Ciao a tutti, dopo tanto (troppo) tempo, sono tornata ad
aggiornare con il tredicesimo capitolo la mia fanfiction più
lunga. Di tempo ne ho avuto per aggiornare, ma questo è stato
un capitolo difficile... E vi basteranno poche righe a capire
il perchè... Non odiatemi, ci stò male anche io
White Gundam
Capitolo 13
Funerale
La campana della chiesa batteva le sei del mattino. I
rintocchi risuonavano cupi nell'aria fresca e il suono si
spandeva in tutta Midgar passando tra le orecchie delle
persone, tutte uniformemente vestite di nero, che a passi
strascicati entravano nella chiesa.
Le vetrate raffiguranti la vergine e il bambino filtravano
la luce del sole, andando a riflettere per terra la stessa
immagine in un vivace gioco di colori. Le panche erano gremite
di persone dai volti cupi, raccolte in preghiera. Davanti
all'altare il prete parlava di un paradiso e di un Dio buono
nel quale alcuni dei presenti avevano ormai smesso di credere;
e sopra all'altare vi era una fredda cassa di legno,
verniciata di nero. La cassa era aperta e vicino al coperchio
erano invece state posate ghirlande di fiori, bagnate di
lacrime. Dentro alla bara giaceva supino un giovane dai
capelli neri, per la prima ed unica volta ordinati, con
indosso una divisa da 2° Classe SOLDIER, gli occhi celesti già
coperti dalle palpebre.
"Zack Fair, diciassette anni, ha smesso ieri sera di
vivere." Cominciò il prete, facendosi il segno della croce,
subito imitato da tutti i presenti.
"Lo ricordano i genitori, gli amici, i commilitoni, il
maestro e la fidanzata." Il tono piatto del rappresentante
ecclesiastico non aveva nulla a che spartire con la memoria
del giovane che giaceva nella bara.
"Era un ragazzo buono, altruista, sempre pronto a dare
tutto per gli altri..."
Compresa la vita...
Pensò con amarezza un ragazzino, inginocchiato sull'ultima
panca a mani conserte in preghiera e il volto invisibile a
chiunque, chinato e coperto da una zazzera di capelli
biondi.
L'unanime colore nero contrastava con l'abito bianco del
prete. Le lacrime cadevano sulle panche, lasciandovi delle
piccole chiazze bagnate.
Angeal, scuro in volto teneva a fianco a sè una bambina, e
guardava con sguardo vuoto verso la bara. Zack era il suo
allievo, Zack avrebbe dovuto seppellire lui e non il
contrario. Il SOLDIER non piangeva, ma non perchè non fosse
addolorato, quanto perchè ne era talmente scosso da non
esserne in grado.
"E' colpa mia..."
Mormorò la bambina a denti stretti lasciando cadere
numerose lacrime dai suoi occhi. Angeal la strinse con più
forza.
"No, Shyla..."
Disse, ma non ebbe la forza di continuare, perchè un nodo
alla gola gli bloccò ogni parola.
Arìl guardava la bara con occhi smarriti, poi una chiave
tra le sue mani, poi di nuovo la bara. Le sue labbra ogni
tanto si stringevano, quasi a chiedere un bacio che non
avrebbe mai più potuto ricevere. Ricordava le sue
labbra calde, il suo sorriso vivace, le sue
parole buone, dolci, sicure. Ricordava e piangeva, sapendo
che nulla di ciò avrebbe mai più potuto ripetersi.
Lacrime, preghiere, frasi sussurrate a mezza voce
riempivano la chiesa. Solo una persona stava in disparte e non
sembrava avere a che fare con ciò che era accaduto. Aveva
corti capelli castani, con un ciuffo lungo che le scendeva sul
lato destro del viso e numerose cicatrici di vecchie ferite e
chiazze di sangue che segnavano quelle nuove. Era seria
compunta, senza abiti eleganti nè neri. Non piangeva, stava
semplicemente sulla porta, ove sembrava attendere
qualcuno.
La porta della sala riunioni della Dream era chiusa,
serrata con un triplo giro di chiave, la quale era ancora
inserita dentro la serratura.
Nathan e Lazard sedevano l'uno di fronte all'altro. Sulla
scrivania che li divideva una bottiglia di vino rosso e due
bicchieri riempiti fino all'orlo.
"Alla salute."
Dichiarò il biondo direttore della Shinra, afferrando il
bicchiere con delicatezza e porgendolo nella direzione di
Nathan.
Il capo della Dream sorrise, compunto. I suoi occhi
incrociarono quelli di Lazard e le fine labbra si aprirono per
sussurrare qualche parola:
"E all'eliminazione del nemico della Dream, della quale ho
solo da ringraziarti."
Lazard ammiccò al suo sorriso e i due bicchieri si
scontrarono con un tintinnio vetrato, e il lieve urto lasciò
cadere sulla tavola alcune goccie del cremisi colore del
sangue, che il capo della Dream si affrettò ad
eliminare con un fazzoletto.
"Mi dispiace solo che lei abbia dovuto perdere un buon
soldato..."
Continuò Nathan, ma il giovane dai lunghi capelli biondi
non gli lasciò il tempo di completare la frase:
"Un buon soldato deve obbedire, non deve pensare. Quindi
Fair non era affatto un buon soldato."
Rispose piatto, senza abbandonare il sorriso di
convenienza. L'uomo si limitò ad ammiccare con la testa.
"Comunque le sono arrivati gli altri soldi che le ho
inviato?"
Chiese Nathan, stando ben attento a non alzare il tono
della voce. Quando parlava di soldi e di affari la sua voce
diminuiva di diversi decibel.
"Certo, e la ringrazio ancora."
Si affrettò a rispondere Lazard, continuando il continuo
scambio di cortesie.
