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Autore: Sesshoumaru86    21/09/2010    1 recensioni
Questa è la prima fanfiction che posto su EFP. E' un po' difficile da riassumere perchè la sto scrivendo e più di dettarmi una trama mi lascio trasportare dalla scrittura e ancora non ho un'idea ben precisa di cosa ne uscirà fuori. Vorrei che fosse una storia Horror, con uno dei personaggi di Inuyasha quello che mi piace di più, Sesshoumaru.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naraku, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Algiz
                                                                          Martedì 21 agosto

 

Caro Max,

Oggi ti ho pensato come non facevo da tanto. Ho ascoltato la canzone degli Evanescence che mi ricorda tanto te. Penso che tu proprio adesso sei l'unico dopo avermi lasciato che potresti aiutarmi in questo momento, mi sento triste e non dovrei esserlo forse.

Quest'anno ho finito la maturità, ho terminato quella brutta scuola che mi avevano imposto i miei genitori. Tu mi hai sempre dato forza e coraggio per ribellarmi, per seguire le mie strade ma io ti ho sempre deluso, Max. Io non sono come te, tu hai la forza di un guerriero, sei ribelle e penso che se tu fossi vivo a quest'ora saresti riuscito a frequentare l'università che volevi e laurearti, e poi forse io, se ti avessi conosciuto sicuramente mi sarei innamorata di te.

Ma tu non ci sei più sei morto e non sei più neanche qui, anche se ti penso, tu non ci sei. Sei andato via, lo hai fatto per me e io lo capisco però non evito di scriverti nel mio diario, è giusto che tu trovi la tua pace nell'altro mondo e io prego per te, però tu sei il mio amico, diciamo immaginario, e io non ti dimentico.

Adesso basta parlare di queste cose, io ti conservo qui, e questo mio diario è prezioso, perchè è qui che ci sei tu.

Sono andata a vedere gli scutini, sono uscita con 66/100, ci sono rimasta male soprattutto perchè la mia professoressa che era in commissione mi odiava, era la prof. di ragioneria quella che mi ha messo un "2" a primo trimestre, quando sapeva che io il giorno prima non avevo studiato perchè stavo male. Mi ha chiamato di proposito per mettermi un brutto voto dopo che le avevo parlato prima. Ma non mi interessa adesso ho finito e vorrei scegliere una strada che mi piace, ma non ho buone basi per le altre università a parte Economia e commercio o giurisprudenza. Forse sceglierò Giurisprudenza anche perchè la mia famiglia è da quando avevo 10 anni che si batte per cause lunghe e trova sempre avvocati corrotti, forse se mi facessi io avvocato tutto cambierebbe.

Sai devo dirti una cosa che non ti farà piacere, ho nascosto tutti i disegni, tutti i ritratti che ti avevo fatto, non l'ho fatto perchè non ti voglio bene ma, sono combattuta, penso che tu Max non sei per la mia vita una presenza razionale e forse è ora che ti dimentichi e mi faccia la mia strada, lontano da te e mi rassegni, così come hai voluto tu per il mio bene, però ti tengo qui e non ti dimenticherò mai, sei una parte della mia vita, o bella o brutta che sia stata.

La mia professoressa di italiano vuole che scelga lettere, a me piacerebbe molto ma non penso di farcela Max.

Se poi tu fossi stato vivo, potevamo coronare il nostro sogno, ricordi? Volevamo andare tutti e due a Scienze Motorie e Sportive e aprirci una palestra, ma tu non ci sei e io sola non ce la faccio, e poi giurisprudenza non mi dispiace anche perchè ho riallacciato un'amicizia con la mia unica amica d'infanzia, quella con cui avevo perso i rapporti alle medie. L'ho rincontrata e siamo tornate ad essere amiche.

Lei verrà con me, ci immatricoleremo in scienze giuridiche. Volendo è anche una bella strada.

