveva portata
giù nel suo mondo, quello che non le appartiene, che le apparterrà
quando lei sarà morta.
Lui la vuole, lei non capisce il
perchè, prova a nuotare ma qualcosa di invisibile la spinge sotto. Non i
arrende, sente che non morirà adesso e non morirà così, ma quella forza
la vuole vedere, vuole capire chi è e cosa vuole da lei. Così
velocemente la spinge Oltre, il su corpo sbatte tra cogli e alghe sente
che è lontana sente che è nelle mani di qualcosa di mostruoso, che la
vuole morta, ma quello non è il mare. C'è qualcosa che non appartiene a
quel posto che lei ama e si trova li perchè la vuole morta.
Sta
per perdere i sensi, non riesce più a trattenere il respiro e non può
respirare, tra poco i suoi polmoni si riempiranno di acqua e per lei
sarà la fine.
***
Lui era un uomo
affascinate, vestito di nero con un abito formale, una giacca e dei
pantaloni di tinta unita. Stava li sulla spiaggia, la gente non poteva
vederlo, ma lui li osservava.
La spiaggia conservava una striscia
di sabbia tra le pietre colorate, l'uomo si china e col dito indice
segna un segno sulla sabbia.
Un bambino si accorge che qualcosa sulla sabbia stava tracciando delle linee, penso a un insetto che scavava da sotto.
Tracciò un segno, simile a una zampa di pavone, "Algiz" , disse l'uomo.
***
Gocce,
cadono sulle sue labbra carnose, scivolano e le bagnano le guance,
Nadia apre gli occhi, è viva, tossisce, Sente che ha bevuto molta acqua,
sente le orecchie tappate e il rumore di un linquido che le preme e le
ottura gli orifizi delle orecchie.
Prova a fare uscire l'acqua con
dei colpetti, abbassando di un lato la testa e poi dall'altro, si
accorge che gambe e braccia, da un forte bruciore, sono ricoperte da
molti graffi, li osserva, pensa alle sue amiche, la staranno cercando.
Quanto tempo era trascorso?
Non ne ha idea.
Con
lei sente che li, c'è qualcuno, ne è sicura, osserva il posto dove si
trova e vede che è in mezzo al mare, la riva è lontana, prova terrore.
"Come faccio a tornare a riva?"
"Ce la farò mai a nuotare così tanto?"
Pensa che è impossibile.
Quando
era piccola pensava sempre che ogni volta che doveva oltrepassare un
traguardo lontano, doveva dopo aver fatto dei passi fermarsi ed essere
contenta di essere andata, di essersi spinta sempre più oltre, ogni
passo l'avvicinava alla meta.
Ma questa volta è difficile, non pensa di avere tutta quella resistenza anche se a nuotare se la cava parecchio.
"Mi trovo in un guaio!"
"Passerà qualche barca da qui?" pensava.
Il
posto e' stupendo lo scruta, crede che è stata salvata dal mare, dal
suo mare e che quell'essere che l'aveva spinta a largo era una minaccia
che non faceva parte di esso.
"Una corda ancorata a un motoscafo?"
"No, non è possibile, non c'erano imbarcazioni li!"
Il
sole illumina qualcosa che si trova con lei su quel faraglione, il
vento alza i suoi capelli, sono argentati, ma la persona che si trova li
si nasconde dietro alle rocce.
"Chi sei? tu mi hai salvata?" Grida.
... ... ... ... solo vento.
Nessuna risposta, solo silenzio.
"Parla ti prego!"
Pensa
che chi è la con lei è la sua salvatrice, lei crede negli esseri
sovrannaturali, pensa che sia stata una sirena come la Ariel della
"Sirenetta" che ha salvato Eric.
Le dispiace, che lei non
le risponde, vedeva solo i capelli lunghissimi, ma è anche possibile che
si sbagliava, forse è sola ed è qualcosa che è stata abbandonata li da
qualche pescatore.
Una rete? Delle lenze per le esche?
Vuole avvicinarsi ma ha paura.
"Ce la farò anche se sono da sola! Me la sono sempre cavata perchè adesso non dovrei farcela?" disse.
"TACI NINGEN, LUI E' QUI, PER TE!"
Lo ha sentito, è un maschio, il suo timbro di voce è alto e maschile.
"Chi è per me? Parla!" risponde e di istinto alza la voce.
"MI CHIEDO COSA C'ENTRI TU COL NOSTRO MONDO?"
"Quale mondo?"
Nadia pensa che deve parlargli adesso che lui le ha dato un segno di vita.
"Guarda,
interrompiamo questi strani discorsi, io ti ringrazio per avermi
salvata, ma adesso dimmi, Come facciamo a tornare a riva?"
"Come farai a tornare." la corregge.
"Capisco,
tu abiti qui vero? Questo è il tuo posto, sei un tritone. un essere
fatato, anche egoista a quanto vedo, però mi hai anche salvata, non
chiedo aiuto, ma neanche un consiglio?"
"Ti ha portata qui da me, il mare." abbassa il tono, diventa pacato.
"Posso vederti? Neanche questo?"
"No!" secco.
"Non so cosa sei tu, ma io qui non posso abitare, mi staranno cercando, e moriro' di fame e di freddo qui."
"Sciocca ningen! non sai cacciarti il cibo, Tsk!"
"Che tipo!", pensa Nadia, "magari sto parlando con la mia coscenza o con qualche essere immaginato da me."
"O magari sono ancora incosciente in qualche altro posto e sto sognando tutto questo."
Lo sente ridere, lui capta i suoi pensieri?
"E' anche maleducato!" pensa.
Tutto
questo è assurdo, lei riesce a litigare oltre con gli spiriti e umani,
adesso anche con i tritoni, o gli eremiti, pensa che lo deve prendere
con le buone e non deve essere sgarbata, anche se lui le faceva perdere
la ragione con il suo modo di parlare particolare, cosa sono i ningen?
"Tra poco passerà una barca dei carabinieri e tu andrai con loro." disse.
"Ti chiedo scusa."
"Mi ha predetto il futuro?" penso'.
"Si!"
"Scusami,
ma tutto quello che è particolare mi affascina parecchio, io voglio
vederti, voglio vedere a chi appartiene la voce che mi parla."
"Ti ho già risposto."
"Ok! Va bene così come vuoi!"
E
si, quella voce aveva proprio ragione, in lontananza un motoscafo dei
carabinieri, la sta cercando, lei grida felice per farsi sentire.
Loro si avvicinano, l'essere che stava li era sparito, i suoi capelli non svolazzavano più da dietro la roccia.
"Che incontro strano!" pensò, adesso stava salendo sul motoscafo.
Adesso Nadia può ritornare a casa.
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