"Non si preoccupi di ringraziarmi."
Il tono del capo della Dream si era fatto
piatto:
"La mia organizzazione ricorda i favori e non scorda i
tradimenti."
Lazard sentì un brivido gelido scorrergli lungo la schiena,
mentre continuava a tendere i muscoli della bocca in un vaquo
sorriso. La frase appena pronunciata somigliava molto ad una
minaccia, ma per il momento non aveva nulla da temere e quel
gruzzoletto gli aveva davvero fatto comodo.
Finì in fretta il bicchiere di vino rosso, si alzò dalla
sedia e la ripose ordinatamente al suo posto.
"La ringrazio ancora e la saluto."
Disse, mentre si accorgeva che il garbato sorriso era ora
tremolante come la voce:
"Arrivederci."
Concluse in fretta, girando per tre volte la chiave e
chiudendo la porta dietro di sè, facendo bene attenzione a non
farla sbattere.
"Arrivederci e grazie a lei."
Rispose semplicemente Nathan con un sorriso sornione,
mentre continuava a bere a piccoli sorsi il suo bicchiere di
vino.
"E prima che Zack Fair venga seppellito, si avvicini chi
desidera dargli l'ultimo saluto."
Concluse il prete, tornando a farsi il segno della
croce.
Angeal lasciò la mano di Shyla, carezzandole i lunghi
capelli con fare distratto e si avvicinò alla bara. Il SOLDIER
spostò lo sguardo verso il giovane dal viso del candido
pallore della morte e cercò di trovare in quel volto la
familiarità di un sorriso, di una risata divertita, senza
riuscirvi. Inclinò la testa sino a quella dell'allievo e gli
posò un bacio sulla fronte.
"Riposa in pace, cucciolo."
Mormorò a malapena, mentre il groppo che aveva in gola si
scioglieva in quelle lacrime risparmiate per posarsi sul volto
di Zack.
Anche Arìl si alzò dalla panca e si diresse verso l'altare
su cui giaceva la fredda bara, contenente il freddo corpo di
colui che aveva amato. Si sporse un poco e con gli occhi,
caldi di lacrime, ne cercò la bocca, sulla quale pose con le
sue labbra un ultimo bacio.
"Addio... Zack."
Sussurrò e non riuscì ad aggiungere altro.
Seguirono a loro la madre e il padre del giovane, venuti
dal lontano paesino di Gongaga a causa della notizia della
morte dell'unico figlio. Poi vennero Kunsel e altri soldati
della Shinra a dargli l'ultimo saluto, a rivolgergli le ultime
parole.
Passarono i minuti e nessuno più si muoveva dalle panche,
quindi il prete parlò di nuovo:
"Se i presenti hanno concluso i saluti, si dia inizio alla
sacra sepoltura."
A quel punto Cloud si alzò e continuando a tenere la testa
bassa si avvicinò alla bara.
"Aspetti solo qualche minuto."
Biascicò mentre si avvicinava e giunto dinnanzi alla futura
dimora del suo migliore amicò, scoppiò in pianto. Le sue
labbra si posarono sulla guancia destra di Zack per un
brevissimo istante. Poi le mani del giovane alzarono la parte
superiore dell'uniforme del ragazzo che giaceva nella bara,
fino a scoprire una ferita causata da un'arma da taglio sul
cuore.
Il prete rabbrividì e si avvicinò a Cloud, che tornò a
rimettere a posto le vesti dell'amico.
"Scusami Zack... Non ti dimenticherò mai e vedrai, ti
vendicherò!"
La voce del giovane si alzò ad ogni parola sino a diventare
un grido disperato. Il prete lo guardò con disprezzo e diede
disposizione di chiudere il coperchio e avviare la
sepoltura.
Cloud corse verso la porta, senza avere il coraggio di
guardare il corpo del suo amico sparire per sempre nelle
profondità della terra.
Sulla porta Antares lo bloccò:
"Ti darò una mano, ti aiuterò a vendicare il tuo
amico."
Disse, atona.
Cloud alzò la testa verso di lei: "Dici davvero?"
Chiese con tono distrutto.
"E' una promessa."
Rispose ella, avviandosi con lui fuori dalla chiesa.
Uff... Finalmente ce l'ho fatta! Mi dispiace un sacco per
Zack anche a me... Ma tutto questo serve per avviarci nel
genere thriller della storia... Sono aperte le indagini e
provate anche voi ad indovinare chi è stato l'assassino di
Zack.
Sperando vi sia piaciuto anche questo capitolo, passo ora a
rispondere alle vostre fantastiche recensioni che mi danno,
come sempre, la forza di continuare questa storia^^
@Poisonerlady: grazie infinite per la recensione ^////^ poi
fa sempre piacere sapere di essere riuscita a rimanere IC,
spero ti sia piaciuto anche questo capitolo della storia e
che, nonostante la mia lentezza, continuerai a seguirmi
^o^
@Lirith: no no, scusa me per il ritardo degli
aggiornamenti, so che dovrei essere più veloce, ma è difficile
>.<
Per il resto sono d'accordo con te: lui non merita
sicuramente l'appellativo di padre, ma per fortuna ora ci
penserà Angeal a fargli da papà.
Per il resto ho cercato di fare il capitolo un pò più lungo
e... Ti chiedo perdono per aver ucciso Zack T_T
@Kairih: ti ringrazio tantissimo per i complimenti, mi
farai montare la testa prima o poi! ^////^ Per il resto sono
d'accordo che quello che ha fatto Nathan a Shyla faccia
davvero schifo, ma ci dovrà pensare Cloud a fargliela pagare a
quel bastardo del capo della Dream... Attendo i tuoi parei su
questo capitolo, mi raccomando ^o^ |