Poi sai oggi mi successa una cosa buffa, sono andata a vedere gli scrutini con le ciabatte. Tu rideresti, mi sembra di sentirti ma sono io che ti immagino. Ho completato l'elenco delle brutte figure, avevo fretta e ho messo le scarpe sbagliate al posto dei miei infradito.

Di quella scuola che ho terminato ho brutti ricordi, non sono riuscita ad allacciare delle amicizie, i miei compagni in cinque anni sono riusciti soltanto a farmi del male, e io mi sono sempre isolata.

Sai un giorno, che avevo ragioneria, non sono andata a scuola e sono entrata in quella villa settecentesca abbandonata vicino la stazione. Lì ti sembra di sentire respirare le pareti, dicono che ci sono gli spettri, io ci credo.

La notte ho sognato una donna anziana che voleva possedermi, non c'e' riuscita per fortuna, mi teneva la gola e voleva entrarmi dentro dalla bocca, poi mi ha detto "sei troppo forte!" e mi ha lasciato andare io mi opponevo, con tutte le mie forze.

E' stato tremendo mi avrà seguito da li' forse ho profanato la sua dimora o sono entrata senza il suo permesso, però caro Max io li ci tornerò, mi piace troppo, sembra una porta verso il passato, rimasta aperta per anni.

E' fantastica! Se tu fossi vivo la visiteremmo insieme.

Domani sai? E' l'ultima gioranta di mare, ci vado con le mie amiche, Cinzia e Mary, loro dopo partono due settimane per la Francia, vanno a trovare una zia. Io dopo dovrò studiare con Rosy per il test di ammissione a scienze giuridiche.

 

Adesso ti abbraccio, un bacione, ci risentiamo domani!

 

Ciao

                                                                                                                                                                                                                                                                 La tua Nadia.

 

***

 

Era una bellissima giornata, il sole scaldava le pietre roventi e le cicale cantavano allegramente, eppure quello era l'ultimo giorno di mare per Nadia, lei e le sue amiche stavano scendendo adesso le scale per arrivare sulla bellissima e maestosa spiaggia della costa siciliana.

Il mare sembrava un piatto gigantesco di cristallo che lasciava vedere le sue ricchezze tanto era trasparente.

Bellissime pietre colorate di qualsiasi forma e dimesione si trovavano nelle acque fresche e cristalline.

La visione di quel posto placa ogni animo cattivo, rilassa, purifica.

Sembra un posto incantato dove gli angeli facecano il bagno e intonavano canzoni dalle melodie bellissime.

 

Sulla spiaggia ci sono moltissime persone ma poche in acqua, soprattutto perchè la mattina presto l'acqua è molto fresca e poi solo chi sa nuotare molto bene, dato la profondità degli scogli del fondale, può farsi il bagno.

 

Qualcosa però anche in quel posto turba Nadia, neanche la felicità e la voglia di godersi il suo mare, quello che ama tanto la quieta.

 

Le ragazza stendono le tovaglie, preparano la colazione che gusteranno dopo il bagno e si dirigono verso il bagnasciuga. L'acqua è freddissima ma la voglia di nuotare di Nadia è più forte, lei si tuffa immmediatamente con uno scatto agile, tanto prima o poi il corpo si abituerà alla temperatura.

 

Le altre due ragazze entrano più lentamente nelle acque bellissime, Nadia sta già nuotando, è avanti, qualche metro distante dalla spiaggia. L'acqua è incantevole, la sentiva solleticare e sguizzare sulla sua pelle come se fosse un pesce vivo trasparente e solido. Dalla sua altezza guardava il fondo, lì poteva osservare tutto dalle alghe, alle pietre variopinte, alla sabbia, ai pesci che nuotavano sotto di lei. E' tutto fantastico.

 

"Dai ragazze venite!" disse allegramente.

 

"Si Nadia! Dacci il tempo di abituarci alle temperatura, brrr!" Le rispose Mary.

 

"Sbrigatevi! E' bellissimo qui!"

 

"Il mare è un posto dove l'uomo è quasi come un intruso, lui non è una creatura marina, non fa parte di quel mondo incantato, però l'uomo si immerge nelle acque e nuota, si adatta e ne fa parte anche se non per tutta la sua vita, ma di fronte le creature marine, lui è un estraneo ed è come un profanatore, anche quando non inuina e non deturpa i fondali, quel posto magico gli è estraneo per la sua natura."

 

Pensava Nadia, stava dimenticando quasi l'ansia dell'istante prima di rentrare in acqua, ma adesso l'accompagnavano strani pensieri, perchè? Doveva accadere qualcosa?

 

Qulacosa tocca i suoi piedi e la trascina verso il fondo, accade tutto in un attimo, le due ragazze non si accorgono neppure, sapevano che Nadia è una brava nuotatrice e che sapeva nuotare anche bene sottacqua, non vedendola più pensavano che si fosse immersa.

 

Il mare l'aveva inglobata, l'aveva portata giù nel suo mondo, quello che non le appartiene, che le apparterrà quando lei sarà morta.

 

Lui la vuole, lei non capisce il perchè, prova a nuotare ma qualcosa di invisibile la spinge sotto. Non i arrende, sente che non morirà adesso e non morirà così, ma quella forza la vuole vedere, vuole capire chi è e cosa vuole da lei. Così velocemente la spinge Oltre, il su corpo sbatte tra cogli e alghe sente che è lontana sente che è nelle mani di qualcosa di mostruoso, che la vuole morta, ma quello non è il mare. C'è qualcosa che non appartiene a quel posto che lei ama e si trova li perchè la vuole morta.

 

Sta per perdere i sensi, non riesce più a trattenere il respiro e non può respirare, tra poco i suoi polmoni si riempiranno di acqua e per lei sarà la fine.

 

***

 

Lui era un uomo affascinate, vestito di nero con un abito formale, una giacca e dei pantaloni di tinta unita. Stava li sulla spiaggia, la gente non poteva vederlo, ma lui li osservava.

La spiaggia conservava una striscia di sabbia tra le pietre colorate, l'uomo si china e col dito indice segna un segno sulla sabbia.

Un bambino si accorge che qualcosa sulla sabbia stava tracciando delle linee, penso a un insetto che scavava da sotto.

Tracciò un segno, simile a una zampa di pavone, "Algiz" , disse l'uomo.

 

***

 

Gocce, cadono sulle sue labbra carnose, scivolano e le bagnano le guance, Nadia apre gli occhi, è viva, tossisce, Sente che ha bevuto molta acqua, sente le orecchie tappate e il rumore di un linquido che le preme e le ottura gli orifizi delle orecchie.

Prova a fare uscire l'acqua con dei colpetti, abbassando di un lato la testa e poi dall'altro, si accorge che gambe e braccia, da un forte bruciore, sono ricoperte da molti graffi, li osserva, pensa alle sue amiche, la staranno cercando.

 

Quanto tempo era trascorso?

 

Non ne ha idea.

 

Con lei sente che li, c'è qualcuno, ne è sicura, osserva il posto dove si trova e vede che è in mezzo al mare, la riva è lontana, prova terrore.

 

"Come faccio a tornare a riva?"

 

"Ce la farò mai a nuotare così tanto?"

 

Pensa che è impossibile.

 

Quando era piccola pensava sempre che ogni volta che doveva oltrepassare un traguardo lontano, doveva dopo aver fatto dei passi fermarsi ed essere contenta di essere andata, di essersi spinta sempre più oltre, ogni passo l'avvicinava alla meta.

 

Ma questa volta è difficile, non pensa di avere tutta quella resistenza anche se a nuotare se la cava parecchio.

 

"Mi trovo in un guaio!"

 

"Passerà qualche barca da qui?" pensava.

 

Il posto e' stupendo lo scruta, crede che è stata salvata dal mare, dal suo mare e che quell'essere che l'aveva spinta a largo era una minaccia che non faceva parte di esso.

 

"Una corda ancorata a un motoscafo?"

 

"No, non è possibile, non c'erano imbarcazioni li!"

 

Il sole illumina qualcosa che si trova con lei su quel faraglione, il vento alza i suoi capelli, sono argentati, ma la persona che si trova li si nasconde dietro alle rocce.

 

"Chi sei? tu mi hai salvata?" Grida.

 

... ... ... ... solo vento.

 

Nessuna risposta, solo silenzio.

 

"Parla ti prego!"

 

Pensa che chi è la con lei è la sua salvatrice, lei crede negli esseri sovrannaturali, pensa che sia stata una sirena come la Ariel della "Sirenetta" che ha salvato Eric.

 

Le dispiace, che lei non le risponde, vedeva solo i capelli lunghissimi, ma è anche possibile che si sbagliava, forse è sola ed è qualcosa che è stata abbandonata li da qualche pescatore.

 

Una rete? Delle lenze per le esche? 

 

Vuole avvicinarsi ma ha paura.

 

"Ce la farò anche se sono da sola! Me la sono sempre cavata perchè adesso non dovrei farcela?" disse.

 

"TACI NINGEN, LUI E' QUI, PER TE!"

 

Lo ha sentito, è un maschio, il suo timbro di voce è alto e maschile.

 

"Chi è per me? Parla!" risponde e di istinto alza la voce.

 

"MI CHIEDO COSA C'ENTRI TU COL NOSTRO MONDO?" 

 

"Quale mondo?"

 

Nadia pensa che deve parlargli adesso che lui le ha dato un segno di vita.

 

"Guarda, interrompiamo questi strani discorsi, io ti ringrazio per avermi salvata, ma adesso dimmi, Come facciamo a tornare a riva?"

 

"Come farai a tornare." la corregge.

 

"Capisco, tu abiti qui vero? Questo è il tuo posto, sei un tritone. un essere fatato, anche egoista a quanto vedo, però mi hai anche salvata, non chiedo aiuto, ma neanche un consiglio?"

 

"Ti ha portata qui da me, il mare." abbassa il tono, diventa pacato.

 

"Posso vederti? Neanche questo?"

 

"No!" secco.

 

"Non so cosa sei tu, ma io qui non posso abitare, mi staranno cercando, e moriro' di fame e di freddo qui."

 

"Sciocca ningen! non sai cacciarti il cibo, Tsk!"

 

"Che tipo!", pensa Nadia, "magari sto parlando con la mia coscenza o con qualche essere immaginato da me."

 

"O magari sono ancora incosciente in qualche altro posto e sto sognando tutto questo."

 

Lo sente ridere, lui capta i suoi pensieri?

 

"E' anche maleducato!" pensa.

 

Tutto questo è assurdo, lei riesce a litigare oltre con gli spiriti e umani, adesso anche con i tritoni, o gli eremiti, pensa che lo deve prendere con le buone e non deve essere sgarbata, anche se lui le faceva perdere la ragione con il suo modo di parlare particolare, cosa sono i ningen?

 

"Tra poco passerà una barca dei carabinieri e tu andrai con loro." disse.

 

"Ti chiedo scusa."

 

"Mi ha predetto il futuro?"  penso'.

 

"Si!"

 

"Scusami, ma tutto quello che è particolare mi affascina parecchio, io voglio vederti, voglio vedere a chi appartiene la voce che mi parla."

 

"Ti ho già risposto."

 

"Ok! Va bene così come vuoi!"

 

E si, quella voce aveva proprio ragione, in lontananza un motoscafo dei carabinieri, la sta cercando, lei grida felice per farsi sentire.

 

Loro si avvicinano, l'essere che stava li era sparito, i suoi capelli non svolazzavano più da dietro la roccia.

 

"Che incontro strano!" pensò, adesso stava salendo sul motoscafo.

 

Adesso Nadia può ritornare a casa.

  
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